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lunedì 17 gennaio 2022

La presente impennata nell'homeschooling ed il suo futuro

E fortunatamente anche in Italia questo fenomeno sta dilagando. La sopravvivenza psico-fisica alla mattanza burocratica degli ultimi due anni ha richiesto più che mai conoscenza ed informazione da parte dei genitori al fine di salvaguardare i propri figli. Con quale coraggio continuare a far indossare strumenti di tortura a dei bambini? Con quale coraggio continuare a colpevolizzare i bambini per un eventuale contagio di parenti più anziani quando tale tesi è stata smentita? Con quale coraggio continuare a fidarsi di un branco di burocrati incapaci e, soprattutto, di un branco di parassiti che sopravvivono al giudizio del mercato grazie al monopolio statale? L'alternativa a tutto questo marciume è diventata inevitabile e l'ordinamento spontaneo del libero mercato offre sempre soluzioni.

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di Alice Salles

Nel 2020 i genitori di tutta l'America sono stati colti impreparati di fronte la chiusura di massa delle scuole pubbliche. Poco dopo molti hanno deciso che loro ed i loro figli ne avevano avuto abbastanza dello status quo. Erano ad un bivio: riforma o ripudio?

La sconsiderata ondata di chiusure scolastiche dello scorso anno ha costretto decine di migliaia di genitori a ripensare all'istruzione dei propri figli. Quando l'aula è stata costretta ad entrare nelle loro case tramite Zoom, i genitori si sono resi conto di quanto fossero carenti i curricula e la tutela dei loro figli.

Le statistiche riguardanti le famiglie che fuggono verso l'homeshooling dovrebbero preoccupare l'establishment dell'istruzione.

Dal 2012 al 2019 il tasso dell'homeschooling si è aggirato intorno al 3,3% degli studenti statunitensi alle elementari/medie. Quella cifra è salita al 5,4% nella primavera del 2020; nell'autunno successivo è più che raddoppiata all'11,1%.

Tra le famiglie nere, l'aumento è stato particolarmente degno di nota considerando che solo il 3,3% dei bambini neri ha studiato a casa nella primavera del 2020 rispetto al 16,1% in autunno.

Mentre i media generalisti si sono concentrati sui casi di genitori che tenevano i figli a casa per paura del Covid, i critici di lunga data del sistema scolastico pubblico hanno sostenuto che la pandemia ha contribuito a far conoscere ai genitori gli abusi e le carenze che hanno afflitto a lungo l'istruzione pubblica.

Alcuni hanno scelto l'homeschooling, ma molti altri genitori hanno partecipato alle riunioni del consiglio scolastico, affrontando la bestia a testa alta e facendo a pezzi l'ingannevole ingegneria sociale. Tutto il clamore finora è andato a quest'ultimo gruppo.

Hanno sviluppato un movimento decentralizzato con conseguenze politiche immediate non solo nelle elezioni governative della Virginia, ma anche nelle gare dei consigli scolastici in tutto il Paese.

Axios, la popolare testata giornalistica con sede a Washington gestita da ex-giornalisti di Politico, ha riferito della crescita del Project 1776, un nuovo comitato di azione politica incentrato sulla riforma dei sistemi scolastici pubblici a livello locale.

"Il mio PAC sta conducendo una campagna a favore delle mamme e dei papà che desiderano avere un migliore accesso all'istruzione dei propri figli", ha detto ad Axios il fondatore del PAC, Ryan Girdusky.

Il Project 1776 ha vinto tre quarti delle sue cinquantotto gare in sette stati, dimostrando che l'attenzione della destra populista sulle guerre culturali è una politica intelligente.

Ora i repubblicani al Congresso stanno spingendo una "carta dei diritti dei genitori" prima delle elezioni primarie del 2022. Sono inclusi i cosiddetti diritti di sapere cosa viene insegnato a scuola, il diritto di essere ascoltati e il diritto alla trasparenza sui budget e sulle spese scolastiche.

"Questo elenco di diritti chiarirà ai genitori quali sono i loro diritti e chiarirà alle scuole quali sono i loro doveri verso i genitori",  afferma il disegno di legge.

La posizione della riforma si concentra sul dovere della scuola nei confronti dei genitori e ipso facto sui figli. Ma quali sono i doveri dei genitori nei confronti dei loro figli?

E se, invece di puntare il dito collettivo contro i consigli scolastici, i genitori si guardassero allo specchio? E se si chiedessero come o perché si sentono autorizzati ad avere un posto dove lasciare i propri figli per tredici anni di lavaggio del cervello da parte dello stato?

Qualsiasi contribuente ha una ragione perfetta per opporsi all'obbligo di mascherina o all'insegnamento di ideologie razziste e gender. I genitori devono iniziare a pensare più profondamente alla situazione.

Per alcuni candidarsi per le posizioni del consiglio scolastico è il modo migliore per aiutare a fornire ai propri figli ed a quelli dei vicini un'istruzione migliore. Il problema è che in troppi posti c'è una crisi assoluta dell'istruzione che non può più aspettare una riforma, non importa quanto dettagliata.

Ogni famiglia e comunità in definitiva applica il principio cattolico di sussidiarietà, la nozione secondo cui il modo migliore per organizzare la società è che ogni azione o decisione sia presa in base alla più piccola scala necessaria, affinché si possa valutare meglio ciò che deve essere fatto su cose come l'istruzione.

Rifiutando di accettare ciò che le autorità federali o statali hanno spacciato per tutto il 2020, i genitori hanno giustamente accettato maggiori responsabilità, dimostrando chiaramente che quando le cose passano sul livello personale, le persone faranno tutto il necessario per riprendere il controllo.

Qualunque sia il passo in tale direzione, il bambino starà meglio. Nel suo grande saggio, "Istruzione: gratuita ed obbligatoria", Murray Rothbard sosteneva che le leggi riguardo la scuola pubblica e la scuola dell'obbligo tendono a vittimizzare il bambino: "L'effetto delle leggi statali sulla scuola dell'obbligo non è solo quello di reprimere la crescita di scuole private specializzate, in parte individualizzate per le esigenze di diverse tipologie di bambini. Impedisce anche l'istruzione del bambino da parte delle persone che, per molti aspetti, sono le più qualificate: i suoi genitori".

Sfortunatamente troppo pochi genitori si considerano qualificati, tanto meno i migliori educatori qualificati dei loro figli. Sono facilmente portati a credere che semplici riforme "ripareranno il sistema" da cui sono diventati dipendenti essi stessi da bambini.

"Sentiamo sempre dire, Oh è disfunzionale. Non è disfunzionale, fa esattamente quello per cui è stato progettato", ha detto Katie Phipps Hague ai sostenitori del Mises Institute all'ultimo ritrovo in Florida.

Hague ha condiviso la sua esperienza con i suoi sette figli e ha incoraggiato altri genitori a fare un tentativo, chiedendo essenzialmente: cosa avete da perdere?

So che sembra che io sia una persona folle, ma se avete ritirato i vostri figli da scuola [...] per un anno intero, includeteli in tutto ciò che fate durante tutti i vostri viaggi e in tutte le vostre conversazioni, fate frequentare loro persone intelligenti e capaci che tutti voi avete nelle vostre cerchie e lasciate che si sentano a loro agio con esse. Queste sono molto probabilmente le cose migliori che potreste mai fare per i vostri figli.

È meraviglioso che il movimento populista di destra stia prendendo di mira la burocrazia scolastica, una delle grandi radici del decadimento della società. C'è molto potenziale, ma non se punta su semplici riforme. Un futuro molto più luminoso risiede in un populismo libertario in cui i genitori si liberano del tutto dai sistemi statalisti decrepiti e sviluppano istituzioni alternative.

I genitori devono essere responsabili dell'istruzione dei loro figli proprio affinché i bambini imparino ad essere autonomi. Le persone autonome non supportano le politiche tiranniche, quindi prima i genitori abbracciano il proprio potenziale, prima i loro figli saranno in grado di scatenare il proprio.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


venerdì 5 novembre 2021

Il quadro generale finora

 

 

di Francesco Simoncelli

L'economia Austriaca fornisce un quadro d'insieme coerente riguardo a quanto sta accadendo oggigiorno nel mondo dell'economia. In particolar modo, attraverso di essa è possibile capire in modo chiaro e preciso quali sono le cause alla base del caos economico e, soprattutto, come risolverlo. La maggior parte delle persone tende ad essere fuorviata dalle percentuali dell'inflazione, quindi concentrandosi sulle cifre riportate mensilmente pensa che esista un fine tuning da parte del sistema bancario centrale e quindi è più propensa a credere alla fallacia della "transitorietà". Se guardassero alla cosiddetta inflazione accumulata, il quadro generale cambierebbe radicalmente. Se, ad esempio, l'aumento dell'IPC è del 10% quest'anno e del 5% l'anno prossimo, si dirà che l'inflazione è diminuita (nominalmente), ma realmente salari e risparmi saranno stati erosi del 15%. L'ironia è che le banche centrali direbbero che c'è bisogno di stampare di più per contrastare i rischi di deflazione.

Questo processo di graduale erosione del potere d'acquisto del denaro è in atto da molto tempo ormai, ma solo negli ultimi due anni ha iniziato a velocizzarsi platealmente. Colli di bottiglia nell'offerta e carenze sono un effetto del fenomeno inflattivo, proprio perché esso è sempre e comunque causato dalla stampa di denaro. I prezzi salgono proprio perché l'offerta di denaro aumenta enormemente al di sopra della produzione reale e della domanda di denaro reale. Inutile sottolineare che questo processo avvantaggia gli stati, spenditori ed indebitati cronici, e svantaggia i redditi fissi ed i risparmiatori, trasferendo da questi ultimi ricchezza reale a vantaggio dei primi. Vi basti pensare che sin da quando è entrato in vigore l'euro, esso ha perso quasi la metà del suo potere d'acquisto originale.

In sintesi, le azioni delle banche centrali sono state uno tsunami contro l'economia: stampare denaro ha dato segni di prosperità (illusoria), ma i suoi principali effetti tangibili sono stati prezzi più alti, investimenti sbagliati e più ricchezza ridistribuita dalla classe media ai più ricchi. Sebbene la soluzione sia semplice, ovvero, il completo arresto di tutti gli interventi attivi e passivi nell'economia generale da parte del sistema bancario centrale, questi stessi interventi sono diventati così pervasivi e strutturali che una loro cessazione farebbe piombare in un dolore economico indicibile la maggior parte del panorama economico odierno. Inutile dire che i banchieri centrali sono spaventati da un epilogo del genere; altresì, sono spaventati dalle conseguenze che stanno registrando giorno dopo giorno sulla scia delle misure monetarie "straordinarie" messe in campo finora.

Così come il ciclo economico è stato congelato nel 2009 con l'implementazione dei vari giri di QE, adesso che le maglie dell'interventismo si sono fatte molto strette a causa degli effetti distorsivi dei QE si vuole congelare l'essere umano agente. Vale a dire, ridurre al minimo l'imprevedibilità degli individui in modo da tenere a bada effetti a catena imprevisti. Il "normale" funzionamento dei mercati era diventato un ostacolo, soprattutto se consideriamo la rottura del mercato repo nel 2019 e la necessità di un nuovo intervento da parte della FED su scala maggiore di quelli precedenti. Senza contare che bisognava trovare una scusa credibile non solo per intervenire, ma soprattutto per giustificare l'inversione del timido tapering che aveva intrapreso da un anno a quella parte Powell. A tal proposito è arrivata la crisi sanitaria (che tanto crisi alla fin fine non era), la quale è stata trasformata in emergenza mondiale e ha fornito la giustificazione perfetta affinché il sistema bancario centrale si trasformasse nella versione moderna di John Law.

L'escalation di autoritarismo che abbiamo visto sin da allora è proporzionale al grado di terrore da parte dei banchieri centrali nel tenere in piedi un'economia in preda al caos ed estremamente zombificata ormai. Infatti ciò a cui abbiamo assistito finora è stata la progressiva disintermediazione degli individui dallo stato di diritto, affinché venissero eliminati quanti più strati decisionali possibili tra il governo ed i cittadini. In questo modo le direttive top-down vengono implementate con maggiore efficienza, senza rumore di fondo dovuto ai vari strati della burocrazia. Il comando percorre una linea retta, non più una linea intervallata da curve e diagonali prima di arrivare a destinazione. La massima espressione attuale di questo concetto è rappresentata dal lasciapassare verde in Italia, il quale, già in tempi non sospetti, è stato inquadrato dal sottoscritto nella sua vera essenza: un mezzo attraverso il quale separare progressivamente gli attori di mercato da una libera scelta. Il perché l'Italia è quel Paese in cui è diventato pervasivo più velocemente questo strumento è presto detto: essa rappresenta la bomba ad orologeria economica/finanziaria più instabile in Europa. Una crisi dei finanziamenti in Italia significherebbe un contagio finanziario a cascata, rapido e cruento, per una serie indefinita di altri Paesi (primo fra tutti la Francia).

Non è un caso, inoltre, che la compiacenza dell'Europa nei confronti dell'Italia sia aumentata a tal punto da permettergli anche per l'anno prossimo di sforare ampiamente il limite dell'indebitamento, il quale secondo le stime attuali arriverà a circa il 6%. L'ultima manovra economica da circa €25 miliardi comprende per circa i 3/4 della stessa sussidi fiscali e potenziamento del welfare state, voci che non aggiungono niente ad una crescita economica organica ma contribuiscono all'ulteriore crowding out di risorse economiche scarse a favore dello stato che le spreca. Senza contare, poi, la volontà di aumentare l'età pensionabile con quota 102, 104, ecc. e tenere in piedi ancora un giorno in più lo schema Ponzi delle pensioni. Tutte le regole sono saltate ed i pianificatori monetari centrali temono per davvero che l'arroganza e la presunzione con cui hanno gestito le valute fiat moderne si ritorcerà loro contro. Ma questo è il solito finale del socialismo monetario, dove la deriva verso il comando/controllo è una fase inevitabile e la stiamo vivendo con la promozione di lasciapassare sanitari la cui utilità può essere benissimo ampliata.

I guai economici non si fermano al mondo occidentale, ma proseguono anche in Cina ed a tutta la filiera asiatica che in questi anni s'è legata a doppio filo con essa. Il Grande Default è un "traguardo" che riguarda un intero sistema economico, non singoli Paesi in quanto tali. Questi ultimi non rappresentano altro che criticità insostenibili che poi fungono da innesco; non sono sanabili ed il loro ineluttabile crac può essere solo rimandato nel tempo, al costo però di un dolore economico maggiore e proporzionale al tempo guadagnato. La Cina, quindi, non fa eccezione e la gigantesca bolla immobiliare gonfiata sulla scia di prodotti finanziari di dubbia qualità (es. wealth management products) ed un export ipertrofico, inizia a mostrare segni di stress critici. Non è un caso che la macchina cinese stia rallentando e con essa anche l'anestetico della disinflazione sul resto del mondo. Al tempo stesso nessuno rinuncia al predominio sullo scacchiere geopolitico, portando avanti strategie di attacco nei confronti degli altri giocatori nei momenti più opportuni. Infatti i momenti di crisi sono una parentesi temporale in cui fioriscono ogni genere di opportunità, non solo imprenditoriali: Stati Uniti e Cina, in particolare, continuano a contendersi l'egemonia mondiale. Non sorprende che Pechino abbia intenzione di utilizzare Evergrande come strumento di destabilizzazione estera, un'arma puntata specialmente contro gli USA come vediamo dal seguente grafico (così come l'energia, ma lo vedremo più avanti in questo articolo). A quanto pare, l'idea è quella di costruire un recinto intorno ad Evergrande e minimizzare quanto possibile gli spillover sull'economia cinese.

Che ci riesca o meno importa fino ad un certo punto, visto che si tratta di un misero intermezzo in un processo economico ben più grande e al di fuori della portata della pianificazione centrale. Quindi i lasciapassare, oltre ad essere uno strumento per controllare capillarmente l'ambiente economico, rappresentano anche un simbolo di adesione ad una particolare visione contemporanea del mondo e questo è risultato chiaro dalle ultime dichiarazioni di Xi. Quando scrivo "controllo capillare" non è affatto un'iperbole, bensì la natura stessa dei lasciapassare sanitari visto che la struttura portante di questa tecnologia può essere ampliata a piacimento dagli stati. E se non riuscite ad immaginare cosa voglia dire suddetto ampliamento, allora dovreste scorrere i seguenti tweet per farvi un'idea di come funzionano le cose in Cina.

Dovrebbe essere chiaro, quindi, che la causa dei nostri problemi economici è il massiccio interventismo e la soluzione di tali problemi è smetterla di intervenire, in particolare smetterla con la politica inflazionistica ed i sussidi alla produzione e al consumo. Notate bene, però, perché non solo si è causata una grande interferenza nelle transazioni economiche, ma ciò a sua volta ha distrutto le imprese e la vita delle persone; molti infatti sono morti per la disperazione ed il caos, non per la malattia. Nel frattempo i giganti dei social media e le aziende farmaceutiche, tra gli altri, hanno visto arrivare un'enorme manna. Questa è una crisi economica ed è opera della pianificazione centrale dell'economia. Le statistiche economiche ed i mercati azionari (alimentato da un piccolo numero di privilegiati nel mondo big tech grazie ai lockdown) hanno mascherato la calamità, ma voler perseverare nell'errore e ricorrere a misure ulteriormente distorcenti sta facendo emergere gradualmente il prezzo da pagare.


RIPREZZAMENTO

Anni fa presentai sul blog il seguente articolo in cui, attraverso l'analogia dei semafori, permettevo ai lettori di capire meglio come funzionassero i segnali di prezzo. Non dicono a nessuno dove andare o come arrivarci, ma regolano semplicemente il flusso di informazioni, impedendo ai conducenti di scontrarsi l'uno contro l'altro. Quando il semaforo è verde, si può attraversare un incrocio in sicurezza. Quali sono i "segnali stradali" di un'economia onesta? Denaro onesto, libero mercato e diritti di proprietà. In questo contesto gli attori di mercato ritengono che il proprio denaro sia affidabile, si aspettano che i prezzi siano onesti e che riflettano domanda/offerta reali, e si aspettano che "la legge" del Paese in cui si trovano protegga ciò che è loro. Ma cosa succede a tutti gli altri se le autorità falsificano i segnali per arricchirsi? Il denaro diventa disonesto, il mercato non è più libero ed i diritti di proprietà vengono violati. Nasce tutto da un'imposizione, il denaro fiat, e prosegue con l'alimentazione di quel vecchio adagio dell'indole umana: vivere al massimo col minimo sforzo.

Questo a sua volta significa che il denaro che possedete nei vostri portafogli, la cartamoneta, non è affatto denaro. Chi vi dice che lo è non fa altro che perpetrare o posizioni di privilegio, o segue stupidamente una narrativa che ha sempre sentito e la ripete a pappagallo (gli accademici ricadono in questa categoria). È la più sporca menzogna che sin dal 1914 è stata venduta alle persone. Riconoscerete la malafede di chi dice che l'attuale strumento usato dagli attori di mercato per saldare debiti ed acquisti è denaro, nel momento in cui scredita e lancia strali contro strumenti emersi spontaneamente nell'ambiente economico e che fungono da alternativa a quella imposta. Le alternative offrono una scelta e chi supporta l'apparato statale teme come la morte una cosa del genere.

Il privilegio dei pochi di arricchirsi a scapito del resto della popolazione verrebbe severamente intaccato e questo è uno degli aspetti che più spaventa di Bitcoin, ad esempio. Se stiamo assistendo ad una disintermediazione degli individui dallo stato di diritto, Bitcoin è una ri-intermediazione tra gli individui ed il libero mercato. Bitcoin è un insieme di concetti, non solo uno strumento per saldare acquisti e debiti. Chi lo considera solo come denaro non ha capito fino in fondo cosa rappresenta il cambiamento di paradigma che ha introdotto, ma questa ignoranza verrà diradata quando la mia ultima fatica, la traduzione in italiano del libro La rivoluzione di Satoshi di Wendy McElroy, sarà prossimamente sugli scaffali.

Il problema con la stampa di denaro è che distorce e distrugge l'economia reale. Man mano che la quantità di "denaro" aumenta, la ricchezza effettiva (es. beni e servizi) diminuisce. Dal 2000 la FED, ad esempio, ha aumentato l'offerta di denaro di oltre 20 volte, ma la crescita del PIL è stata dimezzata (sebbene non sia una misura molto adeguata per inquadrare la ricchezza reale): dal 1950 al 1999 la crescita del PIL reale è stata in media del 3,6% all'anno; dal 2000 al 2020 è stata in media dell'1,8%. Il denaro creato ex novo si presenta prima nei prezzi di azioni e obbligazioni (perché la FED acquista obbligazioni sovrane per abbassare i tassi d'interesse e finanziare la spesa in eccesso dello stato). Successivamente arriva nei prezzi al consumo e con il loro aumento i consumatori diventano irrequieti, facendo poi pressione sui loro rappresentanti eletti per "fermare il furto" attraverso l'inflazione. La spirale prezzi-salari che indicizza l'economia è alle porte, peggiorando la spirale stagflattiva; però, attenzione, diversamente dagli anni '70 è solo una fase lungo il cammino di inflazione galoppante che attende le varie banche centrali occidentali. Nel frattempo continuano i colli di bottiglia, carenza di personale qualificato, rialzi anche nelle medie limate dell'inflazione, ecc. Quindi, giusto per essere quanto più concisi possibile, abbiamo degli shock dal lato dell'offerta che vengono affrontati con espansione monetaria e fiscale (espansione della domanda) e questo per definizione è inflazionistico. Le banche centrali centrali stanno usando tutti i mezzi retorici per convincere imprese e famiglie che il ritmo sostenuto dell'inflazione è temporaneo, perché altrimenti sanno benissimo che le imprese saranno costrette a rialzare continuamente i loro listini prezzi e, a ruota, i dipendenti chiederanno aumenti dei salari. Che mentissero era chiaro già dal "dot plot" del FOMC durante ogni riunione, dove nessuno dei membri partecipanti era praticamente d'accordo sulla policy da adottare.

Questo per dire che stanno andando alla cieca: il denaro fasullo della Federal Reserve, circa $8.000 miliardi sin dal 1999, ha inquinato l'economia e corrotto le sue principali industrie. E nessuno è stato più corrotto di quel settore che ha ottenuto la maggior parte dei soldi: Wall Street. L'ingegneria finanziaria è stata utilizzata non solo come macchina sforna guadagni, ma soprattutto come mezzo affinché le grandi aziende offrissero sull'altare sacrificale della ZIRP i propri bilanci. Il gioco delle bolle funziona finché esiste una categoria che riesca ad indebitarsi e tenerle gonfie. Se poi si possiede il controllo sulla stampante monetaria diventa "più semplice" proteggere una determinata categoria, come quella degli obbligazionisti sovrani ovvero il settore bancario commerciale (grandi banche), a scapito di tutte le altre. I contro sono una stagnazione economica latente e progressiva. Quindi in un ambiente con rendimenti praticamente azzerati, le grandi aziende hanno avuto la possibilità di accedere più facilmente degli altri player al credito, ponendo come garanzia i loro bilanci e flussi di cassa. Una manna per il breve termine, un disastro per il lungo termine. La BRI non fa altro che ricordare come negli ultimi anni siano cresciute spropositatamente le aziende zombi, alimentate dal credito facile e tenute in piedi perché diventate sistemiche ad un'illusione di prosperità: stipendi e prodotti che sfornano non hanno una domanda sostenibile sul mercato. Nel corso degli ultimi 13 anni le conseguenze si sono ripercosse sull'economia più ampia, dapprima lentamente, ora più velocemente.

L'inflazione dei prezzi cui stiamo assistendo è una inevitabilità in un ambiente diventato ricolmo di errori economici mai corretti e lasciati crescere in modo spropositato. Gli aumenti dei prezzi al consumo sono a dir poco dirompenti, agiscono come una tassa erodendo i budget delle famiglie che sono già stati messi a dura prova. Anche le aziende di materiali industriali e beni di consumo risentono della crisi, possono trasferire una parte degli aumenti ai consumatori e assorbirne un'altra parte attraverso margini di profitto inferiori, ma ci sono limiti a quali aumenti di prezzo possono essere assorbiti e trasferiti. Quando i costi di input, comprese le materie prime e la manodopera, spingono i costi dei beni prodotti finali al di sopra di quanto possono essere venduti, l'incentivo a produrre si ferma.

Ad esempio, un settore che risente dell'aumento dei prezzi del gas naturale è il business dei fertilizzanti. Infatti diversi impianti di fertilizzanti nel Regno Unito hanno dovuto sospendere le operazioni a causa dell'impennata dei prezzi del gas e l'indice dei prezzi dei fertilizzanti nordamericani è salito a livelli record. Inutile dire che i prezzi altissimi dei fertilizzanti aumenteranno ulteriormente il costo della produzione alimentare. Secondo l'indice alimentare globale dell'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura, i prezzi degli alimenti sono già alti da un decennio. Inoltre, se si tiene conto della stagione dei raccolti in Nord America che inizia alla fine di marzo, l'aumento dei costi dei fertilizzanti potrebbe portare ad un'inflazione alimentare persistente ben oltre il 2022. Poi abbiamo il prezzo del cotone salito ai massimi di 10 anni. L'aumento dei prezzi del cotone si traduce in un aumento dei prezzi dei jeans e Levi Strauss ha già aumentato il prezzo dei suoi, scaricando così parte dell'inflazione sui consumatori. Inoltre sta anche riallineando la propria attività per tenere conto dei maggiori costi degli input: il prezzo del cotone è ai massimi di 10 anni, dall'inizio dell'anno è aumentato del 47% (se il cotone rappresenta il 20% del costo per realizzare un paio di jeans e l'azienda è stata in grado di negoziare i costi del prodotto ad un'inflazione molto bassa, allora qualcun altro lungo la supply chain verrà schiacciato).

Quelli qui presentati sono solo due esempi di settori fondamentali per le famiglie (es. cibo ed abbigliamento), ma quello che si vuole sottolineare è un fenomeno ben preciso: è in corso un riprezzamento a lungo termine di materiali, beni e servizi. Ricordate: l'inflazione dei prezzi inizia con l'espansione dell'offerta di denaro e in questi giorni tale espansione è condotta in tandem da banca centrale e Ministero del Tesoro. Quest'ultimo vende nuovo debito alla banca centrale e quest'ultima lo prende con denaro creato dal nulla. L'indebitamento continuo di uno stato fornisce al Ministero del Tesoro un conto illimitato, che poi viene speso per programmi di spesa a bizzeffe. Mentre questo nuovo denaro scorre nell'economia, i prezzi si aggiustano più in alto, poiché l'offerta di denaro aumenta molto più velocemente dell'offerta di beni.

Il punto è che, attraverso politiche di svalutazione monetaria di massa, siamo ora entrati nella fase di riprezzamento di massa di beni e servizi. Il prezzo di quasi tutto aumenterà di molto nel prossimo decennio. I prezzi pre-pandemia sono spariti per sempre ed i risparmi, gli investimenti, le pensioni, il potere d'acquisto e la qualità della vita per cui la persona media ha sudato sette camicie per raggiungere saranno distrutti.


GREENINFLATION

Menzione obbligatoria per la cosiddetta "transizione verde", la quale, come abbiamo visto la scorsa settimana, sta imponendo un redde rationem sempre più duro quanto più ci si ostina a non voler riconoscere che le intenzioni dello stato sono le solite: comando/controllo. Ovvero, attraverso il paravento della "protezione" dell'ambiente e di conseguenza l'attuazione di politiche verdi, espandere la propria influenza sulla società. Il problema è che questi "investimenti verdi" sono doline economiche, risucchiano risorse scarse e le sprecano, fornendo un ritorno sugli investimenti nettamente inferiore al capitale investito. Il 70% dell'elettricità cinese è generata dal carbone e ciò ha implicazioni ambientali significative per quanto riguarda i veicoli elettrici: poiché vengono caricati da una rete che è principalmente alimentata a carbone, le emissioni aumentano con la proliferazione del numero di tali veicoli.

L'uso di carbone in Asia è aumentato drasticamente negli ultimi 20 anni, anche se è diminuito nel resto del mondo; l'appiattimento recente è quasi certamente dovuto al Covid, con una forte ripresa che è praticamente scontata. A causa dell'esplosione del fabbisogno energetico in Cina quest'anno, i prezzi del carbone hanno registrato un'impennata senza precedenti. Nonostante questo incredibile aumento, le autorità cinesi hanno incaricato i loro fornitori di ottenere carbone e altre fonti di energia, come il gas naturale, indipendentemente dai costi. Nonostante quanto sia diventato costoso il carbone, il suo utilizzo in Cina è aumentato del 15% nella prima metà di quest'anno rispetto alla prima metà del 2019 (che ovviamente non è stata influenzata dal Covid).

La Cina ha anche una certa affinità con il petrolio degli Stati Uniti per la sua natura facile da raffinare, soprattutto perché le raffinerie cinesi tendono ad essere di bassa qualità e incapaci di elaborare in modo efficiente greggi più pesanti, a differenza del complesso di raffinazione degli Stati Uniti che è altamente sofisticato e preferisce petrolio pesante come quello canadese e venezuelano. Ma dato lo scontro tra queste due superpotenze, la Cina preferisce i veicoli elettrici proprio perché possono essere alimentati a carbone, riducendo la sua dipendenza dal petrolio importato. Le piacciono anche perché controlla l'80% della fornitura di batterie ad ioni di litio ed il 60% dei minerali del pianeta, entrambi essenziali per alimentare i veicoli elettrici. Tuttavia anche per la Cina estrarre abbastanza litio, cobalto, nichel, rame, alluminio e altri minerali/metalli essenziali per raggiungere gli obiettivi ambiziosi di elettrificare in gran parte i nuovi volumi di veicoli sarà estremamente difficile.

L'impatto ambientale dell'enorme aumento dell'estrazione di questi materiali sarà senza dubbio di spessore. Michael Shellenberger, attivista ambientale da una vita, è stato particolarmente critico riguardo la narrativa mainstream secondo cui solo le energie rinnovabili possono risolvere il fabbisogno energetico globale, scagliandosi contro i suoi colleghi quando negli ultimi decenni hanno fatto ricorso a ripetuti inganni per minare l'uso dell'energia nucleare. Lasciando l'energia nucleare fuori dal set di soluzioni, egli prevede un impatto disastroso sul pianeta a causa dell'enorme scala di estrazione di risorse che deve ancora verificarsi. E non dimentichiamoci che i veicoli elettrici vanno a braccetto con l'industria dei semiconduttori, la quale, come ben sappiamo, affronta carenze diffuse e questo renderà la situazione ancora più complicata. È logico aspettarsi che ci saranno carenze ricorrenti di chip nel prossimo decennio solo per questo motivo

Mettendo da parte le devastazioni ambientali dell'estrazione di minerali, quando si ha una domanda così elevata e in rapida crescita che si scontra con un'offerta limitata, è scontato che i prezzi saliranno alle stelle. Questa sarà un'altra spinta inflazionistica causata dalla "transizione verde". Russia e Cina molto probabilmente sarebbero i principali beneficiari di questo scenario e non è un caso che un precedente Segretario Generale della NATO abbia accusato l'intelligence russa di sostenere i movimenti anti-fracking in Europa occidentale. Il successo del movimento anti-fracking ha sostanzialmente impedito una versione europea dei miracoli dello scisto in America, di conseguenza la produzione di gas naturale dell'Unione Europea è in fase di declino da anni. Il divieto al fracking ha reso l'Europa fortemente dipendente dalle spedizioni di gas russo (oltre il 40% delle forniture provenienti dalla Russia).

Nel 2011 il sistema di gasdotti Nord Stream, che scorre sotto il Mar Baltico dalla Russia settentrionale, ha iniziato a fornire gas ad ovest: dalla Russia settentrionale alla città costiera tedesca di Greifswald. Per anni i russi hanno cercato di costruire un sistema parallelo con il Nord Stream 2, ma il governo degli Stati Uniti si è opposto alla sua approvazione per motivi di sicurezza. Ora, però, l'amministrazione Biden ha abbandonato quella opposizione ed il Nord Stream 2 diventerà una realtà, lasciando l'Europa ancora più esposta alla pressione russa. È possibile che il governo russo e il Partito Comunista Cinese abbiano sostenuto i movimenti contro i combustibili fossili? Secondo me non solo è possibile, ma altamente probabile. Infatti credo che sia ingenuo non giungere a questa conclusione. Dopotutto non sarebbe nel loro interesse geopolitico vedere gli Stati Uniti coinvolti ancora una volta in un ciclo di inflazione galoppante, in un momento in cui la stampa di denaro forsennata sta aprendo le porte ad una nuova crisi energetica?


IL MODELLO TOKYO-BUENOS AIRES

Ma dove ci conduce tutto ciò? Cinque anni fa, guardando al futuro, ho visto un lungo viaggio che avrebbe portato le economie occidentali prima a Tokyo e poi a Buenos Aires. In sintesi, mi aspettavo una correzione dei prezzi degli asset ed una recessione lenta, come in Giappone, seguita da una stampa di denaro ed inflazione di massa, come in Argentina. In retrospettiva ho avuto ragione e ho avuto torto. L'economia di Main Street è stagnata, proprio come in Giappone: infatti se prendiamo come esempio gli Stati Uniti dall'inizio del secolo, i tassi di crescita del PIL sono dimezzati, gli investimenti netti reali sono stati piatti e la produzione industriale reale è diminuita nonostante l'ingresso di 50 milioni di persone. Ma a Wall Street è stata tutta un'altra storia poiché ogni crollo è stato seguito da una stampa di denaro più grande da parte del sistema bancario centrale e da una reazione idrofoba degli investitori che ha portato a nuove bolle. Inutile dire che tutto dipende dalla stampante monetaria e la "transizione argentina" sta iniziando.

Ricordate che nell'attuale sistema chi guadagna dall'inflazione è sempre chi è più vicino alla stampante monetaria. Il welfare state, di contro, è un sordido escamotage per tenere buone le masse mentre vengono derubate silenziosamente. Negli Stati Uniti o in Italia, come in Argentina, i politici hanno promesso di "trasferire" denaro dai ricchi ai poveri: ci sono molti più elettori poveri che ricchi e ogni voto è uguale. Ma i ricchi sono anche potenti: hanno lobbisti e la maggior parte delle persone che controlla lo stato sono ricche anch'esse. Quindi i politici tendono ad andarci piano con le tasse, lasciando scappatoie per sé stessi e per i loro amici ricchi. Nei Paesi succitati la maggioranza degli elettori ora dipende dal welfare state per il proprio pane quotidiano e naturalmente non mordono la mano che li nutre. I trasferimenti sociali sono aggiustati al tasso d'inflazione, ma i pianificatori centrali creano l'inflazione e la calcolano "a modo loro". E quando l'inflazione corre, gli aggiustamenti non tengono mai il passo e lo stato può continuare ad usare l'inflazione per derubare la popolazione. Perché? perché, come detto prima, gli elettori poveri sono di più.

Ma perché gli Stati Uniti e la maggior parte dei Paesi europei, insieme a gran parte del resto del mondo, incluso il Giappone, seguono tutti le stesse tendenze, lo stesso arco di storia, le stesse politiche, anche se sembrano portare alla bancarotta e al caos? Perché i pianificatori centrali sono così ansiosi di controllare i nostri soldi, i nostri movimenti e persino i nostri discorsi? Perché i tassi di crescita stanno diminuendo nonostante abbiamo più capitali, più brevetti, più nuove tecnologie, giovani più intelligenti ed istruiti, e più stimoli che mai?

Il progresso umano va avanti da molto, molto tempo: abbiamo imparato come imbrigliare i cavalli e poi come imbrigliare l'atomo. Anche le nostre istituzioni si sono evolute, sia politiche che economiche: dalla tribù famigliare alle corporazioni di oggi; e la cosa più importante che abbiamo imparato è stata come fare progressi, come aumentare la produzione oraria e di che tipo di "segnali" avevamo bisogno per mantenere il flusso del traffico economico. Ma il “progresso” ha valore solo se connesso alle scelte umane, ecco perché il libero mercato è fondamentale: “il popolo” può parlare, forte e chiaro, ad ogni acquisto o rifiuto di un acquisto. È per questo che il “progresso” in genere ci ha portato lontano da società strettamente controllate e altamente irreggimentate verso una maggiore libertà individuale, dove le persone potevano decidere da sole ciò che volevano. Tre test del XX secolo ce lo hanno confermato: Germania nazista, Russia sovietica, Cina comunista. In questi regimi i pianificatori centrali decidevano per tutti, alla gente veniva detto cosa fare ed i prezzi e la produzione erano controllati a livello centrale. I punti di vista alternativi erano eliminati.

Inutile sottolineare che il risultato fu meno ricchezza e meno progresso. Nel 1991 tutti e tre quegli esperimenti erano stati giudicati fallimentari. Ed eccoci oggi, informati su quei meravigliosi episodi (costati oltre 100 milioni di vite) e con la democrazia moderna dove le persone hanno sempre meno controllo sul governo e sono soggette ad un numero sempre maggiore di leggi, regole, editti ed obblighi. Le nostre scelte si stanno restringendo, i tassi di crescita sono in calo, l'inflazione al consumo è in aumento, il debito è in aumento, la rabbia sta montando e le fregature stanno peggiorando.

Il filosofo greco Aristotele disse: "La democrazia inevitabilmente degenera in dispotismo". Juan Perón ha dimostrato che aveva ragione. La democrazia non è tanto un fallimento quanto una frode: funziona, ma solo per le persone che la controllano. Finge di permettere alle “persone” di dettare legge, ma in realtà i pianificatori centrali sono sempre al comando e usano sempre il loro potere per arricchirsi. Ecco perché non possono tornare alla normalità, non questa volta: di norma il mercato azionario era pari a circa il 60% del PIL, ma dopo le politiche monetarie degli ultimi 33 anni le azioni valgono più di due volte il PIL. Questo guadagno extra ha messo migliaia di miliardi in ricchezza immeritata nelle tasche dei pianificatori centrali e dei loro clientes. Tornare al denaro onesto ed a tassi d'interesse di libero mercato spazzerebbe via suddetta ricchezza. Le azioni scenderebbero a livelli normali, circa un terzo dei prezzi odierni; anche i tassi d'interesse tornerebbero a livelli normali, con i tassi dei mutui intorno al 7% o all'8%.

Gli Stati Uniti hanno goduto di una falsa prosperità negli ultimi 30 anni, ma solo perché la Cina si è caricata l'onere della produzione e ha venduto beni agli americani a prezzi scontati, tenendo sotto controllo l'inflazione. E ora gli Stati Uniti non hanno più i posti di lavoro da capofamiglia, le infrastrutture o il know-how per realizzare le cose che gli americani vogliono. Invece elettrodomestici e altra roba vengono spediti attraverso l'Oceano Pacifico, a costi enormi, mentre gli sconti degli ultimi 30 anni scompaiono. I costi delle materie prime cinesi – metalli, carburante, ecc. – stanno aumentando e così anche i salari. Non si può più compensare la stampa di denaro americana con prodotti a basso costo. Sì, l'inflazione è uscita allo scoperto e la truffa del denaro fiat sta andando in pezzi.

Non si può "stampare" la prosperità, non si può far funzionare un'economia con piani quinquennali e la “democrazia” non significa che la maggioranza ottiene ciò che vuole. No, ottiene qualunque osso i pianificatori centrali le lanciano. Ma mentre buttare via gli scarti era facile quando l'economia aveva ancora una parvenza di crescita, negli ultimi tempi è diventato molto più difficile. Gli stati occidentali hanno sperperato migliaia di miliardi in guerre e welfare state, sono letteralmente affogati nei deficit senza neanche una recessione.

Quindi cosa pensate che faranno i pianificatori centrali? Rinunciare a quanto intascato per proteggere l'economia, o continuare a derubare la popolazione per proteggere il loro status e ricchezza?


CONCLUSIONE

Non credo che servano ulteriori briciole di pane per far capire a chi è rapido nei collegamenti la direzione verso cui stiamo andando. C'è poco da dire ormai: banche centrali e stato hanno siglato il loro epitaffio nel momento in cui, dal 2009 in poi, sono andati in overdrive con stampa di denaro e spesa in deficit. Ora devono fare i conti con gli errori economici che hanno fomentato sin da allora, i quali hanno creato un ambiente di mercato distorto da ingegneria finanziaria ed aziende zombi. Senza gli interventi centrali, una correzione pesante e profonda di tutto il tessuto imprenditoriale è un obbligo. Non solo, ma è in gioco la fiducia stessa e la reputazione di stati e banche centrali. La risposta, dopo lo sfascio del mercato repo nel 2019, è stato comando/controllo per ridurre al minimo l'imprevedibilità degli individui (sulla scia di fallimenti bancari a catena) e trasferimento artificiale di risorse economiche scarse alle grandi aziende (perlopiù zombi) dal tessuto industriale piccolo/medio.

Il lasciapassare verde è destinato a trasformarsi sempre più in uno strumento di controllo capillare per impedire sommosse sulla scia del cataclisma economico e finanziario in cui s'è infilata la cosiddetta economia mista, la quale, come diceva anche Mises, non può esistere: o è libera oppure tenderà inevitabilmente e progressivamente al socialismo. Noi Austriaci abbiamo preso in mano il testimone dal maestro, e come ebbe a dire anche lui siamo "testimoni di un disastro documentato". Carenze artificiali, razionamenti ed inflazione galoppante sono potenti effetti avversi che i pianificatori centrali hanno deciso di domare attraverso misure liberticide ed insensate. Perché insensate? Perché, sebbene ai loro occhi possa essere una soluzione praticabile l'assoggettamento di fasce sempre più ampie della popolazione, nel lungo periodo è fallimentare. Certo, il prezzo da pagare è un dolore economico e sociale crescente nel frattempo. Questo ovviamente è foriero di agitazioni in un mercato vagamente libero come quello pre-2020, ma con l'implementazione di misure di ingegneria sociale atte a circoscrivere sempre di più l'azione libera degli individui si sta cercando di disintermediarlo dallo stato di diritto e conseguentemente appianare qualsiasi discrepanza tra le varie fasce della burocrazia e il governo centrale. In tal modo le direttive top-down vengono trasmesse e attuate immediatamente senza interferenze.

Lo stesso varrà anche per l'attuazione delle CBDC, come l'euro digitale, dove la trasmissione della politica monetaria della banca centrale bypasserà il sistema decotto delle banche commerciali. Il tempo stringe perché il controllo deve essere peculiare e, soprattutto, sentito dalla popolazione in generale prima che le conseguenze della stampa scriteriata di denaro facciano il loro corso totale. L'accelerazione dell'introduzione del lasciapassare verde non è altro che il risultato di una disperazione incalzante tra i pianificatori centrali che devono far fronte alle irresponsabilità economiche alimentate in maniera più marcata negli ultimi 12 anni.

Quindi le emergenze continueranno e l'uso dell'identità digitale sarà più pervasivo, con una schedatura a tappeto dell'intera popolazione affinché, attraverso diktat top-down, sia messa alle strette nel momento in cui, conscia di essere stata presa per i fondelli per decenni, essa reagisca in modo mansueto. Il più grande furto della storia umana sta per essere messo in atto con la scusa banale e stantia della salvaguardia della salute. Come diceva Hayek, ora più che mai, i pianificatori monetari centrali stanno tenendo una tigre per la coda: se tirano ancora, la tigre li sbranerà; se la lasciano saranno sbranati lo stesso. Hanno quindi deciso di distrarla in ogni modo possibile. Non ci riusciranno. La storia economica è piena di esempi di piani ben congegnati, di persone presumibilmente più intelligenti di quelle precedenti, che poi hanno tutte fatto la stessa miserabile fine.

Cercare alternative alle varie attività della struttura sociale è un must per resistere e sopravvivere al dolore economico/sociale che si staglia all'orizzonte. La prima alternativa ad un costrutto sociale a noi noto, il denaro, è già a portata di mano: Bitcoin. Una seconda alternativa è l'homeschooling e così via.


martedì 3 novembre 2020

Come i cartoni animati classici hanno creato una generazione alfabetizzata

 

 

di Annie Holmquist

Di recente ho finito di leggere A Connecticut Yankee in King Arthur's Court di Mark Twain. Trovando la trama piuttosto divertente, ho iniziato a raccontarla a mio padre. Poiché non aveva mai letto il libro, sono rimasta piuttosto sorpresa quando ha iniziato a fare domande sulla storia. In men che non si dica, è stato lui ad offrirmi la chiave di lettura su quegli elementi della trama che non avevo ancora afferrato bene.

"Aspetta un minuto", ho chiesto. "Sei sicuro di non aver mai letto questo libro?"

"No", ha risposto, "ma ho visto una versione a fumetti della storia quando ero più giovane e tutto quello che so l'ho appreso lì".

La sua rivelazione è stata intrigante e, ad essere onesti, non è la prima nel suo genere. Come molti nella generazione dei cosiddetti Boomer, mio ​​padre è cresciuto guardando i cartoni animati classici, prodotti da artisti del calibro di Warner Bros.

Ma quei cartoni animati hanno fatto molto di più che intrattenere una generazione di bambini. Hanno anche introdotto milioni di giovani agli aspetti chiave dell'alfabetizzazione culturale, in particolare nel campo della letteratura e della musica.

Oltre al già citato romanzo di Mark Twain, questi cartoni animati hanno introdotto i bambini a storie come The Strange Case of Dr. Jekyll e Mr. Hyde di Robert Louis Stevenson grazie a Bugs Bunny. Le citazioni e le scene chiave delle opere di William Shakespeare erano il tema principale di un episodio dei Goofy Gophers intitolato A Ham in a Role. E il poema epico di Henry Wadsworth Longfellow, The Song of Hiawatha, è stato messo al centro di un cortometraggio Disney intitolato Little Hiawatha.

Forse ancora più famosi dei riferimenti letterari sono i modi in cui i cartoni animati hanno introdotto i bambini al mondo della musica classica, comprese le selezioni strumentali e operistiche, una delle quali è il famoso Rabbit of Saville. Il critico cinematografico americano, Leonard Maltin, ci fornisce un buon quadro generale:

Gran parte della mia educazione musicale è arrivata per mano di Carl Stalling [compositore della Warner Bros.], solo che non me ne rendevo conto, non ne ero consapevole, mi è semplicemente entrata in testa durante tutti quegli anni in cui guardavo i cartoni della Warner giorno dopo giorno dopo giorno. Ho imparato la seconda rapsodia ungherese di Liszt grazie ai cartoni della Warner Bros., l'hanno usata molto spesso, soprattutto quando Friz Freleng la usò in Rhapsody and Rivets.

Ma Maltin non è stato l'unico ad imparare da queste incursioni di musica classica. Infatti, come testimonia il famoso pianista Lang Lang, fu l'interpretazione di Tom e Jerry della Rapsodia ungherese di Liszt in The Cat Concerto a fargli iniziare a suonare il piano all'età di due anni.

Questi esempi sfiorano solamente la superficie delle lezioni di alfabetizzazione culturale che i vecchi cartoni animati insegnavano ai nostri genitori e nonni. Anche se non hanno mai imparato questi elementi a scuola, avevano almeno un quadro di riferimento su cui costruire la loro comprensione dei libri, della musica e persino delle idee che hanno avuto un impatto sulla cultura e sul mondo in cui viviamo oggi.

Ma si può dire lo stesso della generazione attuale? Non sono molto esperta nelle attuali offerte di cartoni animati, ma una rapida ricerca di titoli popolari sembra suggerire che la risposta è "No". La maggior parte offre banalità, fantasia spicciola e frivolezze.

Insomma, né le scuole, né i cartoni animati attuali passano il testimone alle nuove generazioni della conoscenza e dell'alfabetizzazione culturale. Uno scenario del genere potrebbe essere una delle ragioni per cui assistiamo ad una maggiore apatia e mancanza di sostanza nell'attuale generazione?

 

[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


giovedì 21 maggio 2020

Ci saranno ripercussioni, perlopiù buone





di Jeffrey Tucker


Due mesi fa, presso il negozio di alimentari della mia zona, era divenuto obbligatorio utilizzare solo buste della spesa portate da casa. Le buste di plastica erano diventate illegali secondo un’ordinanza locale. E poi è arrivato il virus C. Improvvisamente era vero il contrario: era illegale portare buste da casa perché potevano diffondere la malattia. Ora erano le buste di plastica ad essere obbligatorie. In qualità di fan delle buste di plastica, ho provato un piacere sadico.

È divertente notare come la prospettiva della morte chiarisca le priorità.

Prima del virus ci concedevamo tutta una serie di lussi, come divertirci nella sporcizia e immaginare un mondo purificato dalla naturalezza bucolica. Ma quando il virus è arrivato, abbiamo immediatamente realizzato che una vita sana è difficile da ottenere e che le cose naturali possono essere un’arma a doppio taglio. Poi, quando lo stato ci ha messi tutti agli arresti domiciliari criminalizzando la libertà, abbiamo realizzato molte altre cose. E lo abbiamo fatto velocemente.

Molte persone stanno ora predicendo come la vita cambierà totalmente alla luce di questa esperienza collettiva. Sono d’accordo, ma non penso che andrà come la maggior parte delle persone crede. Questo periodo è stato un trauma inconcepibile per miliardi di persone, ha distrutto le vite molto più di quanto abbia fatto il virus. Enormi livelli di follia pubblica stanno per eruttare in ogni dove.

Le nostre vite nei prossimi anni saranno definite da ripercussioni sia della malattia quanto della risposta autoritaria ad essa, come correttivo presumibilmente indispensabile. Il fatto è che non si può portare via a tutti i propri diritti, mettere intere popolazioni agli arresti domiciliari e abolire il principio di legalità senza aspettarsi delle conseguenze in futuro.


1. Ripercussioni sui media

Sono un fan di lunga data del New York Times. Prendetemi in giro se volete, ma ho sempre apprezzato molto i suoi reportage, la sua professionalità, la mano ferma, anche se non condivido la piega sinistroide che ha preso il giornale.

Questo virus ha mandato il NYT completamente fuori dai binari. All’inizio di marzo ha cominciato a parlarne come se si trattasse della Peste Nera, suggerendo non solo di chiudere le scuole e le attività commerciali, ma chiedendo proprio una politica completamente totalitaria. Tutto ciò è stato scioccante e completamente assurdo. Il tizio che ha scritto l’articolo deve aver preso una laurea in retorica a Berkeley e pensava di poter dettare legge dalle pagine di un giornale. Si sono spinti tanto lontano da falsificare le date sui loro articoli in modo da manipolare le cronologie (Gli ho messo davanti un esempio significativo; il giornale poi ha corretto ma non ha mai ammesso l’errore).

Sono sicuro che nei giorni e nelle settimane a venire il NYT si rimangerà tutto ciò di cui ha blaterato, proprio come fece con Hillary Clinton nel 2016. In effetti, ha già iniziato con l’ammettere che il virus era già diffuso nei mesi precedenti al lockdown (il che suggerisce che la gran parte di quanto scritto da marzo è del tutto sbagliato). Ma sarà troppo tardi. Si porta dietro molte colpe per quello che è accaduto nel Paese.

Ad ogni modo, non voglio prendermela solo con il Times; i media sono andati tutti di pari passo sul bisogno di un lockdown totale e che il virus fosse universalmente letale per tutti. Potete vedere in svariati post opinioni alternative da parte di esperti (qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, più un migliaio di altri video con voci autorevoli).

Una volta che vi sarete decisi a seguire le vicende da questo spazio virtuale e capirete come stanno davvero le cose, quando andrete su Fox, CNN, NYT, CNBC e tutto il resto (il WSJ è stato leggermente migliore) state pur sicuri che non sentirete niente di tutto ciò. I media generalisti sfornano solo racconti ad hoc. Le persone incollate alla TV non hanno nozioni base, come per esempio da quanto il virus è presente, quanto sia grande il denominatore per calcolare il rapporto di letalità, quante persone non hanno alcun sintomo e quindi non rappresentano un problema, l’artificio che hanno utilizzato per gonfiare il dato demografico delle vittime, e l’improbabilità che molte di queste morti potessero essere impedite attraverso un qualsiasi tipo di politica mirata.



Osservando questa sfilata disgustosa di ignoranza alimentata dai media, gli esperti veri, o comunque persone interessate ai dati, sono stati demonizzati. Sicuramente molte persone hanno già smesso di ascoltare i notiziari perché non sono nient’altro che una distrazione dalla realtà.

Quando e come accade questo? Una risposta ovvia sembra sempre troppo semplice: i media vogliono che le persone stiano a casa a fissare la televisione. Forse è tutto qui, ma sembra troppo cinico per essere la spiegazione completa. In ogni caso, non sono l’unico a notarlo. Dubito seriamente che la credibilità dei media tradizionali sopravviverà a tutto questo. Ci saranno ripercussioni e saranno più che mai le benvenute!


2. Ripercussioni sui politici

Ricorderete sicuramente che i governatori ed i sindaci che hanno imposto i lockdown non hanno mai chiesto ai cittadini la loro opinione sul vedersi spogliati di tutti i diritti e le libertà. Non hanno consultato le leggi. Non hanno consultato esperti o prestato attenzione ad alcun dato demografico serio che mostrasse quanto fosse assurdo forzare persone non vulnerabili agli arresti domiciliari e al contrario intrappolare persone vulnerabili nelle case di riposo, che si sono trasformate in trappole mortali.


Non hanno pensato agli effetti distruttivi in campo economico, ai diritti contrattuali violati, distruggendo così decine di milioni di vite, proibendo la libertà di associazione, affondando il mercato azionario, spazzando via i risparmi delle persone, abolendo tutti i viaggi internazionali e addirittura chiudendo le chiese. Da non credere! Ogni stato, eccetto pochissimi, si è trasformato in una dittatura da quattro soldi.

I primi accenni di possibili ripercussioni sono venuti da Henry Kissinger che l’8 aprile ha scritto sul Wall Street Journal: “Le nazioni aderiscono e proliferano sulla convinzione che le loro istituzioni possono prevenire calamità, arrestarne gli impatti restaurando la stabilità. Quando la pandemia di Covid-19 sarà finita, molte istituzioni verranno percepite come fallimentari.”

Giusto per usare un eufemismo.

Dai fallimenti in teoria a quelli conclamati, dalle politiche fiscali e monetarie sconsiderate, alla brutalità dei lockdown, la reputazione dello stato non ne uscirà tanto bene. Quando tutto ciò sarà solo un ricordo, un’intera generazione di leader potrebbe essere spazzata via, a condizione che torniamo a forme democratiche di governo, cosa che sicuramente accadrà. Sinistra o destra, Repubblicani o Democratici, ci sarà un prezzo alto da pagare. Quei politici che hanno agito avventatamente per paura del loro avvenire politico, capiranno di aver fatto la scelta sbagliata.


3. Ripercussioni sull’ambientalismo

Lavatevi le mani, continuano a dirci, ma quando apriamo il lavandino viene fuori poca acqua a causa dei riduttori di flusso installati da qualche anno a questa parte. L’acqua non è calda perché sono le caldaie a funzionare male, ma a causa delle regolamentazioni. Mantenete i vostri abiti e i vostri piatti puliti, ma le lavatrici e le lavastoviglie funzionano con difficoltà. E non dimenticate che anche i gabinetti non funzionano bene.

Lo stato ha distrutto la sanificazione rovinando i nostri elettrodomestici in nome della conservazione. E adesso improvvisamente scopriamo che ci importa della pulizia sbarazzandoci dei germi: bella scoperta! Tornare sui nostri passi significherà stravolgere di nuovo la nostra vita: togliere i riduttori di flusso, introdurre nuovi permessi e gabinetti funzionanti, nuovi detergenti, e così via. Abbiamo giocato col fuoco scagliandoci contro i germi e ora ce ne pentiamo.

Ebbene sì, le buste di plastica sono tornate, le borse riutilizzabili sono morte, ma è solo l’inizio. Gli obblighi di riciclo pure andranno a farsi benedire. Ci si penserà due volte prima di installare gli asciugatori per mani nei bagni. Largo agli oggetti monouso! Torneremo a prenderci cura ancora della qualità della vita come prima priorità. Quanto alla natura e ai germi, fuori dai piedi!


4. Ripercussioni sul distanziamento sociale

Rimanere distanti da persone malate è una buona idea; lo sappiamo da che esiste il mondo. La parte di popolazione vulnerabile deve stare particolarmente attenta, e questo le persone anziane l'hanno sempre saputo. Ma lo stato ha preso questo saggio concetto e l'ha portato sino alle estreme conseguenze, separando ognuno da chiunque altro, tutto nel nome del cosiddetto “appiattimento della curva” per preservare le capacità degli ospedali. Ma in seguito questo principio è divenuto generale, fino al punto che le persone sono state incoraggiate a credere cose stupide come che stare troppo vicino a chiunque facesse magicamente apparire il COVID-19. Basta andare all’alimentari e le persone pensano di poterlo contrarre lì semplicemente parlando o guardando gli altri.

Molti amici mi hanno segnalato di aver già rilevato delle ripercussioni. E perché? Perché si tratta di una disposizione di dubbia efficienza, cosa che diventerà evidente nei mesi a venire. Mi aspetto che si svilupperà un movimento basato su un più ampio avvicinamento sociale. Vedrete i bar e le discoteche pieni zeppi, e probabilmente un nuovo baby boom emergerà nel mondo post-COVID-19.

E la stretta di mano tornerà ad essere quella che era in origine, un segno di fiducia reciproca.


5. Ripercussioni sulla regolamentazione

Nel bel mezzo del panico, abbiamo scoperto che molte regole che guidavano le nostre vite non hanno senso. Le regolamentazioni sui test per la malattia hanno bloccato il sistema e consegnatoci una crisi epistemica che ha fatto emergere in primo luogo questa follia. Fortunatamente molti politici hanno fatto la cosa giusta e ne hanno revocate molte. L’Americans for tax reform ha redatto una lista di 350 regolamentazioni che sono state revocate. Tutto ciò è molto incoraggiante.


6. Ripercussioni sul digitalizzare tutto

Continuiamo a sentire come questo dramma porterà tutti a comunicare di più tramite video. Io però non credo. Ognuno di noi sta sperimentando quanto portino all’esaurimento questi ambienti sterili e digitali. Beh, è ottimo che ci siano, ma sono ben lontani dall’ideale che abbiamo.

“Mi senti?”
“Non ti sento”
“La mia immagine è sfocata?”
“Perché guardo il tuo naso?”
“Cambia le impostazioni”
“Silenzia il microfono!”

E così via. All’inizio pensavamo fosse solo un periodo di prova. Adesso sappiamo che quest’assurdità non ci piace proprio. Non è un modo di vivere. Non esiste niente come persone vere in una stanza vera.


7. Ripercussioni sul non lavorare

Suppongo che molti lavoratori non fossero del tutto infelici quando il capo ha comunicato loro che avrebbero lavorato da casa, ma milioni di persone hanno scoperto però che questo ha un costo: la solitudine, il cane, i bambini, il coniuge, la noia di vestirsi come un essere umano. Chiunque io conosca, sente la mancanza dell’ufficio. Vogliono tornare indietro, avere un’agenda, tornare a vedere gli amici, provare il piacere della collaborazione, condividere barzellette, mangiare ciambelle in ufficio.

Sembra ieri che ognuno pareva lamentarsi del posto di lavoro. C’erano battibecchi infiniti sulla paga, sull'equità di paga, razza, sui movimenti metoo, sulle indennità, sui problemi di coppia, e via dicendo. Nessuno sembrava felice.

Non sapevamo quanto stessimo bene.


8. Ripercussioni sugli esperti

Sin dall'inizio di questa storia i media generalisti permettevano ad esperti su esperti di pavoneggiarsi. Ci hanno fatto impazzire. A volte la quantità di lettere dopo il vostro nome determina la vostra credibilità, ma abbiamo scoperto qualcos’altro. Gli esperti che ognuno voleva citare avevano torto, o le loro previsioni erano così approssimate da risultare inutili nella pratica. Il Dr. Fauci stesso ha scritto il 28 febbraio che questa sarebbe stata una normale influenza. Solamente una settimana dopo ognuno è passato dalla calma al panico, e con questo cambiamento è arrivata la risposta impazzita dello stato, ben dopo che le persone avevano concluso da sole che stare attenti sarebbe stata una buona idea. Sotto la guida degli esperti abbiamo oscillato da un capo all’altro avendo a disposizione davvero pochi elementi, ignorando il consiglio di uno dei pochi esperti con un po’ di credibilità rimasta.


9. Ripercussioni sul mondo accademico

Siamo partiti da campus costosissimi e un vasto apparato amministrativo per arrivare ad una serie di chiamate su Zoom tra professori e studenti, facendoci venire qualche dubbio riguardo la loro competenza professionale. Sicuramente molti college e università non sopravviveranno. L’altro problema concerne il valore delle lauree in un mondo in cui intere industrie possono essere chiuse in un istante. Il diploma di laurea si supponeva potesse dare sicurezza; i lockdown hanno spazzato via questa convinzione. Inoltre c’è anche il problema del curriculum stesso: quale valore possono avere lauree facili come quella in giustizia sociale in un mondo nel quale si ha difficoltà a pagare l’affitto?

Quanto all’istruzione delle elementari e scuole secondarie, avete mai sentito parlare di homeschooling? La sua esistenza è rimasta sotto una coltre per decenni, all’improvviso è divenuta obbligatoria.


10. Ripercussioni su stili di vita non salutari

C’è stato uno sforzo non da poco per nascondere le informazioni riguardo i decessi del COVID-19, ma il genio è fuori dalla lampada. Questo titolo della BBC riassume tutto: Nove su dieci che muoiono avevano patologie pregresse. E ancora: l’obesità è il fattore numero uno di mortalità nei decessi attribuiti al COVID. Non dovreste perdere di vista questo aspetto se ci tenete al vostro benessere e a ridurre la vulnerabilità alle malattie. Forse lo avete già capito e state usando il vostro tempo in quarantena per perdere peso e guadagnare forma, o come minimo smetterla di dare alla morte un’opportunità in più per uccidervi. Possiamo fare molto, gente!

Questo potrebbe rappresentare un enorme cambiamento nella cultura americana, come minimo.


11. Ripercussioni sullo spendere

Probabilmente starete risparmiando un sacco di soldi col taglio delle spese sul divertimento. È una cosa buona, no? Vi rammaricate di non aver risparmiato di più in vista di questi giorni? Tutto ciò cambierà drasticamente. Quei materassi verranno imbottiti di contanti nei prossimi uno o due anni. Va tutto bene: i risparmi conducono agli investimenti, a patto che le persone abbiano la sicurezza che niente di quanto successo nell’ultimo mese accada di nuovo.


[*] traduzione di Iolanda Attanasio per https://www.francescosimoncelli.com/


mercoledì 15 novembre 2017

Luigi XIV di Francia ha fondato lo stato-nazione... ma come e perché?





di Jeffrey Tucker


Mi stavo godendo The Crown su Netflix, una serie TV che parla degli inizi del regno della regina Elisabetta II nel dopoguerra in Inghilterra. Assolutamente affascinante.

E poi ho notato una nuova serie, sempre su Netflix, chiamata Versailles. Copre gli inizi del XVII secolo e racconta il regno di Luigi XIV, il famoso "Re Sole": lunghi capelli, tacchi alti, arte decadente e lo sfoggio più assurdo di privilegio aristocratico sul pianeta Terra.

Conoscete la storia, giusto? Certo che sì. Sicuramente avete letto qualcosa ai tempi del liceo. Luigi XIV costruì un enorme palazzo e preparò la strada ad una rivoluzione che arrivò molto più tardi. Vi ricorderete come fosse dispotico davanti la propria corte, e stabilì il grado di deferenza richiesto da un qualsiasi leader europeo negli ultimi mille anni.

Me lo immagino seduto su un trono in abiti pomposi, circondato da musicisti di corte che suonano musica froufrou, e che dichiara ripetutamente: "Io sono lo stato" (“l'état, c' est moi”).

Oltre a ciò, possiedo una scarsa conoscenza delle opere scritte durante il suo regno ed eseguite a corte, così come le peculiarità della scena liturgica. Non riuscirei a raccontare una storia avvincente sulla vita di corte, e tanto meno i dettagli del cambiamento che il suo regno ha significato nella vita politica.

Quindi lo ammetto: non ho mai approfondito lo studio della sua figura.

Pertanto questa serie è una delizia e una fonte d'ispirazione. E subito ho voluto saperne di più, approfondire il significato che questo periodo ha rappresentato per il mondo, e come continui a risuonare nel mondo di oggi. In altre parole, questa serie fa esattamente quello che le imprese di formazione sono tenuti a fare: ampliare le conoscenze e ispirare avventure intellettuali.



Può l'intrattenimento essere istruttivo?

Eppure basta guardare una serie su Netflix! E quando ci penso, Netflix negli ultimi anni mi ha spinto a scoprire una lunga serie di epoche storiche: l'ascesa del Sacro Romano Impero, il proibizionismo tra le due grandi guerre, l'inizio della caduta di Roma, i travagli dell'aristocrazia inglese negli anni della Riforma, i primi anni del consumismo di massa in Inghilterra, l'avvento della finanza commerciale in Italia, e così via, più alcune cose sugli zombie e sui robot; argomenti che sollevano domande sulle dinamiche della società umana.

È sorprendente quando ci pensate. Alla fine degli anni '30, quando si potevano solo immaginare le possibilità della televisione, gli esperti predicevano che la programmazione sarebbe stata principalmente educativa. Sarebbero stati trasmessi professori nelle loro classi e tutta la cultura sarebbe stata elevata con nuove conoscenze di matematica, scienza, filosofia e storia.

La rivista Life scrisse nel 1952: "La fame per la cultura della nostra cittadinanza e l'auto-miglioramento è sempre stato grossolanamente sottovalutato; il numero di americani che preferisce imparare un po' di qualcosa piuttosto che ricevere una provetta di dopobarba, è assolutamente colossale".

Diciamo solo che non tutto è accaduto come immaginato. Avremmo dovuto aspettare altri 60 anni con l'avvento di Netflix. Era necessario trovare il giusto mix di buona arte, buona storia e buon intrattenimento. Questo richiede tempo e un sacco di prove ed errori. Sembra che infine abbiamo trovato la quadra.



Basta allo snobismo anti-Netflix

Tuttavia vi è ancora una sorta di snobismo là fuori: questa non è storia vera, non è istruzione, perché è costruita per il consumo di massa, troppo poca precisione, e così via. Sembra proprio che non si possa imparare nulla a meno che non si sia seduti ad un banco, ad ascoltare un docente, e leggendo testi assegnati di autori autorevoli.

Non ci credo. Quello che sta realmente accadendo qui, è che il capitalismo sta scoprendo qualcosa di spettacolare, vale a dire, che è possibile ispirare l'apprendimento e sollevare la cultura senza sacrificare la necessità di essere deliziati da storie avvincenti con grandi attori e set cinematografici. Questi non devono essere incoerenti.

Inoltre ho seri dubbi che l'apprendimento vero e proprio sia ancora possibile in assenza d'ispirazione ed eccitazione. L'intero sistema educativo presume che la mente umana sia una specie di vaso vuoto nel quale gli esperti possano immettere roba astratta chiamata "conoscenza". Questo non è apprendimento; questo è lavoro noioso.



Che cosa c'insegna Versailles?

Analizziamo rapidamente ciò che c'insegna la serie Versailles. C'è stato un periodo nel tardo Medioevo quando due enormi eventi sono accaduti in successione: il Feudalesimo – aristocratici possessori terrieri che scambiavano un riparo e sicurezza per produzione di cibo e altri lavori – venne sostituito da un nuovo modello di scelta dei consumatori e mobilità di massa; allo stesso tempo, lo stato personale venne sostituito da una nuova cosa chiamata stato-nazione.

Il secondo punto è intrigante. Prima di Luigi XIV, la vita di ogni stato era incarnata nel suo capo di stato. Quando il re o la regina o il barone o il duca o il Cesare o chiunque di questi moriva, o veniva ucciso, lo stato moriva con lui o lei. Non esisteva nessuna struttura legale o burocratica permanente, nulla che si avvicinasse a ciò che noi oggi diamo per scontato, che sarebbe sopravvissuta al capo di stato. Lo stato era mortale, un progetto personale, qualcosa che poteva essere sempre spento e ricreato.

Il regno di Luigi XIV cambiò tutto, con la creazione di quello che oggi chiamiamo stato-nazione. Che cos'è? È una cosa che tenta di vivere al di là e al di sopra anche del capo dello stato. Non può essere ucciso. Il tipo muore, ma la burocrazia e la struttura legale – istituzionalizzata, indiscussa e perpetua – sopravvivono. Questo è tutto ciò che abbiamo conosciuto nel nostro tempo, e questo è stato vero in Occidente sin dal XVII secolo.

Non m'era mai accaduto di correlare l'ascesa dello stato-nazione e la fine del feudalesimo. Luigi XIV e Versailles sono le chiavi per comprenderlo. Trovò un posto fuori Parigi, che era stata residenza di caccia del padre. Preferiva vivere al di fuori di Parigi, nella speranza di creare una maggiore stabilità per il proprio regno, lontano dal caos e dalle minacce nella città.

Costruì una struttura spettacolare (in realtà il vostro appartamento dispone di più amenità oggi) e, utilizzando varie carote e bastoni, riuscì a radunare tutta la nobiltà francese affinché venisse a vivere lì. Questi nobili non erano più potenti semi-indipendenti, ma cortigiani striscianti intrappolati in quella che gli storici chiamano una "gabbia dorata".

In questo modo poteva monitorare meglio le possibili minacce al suo regno, ma ebbe un altro effetto sul destabilizzare le strutture feudali. Centralizzò il potere e lo rese assoluto. Ma così facendo, creò una burocrazia gigantesca popolata da nobili che lo servivano direttamente. Sapeva anche che in questo modo, questa nuova struttura, sarebbe sopravvissuta. Creò qualcosa di nuovo nella storia, che servì da modello per gli stati in tutta Europa e, infine, negli Stati Uniti e in America Latina.

Nel bene e nel male, partorì lo stato-nazione. Disse: "Io sono lo stato," ma ciò che inventò veramente era altro: "Loro sono lo stato e vivono per sempre."



Il maestro del mondo

La serie Versailles dispone di set bizzarri, abbigliamenti sfarzosi, un sacco di storie sessuali, violenza, trame intriganti e così via, insieme a scene strabilianti di vita a corte. Tutto ciò è interessante, tanto che non si può smettere di guardarla. Ma su un altro livello, la serie racconta esattamente la storia citata qui sopra e così rivela qualcosa di estremamente potente sulla storia politica e sulla filosofia, qualcosa che anche gli studenti più dotti potrebbero non comprendere.

Quindi Netflix sta diventando un professore di storia per il mondo. Si tratta di un cambiamento in positivo rispetto al passato. Pensate alle implicazioni. Il consumismo dei mass media sta dando un contributo enorme per salvare la storia dallo strangolamento accademico ed universitario.

Fortunatamente Versailles è stato rinnovato per una seconda e terza stagione. Nel frattempo torno a guardare e ad apprendere la storia della monarchia inglese grazie a The Crown.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/

venerdì 15 settembre 2017

Cosa possiamo imparare da Jimi Hendrix?





di Francesco Simoncelli


Sapevo che prima o poi avrei finito per condividere con voi, cari lettori e lettrici di Freedonia, una delle mie passioni musicali più forti. Se in qualche modo io mi sia avvicinato a suonare, amatorialmente, la chitarra, è soprattutto grazie alle note provenienti dalle melodie del grande chitarrista di Seattle. La magia che fluisce dal ritmo e dalle sonorità della sua musica è pane per l'anima e sostegno per lo spirito. Ma questo non è un elogio del suo estro, né voler mettere in mostra una qualche mia dote "nascosta". Ciò che questo breve articolo vuole mettere in evidenza è la capacità degli individui di rappresentare per sé stessi i migliori maestri. Prendete, ad esempio, le umili origini di Hendrix e di come abbia dovuto faticare per affermarsi. Eppure è sempre stato lui a costruire le basi della sua carriera, senza che il padre facesse molto per agevolarlo. Ogni giorno migliorava le sue doti, attraverso la pratica, ma ciò che lo guidava era la passione, non un qualche incapsulamento automatico legato al dover trovare un posto nella società. Era la creatività, l'inventiva, l'immaginazione, ciò che guidavano il suo talento. Iniziò ascoltando alla radio le canzoni di Presley e, andando ad orecchio, sviluppò il suo istinto per la musica. Chi se lo aspettava che un giovinetto che a stento poteva permettersi una chitarra avrebbe potuto fare breccia sulle scene che contano? Che avrebbe sortito la gelosia di artisti del calibro di Townsend e Clapton?

La rigidità di coloro che apprendono in modo apatico questa arte, li porterà lungo una strada fatta di anonimato, incapaci di soddisfare appieno i desideri del grande pubblico. Freddi esecutori, non arcobaleno di sensazioni ed emozioni. Essere autodidatti, infatti, rappresenta l'espressione massima della passione di una persona nei confronti di un determinato mestiere. Attenzione, perché essere autodidatti non vuol dire erroneamente la mancanza di una guida; quest'ultima figura può essere incarnata da chiunque o qualsiasi cosa. Nel caso di Hendrix, la voce e la musica di Presley alla radio. Nel caso di questo blog, le opere degli economisti Austriaci e l'esperienza pluriennale in tal campo, oltre all'iscrizione ai corsi online della Mises Academy, mi hanno permesso di offrire al pubblico una offerta quanto più sofisticata possibile di informazione economica.

È la natura dell'uomo quella di esplorare e scoprire i misteri che la natura ancora li preclude. Non è un caso se questo è quello che insegna loro il metodo Montessori, a differenza della gabbia per cervelli impersonata dalla scuola canonica. Suddetto metodo aiuta il ragazzino a conoscere sé stesso non solo nell'ambito scolastico, ma soprattutto in quello della vita; in questo modo lo conduce verso il sentiero della maturità. Non solo, ma lo aiuta a credere molto in sé stesso e nelle sue potenzialità. Non lo demoralizza quando decide di svolgere un determinato compito e lo mantiene concentrato. Inutile ricordare come la scuola canonica insegni l'esatto contrario.

In questo contesto l'autodidatta è visto come l'eccentrico, la persona incapace di mostrare la propria conoscenza poiché non è passato attraverso il vaglio del mondo accademico e scolastico in generale. L'autodidatta non può meritare fiducia perché non è stato accreditato da una banda di professori che si ritiene abbiano in loro possesso il modo di decretare chi è degno di essere definito "pronto e preparato" e chi no. Questa storia ricorda molto di quando mio nonno, artigiano di lunga data, si ritrovò a dover aggiustare alcuni componenti di lavoro in uno istituto tecnico. Devo sottolineare come lui, arrivato fino alla quinta elementare, sapesse meglio dove "mettere le mani" rispetto ai soloni tra quelle mura e i loro studenti?

La scuola canonica soffoca l'apprendimento e costringe persone eterogenee ad omogeneizzarsi in una comunità forzosa che non riesce a collaborare in sintonia. Perché? Perché non c'è alcun legame professionale che li lega. Solo la volontà di soddisfare ciò che viene preteso da un individuo presumibilmente armato di una conoscenza superiore, il quale non può essere "superato" poiché altrimenti l'orgoglio si sostituirebbe all'insegnamento. Questo è il mondo della scuola canonica, un ricettacolo di ordini e distruzione metodica delle personalità individuali per far spazio ad una società quanto più costituita da automi ubbidienti.

La crescita del ragazzino viene soppressa, negandogli i piaceri della sua età e le passioni che sarebbe più incline a sviluppare. Invece lo stato ricopre con una falsa patina di perbenismo il cosiddetto "lavoro minorile" ed impedisce ai ragazzini di svolgere piccole mansioni durante la loro adolescenza. Quindi li stipa in un recinto e li sovrasta di compiti di lavoro che niente hanno a che fare con la realtà di tutti i giorni. Viene da chiedersi chi stia sfruttando i ragazzini...

I bambini devono apprendere attraverso il gioco, in prima istanza, poiché se qualcosa stimola il loro intelletto e la loro curiosità saranno essi stessi a ricercare la fonte di quell'apprendimento. E, sì, questo incorpora anche leggere e scrivere. Segregarli dentro quattro mura a ripetere cose imparate a memoria, invece di lasciarli liberi di esplorare il mondo come intendono farlo, li renderà incapaci di scoprire il proprio ruolo all'interno della società. In questo modo avremo di fronte una serie di cloni, i quali tenderanno ad agire in modo alquanto schematico, stringendo le maglie a coloro che vorrebbero emergere per le loro capacità particolari. Ma guarda il caso! Individui quanto più prevedibili possibile è proprio il desiderio che lo stato ha espresso sin dalla sua nascita.

L'incapacità di controllare gli individui lo costringe a renderli quanto più prevedibili possibile, attraverso il cosiddetto indottrinamento insegnamento e la manipolazione di uno dei beni più importanti all'interno della società, ovvero, il denaro. In questo modo può riuscire a prevedere con una difficoltà inferiore le azioni degli individui, limitando quindi la loro sfera d'azione a suo vantaggio.

Ma la dinamicità del libero mercato non è rimasta a guardare. Grazie alla dedizione e alla solerzia di genitori preoccupati per il futuro dei loro figli, l'homeschooling è iniziato a fiorire in molte zone. Spesso sono stato "accusato" di non fornire soluzioni ai problemi che sottolineo. Ma è questo quello che si vuole? L'ennesima soluzione top-down? Qualcuno che vi dica cosa fare? Ognuno di noi è l'artefice della propria fortuna, allora facciamo in modo di acquisire di nuovo tale libertà. Ciò non si riuscirà a fare fino a quando gli individui non capiranno il recinto che li circonda. Finché crederanno di essere liberi da influenze, allora non sprecheranno tempo a trovare "soluzioni". Vedere la gabbia o il recinto per quello che è, significa avere l'ardore di abbandonarlo.

Su questo blog c'è "la soluzione", ma è sparpagliata nei suoi vari articoli. C'è un prezzo da pagare per essere liberi ed avere una soluzione a portata di mano con cui arrivare salvaguardare la propria vita, la propria famiglia e le proprie finanze. Ma non è qualcosa di dato. Bisogna sudarselo. Col mio messaggio cerco di far notare dove c'è qualcosa che non va e far ragionare gli individui su possibili soluzioni. Non ne esiste una sola, infatti, bensì molteplici. Più saranno, maggiore difficoltà avrà la pianificazione centrale a fermarle o ostacolarle. Una di queste è l'homeschooling, in grado di riportare le menti dei ragazzini ai legittimi proprietari: essi stessi.

Credete nei sogni dei vostri figli, aiutateli ad essere i padroni del loro fato e non dateli in pasto alla bestia famelica che vuole soltanto sbranare il loro prezioso individualismo. La storia di Jimi Hendrix, infatti, ci ricorda come essere autodidatti possa condurre al successo attraverso la scoperta genuina delle proprie passioni.