martedì 30 settembre 2025

Cronocidio: come la tecnocrazia sta cancellando il passato, il presente e il futuro

A proposito di “buco della memoria”, questo libro è uno dei tanti dimenticati dalla storia (o volutamente fatti sparire dal radar pubblico) che disegnano meglio la mappa di come “tutte le strade conducono a Londra”. Uno degli aspetti principali discussi è la nascita dei cosiddetti Board of Trade negli Stati Uniti, quelli che oggi sono i mercati dei futures. Quando ne veniva creato uno, ad esempio sul mais, sul frumento, sul grano, ecc., finivano sempre per distruggere gli agricoltori. Inizialmente avrebbero emesso un sacco di credito nei confronti degli agricoltori, questi ultimi avrebbero creato fattorie sulle loro terre, coltivato i campi, curato i raccolti e infine avrebbero portato i prodotti risultanti nei mercati diretti dai Board of Trade. Essi si sarebbero arrogati il diritto di regolamentare i mercati, saldare  gli scambi, stipulare i termini dei contratti. Il libro ci mostra come questo “diritto” di regolamentazione si sarebbe sempre concluso con la depressione dei prezzi agricoli, la bancarotta degli agricoltori e l'acquisizione di tutti gli asset liquidati per saldare i loro debiti. La fonte dei capitali dati in prestito? La City di Londra. L'evoluzione dei futures altro non è che la finanziarizzazione selvaggia delle commodity che negli ultimi 50 anni non hanno fatto altro che scendere rispetto a una valuta fiat che invece s'è deprezzata costantemente. Il ciclo di manipolazione unidirezionale è stato interrotto 3 anni fa con l'emancipazione della FED dalla cosiddetta “coordinated central banks policy”. Ecco perché, ad esempio, la LBMA viene drenata di oro dai suoi caveau. La cavalcata dei prezzi dei metalli preziosi segna una nuova era per le commodity, sostituendo la mano onnipresente dalla City di Londra con qualcosa di più sostenibile e in linea con la realtà. Poi se ci aggiungete quanto leggerete nella traduzione di oggi, diventa più comprensibile il motivo per cui i globalisti, i vecchi colonialisti inglesi-olandesi, insomma coloro che possiamo annoverare nella cricca di Davos, devono essere fermati e i loro piani smantellati.

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di Niall McCrae

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/cronocidio-come-la-tecnocrazia-sta)

Il passato è un altro Paese, secondo la frase iniziale di L. P. Hartley in The Go-Between. Oggi potremmo dire lo stesso del presente, con il ritmo accelerato del cambiamento tecnologico e demografico.

Per quanto riguarda il futuro, quale fiducia e certezza possiamo avere per i nostri figli e nipoti?

I Paesi potrebbero non esistere più in alcuna forma riconoscibile mentre un nuovo ordine mondiale si consolida, ma non sono solo i confini a essere smantellati. Quando Francis Fukuyama dichiarò la “fine della storia” con la caduta del comunismo, forse stava inavvertitamente preparando il terreno per l'impatto più drammatico dei globalisti sull'umanità: la cancellazione del tempo. Come ammonisce David Fleming, la cui filosofia del continuismo offre una logica unificante per preservare l'umanità dall'assalto tecnocratico, il “cronocidio” è una strategia.

In quanto animali sociali, gli esseri umani creano la società. Nel corso delle generazioni ogni comunità stabilisce e mantiene i propri costumi, credenze, ruoli e relazioni. Mentre gli umanisti ideologicamente progressisti sottolineano che abbiamo più cose in comune delle nostre differenze di razza, religione o regione, una persona di una cultura non può trasferirsi in un luogo di cultura diversa e aspettarsi che la vita continui normalmente.

La componente cruciale della società è il tempo, misurato in vite vissute. Infatti esseri umani + tempo = cultura.

In questa equazione fattori importanti possono essere inclusi in qualità di natura o cultura nel complesso umano-temporale, come il territorio, le risorse, il clima, il commercio, i conflitti e la tecnologia. Ogni società scrive e cura la propria storia.

Nei classici romanzi distopici 1984 e Il mondo nuovo, il passato viene cancellato intenzionalmente. Il compito di Winston è quello di rivedere la documentazione degli eventi per adattarla alla narrazione attuale, in continua evoluzione. Nel futurismo di Aldous Huxley, i bambini nascono grazie a una macchina e l'idea di una donna che partorisce è inquietante.

Come i marxisti della Scuola di Francoforte compresero negli anni '20, e come sa ogni consulente aziendale, nulla cambia veramente se non cambia la cultura (e questo anche Gramsci lo sapeva, ndT). I legami sociali e le tradizioni sono baluardi contro i piani radicali imposti dall'alto. Linee di politica frammentarie e incrementali sono inclini a retrocedere di fronte alle norme, ma ristrutturazioni radicali o altri shock al sistema rompono i legami sociali e infrangono la stabilità. Quanto più drammatico e improvviso è il cambiamento, tanto più facilmente si supera la resistenza.

Il cosiddetto Anno Zero cancella completamente la storia della nostra umanità. Per dittatori intransigenti come Pol Pot in Cambogia, questo era un mezzo necessario per spostare il popolo da un'esistenza agraria a un ordine comunista. Chiunque custodisse reliquie o atteggiamenti del passato veniva sterminato; mentre agli scolari viene insegnato (acriticamente) l'Olocausto, non sono informati sul trauma della collettivizzazione estrema.

Il cronocidio è il deliberato taglio e incendio di ogni cosa nella nostra cultura: sia il fusto e i rami visibili sopra il terreno, sia le radici sottostanti. Siamo privati della nostra continuità come famiglie e fratellanza, perché tali legami umani sono un ostacolo alla missione tecnocratica. Una società atomizzata sta letteralmente prendendo forma nei seguenti modi:

  1. È in corso una guerra orwelliana all'informazione contro la gente comune. I fatti derivati dall'esperienza, dal buon senso o dal pensiero critico diventano “disinformazione” o “odio”. La conoscenza tramandata di generazione in generazione viene denigrata come un mito antiscientifico o un pregiudizio proveniente da un passato intollerante. I giovani, i più colpiti dalla propaganda, sono incoraggiati a rifiutare verità consolidate.

  2. Le operazioni di psicologia comportamentale condotte dallo stato (“psy-ops”) confondono e spaventano le persone, allontanandole da conoscenze e comprensioni consolidate. Collocare la popolazione in un territorio inesplorato, come nella pseudo-pandemia di Covid-19, la pone alla mercé dei poteri forti. Un contagio mortale a livello mondiale non potrebbe essere ricordato da nessuna persona vivente, come lo fu l'epidemia di influenza spagnola oltre cento anni fa. In caso di emergenza, le autorità prendono il controllo e la vita non è più la stessa.

  3. Il “safety-critical” soffoca la cultura, sostituendo le festività intrise di tradizione con eventi organizzati. Le notti dei falò vengono annullate in caso di vento, le feste di Paese vengono interrotte se c'è il rischio che qualcuno abbia una reazione allergica alla marmellata fatta in casa e giochi per bambini energici come il “British Bulldog” vengono banditi dai cortili delle scuole. Il settore assicurativo, attraverso gli elevati costi di copertura, contribuisce a limitare le attività che scontentano le autorità.

  4. L'architettura disumanizzante prolifera lungo lo skyline. Su una scala molto più grande rispetto all'ingegneria sociale degli anni '60, quando ampie fasce di case a schiera furono sostituite da blocchi di cemento e le comunità si trasferirono in massa in nuove città, l'edilizia è in continua crescita. Il paesaggio fisico può conservare i resti del passato, ma chiese, banche e pub hanno chiuso e le vie principali sono in una desolazione strisciante. Le lezioni del recente passato sui problemi della vita nei grattacieli sono state dimenticate. Si stanno sviluppando città intelligenti, con foreste di condomini in acciaio e vetro.

  5. L'espropriazione delle proprietà e dei beni delle persone sta trasferendo tutta la ricchezza all'élite. Il World Economic Forum ci dice che “non possederete nulla e sarete felici”, ma qualcuno deve possedere il capitale. L'eredità generazionale finirà, come dimostra l'esorbitante tassa sulle aziende agricole rimaste di proprietà familiare per secoli, costringendo i proprietari terrieri a vendere.

  6. La migrazione di massa ha portato molte persone del Paese ospitante a sentirsi emarginate e alienate. Nonostante i luoghi comuni sul multiculturalismo, la coesione sociale è diminuita poiché l'identità e la lealtà dei nuovi arrivati sono legate ai loro parenti e amici, con scarso senso di appartenenza comune. Questo è ciò che vogliono i nostri governanti. I cosmopoliti senza radici (gli “Ovunque” descritti da David Goodhart) preferiscono sempre le cose straniere o esotiche al prevedibile e familiare, ma ora la gente della contea e la classe operaia indigena (i “Qualchedove”) si trovano in un “Niente” senza tempo.

  7. Il rapido sviluppo tecnologico sta spostando le persone dalla realtà fisica a quella virtuale. Mentre il presente sta cambiando in modo più visibile nella trasformazione demografica, il futuro prossimo rappresenta una minaccia esistenziale per l'umanità, facendo sembrare le tensioni interculturali come un picnic al parco. Il futuro, se i tecnocrati avranno la meglio, è il transumanesimo.

La Convenzione delle Nazioni Unite per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio (1948) lo definisce come l'uccisione di un gruppo nazionale, etnico, razziale, o religioso. Ma esiste anche il concetto di genocidio culturale, elaborato da Raphael Lemkin, che implica la “distruzione sistematica e organizzata del patrimonio culturale”.

Una cultura può essere spazzata via senza sparare un colpo. I tecnocrati hanno giocato una partita a lungo termine, preparandosi per un futuro post-culturale e post-temporale. Il cronocidio è un crimine contro l'umanità.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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lunedì 29 settembre 2025

Il miracolo economico di Milei: come l'Argentina ha ridotto l'inflazione all'1,5%

Gli Stati Uniti hanno poco da apprendere dall'Argentina, dato che, ritengo, siano loro che abbiano facilitato l'ascesa di Milei e abbiano reso l'Argentina un laboratorio con cui sperimentare tutte le misure che in seguito avrebbero dovuto essere implementate per risanare/riorganizzare la nazione. L'ennesima prova di questa volontà è stata manifestata in un recente discorso del vice-capo della Federal Reserve, Michelle Bowman, riguardo le crittovalute. Bitcoin è nato in un momento storico in cui la FED stava uccidendo il dollaro: la politica monetaria coordinata con le altre banche centrali, i salvataggi a profusione, lo scandalo del LIBOR, ecc. Questa deriva va indietro fino al 1935, quando il National Banking Act creò la Federal Reserve come la conosciamo oggi: un singolo tasso di riferimento non più quelli regionali, possibilità di intervenire nel mercato dei titoli sovrani piuttosto che solo nel commercial paper market, ecc. Attenzione, questa non è una difesa della FED: per quanto la perversione di questa istituzione sia diventata sempre più marcata nel tempo, la sua natura rimane pur sempre distorsiva. Oltre al fatto che il sistema bancario centrale è una creatura del demonio partorita dagli araldi sulla Terra di quest'ultimo: gli inglesi, infatti Woodrow Wilson era un globalista e la nascita della FED avvenne sotto la sua supervisione. Inizialmente la FED era “innocua” dato che la sua attenzione era esclusivamente per il commercial paper market, una peculiarità tuttora degli Stati Uniti. Roosevelt cambiò tutto questo e la rese a tutti gli effetti una succursale della Banca d'Inghilterra. Quello che vediamo oggi, invece, da parte dell'amministrazione Trump, da parte di Bessent in particolare, dall'approvazione di leggi come il GENIUS Act e lo STABLE Act, è una volontà di far ritornare la Federal Reserve a quello che era prima del 1935. Meglio un assetto del genere che quello attuale. Non solo, anche con il potere di regolare il mercato del dollaro offshore e l'accesso allo stesso: ci sarà un mercato del dollaro onshore e offshore che sarà determinato solo dalla FED (con il LIBOR era determinato a livello internazionale). Il Dipartimento del Tesoro si occuperà del mercato obbligazionario e della regolamentazione bancaria (chi si opporrà nel FOMC saranno quei membri, come la Cook, che fanno gli interessi dei globalisti e non degli USA). Questo processo è in moto sin dal 2017, quando Powell è diventato presidente della FED e, insieme a John Williams, ha gettato le basi del SOFR che sarebbe entrato in vigore 5 anni più tardi. Motivo per cui Biden e Obama hanno combattuto con unghie e denti affinché non venisse riconfermato per il secondo mandato. Stessa ragione per cui entrambi hanno implementato l'Operazione Chokepoint 2.0 per fermare l'integrazione di Bitcoin nell'economia statunitense e quindi ricapitalizzarla. Il processo di pulizia, guarigione e riorganizzazione dell'economia americana è appena iniziato ed è incoraggiante vederlo svolgersi.

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di Emmanuel Rincon

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-miracolo-economico-di-milei-come)

Nel novembre 2023 l'Argentina si trovava ad affrontare un tasso di inflazione sbalorditivo del 211,4% e un tasso di povertà del 41,7%, il quale colpiva 19,5 milioni di persone e vivevano al di sotto della soglia di povertà. Il Paese si stava preparando alle elezioni con due candidati completamente diversi: Sergio Massa, un peronista della coalizione di governo che aveva dominato la politica argentina per gran parte del XXI secolo (a eccezione del mandato di Mauricio Macri), e Javier Milei, un outsider libertario che aveva guadagnato fama grazie alle sue apparizioni televisive in cui denunciava il socialismo e predicava l'economia di libero mercato in una nazione immersa nell'ideologia statalista.

L'idea che Milei potesse vincere sembrava quasi utopica. Si trovava di fronte non solo a quella che lui stesso definiva una “società malata di socialismo”, ma anche a una macchina politica peronista ben oliata e decennale, determinata a restare aggrappata al potere. Con un partito appena formato e nessuna esperienza politica, Milei era in netto svantaggio. A peggiorare le cose, nei mesi precedenti le elezioni, Sergio Massa, allora Ministro dell'Economia, adottò diverse tattiche per frenare lo slancio libertario di Milei. Quest'ultimo accusò Massa di aver finanziato la sua campagna attraverso una stampa incontrollata di moneta, cosa che alimentò l'inflazione (140% annuo nell'ottobre 2023) e una svalutazione del pèso del 50% nell'agosto 2023. Queste misure davano chiaramente priorità agli intrighi elettorali di breve termine rispetto alla stabilità economica dell'Argentina, un pesante fardello che Milei avrebbe ereditato.

Quando Javier Milei è stato dichiarato vincitore con un margine di oltre 10 punti, lo shock è stato immenso. La gioia era grande, ma Milei ha ereditato anche una sfida colossale, come ha dichiarato nel suo primo discorso alla nazione: “Non ci sono soldi”.


Cosa dicevano gli “esperti”

L'8 novembre 2023, pochi giorni prima delle elezioni, il Guardian pubblicò un articolo su una lettera firmata da oltre 100 economisti, tra cui Thomas Piketty, Jayati Ghosh e Branko Milanovic. Avvertivano che l'elezione di Milei avrebbe portato “devastazione” in Argentina, sollecitando il sostegno proprio ai leader che avevano portato l'inflazione oltre il 200%. Stabilizzare una nazione con gli indicatori economici dell'Argentina sembrava non solo scoraggiante, ma quasi impossibile nel breve termine. Eppure, appena un anno e mezzo dopo l'insediamento di Milei, l'unica cosa “devastata” era la fosca previsione di quegli oltre 100 esperti.


Il miracolo economico

“Non ci sono soldi”, ripeteva Milei senza sosta, e gli argentini hanno capito. Il giorno del suo insediamento hanno acclamato un leader che, invece di promettere che lo stato avrebbe risolto tutti i loro problemi, ha promesso di toglierglielo di torno. Ha esortato i cittadini a stringere la cinghia e a risparmiare risorse per ricostruire la nazione.

Il primo passo di Milei è stato il pareggio di bilancio. Attraverso un aggressivo programma di tagli alla spesa pubblica, l'eliminazione della burocrazia e la riduzione dei posti di lavoro nel settore pubblico, ha cancellato l'enorme deficit fiscale dell'Argentina, aprendo la strada a una storica ripresa economica. Sotto la sua guida, l'Argentina ha iniziato a domare l'inflazione con una rara disciplina fiscale, non solo a livello regionale ma generale. Gli ultimi dati sono sorprendenti: a maggio 2025 l'indice dei prezzi al consumo è aumentato solo dell'1,5%, il livello più basso degli ultimi cinque anni. Milei ha raggiunto questo obiettivo senza controlli sui prezzi, ma liberalizzando l'economia, promuovendo la fiducia del mercato e rallentando l'inflazione. Quest'ultima è scesa, a livello annuo, dal 211,4% nel 2023 al 43,5% a metà del 2025. I prezzi all'ingrosso sono addirittura scesi dello 0,3% a maggio, il dato migliore degli ultimi 17 anni. Anche la povertà è diminuita drasticamente, passando dal 52,9% nella prima metà del 2024 al 38,1% nella seconda, e l'UNICEF ha rilevato che 1,7 milioni di bambini sono usciti dalla povertà da quando Milei ha assunto l'incarico.

Questi risultati non sono stati casuali. Sono il frutto di una strategia chiara: equilibrio di bilancio, riduzione della spesa pubblica, fine dell'espansione monetaria come strumento di finanziamento e deregolamentazione economica. Il risultato? Maggiore stabilità, aumento della domanda dei pèso, calo dell'inflazione e ripresa dell'occupazione e del potere d'acquisto.


Cosa possono imparare gli altri dal governo di Milei?

Durante la recente campagna presidenziale degli Stati Uniti tra il presidente Trump e l'allora vicepresidente Kamala Harris, le visioni economiche dei candidati non avrebbero potuto essere più diverse. I repubblicani, come storicamente fanno, hanno chiesto l'equilibrio di bilancio, la riduzione della spesa pubblica e il rilancio dell'economia attraverso investimenti privati. Trump si è persino appoggiato al miliardario Elon Musk, che ha promesso di creare un'istituzione “DOGE” per eliminare la burocrazia e ridurre la spesa pubblica. Così come l'Argentina l'economia statunitense ha bisogno di soluzioni concrete: tagliare la spesa pubblica, tagliare le tasse, ridurre la burocrazia e deregolamentare. Se Milei è riuscito a implementare un efficace programma di stabilizzazione in Argentina – con un settore privato molto più debole e condizioni infinitamente peggiori – non c'è motivo per cui Trump non possa fare lo stesso. Tutto ciò che serve è la volontà politica.

L'Argentina potrebbe essere un modello, non solo per gli Stati Uniti, ma per tutte le economie del primo mondo, trascinate a picco da decenni di politiche keynesiane che ne hanno lentamente avvelenato i sistemi. Milei ha indicato la strada e ha dimostrato che è possibile. Cosa aspettano gli altri?


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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venerdì 26 settembre 2025

Dove mettere i propri soldi?

 

 

di Francesco Simoncelli

(Versione audio dell'articolo disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/dove-mettere-i-propri-soldi)

Oggi ci prendiamo una pausa dalle solite analisi macroeconomiche e geopolitiche per concentrarci su qualcosa di specifico: cosa fare con i propri soldi ora.

Nel mondo degli asset fisici la preferenza dovrebbero sempre averla terreni o aziende private, ma non si può acquistare nessuna delle due a caso. Bisogna avere una ragione, un piano, uno scopo, un modo per gestirle e farle fruttare. E poiché tempo ed energie sono limitati e l'attenzione è costantemente impegnata altrove, spesso non è possibile farlo. Un'azienda è la soluzione migliore. Esse, sia private che pubbliche (quelle quotate in borsa), sono dove si trovano i veri soldi. Potete tenere un'oncia d'oro o un bitcoin da qui all'eternità; avrete sempre solo un'oncia d'oro o un bitcoin.

Una casa è molto peggio. Per avere ancora una casa tra 20, 50, o 100 anni, dovete mantenerla in buone condizioni: assicurazione, tasse, tetto nuovo, moquette nuova, ecc. Rappresenta un posto dove vivere, non un investimento.

Le aziende vi danno qualcosa in più. Combinano lavoro, competenza, fortuna e risorse – tutte cose che hanno un costo – e offrono un prodotto, o un servizio, che vale più degli ingredienti che lo compongono. Questo è il profitto, il quale è al centro del capitalismo e del progresso materiale. È anche il modo in cui la maggior parte delle persone si arricchisce. Immergono i loro bicchieri in quel flusso di profitti e riempiono le proprie riserve di ricchezza. A questo proposito, le aziende private sono molto meglio delle aziende pubbliche: si può godere personalmente del reddito, dei benefit aziendali e delle detrazioni fiscali.

Le aziende grandi, sia private che pubbliche, raramente sono redditizie per gli investitori esterni: invece di ottenerne il 100% degli utili, si è fortunati se si ottiene un rendimento da dividendi del 3%. E forse il titolo salirà... o forse no. In una grande azienda è molto difficile contenere i costi e ai vertici la tentazione di spendere soldi per costruire imperi, nuove tecnologie, dipendenti superflui, incentivi, pensioni, acquisizioni, sedi centrali di lusso, jet aziendali e così via è opprimente. Ci sono anche gli inevitabili costi legali, contabili e delle pubbliche relazioni derivanti dall'essere quotati in borsa. A meno che il management non sia diligente e determinato, i costi aumenteranno per raggiungere il livello di reddito (o superarlo!) indicato dalle normative e i dipendenti avranno sempre una scusa per scioperare.

Tuttavia Archer Daniels Midland avrebbe trasformato un investimento da $1 nel 1925 in oltre $50.000 oggi e John Deere avrebbe tirato fuori più di $70.000 con un investimento da $1. Ciononostante una serie di professori di finanza dell'Arizona ha concluso che oltre il 50% delle azioni “ha avuto rendimenti cumulativi negativi” nel lungo periodo e gli studi dimostrano che pochissime aziende producono effettivamente guadagni che cambiano la vita degli investitori esterni. Oltre il 50% delle azioni perde denaro; meno del 4% è responsabile di tutti i guadagni delle azioni nel lungo periodo. Questa distribuzione asimmetrica dei rendimenti è nota come “asimmetria positiva”, in cui pochi titoli vincenti superano la media mentre la stragrande maggioranza dei titoli ha rendimenti negativi.

È quasi miracoloso che qualcuno di loro emerga come vincitore. La riserva di capitale privato, gestita da professionisti seri, è ampia quanto l'Atlantico. Gli azionisti quotano le loro aziende solo perché credono che gli investitori amatoriali pagheranno di più rispetto ai professionisti, quindi le azioni vengono spesso acquistate a prezzi superiori al loro valore reale.

A Wall Street si dice che “si guadagna quando si compra”. Il problema è che si perde anche quando si compra... soprattutto quando si paga troppo.

Tuttavia le aziende che generano profitto e aumentano la ricchezza si trovano ora dove vogliamo davvero che siano. Il trucco è comprarle a prezzi ragionevoli e per questo cerchiamo situazioni eccezionali in cui ulteriori ricerche su un settore scarsamente analizzato scoprono rare opportunità. Oppure, più in generale, ci possiamo affidare al modello Dow/Oro per sapere quando le azioni, in generale, sono abbastanza convenienti da poter essere acquistate. Dal punto di vista dell'allocazione super prudente è stato possibile rimanere in disparte per quasi tre decenni, osservando il rapporto Dow/Oro scendere da oltre 40 a 12,5. In quel periodo ci si è persi la coda della bolla delle dot.com, la bolla immobiliare del 2007/2008 e l'ultima bolla speculativa dopo la corsa degli stimoli fiscali durante i lockdown. Le azioni sono schizzate in su, sono scese e sono risalite di nuovo. “Comprate i ribassi”, dicevano gli speculatori. Gli investitori del mercato azionario, che hanno resistito nel bene e nel male, ora hanno asset che valgono circa quattro volte di più rispetto a quando hanno iniziato (nel 2000).

Ciò che è realmente accaduto, ovviamente, è che le valute fiat sono scese. In termini di beni e servizi offerti, le società quotate in borsa non valgono molto di più di quanto valessero nel 2000. L'oro è ancora al numero 79 della tavola periodica e non è nemmeno salito di prezzo... è tutto il resto che è sceso. E dobbiamo aspettare ancora che il rapporto Dow/Oro scenda intorno ai cinque, o che il prezzo dell'oro raddoppi da qui in poi, o che le azioni calino... oppure che si incontrino da qualche parte nel mezzo. Aspettare non è molto eccitante, dopotutto avreste potuto comprare Nvidia! Ciononostante si è stati ben ripagati per l'attesa, quindi poco importa: l'oro è salito di circa 13 volte sin dal 2000, più di tre volte rispetto alle azioni, e del 180% da quando questo blog l'ha consigliato ai lettori.

Nel frattempo dove investire nuovi capitali? Le azioni sono così costose che è probabile che i guadagni siano limitati, o addirittura negativi, nei prossimi cinque anni. E l'oro è già salito da circa $270 a $3.650 oggi. Sarebbe ingratitudine aspettarsi di più?

Nel mondo finanziario la vicinanza è sinonimo di prosperità: più si conosce un'azienda, e più ci si è vicini, più è probabile che si guadagni. Ma queste opportunità non sono accessibili a tutti e non sono accessibili sempre a chiunque. La maggior parte di noi non ha un amico che lavora nel garage dei genitori e che sta costruendo qualcosa che chiama “personal computer”. Di conseguenza dobbiamo entrare nei mercati “pubblici” e prendere decisioni riguardo la cosiddetta “allocazione”. In altre parole, dobbiamo scegliere tra un'ampia categoria di investimenti a cui noi, come investitori, possiamo partecipare. Azioni? Obbligazioni? Oro? Materie prime? Immobili?

Una delle preferenze che dovrebbe spiccare è per i terreni agricoli. Ma, ancora una volta, bisogna sapere cosa si sta facendo ed essere pronti a gestirli in modo che siano redditizi. Non è facile! In Italia i terreni coltivabili si vendono in media a circa €20.000-25.000 l'ettaro (€1-4,5 il metro quadro). Gli affitti sono relativamente bassi, a quanto si dice tra i €170 e i €3000 l'ettaro l'anno, lasciando al proprietario un piccolo ritorno sul suo capitale. Per ottenere risultati migliori bisognerebbe dedicarsi all'agricoltura, un settore notoriamente a basso rendimento e ad alto rischio... e per i dilettanti, quasi sempre un modo per perdere denaro.

“È l'occhio del padrone che ingrassa il cavallo”, dicono gli allevatori. Che investa in società minerarie, Iofferte pubbliche iniziali, o terreni agricoli è l'investitore presente sul posto, che ha anni di esperienza, i cui occhi raramente si staccano dal campo di gioco, che avrà successo. L'agricoltura, forse più di altri settori, è un “gioco per perdenti”. I dilettanti perdono perché non sanno cosa stanno facendo, ma il modo per vincere in agricoltura è semplicemente non perdere. È un'attività in cui lampi di genio e idee “fuori dagli schemi” difficilmente danno i loro frutti. Ci sono pochi “successi al botteghino” nei campi di grano. L'agricoltore di successo è quello che rimane nei suoi schemi, si attiene a ciò che è già stato sperimentato e non commette errori. Si prende cura delle sue attrezzature; si alza presto per occuparsi dei raccolti; non è mai in ritardo di un giorno... e non ha mai un soldo in meno. Poi, se è fortunato, i prezzi dei suoi prodotti salgono, appena prima di venderli.

E gli immobili commerciali?

Negli ultimi cinque anni gli edifici si sono svuotati e ce ne sono ancora molti vuoti come il cappello di un mendicante. Gli immobili commerciali nella maggior parte delle città sono ancora a buon mercato. I proprietari se ne stanno lì – se possono permetterselo – e sperano che il mercato cambi, ma il valore degli edifici commerciali dipende dagli affitti e questi ultimi sono destinati a calare, forse in modo permanente. Anche gli immobili commerciali, come i terreni agricoli, sono una questione strettamente locale. Se riuscite a trovare un buon immobile, in buone condizioni, con un inquilino affidabile e un flusso di cassa decente – e potete tenerlo d'occhio – potrebbe essere un buon posto per i vostri soldi.

E i bond?

Beh, qui il discorso si fa interessante perché il panorama obbligazionario non è assolutamente tutto uguale. Da quando gli USA hanno iniziato ad aggiustare l'equazione monetaria/fiscale della nazione hanno mostrato quanto fossero disfunzionali tutte le altre economie. Questo ha inevitabilmente attratto i capitali negli Stati Uniti, perché i suoi mercati sono profondi e liquidi, e la sua infrastruttura finanziaria e legale è migliore insieme a una miriade di altre cose. Gli Stati Uniti, quindi, stanno aggiustando le cose in patria mentre l'UE sta raddoppiando gli sforzi sulla propria disfunzionalità perché è consapevole che non può percorrere lo stesso percorso intrapreso dagli USA. E questo è mostrato dal mercato obbligazionario e dai differenziali di rendimento dei titoli sovrani. Sono questi ultimi che contano, non tanto i valori assoluti dei titoli sovrani. La forchetta tra il trentennale americano e tedesco, ad esempio, ha continuato a chiudersi sempre di più negli ultimi mesi. Il differenziale tra gli USA e UK si sta espandendo, mentre quello tra USA e Germania si sta restringendo. Stesso discorso con quello francese. Indovinate quale invece sta andando contro corrente? Quello italiano. Per quanto paradossale possa sembrare, l'Italia sta diventando il “porto sicuro” in Europa grazie alla vicinanza con gli USA.

E tra tassi alti e dollaro debole, è solo una questione di tempo prima che questo processo porti suddette disfunzionalità europee a un livello critico da far affondare non solo i vari governi, ma soprattutto l'euro.

L'UE ha bisogno della guerra, sia ai risparmiatori che cinetica, per sopravvivere e coprire i propri “difetti di fabbrica” (emersi platealmente sin dalla crisi greca 15 anni fa). Se non ci sarà, e una dopo l'altra le tessere del domino europeo inizieranno a cadere, i fondi pensione saranno i primi a saltare. Quando nel 2014 la BCE ha avviato la NIRP ha praticamente prosciugato di equity banche e fondi pensione. Questi ultimi “sono costretti” a detenere bond sovrani europei per il 70% del loro bilancio. I tassi negativi hanno spazzati via i loro bilanci, letteralmente. Adesso si tratta di non far scappare i buoi dalla stalla prima che realizzino di essere loro a dover andare al macello. Tra l'altro dalla crisi greca nessuno ha imparato niente, nemmeno come funziona il sistema stesso dell'UE. Data la pletora di bond sovrani europei che le banche sono costrette a detenere, il contagio tra di esse è assicurato in caso di stress finanziario. E questo chiarisce ulteriormente il motivo per cui l'UE vuole la guerra, sia cinetica che ai risparmiatori, in modo da creare attraverso di essa l'utopia di un ente fiscale unico con cui emettere debito unico, schivando (temporaneamente) il proiettile d'argento della bancarotta.

Gli Stati Uniti devono ancora risolvere un sacco di problemi che sono piovuti loro addosso sin dal 2020 e non possono essere risolti durante un solo ciclo monetario. Infatti non è possibile sistemare i danni che sono stati causati durante “l'emergenza sanitaria” in un solo ciclo monetario. Il Paese si sta riorganizzando: sta cambiando il modo in cui si finanzia e il modo in cui la politica monetaria viene trasmessa all'economia più ampia. Tutti quegli strumenti che la FED ha impiegato dopo il 2008 (pronti contro termine inversi, ecc.) vengono smantellati. Ad esempio, a Jackson Hole Powell ha praticamente cestinato la regola del “2% d'inflazione come obiettivo” (flexible targeting). Quello che ha fatto finora è stato tenere i tassi alti e restringere il differenziale di debito degli USA rispetto a quello di tutti gli altri, mentre il resto del mondo ha tagliato insistentemente i tassi. Infatti  le altre economie del mondo sono in guai seri, peggiori di quelli degli USA.

Ciò che c'è ora è un ambiente inflazionistico per le commodity e deflazionistico per il credito. Questo è il tipo di stagflazione in essere, non il ciarpame come determinato dalla Phillips Curve. La liquidità sta scorrendo fuori dagli asset finanziari fino agli strati più bassi della piramide del capitale, laddove le supply chain ne hanno più bisogno per rimarginarsi. La base di suddetta piramide è caratterizzata dai fattori di produzione di grandezza inferiore (es. materie prime, ecc.), mentre l'apice è caratterizzata da fattori di produzione di ordine superiore (es. beni intermedi, semi-lavorati, fino ai beni di consumo finiti). Affinché i produttori si muovano dal basso verso l'alto nel modo più corretto possibile, ci deve essere una determinazione onesta del rischio e questo a sua volta significa tassi d'interesse che riflettono la condizione di credito reale dell'economia. I cicli si susseguono andando su e giù lungo la sopraccitata piramide. Un ambiente stagflazionistico significa che c'è troppo credito in giro e deve essere contratto (rallentamento dell'attività economica, riorganizzazione, disoccupazione, ecc.) in modo che si possa iniziare un nuovo ciclo.

Quello che finora ha fatto la FED è stato restringere quanto più possibile tutto quel credito che è stato creato in eccesso durante i lockdown. Ancora non ha terminato tale compito e non può terminarlo in un solo ciclo del credito senza “rompere” qualcosa. Ecco perché Powell ha tagliato i tassi nell'ultima riunione del FOMC (non necessariamente significa più denaro, bensì denaro che costa un po' di meno rispetto a ieri), in modo da aiutare le piccole/medie banche che hanno ancora grossi buchi nei loro bilanci. Questo, oltre alla dismissione della Supplemental Leverage Ratio, permetterà loro di far scorrere meglio il credito nel Paese per dare sollievo anche alle piccole/medie imprese, aiutate anche da un politica fiscale più lasca e una deregolamentazione (si spera) quanto più libera dalle intromissioni dei giudici. A proposito della prima, poi, ci sono due notizie che ne confermano la presenza: le aste per i titoli sovrani americani continuano a far segnare delle ottime sessioni, alla faccia degli “spacciatori di catastrofi” secondo cui questa estate avrebbe segnato un disastro per le finanze statunitensi (le ultime aste per i titoli a 3, 5, 20 e 30 anni sono andate alla grande, questo accade quando non si ha idea del processo in corso, o non la si vuole avere, e si commentano a sproposito i singoli fatti); diversamente da quello che avete ascoltato dai media generalisti, e che invece avete letto su queste pagine, la legge di bilancio non era affatto così terribile come veniva raffigurata PRIMA della sua approvazione... anzi...

Menzione finale per il comparto energetico. Fin dal 2020 abbiamo vissuto in un ambiente economico in cui la componente energetica ha trainato principalmente i prezzi al consumo (commodity push inflation), infatti i futures sulla benzina e l'indice dei prezzi al consumo a 4 mesi si muovevano in sincronia. Adesso qualcosa pare essere cambiato visto che i due stanno divergendo (soprattutto nell'ultima lettura dove i futures sopraccitati sono scesi, mentre l'IPC è salito). Ciò che è salito invece è l'elettricità e questo mi fa pensare che l'economia statunitense, in particolare, si sta spostando in un ambiente in cui i prezzi saranno determinati principalmente dall'energia elettrica (demand push inflation). In sintesi, fame di credito al consumo (e non più di natura finanziaria), spese in conto capitale e spinta industriale. Tutto ciò è una manna per commodities come argento e rame, ad esempio.

Per maggiori approfondimenti, dettagli e suggerimenti pratici su questi aspetti finora discussi, vi invito a usare il servizio di consulenza messo a disposizione dal blog usando l'app di prenotazione Calendly: https://calendly.com/fsimoncelli/consulenze


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giovedì 25 settembre 2025

Bitcoin apre la strada a una nuova era di libero mercato nel settore bancario

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Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Nick Giambruno

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/bitcoin-apre-la-strada-a-una-nuova)

Hal Finney è stato un pioniere dell'informatica, crittografo e un importante esponente del movimento cypherpunk, che ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo iniziale di Bitcoin.

È stato uno dei primi sostenitori, contributori e utilizzatori di Bitcoin.

In breve, Finney è stato un visionario che ha compreso il potenziale di Bitcoin prima di quasi tutti gli altri.

Nel dicembre 2010 Finney scrisse:

C'è un'ottima ragione per cui possano esistere banche che supportano Bitcoin, che emettono la propria valuta digitale convertibile in Bitcoin.

Esso di per sé non può scalare in modo tale che ogni singola transazione finanziaria nel mondo venga trasmessa a tutti e inclusa nella sua blockchain.

È necessario un secondo livello di sistemi di pagamento più leggero ed efficiente. Allo stesso modo il tempo necessario per la finalizzazione delle transazioni Bitcoin sarà impraticabile per acquisti di valore medio-alto.

Banche che supportano Bitcoin risolveranno questi problemi. Possono funzionare come facevano prima della nazionalizzazione della valuta. Diverse banche possono avere linee di politica diverse, alcune più aggressive, altre più conservative. Alcune saranno a riserva frazionaria, mentre altre potrebbero essere coperte al 100% da Bitcoin. I tassi di interesse possono variare; il denaro di alcune banche potrebbe essere scambiato a un prezzo scontato rispetto a quello di altre.

Credo che questo sarà il destino finale di Bitcoin: essere la “moneta ad alto potenziale” che funge da valuta di riserva per le banche che emettono la propria valuta digitale. La maggior parte delle transazioni Bitcoin avverrà tra banche, per regolare i saldi netti.

Le transazioni Bitcoin da parte di privati ​​saranno rare quanto... beh, quanto lo sono oggi gli acquisti con Bitcoin.

Il sistema bancario basato su Bitcoin riprende il concetto di “free banking” e apporta enormi miglioramenti.

L'era del free banking negli Stati Uniti durò dagli anni '30 del XIX secolo ai primi anni '60 dello stesso secolo. Era caratterizzata da regolamentazioni minime e dall'assenza di una banca centrale.

Alle banche era consentito emettere le proprie valute, note come banconote, che circolavano come denaro. Queste banconote dovevano essere rimborsabili su richiesta in cambio delle riserve auree, o argentee, che rappresentavano.

Il valore di queste banconote oscillava in base alla solvibilità percepita della banca che le emetteva e alla distanza dalla banca stessa, poiché le persone erano meno disposte ad accettare banconote da banche lontane o sconosciute.

Analogamente le banche che supportano Bitcoin li detengono come riserva ed emettono banconote digitali eCash rimborsabili in Bitcoin (on-chain o sulla rete Lightning) in qualsiasi momento e su richiesta. Queste banconote eCash sono come versioni digitali delle banconote con copertura aurea dell'era del free banking, ma con diversi miglioramenti.

Il modo migliore per pensare alle banche che supportano Bitcoin è come un aggiornamento dei modelli bancari esistenti.

Di seguito sono riportati alcuni vantaggi.

• Transazioni private

• Fungibilità tra diverse banconote eCash

• Poche barriere all'ingresso

• Riduzione al minimo della fiducia in terze parti

• Costi di cambio bassi

• Comodo e facile da usare

• Riscattabile in qualsiasi momento

• Backup e recupero dei fondi

Innanzitutto dobbiamo comprendere la struttura di base di come potrebbe funzionare una banca che supporta Bitcoin.

È probabile che assumano la forma di una federazione.

Questo modello riduce la fiducia in terze parti distribuendo il controllo su un gruppo di persone o entità. Questo gruppo federato emette, verifica, trasferisce e amministra le banconote digitali, ma solo se c'è consenso tra i membri della federazione per intraprendere queste azioni.

L'idea principale di una federazione è che si riduce la quantità di fiducia in terze parti necessaria per gestire un sistema distribuendone il controllo.

La federazione conserva le sue riserve di Bitcoin in un wallet multisig, un tipo speciale di wallet che richiede l'autorizzazione di più persone per spenderne i fondi. Immaginatelo come una cassaforte che richiede più chiavi per essere aperta.

Probabilmente ci saranno un'ampia varietà di federazioni bancarie Bitcoin. Alcune saranno piccole e focalizzate sulle comunità locali, mentre altre saranno grandi e orientate a fornire operazioni su scala commerciale.

Naturalmente qualsiasi sistema che si basa sulla fiducia o su terze parti presenta dei rischi.

Anche le banche che supportano Bitcoin presentano dei rischi, ma il punto principale è che li riducono significativamente rispetto ai sistemi centralizzati. In particolare bisogna avere fiducia che i membri della federazione non raggiungano un quorum di maggioranza per rubare i bitcoin detenuti nel wallet multisig che garantisce i depositi dei clienti, o per svalutare le loro banconote eCash. Discuterò di questi e altri rischi più avanti.

Ecco come funziona.

Chi desidera ottenere banconote eCash deve prima scaricare il software per interagire con la banca che supporta Bitcoin. Poi invia i bitcoin (on-chain o con Lightning) alla banca federata e riceve in cambio banconote eCash.

Con una banca federata che supporta Bitcoin, si può anche vendere qualcosa e ricevere banconote eCash nel proprio wallet. Potreste anche guadagnare banconote eCash dal vostro datore di lavoro quando depositate lo stipendio, proprio come avviene oggi con un conto bancario tradizionale.

Le federazioni bancarie che supportano Bitcoin sono progettate per essere interoperabili con Lightning Network, una rete aperta peer-to-peer basata su Bitcoin che consente transazioni quasi istantanee e commissioni praticamente pari a zero. Potete utilizzare le banconote eCash ovunque sia accettato Lightning.

Con le federazioni bancarie Bitcoin, potete prelevare su un'altra federazione o sul vostro wallet Bitcoin (on-chain o Lightning) in qualsiasi momento e su richiesta.

A differenza dei wallet self-custody, le federazioni bancarie Bitcoin possono aiutare gli utenti a recuperare i propri fondi se perdono l'accesso ai propri wallet.

Supponiamo che vogliate spendere i vostri eCash con un commerciante di una federazione bancaria Bitcoin diversa. È qui che entrano in gioco i Lightning Gatewaymarket maker che forniscono liquidità tra Bitcoin (on-chain e su Lightning) e varie banconote eCash emesse da diverse federazioni bancarie a fronte di una piccola commissione.

Quando inviate un pagamento eCash a un commerciante di una federazione bancaria diversa, inviate l'eCash a un Lightning Gateway, che a sua volta lo invierà al commerciante giusto. Oppure supponiamo che il Lightning Gateway non abbia liquidità nelle banconote eCash del commerciante. In tal caso troverà un altro Lightning Gateway che ce l'abbia, invierà a quel Lightning Gateway un pagamento e il secondo Lightning Gateway lo inoltrerà al commerciante giusto.

In breve, i Lightning Gateway forniranno liquidità che aumenta la fungibilità tra numerose banconote eCash emesse da diverse federazioni bancarie Bitcoin.

È come inviare senza problemi un pagamento da PayPal a un utente su Cash App, Venmo o un'altra piattaforma.

Se tutto questo vi sembra complicato, non preoccupatevi: è la spiegazione di come funzionerebbe un'applicazione bancaria Bitcoin sul vostro telefono. Fa tutto questo in background, senza il vostro intervento. Per l'utente sarà un'esperienza fluida, come la semplice scansione di un codice QR e l'autorizzazione di un pagamento su un'applicazione per telefono.

La maggior parte degli utenti di Internet non sa come funzionano TCP/IP o SSL, ma li usa quotidianamente in background mentre naviga sul web. Mi aspetto una dinamica simile con Bitcoin, Lightning Network, le banche federate che supportano Bitcoin e le varie banconote eCash coperte da Bitcoin.

Il grafico qui sotto illustra in modo eccellente come funzionerebbero le transazioni con diverse banconote eCash provenienti da diverse banche Bitcoin federate. È di Eric Yakes, autore di The 7th Property: Bitcoin and the Monetary Revolution, che considero la migliore risorsa per comprendere il potenziale strabiliante delle banche che supportano Bitcoin.


Banche, Bitcoin e privacy

La privacy finanziaria è uno dei maggiori vantaggi che le banche Bitcoin federate offriranno rispetto ai depositari tradizionali.

L'eCash chaumiano è ciò che la renderà possibile.

Il nome è un omaggio al crittografo e cypherpunk David Chaum, il quale ha creato un modo per garantire transazioni online sicure e anonime, proprio come l'utilizzo del denaro contante nel mondo fisico.

Con l'eCash chaumiano gli utenti possono spendere denaro online senza rivelare la propria identità o i dettagli della transazione a nessuno, inclusi il destinatario, le banche Bitcoin federate e i Lightning Gateway coinvolti nella transazione.

Una delle caratteristiche principali dell'eCash chaumiano è l'utilizzo di firme cieche, una tecnica crittografica che consente a una banca Bitcoin federata di firmare e convalidare le banconote eCash senza visualizzare i dettagli della transazione.

In altre parole, una banca Bitcoin federata sa che una banconota eCash valida è stata emessa e spesa, ma non sa chi l'ha spesa o per cosa. Inoltre non sarà in grado di conoscere i saldi dei singoli conti, né l'identità di coloro che riscattano una banconota eCash in Bitcoin.

Chi gestisce una banca Bitcoin federata potrà conoscere solo l'importo totale di BTC detenuti nelle riserve del wallet multisig della federazione e l'importo totale delle banconote eCash in sospeso per il riscatto.

Si tratta di un miglioramento rivoluzionario della privacy finanziaria rispetto alle soluzioni di custodia esistenti, che non offrono alcuna privacy.

Le solide protezioni della privacy offerte dall'eCash chaumiano consentono un altro vantaggio fondamentale: la resistenza alla censura.

Con PayPal, Venmo, conti bancari tradizionali e altri servizi finanziari di custodia è possibile bloccare un pagamento, o cancellare il vostro conto, in qualsiasi momento e con qualsiasi pretesto si ritiene opportuno.

Con le banche Bitcoin federate esse non sarebbero in grado di censurare, o bloccare, le transazioni. Grazie alle solide protezioni della privacy dell'eCash chaumiano non possono conoscere i dettagli di ogni transazione, quindi non possono bloccarle o impedirle.

In breve, con le banche Bitcoin federate e l'eCash chaumiano avremmo, per la prima volta, una soluzione di custodia comoda e resistente alla censura.


Fedimint

Forse l'implementazione più promettente delle banche Bitcoin federate è Fedimint.

Fedimint è un protocollo open source che consente a chiunque di creare una banca Bitcoin federata con pochi clic.

Utilizzare Fedimint per creare una banca Bitcoin federata non costa nulla; non sono necessarie licenze o autorizzazioni.

In breve, Fedimint potrebbe fare ai cartelli bancari quello che Uber ha fatto ai cartelli dei taxi.


Rischio di “rug pull”

Come tutte le soluzioni di Livello 2, le banche Bitcoin federate rappresentano un compromesso. Sono meno sicure dell'autocustodia, ma offrono maggiore praticità, facilità d'uso e privacy, tra gli altri vantaggi.

In particolare, è necessario avere fiducia che i membri della federazione non colludano per formare un quorum di maggioranza per rubare i bitcoin detenuti nel wallet multisig che supporta i depositi dei clienti.

La dimensione di tale quorum varierebbe da federazione a federazione. Maggiore è il quorum, più distribuito è il rischio.

Potrebbe essere una configurazione 2 su 3, ovvero tre utenti autorizzati e due necessari per spendere le riserve bitcoin nel wallet multisig della federazione, oppure una configurazione 99 su 100 e qualsiasi valore intermedio.

Il rischio di rug pull varierebbe da federazione bancaria a federazione bancaria.

Le federazioni bancarie Bitcoin locali potrebbero mitigare questo rischio perché verrebbero gestite da membri noti dalla comunità. Probabilmente subirebbero gravi conseguenze legali, reputazionali e fisiche per aver rubato il denaro dei vicini.

Con federazioni bancarie Bitcoin più grandi, i depositanti potrebbero mitigare questo rischio con assicurazioni private, agenzie di rating e altre soluzioni di mercato.

In ogni caso, sarà importante una due diligence continua delle banche Bitcoin federate. I depositanti dovranno farlo o trovare qualcuno che lo faccia per loro.


Rischio di centralizzazione

Le terze parti di fiducia sono vulnerabilità centralizzate. Gli stati possono catturarle e costringerle.

È esattamente così che questi ultimi hanno utilizzato il gold standard per avviare il sistema di valuta fiat.

Inizialmente le persone usavano l'oro fisico come moneta. Poi, per scalare, si sono necessariamente rivolte a terze parti, come le banche, che conservavano oro ed emettevano cambiali coperte dall'oro per facilitare gli scambi. Gli stati hanno catturato queste terze parti e poi hanno gradualmente rimosso la copertura in oro dalle cambiali fino a quando non sono diventate altro che coriandoli. In breve, è così che è nato il sistema di valuta fiat.

Potrebbe accadere qualcosa di simile con Bitcoin?

Esso ha grandi possibilità di evitare questo destino grazie alla sua estrema portabilità e decentralizzazione.

In passato gli agenti governativi potevano semplicemente presentarsi in banca e chiedere di consegnare le riserve auree fisiche a un depositario centralizzato.

Supponiamo che gli agenti governativi sarebbero in grado di identificare qualcuno che gestisce una banca Bitcoin federata.

Cosa potrebbero fare?

Se la banca Bitcoin federata fosse istituita con una sufficiente diversificazione geografica e politica, non potrebbero fare molto. Potrebbero, al massimo, arrestare l'unica persona nella loro giurisdizione che la gestisce.

Supponiamo che ci sia un quorum di 7 su 10 e che gli altri nove membri della federazione si trovino in giurisdizioni politiche diverse. Le riserve di bitcoin sarebbero al sicuro perché l'unica persona arrestata dagli agenti governativi non avrebbe raggiunto il quorum per spenderle. Gli altri nove membri della federazione potrebbero quindi adottare ulteriori misure difensive per garantire la sicurezza dei BTC della federazione.

In breve, sarebbe esponenzialmente più difficile per gli stati catturare, costringere e centralizzare le banche federate Bitcoin rispetto a quanto fosse più facile fare lo stesso con il gold standard.

Hal Finney disse che probabilmente ci sarà un mercato per le varie banconote eCash e il loro valore fluttuerà a seconda di come il mercato ne valuterà il rischio. Mi aspetto che le banconote eCash con maggiore esposizione a giurisdizioni più rischiose applichino uno sconto sulle loro riserve bitcoin per riflettere tale rischio.

Ricordiamo che, con il protocollo open source Fedimint, chiunque può costituire facilmente una banca federata Bitcoin. Questa bassa barriera all'ingresso contribuisce anche a mitigare il rischio di centralizzazione.

Con il sistema bancario tradizionale, e con il gold standard, lo stato deve controllare un numero relativamente piccolo di banche ed entità. Con le banche federate Bitcoin, chiunque potrebbe potenzialmente gestirne una: non è necessaria l'autorizzazione di un cartello bancario centralizzato.

Ecco il punto.

Se gli stati tentassero di catturare, centralizzare e costringere le banche Bitcoin federate, credo che si tratterebbe di un inutile gioco “colpisci la talpa”.


Rischio di svalutazione

C'è anche il rischio che le persone che gestiscono una banca Bitcoin federata possano colludere segretamente per svalutare le loro banconote eCash.

Si consideri l'esempio dell'exchange FTX che ha creato molte più rivendicazioni su bitcoin rispetto a quelli effettivamente detenuti in riserva. I titolari di conti FTX che pensavano di possedere bitcoin e non hanno prelevato si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano.

Penso che diversi fattori mitigheranno questo rischio con le banche Bitcoin federate.

In primo luogo, il costo del passaggio a un'altra banca Bitcoin federata, o del prelievo, è basso e può verificarsi in qualsiasi momento. La facilità con cui potrebbe verificarsi una potenziale corsa agli sportelli dovrebbe incutere timore in coloro che tentano qualsiasi schema di svalutazione.

Mi aspetto che altri incentivi basati sul mercato, come l'iscrizione a club esclusivi per le banche Bitcoin con la migliore reputazione e altri sistemi basati su quest'ultima, contribuiranno a ridurre al minimo il rischio di svalutazione.

La bassa barriera all'ingresso per la creazione di una banca Bitcoin federata e i bassi costi di passaggio significano che probabilmente ci sarà una concorrenza spietata. Se il mercato sospetta che una banca Bitcoin stia svalutando le sue banconote eCash, questa sarà un'eccellente opportunità per un concorrente di accaparrarsi quote di mercato.

Allo stesso modo gli speculatori potrebbero svolgere un ruolo importante. Saranno pronti per vendere allo scoperto le banconote eCash delle banche Bitcoin sospettate di aver commesso svalutazioni.


Conclusione

Bitcoin è un'innovazione rivoluzionaria a livello monetario e fornisce le basi per un nuovo sistema finanziario.

Si considerino le implicazioni della natura trustless di Bitcoin in combinazione con Lightning Network, le banche Bitcoin federate che emettono eCash chaumiano e altre soluzioni Layer 2 per scalabilità e praticità.

La quantità di valore che potrebbero sbloccare è sorprendente. Ciò potrebbe inaugurare una nuova era di free banking in tutto il mondo.

Sebbene il megatrend di Bitcoin non sia più agli albori, è ancora presto e non è troppo tardi. Bitcoin ha ancora molta strada da fare prima di emergere come la moneta dominante al mondo e soppiantare il sistema finanziario tradizionale.

Non ho dubbi che la supremazia di Bitcoin sarà uno dei maggiori trend finanziari del decennio e credo che gli investitori pazienti ne trarranno grandi profitti.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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mercoledì 24 settembre 2025

I nazisti ci insegnano come sconfiggerli

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Barry Brownstein

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/i-nazisti-ci-insegnano-come-sconfiggerli)

Il compianto Peter Drucker è considerato il padre della moderna teoria del management. Nato a Vienna, fu un giovane docente all'Università di Francoforte agli inizi del regime di Hitler. Nel suo libro Adventures of a Bystander (riportato in Life in the Third Reich), Drucker racconta la prima riunione di facoltà controllata dai nazisti all'Università di Francoforte, avvenuta poco dopo l'ascesa al potere di Hitler nel 1933.

Ne delinea il contesto: “Francoforte aveva una facoltà scientifica distinta sia per la sua erudizione, sia per le sue convinzioni liberali; tra gli scienziati di Francoforte spiccava un biochimico-fisiologo del calibro di un premio Nobel e dalle impeccabili credenziali liberali”.

Il commissario nazista non perse tempo e prese in mano la situazione: “Agli ebrei sarebbe stato proibito l'ingresso nei locali dell'università e sarebbero stati licenziati senza stipendio il 15 marzo”.

“Nonostante il forte antisemitismo dei nazisti”, la facoltà non se l'aspettava.

Seguirono volgarità e minacce, mentre il commissario “puntava il dito contro un capo dipartimento dopo l'altro e diceva: ‘O fate quello che vi dico, o vi metteremo in un campo di concentramento’”.

Il silenzio calò nella sala, tutti attendevano che l'illustre scienziato e “grande liberale” prendesse la parola. Egli si alzò e disse: “Molto interessante, signor Commissario, e per certi versi molto illuminante: ma c'è un punto che non ho capito tanto bene. Ci saranno più fondi per la ricerca in fisiologia?”

I docenti furono facilmente comprati, con “il commissario che assicurava agli studiosi che ci sarebbero stati molti soldi per la ‘scienza razzialmente pura’”. I docenti non opposero resistenza (chiunque abbia trascorso del tempo nel mondo accademico non dovrebbe sorprendersene).

Alcuni uomini coraggiosi “uscirono con i loro colleghi ebrei, ma la maggior parte si mantenne a distanza di sicurezza da essi che solo poche ore prima erano stati loro amici intimi”.

Sotto shock, Drucker decise di lasciare la Germania entro 48 ore, cosa che fece.

Eventi simili si verificarono in tutta la Germania. Nel suo libro, Hitler's True Believers, Robert Gellately spiega che prima del 1933 il nazionalsocialismo aveva già messo radici nelle università.

Poco dopo che Peter Drucker lasciò la Germania nazista, scrisse Gellately: “All'illustre fisico Max Planck fu chiesto se gli sarebbe piaciuto partecipare a un incontro per discutere del trattamento dei professori ebrei”. Planck rispose docilmente che “se trenta professori avessero fatto ciò, ci sarebbero state [secondo le parole di Planck] ‘150 persone pronte a dichiarare la loro solidarietà a Hitler domani, perché vogliono avere quei posti’” (Planck non era ebreo).

Gellately concluse: “Nel suo silenzio il corpo docente dell'establishment potrebbe essere visto come prossimo alla complicità”.

La rovina delle loro vite fu il prezzo che i professori tedeschi pagarono per ottenere benefici a breve termine.

Invidia e avidità – il desiderio di ottenere qualcosa in cambio di niente – sono emozioni umane comuni. In Law, Legislation and Liberty, Volume 3, F. A. Hayek spiegò: “La morale che sostiene la società aperta non serve a gratificare le emozioni umane. La civiltà si basa in gran parte sul fatto che gli individui hanno imparato a frenare i propri desideri per oggetti particolari e a sottomettersi a regole di condotta giusta generalmente riconosciute”. 

Non furono solo gli accademici a fare la fila per ricoprire i posti occupati dagli ebrei. Gellately riferì che “i medici si affrettarono ad aderire al Partito Nazista” perché “desideravano ardentemente i posti dei medici ebrei”.

Nel suo libro, The Third Reich: A History of Nazi Germany, Thomas Childers scrisse: “Tutti i ‘non ariani’ [furono] immediatamente licenziati dalla pubblica amministrazione nazionale, statale e municipale. Agli ebrei non fu più permesso di ricoprire la carica di insegnanti, professori universitari, giudici, o di svolgere qualsiasi altro incarico governativo”.

In breve, prima di assassinare gli ebrei, la Germania nazista aveva avviato un programma proto-DEI per gli “ariani”.

Oggi l'Università di Harvard, accusata di tollerare attività antisemite, ha una popolazione studentesca ebraica inferiore al 5%. Negli anni '70 fino al 25% degli studenti di Harvard era ebreo. I moderni programmi DEI “progressisti” hanno un obiettivo simile a quello dei programmi DEI nazisti: ridurre o eliminare la rappresentanza ebraica e bianca da istituzioni e aziende.

Secondo The Years of Extermination di Saul Friedländer, i decreti nazisti non andavano molto oltre quello che era l'accettazione pubblica. Venivano tenuti da conto i sentimenti del popolo e di entità influenti, come la Chiesa e l'industria:

Nessun gruppo sociale, nessuna comunità religiosa, nessuna istituzione accademica o associazione professionale in Germania e in tutta Europa dichiarò la propria solidarietà agli ebrei [...] molti gruppi di potere erano direttamente coinvolti nella loro espropriazione e desideravano, anche per avidità, la loro scomparsa totale.

Purtroppo, concluse Friedländer:

Le politiche naziste e antiebraiche ad esse collegate hanno potuto raggiungere i loro livelli più estremi senza l'interferenza di importanti interessi contrapposti.

Affinché l'antisemitismo raggiunga le sue conseguenze più dannose, è necessaria la coercizione da parte dello stato.

Childers racconta la storia del boicottaggio delle attività commerciali ebraiche, sostenuto dallo stato, del 1° aprile 1933:

Le truppe d'assalto si appostavano davanti a negozi, grandi magazzini e studi professionali ebraici, minacciando chiunque volesse entrare. Portavano cartelli antisemiti e scarabocchiavano slogan sulle vetrine dei negozi.

“Tedeschi, difendetevi. Non comprate dagli ebrei”, era uno degli slogan.

I nazisti, tuttavia, non furono soddisfatti della risposta pubblica al boicottaggio: “Molti clienti ignorarono il boicottaggio, sfiorando i picchetti delle SA per fare acquisti in negozi e grandi magazzini ebraici”. Peggio ancora per i nazisti, “alcuni acquirenti avevano persino tentato di entrare con la forza in un negozio ebraico”, e altri “clienti si erano affrettati ad acquistare merce da negozi ebrei giorni prima del boicottaggio”.

Il giorno dopo il boicottaggio fu annullato; i nazisti attesero per attuare azioni più estreme.

Childers riferì anche che nel 1933 i tedeschi “andavano ancora a trovare i loro medici e avvocati ebrei”. Non molto tempo dopo, nuovi editti consentirono ai medici ebrei di curare solo altri ebrei, una situazione che li spinse a fuggire dalla Germania o, in ultima analisi, a essere assassinati nei campi di concentramento.

All'inizio i legami commerciali si dimostrarono più forti dell'odio nazista, ciononostante quest'ultimo  lavorò instancabilmente per eliminare i legami commerciali, da cui dipendono le nostre vite.

Nel suo libro, An Enquiry Concerning the Principles of Morals, David Hume scrisse: “Si è spesso affermato che, poiché ogni uomo ha un forte legame con la società e percepisce l'impossibilità della sua sussistenza solitaria, diventa, per questo motivo, favorevole a tutte quelle abitudini o principi che promuovono l'ordine nella società”.

Hume definì tale ordine una “benedizione inestimabile” che deve essere mantenuta attraverso “la pratica della giustizia e dell’umanità, grazie alle quali soltanto la confederazione sociale può essere mantenuta e ogni uomo può raccogliere i frutti della reciproca protezione e assistenza”.

Nel suo A Treatise on Human Nature, Hume spiegò: “Le passioni [le emozioni umane] sono così contagiose che passano con la massima facilità da una persona all’altra”.

Si può sostenere che una delle passioni umane alla base della disgregazione sociale sia l'insaziabile desiderio di liberarsi dalla necessità. In The Road to Serfdom, Hayek descrive questo desiderio come un anelito di “liberazione dalla costrizione delle circostanze che inevitabilmente limitano la gamma di scelta di tutti noi”.

La nostra scelta è sostenere i politici che promettono l'impossibile libertà dalla scarsità, o coloro che promettono la libertà dalla coercizione, che invece è possibile. La libertà dalla coercizione comporta tutte le scelte e le responsabilità che ci assumiamo in una forma di governo liberale.

La libertà elimina il potere coercitivo dello stato di “soddisfare i nostri desideri”, come scrisse Hayek in The Constitution of Liberty. La natura umana induce alcuni a ricorrere a mezzi illiberali per ottenere ciò che desiderano. La libertà, la libertà dalla coercizione, offre la soluzione più efficace alla pericolosa escalation dell'antisemitismo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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martedì 23 settembre 2025

Analisi del complesso tecno-industriale

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Joshua Stylman

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/analisi-del-complesso-tecno-industriale)

Negli ultimi secoli si è compreso che il potere viene generalmente acquisito sfruttando risorse naturali, denaro e/o un esercito. Con l'evoluzione della globalizzazione e l'interconnessione degli esseri umani in tutto il pianeta, con accesso a una quantità di informazioni senza precedenti a portata di mano, si può affermare che il controllo di queste informazioni sia diventato l'arma più importante nell'arsenale del potere. Chiunque controlli la narrazione, influenza l'opinione pubblica, guida i comportamenti individuali e di gruppo, e apre la strada a istituzioni e individui potenti.

Nell'era dell'informazione è evidente che nessuno è più capace delle grandi aziende tecnologiche di inquadrare e plasmare eventi e idee da un punto di vista o da un insieme di valori specifico. Queste entità possiedono un pubblico mondiale di miliardi di persone ogni minuto di ogni giorno.

Molti, me compreso, hanno completamente trasformato le proprie abitudini mediatiche negli ultimi due decenni e ora considerano i social media come una guida per gli eventi mondiali invece di leggere i giornali. Cognitivamente, molti di noi sanno che, affinché la tecnologia possa offrire esperienze personalizzate più convenienti nel breve termine, potrebbe scendere a compromessi etici relativi a trasparenza, raccolta dati, privacy, autonomia degli utenti e altre pratiche di sfruttamento progettate per manipolarci.

Tuttavia, nel complesso, tendiamo a ignorare questi compromessi. Che si tratti di influenzare le elezioni, di fare pressione per la sperimentazione di massa sugli esseri umani con nuovi farmaci, o di negare la biologia come mero costrutto, data l'enorme ampiezza del loro pubblico, unita alle capacità algoritmiche e tecnologiche, è indiscutibile che le Big Tech svolgano un ruolo sproporzionato nell'ingegneria sociale della nostra società.

A volte questa gestione deriva dal dirigere la nostra attenzione verso i cosiddetti esperti che dovremmo seguire come guida. In altri casi si tratta semplicemente di mentire per omissione, presentando solo un lato della questione per dare l'illusione di un consenso. Esempi recenti includono il Covid, il cambiamento climatico, l'assistenza sanitaria di genere e una serie di altre questioni sociali e politiche.

Si potrebbe sostenere che se esistessero davvero opinioni discordanti e legittime su uno qualsiasi di questi argomenti controversi, i giornalisti investigativi ci rivelerebbero sicuramente la verità. Dopotutto è sacro dovere del Quarto Potere fornire ai cittadini informazioni per tenere sotto controllo la struttura del potere. Lo pensavo anch'io.

Anche se ci sono giornalisti che lavorano presso grandi organizzazioni giornalistiche è ovvio per chiunque abbia osservato la dilagante censura all'interno delle Big Tech negli ultimi anni che le istituzioni che distribuiscono le notizie al pubblico sono soggette alla supervisione e al controllo dello stato.

L'opinione prevalente nei circoli dissidenti è che la censura da parte dei social media di voci ostili alla narrativa ufficiale rappresenti una sorta di recente cattura istituzionale. Ma cosa succederebbe se la supervisione o la pressione per “moderare i contenuti” non fosse il risultato di una recente cattura e non un fenomeno nuovo? E se fosse la manifestazione di un piano governativo di lunga data per finanziare le start-up di queste potenti aziende con l'obiettivo di farne un uso nefasto in futuro?

Se pensate che tutto ciò sia troppo inverosimile per essere vero, considerate che il governo federale che è stato scoperto essere in combutta con le grandi aziende tecnologiche per interferire con la libertà di parola è la stessa istituzione che ha gestito l'Operazione Mockingbird, un progetto segreto della CIA ideato per corrompere singoli giornalisti e organizzazioni mediatiche mondiali al fine di influenzare l'opinione pubblica attraverso la manipolazione delle notizie.

In un'analisi investigativa condotta da Carl Bernstein nel 1977, la CIA ammise che almeno 400 giornalisti e 25 grandi organizzazioni in tutto il mondo erano stati segretamente corrotti per creare e diffondere notizie false per conto dell'agenzia. Da allora, la tecnologia che può essere utilizzata per modificare e persino controllare il nostro pensiero è diventata di ordini di grandezza più potente, raffinata e sofisticata. Tenetelo a mente mentre vi proponiamo un rapido esercizio di riflessione.

Prima di iniziare, sarei negligente se non menzionassi che anche la sola possibilità che il web sia una trappola mi tocca da vicino, perché non solo adoro Internet, ma è anche grazie a questo campo che ho sostenuto me stesso e la mia famiglia fin da quando ero giovane.

Quando ho iniziato a fare questo lavoro a metà degli anni '90, pensavo di essere una persona cinica che poneva domande critiche, ma in realtà ero un giovane ottimista. Credevo sinceramente nell'idea di combinare duro lavoro e fortuna e nell'idea di geni che creassero aziende indipendenti capaci di cambiare il mondo.

A dire il vero, conosco molte persone che l'hanno fatto, tuttavia un'analisi approfondita delle principali aziende tecnologiche che hanno reso possibili i superpoteri del web solleva non pochi interrogativi sulle loro origini e sull'effettiva organicità della loro ascesa fulminea.

Cominciamo con Amazon. Il nonno di Jeff Bezos, Lawrence Preston Gise, era direttore della Commissione per l'energia atomica e contribuì a fondare l'Agenzia statunitense per i progetti di ricerca avanzata (ARPA), da cui si è evoluta ARPAnet. Durante il suo mandato, Gise approvò e finanziò la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), che avrebbe poi inventato Internet.

È comprensibile che Bezos fosse cresciuto interessandosi a questo settore. Dopotutto, se vostro nonno è stato uno dei padri fondatori di Internet, immagino che anche voi potreste essere attratti dal web. Ma perché questa parte della storia dell'amministratore delegato di Amazon non è stata ampiamente pubblicizzata?

Ho letto molto su Bezos nel corso degli anni e spesso viene descritto come un uomo d'affari con una grande idea. Forse è vero, ma è interessante che persino gli articoli che parlano di Bezos come di un uomo che ha imparato le sue competenze tecniche dal nonno omettano i primi contatti con Internet del suo antenato.

È possibile che l'autore volesse concentrarsi sull'aspetto fai da te, ma se Gise poteva essere un agricoltore intraprendente, è stato anche uno dei pionieri di una delle innovazioni tecnologiche più importanti della storia umana, per non parlare dell'infrastruttura su cui Jeff ha costruito il suo impero. Se dovessi scrivere di come il giovane Jeff sia stato influenzato da suo nonno, mi sembrerebbe piuttosto pertinente.

È interessante notare che la pagina Wikipedia su Jeff menziona che suo nonno era “direttore regionale della Commissione per l'energia atomica degli Stati Uniti (AEC) ad Albuquerque”, ma non menziona né la DARPA né Internet. La voce sulla madre di Bezos non menziona nemmeno Gise per nome. È plausibile che queste omissioni siano semplicemente delle sviste?

Sebbene Amazon abbia iniziato apparentemente come libreria online, si è evoluta in quello che può essere definito un veicolo di raccolta dati. Raccoglie le vostre informazioni personali tramite gli ordini online di articoli fisici, virtuali e farmaceutici. Amazon può vedere chi entra e chi esce dal vostro spazio abitativo con Ring, acquisita nel 2018, e ha la capacità tecnica di ascoltare le conversazioni di oltre mezzo miliardo di persone tramite i dispositivi Alexa installati in case, uffici e dormitori. Più di recente Amazon ha aggiunto al suo impero One Medical, la quale fornisce assistenza virtuale on-demand 24 ore su 24, 7 giorni su 7, da “fornitori autorizzati” e, per coloro che vivono vicino a sedi fisiche, visite di persona. Ai clienti viene assicurata la riservatezza delle loro informazioni, ma rimarrebbero tali se lo stato facesse pressione su Amazon affinché gliele fornisse in caso di “emergenza”?

Proprio l'anno scorso Amazon ha patteggiato una causa da $30,8 milioni per aver conservato in modo improprio per anni le registrazioni vocali di Alexa dei bambini e i video di Ring, insieme alle relative informazioni di geolocalizzazione, in alcuni casi senza il consenso dei consumatori e nonostante le richieste di cancellazione dei dati da parte di questi ultimi. Ha inoltre consentito ai dipendenti della sua unità video Ring di effettuare sondaggi sui clienti. Un dipendente di questa attività ha visionato migliaia di registrazioni video di donne tramite telecamere di sicurezza che monitoravano le camere da letto e altri spazi privati ​​delle loro case, ha affermato la Federal Trade Commission. In un altro caso l'azienda è stata multata in Francia per il suo programma di sorveglianza dei dipendenti. Lo stesso sistema intrusivo è stato anche citato in uno studio come causa di lesioni fisiche e stress mentale sul lavoro.

Forse a causa dei loro imbarazzanti fallimenti, Ring ha ceduto alle pressioni dei difensori della privacy che li hanno criticati per aver permesso ai dipartimenti di polizia di richiedere i filmati degli utenti senza mandato. Alla fine hanno fatto la cosa giusta e hanno rispettato la privacy dei loro clienti, ma dato lo stretto rapporto di Amazon con il governo federale in quanto fornitore di servizi cloud, cosa succede quando le agenzie incaricate chiamano chiedendo filmati audio e video senza mandato della vita privata di qualcuno?

Prendiamo in considerazione ora Google, un'azienda che molti ritengono una fonte di informazioni indiscutibilmente affidabile e arbitro della verità. La popolare storia delle origini del colosso della ricerca web narra che sia nato dall'ingegno di due ragazzi-prodigio di Stanford, alla ricerca di un modo migliore per reperire e presentare la quantità e la profondità di informazioni in crescita caricate sul web.

Ciò che manca nella versione ufficiale è la parte che racconta di come Google sia nata nel 1995 come progetto finanziato dalla DARPA per il programma congiunto Massive Digital Data Systems della CIA e della NSA.

Sebbene la pagina Wikipedia sull'azienda descriva dettagliatamente come hanno ottenuto finanziamenti iniziali da alcuni luminari della Silicon Valley, non menziona che alcune delle ricerche che hanno portato all'ambiziosa creazione di Google sono state finanziate e coordinate da un gruppo di ricerca istituito dalla comunità dell'intelligence per sviluppare e implementare metodi per tracciare individui e gruppi online. Se questa parte della storia non fosse stata cancellata dai resoconti ufficiali, pensate che Google si sarebbe guadagnata rapidamente la fiducia di miliardi di persone in tutto il mondo?

Credevo ingenuamente che le persone a capo dell'azienda fossero motivate principalmente dal desiderio di migliorare il pianeta offrendo accesso globale alle informazioni mondiali. Forse è vero... ma Google si è rivelato anche un ottimo strumento di spionaggio.

C'è stato un tempo in cui il mio cervello pensava che il potere di Google fosse semplicemente quello di assorbire tutti i nostri dati per manipolarci con la pubblicità, ma è diventato molto di più. Con l'espansione dei loro servizi alla posta, alla geolocalizzazione, alla pubblicazione di contenuti, all'intelligenza artificiale, alle telecomunicazioni, ai pagamenti e apparentemente a tutto ciò di cui si ha bisogno per gestire ogni aspetto della propria esistenza digitale, è diventato evidente che la ricerca era solo la rampa di accesso per la loro attività di acquisizione dati.

Ciò ha senso se si considera il ruolo centrale che i motori di ricerca svolgono nella vita moderna. Per la prima volta nella storia dell'umanità, le persone in ogni Paese del mondo pongono spontaneamente domande alle macchine ed eseguono query su qualsiasi cosa passi loro per la testa. Queste richieste possono spaziare da banalità a contenuti didattici, fino a questioni più riservate come problemi di salute.

I legami di Google con l'intelligence sono continuati ben oltre i primi giorni dell'azienda. Nel 2004 hanno acquistato Keyhole (ora Google Maps) da In-Q-Tel, il braccio finanziario della CIA sostenuto anche da FBI, NGA, Defense Intelligence Agency e altri. Pensate che si sia trattato di una transazione finanziaria diretta, o è possibile che ci fossero delle condizioni?

Altri legami con l'intelligence includono il co-investimento di Google e della CIA in attività come Recorded Future, la quale monitora il web in tempo reale nel tentativo di creare un “motore di analisi temporale” (un programma in stile Minority Report che fa previsioni su eventi futuri), e la partecipazione di Google, insieme ad altri giganti della tecnologia, al programma PRISM della NSA, il quale raccoglieva dati dagli utenti senza il loro permesso o un mandato di perquisizione. Nel 2006 l'azienda ha lanciato Google Federal per gestire contratti governativi. Questa divisione dell'azienda contava così tanti ex-dipendenti della NSA che veniva spesso chiamata NSA West.

Più di recente è stato scoperto che Google impiega non pochi ex-agenti della CIA e altri ex-dipendenti governativi di alto livello in ruoli chiave, tra cui quelli che stabiliscono “quali contenuti sono consentiti” sulla loro piattaforma.

Come civili, la maggior parte di noi pensa di cercare sull'intero web, ma Google ha confessato di presentare solo ciò che i suoi censori, in parte composti da ex-agenti dell'intelligence, ritengono appropriato. Sulla base delle rivelazioni di PRISM è anche evidente che i contenuti che consumiamo sono stati, almeno per un certo periodo, condivisi illegalmente con il governo federale. Davvero fantastico!

Per illustrare ulteriormente come le aziende Internet possano essere piuttosto intime con il governo federale e le agenzie di intelligence, considerate questi divertenti fatti marginali relativi ai primi giorni (prima di Google) della ricerca sul Web: le sorelle gemelle di Ghislaine Maxwell, Christine e Isabel Maxwell, furono le fondatrici di Magellan, uno dei primi motori di ricerca su Internet (in seguito acquisito da Excite).

Dopo Magellan Christine ha fondato Chiliad, una società di data mining che collabora con CIA, NSA, DHS e FBI su attività di “antiterrorismo”. Durante questo stesso periodo la società di Isabel, Cyren (in precedenza Commtouch), aveva legami molto loschi con Microsoft e altre aziende della Silicon Valley, presumibilmente in possesso di una backdoor. Christine ora è Technology Pioneer per il World Economic Forum nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

Si vociferava che il padre delle sorelle Maxwell, Robert, avesse legami con organizzazioni come l'MI6, il KGB, il Mossad e la CIA. Non è corretto supporre che le sue figlie fossero impegnate nello spionaggio solo per il legame con il padre e la famigerata sorella, o anche solo per i loro contratti con le agenzie di intelligence... ciononostante rimane un fatto degno di nota.

Ciò che è chiaro, tuttavia, è che, dagli albori della ricerca fino ad oggi, il fatto che spesso non pensiamo a chi o cosa ci sia dall'altra parte che fornisce i risultati in questa curiosa relazione intima con la barra di ricerca è probabilmente una caratteristica e non un difetto.

Se la ricerca è il cervello che attinge alla coscienza collettiva di ciò che le persone cercano online, i social media ne sono l'anima, monitorando e connettendo gli utenti in base a ciò che condividono. La prima si basa sull'intento, mentre la seconda è più incentrata sull'identità e sugli interessi.

Sebbene entrambi possano essere utilizzati come strumenti per accumulare una grande quantità di dati, la ricerca è più transazionale poiché l'utente esegue una query, trova i risultati e prosegue, mentre il social ha più a che fare con la creazione di viralità e il legame tra le persone attraverso il grafico sociale.

Il Pentagono (in particolare la DARPA) aveva previsto l'utilità di raccogliere le briciole di pane del comportamento delle persone quando iniziò a lavorare su LifeLog, un progetto per tracciare “l'intera esistenza” di una persona online. Non è chiaro cosa sia successo, ma il progetto fu chiuso il 4 febbraio 2004.

Il destino volle che proprio quel giorno – il 4 febbraio 2004 – fosse il giorno in cui Facebook (allora TheFacebook) fu inaugurato ad Harvard. È una strana coincidenza che Aaron Sorkin non menziona nella versione cinematografica, ma probabilmente non è nulla. La DARPA negò persino di avere un collegamento, quindi immagino che dovremo credergli sulla parola.

Come i suoi colleghi di Google, Facebook ha assunto rapidamente personale proveniente dal mondo dell'intelligence. Con reclutamenti da agenzie come CIA, FBI, NSA, ODNI, nonché da altri dipartimenti governativi tra cui DOJ, DHS e GEC, la società madre di Facebook, Meta, ha assunto oltre 160 ex-dipendenti dell'intelligence sin dal 2018. Complessivamente molti di questi dipendenti sono coinvolti nel cosiddetto team Trust & Safety (naturalmente) che determina quali contenuti amplificare, verificare e/o rimuovere completamente.

Quando Matt Taibbi, Michael Shellenberger e altri giornalisti hanno pubblicato i Twitter Files, è diventato inequivocabile che Twitter era l'ennesima piattaforma Big Tech con legami diretti con l'apparato di sorveglianza degli Stati Uniti.

Similmente a Google e Facebook, anche loro avevano alle loro dipendenze diversi ex-agenti segreti, tra cui un numero allarmante di agenti dell'FBI. Non è chiaro se e come Twitter (no, non lo chiamerò X) abbia collaborato con il governo da quando Elon Musk ha preso il potere.

Tuttavia vi sono prove schiaccianti che, prima dell'acquisizione, il governo federale ha esercitato un'influenza sull'azienda, creando barriere di protezione sui contenuti presentati e persino segnalando specifici utenti come potenzialmente pericolosi. Si tratta di un potere enorme da esercitare nel plasmare i cuori e le menti delle masse.

Potrebbe trattarsi solo di un'altra strana coincidenza, ma Progetto Bluebird era il nome in codice originale di quello che sarebbe poi diventato il Programma di Controllo Mentale MK Ultra. Gli obiettivi di Bluebird includevano “ottenere dati accurati da persone consenzienti e non” e “aumentare l'adesione alle azioni suggerite”. È interessante considerare questo nel contesto dell'iconico logo aziendale, ora in disuso. Chissà se si tratta solo di una strana coincidenza, o di una sorta di segnale di cui gli addetti ai lavori erano a conoscenza da sempre?

Quindi tutte le storie ufficiali sulle origini delle aziende tecnologiche sono, nel migliore dei casi, frutto di artificiosità, nel peggiore dei casi, del tutto inventate? Ci sono sicuramente molti legami misteriosi con l'intelligence e questo saggio ne è solo un assaggio. Forse sono solo coincidenze, ma dopo aver fatto qualche ricerca, questi parallelismi hanno catturato la mia attenzione, quindi ho pensato che valesse la pena rifletterci.

Se l'intento dietro queste organizzazioni è sempre stato un mito, personalmente mi sento ingannato quanto chiunque altro. Ho lavorato nel settore tecnologico per decenni prima di ritirarmi quando mi sono reso conto che molte delle persone che entravano in quel campo non erano più idealisti desiderosi di democratizzare l'informazione mondiale. Invece operavano più come figli bastardi da cartone animato di Hollywood e Wall Street.

Eppure, fino a pochi anni fa, non capivo quanto queste aziende potessero essere sinistre nella loro partecipazione ad attività che andavano oltre la generazione di profitti per i loro azionisti. Per quanto avessi capito il pericolo che corriamo quando si tratta di banchieri, delle case farmaceutiche, dei dirigenti nei media tradizionali, ecc., non avevo mai veramente compreso che il mondo in cui pensavo di vivere fosse, in gran parte, un'illusione. Dopotutto viviamo in una società invasa da denaro falso, cibo falso, notizie false, guerre false, credenziali false, medicine false, quindi perché le grandi aziende fondatrici su Internet dovrebbero essere diverse?

Indipendentemente dal fatto che l'ascesa di questi colossi di Internet sia stata un inganno o meno, ora sono incontestabilmente in combutta con il Complesso Industriale dei Dati. Se c'è un lato positivo in tutto questo, è che molte persone si stanno svegliando e chiedono trasparenza e autenticità. Una società veramente attenta sarà gloriosa. L'unica domanda è: saremo abbastanza numerosi prima che le masse ignare vengano condizionate dalla propaganda da trasformarsi in bot? Credo sinceramente che questo sia uno dei temi cruciali del nostro tempo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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