venerdì 29 marzo 2024

La liquidità è morta, lunga vita alla liquidità

 

 

di Francesco Simoncelli

L'euro di oggi vale solo circa 45 centesimi rispetto a un euro nel 1999. Alcune persone sono rimaste al passo, molte sono rimaste indietro; tutti coloro che lavorano per un salario sono stati derubati. L’“inflazione”, sebbene difficile da spiegare o controllare, è il prezzo che si paga quando si lascia che un’élite corrotta e dissoluta ci dica cosa fare. Ci è stato detto che per rilanciare l’economia bisognava stampare denaro per aumentare la “domanda”, salvo poi “scoprire” che la nuova domanda era fasulla così come i tassi d'interessi e il denaro stesso. Ciononostante c'è stato un effetto: più soldi compravano più cose... ora però arrugginiscono, raccolgono polvere, consumate e abbandonate. Il denaro aggiuntivo creato ex novo ha anche aumentato i prezzi degli asset posseduti dai pianificatori centrali e i prodotti che tutti gli altri volevano acquistare. Le cose che si vuole comprare possono essere suddivise in tre categorie: assurde, inutili e pericolose. Sanzioni, restrizioni commerciali, sussidi a industrie selezionate, programmi per la diversità, operazioni di cambio di sesso, la lotta alla droga, alla povertà, al riscaldamento globale, al degrado urbano, alla disinformazione, alle infezioni, alla supremazia bianca e all’antisemitismo... tutto aveva un prezzo.

Tra il 1999 e il 2023 la BCE “ha stampato” quasi €7.000 miliardi in nuovo denaro per pagare queste cose. Ciò, insieme ai prestiti da fonti private, ha portato il debito dell'area Euro alle vette di oggi. I tassi di crescita sono diminuiti e la maggior parte delle persone non è diventata più ricca, ma più povera. Siamo sprofondati sempre di più in un mare di debiti – pubblico e privato – con tassi d'interesse che sono schizzati in alto sulle carte di credito e sul mercato obbligazionario sovrano. Il costo del debito pubblico italiano, ad esempio, ammonta già a circa €50.000 a persona. Ed è lecito aspettarsi che quest'onere supererà i €3.000 miliardi e poi i €4.000 miliardi, dato che non c’è alcun piano credibile per ridurlo. I prestiti aggiuntivi dovranno essere soddisfatti con tassi d'interesse più elevati e una maggiore stampa di denaro. Trascinando il peso del passato, come potranno mai permettersi un futuro adeguato le attuali e nuove generazioni?

La differenza fondamentale tra oggi e gli ultimi 40 anni, 1980-2020, è stata la stampa di denaro senza precedenti e, per la precisione, l'aver assecondato la crescita smisurata del mercato degli eurodollari. Nel nostro sistema monetario fasullo la nuova ricchezza non viene guadagnata, viene creata con i prestiti. La banca centrale concede prestiti alle banche membri, queste ultime poi concedono prestiti agli hedge fund, alle banche più piccole, alle aziende, a chiunque voglia i soldi. L’offerta di denaro aumenta, ma lo stesso vale per il debito.

I mutuatari più grandi sono gli stati, però, i quali usano il denaro facile per sprecare, sequestrare risorse scarse e giocare d’azzardo. Finché il volume del denaro – la liquidità – era in aumento, era ragionevole aspettarsi che i prezzi delle obbligazioni sovrane salissero. Basti pensare, ad esempio, che addirittura i titoli italiani a un certo punto erano trattati a rendimenti reali negativi. Ma da questa orda non possiamo sottrarre gli speculatori sui mercati finanziari che hanno avuto gioco facile nel creare strumenti finanziari sempre più rischiosi per cercare di sbarcare il lunario in un ambiente dove i tassi negativi reali erano diventati la norma. Infatti solo in Europa la quantità di asset che aveva un rendimento negativo era arrivata a cifre da record nel passato più recente. Addirittura i junk bond. Anche i consumatori hanno acceso prestiti – per case, automobili e acquisti con carta di credito.

Tutti questi prestiti e queste spese hanno aumentato il “denaro in circolazione” che inseguiva, principalmente, i beni reali. Ciò significava prezzi degli asset più alti e l’aumento dei prezzi degli asset ha reso le élite molto più ricche.

Poi, nel 2021, l’abbuffata di prestiti si è interrotta bruscamente: i tassi d'interesse e l’inflazione sono aumentati, i prestiti sono diminuiti e con ciò l’offerta di denaro ha iniziato a contrarsi. La FED ha cambiato rotta: niente più soldi facili e niente più tassi negativi. Il tasso di riferimento della FED è stato lasciato salire di 550 punti base – l’inversione di tendenza più grande e più rapida nella sua storia.


LE VECCHIE ABITUDINI, PER QUANTO DURE A MORIRE, MUOIONO

Buffett e il defunto Charlie Munger erano entrambi dei geni, ma hanno anche avuto la fortuna di essere vivi e di investire in un momento in cui il sistema bancario centrale stava pompando migliaia di miliardi in nuova “liquidità” nei mercati. Quel periodo è finito e infatti Buffett sta scegliendo il cash come “strategia d'investimento”. Questa nuova fase è iniziata nel 2021. Dove ci porterà esattamente? Non lo possiamo sapere ancora, ma ciò che è certo è che si tratta di un periodo diverso da quello che ha reso ricchi Buffett e Munger. E per capire il presente, orientandosi al meglio per il futuro, non si può far altro che guardare al passato.

Il periodo 1950-1980 è stato senza dubbio il punto più alto per l’America. Fu allora che Buffett imparò, da Ben Graham, ad acquistare buone aziende a buon mercato e a rimanere investito in esse a lungo. Successivamente imparò da Munger ad acquistarle a prezzi ottimali; ottenerle a buon mercato era utile ma non necessario. Nel 1971 gli Stati Uniti dovettero fare qualcosa con il loro sistema monetario, altrimenti sarebbero stati spazzati via dalla prima crisi del mercato degli eurodollari. Piuttosto che risolvere la questione si vendettero (inconsapevolmente?) alla City di Londra e nel 1980 il nuovo sistema stava già piegando e distorcendo l’economia mondiale. Prima del 1980 quasi tutti i confronti e tutte le misure erano favorevoli agli Stati Uniti: commercio, esportazioni, lavoro, redditi, arte, cultura, ecc. L’America era la numero 1. Dopo il 1980 quasi tutti gli indicatori sono scivolati nell'oblio.

Tra questi c'erano dettagli non molto notati, ma decisamente importanti. Nel primo periodo i salari reali della gente comune aumentavano di circa il 2,3% annuo; nel secondo – dal 1980 in poi – sono finiti in una fascia di bonaccia. Una delle ultime relazioni sui salari aggiustati all’inflazione non mostra alcun miglioramento sin dall’ottobre 1978.

In secondo luogo il peso degli assegni del welfare state in percentuale del PIL era inferiore al 10% prima del 1980; successivamente è salito a quasi il 20% nel 2020 e ora s'è stabilizzato al 15%. Dopo il 1980 la percentuale della produzione totale spesa da chi non la guadagnava è aumentata. Il sistema monetario post-1971 ha favorito la “finanziarizzazione” e la politicizzazione, non nuovi prodotti e servizi. Se ci fosse stato un aumento della ricchezza complessiva, questa non sarebbe finita agli schiavi salariati che se la guadagnavano, sarebbe invece finita nelle mani di coloro che avrebbero ottenuto gli “assegni del welfare” e al sistema finanziario.

L’economia reale è composta da persone che offrono beni o servizi ad altri, in cambio di denaro, che poi usano per acquistare beni o servizi da altri. Ecco perché l’economia pre-1980 andava bene: fornire beni o servizi migliori aumentava la ricchezza reale, quindi i salari aumentavano. Dopo il 1980 è stata una storia diversa: il denaro creato ex novo era più flessibile e più facilmente persuaso a finire nelle tasche di coloro che lo controllavano. Questo nuovo sistema monetario è stato in gran parte una creazione di Milton Friedman: pensava di poter eliminare l’inflazione e la deflazione eliminando l’oro dall'equazione. In realtà, come ben sappiamo, quello gli Stati Uniti era un problema di tutt'altra natura; Friedman venne preso come accademico affinché fornisse una giustificazione di facciata per quello che stava accadendo. Ovviamente non potevano farsi vedere travolti dal panico, dato che non capivano il motivo per cui d'improvviso il loro modello di business stava fallendo. Ciò che rimaneva era fare leva sulla loro credibilità e sulla mancanza di avversari di pari livello e procedere con una dimostrazione di forza: togliere dall'immaginario collettivo qualsiasi riferimento all'oro come mezzo di scambio e mezzo di saldo dei trasferimenti internazionali. La flessibilità e l'offerta più ampia del petrolio avrebbe permesso loro di guadagnare tempo.

Friedman era condivisibile sui temi sociali e politici, ma non su quelli economici. Nel suo mondo teorico gli economisti della FED avrebbero consentito un aumento del bilancio della banca del 3% all’anno. Nessuno avrebbe avuto più motivo di temere l’inflazione, perché i pianificatori monetari centrali non avrebbero esagerato; e nessuno avrebbe avuto più motivo di temere un tracollo in stile Grande Depressione, perché la FED avrebbe potuto fornire una quantità infinita di “liquidità” al sistema bancario, rendendo quasi impossibile una deflazione a livello di sistema. Nel mondo reale, però, le persone non sono né sempre buone, né sempre cattive, ma sempre soggette a influenza (soprattutto politica). E l’influenza nel momento di “stampare” denaro ha sempre trionfato sulla prudenza e sulla correttezza. Infatti la FED ha costantemente aumentato l’offerta di denaro ben oltre il tasso di crescita del PIL, superando nel 2020 di ben 9 volte l’obiettivo del 3% raccomandato da Friedman.

È bene sottolineare un punto in tutta questa disamina: l'interventismo monetario è un male assoluto perché corrompe in modo assoluto. Il sistema bancario centrale in tal senso rappresenta la manifestazione fisica di tale concetto e il vero cancro che ha contorto/distorto la prosperità e il benessere umano è stata la nascita/istituzionalizzazione della Banca d'Inghilterra. E non è un caso che sulla scia di questo scempio si sia provato a istituire una cosa del genere per ben due volte negli Stati Uniti, fallendo in entrambi i casi (es. Prima e Seconda Banca degli Stati Uniti). Come si può intuire le influenze inglesi ancora persistevano dopo la presunta indipendenza statunitense, riuscendo infine ad avere successo con la creazione della FED. E non è nemmeno un caso che la grande espansione monetaria negli USA, la quale diede poi i natali alla Grande Depressione, venne perseguita per arrestare il deflusso di oro dall'Inghilterra che avrebbe sicuramente mandato in bancarotta il Paese. Ecco perché si può concludere che la vera indipendenza gli Stati Uniti l'hanno guadagnata con l'avvio del SOFR, l'emancipazione dal LIBOR e il rimpatrio della politica monetaria.

Per quanto sia incontrovertibile che il problema è l'interventismo capillare che scaturisce dalle macchinazioni presumibilmente sapienti di un gruppo ristretto di persone che si arroga il diritto di decidere per tutti gli altri, l'assenza di una FED indipendente avrebbe rappresentato un destino peggiore di quello attuale. Senza gli incentivi dei grossi conglomerati bancari statunitensi a conservare la propria sfera d'influenza sul territorio, che avrebbero dovuto cedere sulla scia di una valuta digitale, i piani distopici di una certa élite sarebbero stati già realizzati. Invece ne è nato uno scontro in cui diverse fazioni megapolitiche sono in lotta e gli Stati Uniti stanno cercando di risolvere l'annoso problema del mercato degli eurodollari che finora ha consumato il loro potenziale di crescita a vantaggio di altri. Uno di questi altri è l'Europa; un altro ancora è l'Inghilterra; un altro ancora è la Cina. Se, quindi, Powell non fosse stato riconfermato (un tira e molla durato più di sei mesi), il dollaro sarebbe stato completamente annichilito a vantaggio di tutti quei disagiati della cricca di Davos e dei loro piani di riconfigurazione della società. Sì, in questo schema delle cose contribuenti e imprese sono pedine in un gioco bellico più grande, usati come “scudi umani” volenti o nolenti. Sulla resistenza al dolore economico si basa la vittoria o la sconfitta delle parti in conflitto, ecco perché Powell insiste sul cosiddetto soft landing: permettere a una recessione di fare il suo corso senza però far sentire troppo dolore economico alla popolazione. In questo senso si deve intendere la linea d'azione higher for longer dei tassi e la ricostruzione del mercato dei capitali interno.

In Europa, invece, guadagnare tempo significa saccheggiare tutto il saccheggiabile per resistere alla tempesta. L'impalcatura economico costruita sin dalla venuta in essere dell'euro s'è basata su un presupposto fallace: finanziamenti infiniti tramite il mercato degli eurodollari. Ora che le festa è finita il panico dilaga e non c'è alcuna remora a mandare al macello in prima linea contribuenti e imprese. La direttiva sulle case green approvata di recente dal Parlamento europeo è un indizio in tal direzione. Senza contare che quest'anno dovrebbero infine concludersi i programmi di acquisti di asset della BCE, solo che se davvero sarà la prima e tagliare i tassi allora gli USA potranno dichiarare vittoria. Powell sta tenendo così i alti i tassi proprio per tal motivo, non ha necessità di continuare a rialzarli; è fiducioso che l'Europa si possa scavare la fossa da sola anche al livello di tassi raggiunto adesso. Tutta l'espansione burocratica europea (es. DSA, DMA, controllo capillare degli aspetti commerciali dei vari settori produttivi, stato di diritto a giorni alterni, sanzioni contro l'industria tech, grande fratello finanziario, ecc.) punta in tale direzione.

Ricapitolando: la stampa di denaro è un pessimo modo per risolvere i problemi, ma è stato un escamotage utilizzato per guadagnare tempo. Nel frattempo ciò ha distribuito errori economici che devono essere corretti. Infatti tutto il nuovo denaro creato nel summenzionato secondo periodo preso in analisi non è stato guadagnato, bensì preso in prestito principalmente dalla finanza e dagli stati. Il nuovo “denaro” ha aumentato direttamente il debito collettivo e indirettamente ha aumentato i prezzi di azioni e obbligazioni facendo guadagnare a Buffett e Munger un sacco di soldi per sé e per i loro azionisti. Quel capitolo è ormai giunto al termine. La storia di oggi – economica, finanziaria, politica – è diversa sotto quasi ogni aspetto. In particolare, la nuova liquidità è stata presa in prestito e spesa, ma il peso del debito rimane insieme alla crisi inflazionistica/deflazionistica che Milton Friedman pensava di aver evitato. Ognuno dei player in gioco deve risolvere i propri problemi, ma alcuni di essi sono più gravi di quelli degli altri.


RABDOMANTI

La gravità di suddetti problemi porta di conseguenza a scelte dettate dalla disperazione e dal panico, cercando di muovere tutte le leve possibili ed esercitando tutta la pressione possibile sulle proprie sfere d'influenza. Infatti non è un caso che il taglio dei tassi della BNS arrivi subito dopo quello della BOJ. Si tratta di due Paesi su cui la FED ha un particolare ascendente e sono stati utilizzati, e tutt'ora vengono utilizzati, come alleati nella race to the bottom. In essa vince chi è più scaltro, non chi è più bravo. Se ricordate su queste pagine è stato documentato quando la cricca di Davos aveva cercato di destabilizzare la BNS un anno fa col suo attacco a Credit Suisse (fallito grazie al salvataggio della NYFED). Ora che il carry trade coi tassi negativi del Giappone non è più perseguibile, ed è stato quello che ha tenuto a galla l'euro, la BCE ha un disperato bisogno di qualcuno che inverta la rotta da qualche parte prima di lei. Inutile dire che la Svizzera, trovandosi in Europa suo malgrado, è sottoposta alle influenze di quest'ultima (tramite la Bundesbank).

Il sistema bancario europeo ha bisogno di liquidità per non subire le criticità dovute alla quantità di crediti incagliati e asset non performanti che tiene in pancia. È un problema, questo, che attanaglia anche le banche dall'altro lato dell'Atlantico, ma la severità di tal problema è più gestibile data la volontà di ricostruire il mercato dei capitali piuttosto che spolparlo fino all'osso per sopravvivere come sta accadendo in Europa. Una crisi di liquidità, quindi, è inevitabile e le più esposte sono le banche europee. Come sappiamo per esperienza gli stress test non sono utili per saggiare lo stato in cui versa realmente il sistema bancario commerciale, quindi vediamo di analizzare le cose da un altro punto di vista.

Sappiamo che il sistema bancario commerciale è altamente indebitato, fattore misurato dal rapporto tra attivi di bilancio e patrimonio netto, tipico delle condizioni al picco di un ciclo del credito bancario. Mentre i tassi d'interesse erano saldamente ancorati allo zero, i margini di prestito si sono compressi e l’aumento della leva finanziaria di bilancio è stato il mezzo attraverso il quale una banca poteva continuare a staccare profitti. Ora che i tassi d'interesse sono aumentati, l’atteggiamento collettivo dei banchieri nei confronti dei livelli di credito è cambiato radicalmente: sono sempre più sensibili all’esposizione al rischio, sia nel settore finanziario che in quello non finanziario. Le perdite sui mercati obbligazionari si sono già accumulate sia per i clienti che per le banche stesse, di conseguenza hanno iniziato a modificare i loro modelli di business per ridurre la loro esposizione al calo dei valori delle obbligazioni. L’urgenza con cui questa linea di politica viene perseguita è dettata dal livello d’indebitamento bancario europeo, il quale riflette la difficoltà che ha l’intera coorte bancaria nel ridurre il proprio bilancio collettivo. Ma ciò di cui non viene tenuto traccia è lo spostamento dei prestiti dai settori ritenuti rischiosi, quelli che potrebbero gravare le banche con prestiti in sofferenza.

Esistono due modi in cui una banca può conformarsi alla normativa Tier 1 di Basilea 3: aumentando il capitale degli azionisti, o riducendo il rischio sui propri bilanci. Per la maggior parte delle grandi banche, l’emissione di più azioni è considerata troppo diluitiva, quindi vi è una maggiore pressione per ridurre il rischio di prestito. Questo è stabilito dal coefficiente di finanziamento netto (NSFR) introdotto in Basilea 3, ovvero il rapporto tra il finanziamento disponibile (ASF) e il finanziamento richiesto (RSF). L’applicazione delle norme ASF è finalizzata a garantire la stabilità delle fonti di credito di una banca (ovvero, il lato depositi del bilancio). Si applica un taglio del 50% ai grandi depositanti aziendali, mentre i depositi al dettaglio, considerati una fonte di finanziamento più stabile, subiscono solo un taglio del 5%. Ciò spiega perché Goldman Sachs e JPMorgan Chase, ad esempio, hanno espanso le loro filiali bancarie al dettaglio e hanno allontanato i grandi depositi, trasferiti presso la FED attraverso i pronti contro termine inversi.

L'RSF si applica agli attivi di una banca. Per ridurre il rischio del proprio bilancio, una banca deve evitare l’esposizione a impegni di prestito superiori a sei mesi, depositi presso altri istituti finanziari, prestiti a società non finanziarie e prestiti a clienti al dettaglio e piccole imprese. Sono penalizzate anche le negoziazioni in materie prime, così come le esposizioni in derivati che non sono specificatamente compensate da un altro derivato. Ciò spiega, tra le altre cose, la stretta creditizia sulle piccole e medie imprese, la spina dorsale di qualsiasi economia.

Le conseguenze delle regole NSFR di Basilea 3 stanno spingendo le banche commerciali a spostarsi progressivamente verso una stasi priva di rischio piuttosto che tentare di ridurre le dimensioni del bilancio (cosa che richiederebbe una contrazione dei depositi). Mentre le singole banche possono ridurre le proprie passività spostandole verso altre banche, la contrazione del bilancio a livello sistemico richiede una riduzione sia dei saldi dei depositi che di passività simili nell’intera rete bancaria. A parte la capacità molto limitata di cancellare i saldi dei depositi a fronte dei prestiti in sofferenza associati, il processo della creazione di depositi (es. riserva frazionaria) è difficile da invertire... a meno di un default. E se tutti coloro che hanno prestiti li ripagassero? Alcuni potrebbero essere in grado di farlo, ma per la stragrande maggioranza in un’economia zombificata ciò è impossibile.

Senza la continua espansione del credito bancario a tassi d'interesse più bassi, i prestiti in sofferenza sono destinati ad aumentare. Possono essere ammortizzati solo a fronte del patrimonio netto di una banca, o da altri elementi considerati di proprietà degli azionisti (es. crediti d'imposta non pagati), ed è per questo che le offerte di denaro più ampie, composte in gran parte da credito bancario, hanno smesso di salire. Una contrazione? A meno di singole banche che saltano in aria, è difficile immaginarla.

Da qui la caccia spasmodica del sistema bancario europeo alla liquidità e la BCE alla frenetica ricerca di una scusa per tagliare i tassi. Lo spostamento del debito a termine in bilancio da mark-to-market a hold-to-redemption ha nascosto ulteriori perdite e permesso di comprare tempo. Ma c'è un altro aspetto da tener presente: il mercato pronti contro termine statunitense (al quale si può accedere solo con titoli statunitensi). Un contratto pronti contro termine è un prestito garantito da un titolo; un contratto pronti contro termine inverso è un prestito in cui la banca centrale prende in prestito denaro da primary dealer, banche, fondi del mercato monetario e imprese parastatali. La durata del prestito è di un giorno. Il programma offre agli investitori del mercato monetario un posto in cui investire i fondi overnight.e bilanciare la curva di domanda/offerta di quest'ultimi. Durante la crisi sanitaria, ad esempio, la FED ha acquistato circa $5.000 miliardi in titoli del Tesoro e titoli ipotecari da Wall Street e di conseguenza nel sistema finanziario fu immessa un’enorme quantità di liquidità. Poiché le banche non utilizzavano tutta la liquidità per concedere prestiti o acquistare asset a lungo termine, le istituzioni finanziarie disponevano di liquidità in eccesso che doveva essere investita nei mercati monetari. Il risultato è stata una pressione al ribasso sui rendimenti a breve termine.

La FED ha poi rialzato il suo tasso di riferimento, ma con i fondi in eccesso che si riversavano sul mercato, raggiungere il tasso obiettivo si sarebbe rivelato difficoltoso. I pronti contro termine inversi le hanno consentito di raggiungerlo. Al loro picco questi strumenti finanziari avevano raggiunto i $2.500 miliardi, poi da lì sono scesi e attualmente sono a circa $500 miliardi; probabilmente scenderanno quasi a zero nei prossimi mesi. In sostanza, il mercato sta assorbendo la liquidità in eccesso. La FED è consapevole che i grandi investitori istituzionali devono vendere asset per ridurre la leva finanziaria se non c’è liquidità sufficiente. È questo il suo approccio per sgonfiare, in modo quanto più ordinato possibile, la bolla degli asset finanziari; certo, gli spillover raggiungeranno anche Main Street, ma aver puntellato il mercato dei capitali statunitense ha offerto una certa fiducia che il dolore economico percepito potrebbe essere di gran lunga inferiore a quello che invece subiranno altre giurisdizioni (come l'Europa). Infatti i capitali finanziari stanno volando negli USA.

Per quanto ci sia già recessione in termini reali, essa non sarà riconosciuta in termini nominali quest'anno (anche perché c'è ancora liquidità residua nei mercati per mascherarla). Questo permetterà alla FED di navigare fino a settembre con i tappi alle orecchie per smorzare le grida di coloro che vogliono assolutamente un taglio dei tassi. Se ce ne sarà uno, allora arriverà a settembre in modo da sfruttare l'effetto ritardo che può verificarsi nell'economia e favorire poi una eventuale rielezione di Trump. In questo modo potrà rappresentare la “seconda venuta di Reagan” agli occhi dell'elettorato e l'economia statunitense potrà tirare il fiato in termini di commercio/crescita.


CONCLUSIONE

Tutti coloro che ancora credono che ci sarà un ritorno ai bagordi del 1980-2020 si sbagliano di grosso. Non ci sarà più nessuno zero bound, almeno non negli Stati Uniti. La FED sta dicendo chiaro e tondo che bisogna passare attraverso un credit crunch per risolvere gli annosi problemi che hanno attanagliato il sistema bancario commerciale statunitense. E questo i grandi investitori, come Buffet, l'hanno capito. L'eccesso di leva accumulato nel corso dei decenni deve essere ripulito; soprattutto adesso che la politica monetaria è di nuovo tornata nelle mani dell'Eccles Buinding ed è stata tolta dal sistema bancario ombra (es. dollari “fantasma”) che avvantaggiava la City di Londra, Pechino e Bruxelles.

La scommessa della FED è la dannazione della BCE, della BOE e della PBOC.


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giovedì 28 marzo 2024

Cos’è “l’halving”? Spieghiamo l'evento più importante nella storia di Bitcoin

 

 

di Brian Nibley

L’halving del prossimo mese, considerato il più significativo fino a oggi, ridurrà la ricompensa del nuovo blocco da 6,25 bitcoin a 3,125.

• L’emergere dell'ETF spot su Bitcoin e il miglioramento della chiarezza normativa sono caratteristiche distintive uniche dell’evento attuale.

Dato che gli ETF spot su Bitcoin sono stati approvati lo stesso anno in cui è previsto l'halving, molti nuovi arrivati nel settore potrebbero chiedersi: cos'è? Questa è una domanda comune tra coloro che vogliono saperne di più sul protocollo Bitcoin. Considerato l'evento più importante nella storia di Bitcoin, l'halving di quest'anno dovrebbe avvenire intorno al 13 aprile.

Qui tratteremo le nozioni di base su come funziona, cos'è, perché accade e cosa potrebbe significare per i mercati quest'anno e oltre.


Comprendere lhalving

Prima di esaminare i potenziali impatti dell'halving di quest'anno, discutiamo di come funziona.

Bitcoin opera secondo un modello deflazionistico, in cui la ricompensa per l'estrazione di nuovi blocchi viene dimezzata ogni 210.000 blocchi, o circa ogni quattro anni, ed è un processo noto come "halving". Questo evento è significativo perché riduce la velocità con cui vengono generati nuovi bitcoin, limitandone così l’offerta. Bitcoin è l’unico asset nella storia umana ad avere un'offerta fissa che non aumenterà mai oltre il suo limite superiore, rendendolo la valuta più dura mai conosciuta.

Questo aspetto del protocollo non può essere modificato a causa della distribuzione decentralizzata dei nodi. Per aumentare il limite di offerta, la maggior parte dei nodi dovrebbe accettare tale modifica. Anche se questo potrebbe accadere in teoria, è difficile immaginare uno scenario in cui diventi realtà. Migliaia di nodi indipendenti in tutto il mondo dovrebbero accettare d'impoverirsi e ridurre il valore di Bitcoin nel suo complesso.

L'halving di quest'anno ridurrà la ricompensa dei nuovi blocchi da 6,25 a 3.125 bitcoin. Storicamente ognuno di essi è stato seguito da un notevole aumento del prezzo di Bitcoin, sebbene le performance passate non siano garanzia di risultati futuri. Tuttavia la sola anticipazione può portare a un aumento del volume degli scambi e della volatilità dei prezzi, come abbiamo visto nelle ultime settimane.

Contrariamente a quanto potrebbero dire alcuni commentatori di mercato, l'halving non potrà mai essere veramente priced-in prima che avvenga. Questo perché gran parte della pressione di vendita sul mercato proviene dai miner, i quali devono vendere le coin per coprire le proprie spese operative. Dopo l'halving questa pressione di vendita si riduce del 50%, poiché le loro entrate diminuiscono dello stesso importo.


Cosa succede ai miner dopo l’halving?

I miner possono avere difficoltà dopo l'halving, poiché vedono una significativa riduzione delle entrate. Le società di mining più grandi possono avere un’ancora di salvezza dato che possono accedere ai mercati dei capitali per ulteriori investimenti. In assenza di un rapido aumento del prezzo del Bitcoin, i miner più piccoli potrebbero essere costretti a chiudere.

Di conseguenza l'hashrate della rete tende a diminuire per un certo periodo dopo l'halving. Ciò porta quindi a un aggiustamento della difficoltà verso il basso, che alla fine può consentire a più miner di tornare online.


Limpatto dellhalving

L'halving di quest'anno potrebbe essere l'evento più importante nella storia di Bitcoin. Esistono diversi fattori convergenti che non erano presenti durante i precedenti cicli. Alcuni di questi includono:

• L’emergere degli ETF spot su Bitcoin;

• maggiore chiarezza normativa su Bitcoin, criptovalute ed exchange;

• l'eliminazione di molti cattivi attori del ciclo precedente (si pensi a FTX, Celsius, Voyager, ecc.);

• potenziale adozione di Bitcoin da parte di uno stato nazionale (El Salvador e voci di altri Paesi più grandi);

• l'adozione di Bitcoin a livello aziendale (Microstrategy, altre società pubbliche di Bitcoin).

In passato l'halving è stato un evento significativo sia per il prezzo di Bitcoin che per l'intero settore, anche in assenza delle variabili di cui sopra. È ovvio che questa volta potrebbe essere astronomico dato l’effetto combinato di questi nuovi sviluppi.

Inoltre poiché gli investitori al dettaglio possono ora ottenere esposizione a Bitcoin attraverso gli ETF, potrebbero esserci effetti a catena nell’intero sistema finanziario. Come tutto questo possa prendere forma nessuno lo sa.

Alcuni degli impatti più certi dell’halving e del mercato rialzista associato includono:

• un aumento delle transazioni. I commercianti che accettano Bitcoin come pagamento tendono a vedere un aumento degli acquisti, poiché i detentori cercano modi per ottenere profitti;

• aumento del volume degli scambi. Questo fattore può rivelarsi talmente estremo che gli exchange incontrano difficoltà. Ad esempio, Coinbase ha subito un'interruzione il 28 febbraio che ha portato gli utenti a vedere un saldo "0" nei loro conti per un certo periodo, mentre il prezzo di Bitcoin è rapidamente salito a $64.000;

• rinnovati investimenti e assunzioni nell'ecosistema delle criptovalute. Le società legate a Bitcoin e alle tecnologie blockchain tendono ad assumere durante questo periodo e gli investitori cercano di finanziare più startup;

• la speculazione e il sentimento del mercato. Non sorprende che il sentimento del mercato tenda a diventare euforico e che la speculazione su Bitcoin e sulle altcoin possa raggiungere livelli estremi. La leggendaria volatilità di questa classe di asset mostra tutto il suo potenziale proprio in questo periodo.

E, cosa più divertente di tutte, la creazione di nuovi meme legati a Bitcoin tende a salire alle stelle durante questo periodo.

Consultate quest'analisi più tecnica per avere maggiori dettagli su numeri e cifre.


Conclusione

L'halving Bitcoin è un evento cruciale, il quale si verifica circa ogni quattro anni e riduce la velocità con cui i nuovi bitcoin vengono messi online. Mentre ci avviciniamo a quello di quest'anno, c'è molta attesa per il suo potenziale impatto sul prezzo di Bitcoin e sul settore in generale.

Con l’emergere degli ETF spot su Bitcoin, una maggiore chiarezza normativa e la crescente adozione da parte sia delle nazioni che delle aziende questo halving potrebbe essere più significativo che mai. Sebbene i risultati esatti rimangano incerti, gli halving del passato hanno storicamente portato a un aumento del volume degli scambi, alla volatilità del mercato e a rinnovati investimenti nel settore.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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mercoledì 27 marzo 2024

Quando l'ideologia diventa patologica

 

 

di Phil Duffy

Aleksandr Solzhenitsyn avrà anche ricevuto il Premio Nobel per la letteratura nel 1970, ma ciò non rende la sua opera, Gulag Archipelago, una lettura piacevole. La sola descrizione dettagliata dei metodi di tortura impiegati dal sistema sovietico allontanerà molti lettori. Al di là degli interrogatori ci sono i processi basati su un sistema giuridico finto, descritto dalla teoria del giurista sovietico Andrei Vyshinsky secondo cui la verità è relativa e che le prove possono essere ignorate per poi essere sostituite da confessioni forzate ottenute sotto tortura.

Al di là dell’incubo del sistema giudiziario sovietico, Solzhenitsyn descrisse quelle che chiamò “le navi dell’arcipelago”, i mezzi per trasportare i condannati al luogo finale d'incarcerazione e lavoro forzato. I mezzi di trasporto erano chiamati vagoni passeggeri “Stolypin”, progettati in epoca zarista per ospitare, al massimo, undici prigionieri per scompartimento. Nei momenti peggiori, secondo Solzhenitsyn, uno Stolypin poteva impiegare sette giorni per raggiungere la sua destinazione, carico di venticinque prigionieri.

Nella migliore delle circostanze gli scompartimenti erano pieni di prigionieri politici. Tuttavia i ladri – o blatnye, come venivano chiamati – venivano trasportati con i prigionieri politici e godevano di una posizione più alta nella gerarchia distopica sovietica. Occupavano i posti migliori nello scompartimento di uno Stolypin, continuando a esercitare il loro mestiere vittimizzando i prigionieri politici. I blatnye non venivano puniti per il possesso di un'arma: “La loro legge sui ladri veniva rispettata (“Non possono essere altro che quello che sono”). E un nuovo omicidio in cella non avrebbe aumentato la pena dell'assassino, ma gli avrebbe portato invece nuovi allori [...]. Stalin ha sempre avuto un debole per i ladri: dopo tutto, chi ha rapinato le banche per lui?”.

Solzhenitsyn, senza dubbio, si riferiva al ruolo di Joseph Stalin nella pianificazione della grande rapina alla Banca di Stato di Tiflis nella Georgia. Lo scopo della rapina era finanziare gli sforzi rivoluzionari dei bolscevichi, un piano presumibilmente approvato da Vladimir Lenin.

Com'è possibile che una nazione affidò il proprio sistema di giustizia alla sua classe criminale? Nel caso della Russia, le ragioni sono molteplici e complesse. Parte di questo fenomeno era legato alla sua storia e alle divisioni di classe che ne derivarono. Tuttavia c’era un altro fattore che ebbe un ruolo in particolare nei secoli XIX e XX: l’ideologia. Solzhenitsyn condivise una  prospettiva interessante al riguardo:

Le autogiustificazioni di Macbeth erano deboli e la sua coscienza lo divorava. Sì, anche Iago era un agnellino. L'immaginazione e la forza spirituale dei malfattori di Shakespeare si fermarono davanti a una dozzina di cadaveri. Perché non avevano ideologia.

L'ideologia: questo è ciò che dà al male la giustificazione a lungo cercata e dà al malfattore la necessaria fermezza e determinazione. Questa è la teoria sociale che lo aiuta a far sì che le sue azioni sembrino buone invece che cattive, ai suoi occhi e a quelli degli altri, cosicché non sentirà rimproveri e maledizioni ma riceverà lodi e onori.

Secondo George F. Kennan, che fece parte del gruppo di ambasciatori degli Stati Uniti a Mosca tra il 1933 e il 1953, l’Occidente – dall’inizio della rivoluzione russa nel 1917 – aveva difficoltà a comprendere le motivazioni del regime rivoluzionario:

C'era [...] un'importante differenza tra la questione che interessava i primi bolscevichi e quella che interessava le parti in guerra in Occidente. La prima era ideologica, con implicazioni sociali e politiche universali. I bolscevichi credevano che le questioni di organizzazione sociale – in particolare la questione della proprietà dei mezzi di produzione – avessero un’importanza che trascendeva tutte le rivalità internazionali. Tali rivalità erano, ai loro occhi, il prodotto delle relazioni sociali. Ecco perché attribuivano così poca importanza all’esito militare della lotta in Occidente.

I politici occidentali, al contrario, si concentravano sugli interessi nazionali e sul mantenimento di un equilibrio di potere tra quelle nazioni.

In quanto marxisti, i bolscevichi erano convinti che i successi ottenuti dalla Russia arretrata costituissero un'eccezione alla regola di Karl Marx secondo cui una rivoluzione socialista sarebbe avvenuta prima nelle società industriali più avanzate, in particolare nella patria di Marx, la Germania. Mentre erano ansiosi per i capitali occidentali che avrebbero permesso loro di acquisire attrezzature dall’Occidente per la crescita industriale, i bolscevichi condussero contemporaneamente campagne di propaganda in Occidente progettate per abbattere le sue economie e strutture politiche.

L'ideologia costituì quindi la giustificazione sociale non solo per il violento rovesciamento del regime zarista, ma anche per una continua “purificazione” del socialismo sovietico che portò alle famigerate  purghe di Stalin, le quali mandarono a morte milioni di cittadini sovietici. Sebbene non ci siano dubbi sul fatto che le purghe fossero progettate per eliminare i rivali politici di Stalin, furono vendute al popolo sovietico come parte di una spirale di purezza, in cui gli ideali della rivoluzione russa – e il marxismo classico – venivano in tal modo preservati.

L'ideologia ebbe una presa particolare sul popolo russo all'inizio delle rivoluzioni di febbraio e ottobre del 1917. La vita sotto gli zar aveva creato una rigida società feudale che sopravvisse anche dopo la  liberazione di venti milioni di servi da parte dello zar Alessandro II nel 1861. Non ci fu alcun movimento significativo verso il liberalismo in quel periodo come c’era stato in Gran Bretagna e in altre nazioni dell’Europa occidentale.

Alcune di queste differenze erano basate sulla natura fisica del territorio sovietico e sul suo clima freddo, il quale produceva stagioni di crescita brevi. Il suo sistema ferroviario era molto indietro rispetto a quello occidentale, ostacolando la circolazione di beni e servizi verso i mercati. Jerome Blum, in Russian Agriculture in the Last 150 Years of Serfdom, scrive: “Durante i 150 anni da Pietro ad Alessandro II, quando tante innovazioni furono introdotte in altri settori della vita nazionale, l’agricoltura rimase pressoché immutata rispetto a quello che era stata per secoli”.

Daniel Field ha osservato in A Companion to Russian History che: “La rivoluzione agricola, iniziata in Gran Bretagna a metà del XVIII secolo, aveva alcuni ammiratori nella Russia rurale, ma nessun praticante”.

La Russia era lontana dagli effetti dell’Era delle Scoperte, della rivoluzione agricola britannica e della Rivoluzione industriale.

Anche la distribuzione delle terre ai contadini, conseguente alla loro emancipazione, aveva i suoi lati oscuri:

Per quanto sembrassero impressionanti a prima vista queste libertà, presto divenne evidente che avevano avuto un costo pesante per i contadini. I beneficiari non erano loro, ma i proprietari terrieri. La cosa non deve sorprenderci: erano stati i dvoriane [cortigiani] ad elaborare le proposte di emancipazione. Il risarcimento ricevuto dai proprietari terrieri era molto superiore al valore di mercato delle loro proprietà; avevano anche il diritto di decidere a quale parte delle loro partecipazioni rinunciare. Non sorprende che abbiano tenuto per sé la terra migliore; i servi si prendevano gli avanzi. I dati mostrano che i proprietari terrieri conservarono i due terzi della terra, mentre i contadini ne ricevettero solo un terzo. La terra di qualità a prezzi accessibili ai contadini era così limitata che essi furono ridotti ad acquistare strisce strette che si rivelarono difficili da mantenere e che fruttavano poco cibo o profitto.

Inoltre, mentre ai proprietari terrieri veniva concessa una compensazione finanziaria per ciò a cui avevano rinunciato, i contadini dovevano pagare per la loro nuova proprietà. Non avendo risparmi, dovettero accendere dei mutui, l'80% erogato dalla banca statale e il restante 20% dai proprietari. Sembrava un'offerta generosa, ma come in ogni operazione di prestito il problema stava nei rimborsi. I contadini si ritrovarono gravati da pagamenti che diventarono un peso per tutta la vita e che poi doveva essere trasferito ai loro figli.

Nel 1917, gravata dalla sua partecipazione alla prima guerra mondiale, la Russia era matura per una rivoluzione basata sull’ideologia marxista. Tuttavia il termine ideologia richiede un chiarimento per comprenderne l’impatto in Russia. Britannica descrive l'evoluzione del termine:

La parola fece la sua prima apparizione in francese come idéologie ai tempi della Rivoluzione francese, quando fu introdotta dal filosofo A.-L.-C. Destutt de Tracy, come sostantivo abbreviato per quella che chiamava la sua “scienza delle idee” [...]. Destutt de Tracy e i suoi compagni ideologi idearono un sistema d'istruzione nazionale che credevano avrebbe trasformato la Francia in una società razionale e scientifica.

Britannica aggiunge poi che:

L'ideologia in senso stretto rimane abbastanza vicina alla concezione originale di Destutt de Tracy e può essere identificata da cinque caratteristiche: (1) contiene una teoria esplicativa di tipo più o meno completo sull'esperienza umana e sul mondo esterno; (2) stabilisce un programma, in termini generalizzati e astratti, di organizzazione sociale e politica; (3) concepisce la realizzazione di questo programma come una lotta; (4) non cerca semplicemente di persuadere ma di reclutare seguaci leali, esigendo quello che a volte viene chiamato impegno; (5) si rivolge a un vasto pubblico ma può tendere a conferire un ruolo speciale di leadership agli intellettuali.

La definizione più ampia di ideologia, descritta dal primo criterio di cui sopra, è troppo generale per essere utile a comprendere il conflitto che diede origine alla Rivoluzione Russa e alle sue conseguenze. I restanti quattro criteri, tuttavia, spiegano il divario che esiste tra la definizione più ampia di ideologia, che può comprendere il liberalismo classico, e la definizione più rigorosa che è l’essenza del marxismo violento. È quest’ultima definizione che richiede la nostra attenzione, perché rappresenta un rifiuto totale della moralità e del pensiero che è stato il motore del progresso nel mondo occidentale.

Si può speculare sulla carriera di Stalin in assenza della sua adozione del marxismo, ma è chiaro che nel 1907, quando organizzò la rapina alla banca di Tiflis, era già impegnato in una vita criminale che comprendeva rapine, omicidi, rapimenti ed estorsioni. Ciò solleva una domanda sul ruolo dell’ideologia in tutti i collettivismi: in che misura i dittatori collettivisti sono dogmaticamente legati all’ideologia originale dopo che questa ha favorito la loro ascesa al potere? Stalin usò l’ideologia marxista come copertura per rimuovere qualsiasi opposizione al suo regime e impiegò i suoi militari per costringere altre nazioni a diventare parte del suo impero sovietico. Altri dittatori hanno adottato la stessa strategia, da Mao Zedong in Cina a Fidel Castro a Cuba e Hugo Chavez in Venezuela. Tutti hanno utilizzato il manuale marxista mentre serviva ai loro scopi, ma lo hanno ignorato per eliminare brutalmente l’opposizione. Le persone in quei Paesi, che avrebbero dovuto beneficiare del socialismo marxista, hanno sofferto invece di privazione economica e perdita di libertà.

E ciò ci porta alla domanda definitiva: fino a che punto l’ideologia, rigorosamente definita, si traduce in una perdita di libertà e opportunità economiche all’interno di tutti i collettivismi, incluso il socialismo non marxista, il fascismo, il progressismo e persino la socialdemocrazia? I collettivisti abbandonano il principio di non aggressione mentre giustificano la violenza statale sulla base della falsa idea che il fine giustifica i mezzi. Poiché sempre più potere si concentra nel governo federale degli Stati Uniti, la natura coercitiva dello stato viene sempre più utilizzata per far rispettare obiettivi definiti politicamente come, ad esempio, diversità, equità e inclusione, “diritti” di identificazione del genere e discutibili strategie di controllo del clima. Le università, un tempo bastioni della libertà di parola, ora tollerano la violenza contro coloro che si oppongono ai programmi promossi dai collettivisti. La differenza fondamentale tra la definizione rigorosa di ideologia, che descrive le convinzioni dei collettivisti, e la definizione più ampia, che descrive le convinzioni del liberale classico, è l’ingegneria sociale condotta attraverso lo stato.

Nel regno della ragione il collettivismo non potrà mai vincere sul liberalismo classico e sull’economia del libero mercato. Tuttavia, come osservò Solzhenitsyn, l’ideologia prevalse sulla ragione negli anni successivi alla Rivoluzione russa. La politica di contenimento di George Kennan ebbe un discreto successo nel mettere in quarantena il marxismo virulento/violento dietro la cortina di ferro e il sistema sovietico alla fine fallì a causa delle sue stesse contraddizioni.

Tuttavia ciò è accaduto trentatré anni fa e da allora le lezioni della storia sono andate perdute in Occidente. Il liberalismo classico e il sistema di libero mercato non possono mai essere racchiusi in un’ideologia per contrastare il collettivismo. La ragione deve prevalere, ma dobbiamo evitare il tipo di pensiero superficiale che prevalse tra gli Alleati nella Prima Guerra Mondiale. La sopravvivenza della moralità occidentale è a rischio. Mentre tutte le generazioni perderanno, le generazioni più giovani hanno più da perdere sotto il collettivismo perché dovranno soffrirne più a lungo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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martedì 26 marzo 2024

I commissari dei criteri D(iversità) E(quità) I(nclusione) sono una minaccia per la libertà

 

 

di Barry Brownstein

Nel suo libro The New Puritans Andrew Doyle scrive: “Abbiamo visto gli evangelisti della 'giustizia sociale' prendere il controllo delle nostre principali istituzioni culturali, politiche, educative e aziendali, assetati di opportunità per sconfiggere i diavoli, siano essi reali o meno. [...] Queste tendenze illiberali [...] minacciano di sabotare tutti quei progressi che abbiamo compiuto sin dai movimenti per i diritti civili degli anni ’60”.

Troppo pochi ascoltarono F. A. Hayek quando lanciò un messaggio simile quasi 50 anni fa. Nel suo libro Law, Legislation and Liberty, Volume 2: The Mirage of Social Justice Hayek scriveva, parlando di “giustizia sociale”, che “i vecchi diritti civili e i nuovi diritti sociali ed economici non possono essere raggiunti contemporaneamente ma sono di fatto incompatibili; i nuovi diritti non potrebbero essere imposti dalla legge senza distruggere allo stesso tempo quell’ordine liberale a cui mirano i vecchi diritti civili”.

Non penso che Hayek sarebbe scioccato dalle iniziative DEI (diversità, equità e inclusione) e dal loro uso del razzismo per “combattere” il razzismo. Di recente la Facoltà di Medicina della Johns Hopkins University, famosa in tutto il mondo, ha ripudiato il punto di vista del suo responsabile della diversità, la dottoressa Sherita Golden. Quest'ultima, nella sua newsletter mensile, aveva scritto che tutti “i bianchi, le persone normodotate, gli eterosessuali, le persone cisgender, i maschi, i cristiani, le persone della classe media o possidente, le persone di mezza età e le persone di lingua inglese” sono privilegiati .

Conosciamo tutti la retorica della Golden, l'unica sorpresa è stata che l'università abbia ripudiato la sua dichiarazione. Pensate ai commissari dei criteri DEI come a quelli sovietica memoria.

Nell’ex-Unione Sovietica un commissario era un burocrate inserito nell’esercito, o in altre organizzazioni governative, per garantire che le decisioni fossero fedeli allo spirito del partito comunista. Il loro compito era mantenere la purezza ideologica.

Le scene del romanzo di Vasily Grossman, Life and Fate, sono ambientate durante la battaglia per Stalingrado. Le vittime furono tante e una brigata aveva bisogno di un nuovo capo di stato maggiore. Il colonnello Novikov aveva bisogno dell'approvazione del commissario Getmanov per nominare il maggiore Basangov. Getmanov rispose: «Il secondo in comando della seconda brigata è un armeno; vuoi che il capo di stato maggiore sia un Kalmyk [mongolo]? E abbiamo già un Lifshits [un ebreo] come capo di stato maggiore della terza brigata. Non potremmo fare a meno dei Kalmyk?».

Il destino dell'Unione Sovietica era in bilico e il commissario badava alle identità etniche degli ufficiali. Novikov cedette al commissario e nominò un russo. Anche se Novikov “rideva dell'ignoranza militare di Getmanov [...] aveva paura di lui”.

Oggi in America molti potrebbero ridere dei commissari dei criteri DEI, ma come nel caso di Novikov, un’ombra di paura attraversa la loro mente.

Il vecchio movimento per i diritti civili a cui facevano riferimento Doyle e Hayek era vantaggioso per tutti: uguaglianza di fronte alla legge. Le iniziative DEI di oggi sono invece a somma zero: una persona meno qualificata riceve un lavoro in base alla razza, al sesso o ad altro status, mentre a qualcuno più qualificato gli viene negato.

Hayek spiegò che “la richiesta di 'giustizia sociale' diventa quindi una richiesta affinché i membri della società si organizzino in un modo che renda possibile assegnare porzioni particolari del prodotto della società ai diversi individui o gruppi”.

L’abuso della giustizia sociale, scrisse Hayek , “minaccia di distruggere la concezione del diritto che è a salvaguardia della libertà individuale”. Spiegò inoltre che quando questa “superstizione quasi religiosa” della giustizia sociale usa la coercizione, dev'essere combattuta perché è “la minaccia più grave alla maggior parte degli altri valori di una civiltà libera”.

Hayek poi aggiunse: “Quasi ogni richiesta di azione da parte dello stato a favore di particolari gruppi è avanzata in suo nome, e se si riesce a far sembrare che una certa misura sia richiesta dalla 'giustizia sociale', l’opposizione a essa s'indebolirà rapidamente”. Oggi i commissari dei criteri DEI avanzano le loro richieste contando su una debole opposizione.

L’American Library Association ha definito la giustizia sociale come “un mondo in cui la distribuzione delle risorse è equa e sostenibile e tutti i membri sono fisicamente e psicologicamente sicuri, protetti, riconosciuti e trattati con rispetto”. Hayek predisse che vaghe parole incomprensibili, come quelle dell'ALA, sarebbero diventate la norma.

Una volta che il termine giustizia sociale viene utilizzato come arma, scrisse Hayek, non può che espandersi: “È nella convinzione che qualcosa come una 'giustizia sociale' possa essere raggiunta che le persone hanno posto nelle mani dello stato poteri che ora non può rifiutare; da impiegare per soddisfare le pretese di un numero sempre crescente d'interessi particolari che hanno imparato a utilizzare il grimaldello della 'giustizia sociale'”.

Il pastore di Chicago, Corey Brooks, è in prima linea per alleviare le sofferenze della sua comunità. Ha esposto l’ideologia dei criteri DEI per quella che è:

L'ideologia dei criteri DEI [...] non ha alcuna capacità di aiutare [...]. Non offre fede e non offre alcun significato esistenziale [...]. È retorica manipolativa [...] ideologi di professione usano il nostro dolore per alimentare il loro tornaconto attraverso le istituzioni americane. La loro merce di scambio è un veleno che distrugge l’anima, i cui effetti morali e nel mondo reale sono altrettanto negativi per le nostre comunità quanto quelli di qualsiasi altro farmaco venduto nelle farmacie.

Brooks ci invita a considerare gli effetti distruttivi delle iniziative DEI. Hayek scrisse: “il liberalismo classico [...] era governato da principi di giusta condotta individuale mentre la nuova società deve soddisfare le richieste di 'giustizia sociale'”. Oggi alle persone viene detto che sono vittime o carnefici; le vittime si aspettano che lo stato risolva le loro lamentele.

Hayek predisse che una volta che la giustizia sociale fosse diventata un criterio accettato per allocare le risorse attraverso la coercizione, lo stato avrebbe dovuto trattare le persone “in modo diseguale”. Il fatto che ci siano troppe persone che si preparano per la carriera di commissari dei criteri DEI non avrebbe affatto sorpreso Hayek:

Una volta che le ricompense che l’individuo può aspettarsi non sono più un’indicazione adeguata di come dirigere i propri sforzi dove ce n’è più bisogno, perché queste ricompense non corrispondono più al valore che i suoi servizi hanno per i suoi simili, ma al merito morale o al disertare il valore che si ritiene le persone abbiano legittimamente guadagnato, perdono la funzione di guida che hanno nell'ordine del mercato e vengono sostituiti da autorità totalitarie.

Hayek sapeva che la giustizia sociale avrebbe indebolito la parità di trattamento ai sensi della legge. Oggi, secondo le parole di Doyle, la giustizia sociale pone “l’accento sull’identità di gruppo rispetto ai diritti dell’individuo, sul rifiuto del liberalismo sociale e sul presupposto che i risultati disuguali siano sempre la prova di disuguaglianze strutturali”. I commissari dei criteri DEI, come la Golden, diffondono la velenosa dottrina secondo cui la società si basa su alcuni gruppi che esercitano il loro “privilegio” a spese di altri.

Hayek disse che quanto più questo veleno si diffonde, tanto più la nostra civiltà è a rischio. Perché così tante persone hanno ignorato il suo monito? Conosciamo la risposta: per paura. E conosciamo anche l'antidoto: il coraggio.


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lunedì 25 marzo 2024

Ai socialisti non importa se il socialismo “funziona”, ciò che conta per loro è il potere

 

 

di Jason Montgomery

Una recente ondata di podcaster di destra e di tendenza libertaria ha insistito nel voler parlare di socialismo, ma lo ha fatto in un modo che mi ha talmente infastidito da spingermi a scrivere questo pezzo. Le loro argomentazioni erano del tipo “Perché viene ancora preso in considerazione? Quando capiranno che NON FUNZIONA e lo lasceranno perdere?"

Questa critica merita uno sguardo più attento e forse anche il socialismo stesso. A proposito, definisco il termine come un qualsiasi paradigma economico che affida i mezzi di produzione alla “società”, ai “lavoratori”, o a qualche altra entità fittizia che significa nell'effettivo lo stato; e limita o vieta la proprietà privata.

Sì, il socialismo è fallace, perché ovunque venga istituito (che non è neanche lontanamente vicino a quello della Scandinavia ma questo è un argomento diverso) l’abbondanza promessa non riesce a materializzarsi. Invece le persone finiscono per soffrire di povertà estrema, fame e deficit di ogni tipo. Le prove sono disseminate nel corso della storia, in tutto il mondo, quindi qualsiasi idiota che continua a promuovere questo caos pianificato ignora i fatti.

Nessuna teoria politica astratta, solo la domanda di fondo: funziona? Punto. Guardate le statistiche storiche, ogni altra considerazione non corrisponde al mondo reale, quindi è inutile. Abbiamo di fatto relegato il socialismo nella pattumiera della storia, giusto?

Niente affatto.

Non sono qui per confutare questo fatto, dato che è molto peggio di così.

Innanzitutto c'è una domanda ovvia: cosa significa che un sistema economico “funziona”? Che nessuno è povero? Qual è lo standard di “povero”? Un certo margine universale di reddito disponibile? Un livello di PIL? Forse in un sondaggio condotto su 1.000 persone a caso in cui 672 di loro hanno valutato la loro condizione economica come minimo “soddisfacente”? Quali sono i criteri? Qual è il barometro? Come possiamo sapere se “funziona”?

Qualcuno non potrebbe semplicemente scegliere uno standard arbitrario di “funzionamento” col senno di poi e pubblicizzare con orgoglio il grande successo del socialismo? È già successo in passato! Ed ecco la vera domanda: chi potrebbe essere questo qualcuno? Con quale diritto potrebbe decidere questo metro di misura a nome di un intero popolo?

Bene, queste potrebbero essere domande difficili a cui rispondere, ma sicuramente possiamo sapere cosa significa non funzionare. Il socialismo ha ripetutamente prodotto carestie, razionamenti, carenze produttive e l’apparente scomparsa delle risorse naturali. Un record economico come questo deve essere sufficiente per buttarl oalle ortiche.

Non la pensate così? Permettetemi di chiedervi un paio di cose...

• Siete contrari alla schiavitù perché non genera una fiorente industria agraria?

• Siete contrari a limitare la libertà di parola perché non protegge i sentimenti delle persone?

• Siete contrari alle perquisizioni domestiche casuali perché non scoprono abbastanza contrabbando per rafforzare la sicurezza pubblica?

Se no, perché no? Questi sono gli esatti motivi per cui rifiutate il ​​socialismo; perché sembra proprio non soddisfare gli obiettivi sociali dichiarati. Pertanto...

E se funzionasse davvero? Se producesse una società di proletari leali, che sopravvivono felicemente con le risorse assegnate, lavorando con orari limitati nelle fattorie e nelle fabbriche comunali, con molti giorni liberi e godendosi i loro hobby approvati dallo stato con tutto il tempo libero di questo mondo? Immagino che sareste d'accordo, no?

È davvero questo il vostro punto di opposizione, o c'è qualcos'altro in gioco?

“Certo, c'è di più!” potreste dire. “Al di là dell’economia, il socialismo ha ripetutamente portato alla sorveglianza di massa, all’incarcerazione arbitraria, alla tortura, ai campi di sterminio e alle più grandi atrocità umane conosciute! Questa è la vera controargomentazione!”.

Vi state solo scavando la fossa più in profondità nel fondo della retorica.

Conoscete le risposte a tutte queste queste controargomentazioni, ripetetele dopo di me: “Quello non era il vero comunismo”; “Si trattava solo di un cattivo capo in comando, il sistema stesso non può essere accusato per la sua mala gestione”; “Era l’avidità e il sadismo residui dell’economia di mercato”; “Il marxismo è scientificamente valido, richiede solo un periodo di maturazione affinché le persone imparino i giusti valori, poi tutto si trasformerà in paradiso”.

Queste banalità sono frustranti? Ebbene chiunque sostenga che “non funziona” ha tacitamente accettato le stesse identiche premesse di fondo.

Questa tesi fa appello al pragmatismo, all'utilitarismo, all'empirismo e al consequenzialismo; i quattro cavalieri della sofistica. Vi dice di non criticare il socialismo finché non lo si prova: valutarne gli impatti pratici (pragmatismo) basandosi esclusivamente sull’esperienza (empirismo) per vedere se conferisce il massimo bene al maggior numero di persone (utilitarismo) garantendo l’uguaglianza economica e la prosperità promesse (consequenzialismo).

Ciò fa parte della disperata campagna di lunga data volta a rendere l’economia una scienza naturale, con una risposta definitiva, scopribile attraverso una rigorosa verifica delle ipotesi. Se accettate questi termini, allora “non funziona” non è affatto una controargomentazione. La possibilità di un esperimento fallito è incorporata proprio in questo schema: non ha ancora funzionato, quindi modifichiamo la teoria e riproviamo.

Abbiamo ottenuto... ricchezza e felicità per tutti? Grande! Ha funzionato! Oppure... una campagna di sterminio di proporzioni bibliche? Oops, torniamo al laboratorio di progettazione; non c'era modo di prevederlo.

È qui che il “non funziona” supera l'infruttuosità e diventa controproducente. Se postulate un risultato sfavorevole (o sfavorevoli) come motivo per respingere in blocco la teoria, l'altra parte può definirvi incoerenti e non scientifici, e avrebbe ragione! Vedete come il loro ragionamento fraudolento può far sembrare sbagliata una conclusione corretta?

Pertanto il socialismo continua ad essere giustificato, razionalizzato, promosso e di conseguenza implementato in tutto il mondo; con più rimonte degli Aerosmith (perdonatemi Aerosmith).

(Questi punti sono trattati brillantemente in A Theory of Socialism and Capitalism di Hoppe.)

Tutto ciò gioca con due delle grandi truffe storiche di Marx. In primo luogo, il commercio e ogni azione umana possono essere progettati scientificamente da un’autorità centrale per produrre i fini desiderati; in secondo luogo, la nobiltà di questi fini in un futuro indeterminato giustifica tutti i mezzi, compresa la sofferenza potenzialmente illimitata, nel presente.

Altro che etica, moralità e agire umano; la questione se “funziona” non potrà mai essere determinata ma solo dibattuta all’infinito, rendendolo il foraggio ideale per i media generalisti. Sotto ogni esame legittimo il socialismo crolla sotto il suo stesso altezzoso peso intellettuale, perché manca qualcosa alle sue fondamenta: principi fondamentali che possono essere accertati come veri o meno.

Per perseguire il socialismo è necessario mirare ai suoi principi fondamentali. E quali sono alcuni di questi?

Radicato nel collettivismo: nessun individuo ha importanza materiale, solo la società nel suo insieme. Qualsiasi bisogno, preferenza e vita può e deve essere sacrificato per il bene della collettività.

Assenza di mercato: la produzione e il commercio operano per volontà dei pianificatori centrali, non degli attori di mercato. Ciò che viene prodotto, in quale quantità e per quale utilizzo non è determinato dalla domanda dei consumatori o dalla motivazione del profitto, ma da calcoli top-down. In base a cosa? Tali domande non sono tollerate. Adesso mettetevi in fila per il pane! Il che ci porta a...

Necessità di uno stato totalitario: questa centralizzazione dell’economia richiede una microgestione così approfondita dell’azione umana che il monitoraggio, lo spionaggio, le molestie e le sanzioni per i trasgressori (tanto per cominciare) devono diventare la norma. Alcuni aderenti sostengono che il controllo statale, e lo stato stesso, un giorno diventeranno inutili grazie al socialismo, una volta che le persone si saranno allineate (leggasi sottomesse con la forza). Ma, come l’arrivo dell’abbondanza universale, quel giorno non arriva mai. Maggiori informazioni su questo punto tra poco...

Questa critica potrebbe non essere perfetta, ma notate le differenze tra essa e il punto da cui abbiamo iniziato. Queste premesse sono assiomaticamente parte integrante del socialismo. Non è necessaria alcuna esperienza, sperimentazione, o ricerca per confermarle; nessun dato statistico arriverà a cambiarle. Non sono fini, che non possono essere conosciuti in modo definitivo all'inizio di una qualsiasi iniziativa (semmai possano esserlo davvero anche dopo); si tratta di mezzi che si conoscono istantaneamente e con certezza, poiché diventano le condizioni materiali della vita in una data società. L’economia è un viaggio, non una destinazione, quindi le promesse di ricchezza e apolidia in cambio della vostra attuale sofferenza non significano nulla per l’essere umano che vi spinge in avanti con il fucile.

Ora può iniziare un VERO dibattito.

Il socialista deve essere pronto a difendere come minimo tutti i punti di cui sopra. Qualsiasi affermazione che non sposa la necessità di questi fattori può essere accolta con gioia: “Allora non è vero socialismo!” Se poi si preferiscono le proprie ideologie à la carte, cogliendo i “punti buoni” del socialismo ed eliminando i gulag e le fosse comuni, allora si sta sostenendo qualcosa di completamente diverso, un’economia mista, ovvero l’inquinamento del mercato con un certo grado dei principi di cui sopra.

I grafici e i dati hanno qualche validità? Certo, come supporto persuasivo. Ma non possono ESSERE il vostro argomento di base. Quest'ultimo deve provenire dai Principi Primi: libertà, proprietà e sovranità individuale. Questo è tutto ciò che conta. Subordinarli ai numeri e alle statistiche significa scartarli completamente.

Quando si tratta di socialismo smettetela di dire che non funziona, smettetela di definirla un’idea perfetta sulla carta ma che vacilla nella realizzazione, e smettetela di giustificare i suoi sostenitori con la scusa delle“nobili intenzioni”. Dategli quanto gli è dovuto dal punto di vista intellettuale e solo dopo potrete definirlo per quello che è davvero: un concetto malvagio che non deve trovare posto nella specie umana.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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