Bibliografia

martedì 2 dicembre 2025

Le scuole fanno uscire fuori di testa i giovani

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di James Bovard

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/le-scuole-fanno-uscire-fuori-di-testa)

Quasi un terzo delle scuole pubbliche a livello nazionale sta ora monitorando la salute mentale degli studenti. Il governatore dell'Illinois, J. B. Pritzker, ha di recente firmato un disegno di legge per estendere lo “screening universale per la salute mentale” a due milioni di studenti dell'Illinois nell'ambito della sua Children's Behavioral Health Transformation Initiative. Ma questo sforzo di salvataggio devasterà molti studenti e rappresenta un avvertimento per i genitori di tutto il Paese. Abigail Shrier, membro del Manhattan Institute, ha avvertito che la nuova legge dell'Illinois significherà che “decine di migliaia di giovani dell'Illinois saranno spinti nell'imbuto della salute mentale e convinti di essere malati. Molti, o la maggior parte, saranno falsi positivi”.

Se i politici vogliono aiutare i giovani, devono riconoscere come le scuole pubbliche compromettano sistematicamente la salute mentale degli studenti.

I lockdown dovuti al Covid hanno distrutto la salute mentale di milioni di giovani americani. Un'indagine del 2024 del JAMA ha rilevato che tra il 2018 e il 2021, i giovani hanno visto un aumento di quasi il 300% del numero di accessi al pronto soccorso per disturbi alimentari e idee suicide. I tentativi di suicidio sono aumentati del 250% durante quel periodo. Depressione e ansia sono aumentate vertiginosamente tra i giovani dall'inizio della pandemia, ma politici e decisori politici hanno ignorato la carneficina mentale inflitta dalle linee di politica anti-Covid.

Un sondaggio del 2021 dei Centers for Disease Control and Prevention ha rilevato che il 44% degli studenti delle scuole superiori ha dichiarato di “sentirsi persistentemente triste o senza speranza nell'ultimo anno”. Le ragazze avevano quasi il doppio delle probabilità di essere depresse, con il 57% che “si sentiva persistentemente triste e senza speranza” rispetto al 31% degli studenti maschi. La chiusura delle scuole non è riuscita a contrastare la diffusione del Covid. Dopo la loro riapertura, gli studenti sono stati incalzati a rispettare obblighi assurdi sull'uso delle mascherine che non hanno fatto altro che moltiplicare l'ansia.

Le scuole stanno sovvertendo la salute mentale degli studenti, incitandoli senza sosta a dubitare o disprezzare il proprio corpo. Queste buffonate hanno raggiunto livelli epidemici anche prima dell'inizio della pandemia di Covid. Nel 2019 lo stato del Maryland emanò regolamenti per promuovere la “considerazione dell'identità e dell'espressione di genere” di ogni studente, reputandola un “valore”. Funzionari governativi e personalità politiche si sono arrogati la prerogativa di ridefinire il genere nello stato del Maryland. La contea di Montgomery, il più grande sistema scolastico dello stato, annunciò che avrebbe scelto i libri per il curriculum “attraverso una ‘lente LGBTQ+’ e si sarebbe chiesto se i libri ‘rinforzassero o interrompessero’ gli ‘stereotipi’, la ‘cisnormalità’ e le ‘gerarchie di potere’”, secondo una memoria depositata alla Corte Suprema dai genitori che hanno contestato con successo il sistema scolastico. In tale documento si sottolineava anche che “agli insegnanti viene detto di inquadrare il disaccordo con le idee [pro-LGBTQ] come ‘offensivo’ e di rispondere con esempi di ‘uomini che si smaltano le unghie’ o ‘indossano abiti eleganti’”. L'obiettivo è quello di instillare nei giovani “una nuova prospettiva che non venga facilmente contravvenuta dai loro genitori”, come ha ammesso il consiglio scolastico della contea.

L'indottrinamento ha prodotto un aumento del 582% del numero di giovani che si identificano come “non binari” nelle scuole della contea di Montgomery. “Disturbare il pensiero dei ragazzini” ha avuto un tale successo che quasi la metà degli studenti si è identificata come non binaria ed essi hanno molte più probabilità di soffrire di disturbi mentali. Un sondaggio ha rilevato che nel 2022 più della metà dei giovani transgender e non binari ha preso in considerazione il suicidio. Ciò non ha impedito ad altri sistemi scolastici di condurre campagne, aperte o nascoste, per convincere i giovani a pentirsi o a ribellarsi alle proprie origini.

Per decenni le scuole hanno bombardato i giovani con la propaganda ambientalista. Il risultato, secondo l'American Psychological Association, è che il 58% dei giovani americani è “molto o estremamente preoccupato per il cambiamento climatico” e il 43% ha affermato che “il cambiamento climatico ha avuto un impatto sulla loro salute mentale”. L'Harvard Medical Magazine riporta che per molti giovani “la preoccupazione per le minacce del futuro cambiamento climatico si traduce in attacchi di panico, insonnia, pensieri ossessivi e altri sintomi”.

Le scuole propongono come modello Greta Thunberg, l'adolescente svedese squilibrata i cui deliri incoerenti contro il mondo moderno l'hanno resa una santa. Per i cervelli giovani è irrilevante che molti degli allarmi ambientali si siano rivelati falsi o esagerati. Ai ragazzini è stato insegnato ad avere paura e a implorare i politici di salvarli: due conseguenze molto negative per la salute mentale. I sondaggi di Eco-America indicano che tra il 57% e il 70% degli adolescenti di età compresa tra 13 e 17 anni “riporta sintomi di ansia legati al clima”. Ella Emhoff, figliastra dell'ex-vicepresidente Kamala Harris, si è di recente lamentata su TikTok: “Penso che tutto ciò che riguarda l'ambiente mi stia davvero dando fastidio, ed è così: provo molta ansia per il clima, come tutti noi”. Trasformare l'ansia per il clima in una virtù non fa altro che diffondere ancor più l'angoscia.

Le scuole stanno anche sovvertendo la salute mentale esagerando enormemente altri pericoli che gli studenti affrontano, come ad esempio bizzarre esercitazioni contro eventuali sparatorie nelle scuole. In Indiana gli insegnanti di una scuola elementare sono stati colpiti da colpi di arma da fuoco nell'ambito di un programma di formazione per “scuole sicure”. Secondo l'Associazione degli Insegnanti dello Stato dell'Indiana, gli sceriffi hanno ordinato agli insegnanti di “entrare in un'aula quattro alla volta, poi hanno detto loro di accovacciarsi e hanno sparato loro con pallini in rapida successione, come in un'esecuzione”, lasciandone diversi insanguinati e molti in preda alle urla. Il sindacato si è lamentato: “Gli insegnanti erano terrorizzati, ma è stato detto loro di non dire a nessuno cosa fosse successo. Gli insegnanti che aspettavano fuori e che avevano sentito le urla sono stati portati in aula quattro alla volta e l'esercitazione è stata ripetuta”.

Le scuole stanno “trasformando sempre più i loro corridoi in imitazioni di vere sparatorie di massa, con tanto di poliziotti che sparano con pistole ad aria compressa e studenti di teatro arruolati per impersonare vittime, truccate con sangue finto e fori di proiettile. Occasionalmente insegnanti e studenti vengono sottoposti a esercitazioni a sorpresa senza preavviso”, come ha osservato un giornale studentesco di Great Neck, New York. Un'insegnante della Pennsylvania ha commentato di essere rimasta “più traumatizzata che preparata” dopo che alcuni dei suoi colleghi sono stati colpiti con pistole ad aria compressa da un finto tiratore. “Ci sono stati colleghi che sparavano ai colleghi, persone colpite da pallini [...]. La gente urlava, cercava di scappare, inciampava l'una sull'altra; è stato orribile”, ha ricordato Elizabeth Yanelli.

Tra i principali beneficiari di queste buffonate ci sono le aziende farmaceutiche che promuovono farmaci ansiolitici per i bambini. L'ex-poliziotto Raeford Davis ha commentato così queste esercitazioni: “Rituali del genere, di esecuzioni simulate, vengono condotti per scopi di controllo sociale basati sulla paura, per traumatizzare, instillare paura, disperazione, impotenza personale e dipendenza da figure autoritarie affinché si chieda di essere salvati e protetti”. Uno studio del 2021 condotto dai ricercatori del Georgia Institute of Technology “ha rilevato che ansia, depressione e stress aumentano di circa il 40% dopo le esercitazioni [per le sparatorie nelle scuole]”. Un simile danno psichico collaterale è particolarmente deplorevole, poiché le esercitazioni che le scuole costringono gli studenti a svolgere sono per lo più inutili in una crisi reale.

Molti studenti sono delusi perché riconoscono di non avere praticamente via di scampo dalla sorveglianza. Le scuole si vantano di dare ai giovani computer portatili gratuiti, ma questo equivale a indossare un braccialetto elettronico alla caviglia per monitorare tutto ciò che una persona scrive o ogni passo che fa online. Uno studio recente ha rilevato che la stragrande maggioranza delle aziende che le scuole assumono per sorvegliare gli studenti durante la navigazione online, in realtà li monitora 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, utilizzando dispositivi forniti dalle scuole stesse. Lo studio ha rilevato che il 29% delle aziende “genera ‘punteggi di rischio’ degli studenti in base al comportamento online”. Il Center for Democracy and Technology ha riferito nel 2023: “Il monitoraggio delle attività studentesche continua a danneggiare molti degli studenti che afferma di aiutare: azioni disciplinari, messe alla berlina e contatti con le forze dell'ordine sono ancora conseguenze regolari” della sorveglianza attiva online sugli studenti.

Un recente cambiamento nella linea di politica federale in materia di sovvenzioni lascia intendere quanto danno gli interventi di Washington per la salute mentale abbiano già inflitto agli studenti. A luglio il Dipartimento dell'Istruzione degli Stati Uniti ha proposto di rivedere le linee guida per vietare che le sovvenzioni federali per la salute mentale “promuovano o sostengano ideologie di genere, attivismo politico, stereotipi razziali, o ambienti ostili per studenti di determinate etnie”.

Il fatto che sia necessaria una nuova linea guida per queste cose è indicativo delle follie precedentemente propagate dai burocrati. Sarà necessaria un'altra modifica normativa per smettere di usare i finanziamenti pubblici per incutere timore nei giovani?

Politici, psichiatri e scuole pubbliche sono gli ultimi a cui affidarsi per salvaguardare la salute mentale. I giovani americani stanno già soffrendo una spirale politico-psicologica discendente a causa di decenni di linee di politica abusive e repressive. Limitare il potere politico e burocratico, come sta facendo adesso il Dipartimento dell'Istruzione, è un primo passo fondamentale per riportare l'America alla normalità.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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lunedì 1 dicembre 2025

L'UE accelera verso il collasso: Merz, Draghi e la Lagarde rimarcano la crisi dell'Europa

La formula “tutte le strade conducono a Londra” rappresenta il modo in cui i vecchi interessi bancari hanno gestito il loro impero mercantilista per centinaia di anni. Oltremanica, ovviamente, perché erano in competizione con gli olandesi. Nel corso del tempo hanno costruito una immensa rete di persone e relazioni finanziarie in tutto il mondo. C'è un intero universo di persone che non è coperto da Wikipedia e di cui non sappiamo niente, ma ai fini della comprensione di come funzionano le meccaniche è più importante la rete e le relazioni piuttosto che le singole persone o i singoli gruppi. Questa rete/relazioni si manifesta attraverso le policy: arrivano le proverbiali telefonate dall'alto e vengono prese da chi deve mettere in atto gli ordini... e così ci ritroviamo roba come lo Steele Dossier, l'MI6 infiltrato nella CIA, conflitti settari che scoppiano improvvisamente (es. India-Pakistan, Azerbaijan-Armenia, ecc.). Alla domanda perché l'abbiano fatto e lo facciano tuttora, la risposta è: non hanno collaterale. L'Europa ha da sempre costruito imperi coloniali perché non ha abbastanza risorse naturali da poter restare nel cosiddetto “Primo mondo” e quindi le deve prendere da qualcun altro. In un certo senso questa è la sua storia degli ultimi 500 anni. In quest'ottica Londra ha sparso “gaslighting” cucendo addosso agli USA l'etichetta di “impero del male”: gli americani hanno adottato la politica estera inglese, il sistema bancario centrale inglese, policy di tasse e spese inglesi, un maggiore centralizzazione della società. Va bene essere critici del passato degli Stati Uniti, anche del presente sotto certi aspetti, ma quest'ultimo è di certo tutt'altra cosa rispetto a quando c'erano gente come Condoleezza Rice, Paul Wolfowitz, Donald Rumsfeld, Dick Cheney. “Tutte le strade portano a Londra” perché adesso l'Europa è il giocatore più debole al tavolo della geopolitica (inclusa la City di Londra ed escluso il Vaticano). Qual è un ulteriore elemento di “gaslighting” sparso dagli inglesi? Il mito dell'onnipotenza degli ebrei. Mettere gli uni contro gli altri serve solo al miglior interesse della City di Londra in modo da disinnescare eventuali minacce.

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di Thomas Kolbe

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/lue-accelera-verso-il-collasso-merz)

Il Cancelliere sembra essersi scontrato con la realtà durante la pausa estiva: Merz vede il sistema sociale tedesco in profonda crisi. Nel frattempo i suoi alleati politici a Bruxelles chiedono un aumento della stessa dose di veleno che sta facendo ammalare l'Europa.

Diciamolo chiaramente: gran parte dell'élite politica ha un rapporto frammentato con la realtà. Questo vale tanto per il declino economico della Germania e dell'UE quanto per la comunicazione pubblica degli obiettivi politici strategici, sistematicamente oscurati. Una critica aperta al corso degli eventi potrebbe far crollare la favola politica più velocemente di quanto la realtà possa percolare nell'opinione pubblica.


Merz e lo Stato sociale

Ancora più significative sono le parole di avvertimento del Cancelliere, Friedrich Merz, durante la sua apparizione al congresso del partito della CDU in Bassa Sassonia: “Non sono soddisfatto di quanto abbiamo realizzato finora: dobbiamo fare di più e meglio”.

Eccolo finalmente! Un leggero fremito di autocritica da parte del Cancelliere. Raro, davvero. Eppure quella dichiarazione ci deve far porre una domanda: cosa intende esattamente Merz con “realizzato”? Si riferisce al cosiddetto stimolo agli investimenti, che presumibilmente fornirà un sollievo marginale all'economia tedesca mentre è sull'orlo del collasso? O si riferisce agli ingenti pacchetti di debito e al crescente divario di finanziamento, che molto probabilmente saranno colmati con aumenti delle tasse?

Nel suo discorso a Osnabrück, Merz ha parlato in modo insolitamente chiaro dello stato in cui versa il sistema di welfare: “Lo Stato sociale, così come lo abbiamo oggi, non è più sostenibile finanziariamente rispetto a ciò che possiamo offrire economicamente”. Una diagnosi schietta, che lascia ben poco a desiderare in termini di chiarezza.

Tuttavia non si è fatto alcun accenno a una svolta orientata al mercato, alla fiducia nelle soluzioni individuali, alla responsabilità personale, o a una rapida riduzione della burocrazia. Il messaggio sembra essere: mantenere la rotta.


Momenti di onestà

Merz ha parlato in modo inequivocabile anche dei sussidi sociali: non si può continuare così. Circa 5,6 milioni di persone ricevono i sussidi e molti potrebbero lavorare ma non lo fanno, ha detto. Una realtà che la politica di solito evita.

Un tentativo timidamente esplicito di denunciare apertamente la precarietà della previdenza sociale tedesca. In tempi in cui l'addolcimento della pillola politica è all'ordine del giorno, è quasi un colpo di fortuna quando un politico di spicco riconosce almeno in parte la realtà economica.

Gli ultimi dati economici hanno forse scosso Merz e i suoi colleghi a Berlino? Il PIL si è nuovamente contratto nel secondo trimestre e le prospettive rimangono fosche. Con lo stato che interviene con ingenti programmi di credito e un nuovo debito che quest'anno ha raggiunto circa il 3,5%, l'economia privata si sta contraendo del 4-5%. Definirla recessione sarebbe eufemistico: siamo in depressione.


Più centralismo nell'UE

Mentre il Cancelliere si confrontava con la dura realtà economica della Germania, i rappresentanti dell'UE lanciavano palloni sonda sui media.

È stato Mario Draghi, il poliedrico politico dell'UE, che si alterna con disinvoltura tra l'ex-primo ministro italiano e il presidente della BCE, a presentare l'ennesimo rapporto.

Ha ribadito la sua consueta richiesta: l'Unione Europea deve agire in modo più coeso, come un unico stato, se vuole mantenere un ruolo geopolitico.

Ancora una volta, la stessa medicina che ha fatto ammalare l'Europa: più centralizzazione, meno sussidiarietà e un governo tecnocratico intensificato. Draghi ripropone ancora una volta il piano di Bruxelles, come durante la crisi del debito sovrano di 15 anni fa: potere concentrato a Bruxelles, decisioni al di fuori del controllo democratico, imposte da un apparato politico che dirige le narrazioni sui media. Censura rigorosa, manipolazione dell'informazione: strumenti sporchi per mettere a tacere l'opposizione alla centralizzazione. La stessa logica autoritaria che funzionò allora sta tornando in auge.


La Lagarde e la migrazione

Anche l'alleata di Draghi, la presidente della BCE Christine Lagarde, ha fatto il suo ingresso nel circuito mediatico. Ha toccato il tema dell'immigrazione, un argomento abilmente evitato o distorto nel mondo della politica e dei media tedeschi.

La Lagarde si è lanciata in affermazioni audaci alla riunione della Federal Reserve a Jackson Hole, testando abilmente l'umore dell'Europa. Secondo lei l'UE non potrebbe più crescere senza una massiccia migrazione (di quale crescita esattamente?); ha poi affermato che il PIL della Germania sarebbe oggi inferiore di circa il 6% rispetto al 2019 senza lavoratori stranieri.

Che il Paese sia in depressione da tempo sembra non essere stato compreso dai vertici della BCE. Poi è arrivata la solita solfa: senza migrazione, la carenza di manodopera non può essere affrontata. Nessun accenno ai progressi tecnologici tramite intelligenza artificiale o robotica, che potrebbero compensare la carenza di manodopera. Nessun accenno alla migrazione come rischio per la sicurezza, ai conflitti culturali, o a un Islam politico incompatibile con i valori europei.

La posizione della Lagarde è stata particolarmente eclatante in un momento in cui gli Stati Uniti hanno iniziato a rimpatriare i migranti illegali, ponendo fine all'europeizzazione della politica americana. Il suo discorso, nella terra del risveglio razionale e della svolta politica, non ha suscitato altro che sconcerto.

Jackson Hole ha evidenziato la traiettoria dell'UE: frontiere aperte, élite che ignorano i rischi, mentre la sinistra espande la propria base elettorale a spese della cultura e dell'economia dell'Europa.


Equilibrio precario

Se si mettono insieme i tre eventi – il discorso di Merz, la Lagarde a Jackson Hole e l'ultimo rapporto di Draghi – la conclusione è allarmante: l'economia sta accelerando verso il collasso a causa di una crisi energetica autoinflitta e di un'eccessiva regolamentazione. I fondi sociali, tesi dall'immigrazione illegale di massa, rischiano l'implosione. La soluzione proposta? Centralizzazione, regolamentazione e migrazione incontrollata.

Anche i soliti dibattiti sull'aumento delle tasse del Ministro delle Finanze, Lars Klingbeil, si inseriscono perfettamente in questo contesto: l'individuo non conta nulla, lo stato controlla tutto, gravando sempre di più sui cittadini. L'audacia di attaccare la proprietà privata e aumentare ulteriormente le tasse è sconcertante, e incontra poca resistenza. La CDU di Merz è diventata un muro protettivo di aria fritta, sottile come la carta.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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