mercoledì 6 agosto 2025

Il ruolo della plastica nella lotta alla povertà

Un altro settore ricco di miti e povero di riscontri con la realtà è quello delle energie rinnovabili. Se si guarda all'Unione Europea, vi sembrerà che la produzione di elettricità sia un caso di attività di libero mercato, con i burocrati di Bruxelles che si limitano a stabilire le regole generali che consentono al tutto di funzionare. Purtroppo, nonostante la propaganda, le cose non stanno così. Sebbene esista un mercato europeo dell'elettricità, ha ben poco a che fare con ciò che di solito consideriamo scambi di libero mercato. I player nel mercato elettrico devono seguire un cosiddetto ordine di merito, o meccanismo di pagamento, in base al principio “pay-as-clear”. I fornitori presentano le loro offerte in base ai costi di produzione e i richiedenti devono acquistare prima dalle fonti più economiche, fino a quando la domanda non viene soddisfatta completamente. A tutti i fornitori viene quindi pagato il prezzo marginale. Sebbene questo ricordi il modo in cui funziona la determinazione dei prezzi nel libero mercato, è tutt'altro. I richiedenti sono costretti ad accettare le offerte dei fornitori più economici. Le energie rinnovabili sono le più economiche, poiché in senso stretto i loro costi di produzione sono pari a zero: non serve carburante per le pale eoliche. Di conseguenza i burocrati hanno costruito un sistema che porta a enormi guadagni per gli investitori nelle energie rinnovabili, quindi non è un mistero che la capacità di tal settore si sia espansa enormemente in Europa, poiché qualsiasi prezzo positivo (o qualsiasi prezzo che copra i costi di capitale e manutenzione) sarà redditizio per coloro che ci hanno investito. Dato che l'elettricità prodotta dalle energie rinnovabili ha un prezzo pari a zero, si potrebbe sostenere che l'operatore, agendo nell'interesse del consumatore finale, sceglierebbe comunque di acquistarne la maggior quantità possibile, quindi non importa che sia tecnicamente costretto a farlo. Tuttavia l'operatore è interessato non solo a operare ai minimi costi di input, ma anche a mantenere la propria rete nel modo più economico ed efficiente possibile, rendendola al contempo il più resiliente possibile. Purtroppo l'energia rinnovabile è incompatibile con questi obiettivi, data la sua imprevedibilità. La mancanza di resilienza è il problema più rilevante emerso durante il recente blackout spagnolo. Il mercato elettrico europeo è strutturato in modo tale che non ci sarà mai capacità libera da impianti eolici e solari. Poiché l'operatore è costretto a ricorrere alle energie rinnovabili, e poiché i fornitori traggono profitto praticamente da qualsiasi prezzo positivo, funzioneranno quasi sempre a piena capacità. In caso di crisi, quindi, non saranno disponibili come riserva e, poiché le centrali a carbone e nucleari non possono aumentare la produzione con sufficiente rapidità, rimane solo il gas. Quest'ultimo, tuttavia, è una delle fonti di energia elettrica più costose, non da ultimo dopo la “guerra di aggressione russa contro l'Ucraina”, come la chiamano come un mantra i burocrati e i politici dell'UE, e l'aumento della dipendenza europea dal GNL. Cosa succede alla produzione di gas quando per un periodo di tempo prevedibile le energie rinnovabili dominano il mercato, come è successo in Spagna fino al blackout? Poiché le energie rinnovabili hanno fatto scendere il prezzo dell'elettricità, le centrali a gas spagnole hanno smesso di fornire elettricità e, prevedendo che questa situazione si protraesse per un po', hanno chiuso i loro impianti. Quando si è verificato il disastro, e un'importante fonte di approvvigionamento è stata improvvisamente rimossa dal mercato, non c'era praticamente alcuna riserva disponibile. Diverse fonti del settore hanno dichiarato alla Reuters che la mancanza di fonti di energia stabili e sincrone era un problema chiave. L'interventismo statale rende l'elettricità non solo molto costosa in tutta Europa, ma rende anche le reti elettriche in tutta Europa molto fragili. Quello che è successo in Spagna potrebbe essere un caso estremo, ma non c'è motivo di non aspettarsi molti altri casi simili in futuro, finché le energie rinnovabili saranno forzate sul sistema in questo modo.

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di Vladimir Snurenco

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-ruolo-della-plastica-nella-lotta)

È raro sentire parlare della plastica in modo positivo. I titoli dei giornali traboccano di statistiche allarmanti sulla contaminazione da microplastiche e di immagini inquietanti dell'inquinamento degli oceani. Eppure la plastica ha silenziosamente svolto un ruolo essenziale nel ridurre la povertà, migliorare gli standard di vita globali e persino salvare vite umane. Come potrebbe la plastica, tossica e soffocante, combattere la povertà in tutto il mondo?

In recenti articoli intitolati “Elogio della plastica” e “La plastica è più verde di quanto sembri”, The Economist evidenzia come la plastica riduca il peso e i costi di trasporto. Ad esempio, una bottiglia di plastica da un litro pesa solo il cinque percento del suo equivalente in vetro, il che la rende 20 volte più leggera e molto più facile da trasportare! Mentre gli articoli originali si concentravano principalmente sull'efficienza, il mio punto è che un imballaggio più leggero non solo riduce i costi, ma aumenta drasticamente l'accesso dei poveri del mondo ai beni di prima necessità.

Gli alimenti confezionati in plastica durano molto più a lungo: una grande vittoria per il miliardo di persone più povere. I contenitori di plastica ermetici mantengono alimenti di base come farina di mais, riso e olio da cucina più freschi, più convenienti e più facili da conservare. Inoltre gli imballaggi in plastica consentono al cibo di percorrere distanze maggiori e di raggiungere più facilmente le aree remote. Questo è particolarmente importante nelle regioni povere, dove le infrastrutture stradali sono carenti e la refrigerazione è rara.

In ambito sanitario, siringhe di plastica e dispositivi di protezione come guanti e mascherine hanno fatto una grande differenza. I dispositivi monouso in plastica contribuiscono a ridurre i tassi di infezione e hanno svolto un ruolo fondamentale nella distribuzione dei vaccini. I dispositivi medici in plastica sono fondamentali per proteggere le persone più vulnerabili al mondo da malattie e morte.

Un esempio specifico, ma tristemente trascurato, è il ruolo che la plastica ha svolto nel dimezzare i decessi annuali per malaria a livello globale. Nel 2000 la malaria ha ucciso quasi un milione di persone in tutto il mondo, ma le siringhe di plastica monouso hanno garantito un trattamento sicuro contro di essa, prevenendo al contempo la trasmissione dovuta ad aghi contaminati. Le zanzariere, spesso realizzate in fibre di plastica, hanno fornito barriere fisiche contro le zanzare portatrici di malaria. Un altro brillante prodotto in plastica sono i teli di plastica trattati con insetticidi (ITPS), i quali vengono utilizzati nella costruzione di case e rifugi, e uccidono le zanzare al contatto. Negli ultimi 25 anni questi prodotti in plastica hanno ridotto significativamente i tassi di infezione da malaria in tutto il mondo, soprattutto in Africa, e hanno dimezzato i decessi annuali per malaria.

Ecco il quadro generale degli ultimi 25 anni: con l'aumento della produzione di plastica in tutto il mondo, i tassi di mortalità per malaria sono diminuiti e la povertà è diminuita drasticamente. Secondo The Economist, la produzione globale di plastica è raddoppiata tra il 2000 e il 2021, passando da 234 milioni di tonnellate a quasi 460 milioni. Nello stesso periodo la povertà estrema (definita come vivere con meno di $2,15 al giorno) è scesa da circa il 28% della popolazione mondiale ad appena l'8,5%, secondo i dati della Banca Mondiale. Il FMI prevede che i tassi di povertà scenderanno ulteriormente a circa il 7% entro la fine del 2025.

Il legame tra l'aumento dell'uso della plastica, la riduzione della povertà e il calo dei decessi per malaria è impressionante. La plastica potrebbe essere l'eroe sconosciuto ai più nella lotta contro la povertà e le malattie? E se lo è, dobbiamo anche affrontare una domanda difficile: l'inquinamento da plastica è un compromesso accettabile, o addirittura inevitabile, per ridurre la sofferenza umana?

Il modo di pensare economico richiede di riconoscere i compromessi. In un mondo fatto di scarsità, non ci sono soluzioni perfette. Risolvere un problema spesso ne crea, o ne aggrava, un altro. La contaminazione da plastica è senza dubbio allarmante. Mentre scrivo queste parole, non posso fare a meno di ragionare sul pensiero inquietante che frammenti microscopici di plastica potrebbero circolare nel mio cervello proprio in questo momento. Ma qual è l'alternativa? Se smettessimo di usare la plastica domani, le catene di approvvigionamento globali collasserebbero, il cibo non raggiungerebbe le persone che ne hanno bisogno nelle aree remote e milioni di persone perderebbero l'accesso a forniture mediche salvavita. Siamo disposti ad accettare questo aumento della sofferenza umana per vivere in un mondo senza plastica? Io no.

Il ruolo della plastica nella riduzione della povertà è immenso. La plastica permette ai poveri di migliorare la propria salute e di accedere più facilmente al cibo e ad altri beni. Per il miliardo più povero del pianeta, i benefici della plastica superano di gran lunga i suoi svantaggi ambientali.

Ovviamente dobbiamo cercare di gestire i rifiuti di plastica in modo responsabile. I nostri attuali tassi di riciclaggio si attestano intorno al nove percento, una percentuale ancora troppo bassa. Altre importanti priorità associate all'uso della plastica sono l'innovazione nelle tecnologie di riciclaggio, il miglioramento delle infrastrutture di raccolta dei rifiuti e una gestione più sicura delle discariche. Infine, ma non meno importante, dovremmo cercare di utilizzare meno plastica ogni volta che è superfluo.

La domanda globale di plastica continuerà ad aumentare, mentre i tassi di povertà mondiale continueranno a diminuire. Forse accettare entrambe le tendenze è il miglior compromesso che l'umanità possa realisticamente raggiungere in questo momento: il mondo di domani sarà un mondo con meno povertà e più plastica.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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