tag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post2752468786721790896..comments2024-03-25T09:55:42.957+01:00Comments on Francesco Simoncelli's Freedonia: Cosa Rende Diverse le Idee?Francesco Simoncellihttp://www.blogger.com/profile/13310353566486966696noreply@blogger.comBlogger6125tag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-61772340469844954772012-01-09T12:16:56.890+01:002012-01-09T12:16:56.890+01:00Vedi Vincenzo, il libero mercato permette ad ogni ...Vedi Vincenzo, il libero mercato permette ad ogni attore economico di esprimere il proprio parere su determinate questioni, l'insieme dei quali premia o punisce quelle aziende che vengno poste sotto la lente d'ingrandimento. Ovvero, al di là di un'aula di tribunale, il consumatore è il giudice supremo della sua vita e delle sue scelte, e la conformazione a tale decisioni è d'obbligo per l'impreditore di turno che vuole avere successo e vivere col profitto della sua impresa.<br /><br />Non solo lui, ogni commerciante presente sul mercato deve essere in grado di soddisfare la richeista del consumatore (sempiternamente "volatile") altrimenti sarà costretto ad andare in rovina. Non solo, se l'imprenditore in questione vuole avere successo deve anche prestare particolare attenzione ai suoi dipendenti; il capitalismo, difatti, è soddisfazione non solo dei clienti ma anche dei dipendenti. Il prodotto ne guadagna. E di conseguenze i salari degli occupati.<br /><br />Uno scandalo in un mercato libero significherebbe una pubblicità negativa senza eguali, perché non ci sarebbe nessuno che potrebbe salvare la ditta che è immersa in suddetto scandalo. Le regole sarebbero auto-applicate perché il mercato (possiamo dirlo) siamo noi: ad esempio, come la storia del <a href="http://notiziefresche.info/bolivia-mcdonalds-chiude-tutto-per-disinteresse-clienti_post-144766/" rel="nofollow">McDonald in Bolivia</a>. E <a href="http://www.iea.org.uk/blog/mcdonald%E2%80%99s-withdrawal-from-bolivia-capitalism-in-action" rel="nofollow">senza ingerenza alcuna</a> da parte di altri soggetti, nelle decisioni delle persone. La pianificazione dei molti.<br /><br />La pianificazione dei pochi invece è ed opera dello stato. Perché, diversamente dal mercato, lo stato sono "loro". Con questa "rete di salvataggio", c'è sempre la possibilità che i filibustieri la facciano franca dato che basterebbe oliare <i>semplicemente</i> gli ingranaggi o portare avanti la scusa dei disoccupati. Non c'è il rischio di gravi sanzioni da parte del mercato, perché esiste un ente che interferisce coi processi di mercato per il proprio tornaconto (es. la perpetrazione stessa della sua esistenza). Anche se ci sono delle regole (la Costituzione...grasse risate!) queste vengono aggirate in un modo o nell'altro per avvantaggiare i pochi sui molti. E' per questo che bisogna rigettare in toto l'idea che uno stato possa esercitare un qualche tipo di vigilanza sulle imprese; non lo fa. Non lo farà mai.Francesco Simoncellihttps://www.blogger.com/profile/13310353566486966696noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-20949225453959715162012-01-09T06:56:20.231+01:002012-01-09T06:56:20.231+01:00Ciao Johnny,
avevo già letto l'economia del su...Ciao Johnny,<br />avevo già letto l'economia del sushi e concordo pienamente con il contenuto. Tra l'altro un'osservazione contenuta in quell'articolo, ovvero la fase di riduzione della manutenzione, coincide perfettamente con quanto ho modo di osservare nel mio lavoro ogni giorno (ti ho già detto che mi occupo di roba tipo prodotti per prevenire la corrosione). Moltissime aziende ormai trascurano il mantenimento in buono stato degli impianti e la formazione del personale nell'illusoria speranza di gonfiare i profitti a breve.<br />Credo che il caso Thyssen-Krupp sia stato esemplare da questo punto, il guaio è che è costato sette vite umane.<br />Ed è proprio questo il punto su cui non mi trovo del tutto d'accordo con la politica del lasseiz-faire. Se è assolutamente vero che lo Stato non deve assolutamente essere attore economico, allo stesso tempo lo Stato, inteso come comunità dei cittadini, deve essere stringente nel fissare le regole. E tra le regole, la prima che farei sarebbe quella che proibisce le stock-options ai CEO. In fondo un CEO già riceve un signor stipendio solo per il fatto di essere CEO, non ha bisogno di bonus, che al limite è più necessario per incentivare il lavoratore di basso livello a migliorarsi. In un certo senso ci vuole più Parlamento e meno Governo (tutto il contrario di ciò che diceva B) ma anche più Parlamento e meno partiti.<br />Buona giornata, VincenzoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-70732584306068125422012-01-09T00:47:41.525+01:002012-01-09T00:47:41.525+01:00>"E' abbastanza tipico della natura um...<i>>"E' abbastanza tipico della natura umana che i primi 80, a un certo punto pensino: "Ma perché mai noi dobbiamo produrre 100 e tenercene 80 in cambio di qualche cosa che ora come ora non ci serve? Ci possiamo tenere tutte le 100 cose che produciamo"."</i><br /><br />Immaginiamo di essere in grado di costruire il bene X in un anno di lavoro e sappiamo che viene venduto a €1300. Un capitalista si offre di pagarci €100 al mese per 12 mesi se produciamo il bene X. Alla fine dell'anno il capitalista vende a €1300. Ci ha sfruttati? Non proprio.<br /><br />Se avessimo prodotto da soli il bene X avremmo dovuto stare senza denaro per un anno (venivamo pagati €1300, ma solo alla fine). Così invece qualcuno ci ha anticipato il denaro durante la fase di produzione. Perché non ci ha pagato tutti i €1300? Perché ovviamente il capitalista ha una preferenza per il presente (ovvero preferisce avere €1300 oggi rispetto ad averli solo tra un anno) e quindi si è privato di quel denaro ma solo per un interesse.<br /><br />Il ruolo del capitalista è quello di anticipare agli imprenditori (quando le due figure non coincidono) e lavoratori il reddito futuro del loro lavoro, e questo è un compito fondamentale.<br /><br /><br /><i>>"Non ti viene in mente ogni tanto che l'iperespansione dello Stato non sia stata la causa, bensì la conseguenza dell'avidità di certe persone?"</i><br /><br />In un certo senso hai ragione. Perché il cuore pulsante che dà linfa vitale allo stato, è la sua caratteristica principale: l'espansione del lato oscuro dell'indole umana.Francesco Simoncellihttps://www.blogger.com/profile/13310353566486966696noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-51993805874112469912012-01-09T00:37:59.229+01:002012-01-09T00:37:59.229+01:00Hai appena descritto un ciclo boom & bust, sai...Hai appena descritto un ciclo boom & bust, sai Vincenzo? :)<br /><br />La perturbazione di un equilibrio iniziale deve sempre condurre ad un nuovo equilibrio sostenibile, altrimenti si rischia di <i>creare</i> lavori fondati sul nulla e che nel lungo periodo finiranno per sconquassare l'intera economia e creare un disastro nello standard di vita delle persone.<br /><br />Una volta perturbato, l'equilibrio, necessita di tempo per riassestare la situazione; la probabilità, quindi, di alta disoccupazione è inesorabile. Il tutto a ricordare che se i beni di consumo sono importanti, lo so anche i beni d'invesitmento.<br /><br />Per capire meglio, ed in termini più semplici, quello che sto cercando di dire, ti invito a leggere <a href="http://gongoro.blogspot.com/2009/01/il-vizio-capitale.html" rel="nofollow">questo articolo di R. Murphy</a>. Puoi benissimo iniziare da "Un modello sushi del consumo di capitale".Francesco Simoncellihttps://www.blogger.com/profile/13310353566486966696noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-55099066866946038352012-01-08T18:37:17.550+01:002012-01-08T18:37:17.550+01:00Di nuovo buona domenica Johnny.
Aggiungo un'al...Di nuovo buona domenica Johnny.<br />Aggiungo un'altra riflessione a quanto scritto prima, quast'ultima molto più basata su sensazioni personali che derivano dal mio lavoro.<br />E' del tutto vero che la nuova ricchezza si crea dal risparmio e quindi dall'investimento.<br />Questo significa, dal punto di vista pratico, in un sistema che funziona, che su 100 persone che lavorano, ce ne sono mettiamo 80 impegnate a produrre beni di immediato consumo (cibo, sapone, benzina o cos'altro ci venga in mente) e 20 impegnate a progettare/produrre beni strumentali (trattori, trivelle, torni, capannoni ecc.) con cui i primi 80 possono oggi svolgere la loro attività e nel futuro aumentare ancora di più la produzione a beneficio di tutti.<br />I primi 80 scambiano una parte dei beni di consumo da loro prodotti con i beni strumentali prodotti dai secondi 20.<br />E' abbastanza tipico della natura umana che i primi 80, a un certo punto pensino: "Ma perché mai noi dobbiamo produrre 100 e tenercene 80 in cambio di qualche cosa che ora come ora non ci serve? Ci possiamo tenere tutte le 100 cose che produciamo". E questo è tanto più vero qunto più i beni strumentali in uso al momento hanno una maggiore durata e una maggiore efficacia rispetto a quelli che venivano usati qualche anno fa. Detto in altre parole, se io so che il mio tornio durerà 10 anni e non 3, sono meno portato a pensare al fatto che prima o poi dovrò sostituirlo e quindi trascuro l'importanza del lavoro delle altre 20 persone.<br />Naturalmente l'effetto di questo modo di pensare è che quelle 20 persone rimangono progressivamente disoccupate e poi, una volta che il tornio si è rotto, rimangono disoccupate anche le altre 80 e la produzione cala.<br />Bene, il problema, a questo punto, è: come fare sì che questo modo di pensare devastantenon alligni tra la gente?<br />Se ci pensi bene è poi lo stesso modo di pensare dei CEO che tagliano posti di lavoro per potersi aumentare a livelli stratosferici gli stipendi confidando nel fatto che nessuna azienda fallisce di punto in bianco perché il 10 % dei lavoratori è stato mandato a casa. Ma, bastano 2 o 3 anni perché quelli rimasti non ce la facciano più, sia perché più di tanto nessuno riesce a lavorare, sia perché si sono perse competenze importanti. A quel punto ripetono il gioco eternalizzando alcune attività ai call-center o simili, dove lavora gente mal pagata con nessuna competenza e motivazione. Altri due o tre anni di profitti gonfiati e super-bonus, poi arriva il crac.<br />Se mai c'è qualcosa che è giusto tassare con aliquote del 90 % sono proprio i super-stipendi dei CEO, che alla fin fine sono dipendenti dell'azienda come i fattorini.<br />Se ci pensi bene nei periodi migliori dell'economia occidentale gli stipendi dei CEO erano 50-60 volte quelli medi dei lavoratori senza particolari qualifiche, cosa che, con un pochino di calcoli applicando Pareto, risulta anche giustificata. Il sistema di tassazione, all'epoca, era tale che era praticamente impossibile eccedere questo limite. Oggi siamo a stipendi dell'ordine di 500-600 volte.<br />Non ti viene in mente ogni tanto che l'iperespansione dello Stato non sia stata la causa, bensì la conseguenza dell'avidità di certe persone? Di persone che, senza alcuno scupolo, favorite dal mantra "abbassiamo le aliquote" hanno trovato lo spazio per mettere in atto quelle politiche aziendali folli che ho citato prima? Tanto, se anche venivano cacciate a calci nel sedere per avere ridotto male le aziende a loro affidate, si erano comunque assicurati agi per loro e per i loro figli e nipoti.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-82703734092945630522012-01-08T14:21:26.419+01:002012-01-08T14:21:26.419+01:00Ciao Johnny, buona domenica.
Questo commento non c...Ciao Johnny, buona domenica.<br />Questo commento non c'entra niente con il post odierno ma nasce dalla lettura, ancora parziale dell'interessante libretto di Henry Hazlitt- Economia in una lezione.<br />A un certo punto mi sono imbattuto in una frase:<br />"Ciò che le macchine fanno, per ripetere, e di portare ad un aumento della produzione e ad un aumento dello standard di vita".<br />Di questo sono certamente convinto, non sono certo un luddista. Però, però... mi è venuto un pensiero.<br />E' chiaro ed evidente che l'economia moderna ha portato ad un aumento della produzione, in termini di quantità e qualità. Ma un qualche problema ci sta pure, se siamo in crisi. E allora mi sono messo a ragionare sull'isola di Dovestan.<br />Su quest'isola, un tempo, i 100 abitanti erano in grado di produrre 50 piccoli panini al giorno: ce n'era mezzo per ciascuno tutti, tranne i prepotenti che se ne accaparravano due o tre, facevano la fame.<br />A un certo punto parte la rivoluzione industriale e, miracolo, riescono a produrre 110 piatti di spaghetti all'olio al giorno, così che si possono sfamare tutti. I 10 imprenditori che hanno messo su la fabbrica di spaghetti ne ricevono 2 piatti al giorno, come giusto compenso della loro capacità di iniziativa.<br />A un certo punto a qualcuno salta in mente di convertire la produzione in fettuccine al tartufo, bene certamente più pregiato, perché di maggior gusto, rispetto agli spaghetti all'olio.<br />C'è un però: se ne possono produrre solo 100 al giorno, e tra l'altro per fare ciò basta il lavoro di 90 persone, non di tutti e 100.<br />A questo punto i 10 imprenditori se ne prendono sempre due piatti al giorno, e fanno 20 piatti, per cui ne restano 80. Poichè sono 80 persone a lavorare, se ne prendono un piatto al giorno e gli altri 10 restano senza niente. Ma ovviamente a questi non va di morire di fame per cui vanno dai 10 imprenditori e gli dicono: assumete noi al posto di altre 10 persone che vogliono 1 piatto al giorno, noi ci accontentiamo di mezzo piatto al giorno ciascuno, e pertanto a voi rimarranno 5 piatti in più. Chiudono l'accordo e gli imprenditori iniziano a pensare che che a questo punto, oltre a mandare via 10 persone che prendevano 1 piatto algiorno, possono anche dire ai rimanenti che si devono accontentare anche loro, come i 10 operai appena ssunti, di mezzo piatto al giorno. E quelli saranno costretti ad accettare perché, a quel punto, i 10 appena mandati via saranno certamente disposti a tornare a lavorare per avere mezzo piatto al giorno. In conclusione, i loro 80 lavoratori riceverranno in totale 40 piatti e loro se ne terranno 60. Poiché non li mangeranno certo tutti, li potranno certamente vendere agli abitanti dell'isola vicina che in cambio gli forniranno del buon vino.<br />E poi la storia potrà ricominciare perché i nuovo 10 disoccupati ora accetteranno di lavorare per 14 di piatto etc. etc.<br />Morale della storia: aumentare quantitativamente e qualitativamente la produzione è importante ma altreattanto importante è come la produzione viene distribuita. Mi potrai sempre replicare che qualcuno dei lavoratori alla fine si stuferà e costruirà una barca da pesca. E questo porterà ultreiore aumento della produzione. Ma ci vuole tempo, e nel frattempo si può sempre finire in disgrazia.<br />Un saluto,<br />VincenzoAnonymousnoreply@blogger.com