Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/tirannia-sotto-mentite-spoglie-la)
14 febbraio 2025. Il vicepresidente degli Stati Uniti, J. D. Vance, tiene un discorso in Germania alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.
Il pubblico si aspetta che parli di politica estera, geopolitica e minacce che gravano sul mondo.
Afferma invece che la minaccia più preoccupante oggi è “la minaccia interna, il ritiro dell'Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali”.
Aggiunge che i Paesi e le istituzioni europee stanno minando la democrazia e la libertà di parola, e ne fornisce degli esempi.
“Un ex-commissario europeo”, afferma Vance, “è apparso di recente in televisione e si è detto entusiasta del fatto che il governo rumeno avesse appena annullato un'intera elezione”.
Infatti Thierry Breton, ex-commissario europeo per il mercato interno, ha ammesso in un'intervista per un'emittente televisiva francese che la Corte costituzionale rumena si è piegata alle pressioni dell'UE e ha annullato le elezioni presidenziali del Paese perché il candidato di destra, Călin Georgescu, aveva buone probabilità di vincere. “Lo abbiamo fatto in Romania”, ha detto Breton, “e ovviamente dovremo farlo, se necessario, anche in Germania”.
Il 26 febbraio, quando Georgescu si è presentato per registrarsi come candidato per la ripetizione delle elezioni presidenziali, organizzata pochi mesi dopo le elezioni annullate, è stato arrestato dalla polizia e accusato di “tentativo di sovvertire l'ordine costituzionale”. Ad oggi le autorità rumene non hanno fornito alcuna prova a sostegno di tale accusa.
“La stessa cosa potrebbe accadere anche in Germania”, ha affermato Vance nel suo discorso di Monaco.
Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), che ha partecipato alle elezioni parlamentari tedesche del 23 febbraio, è arrivato secondo con il 20,8% dei voti. L'Unione Cristiano-Democratica (CDU), di centro-destra, che ha ottenuto la maggioranza dei voti (28,5%), ha invece scelto di boicottare AfD e di formare un governo con il Partito Socialdemocratico (SPD), di centro-sinistra, che aveva formato il precedente governo e che i tedeschi avevano appena respinto, ottenendo solo il 16,4% dei voti.
Il nuovo cancelliere tedesco, il leader della CDU Friedrich Merz, aveva dichiarato durante la campagna elettorale: “Non collaboreremo con il partito che si definisce Alternativa per la Germania, né prima [delle elezioni], né dopo, mai”.
Merz ha mantenuto la parola data. Subito dopo le elezioni l'intelligence interna tedesca ha definito AfD “organizzazione estremista” e “minaccia per la democrazia”. La motivazione addotta è stata che AfD è “anti-immigrazione e anti-musulmana”. Potrebbe addirittura essere messa al bando dal governo.
Vance ha continuato:
Guardo a Bruxelles, dove i commissari dell'UE avvertono i cittadini che intendono chiudere i social media in periodi di disordini civili, nel momento in cui individuano ciò che ritengono essere un “contenuto d'odio”.
Infatti, nel 2022, l'Unione Europea ha adottato il Digital Services Act (DSA) che dovrebbe “proteggere i diritti degli utenti dei social media” e “fornire un ambiente online più sicuro” “limitando la diffusione di contenuti illegali e dannosi”. Non è stato definito cosa costituisca “contenuto illegale e dannoso” e potrebbe essere qualsiasi cosa la Commissione Europea definisca come tale, insieme al diritto di imporre multe e chiudere i siti web.
Sebbene le affermazioni di Vance fossero inconfutabili, i funzionari presenti hanno immediatamente espresso il loro sgomento.
L'ex-cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha affermato che le osservazioni di Vance “non erano appropriate”, aggiungendo:
Mai più fascismo, mai più razzismo, mai più guerra d'aggressione [...]. Le democrazie odierne in Germania e in Europa si fondano sulla consapevolezza storica che le democrazie possono essere distrutte da antidemocratici radicali [...] abbiamo creato istituzioni che garantiscono che le nostre democrazie possano difendersi dai loro nemici e regole che non restringono o limitano la nostra libertà, ma la proteggono.
Il Ministro degli esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha dichiarato che “la libertà di parola è garantita in Europa”.
Il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha osservato:
Nel Regno Unito abbiamo avuto libertà di parola per moltissimo tempo e durerà per moltissimo tempo [...] per quanto riguarda la libertà di parola nel Regno Unito ne sono davvero orgoglioso.
Christoph Heusgen, presidente della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, al termine della stessa ha affermato che le osservazioni di Vance avevano raffigurato l'Europa come “un incubo a occhi aperti [...]. Dobbiamo temere che la nostra base comune di valori non sia più comune”. Poi è scoppiato a piangere.
È possibile che la “base comune di valori” che un tempo legava Europa e Stati Uniti non sia più comune. Se ciò è vero, è per le ragioni elencate da Vance: i leader e i governi europei si sono allontanati da ciò che un tempo legava Europa e Stati Uniti, come la libertà di parola e le elezioni libere ed eque, i cui risultati vengono effettivamente sanciti ad hoc.
L'argomentazione di Scholz sul fascismo, il razzismo e la minaccia alla democrazia è infondata, se non addirittura un'inversione dei fatti. Georgescu non ha rilasciato dichiarazioni fasciste o razziste e non ha mai minacciato la democrazia. Al contrario, ha affermato la sua volontà di difendere la sovranità nazionale e la civiltà occidentale, e si è dichiarato vicino alle posizioni dell'amministrazione Trump che non sono né fasciste né razziste.
Nel 2018 il politico dell'AfD, Alexander Gauland, affermò che “Hitler e i nazisti sono solo un granello di polvere in più di 1.000 anni di storia tedesca”.
Nel 2017 Björn Höcke, leader dell'AfD nel Land tedesco della Turingia, definì il Memoriale dell'Olocausto di Berlino un “memoriale della vergogna”.
Ma le parole di Gauland e Höcke non rappresentano la linea del partito AfD. Gauland chiarì le sue osservazioni solo pochi giorni dopo, affermando:
Molti hanno visto l'espressione come una banalizzazione inappropriata [...] niente potrebbe essere più lontano dalla realtà e mi rammarico si sia creata una simile impressione [...]. Mi rammarico dell'impressione che ne è derivata. Non è mai stata mia intenzione banalizzare o deridere le vittime di quel sistema criminale.
La motivazione fornita dall'intelligence interna tedesca per definire l'AfD come “organizzazione estremista” non è né fascismo né razzismo. Infatti nessun leader dell'AfD sostiene posizioni fasciste o razziste e, ciò che in realtà potrebbe risultare discutibile per molti europei, è che l'AfD è “il partito più filo-israeliano e filo-semita” in Germania.
“Questa non è democrazia”, ha affermato il Segretario di Stato Marco Rubio a proposito della decisione dell'agenzia di intelligence interna tedesca, “è tirannia mascherata”.
Ironia della sorte negli Stati Uniti il Comitato Nazionale Democratico (DNC) ha annullato l'elezione di David Hogg e Malcolm Kenyatta come vicepresidenti del DNC, apparentemente per “motivi procedurali”. Dopo la sua elezione Hogg ha dichiarato di voler raccogliere fondi per sostenere gli sfidanti alle primarie dei democratici in carica. A giugno il DNC prenderà in considerazione una ripetizione delle elezioni, presumibilmente nella speranza di ottenere un risultato predeterminato. Nel frattempo molti democratici criticano senza sosta il Partito Repubblicano per “aver distrutto la democrazia”.
Contrariamente a quanto affermato dal ministro degli Esteri francese, la libertà di parola è in declino in Europa, in particolare in Francia. L'ex-giornalista e candidato alla presidenza, Éric Zemmour, è stato condannato innumerevoli volte e multato pesantemente per aver criticato l'Islam e l'immigrazione musulmana. La sua condanna più recente è stata emessa il 26 marzo 2025. Dopo l'omicidio di un giovane francese da parte di una banda di musulmani, Zemmour ha parlato della presenza in Francia di criminali che sono “feccia arabo-musulmana”. È stato riconosciuto colpevole di aver pronunciato un “insulto razzista”.
Nel 2014 lo scrittore Renaud Camus è stato condannato per incitamento all'odio per aver affermato che la Francia era stata “invasa” da immigrati musulmani.
Il canale televisivo francese C8 è stato chiuso dall'Autorità di regolamentazione dell'audiovisivo e della comunicazione digitale (Arcom) per “mancanza di diversità e pluralismo”. CNews, un altro canale televisivo francese, è stato multato pesantemente dall'Arcom per lo stesso “reato” e continua a rischiare la chiusura. Qualsiasi canale televisivo simile all'americana Fox News non sarebbe autorizzato a esistere in Francia.
La libertà di parola nel Regno Unito, contrariamente a quanto affermato da Starmer, è seriamente in pericolo. Negli ultimi mesi cittadini britannici sono stati condannati al carcere per aver pubblicato messaggi critici nei confronti dell'Islam sui social media e persino per aver pregato vicino a una clinica per l'aborto.
Questa deriva antidemocratica ha preso piede in diversi Paesi europei. Politici e partiti che non condividono la visione del mondo dei funzionari al potere vengono sempre più esclusi da ogni possibilità di candidarsi a una carica ufficiale.
In Germania, come detto, Merz ha scelto di escludere l'AfD.
In Francia Marine Le Pen, che secondo i sondaggi è in testa alle elezioni presidenziali del 2027, è stata condannata a cinque anni di ineleggibilità e quattro anni di carcere per presunta appropriazione indebita di fondi pubblici. La sentenza avrebbe dovuto entrare in vigore immediatamente, senza una sospensione temporanea della condanna in attesa dell'appello. Dopo che la decisione ha suscitato scandalo, la Corte d'Appello di Parigi ha dichiarato che avrebbe esaminato il caso e avrebbe emesso una sentenza definitiva nell'estate del 2026.
La Le Pen non si è appropriata indebitamente di fondi pubblici. Il giudice ha definito reato il fatto che gli assistenti dei deputati europei di Rassemblement National che lavoravano a Strasburgo lavorassero anche a Parigi per il partito. Il Movimento Democratico, un partito centrista guidato dal Primo Ministro francese François Bayrou, ha fatto esattamente la stessa cosa con gli assistenti dei suoi deputati europei, ma Bayrou è stato assolto.
Nei Paesi Bassi, quando il Partito per la Libertà (PVV) ha vinto con la maggioranza dei voti alle elezioni parlamentari del novembre 2023 e il suo leader, Geert Wilders, ha tentato di formare un governo, tutti gli altri partiti politici hanno unito le forze per impedirglielo, finché non è stato costretto a ritirarsi.
In Austria, nel settembre 2024, il Partito della Libertà d'Austria (FPÖ) ha vinto con la maggioranza dei voti alle elezioni parlamentari e al suo leader, Herbert Kickl, è stato impedito di formare un governo.
In Italia, invece, quando Fratelli d'Italia (FdI) – un partito con politiche simili a quelle di Rassemblement National, del PVV olandese e dell'FPÖ austriaco – ha vinto alle elezioni parlamentari italiane del 2022, la sua leader, Giorgia Meloni, è riuscita a formare un governo ed è ora Primo ministro. Il motivo? FdI faceva parte di un'alleanza con altri partiti di centro-destra. Ora la Meloni è l'unico politico etichettato in modo sprezzante dai media generalisti europei come “estrema destra” e in grado di godere del risultato della sua elezione.
La maggior parte dei leader europei oggi si riferisce ai partiti e ai politici che desidera escludere come “estrema destra”. Il termine è usato per riferirsi a partiti razzisti, xenofobi e autoritari. Nessuno di quelli sopra menzionati mostra la minima tendenza al razzismo, alla xenofobia e all'autoritarismo, nemmeno la metà di quanto facciano i loro avversari. I partiti estromessi, secondo lo storico e scrittore Daniel Pipes, non sono “nazionalisti”, ma patriottici, “difensivi, non aggressivi”. Pipes li descrive come “civilizzazionisti”:
Hanno a cuore la cultura tradizionale dell'Europa e dell'Occidente, e vogliono difenderla dagli attacchi degli immigrati aiutati dalla sinistra [...]. I partiti civilizzatori sono populisti, anti-immigrazione e anti-islamizzazione. Populista significa nutrire rancori contro il sistema e nutrire sospetti nei confronti di un'élite che ignora o denigra tali preoccupazioni.
Gli attacchi alla libertà di parola prendono di mira dichiarazioni che avvertono che un'immigrazione di massa e non controllata potrebbe portare a una “grande sostituzione” demografica degli europei nativi, i cui valori sono giudaico-cristiani, con migranti provenienti dal Medio Oriente, i cui valori sono fondamentalmente islamici. La generale apprensione circa la possibilità che i valori islamici finiscano per sopraffare quelli europei è un'opinione condannata dalla maggior parte dei politici, dei media e della magistratura in Europa, nonostante il tasso di natalità musulmano sia di gran lunga superiore a quello europeo. Questa apprensione deriva anche dal fatto che la maggior parte dei musulmani che vive in Europa non si integra né sembra desiderarlo, e che la percentuale di musulmani tra i criminali in Europa oggi è di gran lunga superiore alla loro quota nella popolazione generale.
Molti leader europei oggi sembrano ciechi di fronte alle conseguenze dell'immigrazione in continua crescita e della crescente presenza musulmana in Europa. Minimizzano la continua migrazione di massa dei musulmani, l'entusiastico tasso di natalità e rimangono ostinatamente sordi di fronte alle preoccupazioni espresse a gran voce dai loro cittadini non musulmani.
Questi leader sembrano rifiutarsi di vedere che è in atto un profondo cambiamento demografico, sebbene sia ampiamente visibile. Sembrano anche rifiutarsi di vedere che questo cambiamento demografico sta rapidamente erodendo le culture tradizionali europee.
L'immigrazione incontrollata dal mondo musulmano continua anno dopo anno in tutta l'Europa occidentale, mentre il tasso di natalità in Germania è di 1,35 per donna. Il dato per l'Austria è di 1,58; per l'Italia è di 1,31; per la Spagna è di 1,41. Il dato per la Francia è di 1,85. Tutti questi valori sono significativamente lontani dal livello di sostituzione, che è di 2,1 per donna.
In tutti i Paesi dell'Europa occidentale il tasso di natalità dei musulmani è significativamente più alto rispetto a quello della popolazione generale.
Anche se molti europei non sono a conoscenza dei dati statistici, possono vedere con i loro occhi che è in atto un cambiamento demografico, insieme alla distruzione dei loro valori e delle loro tradizioni. Votare per i partiti “civilizzazionisti”, ha detto Zemmour, è la “reazione di persone che non vogliono morire”.
La domanda chiave per il futuro dell'Europa è: i partiti “civilizzazionisti” rimarranno esclusi da qualsiasi accesso al potere, o riusciranno a superare gli ostacoli che si frappongono sul loro cammino?
In Romania George Simion, candidato alla presidenza le cui idee sono vicine a quelle di Georgescu, ha ottenuto oltre il 40% dei voti al primo turno delle elezioni presidenziali e aveva ottime possibilità di essere eletto il 18 maggio. Inaspettatamente ha perso. Il vincitore, che godeva del pieno sostegno dell'Unione Europea, è passato dal 21% al primo turno al 53,6% al secondo turno, una performance straordinaria che probabilmente merita di essere analizzata.
In Germania AfD è ormai diventato il partito più popolare del Paese. L'agenzia di intelligence tedesca ha misteriosamente deciso di ritirare l'etichetta di estremista attribuita ad AfD. In Francia i sondaggi mostrano che se Marine Le Pen non potrà candidarsi, Jordan Bardella, il presidente di Rassemblement National, ha buone probabilità di essere eletto nel 2027 nonostante abbia solo 29 anni. Nel Regno Unito il partito Reform UK di Nigel Farage ha di recente ottenuto ampi consensi alle elezioni locali inglesi. Se le elezioni generali britanniche si tenessero presto, probabilmente vincerebbe.
La domanda al centro di queste questioni è: è possibile fermare la deriva antidemocratica che ha attanagliato diversi grandi Paesi europei?
“Le élite europee”, ha scritto il giornalista americano Michael Barone, “sembrano essersi convinte di dover distruggere la democrazia per salvarla”.
Sarà possibile salvare la democrazia in Europa?
In un recente articolo Heather Mac Donald, membro del Manhattan Institute, ha scritto:
In tutto l'Occidente i cittadini si stanno ribellando al ricambio demografico. È in corso una battaglia tra la loro volontà e quella delle élite. Se i leader tedeschi continuano a dire a un quarto della popolazione tedesca – individui perbene e rispettosi della legge – che sono, nella migliore delle ipotesi, sostenitori di Hitler e, nella peggiore, adoratori di Hitler, perché vogliono preservare l'identità culturale tedesca, se questi leader continuano a reprimere voci e voti, o ci sarà un enorme sconvolgimento nei palazzi del potere e il popolo verrà liberato, oppure i meccanismi di repressione diventeranno più radicali.
Gli americani dovrebbero sperare nella prima soluzione.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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