tag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post864216326192741659..comments2024-03-25T09:55:42.957+01:00Comments on Francesco Simoncelli's Freedonia: Keynes, la Grande Depressione e il Grande DefaultFrancesco Simoncellihttp://www.blogger.com/profile/13310353566486966696noreply@blogger.comBlogger9125tag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-27496946283954211382015-11-12T09:39:04.864+01:002015-11-12T09:39:04.864+01:00si. è strumentale al piano di crescita. è un divid...si. è strumentale al piano di crescita. è un divide et impera. perche, avevo scordato di scriverlo, zeus viene nascosto. l ideologia del progresso deve essere messa il piu possibile al riparo da critiche. <br />Tutte le altre divinita sono da rispettare sacrficabili secondo gli eventi.gdbnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-4340617991553729272015-11-12T08:38:18.526+01:002015-11-12T08:38:18.526+01:00Ciao gdb
Il politeismo provvisorio è il fumo, la m...Ciao gdb<br />Il politeismo provvisorio è il fumo, la messinscena, l'illusione, la distrazione durante la rapina occulta.<br />Non credo più alla buona fede dei manovratori. La proposta continua di nuovi effimeri totem serve solo a distogliere l'attenzione dal cuore del l'inganno perpetrato nell'oscurità.<br />Il politeismo provvisorio è instrumentum regni. Apparenza. L'azzardo morale non è conseguenza inintenzionale, ma il primum movens. L'inclusione non è accoglienza benevola, ma filo spinato per inevitabile tosatura e sacrificio di nuove vittime inconsapevoli. La piramide è scivolosa e gli appigli costosi in senso lato (per usufruire di quelli concessi bisogna svendersi e perdersi).dnanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-74044915297962138352015-11-12T01:33:10.292+01:002015-11-12T01:33:10.292+01:00È vero, Valerio. Ma così come le idee, anche le s...È vero, Valerio. Ma così come le idee, anche le scelte hanno conseguenze e bisogna saperle accettare. Da quello che posso vedere, i keynesiani si comportano da bambini viziati: vogliono farla franca nonostante sanno di aver sbagliato. Non accettano le cosneguenze delle loro scelte. È per questo che Keynes era visto come un arrogante. È per questo che i suoi seguaci. come Krugman, sentenziano in modo arrogante nei confronti dei loro critici <a href="http://francescosimoncelli.blogspot.com/2015/09/controlliamo-se-paul-krugman-ha-davvero.html" rel="nofollow">nonostante facciano la figura degli sciocchi ogni volta che aprono bocca</a>. Sanno che le loro teorie sono dominanti. Sanno che dovranno offrire una spiegazione quando falliranno in modo esemplare. È per questo che si agitano, ultimamente molto di più rispetto a prima, nei confronti dei loro critici: non hanno alcuna spiegazione o soluzione efficace all'attuale crisi economica.<br /><br />Perderanno la "guerra" intellettuale. Subiranno lo stesso fato toccato agli economisti predominanti negli anni '30, i quali, non sapendo dare una spiegazione coerente alla depressione persistente, rimasero in silenzio e si videro soverchiare dalla teoria keynesiana. Oggi, invece, i nodi stanno venendo al pettine e il bluff della teoria keynesiana viene scoperto in tutta la sua illusoria magnitudine. Non avendo uno straccio di teoria del capitale e non avendo una comprensione di causa/effetto in economia, saranno incolpati per l'incombente recessione economica. Sin dall'introduzione delle olitiche monetarie non convenzionali nel 2008, sono rimasti silenti e hanno annuito ad ogni ulteriore interferenza statale nell'economia. Gli Austriaci, invece, è da tempo che spiegano come e perché. Ecco perché i keynesiani li attaccano con argomenti infondati (purtroppo è l'unica cosa che sanno fare, dato che il testo a cui fanno riferimento non ha alcune fondatezza nella realtà) come "l'ideologia" o "Keynes non è stato applicato".<br /><br />È infine arrivato il loro turno nell'essere ignorati.Francesco Simoncellihttps://www.blogger.com/profile/13310353566486966696noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-81169282023715362322015-11-11T23:18:39.090+01:002015-11-11T23:18:39.090+01:00Entrambi i libri sono disponibili per il download,...<i>Entrambi i libri sono disponibili per il download, o l'acquisto, sul sito del Mises Institute. Sono entrambi abbastanza comprensibili. Il libro di Keynes è incomprensibile. Eppure surclassò il lbro di Robbins, il quale, per depressione, lo ripudiò negli anni '40. Il libro Keynes è ancora in stampa. Gli altri due libri sono stati essenzialmente dimenticati nel 1940.</i><br />È il mercato, bellezza. Valerio Santorohttps://www.blogger.com/profile/17582161733698120444noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-17310404910247494492015-11-11T22:32:38.866+01:002015-11-11T22:32:38.866+01:00"Pane et circensis, divide et impera, festina..."Pane et circensis, divide et impera, festina lente"....il mondo alla fin fine non e' mai cambiato,sempre lo stesso, anche "oro pro nobis" e "ubi lex libertatem cessat" (LdS)alessandro scoccahttps://www.blogger.com/profile/11020346854989687539noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-20255728258695154792015-11-11T22:11:13.130+01:002015-11-11T22:11:13.130+01:00Isahiah Berlin, al contrario, ha definito vera sol...Isahiah Berlin, al contrario, ha definito vera solo la libertà da (dalle intrusioni del potere, in accordo col principio di non aggressione del libertarismo), cioè la libertà negativa.<br />La libertà di, invece, o libertà positiva, è solo la libertà concessa entro i limiti ammessi e definiti dal potere col diritto positivo.<br />Personalmente considero Keynes un sostenitore della libertà di, cioè di quella regolamentata dal potere politico e perciò anche arbitrariamente piegata per favorire alcuni a scapito di altri. L'interventismo è intromissione continua nelle azioni ed interazioni volontarie degli individui finalizzata al conseguimento degli obiettivi politici del potere di turno (avrete notato il notevole incremento del catastrofismo climatologico nei tg degli ultimi giorni, allarmismo mediatico di supporto al piano ambientalista e burocratico di Obama, una tecnica talmente abusata quella della catastrofe paventata e della soluzione pronta da risultare stucchevolissima).dnanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-43690778824256618662015-11-11T20:28:10.658+01:002015-11-11T20:28:10.658+01:00Ciao a tutti.
Uno dei pezzi migliori che ho trado...Ciao a tutti.<br /><br />Uno dei pezzi migliori che ho tradotto riguardo Keynes è stato questo di Ralpch Raico: <a href="http://vonmises.it/2012/06/02/keynes-era-un-liberale/" rel="nofollow"><i>Keynes era un liberale?</i></a> Non un pezzo economico, ma una raccolta di documenti storici in cui si sottolinea da quali idee fosse viziata la teoria keynesiana e il pensiero di Keynes stesso. Infatti, se dovessimo riassumere in due parole la filosofia dietro l'impianto teorico keynesiano, sarebbero queste: <i><b>liberi da</b></i>. Non esiste formula più deleterea e più velenosa di questa per i diritti individuali. Mentre il sostenitore di un libero mercato afferma che l'individuo dev'essere <i><b>libero di</b></i>, coloro avversi a tale formula odiano profodanemnte i diritti individuali. Odiano la dinamicità insita nell'imprevidibilità degli individui la quale "scompone" i piani per cui hanno dedicato una vita.<br /><br />Keynes non era altro che il marchio di fabbrica su questo modo di pensare. Che poi i sostenitori delle posizioni keynesiane abbiano infarcito le loro posizioni di propaganda e di distorsioni nei confronti delle teorie cotnrarie, non è una sorpresa. Il problema, quindi, è la cerchia d'individui che si forma attorno a questo pensiero poiché ne coglie le potenzialità a livello di vantaggio personale. Anche in questo caso c'è la legge degli incentivi. Purtroppo l'incentivo è quello di vivere alle spalle di qualcun altro. Soprattutto ora, con le difficoltà presenti nell'ambiente economico, questa volontà è molto forte (non è un caso se, ad esempio, c'è una diffusa mania per i "gratta e vinci"). Infatti il <i>welfare state</i> è l'unica prospettiva rimanente per chi non riesce a sbarcare il lunario ed è costretto a vivere grazie alla "generosità" dello stato. Di conseguenza avallare le politiche keynesiane diventa un obbligo. Ciò vale anche per la burocrazia.<br /><br />Quando, infatti, si sente che "Keynes non è stato applicato" oppure che il "keynesismo è qualcosa che non fa parte dell'attuale società", è un chiaro segnale a favore di un sistema di dipendenza che ha creato una sequenza sterminata di <i>clientes</i>. Questa gente non ha letto nemmeno una frase della <i>General Theory</i>. Non ha importanza nella loro ottica. Non credono in Keynes in realtà, credono in quelle politiche che dal 1933 hanno preso in ostaggio le libertà individuali e le hanno oppresse sin da allora. Problema: lo stano è incapace di fare profitti poiché gli è impossibile operare un calcolo economico accurato in accordo con le forze di mercato. Questo significa che le promesse verranno infrante. Questo significa che l'economia di "comando e controllo" s'impadronirà con veemenza crescente delle nostre vite prima di crollare con altrettanta veemenza. Questo significa che quando le stesse persone che oggi supportano l'attuale sistema economico e si ritroveranno scaraventate sui carri buoi urlanti "Ma io sono uno di voi!", non avranno altri da incolpare per la loro ingenuità se non loro stessi.Francesco Simoncellihttps://www.blogger.com/profile/13310353566486966696noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-8836042465501921102015-11-11T17:46:06.082+01:002015-11-11T17:46:06.082+01:00ora siamo tutti in un politeismo provvisorio, dove...ora siamo tutti in un politeismo provvisorio, dove ogni religione trova il suo momento e suo spazio. ma poi cade nell oblio il momento dopo. un poco come diceva warhol a proposito delle persone ed della fama. ma tutte sono subordinate allo zeus della modernita: la crescita continua infinita. volendo concedere la buona fede, e prescindendo dall ideologia quasi metafiscia connessa, cio avviene per essere inclusivi della piu parte di popolazione possibile nella produzione e nel benessere. ma gli esisti inintenzionali (tra cui cito ad esempio l azzardo morale) sono devastanti. e ci vuole sempre piu potere per correzioni in corsa. <br /><br />ps bentornato, gary northgdbnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2745462394676844010.post-5112365952783446562015-11-11T13:34:42.572+01:002015-11-11T13:34:42.572+01:00Ciao.
L'articolo è bello, anche se ci sono al...Ciao.<br /><br />L'articolo è bello, anche se ci sono alcune forzature qua e là.<br />L'ottimismo e la fede nella ragione umana sono nati con l'Illuminismo francese (l'Illuminismo scozzese è invece scettico e pragmatico) ed il superamento dell'ancien regime. Dopo un lungo processo storico precedente, ovviamente.<br />Alla fede in un Dio trascendente si è sostituita la fede razionalista secolare. Divenuto ideologia/fede, il razionalismo ha cominciato ad organizzare la propria visione del mondo ed a realizzarla in nome della "causa". Poi, come sempre accade, il fiume principale si è diramato ed ha preso molte direzioni.<br />Il keynesismo è stato il timbro accademico su questo processo di accentramento del potere in mano alle elite dominatrici.<br />Probabilmente, chissà quando e chissà attraverso quali e quanti percorsi diversi, la crisi acuta dell'accentramento condurrà al suo opposto: il decentramento del potere.<br />Nell'arco della mia vita? Al massimo, credo che dovrò sciropparmi la crisi acuta dell'accentramento con tutti i suoi travagli.<br /><br />(Il pensiero premoderno ci suggeriva: "aiùtati che Dio ti aiuta". Poi il pensiero moderno ha suggerito: "imbùcati che lo stato ti aiuta". In ogni caso, lo scambio di totem DIO--->STATO ha conservato la tendenza alla deresponsabilizzazione individuale.<br /><br />Lew Rockwell ha pubblicato "Fascism vs Capitalism", di cui riporto un breve periodo:<br />"Per un fascista, lo stato è lo strumento che serve a realizzare il destino delle persone comuni, e in cui si nasconderebbe il potenziale della grandezza. I diritti individuali, gli stessi individui, sono strettamente subordinati agli obiettivi grandi e gloriosi che lo stato ha in serbo per la nazione. In fatto di politica estera, l’atteggiamento fascista si riflette nel suo sciovinismo belligerante, un disprezzo verso altri popoli, e un grande rispetto per le forze armate e le virtù marziali."dnanoreply@blogger.com