venerdì 27 dicembre 2013

La distruzione della ricchezza viene nascosta dal debito del governo





di Philipp Bagus


Una larga parte della popolazione non ha ancora notato che stiamo vivendo in un periodo di costante impoverimento. Il denaro è stato sperperato nella spesa sociale, per salvare le banche o — come in Europa — i governi, ma molte persone ancora non sentono dolore economico.

Tuttavia i cattivi investimenti hanno distrutto una quantità immensa di ricchezza reale. Nel mondo occidentale la spesa pubblica per i programmi sociali e per le imprese militari ha generato debiti pubblici e deficit crescenti. Questi debiti non saranno mai rimborsati.

Lo stato sociale-belligerante è il più grande investimento improduttivo esistente. Non soddisfa le preferenze degli individui che interagiscono liberamente, e verrebbe liquidato immediatamente se non fosse continuamente sostenuto dai soldi dei contribuenti raccolti sotto la minaccia della violenza.

Inoltre, sono stati generati altri investimenti improduttivi dal ciclo economico alimentato dall'espansione del credito del sistema bancario semi-pubblico a riserva frazionaria. Dopo la crisi finanziaria del 2008, i cattivi investimenti sono stati liquidati solo parzialmente. Gli investitori che avevano finanziato i cattivi investimenti, come i produttori di automobili e gli istituti di credito ipotecario, sono stati salvati dai governi; sia direttamente attraverso infusioni di capitale o indirettamente attraverso sovvenzioni ed opere pubbliche. Lo scoppio della bolla immobiliare ha causato perdite al sistema bancario, ma non si è assunto tali perdite in pieno perché è stato salvato dai governi. Di conseguenza le sofferenze sono state spostate dal settore privato a quello pubblico, ma non sono scomparse. Nel tempo, sono state create nuove sofferenze per mezzo di un aumento della spesa pubblica, come le indennità di disoccupazione ed una miriade di programmi di "stimolo." Il debito pubblico è letteralmente esploso.

In altre parole, le perdite derivanti dai cattivi investimenti del ciclo passato sono state spostate in grossa misura nei bilanci dei governi e delle loro banche centrali. Né gli investitori originali, né gli azionisti bancari, né i creditori bancari, né i detentori di debito pubblico si sono assunti queste perdite. Spostare i crediti inesigibili non può ricreare la ricchezza perduta, e il debito rimane.

Per illustrare tutto ciò, pensiamo a Robinson Crusoe e Venerdì sulla loro isola. Robinson lavora duramente per decenni e risparmia per la pensione. Investe in obbligazioni emesse da Venerdì. Quest'ultimo investe in un progetto: comincia a costruire una barca da pesca che produrrà abbastanza pesce da nutrire entrambi quando Robinson si ritirerà e smetterà di lavorare.

Al momento del pensionamento Robinson vuole iniziare a consumare il suo capitale. Vuole vendere i suoi bond e comprare merci (il pesce) che Venerdì produce. Ma il piano non funzionerà se il capitale è stato sperperato in cattivi investimenti. Venerdì potrebbe non essere in grado di rimborsare le obbligazioni in termini reali, o perché ha semplicemente consumato i risparmi di Robinson senza lavorare oppure perché il progetto di investimento finanziato col risparmio di Robinson è fallito.

Per esempio, immaginate se la barca è stata costruita male e affonda; o che Venerdì non costruisca la barca perché preferisce darsi alla pazza gioia. La ricchezza che Robinson pensava di possedere non sarebbe lì. Naturalmente Robinson può conservare per qualche tempo l'illusione di essere ricco. Infatti, possiede ancora i bond.

Immaginiamo che sull'isola ci sia un governo con la sua banca centrale. Per "sistemare" la situazione, il governo dell'isola acquista e nazionalizza la società fallita di Venerdì (e la barca affondata). Oppure il governo potrebbe salvare Venerdì dandogli denaro attraverso l'emissione di nuovo debito pubblico che viene acquistato dalla banca centrale. Venerdì potrebbe quindi restituire a Robinson denaro appena stampato. In alternativa, le banche centrali possono anche stampare cartamoneta per comprare i bond direttamente da Robinson. Gli asset tossici (rappresentati dai bond) vengono spostati sul bilancio della banca centrale o del governo.

Di conseguenza, Robinson Crusoe può ancora conservare l'illusione di essere ricco perché possiede o titoli di stato, o soldi di carta, o le obbligazioni emesse da una società nazionalizzata/sovvenzionata. Allo stesso modo, le persone oggi si sentono ricche perché possiedono conti di risparmio, titoli di stato, fondi comuni di investimento, o una polizza di assicurazione sulla vita (con le banche, i fondi e le compagnie di assicurazione sulla vita che investono pesantemente in titoli di stato). Tuttavia, la distruzione di ricchezza (l'affondamento della barca) non può essere annullata. Alla fine della giornata, Robinson non può mangiare le obbligazioni, la carta o altri diritti che detiene. Non esiste ricchezza reale che li sostenga. Nessuno sta pescando, quindi non ci saranno abbastanza pesci per nutrire sia Robinson che Venerdì.

Qualcosa di simile accade anche oggi. Molte persone credono di possedere ricchezza reale che non esiste. Il loro capitale è stato dilapidato da cattivi investimenti pubblici, direttamente e indirettamente. I governi hanno speso risorse in programmi di assistenza sociale e hanno fatto promesse per i sistemi pensionistici pubblici, hanno salvato le aziende creando mercati artificiali attraverso sussidi o apporti di capitale. Il debito pubblico è esploso.

Molte persone credono che la ricchezza cartacea, che possiedono sotto forma di titoli di stato, fondi di investimento, polizze assicurative, depositi bancari e diritti vari, fornirà loro anni di felicità. Tuttavia, al momento del pensionamento saranno in grado di consumare ciò che viene prodotto dall'economia reale. Ma la reale capacità produttiva dell'economia è stata gravemente distorta e ridotta dall'intervento del governo. La ricchezza cartacea è sostenuta in gran parte da aria fritta. Il trasferimento continuo delle sofferenze sui bilanci dei governi e delle banche centrali non può annullare la distruzione di ricchezza. Risparmiatori e pensionati ad un certo punto scopriranno che il valore reale della loro ricchezza è molto meno di quanto previsto. Resta da vedere in che modo, esattamente, l'illusione verrà distrutta.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


13 commenti:

  1. è cosi semplice, chissa perché quasi nessuno lo capisce. come sempre ottimo bagus

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  2. "Salva Italia! Salva Roma!
    Per il bene comune dovete darmi i vostri, si fa per dire, soldi, che devo salvare gli amici degli amici, che dobbiamo farcela, che sicuramente il Paese c'è la farà!!! Basta col populismo! Basta con lo sfascismo!
    Ci vuole coesione! Integrazione! Partecipazione! Sacrifici, voi, per conservare Noi! E' ora di pensare ai "veri" problemi della gggggente! Ci vuole solidarietà, ... con noi, unità ... con noi, ci vuole un nuovo piano per la crescita e la redistribuzione... tra di noi!
    Siamo i veri rappresentanti del popolo, eletti democraticamente!"
    Applausi scroscianti...

    Chissà perché quasi nessuno capisce?
    Forse perché ci sono milioni e milioni di fessi colossali...

    "Eh, non ci so' soldi, guarda qua: negozi chiusi e negozi vuoti, la ggggente non c'ha più soldi da spendere! Se c'ha i due soldi da parte te servono pe' magna' e pe'll'emergenze, na malattia, un funerale, la vecchiaia, che poi sape'?
    Io n'c'ho manco l'occhi pe' piagne! Mortacci loro...!
    Aho! Ma che c'hai da guarda'? Che me fai 'na ricarica?
    ....
    Senti a coso, se me fai ' a ricarica, poi se po vede, magari se poffa quarcosa assieme..."

    Milioni e milioni di fessi e di disgraziati.

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  3. dna, se accpnsenti ti saccheggio e ti rimetto su facebook (by dna). ultimamente sei in forma strepitosa!!!

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    1. Fai pure gdb. Correggi il mio romanesco arrugginito.
      Ma come si chiama il tuo fb?

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  4. come il mio nome, evidentemente. dovresti conoscerlo. se non lo conosci, fammelo sapere qui

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  5. Ciao a tutti.

    Spero che l'articolo di oggi non vi abbia appesantito ulteriormente la digestione dopo i "bagordi" natalizi. Per l'anno prossimo, comunque, ci saranno novità sul blog (come ogni nuovo anno che si rispetti): ho imparato a sottotitolare i video. Quindi aspettativi anche materiale visivo cospicuo dal prossimo anno.

    Quello che a me sorprendeè come si possa negare l'attuale distruzione di ricchezza all'interno della società. I lcuscinetto del debito pubblico non durerà a lungo. Le tasse stanno ammazzando letnamente i ltessuto sociale su cui è strutturato il mercato, e gli individui finiscono per indebitarsi ulteriormente solo per stare al passo con i conti da pagare.

    Negli Stati Uniti non va meglio. Debiti studenteschi e prestiti per l'acquisto di auto sono i macigni più grandi sui bilanci delle famiglie. Sprofondare nel debito è diventato il nuovo percorso verso il successo? La classe media è stata inesorabilmente fatta a pezzi. Chissà, forse i bilanci delle banche centrali c'hanno qualcosa a che fare con questa situazione...

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  6. Una economia totalmente pianificata e controllata dal governo porta inevitabilmente all'arresto del processo dell'innovazione di prodotto e delle tecniche produttive. Neppure nel settore militare l'URSS riusciva a star dietro alle invenzioni americane. Era quasi sempre all'inseguimento e per questo puntava moltissimo sullo spionaggio militare industriale.
    Le economie socialdemocratiche odierne, quelle della cosiddetta terza via, consentono una concorrenza relativa ed un certo progresso tecnologico e tecnico, senza dubbio maggiori che nel socialismo reale. Ma nulla di più.
    Ed assai meno di quel che potrebbe un mercato davvero libero. Perché queste economie, orientate ufficialmente dall'ineffabile interesse generale e dall'inconoscibile bene comune (stabiliti di volta in volta da chi raggiunge a forza di promesse e favori elettorali il potere centrale), favorendo solo il capitalismo clientelare e tendendo, col tempo, sempre più alla pianificazione ed al controllo centralizzato del mercato, inevitabilmente finiscono per distorcere, rallentare ed arrestare lo sviluppo dell'innovazione a favore della conservazione di metodi produttivi e di prodotti scarsamente innovativi pur di non sconvolgere lo status quo produttivo clientelare. Il settore informatico rappresenta soltanto l'eccezione che conferma la regola, ma oggi è anch'esso condizionato dal potere centrale che lo usa come fornitore di mezzi di controllo e sorveglianza i più disparati.
    Questo del progresso tecnologico rallentato e' un argomento spesso accennato da Francesco, ma solo da poco ci sto riflettendo. In effetti, l'innovazione di prodotto è spesso del tutto priva di significato reale e solo l'abilità dalla propaganda tende ad amplificarne la portata soprattutto relativamente a prodotti che vengono solamente aggiornati in modo programmato anticipatamente od accessoriati in modo da renderli più appetibili.
    In un mercato davvero libero, e nella stragrande maggioranza dei casi, l'offerta crea la domanda e la domanda a sua volta stabilisce il prezzo reale, vero, del prodotto offerto. L'innovazione vera, in quanto nuova offerta in grado di creare una domanda nuova ed appropriata, rappresenterebbe un legittimo giustificato motivo per un incremento di prezzo accettabile dal mercato.
    Ci troviamo, invece, in un ambiente in cui i prezzi aumentano non per reali contenuti innovativi dei prodotti o delle prestazioni, ma prevalentemente per adeguarsi all'inflazione monetaria che distorce i costi di produzione e di fornitura dei prodotti/servizi.
    Abbiamo, attorno a noi, un ambiente completamente deformato da chi controlla, regola e domina l'economia: governi e banche centrali. I prodotti ed i metodi produttivi più importanti non solo sono protetti dalla concorrenza con sbarramenti legali all'ingresso e foraggiati con spesa pubblica orientata in modo clientelare, ma godono di prezzi sostenuti surrettiziamente dall'inflazione monetaria piuttosto che da contenuti innovativi e da una domanda reale.

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  7. Riflessioni imperfette di fine anno di un apprendista libertario ed empirista scettico.

    Discutiamo sempre di economie più o meno libere, più o meno controllate da governi e banche centrali, e di mercato distorto e non libero, ma le imprese multinazionali che operano ad un livello superiore, senza confini geopolitici, contemporaneamente avendo a che fare con più banche centrali e con politiche monetarie abbastanza differenti (intuitivamente preferiranno sempre l'espansione fiatmonetaria data la loro posizione di forza nella piramide dell'accesso al nuovo credito) che hanno capacità di orientamento e condizionamento politico e finanziario superiori a chiunque altro, come sono contemplate nella Scuola Austriaca di economia?
    Certo, per essere favorite, sono amiche del potere locale, politico e finanziario che trovano, cercano sicuramente di porsi come i clientes più forti del potere, ma sono spesso così forti da poter stabilire esse stesse il potere politico/finanziario più idoneo ai loro affari.
    Insomma, le imprese multinazionali, le stiamo, in qualche modo, trascurando? Per la posizione apicale che occupano, per loro il mercato non contempla i concetti di libero o controllato, sono esse in grado di manipolarlo da una posizione superiore sia alla politica che alle banche centrali inflazionistiche.
    Sono loro l'esempio più palese di che vuol dire globalizzazione e governo sovranazionale unico. Sono loro, i loro ineffabili proprietari ed i loro consigli di amministrazione all'apice della piramide?
    Se sì, allora anche la sacrosanta e pacifica battaglia END THE FED, che in fin dei conti è la risposta politica degli economisti austriaci alla inevitabile domanda CHE FARE? appare come una tappa importante dello smantellamento della piramide del potere fiatmoney contemporaneo, novecentesco, ma non la battaglia definitiva per la libertà assoluta.
    Capisco allora meglio le parole tranquille di quel pensatore, che Francesco ci ha proposto qualche settimana fa ma di cui non ricordo il nome, il quale diceva che andavano bene sia la battaglia di Occupy sia quella contro la Fed. L'approccio deve essere molteplice e disperso come le idee degli uomini, l'importante è che queste battaglie, culturali prima e politiche poi, di liberazione e di libertà non diano luogo ad altre... piramidi. Neppure inintenzionalmente.

    Troppe fettuccine, pandori, panettoni e libagioni natalizie?

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  8. Ciao Dna.

    Faccio riferimento al secondo commento, visto che sul primo sono essenzialmente d'accordo con quanto hai detto. Inizio col dire che il tipo a cui facevi riferimento è Crispin Sartwell.

    In secondo luogo, è giusto preoccuparsi di questa realtà che spesso viene menzionata nei vari discorsi pubblici. Insomma è pur sempre un nervo scoperto all'interno della nostra società. Sentimao spesso come vengano demonizzate. Perché vengono "demonizzate"? La risposta che spesso viene ripetuta è una: fanno profitti. E' un male? Secondo la maggior parte delle persone lo è. Dove sta l'inghippo? L'hai evidenziato benissimo nel tuo commento precedente: il guinzaglio è stato allentato ma non tolto.

    E la maggior parte delle persone non riesce ad individuare l'origine di questo guinzaglio. E' stata educata per bene a metterselo da sé. Peggio, è invidiosa. Vorrebbe che anche chi comprende quale sia la mano dietro al guinzaglio fosse tenuto persempre così. Il guinzaglio offre "benefici" per chi obbedisce: pasti gratis. Si rifiutano di vedere quale sia l'origine di questi pasti gratis, perché significherebbe che non né potrebbero richeidere più. Sono addomesticati.

    Ecco perché Occupy è stato disinnescato. Ecco perché la protesta dei nostri Forconi era morta fin dall'inizio. Credevano in un solo dio: lo stato. Infatti, restando sempre in campo delle multinazionali, troviamo esempi come questo i quali dovrebbero far come minimo dubitare sulla natura benevola dell'organizzazione più subdola e truffratice della storia dell'uomo. Senza la FDA, ad esempio, la Monsanto perderebbe una grande fetta del proprio potere. Come lei anche altre aziende multi milionarie/miliardarie che riescono a trarre profitto dalla collaborazione con gli enti centrali.

    Non sono quindi i profitti, bensì la loro connessione con un potere centrale che permette loro di mantenere il controllo sul mercato che comandano. Innovazione? Scordatevela. Concorrenza? In tribunale probabilmente.

    Fortunatamente, e diversamente da quello che pensa la maggior parte delle persone, l'organizzazione statale non è eterna.

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  9. Grazie Francesco. Sulle multinazionali ero e sono neutrale. In fondo per le loro dimensioni sono già al di sopra dello statalismo col quale dobbiamo confrontarci noialtri. Che poi possano orientare la politica a loro favore significa guardare il dito invece della Luna. Se non ci fosse un leviatano non avrebbero interlocuzione con un potere centrale e quindi non avrebbero potere.
    Noialtri siamo decentratori realisti. Veri spezzettatori del potere accentratore. Meno è grande, anzi più è piccolo e meglio è perché meno dannoso ed invadente. Più è vicino e più è controllabile ed emendabile.
    Ecco, la mia critica alle multinazionali è in questo senso la stessa che mi porta a diffidare dei governi sovranazionali , troppo grandi per me e troppo lontani da me. Per questo e solo per questo preferisco quando possibile un prodotto km zero nonostante i limiti e certi profittatori del settore rispetto ad un prodotto generico che chissà da dove viene. Se voglio un ananas od un mango ovviamente non posso far altro che fidarmi, ma in altri casi se posso preferisco il contadino che conosco.
    Una globalizzazione decentrata e non imposta. E soprattutto bidirezionale, cioè, senza dazi e limiti reciproci. Come una piccola comunità su base volontaria

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  10. Francesco la prima parte del mio ultimo commento è ambigua. Il senso è che concordo con te e la tua osservazione precedente che mi ha meglio chiarito i termini della questione. :)

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