martedì 21 marzo 2023

India: il prossimo fronte della guerra ai BRICS

 

 

di Tom Luongo

C'è molto di più da dire riguardo l'attuale guerra geopolitica rispetto a quello che ci viene detto che accade in Ucraina. Questo conflitto ha portato a una miriade di effetti e mosse a valle che sono altrettanto importanti rispetto al "semplice" accerchiamento di Bakhmut.

Per anni il jolly nell'Alleanza BRICS è stata l'India. La rivalità dell'India con la Cina, così come le sue complicate relazioni sia con la Russia che con l'Occidente, sono sempre servite per separare l'alleanza.

Durante gli anni di Trump la "I" nei BRICS, che sta per India, stava lentamente rientrando nell'orbita dell'Occidente e questo mi portava a pensare che quella "I" fosse in realtà l'Iran, soprattutto prima del COVID-19.

Oggi con l'ascesa di Lula alla presidenza del Brasile, i BRICS hanno, per ora, perso la "B" nella loro alleanza. Quindi, con tutti i discorsi sull'affermazione dei BRICS come forza economica e politica mondiale, la situazione è tutt'altro che risolta perché l'Occidente e la cricca di Davos non lasceranno che ciò accada senza combattere.

Il rapporto tra Russia e Cina domina i titoli dei giornali, con i principali funzionari statunitensi che minacciano la Cina, in particolare sul sostegno alla Russia. Queste minacce sono, ovviamente, reali, provenienti da persone come il segretario al Tesoro, Janet Yellen, e il segretario di Stato, Antony Blinken.

Allo stesso tempo, non sono nemmeno aperture a negoziati reali. Promesse di sospendere il bastone senza alcuna carota non rappresenta un'offerta di apertura, ma è un'offerta di chiusura. Quindi mentre la Yellen si recava a Kiev per garantire a Zelensky un accesso illimitato ai fondi dei contribuenti statunitensi mentre l'amministrazione Biden esitava su come affrontare la situazione a E. Palastine, Ohio, abbiamo capito quali fossero le priorità della nostra leadership.

Vincere la guerra geopolitica deve avere la precedenza su tutto il resto, anche se a guerra finita non rimarrà più un vero "Paese".

C'è un detto di Sun Tsu che è decisamente appropriato qui: “Un nemico malvagio brucerà la sua stessa nazione per governare sulle ceneri”.

Questo descrive perfettamente le azioni della Yellen, di Blinken e dei loro compagni di viaggio in Europa. So che questa non è una novità per chi ha letto il mio lavoro negli ultimi anni, sapete che li considero vandali, e non incompetenti, ma è importante tenerlo presente in ogni fase di questa marcia verso un conflitto mondiale.

Perché questo è il modo in cui anche la maggior parte delle nazioni BRICS e il loro crescente elenco di simpatizzanti vedono la situazione. La Russia lo ha reso abbastanza chiaro: lo hanno espresso Vladimir Putin, il suo ministro degli Esteri Sergei Lavrov e l'ex-primo ministro Dmitri Medvedev.

Più a lungo va avanti questo conflitto, più diventeranno irremovibili su questi punti. Lo stesso si può dire per la Cina e la sua leadership.

La Cina dice meno dei russi, ma fa di più con chi sceglie di parlare e quando. Le recenti visite del ministro degli Esteri, Wang Xi, a Mosca e Teheran hanno ulteriormente cementato una base triangolare di sostegno. Queste visite sono state effettuate in contemporanea con la convocazione dei guerrafondai a Monaco di Baviera; e no, non era un caso.

Né lo era la visita del premier Xi a Riyadh e ai principali vertici arabi, dove ha espresso sincere aperture per accoglierli nella sfera economica panasiatica. Non pensate nemmeno per un secondo che questi eventi non abbiano effetti a catena e si riverbereranno nelle capitali di tutto il mondo.

Abbiamo assistito a una serie di annunci importanti che sottolineano ulteriormente quanto sia avanti il progetto BRICS, con o senza il Brasile.

Questo mi riporta all'India. Il viaggio di Modi da persona con un piede in due staffe (Est e Ovest) a piantare saldamente i piedi con l'Oriente è stato interessante.

Se non abbiamo imparato almeno una cosa nell'ultimo anno di guerra in Ucraina, è che la maggior parte del mondo non è intimorita dalle minacce degli Stati Uniti. All'Iran chiaramente non importa; la Cina capisce che se la Russia cade militarmente, essa sarà la prossima; l'Arabia Saudita e il resto dell'OPEC+ comprendono chi sono realmente i loro futuri partner commerciali.

Per questo l'India è ora nel mirino della cricca di Davos. Sono l'ultima grande potenza rimasta nella regione in grado di poter ostacolare l'integrazione asiatica.

Lo stesso fine settimana della Conferenza sulla sicurezza di Monaco sono circolate notizie secondo cui nientemeno che George Soros era dietro agli attacchi al primo ministro Modi grazie a una relazione dell'Hindenberg Research. Hanno preso di mira uno dei grandi sostenitori finanziari di Modi, Guatam Adani, e William Engdahl ne ha parlato in dettaglio.

A gennaio la Hindenburg ha posato gli occhi su un miliardario indiano, Gautam Adani, capo dell'Adani Group e, secondo quanto riferito, l'uomo più ricco dell'Asia. Adani è anche il principale sostenitore finanziario di Modi. La fortuna di Adani si è moltiplicata enormemente da quando Modi è diventato Primo Ministro, spesso grazie a iniziative legate all'agenda economica di Modi.

Dalla relazione della Hindenburg del 24 gennaio, in relazione all'uso improprio dei paradisi fiscali offshore e alla manipolazione delle azioni, le società dell'Adani Group hanno perso oltre $120 miliardi in valore di mercato. L'Adani Group è il secondo più grande conglomerato in India. I partiti di opposizione hanno sottolineato che Modi è legato ad Adani ed entrambi sono amici di lunga data.

Ma Engdahl non si ferma qui. Lo collega in modo molto intelligente al discorso di George Soros a Monaco, sapete, quello per cui ha saltato la conferenza WEF di quest'anno a Davos. Soros si è indirizzato direttamente a Modi dicendo che i suoi giorni erano contati e che non è un "democratico".

Soros non fa più il timido su queste cose e vi sta dicendo cosa sta realmente facendo.

RT ha pubblicato un pezzo simile, molto più incentrato su Soros e sulla risposta del ministro degli Esteri indiano lo stesso giorno dell'articolo di Engdahl:

Soros ha dichiarato durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco che le accuse di frode contro il conglomerato multinazionale, guidato dal socio di lunga data del Primo Ministro, Gautam Adani, “indebolirebbero significativamente la  morsa di Modi sul governo federale indiano [...]. Potrei sembrare ingenuo, ma mi aspetto un risveglio democratico in India”.

Quei commenti non sono passati inosservati a Nuova Delhi, con Jaishankar che ha sparato contro il miliardario 92enne e attivista politico neoliberista. Il ministro degli Esteri ha descritto Soros come “un vecchio, ricco, supponente e pericoloso” perché è disposto a investire i suoi soldi nel “dare forma a ciò che dice”.

“Le persone come lui pensano che un'elezione sia buona se la persona che vogliono vince e, se l'elezione genera un risultato diverso, allora diranno che è una democrazia imperfetta”, ha aggiunto.

Per un altro punto di vista sullo stesso argomento, vi consiglio di leggere il pezzo di Andrew Korybko, il quale scava nella costruzione della campagna di propaganda contro Modi a partire dal NY Times, passando poi per il documentario della BBC e finendo con il discorso di Monaco di Soros.

La necessità di separare l'India dai BRICS è ora più forte che mai. La guerra in Ucraina sta raggiungendo la fase successiva mentre la Russia scaccia da Bakhmut ciò che resta dell'esercito ucraino e si apre la strada per stabilire il dominio logistico nel centro del Donbass.

Per questo motivo c'è una certa urgenza all'interno della cricca di Davos per sostenere non solo l'Ucraina, ma anche iniziare una nuova battaglia contro la Cina. Il tempo stringe sul vecchio sistema finanziario e la fine del LIBOR è vicina.

I cadaveri si stanno accumulando nella guerra della FED contro l'indebitamento senza limiti, tanti quanti sono quelli sul campo di battaglia nel Donbass. Gli attori maligni come Soros possono ancora avere la capacità di evitare queste cose ma, alla fine, sebbene possano mostrare forza in pubblico, in privato stanno andando fuori di testa.

Inoltre l'opinione globale sulla potenza dell'Occidente vista attraverso la lente della potenza russa è cambiata, in questo modo le decisioni della leadership asiatica saranno molto più facili.

Questi risultati sono essi stessi rivelatori dei pregiudizi all'interno delle popolazioni intervistate, specialmente nell'Occidente fortemente affetto da propaganda polarizzante. Ma i dati provenienti sia dalla Turchia che dall'India sono strabilianti e confermano la mia convinzione di lunga data: quando qualcuno si sarebbe finalmente opposto agli Stati Uniti e all'Europa, e fosse sopravvissuto, avrebbe cambiato radicalmente la psicologia del tabellone geopolitico.

Basta guardare quanto siano sfacciate le mosse della cricca di Davos, quanto stiano inondando i titoli dei giornali con crisi emergenti e bugie facilmente confutabili.

Alla luce di ciò, va notato quanto siano state inefficaci le mosse della cricca di Davos contro Modi e l'India. Le recenti elezioni regionali in tre importanti province indiane hanno lasciato la chiara impressione che l'influenza di Modi sulla politica elettorale sia ancora intatta.

Modi ha deciso di coinvolgere le province nord-orientali, normalmente ignorate dalla politica indiana, per rafforzare la sua presa sul potere in India. Questa è chiaramente la sua contromossa a qualsiasi cosa l'Occidente tenti di lanciargli contro.

Non sono un esperto di politica indiana, ma dai commenti che ho visto, questo apre la possibilità che Modi ottenga una super maggioranza nelle elezioni del prossimo anno. Indipendentemente dal fatto che ciò sia vero o meno, quello che sappiamo ora è che il prossimo anno sarà un campo minato mentre la cricca di Davos farà il possibile per rovesciare l'ennesimo governo che non controlla.

La domanda con cui vi lascio è: questa sarà un'altra Ungheria, dove i sondaggi vedevano Viktor Orban in una corsa serrata contro la coalizione "Chiunque-Ma-Non-Orban" della cricca di Davos, solo per vedere poi Orban raggiungere la sua più grande vittoria di sempre, oppure sarà il Brasile, dove la campagna contro Bolsonaro è stata abbastanza forte da rimuoverlo dal potere?


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lunedì 20 marzo 2023

Scaricare la patata bollente dei bailout

L'articolo di oggi, sebbene abbia diversi anni alle spalle, è stato proposto per prevista volontà di rispondere, dal punto di vista strettamente tecnico, a necessità conoscitive da parte di alcuni lettori che richiedevano una descrizione dettagliata di come funzionasse il sistema di saldo transfrontaliero conosciuto come TARGET2.

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di Philipp Bagus

Recentemente in Europa si è assistito ad un intenso dibattito sul cosiddetto sistema TARGET2 (Trans-European Automated Real-time Gross Settlement Express Transfer System 2), ovvero il sistema congiunto di compensazione lorda della zona euro.[1] Le interpretazioni di questo meccanismo sono state alquanto divergenti. Alcuni economisti, tra i quali in particolare Hans-Werner Sinn, hanno sostenuto che il TARGET2 fungerebbe come una sorta di sistema di salvataggio tra i paesi della Unione monetaria. Altri hanno invece negato questa tesi con particolare veemenza. Jürgen Stark della Banca Centrale Europea (BCE) è arrivato persino ad affermare che chiunque sostenga la tesi del sistema di salvataggio meriterebbe di perdere la propria reputazione e credibilità di serio studioso accademico.

Non c’è alcun dubbio che gli addebiti e gli accrediti del TARGET2 siano aumentati progressivamente a partire dallo scoppio della crisi finanziaria: mentre i paesi periferici non hanno fatto che accumulare debiti, ad aprile 2012 la Bundesbank è giunta a vantare crediti per €644 miliardi, circa €8,000 per cittadino tedesco.

La questione interessante che ci proponiamo di investigare è quindi la seguente: il TARGET2 costituisce davvero un sistema di salvataggio occulto per continuare a finanziare standard di vita che i paesi della periferia non potrebbero altrimenti permettersi?

Cominciamo la nostra analisi con il semplice esempio di due individui che regolano i propri pagamenti attraverso una unica banca.

La persona A vende un bene o un servizio alla persona B per €100. Secondo termini usati nel commercio internazionale potremmo affermare che A gode ora di un avanzo di partite correnti mentre B si ritrova in posizione di disavanzo. Poniamo che B effettui il pagamento della transazione commerciale andando a debito con la banca. Mentre Il soggetto A si ritrova tra gli attivi un credito bancario di €100, B ha semplicemente un debito verso la banca pari a €100. I rapporti di debito sono rappresentati dalle frecce piene che puntano nella direzione del debitore.

Il soggetto A in sostanza ha accumulato un pò di soldi nella propria banca che nel futuro prevede di utilizzare, ipotizziamo, come fondo per la propria pensione. Il soggetto B, invece, è nella situazione di dover produrre qualcosa di valore in modo da poter estinguere definitivamente il proprio debito. Possiamo immaginare che in futuro A venga ripagato proprio dalla produzione di un flusso di beni reali prodotti da B (e tali eventualmente da garantirgli la pensione futura).

Per A è importante che il prestito concesso dalla banca a B sia garantito da un bene collaterale, quale ad esempio un titolo finanziario con elevato rating creditizio o un immobile. Qualora tale prestito non poggiasse su garanzia alcuna, infatti, potrebbero sorgere dei problemi. Poniamo infatti che B muoia senza lasciare nulla. Se la banca non avesse alcun modo di rivalersi su un bene collaterale lasciato a garanzia, tale da compensare il prestito diventato inesigibile, si ritroverebbe in stato di insolvenza. Il soggetto A, a sua volta, vanterebbe un credito nei confronti di una banca insolvente (sempre sotto l’ipotesi semplificativa che gli unici clienti della banca siano solo i soggetti A e B).

Naturalmente, qualora la banca godesse del privilegio di stampare banconote (a corso legale), potrebbe evitare la bancarotta semplicemente ripagando A con denaro di nuova produzione. A verrà rimborsato al valore nominale di 100, ma in sostanza, nel nostro caso esemplificativo, attraverso un credito inutile: B non ha prodotto nulla ed essendo deceduto non potrà più produrre nulla per poter realmente estinguere il proprio debito con un bene reale. Qualunque uso possa fare A della carta appena stampata, il suo tenore di vita è destinato ad abbassarsi: la sua ricchezza adesso trova infatti corrispettivo in un semplice pezzo di carta e non più nella capacità di B di produrre qualcosa di reale.

Supponiamo ora che A viva in Germania e B viva in Spagna. Inoltre, introduciamo la Commerzbank come la banca tedesca di A, ed il Banco Santander come la banca spagnola di B. Inoltre, aggiungiamo le due corrispettive banche centrali nazionali e la BCE.

Supponiamo ancora una volta che A esporti beni per €100 vendendoli a B. Una volta effettuato il pagamento, A riceve un credito nei confronti della Commerzbank. In parole più semplici il conto bancario di A aumenta di un importo pari a €100. B invece prende €100 in prestito dal Banco Santander (in alternativa avrebbe potuto attingere dal proprio conto di deposito presso il Banco Santander). La Commerzbank riceve un credito nei confronti della Bundesbank (o riduce il suo rifinanziamento presso di essa), mentre il Banco Santander aumenta il proprio rifinanziamento con la Banca di Spagna (o riduce le proprie riserve in eccesso).

A livello di banche centrali, la Bundesbank riceve un credito nei confronti della BCE, mentre la Banca di Spagna si ritrova con un debito di pari importo. Sostanzialmente, alla base di questa procedura, abbiamo una importazione di merci in Spagna finanziata dal Banco Santander attraverso la creazione di nuovo denaro sotto forma di prestito al soggetto B. La creazione di moneta si concretizza nell’accensione di un debito TARGET2 per la Banca di Spagna e di un credito TARGET2 invece per la Bundesbank.

Proviamo a confrontare il metodo TARGET2 con il finanziamento alle importazioni che avverrebbe nel contesto di un gold standard. In entrambi i sistemi, gli avanzi commerciali possono essere finanziati da equivalenti importazioni di capitale privato: vale a dire A, o la Commerzbank, acquistano un bond da B. Tuttavia, mentre in un gold standard, e in assenza di finanziamento da parte di capitali privati, l’importazione dovrebbe necessariamente essere pagata attraverso un trasferimento di oro fisico, nel caso dell”Eurosistema gli avanzi commerciali possono trovare contropartita nella semplice produzione di crediti verso la BCE.

In parole più semplici, invece dell’oro, la Bundesbank riceve crediti TARGET2. Mentre in un gold standard il pagamento delle importazioni (se non finanziato da prestiti privati) troverebbe un limite fisico nei deflussi di oro, nel sistema attuale non esiste alcun limite ai crediti TARGET2 che possono essere prodotti ed accumulati. Ancora in altre parole i disavanzi commerciali possono essere finanziati senza alcun limite dalla creazione di crediti e debito in Euro nei confronti della BCE.


Come si estinguono quindi i debiti ed i crediti creati nel meccanismo TARGET2?

Crediti e debiti vanno in compensazione se A importa da B o se B vende un’obbligazione ad A o prende in prestito sempre da A sul mercato dei capitali. Non ci sarebbe niente da rivendicare nei confronti di un finanziamento effettuato attraverso prestiti od obbligazioni private. I debiti TARGET2, tuttavia, non sono prestiti privati, ma equivalgono a prestiti pubblici effettuati dalle banche centrali. Senza TARGET2, qualche soggetto economico residente in Spagna dovrebbe finanziare il proprio deficit commerciale ricorrendo agli investitori privati e pagando in tal modo tassi di interesse potenzialmente più alti, soprattutto qualora non fosse in grado di fornire adeguate garanzie a fronte di tali prestiti.

In questo senso, il sistema TARGET2 equivale in realtà ad un piano di salvataggio nei confronti di un sistema economico non competitivo caratterizzato da prezzi troppo elevati. Grazie a questo meccanismo di salvataggio, il paese in questione non ha bisogno di deregolamentare il mercato del lavoro o di ridurre la spesa pubblica al fine di aggiustare i prezzi interni, esso può continuare a spendere mantenendo non competitiva la propria struttura economica.

Ma quindi, i debiti ed i crediti TARGET2 potrebbero non trovare mai effettiva estinzione? Sorprendentemente è proprio così: non vi è né un limite ai valori del TARGET2, né i debiti accumulati giungono mai al punto da dover essere pagati. Diversamente, nel sistema americano della Federal Reserve i debiti trovano garanzia nei crediti in oro e ogni anno i saldi vengono regolati. Se la Federal Reserve Bank di Richmond ha un debito con la Federal Reserve Bank di New York, la prima salderà il proprio conto tramite l’invio dei certificati d’oro alla seconda.[2]

L’Eurosistema non solo consente il finanziamento dei disavanzi commerciali tramite creazione di moneta dal nulla; ma consente anche la “fuga di capitali.” Nella situazione attuale, un default del governo greco manderebbe in bancarotta il proprio sistema bancario. Al fine di non incorrere in una perdita, i depositanti greci hanno inviato e stanno inviando i loro soldi dai conti presso le banche greche sui conti aperti nelle banche della Germania e di altri paesi. Attraverso questo trasferimento, la banca greca perde riserve mentre quella tedesca le aumenta. La banca Greca aumenta il rifinanziamento presso la propria banca centrale nazionale (ad esempio, riceve denaro di nuova creazione), mentre la banca tedesca può diminuire i propri prestiti dalla Bundesbank. La Bundesbank guadagna un credito TARGET2, la Banca di Grecia un debito TARGET2. Se il governo Greco va in default, e la Banca di Grecia va in default a causa dei propri debiti accumulati, le perdite si rifletteranno sul bilancio della BCE. Quindi, il rischio di un default della Grecia è ora condiviso dai risparmiatori tedeschi attraverso il credito TARGET2.


Qual è l’essenza dei bilanci TARGET2?

I crediti TARGET2 in ultima analisi rappresentano dei crediti avanzati dai risparmiatori, mentre i debiti TARGET2 rappresentano debiti di aziende, governi e singoli individui. I conti TARGET2 sono di fatto una conseguenza di una redistribuzione di ricchezza in corso e di un salvataggio a favore dei paesi più deboli. I conti TARGET2 in questo senso rispecchiano le dinamiche della tragedia dell’euro, vale a dire, la monetizzazione dei deficit pubblici.

Prendiamo l’esempio seguente. Una banca spagnola crea nuovo denaro per comprare un titolo del governo spagnolo. Ciò permette al governo iberico di mantenere invariata la spesa pubblica posticipando le dovute riforme del mercato del lavoro. Potrebbe persino aumentare i salari del settore pubblico ed i sussidi di disoccupazione. La competitività dell’economia spagnola di fatto è ostacolata da salari troppo elevati e genera un deficit commerciale quando ad esempio un ministro spagnolo acquista una vettura tedesca.

In principio, il deficit commerciale potrebbe essere finanziato da entità private, per esempio, da prestiti dalle banche tedesche alle banche spagnole. Dopo qualche tempo però le banche spagnole faranno fatica a trovare nuovi collaterali. I debiti statali crescenti e l’eccessivo indebitamento del settore privato riducono la qualità del debito spagnolo come garanzia. Ad un certo punto, gli investitori privati smetteranno di continuare a finanziare sia le banche spagnole sia il deficit commerciale spagnolo in quanto non riescono più a ottenere buone garanzie (di fatto abbiamo già oltrepassato questo punto).

Eppure, grazie al TARGET2 la festa può continuare. Le banche spagnole possono utilizzare cattive garanzie (come i titoli di stato spagnoli) e rifinanziarsi presso la Banca di Spagna, che accetta i titoli di stato spagnoli come garanzia per nuovi prestiti. Come risultato di questa monetizzazione indiretta dei titoli di stato, i debiti del TARGET2 presso la BCE aumentano. I cattivi rischi (le garanzie fornite a collaterale) vengono spostati all’Eurosistema e socializzati. Il TARGET2 consente in tal modo di finanziare il deficit commerciale attraverso prestiti bancari centrali.

Non solo i debiti pubblici possono essere monetizzati attraverso l’Eurosistema e il loro rischio socializzato attraverso il TARGET2, ma ciò può verificarsi anche per i debiti privati. Questa possibilità è aumentata soprattutto a partire dal mese di febbraio 2012, quando la BCE ha permesso alle banche centrali nazionali di determinare a proprio rischio e pericolo le garanzie idonee per i prestiti delle banche centrali.[3] A seconda delle regole determinate per i collaterali, una banca spagnola può ora fare un prestito ad un’impresa spagnola di modo che essa possa importare beni e servizi dalla Germania. La banca spagnola può fornire il prestito concesso all’importatore come garanzia per ottenere un nuovo prestito dalla Banca di Spagna (naturalmente, applicandovi uno sconto). In questo modo, il prestito privato (in questo caso utilizzato per il consumo), viene monetizzato. Come conseguenza avremo ulteriori debiti TARGET2 per la Banca di Spagna e ulteriori crediti TARGET2 per la Bundesbank.


Quali sono esattamente i rischi per un Paese in credito TARGET2 come la Germania?

Se la Grecia abbandonasse l’Euro, molto probabilmente finirebbe con il non pagare i propri debiti alla Banca Centrale Europea con oro o beni reali. La BCE subirebbe pertanto una perdita, e attraverso il contributo in conto capitale di ciascuna banca nazionale, il 27% di tale perdita ricadrebbe sulla Bundesbank. Se anche altri paesi lasciassero l’euro, la perdita sarebbe molto più elevata. Nel caso opposto di una uscita tedesca dall’Euro, la Bundesbank subirà perdite importanti nel caso la nuova valuta tedesca si apprezzasse, in quanto gli asset principali della Bundesbank diventerebbero ora dei semplici crediti TARGET2 denominati in Euro. Oltretutto, i restanti paesi della zona euro potrebbero persino opporsi al pagamento dei debiti TARGET2.

La liquidazione dei crediti TARGET2 si trasformerebbe quindi una perdita reale? Se prendiamo il nostro esempio iniziale dei due individui con una banca di compensazione, la conclusione è semplice. Se B andasse in default, la banca fallirebbe ed A perdebbe i propri soldi. Lo stesso accadrebbe nel caso dell’Eurosistema. Se i governi della periferia andassero in default, le loro banche fallirebbero, le banche centrali nazionali farebbero la stessa fine e anche la BCE fallirebbe. La Bundesbank vanterebbe quindi un credito TARGET2 su una BCE insolvente e si troverbbe anch’essa in stato di bancarotta. La Commerzbank perdebbe i propri crediti nei confronti della Bundesbank (o non verrebbe più rifinanziata) ed anch’essa andrebbe in default. Alla fine della catena il soggetto privato tedesco rimarrebbe con un pugno di mosche in mano.

Lo scopo dei salvataggi dei paesi periferici come la Grecia è pertanto quello di mantenere viva l’illusione che i risparmiatori tedeschi o quelli di altri paesi non subiscano alcuna perdita.

Possono la BCE o la Bundesbank andare davvero in bancarotta? Non potrebbero sempre pagare stampando semplicemente più soldi? Sì, di fatto la BCE è in grado di pagare i propri conti producendo dal nulla nuove quantità di denaro. Tuttavia, la creazione di denaro dal nulla non toglie il fatto che la ricchezza svanirebbe nel momento in cui la periferia fallisse. E’ come se B non fosse più in grado di pagare il proprio debito con beni reali a causa del proprio decesso. Il soggetto A riceverà nuovo denaro di carta dalla propria banca, ma questo non sarà sufficiente per garantirgli la pensione come invece era nei suoi piani. Purtroppo, finché la periferia europea rispetto alla Germania continua a rimanere in condizioni di inferiorità competitiva, essa non sarà capace di produrre sufficienti beni reali per saldare i crediti tedeschi TARGET2. Molto probabilmente, il valore reale di quel credito è già svanito per sempre. Pensare che possa rappresentare vera ricchezza è un’illusione che si concluderà in uno dei tre seguenti modi.

Il primo caso sarebbe quello inflazionistico: la BCE produce nuovo denaro al fine di mantenere il sistema a galla.

Il secondo caso sarebbe quello di un default della periferia a causa del quale la qualità degli asset della BCE verrebbe compromessa e il suo capitale bruciato. La BCE perderebbe la capacità di poter ridurre la quantità di moneta in circolazione per difendere il valore dell’Euro. La BCE in altre parole non avrebbe più alcun asset buono da vendere sul mercato in quanto il valore di quegli asset sarebbe già crollato. In tale scenario si correrebbe il rischio di una perdita totale di fiducia nella valuta europea, in primo luogo sui mercati valutari internazionali, e quindi internamente. Il valore della divisa potrebbe collassare ponendo fine all’illusione di ricchezza dei risparmiatori e dei possessori di euro.

Il terzo caso sarebbe quella di ricapitalizzare la BCE trasferendole asset di alta qualità. La BCE potrebbe quindi utilizzare questi nuovi asset per conservare la fiducia nell’Euro e difenderne il valore. La ricapitalizzazione, naturalmente, richiedebbe anche un’espropriazione di ricchezza a danno dei cittadini tedeschi e di quelli di altri paesi. Dopo l’inflazione e il default, l’espropriazione fiscale sarebbe la terza alternativa in grado di porre fine all’illusione di ricchezza fin qua generata artificialmente.


TARGET2, Eurobond, Meccanismo di Stabilità Europeo: qual è la differenza?

Gli Eurobond sarebbero emessi congiuntamente e garantiti da tutti i 17 membri dell’Eurozona, tuttavia la loro effettiva emissione ha incontrato pareri molto controversi. Per esempio, il governo tedesco si è sempre opposto con veemenza a tale progetto. D’altro canto il governo Tedesco non si è mai davvero opposto al TARGET2. Il TARGET2 è solo il riflesso del sostituto di un salvataggio. Quando i governi emettono bond che vengono comprati dalle loro banche per finanziare un disavanzo commerciale, il risultato è un debito TARGET2. Gli squilibri del TARGET2 sono solo il dato più evidente che gli euro creati nella periferia siano stati utilizzati per pagare le merci provenienti dall’estero.

Il Meccanismo di Stabilità Europeo (ESM) è un altro sostituto degli Eurobond, poiché l’ESM può concedere prestiti a governi in difficoltà emettendo titoli garantiti collettivamente. La differenza tra i tre strumenti è solo di grado. C’è un maggiore controllo parlamentare sugli Eurobond o sull’ESM. Nell’ESM, i paesi creditori hanno un maggiore controllo sui salvataggi rispetto agli Eurobond. Anche le differenze tra i tassi di interesse sono più pronunciate con l’ESM rispetto agli Eurobond. La BCE vuole spostare l’onere del salvataggio dal TARGET2 all’ESM. I governi preferiscono nascondere le perdite sui contribuenti il più a lungo possibile e preferiscono che la BCE alimenti i deficit.

In conclusione, tutti e tre i dispositivi servono come sistemi di salvataggio e di fatto danno forma ad una Unione europea dei trasferimenti già esistente.


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Note

[1] La migliore introduzione ed analisi del TARGET2 può essere trovata in Stefan Homburg, “Anmerkungen zum Target-2-Streit,” Wirtschaftsdienst, volume 91, numero 3 (2011): pp. 536–530. La nostra analisi ed i grafici seguono strettamente la linea di ragionamento di Homburg.

[2] Almeno queste regole appaiono nel manuale di contabilità della Federal Reserve. Sembra, però, come se la FED abbia sospeso in ultima analisi i ripagamenti. Consultare Michiel Bijlsma e Jasper Lukkezen “Target-2 of the ECB vs. Interdistrict Settlement Account of the Federal Reserve” (2012).

[3] Jens Weidmann ha criticato la modifica delle norme di garanzia e ha chiesto garanzie per i debiti TARGET2 nel mese di Marzo 2012. Tuttavia, solo le banche centrali ed i governi sono in grado di fornire buone garanzie come l’oro per i debiti TARGET2. La maggior parte delle banche non ha più buone garanzie. Altrimenti le avrebbero utilizzate per rifinanziarsi sui mercati privati e non attraverso l’Eurosistema con i suoi standard collaterali bassi.

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venerdì 17 marzo 2023

The Whale e l'eutanasia della classe media

 

 

di Francesco Simoncelli

I film, per quanto mi riguarda, sono una buona fonte d'ispirazione. La cinefilia è una delle mie passioni durante il tempo libero e devo ammettere che alcune pellicole meritano d'essere citate anche per descrivere aspetti sociali molto più ampi rispetto all'intento (probabile) originale del regista. Non è un caso, infatti, che sul blog trovate il tag "cinema". Di recente ho potuto ammirare l'ultima opera del regista Aronofsky, il quale aveva già dato prova di non essere un semplice mestierante ma di "avere qualcosa da dire". Ecco è quest'ultimo dettaglio che permette a determinati artisti di emergere rispetto ad altri e di venire apprezzati per le capacità che riversano nei loro affreschi cinetici. Darren Aronofsky, infatti, aveva stupito con L'albero della vita e Il cigno nero, ma ritengo che il suo estro sia stato consacrato con il fenomenale Madre!. Se nei primi due la linearità della narrazione presentava al pubblico opere di potere magnetico straordinarie, soprattutto il secondo dove l'intensità dello sguardo finale della Portman sfonda la quarta parete e fa a pezzi la psiche dello spettatore, nel terzo l'ermetismo e la metafora dell'ispirazione trattano con maestria il duro lavoro di chi ha fatto della proliferazione delle idee la sua professione. È un eccitante compito di costruzione, ma, poi, quanto si deve dare al pubblico e quanto si deve essere originali? Esseri "servi" di chi guarda o legge, oppure presentare sempre e comunque i propri punti di vista con tutte le conseguenze del caso (soprattutto essere incompresi)? Inutile dirlo, questo è un dilemma che attanaglia sempre i creatori di contenuti.

Nonostante nella sua nuova pellicola, The Whale, si torni alla linearità della narrazione, ciò non la rende meno intensa e apprezzabile rispetto alle altre. La prova è il fatto che sono qui a scriverne. Il film narra la storia di Charlie, un uomo di mezza età affetto da grave obesità e che, arrivato molto probabilmente al capolinea della sua vita, vuole redarre il suo testamento. Sì, The Whale è la storia toccante di un suicidio. Le ultime volontà del protagonista non vengono incise su carta, come canonicamente accade, ma nella ricostruzione (o il tentativo) dei rapporti con quelle persone che più ritiene importanti. I movimenti di macchina non anticipano gli attori, ma li accompagnano sottolineando l'imparzialità del regista che narra la storia. La fotografia poi, per quanto possa essere cupa e claustrofobica per far immedesimare ancor di più lo spettatore, non tanto nel problema fisico del protagonista, ma nello stato d'animo dello stesso, è studiata per sorprenderlo al "momento giusto". Tecnicamente superbo, quindi.

Ma qual è il tema che m'ha spinto a parlarvene, cari lettori? Sebbene il seguente non sia uno SPOILER importante della trama, resta sempre un elemento cardine del susseguirsi degli eventi e di conseguenza potrebbe essere inteso come tale. Chi ancora non ha visto il film, e sì, al di là delle pubblicità superficiali che se ne fanno a riguardo vale davvero la pena andare al cinema (chi ancora avesse dubbi a riguardo è pregato di vedere Hugo Cabret di Scorsese), può adesso saltare la lettura di questa sezione e andare direttamente alla prossima.

A un certo punto della trama scopriamo che Charlie, il protagonista e interpretato da Brendan Fraser, ha una figlia e con la quale vorrebbe ricostruire un rapporto visto che l'aveva abbandonata alla tenera età di otto anni. Spesso si dice che da tanto amore, se infranto, può nascere un odio proporzionale, e molto probabilmente questo è il caso della figlia di Charlie, Ellie e interpretata da Sadie Sink. Lei, infatti, riversa in ogni aspetto della sua vita astio, rancore e rabbia... soprattutto in tutto ciò che riguarda le relazione dirette e indirette col padre, come la letteratura ad esempio visto che Charlie è un insegnante. Una nota a margine deve essere dedicata alla trattazione che se ne fa di Moby Dick di Melville, visto che viene inquadrato dagli occhi di un'adolescente che, a causa di rancori personali e incapacità della scuola di stimolarne il pensiero critico, lo ritiene spazzatura. L'opera di Melville è in realtà un trattato su Dio e l'uomo, e questo Aronofsky lo sa dato che la tematica religiosa era già stata presentata in Madre! e L'albero della vita. Infatti, in una scena iconica di The Whale, quando Charlie capisce che deve uscire dagli schemi canonici della scuola moderna se davvero vuole essere un vero insegnante, in un moto di rabbia suggerisce alla sua classe di mandare al diavolo i canoni estetici ed effimeri richiesti dalla maggior parte dei professori e pensare con la propria testa. Ovverosia, essere onesti e sinceri, e se qualcosa non piace dirlo apertamente.

Su queste pagine tale critica è stata trattata molte volte attraverso gli scritti del grandissimo John Taylor Gatto, ma non è con la rabbia che deve essere affrontata (come invece fa Charlie), bensì con consapevolezza. È giusto incentivare onestà e sincerità in ambito istruttivo, ma è altrettanto istruttivo arrivare a chiedersi “Ma cosa vuole dirMI l'autore?”. In questo modo, cari lettori, capirete istintivamente se gli artisti con cui vi interfacciate hanno davvero qualcosa da dire oppure no, e allora sì che possono essere relegati nella pattumiera della letteratura. Non è un caso che tempo fa, su queste pagine, anche io abbia rielaborato in chiave economica il capolavoro di Melville.

Ma ritorniamo all'ispirazione che ha dato vita a questo mio pezzo. Per convincere la figlia a stare in sua compagnia, e quindi tentare di ricucire un rapporto lacero, Charlie le offre in cambio tutti i suoi risparmi: la "bellezza" di circa $100.000. Cruciale la seguente battuta: “Tanto io li spendo solo per il cibo e pochissime altre cose”. Al di là delle motivazioni sentimentali, genitoriali ed emotive, al giorno d'oggi una persona deve arrivare praticamente a morire se vuole essere un risparmiatore. Infatti Charlie sa benissimo quanto gli verrebbero a costare le cure mediche di cui avrebbe bisogno e decide quindi di rinunciarvi. Non solo, ma egli fa parte della classe media visto che, oltre ad avere un lavoro come tale, è proprietario dell'abitazione in cui vive. Per quanto egli voglia suicidarsi per ragioni personali, in realtà "viene suicidato" a livello economico da un sistema monetario fiat che gli impedisce d'essere un latore di benessere e prosperità attraverso il risparmio. Anzi, è costretto a essere un risparmiatore forzato a causa della manomissione dei segnali economici da parte dei pianificatori centrali: in un contesto in cui tassi artificialmente bassi hanno spinto investimenti improduttivi e inflazione dei prezzi erode progressivamente il potere d'acquisto di chi utilizza la valuta fiat, la classe media viene silenziosamente derubata a livello economico e ciò ha inevitabili ripercussioni sulla sfera sociale. Rabbia, nevrosi e irrequietezza imperversano in tutta la pellicola di Aronofsky, così come accade nella vita reale, e la maggior parte delle persone non riesce a capire da dove derivi questa ondata di sentimenti negativi.

Da dove deriva? Dall'incomunicabilità tra individui, che non è solo a livello sociale ma soprattutto a livello economico. La valuta scoperta usata oggi negli scambi impedisce una comunicazione onesta e genuina, impedendo così un flusso sostenibile di segnali economici e di conseguenza un'allocazione corretta delle risorse economiche scarse. A cascata si sviluppano deformazioni nella struttura di produzione che infine portano a situazioni economiche insostenibili per lo status quo, ma che vengono forzatamente tenute in piedi per motivi clientelari. Una staticità imposta a un processo di mercato che invece è dinamico. I processi di aggiustamenti, come Charlie che cerca di risparmiare rinunciando a quasi tutto, sono il tenace tentativo del libero mercato di correggere le deformazioni introdotte dalla pianificazione centrale e dal suo interventismo. Inutile dire che i keynesiani considererebbero Charlie come un "disgustoso" accaparrattore e ironizzerebbero sulla sua stazza proprio per portare avanti tale punto. D'altronde era così che Keynes sostanzialmente giustificava la cosiddetta "eutanasia del redditiero" e Charlie, oggi, è la vittima perfetta di questo assassinio.


CHARLIE, “DISGUSTOSO” REDDITIERO

Il protagonista di The Whale, infatti, è il protoipo perfetto della classe media, la quale viene attualmente saccheggiata affinché l'apparato di comando/controllo costituito dall'accoppiata banche centrali e stati possa continuare a sopravvivere. Keynes, per giustificare tale sopravvivenza, se ne uscì con il cosiddetto Paradosso della parsimonia, dove affermava che se gli individui nell'economia nel suo insieme cercano di aumentare il risparmio aggregato, non solo non avranno successo, ma potrebbero anche ridurre la produzione aggregata, il reddito e l'occupazione. Questo perché un aumento del risparmio a un dato livello di reddito aggregato significa una diminuzione del consumo e, con una diminuzione del reddito aggregato, le persone avranno più difficoltà a risparmiare, implicando una conseguente diminuzione dei risparmi aggregati nell'economia. Secondo Keynes: “Ogni tentativo di risparmiare di più riducendo i consumi influirà sui redditi a tal punto che il tentativo fallirà necessariamente da solo”.[1] Secondo questo modo di pensare, mentre il risparmio può aprire la strada alla ricchezza per un individuo, se la nazione nel suo insieme decide di risparmiare di più, il risultato può essere la povertà per tutti.[2] Da qui la giustificazione per le autorità, monetarie e fiscali, affinché rendano disponibile "capitale" a buon mercato in modo tale da "stimolare" l'attività economica, cosa che, nel processo, diluisce il potere d'acquisto della valuta di riferimento e crea carenze (artificiali) diffuse.

L'intervento sistematico del sistema bancario centrale è causa dei ricorrenti cicli di boom/bust. Ad esempio, quando si percepisce che l'economia non si espande "abbastanza rapidamente", la banca centrale allenta la sua posizione monetaria e questo alimenta l nascita di bolle insostenibili. Il boom risultante è in realtà un'allocazione errata delle risorse economiche scarse. A causa dei tassi d'interesse artificialmente bassi, le imprese decidono d'avviare vari progetti che prima della politica monetaria accomodante non erano considerati fattibili. Una volta che il boom viene percepito come "troppo forte", la banca centrale restringe la sua posizione monetaria e ciò va ad intaccare principalmente suddetti progetti innescando il processo di bust. Una volta che la crisi diventa troppo "dolorosa", la banca centrale allenta nuovamente la sua posizione monetaria, mettendo in moto un nuovo boom. Pertanto il processo d'intervento sistematico del sistema bancario centrale genera nuovi boom a cui seguono, poi, i bust.[3]

Il risparmio, infatti, è arrivato a essere considerato, nell'accezione comune, come una perdita dato che indebolisce il flusso della spesa e di conseguenza la crescita economica complessiva. Ma non è così. Quando un agricoltore produce dieci pomodori e ne mangia uno, il suo risparmio è di nove pomodori. Con i pomodori risparmiati, poi, può decidere di farci ciò che vuole: usarli per sostenersi durante la settimana successiva, scambiarne alcuni con altri beni di consumo, oppure scambiarli con beni di capitale che miglioreranno la sua semina. In quale fase di questo processo il risparmio causa una "perdita" e, quindi, un calo dell'attività economica? Al contrario, il risparmio è proprio ciò che sostiene l'attività economica.

Quando l'agricoltore scambia il suo pane con sedie o maglie, ad esempio, accresce il suo benessere e quello del calzolaio o del falegname. Sono i pomodori risparmiati che sostengono la sussistenza di quest'ultime due figure, permettendo loro di continuare a produrre ciò che meglio producono (es. vantaggio comparato). Inoltre se l'agricoltore decide di scambiare i suoi pomodori con beni di capitale che migliorano la qualità della sua coltivazione, la produttività sarà la prima cosa che ne beficierà e, quindi, la quantità di prodotti che successivamente potrà offrire sul mercato. In parole povere, l'agricoltore potrà  risparmiare di più e acquisire una maggiore varietà di beni e servizi. Anche se "tutti" decidessero di aumentare il proprio livello di risparmio, come ciò potrebbe abbassare il ritmo dell'attività economica? In realtà una maggiore produzione di beni non farebbe altro che sostenere una maggiore domanda di beni, dopotutto quando un agricoltore produce i suoi beni di consumo agricoli non li usa tutti per il suo consumo personale. La maggior parte viene scambiata con altri beni e servizi di cui ha bisogno e, quindi, la sua produzione gli consente di acquisire altri beni e servizi.

Quando, poi, un qualsiasi produttore di un bene di consumo scambia i suoi beni risparmiati con denaro, fornisce comunque all'altro produttore i suoi beni risparmiati. Il denaro ricevuto da quest'ultimo è interamente coperto dalla sua produzione non consumata. Ogni volta che le persone acquistano beni di capitale, come i macchinari, trasferiscono denaro a quegli individui che li fabbricano ed essi possono scegliere se scambiarlo con beni di consumo o servizi. Chi presta i propri servizi come fa Charlie attraverso la sua attività d'insegnante, e che riceve il denaro, potrebbe a sua volta scambiarlo con beni di consumo e servizi, ecc. Senza il mezzo di scambio indiretto non potrebbe esserci alcuna economia di mercato sofisticata e quindi nessuna divisione del lavoro, tuttavia è utile ricordare anche che il mezzo di scambio non è il mezzo di pagamento: gli individui pagano con i beni e i servizi che producono, non pagano con il denaro in quanto tale. Il denaro facilita solo i pagamenti e consente di scambiare i beni di uno specialista con i beni di un altro specialista.

Tramite il denaro un individuo può incanalare il risparmio, cioè i beni di consumo non consumati, verso altri individui, il che a sua volta consente l'ampliamento del processo di creazione di ricchezza reale: “Il denaro, di per sé, non può essere consumato e non può essere utilizzato direttamente come bene nel processo produttivo. Il denaro di per sé è quindi improduttivo; è stock morto e non produce nulla”.[4]


ABBONDANZA ILLUSORIA, CARENZA REALE

Ora vediamo le implicazioni di quanto detto finora nel mondo reale. Prendiamo ad esempio il caso italiano, dove possiamo notare dalle più recenti statistiche che il reddito disponibile personale è rimasto su un percorso rialzista costante e sostenuto. Di conseguenza questo semplice fatto potrebbe portare a pensare che gli individui hanno a disposizione risorse monetarie non indifferenti grazie alle quali poter permettersi di sopperire alle difficoltà fiscali dello stato italiano. Questo, inutile dirlo, significa avvalorare le proiezioni del DEF secondo cui sono veritiere le aspettative di entrate in ascesa per sopperire a una spesa pubblica cavalcante.

Reddito disponibile personale in Italia. Fonte: Trading Economics

Certo, il reddito disponibile è aumentato nell'aggregato, e questo è quello che si vede... cos'è che non si vede? Inutile dire che la spesa al consumo è ritornata ai livelli pre-crisi sanitaria, quindi una buona parte del reddito deve per forza di cosa ricadere in questa voce per sostenere la vita delle persone. Parallelamente a questo fatto c'è quello legato al risparmio personale, il quale, in soli due anni, è crollato da circa il 20% a circa il 7%. E vorrei soffermarmi sulla rapidità di questa discesa, perché dagli anni 2000, dove si attestava inizialmente a circa il 14%, ha impiegato una decina d'anni prima di arrivare a un minimo di circa il 6%. La velocità con cui è colato a picco questo parametro è a dir poco sconcertante, data l'importanza che esso ha nel tessuto economico come spiegato nella sezione precedente. Quindi, a parte la breve e momentanea parentesi del lockdown, gli italiani sono tornati al loro vecchio modus operandi: vivere di busta paga in busta paga

Risparmio personale in Italia. Fonte: Trading Economics

Non solo, ma a ciò s'è aggiunto il problema dell'inflazione dei prezzi a doppia cifra. Anche qui, i media generalisti si fermano solo a "ciò che si vede": l'inflazione (dei prezzi) generale è in discesa questo mese. Poi, però, se si vanno a guardare le singole voci, ci sono aumenti a DOPPIA cifra (soprattutto nei beni alimentari!). Senza contare che la tendenza dei prezzi al consumo di fondo rimane in ascesa, parametro che fino all'altro giorno era considerato sacro in quanto a precisione statistica. Ma al di là di ciò, il paravento del calo generale viene attribuito alle bollette... o almeno al loro presunto calo. A parte il fatto che la materia energetica, in particolare il gas, è ancora 4 volte superiore alla media in passato, e probabilmente si assesterà intorno ai €30 prima di ripartire, dal mese prossimo scattano i rinnovi delle tariffe contrattuali e lì gli aumenti sono consistenti. Ancora una volta, quindi, la statistica ufficiale deve sgonfiare artificialmente la situazione e confondere intenzionalmente le acque per dare l'impressione che tutto vada bene.

Prezzi al consumo di fondo in Italia. Fonte: Trading Economics

Quel che rimane del reddito personale disponibile, poi, deve essere ulteriormente dirottato a ripagare i debiti che nel corso del tempo sono stati contratti dagli italiani. Si passa dalla semplice rata per comprare beni di consumo a quella del mutuo per una casa, ma la realtà è che l'indebitamento da parte delle famiglie italiane è arrivato ai massimi storici: più della metà del loro reddito disponibile. E su questo punto possiamo aggiungere un elemento interessante che riguarda esattamente i beni "durevoli", o presunti tali, che nel tempo hanno visto peggiorare il loro ciclo vitale e che sono stati acquistati sempre più di frequente con rate e finanziarie. E questo fenomeno, la cui esistenza viene ammessa indirettamente dal seguente articolo di giornale, si sta legando a un altro tanto caro al WEF, ovvero quello della perdita dei diritti di proprietà, in un processo d'impoverimento deliberato e ricercato da parte delle autorità europee. La migliore arma che ha l'essere umano è la mente. Da tre anni a questa parte è necessario averla affinata ancora di più. Chi l'ha fatto e lo fa ancora ha un vantaggio assoluto, in termini di scelte e posizionamenti, rispetto a tutti gli altri. E bisogna approfittarne senza pietà degli sprovveduti, di coloro che liquidano il pensiero critico come "sovversivo", di coloro che liquidano le conclusioni logiche come "teorie del complotto", dei feticisti dell'empirismo, dei venditori di realtà uniche con tanto di retorica fumosa. È in atto una guerra per le menti, il corpo e la proprietà delle persone, e l'ultima cosa che dovreste volere è che la vostra "arma" s'inceppi.

Indebitamento delle famiglie italiane in rapporto al reddito. Fonte: Trading Economics

Senza contare, poi, che c'è un altro aspetto che spesso viene soprasseduto: le ore di lavoro impiegate per ottenere i beni di consumo o di capitale. A fronte di una tecnologia e funzionalità che non hanno fatto considerevoli passi in avanti rispetto a determinati beni del passato, oggi sono necessarie più ore di lavoro per entrare in possesso di beni che in passato richiedevano un impegno lavorativo inferiore. E anche ciò contribuisce a diffondere desertificazione industriale, impoverimento generalizzato e chiusura di attività. Come giustificare altrimenti l'inattività dei policymaker che si presume, sulla carta, debbano essere i primi a preoccuparsi di una situazione peggiorativa incalzante? Infatti le piccole e micro imprese continuano a sparire a ritmo preoccupante nell'indifferenza generale della classe dirigente. Quelle che tentano di resistere sono costrette a ricorrere a qualsiasi mezzo pur di sopravvivere, compresa l'usura, e questo vuol dire anche dover pagare le imposte. L'Italia, inutile dirlo, si sta incartando su sé stessa a causa di tutte le deformazioni economiche che si sono susseguite nel tempo e che ne hanno caratterizzato il tessuto economico, creando una cancrena incalzante che dapprima ha agito in background ma che adesso è emersa in tutta la sua concreta devastazione. E qual è la risposta delle autorità di fronte a questa crisi? Assumere più dipendenti pubblici. Più dipendenza, meno decentralizzazione e più ricattabilità. Per quanto si voglia assecondare l'agenda del WEF riguardo la visione di un futuro distopico, l'Europa è stata praticamente spogliata, a livello industriale e finanziario, di tutto quello che la rendeva un continente prospero. Ecco perché i piani di un Grande Reset si trasformeranno in un Grande Default.

È utile focalizzarsi sull'Italia perché rappresenta una bomba a orologeria finanziaria, una delle più grandi in Europa, e un esempio empirico perfetto per dimostrare la volontà subdola e sagace dei pianificatori centrali di approvare quantità crescenti di comando/controllo pur di far sopravvivere ancora un giorno in più l'attuale status quo. E non è un caso che la proprietà immobiliare venga attaccata senza mezzi termini ultimamente. Rimpacchettare questi titoli tossici in nuovi prodotti finanziari non elimina il problema, ma lo trasferisce al prossimo idiota di turno. Nel caso in particolare il sistema TARGET2 sotto forma di garanzie in bonis a fronte di ulteriori prestiti. La vicenda del "superbonus" è l'ennesimo esempio di ciclo boom/bust descritto fino alla nausea dagli Austriaci, dove l'espansione del credito stimola domanda aggiuntiva di mezzi fiduciari a fronte di un'offerta immutata di beni. In sintesi, l'abbondanza di credito si scontra con la scarsità di elementi costitutivi l'oggetto della costruzione (nel nostro caso materiali edili) e il risultato sono prezzi in aumento e mismatch progressivi nella struttura di produzione. Abbiamo vissuto una crisi immobiliare in stile 2008 tutta nostra, per così dire, e i crediti incagliati risultanti sono il prodotto tossico della cultura devastante del denaro fiat. Inutile dire, quindi, che ulteriore ingegneria finanziaria non farà altro che esacerbare il problema.

Ma non è finita qui, perché c'è un altro aspetti dell'inflazione dei prezzi che ancora non abbiamo considerato e va ad avvalorare ulteriormente la tesi fin qui portata avanti: essa è un mezzo attraverso il quale le autorità sottraggono di nascosto e indebitamente la ricchezza altrui: le rivalutazioni delle pensioni. Attenzione, rivalutazioni LORDE all'inflazione, ma che non ne pareggiano nemmeno il tasso reale. Ma al di là di ciò, l'ulteriore truffa è servita: ridistribuzione arbitraria da chi ha versato di più. Chi fosse abbastanza comunista da pensare che un simile approccio sia "giusto", no ha la minima idea di cosa sia la formazione del capitale, l'imprenditoria e la creazione di ricchezza reale. È da Adam Smith che è pacifico come l'appiattimento verso il basso della società stimola l'impoverimento generalizzato e non la prosperità (con relativa fuga di capitali). Le pensioni sono il più grande schema Ponzi mai ideato nella storia dell'economia.

In conclusione, o le banche centrali non servono a niente, oppure hanno pieno potere di quel che fanno e lo stanno facendo accadere. Lo scoppio d'inflazione dei prezzi, e il suo perdurare, rappresentano la pistola fumante o dell'inutilità del sistema bancario centrale (e la sua fantomatica promessa di stabilità dei prezzi), o della sua intenzionale volontà di affossare porzioni specifiche della società (e il dolo associato). In entrambi i casi si tratta di comportamento criminale. Prima si comprenderà questa verità, e si agirà di conseguenza, prima si smetterà di perdere tempo e denaro dietro alle illusioni che continua a spacciare nei mercati. Perché avere fretta di comprendere questa verità? Perché l'inflazione dei prezzi è un fenomeno CUMULATIVO. Detto in parole povere, le letture di un mese si cumulano a quelle di quello precedente e così via. Ricordate: la creazione artificiale di denaro non è mai neutra, influisce negativamente sui salari e sui risparmi e avvantaggia lo stato. Questa tassa nascosta danneggia sempre la classe media e rende più difficile investire e risparmiare per il futuro. La tesi degli interventisti, però, ci dice che la spesa pubblica torna alla società e quindi è positiva. Sulla carta, sicuro, nei fatti, invece, la realtà di tutti i giorni ci indica l'amara verità: la spesa pubblica non rafforza la crescita, o la produttività, ed è un massiccio trasferimento di ricchezza dal produttivo all'improduttivo. Quando si crede alla narrativa secondo cui lo stato elargirà roba gratis facendo pagare di più ai ricchi, state dicendo allo stato che voi siete quei ricchi a cui può prendere. Quando si chiede più stato, questo è ciò che si ottiene: una confisca rapace che incolpa di tutti i problemi sempre coloro che investono, risparmiano e creano posti di lavoro, mentre assolve quella stessa burocrazia che si viene a creare e che dovrebbe fornire i servizi promessi (ma non lo fa).

La narrativa interventista è cercare di dirvi che tutto è responsabile dell'inflazione dei prezzi tranne l'unica cosa che li fa salire tutti all'unisono: stampare denaro ben al di sopra della domanda. L'inflazione dei prezzi è cumulativa e ciò significa che è in atto un impoverimento progressivo e incalzante.


CONCLUSIONE

Il film The Whale è in sé un ottimo film e, indirettamente, Aronofsky ha sottolineato il malessere della classe media: per quanto possa essere vista come "disgustosa" accaparratrice, in realtà sta morendo lentamente e inesorabilmente sotto i colpi di un'inflazione dei prezzi voluta, alimentata e resa strutturale. Charlie è la rappresentazione della classe media e delle sue difficoltà finanziarie, mentre Thomas, personaggio che entra di prepotenza nella vita di Charlie e interpretato da Ty Simpkins, è la personificazione del keynesismo: sulla carta intende "salvarlo", in realtà invece prova disprezzo per lui e infine è costretto a confessarlo. È l'esempio perfetto di keynesiano: a parole vogliono aiutare la società a superare i momenti di difficoltà economica, in realtà sono una macchina perfetta sforna giustificazioni a supporto di un continuo intervento velenoso nell'economia. Hanno contribuito a rovinare la vita di Charlie, hanno contribuito a mandare in bancarotta la classe media attraverso dispositivi teorici folli come il Paradosso della parsimonia e l'eutanasia del redditiero, hanno aperto le porte a un sistema di comando/controllo pervasivo e sistematico.

Finché non vi è un forte intervento dello stato nel libero mercato, non si può assolutamente verificare alcun “eccesso di risparmio”. Il problema della teoria keynesiana è che trascura il ruolo della preferenza temporale come fattore determinante dell’investimento. Infatti ci sono sempre opportunità d'investimento dal momento che le esigenze umane sono insaziabili, ma siccome le risorse sono scarse, risparmi compresi, è necessario scegliere le priorità sulle quali dovremmo investire in base ai nostri obiettivi di preferenza temporale. Come scrisse Rothbard:

Sono le preferenze temporali (i ‘gusti’ della società per il consumo immediato rispetto a quello futuro) che determinano l’importo che gli individui decideranno di risparmiare ed investire. Quello che ci serve, insomma, sono i risparmi: questi sono il fattore limitativo di un investimento. Ed il risparmio, a sua volta, è limitato dalla preferenza temporale: la preferenza per il consumo presente più del consumo futuro. L’investimento deriva sempre da un allungamento dei processi di produzione, poiché i processi produttivi più brevi sono i primi ad essere sviluppati. I processi più lunghi rimangono bloccati sebbene più produttivi, perché non sono sviluppati a causa delle limitazioni di preferenza temporale. Ad esempio, non c’è alcun investimento in macchine migliori e nuove perché non è disponibile abbastanza risparmio.
Possiamo quindi concludere assolutamente che un ”eccesso di risparmio” non esiste. Al contrario, abbiamo bisogno di maggior risparmio reale per promuovere la crescita economica. Quello che abbiamo in eccesso è invece il credito fiduciario derivante dalle politiche inflazionistiche delle banche centrali. Tali politiche porteranno all’esasperazione gli alti e bassi del ciclo economico. Inoltre la politica delle banche centrali fatte di tassi d'interesse ultra-bassi induce gli imprenditori ad intraprendere progetti meno redditizi e si allenterà il vincolo che loro hanno sul libero mercato di soddisfare le esigenze più urgenti, non ancora soddisfatte, dei consumatori. Come afferma Mises nel suo capolavoro L'Azione Umana, nel mercato senza interferenze il tasso d'interesse “impedisce che l’imprenditore dia inizio a progetti la cui realizzazione verrà disapprovata dal pubblico a causa della lunghezza del tempo di attesa di cui hanno bisogno. E lo costringe ad impiegare lo stock disponibile di beni capitali in modo da soddisfare al meglio i bisogni più urgenti dei consumatori”. La manipolazione dei tassi d'interesse per portare a zero il costo del capitale rappresenta una ricetta per il disastro, provocando errori nelle scelte d'investimento e causa principale di stagnazione economica e depressione.

Se i piani di un Grande Reset avranno una minima possibilità di riuscita, i principali colpevoli saranno stati Keynes e la progenie deforme che ha diffuso, alimentato e poi portato alle estreme conseguenze le sue teorie.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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Note

[1] John Maynard Keynes, The General Theory of Employment, Interest and Money (New York: Macmillan, 1964), p. 84.

[2] William J. Baumol & Alan S. Blinder, Economics: Principles and Policy, 2d international ed. (Harcourt Brace Jovanovich, 1988), p. 187.

[3] Ludwig von Mises, Human Action: A Treatise on Economics (Auburn, AL: Ludwig von Mises Institute), p. 538–75.

[4] Murray N. Rothbard, Man, Economy, and State (Los Angeles: Nash Publishing, 1970), p. 670.

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giovedì 16 marzo 2023

Bitcoin è immune alla regolamentazione statale?

 

 

da Bitcoin Magazine

Alla domanda se la rete Bitcoin può essere regolamentata o meno, le persone tendono a rispondere in modo binario. Da una parte c'è chi dice che tutto si può normare, dall'altro c'è chi crede che Bitcoin abbia già separato irreversibilmente il denaro dallo stato. Questo articolo è un tentativo di capire meglio da cosa dipende la regolamentazione di Bitcoin e quali sono gli strumenti che i regolatori possono ragionevolmente utilizzare per limitarne l'adozione.

Ai fini del presente articolo, la regolamentazione è considerata come restrizione normativa imposta dallo stato, ma le leggi non sono le uniche forze che modellano la società. In quella che viene spesso definita la "patetica teoria del punto", il professor Lawrence Lessig identifica altre tre forze che vincolano l'azione di un individuo.

• I mercati si regolano attraverso i prezzi e il costo di opportunità.

• Le norme sociali rappresentano un intricato insieme di standard di comportamento che sono ampiamente accettate all'interno di una comunità (come dare la mancia a un cameriere in un ristorante).

• L'architettura include barriere geografiche, tecnologiche e biologiche al comportamento umano (come le leggi della fisica che ci impediscono di levitare, o un'app web che ci impedisce di accedere a un servizio online).

Ogni forza può, intenzionalmente o meno, influenzarne altre. Le leggi possono limitare la deforestazione (architettura), le norme sociali possono modellare i mercati e il clima (architettura) può influenzare la produzione agricola e i prezzi dei prodotti alimentari.

Quando una legge non può prendere di mira direttamente gli individui, i legislatori cercano di regolamentare altre forze. Ciò accade quando lo stato fa aumentare il prezzo delle sigarette (mercato), quando vieta l'uso di parole specifiche in TV per influenzare il comportamento dei cittadini (norme sociali), o quando costruisce barriere fisiche per creare zone pedonali (architettura).

Ma le leggi possono sempre influenzare l'architettura? Le leggi possono far sparire un virus? Nel mondo di oggi, i virus non possono essere sradicati tramite una combinazione di ragioni biologiche (architettura), vincoli finanziari (mercato) e ostilità alle restrizioni (norme sociali).

Come un virus, Bitcoin si diffonde a livello mondiale (mutando quando necessario) e dipende dai giusti incentivi di mercato o dallo slancio socio-politico. I legislatori non possono "chiudere" Bitcoin, né sradicare un virus, ma possono utilizzare restrizioni normative per mitigare il rischio di specifici esiti indesiderati.


REGOLAMENTAZIONE DIRETTA TRAMITE GLI UTENTI

Finché uno ha un telefono e una connessione Internet, sarà in grado di utilizzare Bitcoin. L'efficacia dell'esecuzione diretta dipende quindi dalla giurisdizione in cui essa ha luogo. Infatti solo una restrizione sproporzionata della libertà individuale potrebbe limitare l'adozione di Bitcoin a breve termine (probabilmente emergeranno mercati neri e peer-to-peer a lungo termine).

Inoltre gli individui tendono a essere più disposti a violare le leggi quando è in gioco il loro denaro. Ecco perché l'ultimo decennio è pieno di casi in cui sviluppatori di software, attivisti politici e criminali hanno utilizzato tecniche più o meno sofisticate per sfuggire al controllo dello stato sui loro bitcoin.


REGOLAMENTAZIONE TRAMITE L'ARCHITETTURA

Sebbene la "Dichiarazione d'indipendenza del cyberspazio" di John Perry Barlow sia ancora oggi rilevante per lo stile di vita di alcune persone, gli stati esercitano in generale un certo grado di controllo sull'architettura di Internet. I dati che fluiscono attraverso i dispositivi, infatti, attraversano colli di bottiglia centralizzati che consentono alle autorità pubbliche di chiudere siti Web, identificare utenti anonimi e controllare il traffico online.

Bitcoin è diverso perché è significativamente più decentralizzato rispetto alla maggior parte delle applicazioni web che utilizziamo oggi. Grazie a una solida rete di nodi e mining pool, cambiarne la blockchain sarebbe un compito titanico per qualsiasi stato.

Allo stesso tempo, Bitcoin fa affidamento sull'infrastruttura Internet per la comunicazione dei nodi e, in teoria, ciò offre ai legislatori un punto di accesso normativo sull'infrastruttura tecnica. Ad esempio, poiché le transazioni Bitcoin non sono crittografate, i fornitori di servizi Internet potrebbero utilizzare tecniche speciali per riconoscerle e persino decidere di non elaborarle. Tuttavia, anche in presenza delle misure più draconiane, gli utenti esperti avranno sempre modi per trasmettere le transazioni alla rete (comprese le opzioni di ultima istanza come SMS e codice Morse).

Un'altra soluzione sarebbe quella di prendere di mira i principali sviluppatori. Questa è una cattiva idea per almeno due ragioni. In primo luogo, se minacciati, gli sviluppatori identificabili potrebbero facilmente scomparire e continuare il loro lavoro in modo anonimo. In secondo luogo, poiché la comunità Bitcoin si basa su un ampio consenso, anche gli sviluppatori più influenti non sarebbero in grado d'inserire nel codice le modifiche imposte da uno stato.


REGOLAMENTAZIONE TRAMITE INCENTIVI DI MERCATO

Gli stati possono offrire ai propri cittadini convincenti incentivi di mercato per rallentare l'adozione di Bitcoin, o al limite mantenere il controllo sui flussi di denaro. Ad esempio, il governo di El Salvador ha offerto $30 a ogni cittadino che avesse scaricato il wallet Chivo, una soluzione di custodia in cui il governo salvadoregno ha il pieno controllo dei fondi.

Il modo più popolare in cui gli stati tentano di regolamentare Bitcoin è attraverso exchange, fornitori di liquidità e altri intermediari. Rispettando le normative know your customer (KYC) e antiriciclaggio (AML), queste nuove banche sono in grado di offrire prezzi interessanti e attrarre gli utenti più inesperti. Ciò ha conseguenze importanti per la fungibilità dell'offerta di bitcoin e costituisce probabilmente una delle maggiori minacce alla sua promessa di sovranità individuale.

Non è chiaro se, quando e come gli stati introdurranno le valute digitali delle banche centrali (CBDC) nelle loro economie, ma proprio come un governo potrebbe promuovere l'uso della sua CBDC attraverso incentivi economici, potrebbe disincentivare i pagamenti in bitcoin. Ad esempio, le tariffe per accedere ai servizi pubblici, o pagare le tasse, potrebbero essere ridotte quando si utilizza una valuta digitale emessa dallo stato, mentre potrebbero essere fatte pagare a prezzo pieno, o anche di più, se si utilizzasse Bitcoin. Questo è importante perché mentre le CBDC non avranno un impatto sulla rete di per sé, possono rallentare l'adozione di Bitcoin. Tale approccio è spesso definito come paternalismo libertario, poiché gli individui possono scegliere liberamente se aderire o rinunciare a un sistema specifico.


REGOLAMENTAZIONE TRAMITE NORME SOCIALI

È innegabile che lo scetticismo a livello istituzionale abbia influenzato negativamente la percezione delle persone nei confronti di Bitcoin. Infatti le leggi possono influenzare l'opinione pubblica in vari modi. Ad esempio, vietando le parole relative a Bitcoin in TV o istituendo programmi scolastici incentrati sui rischi di un suo utilizzo.

I regolatori potrebbero anche fare un ulteriore passo avanti e promuovere campagne "dal basso verso l'alto" come tentativo di modificare il codice Bitcoin. Sebbene non sia sostenuta da alcuna autorità pubblica, una coalizione piuttosto non convenzionale sta perseguendo una tale strategia.


LA VULNERABILITÀ PRINCIPALE DI BITCOIN

Proprio come possiamo presumere che nessuno stato pensi di poter eliminare un virus dal proprio Paese, i regolatori hanno finalmente capito che lo stesso vale per la rete Bitcoin e la loro migliore opzione è provare a limitare il modo in cui si diffonde. Piuttosto che correre il rischio di assistere alla lenta erosione del proprio potere monetario, gli stati probabilmente sperimenteranno diverse combinazioni degli strumenti sopra descritti per rallentare il processo di "iperbitcoinizzazione".

Bitcoin è stato progettato per essere un sistema estremamente sicuro e decentralizzato, ma bisogna ricordare che i suoi componenti più importanti sono gli esseri umani, i quali invece possono essere inaffidabili e imprevedibili. Gli stati non sono sempre all'avanguardia nella comprensione della tecnologia, ma hanno una comprovata esperienza nell'influenzare il comportamento umano.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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