Dopo il fallimento della Silicon Valley Bank il presidente Biden ha detto agli americani che “possono stare tranquilli che il nostro sistema bancario è sicuro, i vostri depositi sono al sicuro”. Eppure, per molti, è sempre più chiaro che le cose non stanno così.
In tutto il mondo occidentale le banche non sono sicure per coloro che hanno opinioni diverse dalla narrativa ufficiale. Le banche chiudono con una certa regolarità i conti dei depositanti con opinioni diverse dalla tale narrativa, spesso senza preavviso, una pratica chiamata “debanking”.
Anche una rapida analisi dei recenti casi di debanking rende chiaro che i conservatori e i gruppi a essi associati sono colpiti in modo sproporzionato. E l'avvento di un'economia senza contanti, alimentata dalle valute digitali delle banche centrali (CBDC), intensificherà questa tendenza. Con le CBDC gli stati saranno in grado di controllare direttamente l'accesso ai servizi finanziari.
Sebbene abbia accelerato, il debanking non è un fenomeno esclusivamente americano, né è una novità. In tutto l'Occidente l'attività bancaria digitalizzata ha portato a una politicizzazione dall'alto verso il basso dei servizi finanziari, permettendo di far cadere la scure del debanking su individui e grandi imprese.
Dieci anni fa la “Operation Choke Point” dell'amministrazione Obama fece pressione sulle banche affinché interrompessero i rapporti con le aziende ritenute portatrici di visioni ideologiche inaccettabili. Da allora, la tendenza ha solo intensificato il suo passo.
JP Morgan Chase ha iniziato a chiudere conti come minimo dal 2019 e, nonostante gli azionisti stiano reagendo, non c'è alcuna garanzia che riusciranno a far smettere questo fenomeno in accelerazione.
L'anno scorso il governo canadese ha fatto ricorso ai poteri di emergenza per congelare i conti e sequestrare i beni di un gruppo di camionisti che protestavano contro l'obbligo di vaccinazione.
Il politico britannico Nigel Farage ha fatto notizia quando Coutts, una banca fondata nel diciassettesimo secolo, ha deciso di chiudere il suo conto nonostante fosse cliente da oltre 40 anni. La banca ha deciso, in un promemoria privato, che il titolare del suo conto era un “truffatore disonesto” e che ci sarebbero stati danni “di reputazione” nel continuare il rapporto con lui.
Farage ha usato la sua influenza mediatica per scatenare una battaglia di pubbliche relazioni contro Coutts e la sua società madre NatWest, il cui CEO è stato costretto a dimettersi, non per aver chiuso l'account di Farage, ma per aver rivelato i dettagli del cliente a un giornalista. In ogni caso, le persone normali non hanno la capacità di attirare l'attenzione pubblica sul problema del debanking.
Le app finanziarie sono migliori? Purtroppo no. PayPal e altri provider di pagamento chiudono regolarmente gli account dei clienti che si impegnano in pensieri sbagliati, dimostrando quanto sia difficile accedere a qualsiasi servizio finanziario una volta che si è stati inseriti nella lista nera.
A peggiorare le cose ci sono le richieste di una “società senza contanti” e l'introduzione di valute digitali delle banche centrali semplificherà la capacità dello stato di controllare l'accesso al mondo finanziario. Abbiamo già visto lo stato lavorare dietro le quinte per controllare cosa vi è permesso leggere e sentire; immaginate se i controlli si estendessero a cosa potete comprare questo mese.
Una volta che il denaro assume la forma di una CBDC, diventa completamente programmabile, consentendo agli stati di decidere quali acquisti possono essere effettuati e quali no. Al denaro può persino essere assegnata una data di scadenza per incentivare la spesa e penalizzare i risparmiatori. Come ha affermato l'economista Jonathan Newman: “Denaro programmabile significa cittadini programmabili”.
Un gruppo di funzionari pubblici sta, però, chiedendo alle banche di cambiare le loro pratiche. Il governatore della Florida, Ron DeSantis, e alcuni repubblicani hanno promulgato una legislazione anti-CBDC, ma il loro lavoro non ne fermerebbe l'attuazione a livello federale.
Gli americani possono ripristinare la loro sovranità possedendo una criptovaluta decentralizzata come Bitcoin: possono in questo modo rimuovere una parte delle proprie finanze dal sistema bancario e costringere le istituzioni repressive a competere con un'alternativa.
Oggi in Occidente Bitcoin è comunemente associato alla speculazione, ma nei Paesi con valute instabili, o inaffidabili, è vista come un modo per ottenere l'indipendenza dai sistemi finanziari corrotti. Questo caso d'uso diventerà sempre più importante con l'avvento delle CBDC.
In quanto bene al portatore digitale, Bitcoin garantisce al suo detentore un controllo indipendente, simile a quanto avviene con i beni al portatore fisici, come l'oro o le obbligazioni.
In precedenza gli individui dovevano usare canali di pagamento di terze parti per effettuare transazioni digitali, consentendo a banche o governi di bloccare o annullare le transazioni. Ora chiunque può usare Bitcoin (o altre criptovalute) per conservare e trasferire ricchezza senza il permesso di un intermediario.
È importante sottolineare, però, che non tutte le criptovalute sono create uguali. Gli schemi di scansione dell'iride, come Worldcoin di Sam Altman, o il token FTT di Sam Bankman-Fried, non sono decentralizzati. I loro creatori sono sensibili alle pressioni governative.
Quando possedete un asset digitale indipendente dal sistema bancario, possedete una copertura contro la minaccia di essere debanked. Bitcoin elimina la possibilità per le banche di congelare tutta la vostra ricchezza e di conseguenza la possibilità di effettuare transazioni.
Con le CBDC all'orizzonte, un'amministrazione presidenziale che vede il sistema bancario come un'arma politica e con le banche disposte ad adeguarsi, è giunto il momento che gli americani capiscano che Bitcoin merita un posto nel loro arsenale per resistere alla tirannia.
Ludwig von Mises descrive così l'obiettivo del socialismo rivoluzionario: “Sgomberare il terreno per costruire una nuova civiltà liquidando quella vecchia”. Una delle principali strategie per liquidare una civiltà comporta lo smantellamento delle sue fondamenta legali e filosofiche. Questo ruolo è svolto da attivisti che operano “atti di sabotaggio” sovvertendo il significato delle parole: “I socialisti hanno progettato una rivoluzione semantica convertendo il significato dei termini nel loro opposto”.
George Orwell definì questo linguaggio sovversivo “Neolingua”. Peter Foster la descrive come “una sorta di esperanto totalitario che cerca gradualmente di ridurre la gamma di ciò che si può pensare eliminando, contraendo e fabbricando parole”.
Mises spiega che i dittatori esprimono le loro idee in neolingua proprio perché nessuno sosterrebbe i loro piani:
Questo capovolgimento della connotazione tradizionale di tutte le parole nella terminologia politica non è semplicemente una peculiarità del linguaggio dei comunisti russi e dei loro discepoli fascisti e nazisti. L'ordine sociale che, nell'abolire la proprietà privata, priva i consumatori della loro autonomia e indipendenza, e quindi sottopone ogni essere umano alla discrezione arbitraria della pianificazione centrale, non potrebbe ottenere il sostegno delle masse se non se ne camuffasse il carattere principale. I socialisti non ingannerebbero mai gli elettori se dicessero loro che il loro fine ultimo è quello di renderli schiavi.
Nella proliferazione del Neolingua, la reinterpretazione dei “diritti umani” si è rivelata una delle armi più potenti di sabotaggio. Gli attivisti sopraccitati hanno preso il controllo del diritto internazionale, delle ONG e delle associazioni di beneficenza, con una rete globale di personale che monitora il rispetto dei “diritti umani”. Esercitano la loro influenza su questa industria per minare la libertà umana attraverso la ridefinizione del significato di “diritti umani”. Sotto la bandiera dell'uguaglianza e della non discriminazione, limitano la libertà di parola e altre libertà. In altre parole, la dottrina dei “diritti umani” ora denota l'esatto opposto: la distruzione della libertà umana.
Il “diritto umano” alla non discriminazione
I diritti umani non significano più ciò che molti potrebbero supporre: il diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà. Il corpus legale a essi connesso nel diritto internazionale è stato diviso da Karel Vašák in tre categorie: civile-politico, socio-economico e collettivo-di sviluppo. Si dice che queste categorie comprendano diritti negativi (cose che lo stato non deve fare, come interferire con la vita, la libertà o la proprietà), diritti positivi (cose che lo stato deve fare, ad esempio, fornire ai cittadini cibo, riparo, istruzione, assistenza sanitaria, ecc.) e diritti di solidarietà tra cittadini come la ridistribuzione della ricchezza attraverso schemi di assistenza sociale e la partecipazione paritaria al progresso economico attraverso misure come il salario minimo o la parità di retribuzione.
Le organizzazioni per i diritti umani monitorano i progressi in queste categorie e assicurano che il sistema legale lavori a favore degli obiettivi socialisti e contro la libertà. Ad esempio, il programma per i diritti umani delle Nazioni Unite educa il pubblico sulla necessità di sradicare il “discorso d'odio” e include nella “parità” di fronte alla legge, un diritto umano fondamentale, la protezione dal discorso d'odio. L'ONU afferma:
Affrontare l'incitamento all'odio non significa limitare o proibire la libertà di parola. Significa impedire che l'incitamento all'odio degeneri in qualcosa di più pericoloso, in particolare l'incitamento alla discriminazione, all'ostilità e alla violenza, proibiti dal diritto internazionale.
Da questa descrizione si può vedere che l'ONU prende un concetto che è ben consolidato nel diritto penale, vale a dire, proibire l'incitamento alla violenza, e lo collega alle nozioni di incitamento alla discriminazione e di incitamento all'ostilità, che non sono mai stati riconosciuti come crimini prima. Si aggiunge discriminazione e ostilità all'accusa di incitamento alla violenza perché, se non accadesse, sarebbe immediatamente chiaro a tutti che criminalizzare “discriminazione” o “ostilità” equivale a un cosiddetto psicoreato.
Il significato dei diritti umani
Nel suo articolo, “Non esistono i diritti umani”, il giornalista britannico Peter Hitchens sostiene che:
I diritti umani non esistono. Sono un'invenzione, fatta di puro vento. Se siete seriamente interessati a rimanere liberi, non dovreste affidarvi a queste frasi vaghe e flatulente.
Sono un'arma nelle mani di coloro che desiderano togliervi la libertà e trasformare la società, anche se probabilmente si tratta di un caso. È solo negli ultimi 50 anni circa che i giudici hanno capito che queste dichiarazioni infondate possono essere utilizzate (ad esempio) per abolire le frontiere delle nazioni o dare ai criminali il diritto di voto.
In questo contesto Hitchens non si riferisce alle antiche libertà protette dalla Magna Carta, ma ai diritti ora sanciti in strumenti come la Dichiarazione dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite e la Convenzione europea sui diritti dell'uomo. I diritti umani sono stati trasformati in concetti vaghi che riflettono semplicemente richieste politiche e di parte.
Murray Rothbard evita l'ambiguità che circonda il significato dei diritti umani definendoli come diritti di proprietà. In Ethics of Libertyspiega:
[...] il concetto di “diritti” ha senso solo se si intende come diritti di proprietà. Non esistono diritti umani che non siano anche diritti di proprietà, ma i primi perdono la loro assolutezza e chiarezza e diventano confusi e vulnerabili quando i diritti di proprietà non vengono usati come riferimento.
I diritti di proprietà sono identici ai diritti umani solo in due modi: la proprietà può spettare solo agli esseri umani, quindi i loro diritti di proprietà appartengono solamente a loro; il diritto della persona al proprio corpo, alla sua libertà personale, è un diritto di proprietà equivalente a un “diritto umano”. Ma ancora più importante per la nostra discussione, i diritti umani, quando non sono espressi in termini di diritti di proprietà, risultano essere vaghi e contraddittori, portando i liberal a indebolirli in nome della “politica pubblica” o del “bene pubblico”.
L'interpretazione rothbardiana dei diritti umani denota il diritto universale alla proprietà di sé e alla proprietà privata che spetta a tutti gli esseri umani.
Reinterpretazione burocratica
Il significato dei diritti umani è soggetto all'interpretazione da parte dei tribunali o di altri funzionari delle forze dell'ordine. I diritti umani, in ultima analisi, significano solo ciò che viene interpretato da questa gente, non ciò che potrebbero significare teoricamente, politicamente o filosoficamente. Lowell B. Mason, avvocato ed ex-presidente della Federal Trade Commission, spiega il significato dell'interpretazione burocratica osservando ironicamente che:
Quando lavoravo in uno studio privato, non dicevo mai ai clienti cosa fosse la legge; dicevo sempre loro cosa pensavano i burocrati che fosse la legge [...]. La legalità, o l'illegalità, di ciò che fate spesso non dipende dalle parole di una legge promulgata dai vostri rappresentanti eletti, ma dai capricci di una dozzina di burocrati anonimi.
Essendo ben consapevoli di ciò, l'obiettivo degli attivisti è di garantire che i “diritti umani” siano interpretati in modo da promuovere i loro scopi. Ciò spiega gli sforzi concertati per descrivere il “discorso d'odio” come una violazione dei diritti umani. In questo modo l'impegno degli stati a proteggere i “diritti umani” si trasforma, attraverso il prisma del principio di non discriminazione, in una serie di editti per proibire il discorso d'odio. La parola “odio” viene interpretata come la temerarietà di non essere d'accordo con i socialisti e, allo stesso modo, la parola “uguaglianza” viene interpretata come ridistribuzione della ricchezza per raggiungere l'uguaglianza nelle condizioni materiali.
Mason spiega come sia possibile per i burocrati reinterpretare la Costituzione e adattarla a ciò che ritengono la legge debba promuovere. Non importa quanto sia ben scritta, richiederà sempre un'interpretazione, ed è qui che i burocrati colpiscono quando pretendono di applicare il significato “in evoluzione” nella Costituzione.
“Certo”, vi rassicureranno, “la Costituzione resta un baluardo per la libertà, ma è uno strumento in evoluzione che si adatta ai tempi e, sebbene non sia stata abrogata o modificata, deve essere necessariamente reinterpretata in modo che il giusto processo (come era noto in passato) non ostacoli indebitamente l'amministrazione della legge”.
Attraverso la neolingua la Costituzione stessa viene reinterpretata, consentendo ai socialisti di affermare di proteggere la libertà di parola e anche il divieto di “incitamento all'odio”. Mises spiega che questo sovverte il concetto di libertà nel suo esatto opposto: “La libertà implica il diritto di scegliere tra assenso e dissenso, ma nella neolingua significa il dovere di assentire incondizionatamente e un rigoroso divieto di dissenso”. Il concetto di “incitamento all'odio” non è compatibile con la libertà di parola. Nel categorizzare qualsiasi dissenso come “odio” si nega l'essenza stessa della libertà di parola e della libertà di pensiero. Attraverso la neolingua orwelliana parole comuni come “libertà”, “giustizia” e “uguaglianza”, valori che la maggior parte delle persone sosterrebbe, vengono sovvertite e sfruttate per promuovere il socialismo.
Mancano commenti e dibattiti pubblici sulla richiesta di Kamala Harris di controlli sui prezzi dei generi alimentari e degli affitti, la proposta politica più sbalorditiva e spaventosa che io abbia mai visto.
Nell'immediato la gente risponderà che non è a favore dei controlli sui prezzi in quanto tali, però la misura è solo un limite alla “speculazione” sui prezzi dei generi alimentari. Quanto agli affitti, è solo per le aziende su larga scala con molte unità.
Questa è una sciocchezza. Se ci fosse davvero una stretta su chi (presumibilmente) specula sui prezzi, ogni singolo venditore di generi alimentari, dai piccoli minimarket ai mercati contadini fino alle grandi catene, finirebbe sotto la lente d'ingrandimento. Nessuno sa per certo cosa sia lo speculare, quindi asseconderebbero la linea di politica dei controlli.
Per quanto riguarda gli affitti, l'unico risultato sarà meno comfort, nuove spese, nuovi costi per ciò che prima era gratuito, meno servizi e un incentivo drasticamente ridotto a costruire nuove unità abitative. Ciò porterà solo a un pretesto per maggiorare i sussidi, l'edilizia popolare e altre promesse statali. L'esperienza è dalla nostra da questo punto di vista e non è una buona cosa.
Il passo successivo sarà la nazionalizzazione degli alloggi e il razionamento dei generi alimentari, perché saranno sempre meno quelli disponibili.
Più le quote delle scommesse saranno a favore di Kamala, più forte sarà l'incentivo ad aumentare i prezzi ora in previsione di ulteriori controlli sui prezzi per gli anni successivi. Ciò fornirà una prova ancora più evidente della necessità di maggiori controlli e di una vera e propria repressione.
I controlli sui prezzi portano a carenze in tutto ciò che toccano, specialmente in periodi di inflazione. Con la Federal Reserve sul punto di tagliare i tassi senza una buona ragione (i tassi sono molto bassi in termini reali rispetto a qualsiasi standard storico), potremmo assistere a una seconda ondata di inflazione dei prezzi l'anno prossimo. Ecco lo storico dei tassi d'interesse reali: vedete un motivo per abbassarli?
La prossima volta i commercianti non saranno in grado di rispondere razionalmente, invece si dovranno confrontare con gli investigatori federali sui prezzi.
Kamala sbaglia quando dice che questo sarà il “primo” divieto riguardo la speculazione sui prezzi. C'era già nella seconda guerra mondiale, insieme alle tessere annonarie per carne, grassi animali, stagnola, zucchero, farina, caffè e altro. Era un periodo di estrema austerità e la gente lo sopportava perché credeva che significasse risparmiare risorse per lo sforzo bellico. Fu imposto nello stesso modo in cui sono stati imposti i lockdown: un'enorme rete che arruolava istituzioni statali e locali, media e fanatici pronti a denunciare i ribelli.
Franklin Roosevelt emanò l'Ordine esecutivo 8875 il 28 agosto 1941: rivendicava ampi poteri per gestire tutta la produzione e il consumo negli Stati Uniti. Il 30 gennaio 1942 l'Emergency Price Control Act concesse all'Office of Price Administration (OPA) l'autorità di stabilire limiti di prezzo e razionare cibo e altre merci. Altri prodotti vennero aggiunti man mano che le carenze si intensificavano.
E sì, tutto questo veniva applicato in modo coercitivo.
Nel caso in cui steste facendo i calcoli, si trattava di una multa da $200.000 di oggi per inadempienza. In altre parole, era una situazione decisamente molto grave e altamente coercitiva.
Tuttavia la tecnologia limitò l'applicazione delle leggi e i mercati neri spuntarono ovunque. I cosiddetti Meatlegger erano i più famosi e i più demonizzati dalla propaganda governativa.
What happens when the government restricts meat consumption?
During World War II, food rationing led to significant changes in consumption habits in the United States.
Adults and children over 12 were limited to 2 lbs of meat per week, which was monitored through rationing… pic.twitter.com/goCU1FGMnD
In una nazione con una maggiore presenza agricola le persone facevano affidamento sugli agricoltori locali e su vari metodi di baratto di beni e servizi.
Gli anni passarono e in qualche modo la gente riuscì a superarli, ma la produzione per scopi civili si fermò quasi del tutto. Il PIL durante quel periodo sembrava in crescita, ma la realtà era una continuazione e un'intensificazione della Grande Depressione iniziata più di un decennio prima.
Ormai sono rimaste poche le persone in vita ora che ricordano quei tempi, ma ne ho conosciute alcune. Adottarono abitudini di estrema conservazione, ad esempio avevo una vicina che non riusciva a buttar via teglie di stagnola vecchie perché era sopravvissuta ai razionamenti di allora. Dopo la sua morte i figli scoprirono la sua collezione e ne rimasero scioccati; non era pazza, solo traumatizzata.
Come potrebbe accadere una cosa del genere oggi? Pensate al programma SNAP, quello sui buoni pasto. Per coloro che ne hanno diritto, il denaro finisce in un conto speciale gestito dal governo federale. Al destinatario viene inviata una carta EBT (Electronic Benefits Transfer) e che viene utilizzata come una carta di credito nei negozi. Costa ai contribuenti circa $114 miliardi all'anno e funziona come un enorme sussidio per le grandi aziende agricole, motivo per cui il programma è amministrato dal Dipartimento dell'agricoltura.
Non sarebbe difficile trasferire ampliare un tal programma alla popolazione in generale. Sarebbe una semplice questione di idoneità. Man mano che le carenze aumenterebbero, potrebbe crescere anche il programma SNAP fino a quando l'intera popolazione verrebbe coperta e diventerebbe obbligatorio. Potrebbe anche essere convertito in un'app su cellulare anziché in un pezzo di plastica come misura di prevenzione delle frodi. Dato che tutti ormai portano con sé i cellulari, questo risulterebbe un passaggio facile.
E dove potrebbero spendere quei soldi? Solo presso istituzioni autorizzate. Quelle non autorizzate avrebbero il diritto di vendere cibo, ad esempio, presso cooperative di agricoltori locali? Forse all'inizio, di certo non dopo le campagne di demonizzazione mediatica a denigrare i ricchi che mangiano più della loro giusta quota e i venditori che sfruttano l'emergenza nazionale.
Potete scommettere sulla verosimiglianza di questo scenario. Solo pochi anni fa gli stati hanno annullato gli assembramenti per le festività religiose, hanno limitato il numero di persone che potevano riunirsi in casa e hanno vietato matrimoni e funerali pubblici. Se possono fare questo, possono fare qualsiasi cosa, incluso il razionamento di tutto il cibo.
Il programma proposto dalla Harris non è come altre questioni su cui ha cambiato idea, è seria e lo ripete. Ne ha parlato anche durante il dibattito con Trump, ma non c'è stato alcun seguito o critica al piano da lei proposto. Né un piano così folle richiede una legislazione e un voto del Congresso: potrebbe arrivare sotto forma di un ordine esecutivo. Sì, verrebbe portato alla Corte Suprema, ma se la storia recente c'è da lezione, passerebbe molto tempo prima che la Corte possa intervenire. Né è chiaro come si pronuncerebbe.
Nel 1942 la Corte Suprema ascoltò il caso di Albert Yakus, un venditore di carne di Boston che fu perseguito penalmente per aver violato il tetto massimo del prezzo all'ingrosso della carne bovina. Nella causa Yakus contro Stati Uniti la Corte Suprema si pronunciò a favore del governo federale e questo è un precedente.
E tutto questo non deve necessariamente svolgersi subito dopo l'insediamento; può accadere quando le cose peggiorano ulteriormente a seguito di editti anti-spreco e quando l'inflazione dei prezzi peggiorerà. Dopo tutto una presidenza che crede nella pianificazione centrale e nell'austerità economica forzata durerebbe ben quattro anni, e la coercizione potrebbe crescere mese dopo mese fino a quando non verrebbe imposta la privazione in modo completo in prossimità del fine mandato, e nessuno ricorderà com'era comprare generi alimentari a prezzi di mercato con i propri soldi.
Vorrei poter dire che questo è un avvertimento esagerato, ma non lo è. È uno scenario realistico basato su ripetute dichiarazioni e promesse, oltre alla recente storia della gestione capillare e maniacale della popolazione da parte dello stato. È probabile che ci sia un'altra ondata di inflazione in arrivo e questa volta incontrerà la promessa di usare ogni potere coercitivo per impedire aumenti dei prezzi di generi alimentari e affitti.
E se gli elettori capissero davvero tutto questo? Cosa succederebbe?
Tenete a mente la principale eredità degli anni del Covid: gli stati hanno imparato cosa potevano fare nelle giuste circostanze. Questa è la peggiore lezione possibile, ma è quella che è rimasta impressa. Le implicazioni per il futuro sono fosche.
In molti dei miei commenti me la prendo col Regno Unito. Diciamo che è anche una mia caratteristica di vita, ma vorrei ricordarlo a tutti: sono stato uno dei principali sostenitori della Brexit, cercando di spiegare perché le cose stavano andando in quel modo.
Ho sempre saputo che la Brexit era una lotta tra le élite del Regno Unito legate alla cricca di Davos, le stesse persone che hanno rovesciato Margaret Thatcher negli anni '90, e il popolo stesso, sostenuto da quelli che ora chiamo The British Remnant. Questo gruppo è facile da capire, è il gruppo che si aggrappa ancora alla gloria di un impero perduto e si innesta su chiunque abbia più influenza.
Nessuno di questi due gruppi ama la gente comune, giusto per essere chiari. I Remnant amano invocare la gloria passata per far sì che la “gente comune” continui a pensare che a qualcuno importi di loro. Tuttavia, non ci sono buoni in questo, solo cattivi e vittime.
Gli eroi sono pochi e rari. Le persone del Regno Unito sono vittime e i loro governi hanno rappresentato i cattivi. Ma la domanda sorge sempre spontanea: esiste un cattivo più grande?
Per me la risposta è sì: l'UE. E sapere che il loro desiderio è sbarazzarsi dei Remnant è una cosa positiva. Si adatta a ciò che vorrei vedere, ma dico anche che sapere che coloro che stanno cercando di sostituirli sulla scena mondiale sono ben peggiori, soprattutto perché una buona parte dei British Remnant stringerà volentieri un accordo con l'UE per far progredire il loro programma di controllo globale se gli USA saranno spinti con successo a dividersi.
Dividi et impera. È il principale stratagemma di abusatori, narcisisti e cattivi. Triangolare due fazioni per farle combattere tra loro mentre ci si avvicina a entrambe. Ha funzionato brillantemente per gli inglesi e i loro alleati per centinaia di anni.
Quindi ci sono in ballo molti sentimenti contrastanti nel delineare questi scenari. Ovviamente per qualcuno finirà male se le cose andranno per il meglio, ovvero se gli USA sopravviveranno nella loro attuale forma a 50 stati, l'alleanza BRICS unificherà l'Asia e l'ordine istituzionale post-seconda guerra mondiale, incluso il vecchio sistema monetario, verrà distrutto.
Per la cronaca, attribuisco a questo esito una probabilità pari a circa il 5-10%.
Una qualche forma dei British Remnant o dell'UE sopravviverà a tutto questo. Il globalismo non morirà, ma ne uscirà gravemente indebolito e indirizzato su un percorso diverso, non così sinistro come quello attuale. Quindi, per il post di oggi, riformulerò i miei commenti in base a questa prospettiva, vedendo il Regno Unito come una vittima, intrappolata dalla sua vicinanza e dalle sue relazioni con l'UE.
Questa, naturalmente, non è tutta la storia, ma solo una parte di essa.
Veniamo quindi al nocciolo dell'articolo di oggi.
Il video qui sopra è piuttosto valido: discute il contesto delle crisi di oggi nel Regno Unito. Vale la pena guardarlo solo per le statistiche e l'arco generale della storia, sebbene manchino alcuni elementi essenziali del quadro generale.
Iniziamo dalle basi. Londra domina l'economia del Regno Unito. Senza Londra, il Regno Unito è un'economia irrilevante. Le tasse sono folli, superate solo dal peso normativo sulla classe media. Ne ho parlato nel mio post sullo show televisivo Clarkson's Farm. Le cose che Jeremy presenta nella serie, che consiglio vivamente sia come intrattenimento che come istruzione, sono solo un aspetto di ciò che sta accadendo nel Regno Unito.
Ciò che il video non riesce a cogliere è che si tratta di una linea di politica mirata e che ha avuto molto successo. Identifica tre shock che hanno scosso fin nel profondo l'economia britannica: Brexit, COVID, Ucraina.
Devo riconoscere loro il merito di aver integrato l'Ucraina nella loro analisi: pochi lo fanno.
La Brexit
Cominciamo con la Brexit. Il video attribuisce la colpa del decennio perduto della Gran Bretagna alla rabbia delle persone per aver voluto lasciare l'UE, suggerendoci indirettamente che questa è stata la scelta sbagliata. Le cose non stanno così. Riportate alla mente il voto sulla Brexit e la critica principale dei Brexiteer: erano sostenuti da grandi oligarchici e non era un movimento dal basso.
Sciocchezze, certo, ma era anche un'opportunità per i Remnant di cambiare il corso del Paese e iniziare a triangolare tra gli Stati Uniti e l'Europa. L'elezione di Donald Trump qualche mese dopo ha consolidato tale opportunità.
Questo è stato un merito per i Remnant, ma hanno commesso l'errore, ormai quasi fatale, di usare quell'opportunità per spingere ulteriormente gli Stati Uniti verso i loro obiettivi dichiarati da tempo: sottomettere la Russia, separarla dalla Cina e tornare al loro legittimo compito di gestire tutto dall'ombra.
“L'incertezza” sulla Brexit è stata interamente creata dal governo britannico che ha lavorato insieme all'UE per punire il popolo britannico per aver “votato male”. I “negoziati” sulla Brexit erano una farsa finché il popolo britannico non è intervenuto rovesciando Theresa May e facendo entrare Boris Johnson.
Ci sono voluti tre anni per far uscire finalmente il Regno Unito dall'UE, un dramma che si è concluso nel dicembre 2019 con l'elezione di Boris Johnson e una vittoria storica.
Dal momento in cui è stato organizzato il voto sulla Brexit, suddetta “incertezza” si è manifestata in un forte calo della sterlina rispetto all'euro.
La chiave qui è che il grande indebolimento della sterlina rispetto all'euro è stata una delle principali fonti di inflazione nel Regno Unito negli anni precedenti al COVID. Ma, allo stesso tempo, ci sarebbe dovuta essere una grande spinta agli investimenti nel Regno Unito per creare nuovi posti di lavoro, ecc.
Trump lo aveva promesso ed era pronto a offrire al Regno Unito un buon accordo commerciale, il quale sarebbe stato ottimo per la classe media.
E indovinate un po'? I globalisti all'interno della classe politica del Regno Unito hanno sabotato tutto questo a ogni piè sospinto. L'UE ha trascinato i negoziati per tre anni, alla fine ha perso la battaglia grazie all'alleanza tra Trump e Boris Johnson (e la regina Elisabetta) e il Regno Unito ha ottenuto tutta l'inflazione, nessuno degli investimenti, un debito sempre crescente e più regolamentazione affinché gli interessi dell'UE fossero protetti.
Miliardi di euro di assistenza sociale per Bruxelles, non una sterlina per la “gente comune”, che, non lo ripeterà mai abbastanza, entrambe le fazioni disprezzano: la cricca di Davos e i Remnant.
Il Regno Unito ha perseguito un tipico programma di austerità in stile FMI, tasse più alte e servizi sociali più bassi per mantenere la spesa bassa e mantenere il deficit di bilancio sotto un livello prescritto. Questa è pura assurdità e, come sempre, ha dato priorità ai detentori di obbligazioni sovrane a spese dell'economia locale. È una ricetta per la distruzione economica della classe media.
È una linea di politica ed è una scelta consapevole.
È una prova evidente che i governi occidentali sono corrotti fino al midollo. È l'esatto opposto di come un Paese esce dalla trappola del debito.
Il piano migliore è ridurre le tasse e la spesa allo stesso tempo e consentire ai rendimenti obbligazionari di aumentare, emettendone molti meno. Il costo di bilancio è lo stesso. Tasse più basse invitano agli investimenti che alla fine aumentano le riscossioni fiscali complessive, mentre il debito cresce a un ritmo molto più lento grazie alla spesa più bassa nel lungo periodo.
Loro lo sanno e non lo fanno mai. Perché? Perché ci odiano.
Il risultato è stato un rafforzamento della sterlina rispetto all'euro e ha minacciato un crollo del cambio EUR/GBP, costringendo l'Europa a essere competitiva.
A quel punto una sterlina più forte sarebbe stata vantaggiosa, aumentando il potere d'acquisto britannico insieme a Trump che concedeva al Regno Unito condizioni commerciali favorevoli. Dal punto di vista della cricca di Daovs, questa situazione doveva essere schiacciata.
Quando Jerome Powell ha preso il controllo della FED e ha iniziaro a rialzare i tassi d'interesse, mentre nel 2019 le banche statunitensi hanno iniziato a rifiutare di accettare titoli di Stato della zona Euro come garanzia nei mercati pronti contro termine statunitensi, la pressione sui mercati obbligazionari europei è salita e Boris Johnson ha portato il Regno Unito fuori dall'UE alla fine di quell'anno.
COVID-19
Ora pensiamo al COVID-19. Dicembre 2019, la Brexit si fa: la Gran Bretagna lascia l'UE. Johnson e Trump diventano il bersaglio principale dell'operazione globalista per distruggere l'economia globale. Johnson è costretto a fare marcia indietro sui lockdown, ecc. dopo un paio di attentati alla sua vita. La sterlina si indebolisce di nuovo.
Ho sempre visto il COVID-19 come una qualche forma di operazione psicologica. Mi sono rifiutato persino di chiamarla pandemia, perché le ricadute politiche erano chiare: si trattava di un attacco multi-teatro e multi-modale alle fondamenta della società stessa. In passato ho discusso del COVID dal punto di vista di come abbia costretto la Federal Reserve a tornare allo zero-bound dopo che i mercati del Tesoro USA erano finiti “bidless”. Com'è stato possibile?
Non senza una mano, ecco come.
Come sottolinea il video, il mercato del lavoro nel Regno Unito era in guai seri, perché le promesse della Brexit non si sarebbero mai materializzate. Non si sarebbe mai ripreso. Perché? Perché l'UE rifiutava di consentire investimenti nel Regno Unito, dato che non era più uno stato membro. Con Trump alle prese con il COVID ed essendo un'anatra zoppa di fatto, non sarebbe successo nulla a Capitol Hill per aiutare il Regno Unito a liberarsi da questa morsa economica in cui l'UE l'aveva scaraventata.
Portanto avanti una tale operazione piscologica hanno fatto scadere il tempo su Trump, con l'intenzione di rimettere tutto in carreggiata. Brexit e Trump, come ho detto per anni, hanno costretto la cricca di Davos ad anticipare la loro tabella di marcia dal 2030 al 2020. E, alla fine, sarà la loro rovina, ma amici miei, hanno fottuto il mondo.
Dopo che Trump sarebbe stato deposto e non ci sarebbe stato alcun accordo commerciale, una sterlina in rafforzamento avrebbe rallentato gli investimenti esteri. Johnson sarebbe stato schiacciato. Powell avrebbe iniziato a rialzare i tassi e la Banca d'Inghilterra l'avrebbe fatto prima di lui schiacciando la sterlina ed erodendo ulteriormente il bilancio britannico.
Una volta che Powell avrebbe iniziato a rilanciare in modo significativo, la Lagarde avrebbe annunciato il TPI per proteggere gli spread obbligazionari e la valuta, il che significa che avrebbe fatto pendere ulteriormente la bilancia a suo favore, come ho spiegato in innumerevoli post e interviste.
L'intera zona Euro si sarebbe lanciata in una corsa all'acquisto di titoli del Tesoro statunitensi per impedire che il dollaro salisse troppo velocemente e che le banche della City di Londra e dell'UE implodessero. Se i prezzi dei Gilt e dei Bund fossero scesi troppo, avremo avuto una crisi bancaria in entrambi i posti.
Dovrebbe essere chiaro a questo punto che sia la BoE che la BCE sono all'offensiva contro le rispettive classi medie per fomentare proprio la crisi monetaria che stiamo vivendo.
Il 2021 è l'anno in cui gli Stati Uniti, tramite la FED, hanno iniziato a stringere il cappio su entrambi, prima drenando la liquidità in eccesso a livello globale attraverso i mercati dei pronti contro termine inversi e poi, dopo la riconferma di Powell come presidente del FOMC, aumentando i tassi d'interesse e adottando misure di quantitative tightening.
Guerra in Ucraina
Infine abbiamo la guerra in Ucraina, che, come ha sottolineato Alex Krainer, il Regno Unito ha garantito miliardi di prestiti del FMI all'Ucraina per combattere la guerra.
Nel contesto di tutto questo non dovrebbe sorprendere, col senno di poi, se la NATO abbia spinto per questa guerra a fine 2021/inizio 2022. All'epoca hanno pensato che Powell fosse alla canna del gas, con Biden al timone e lo scandalo di insider trading alla FED che lo avrebbe privato dei suoi luogotenenti: Kaplan, Carida e Rosengren. Build Back Better e le leggi sulle infrastrutture avrebbero costretto Powell a rimanere a zero mentre scoppiava la guerra.
Col senno di poi, febbraio 2022 è stato un punto di svolta importante in tutta questa storia. Nella stessa settimana abbiamo avuto l'udienza di conferma di Powell e Putin sorprende tutti iniziando la guerra in anticipo. Il piano, che era quello di gettare denaro illimitato all'Ucraina a interessi zero, doveva essere finanziato a tassi molto più alti, rendendo molto più difficile per il Regno Unito e l'UE finanziare la loro guerra per le garanzie fisiche asiatiche usando armamenti statunitensi.
Liz Truss ha cercato di implementare un bilancio che avrebbe reso il Paese autosufficiente dal punto di vista energetico e ci siamo ritrovati con la crisi dei Gilt nel settembre 2022, perché quel bilancio sembrava insostenibile nel contesto in cui si stavano muovendo i tassi d'interesse. La cricca di Davos procede ad attivare Blackrock che inizia a ritirare gli investimenti dai fondi pensione britannici. Questo è di fatto un ricatto per la Banca d'Inghilterra che deve salvarli con una cifra pari a £160 miliardi, secondo l'analisi di Krainer.
Il governo di Truss cade e l'evento è subito seguito dalla morte della regina Elisabetta II. L'ultimo sussulto dei Remnant viene spazzato via. Carlo sale al trono e inizia l'ultima fase della distruzione della vecchia economia britannica per conto dei suoi gestori/benefattori/carcerieri della cricca di Davos.
Il video sottolinea troppo il deficit di manodopera risultante nel Regno Unito che, come tutto il resto, è stato un risultato artificiale dell'intero schema per punire il Paese per la Brexit. L'UE ha messo in guardia i britannici su questo tema; ha messo in guardia gli Stati Uniti dal votare per Trump. Non si fermeranno finché non avranno distrutto tutto.
Rishi Sunak è stato eletto per mantenere il Paese lungo questo percorso e indebolire la Brexit gravando ulteriormente la nazione con tasse insostenibili, basso potere d'acquisto, più stronzate su cambiamenti climatici/criteri DEI/criteri ESG, ritardo degli investimenti e passaggio del testimone a Keir Starmer. Sunak è stato eletto per distruggere i Tories e preparare il Paese al governo di un partito unico.
Ciò che ha messo in moto gran parte di tutto questo è stato il fatto che Putin ha deciso di procedere con l'attacco di decapitazione a Kiev prima del previsto. Putin ha fatto ciò che non avrebbe dovuto fare: la prima mossa.
Tutti giocano a giochi di parole per giustificare la geopolitica della guerra, ma la struttura è la stessa. La guerra era programmata ed era inevitabile. Facendo la prima mossa, Putin ha raggiunto l'obiettivo strategico più importante: costringere la NATO e l'Occidente a combattere nel Donbass alle sue condizioni, non alle loro.
Si sarebbero dovuti preparare a un tritacarne costoso e prolungato. Ed è qui che i Remnant hanno commesso il loro errore fatale: nel marzo 2022 a Istanbul hanno detto al presidente ucraino di mantenere la rotta e di non arrendersi. Garantendo supporto all'Ucraina tramite il debito emesso per combattere la guerra, sia la cricca di Davos che i Remnant si sono impegnati a giocare questa partita fino alla fine.
Putin sa che più a lungo va avanti questa situazione, peggio sarà sia per il Regno Unito, con la Brexit completamente compromessa e centinaia di miliardi di dollari in garanzie sui prestiti che non possono essere sostenute in modo credibile, sia per l'UE, che sta affrontando rivolte politiche nelle sue principali economie: Germania, Francia e Italia.
L'unica via d'uscita è che gli Stati Uniti si impegnino militarmente nella guerra in Ucraina attraverso la NATO.
E questo ci porta agli eventi del luglio 2024. Questo era il programma sul diagramma di Gantt a Bruxelles.
• Sunak viene deposto il giorno dell'Indipendenza degli Stati Uniti. L'altro fantoccio della cricca di Davos, Keir Starmer, sale al potere e inizia immediatamente il tradimento finale nei confronti della “gente comune”.
• In Francia Emmanuel Macron perde, ma abbastanza da restare al potere, mentre i suoi oppositori si annullano a vicenda.
• L'assassinio di Trump era previsto per la seconda settimana di luglio.
• Dopo il dibattito Biden viene rimosso dalla scena e le chiavi del castello vengono consegnate alla futura erede al trono, Kamala Harris.
• Ma è avvenuto un miracolo: Trump è sopravvissuto.
La corsa agli acquisti sul mercato obbligazionario statunitense ha dovuto intensificarsi dopo quest'ultimo evento, in modo da costringere Powell a tagliare i tassi. Ma ha resistito a luglio, aspettando che la Banca del Giappone facesse la sua mossa l'ultimo giorno del mese.
La FED ha mantenuto alti i tassi fino a due settimane fa; il mercato obbligazionario ha comunque venduto bene.
Ora, con la fine del LIBOR, la BoE sta cercando di capire come sopravvivere ed è stata costretta a non tagliare i tassi nella riunione di settembre.
Quindi, con quanto detto finora, diamo un'occhiata a questi ultimi 2 anni dal punto di vista degli spread decennali del Regno Unito rispetto ai loro avversari della cricca di Davos: l'UE e l'amministrazione Biden.
Innanzitutto, spread decennali UK/Germania:
Da quando la Yellen è andata in Cina, la sua compare alla BCE, la Lagarde, ha iniziato a sedersi sugli spread creditizi. All'epoca pensavamo tutti che fosse per contenere quelli tra Italia e Germania, ma ciò non avrebbe retto a lungo senza l'aiuto di un mercato più grande, in questo caso gli Stati Uniti.
Powell, però, era in missione per far salire i tassi, quindi entra in gioco la Yellen che sostiene la Lagarde a ogni passo per gestire la domanda e l'offerta di titoli decennali statunitensi e tenere sotto controllo i rendimenti tedeschi. Tuttavia, nelle ultime settimane, da quando Powell ha iniziato a tagliare i tassi e l'Ucraina è diventata inadempiente sul suo debito nei confronti dell'FMI e di cui il Regno Unito è garante, gli spread Gilt/Bund stanno esplodendo oltre i range attentamente vincolati dalla Lagarde, mentre il cambio EUR/GBP minaccia di uscire da un range di 7 anni.
Ora diamo un'occhiata agli stessi eventi a Yellenville:
Si noti che entrambe le volte in cui i titoli a 10 anni del Regno Unito sono saliti di +60 punti base rispetto ai titoli a 10 anni degli Stati Uniti, è successo qualcosa di enorme. La Yellen è andata in Cina: il motivo era quello di salvare la pelle dell'Europa convincendo la Cina a smettere di vendere obbligazioni statunitensi per far muovere il prezzo. La Cina ha accettato e il rapporto TIC è chiaro: le partecipazioni cinesi in titoli di debito statunitensi sono rimbalzate tra $750 e $800 miliardi per più di un anno.
Qual è stato il quid pro quo? Nessuna ulteriore prospettiva NATO per l'Ucraina. Crisi del debito per i membri del G-7 evitata.
Dal punto di vista del Regno Unito, in particolare dei Remnant che si aggrappano disperatamente al proprio futuro, la Yield Curve Control della Yellen ha avviato il processo di espansione di quegli spread verso il fatidico livello di +60 punti base.
La situazione ha subito un'accelerazione sin da luglio, con Starmer al timone, Trump sopravvissuto, ecc.
Quindi se foste nella cricca di Davos e cercaste di distruggere entrambi i vostri nemici, gli Stati Uniti e i Remnant, non li fareste andare avanti in modalità pilota automatico, verso guerre che nessuno dei due può combattere?
Oppure se foste i Remnant non provereste a far combattere le vostre battaglie agli USA per far arrivare il segnale ai detentori di obbligazioni del vostro debito che il piano funziona ancora e che presto, molto presto, la Russia crollerà e avrete tutte le garanzie e i contratti di ricostruzione per ripagare quelle centinaia di miliardi di prestiti? Ci sono decine di migliaia di miliardi sul tavolo in uno scenario vincente.
Lo stato attuale delle cose
Quando vediamo l'attuale governo del Regno Unito concludere accordi con l'Ucraina promettendo sostegno per un altro secolo, ridiamo tutti, pensando: “Il Regno Unito non esisterà più tra 100 anni”. Quando vediamo Starmer e la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, farsi una foto sdolcinata a margine della riunione delle Nazioni Unite, dove Zelensky riceve il trattamento da rock star, ridiamo e diciamo: “Oh, guarda, due falliti in un altro tour di reunion”.
La guerra è l'unica via d'uscita che vedono da questa situazione. Il loro potere si basa sulla capacità di convincere i detentori di obbligazioni che c'è una via per ripagare il debito. Ecco perché non ci poteva essere frizione politica nel Regno Unito: i Tories dovevano essere distrutti per portare “unità” sotto l'egida di Starmer. Lo stesso vale per l'UE: ha bisogno che tutti siano messi sotto controllo, motivo per cui Macron non abbandonerà mai e perché l'AfD in Germania non sarà mai ammessa in nessuna coalizione di governo.
Verrebbe sciolto con la forza prima che ciò accada.
Sia la cricca di Davos che i Remnant devono catturare il Donbass, come minimo, per bilanciare la situazione. La Russia, a questo punto, è un obiettivo troppo ambizioso. Non l'hanno ancora ammesso del tutto né a sé stessi né a noi, ma penso che sia abbastanza chiaro.
Ed è per questo che Israele sta attaccando in ogni direzione; è per questo che Zelensky ha implorato il G-7 di consentirgli di lanciare missili a Mosca; è per questo che i depositi di munizioni russi sono stati colpiti da missili Storm Shadow di fabbricazione britannica e di progettazione francese.
Ecco perché Biden è stato messo da parte durante gli ultimi quattro mesi della campagna elettorale per permettere ai neocon nel Dipartimento di Stato di salire al comando sotto Antony Blinken. La guerra è la loro unica risposta, altrimenti è default senza giustificazione. Quindi l'Iran e/o la Russia devono essere costretti a intensificare le cose per trasformare di nuovo questa situazione nella Grande Giustificazione per distruggere l'implacabile male di Putler e dei Mullah.
Ma niente è ancora deciso. Continuano a comportarsi come se nulla fosse accaduto, il che modificherà i loro piani. Ripensate a luglio, c'era questa calma inquietante che avevano tutti tra il dibattito Trump/Biden e la sparatoria a Butler, PA. C'è ancora.
Stanno ostentando forza mentre dentro di loro urlano che tutto sta per crollare?
Oppure ci sono altri piani di riserva in atto che sono indicati nel diagramma di Gantt presso la Evil Corp Central?
Penso che siano entrambe le cose.
Il Regno Unito è davvero in una posizione precaria. Starmer sta tentando tutto il possibile per consegnare un Regno Unito in rovina a un'UE rapace. Quest'ultima sta facendo tutto il possibile per garantire che gli USA scivolino in una condizione disperata simile. Entrambi vogliono che combattiamo le loro guerre per loro.
Se si osservano le politiche dell'amministrazione Biden, soprattutto a livello di agenzie governative, si vede uno stato di cose simile a quello del Regno Unito. Da Gensler alla SEC a Samantha Power all'USAID, a Merrick Garland alla Giustizia, o Giggler ai Trasporti, è sempre lo stesso ritornello.
Vanno al Congresso, sghignazzano apertamente le loro minacce, si rifiutano di cambiare linea di politica, forniscono i dettagli richiesti e continuano a insistere come se nulla potesse toccarli. Si comportano come se nulla potesse toccarli. La tragedia in seguito all'uragano Helene è la rivelazione più grande finora.
È evidente che sono stati informati, o semplicemente sanno, che ci sono altri piani in atto per garantire che, anche se Trump tornasse alla Casa Bianca, nulla cambierebbe.
Ora stanno solo aspettando che Powell termini il proprio mandato presso la FED e di riprendere la distruzione del Paese.
La differenza tra USA e UK è però netta: il Regno Unito è debole, è stato completamente tradito; gli USA no. Sono più deboli di quanto non siano mai stati, ma non tanto quanto i loro principali rivali.
E la grande domanda che dovreste porvi è: “Hanno il tempo di aspettare?” I mercati ci stanno dicendo di no. Gli eventi stanno accelerando, ottobre è arrivato e abbiamo avuto quattro sorprese in un giorno; il giorno dopo la City di Londra ha perso contro New York sul prezzo futuro del dollaro.
Non accetterà la cosa senza reagire. Guardate i mercati, e dove scorre il denaro, e vedrete perché il mondo della politica si comporta nel modo in cui si comporta... ogni... singola... volta.
Ciò che si è innescato è una spirale verso un fondo a cui nessuno osa guardare.
I ricercatori accademici ci dicono che quando le nazioni raggiungono un debito del 130% del PIL, esso diventa praticamente ingestibile. A quel punto il sistema finanziario è come un elicottero che ha esaurito il carburante. I piloti, non importa quanto intelligenti o abili, non possono più atterrare in sicurezza. Secondo i miei calcoli questo “punto di non ritorno” arriverà prima dei prossimi cinque anni. Per capire meglio questa affermazione vorrei usare il mercato del lavoro italiano come proxy.
Se il tasso di disoccupazione è sceso, ma le ore medie lavorate per lavoratore sono scese, il tasso di partecipazione al lavoro è sceso e i salari reali sono negativi, allora non c'è alcun miglioramento dell'occupazione. E ricordate che queste statistiche arrivano sulla scia del più grande “pacchetto di stimoli fiscali” degli ultimi decenni. Improvvisamente non sembrava esserci più alcun limite a quanto i politici potessero spendere senza aumentare le tasse, il tutto a costo zero. Il più grande esperimento monetario combinato con un livello senza precedenti di aumento del debito pubblico, però, non ha fatto altro che impoverire i lavoratori. Il keynesismo, e la pianificazione centrale per estensione, portano sempre a investimenti errati, cattiva allocazione del capitale, maggiore indebitamento e peggiori risultati per i lavoratori e la classe media. E per una ragione molto semplice: gli stati non hanno informazioni migliori o superiori sui requisiti della società e spendono denaro che proviene da qualcun altro.
Gli investimenti errati vengono fisiologicamente corretti quando gli attori di mercato vengono lasciati liberi di agire; diventano invece la norma quando lo stato controlla l'economia. E invece della distruzione creativa otteniamo un incentivo alla cattiva allocazione del capitale. Gli stimoli fiscali non hanno fatto altro che erodere la classe media e creato livelli record di debito pubblico. Se poi ci aggiungiamo i “contributi” obbligatori alle aziende, le detrazioni fiscali in riduzione, polizze obbligatorie, privatizzazioni (diverse dalle liberalizzazioni) agli amici degli amici che gonfiano (artificialmente) il P/E e un'agenda Green economicamente/socialmente insostenibile, il risultato sarà scarsità artificiale e persistente, inflazione dei prezzi e ulteriore impoverimento.
E ora, sui due temi chiave, guerra e spesa, deficit e potenza di fuoco, tutti gli schieramenti politici sono d'accordo: ne vogliono di più. Molto probabilmente lo otterranno e anche un disastro alimentato da uno tsunami di debiti.
IL GORGO
Anche in questo caso l'Italia è un esempio calzante: il record della spesa pubblica è sufficiente a dimostrarlo. Stiamo parlando dello stesso Paese che ha superato la soglia del debito/PIL al 130% nel 2013 e da allora è stato un continuo scivolare verso il basso piuttosto che una risalita verso la sostenibilità. In questo scivolamento s'è portata dietro il resto degli stati membri europei, proprio per il fatto che a causa della “Tragedia dei beni comuni” con cui è stata strutturata l'UE, i guai finanziari di uno si diffondono a raggiera agli altri. Una classica socializzazione delle perdite. Questo rischio di default che infetta progressivamente i vari membri dell'Eurosistema si manifesta attraverso il sistema crediti/debiti TARGET2 e infatti uno dei Paesi più indebitati nei confronti della Germania, presumibilmente il più virtuoso, è proprio l'Italia. Scrivo “presumibilmente” perché sappiamo che esiste una spada di Damocle sulla testa della Germania, sia motivo di ricatto che motivo di preoccupazione per il governo tedesco, rappresentata dalla recente scoperta della Corte dei conti tedesca in merito ai numeri ufficiali del deficit.
I lettori di questo blog sanno benissimo che alla base di tutte queste criticità c'è un minimo comun denominatore: crisi della liquidità. Ma non è una “normale” crisi della liquidità, si tratta della madre di tutte le crisi della liquidità proprio perché è stata alimentata dalla decisione della Federal Reserve di riappropriarsi della politica monetaria del Paese. Per quanto paradossale possa sembrare il mercato degli eurodollari permetteva alle banche estere di creare massa monetaria in dollari al di fuori del circuito finanziario americano, facendo poi pagare le conseguenze di questo azzardo morale all'ennesima potenza agli Stati Uniti stessi... anche quando non c'era alcun segno di problema al loro interno. L'isolamento del mercato dei pronti contro termine statunitense nel 2019, l'avvio del SOFR al posto del LIBOR e il ciclo di rialzo dei tassi facevano tutti parte di una strategia per prosciugare la mole gigantesca di liquidità ombra che ancora circola nei mercati mondiali. È un compito, questo, che non si esaurisce in una manciata di anni, visto che stiamo parlando di qualcosa che esiste da decenni e ha messo radici profonde.
Oltre all'Europa chi ha più da perdere è la City di Londra, sede per eccellenza di tutte queste macchinazioni ombra. Le prove convergono verso di essa quando si prendono in considerazione diversi avvenimenti accaduti nel corso degli anni, soprattutto i trattati di pace fatti saltare ad hoc dal presidente Johnson quando è volato in Turchia nell'estate del 2022 e ha fatto cambiare idea al presidente ucraino. Da che mondo è mondo, guerra e inflazione sono degli espedienti perfetti quando l'élite al comando affronta un redde rationem: attraverso di essi può far pagare il conto a qualcun altro e rimanere al comando. Le promesse sono state gonfiate oltremodo, soprattutto in Occidente, dove uno stato sociale ipertrofico fagocita risorse a passo spedito, il default del sistema pensionistico continua a essere rimandato con le unghie e coi denti e una spesa per armamenti cancellerà infine qualsiasi voce discrezionale in eventuali tagli alla spesa pubblica. E se ci ricordiamo che le statistiche ufficiali sovrastimano numeri come quelli del PIL e sottostimano quelli dell'inflazione dei prezzi, la soglia del 130% è stata superata da molti più player di quanti ne stimano le statistiche ufficiali.
È una lotta contro il tempo, in particolar modo per Londra e Bruxelles. Il denaro deve continuare a scorrere e se non è la FED a farlo scorrere, sarà il Tesoro americano. I tamburi di guerra suonano per questo motivo: impantanare gli USA in più guerre in modo che la risultate spesa fiscale venga dirottata nei circuiti finanziari europei e inglesi. La guerra in Ucraina, infatti, è una gigantesca operazione di riciclaggio di denaro. E lo stesso vale per le paranoie “Green” e i criteri ESG, non a caso alimentate dall'Europa ma ormai abbandonate dagli USA.
1/2 In parole povere: gli interessi di quelle realtà che dovrebbero essere sostituite dal green sono al sicuro. Sempre lo sono stati. Non sorprende che siano rimaste silenti nonostante la grancassa della propaganda mainstream volesse la loro sostituzione.https://t.co/AwSgzTvzGv
Le prossime elezioni saranno determinanti a tal proposito. La posta in gioco è molto alta e il punto di non ritorno per gli Stati Uniti è proprio un rapporto debito/PIL oltre il 130%. Superarlo significherà finire nello stesso gorgo in cui si trovano attualmente tutte quelle nazioni che hanno usato la leva finanziaria per gonfiare il mercato degli eurodollari e che adesso ne stanno pagando le conseguenze: aumento serpeggiante delle valutazioni di rischio, con i bilanci che perdono pezzi sul lato degli attivi e vedono aumentarli sul lato dei passivi. La Russia fa gola per le sue risorse, ma gli Stati Uniti sono il vero obiettivo qui. Ecco perché la guerra nell'Europa orientale è esistenziale per tutti gli attori della megapolitica.
ANCORA QUALCHE ANNO DI RESPIRO
Il Congressional Budget Office stima che gli Stati Uniti raggiungeranno il rapporto debito/PIL al 130% nel 2033, dando loro ancora qualche anno di grazia prima che il disastro diventi inevitabile. E qui apriamo una breve parentesi: è per questo che di recente la FED ha tagliato i tassi, venendo incontro al governo federale e assecondando un clima quanto più disteso possibile durante le imminenti elezioni. Come avevo scritto in precedenza, molto probabilmente ci sarebbe stato un taglio dei tassi in prossimità delle elezioni e la spinta è stata data dal rendimento del biennale americano salito al 5,03% tra gennaio e maggio, nonostante un'economia solida e cifre ufficiali molto incoraggianti.
L'irresponsabilità fiscale dell'amministrazione Biden-Harris ha portato il deficit annuale a nuovi massimi nonostante entrate fiscali record e una crescita del PIL migliore del previsto. Il deficit pubblico ha raggiunto $1.897 miliardi nei primi undici mesi di quest'anno e i costi degli interessi sul debito pubblico hanno superato per la prima volta $1.000 miliardi. Inoltre il Tesoro USA si aspetta un aumento di $16.000 miliardi nel debito pubblico tra il 2024 e il 2034 e il Congress Budget Office stima che l'attuazione del piano economico della Harris comporterà un ulteriore aumento del debito da $2.250 miliardi. Naturalmente sappiamo tutti che l'economia non è così forte come sembra e che le cifre ufficiali nascondono un mercato del lavoro e un'economia produttiva molto più deboli, ma la FED ha reagito una volta che ha visto che i rendimenti obbligazionari sovrani sono saliti a nuovi massimi e perché la domanda di debito pubblico statunitense da parte degli investitori stranieri ha iniziato a diminuire visibilmente. La FED ha dovuto agire con un forte taglio dei tassi per salvare il Tesoro, impedendo che la sua offerta cavalcante diventasse bidless. A questo giro la mano l'ha vinta la Yellen.
Fonte: Congressional Budget Office
Tornando in tema, invece, il Penn Wharton Budget Model suggerisce che gli Stati Uniti raggiungeranno il livello del 130% un po' prima, già nel 2030 se i tassi d'interesse saranno 250 punti base più alti rispetto al loro modello di base. Quest'ultimo ci dice che se qualcosa non cambia (es. i tassi d'interesse rimangono gli stessi, la spesa non viene tagliata, le tasse non vengono aumentate), il debito totale sul PIL raggiungerà il 188% entro il 2050 (e il 310% del PIL entro il 2050 nello scenario “peggiore”).
A mio giudizio una recessione, più armi nel circo geopolitico, o un'altra emergenza inventata forniranno copertura al governo federale per prendere in prestito più di quanto prevedano le proiezioni ufficiali. La mia stima è che gli USA raggiungeranno il punto di non ritorno del 130% prima del 2028, cioè prima della fine del prossimo mandato presidenziale. Ecco perché le elezioni statunitensi di quest'anno non sono solo l'ennesimo concorso di bellezza presidenziale in cui gli elettori scelgono tra due vecchi in base alle loro posizioni su aborto, immigrazione, chip di silicio, o senzatetto. In questa elezione c'è qualcosa di più in gioco, sarà quella che segnerà il destino dell'America.
Dal punto di vista geopolitico i vandali al comando hanno minato la credibilità della nazione con il ritiro rocambolesco dall' Afghanistan, l'impantanamento nella guerra nell'Europa orientale, l'ignavia nel Canale di Suez e l'attrito con Israele (base americana in Medio Oriente). Dal punto di vista economico, poi, a meno che non ci sia una drastica correzione di rotta il debito degli Stati Uniti raggiungerà il 130% del PIL durante il prossimo mandato presidenziale. Quando ciò accadrà, non ci saranno ulteriori possibilità di una risoluzione “intenzionale” del problema. Come una nave che ha perso potenza, il capitano può dare tutti gli ordini che vuole... non farà alcuna differenza, non ha alcun controllo su dove andrà.
NESSUNO VUOLE FINIRE SOTT'ACQUA
Nel frattempo l'oro continua a macinare nuovi massimi. Cosa sta vedendo il mercato del metallo giallo? Forse la stessa cosa che vedo io: una crisi del debito che si avvicina rapidamente. Tassi d'interesse più elevati rendono impossibile finanziare il debito, quindi, una volta accesa la miccia non può essere spenta... i policymaker non possono controllare cosa succede dopo. E ka-boom! Gli stati in genere ricorrono alla stampa di denaro, contando su periodi prolungati di alta inflazione per ridurre il peso del debito. La mia ipotesi è che si verificherà un'emergenza finanziaria poiché un'inflazione ostinatamente alta mantiene i tassi d'interesse a livelli scomodi.
Gli Stati Uniti hanno ancora un certo spazio di manovra, Europa e Regno Unito, invece, non possono permettersi tassi d'interesse alti. Le aziende non possono rifinanziare le loro obbligazioni, i proprietari di case non possono rifinanziare i loro mutui, gli stessi burocrati non possono indebitarsi senza far salire ulteriormente i tassi d'interesse. Prima o poi una bancarotta importante, o persino una grande svendita nel mercato azionario, potrebbero essere sufficienti a far andare nel panico gli stati europei. Da qui l'urgenza della BCE e di Bruxelles affinché si brucino le tappe per un'integrazione fiscale e obbligazionaria del continente. Chi ha letto il rapporto che ha presentato Draghi alla Commissione europea saprà che è diviso in due parti: pars destruens e pars (presumibilmente) costruens. Nella prima c'è la descrizione impietosa di un Eurosistema al collasso e con un piede nella fossa; nella seconda la giustificazione accademica all'emissione congiunta di bond sovrani.
Questa è l'unica strada che l'UE presuppone abbia per sopravvivere alla crisi economica/finanziaria che pende sulla sua testa, una che preservi anche l'attuale catena di comando tra l'altro. La guerra, invece, è una strategia per allentare la pressione dei debiti, una che l'Inghilterra conosce bene. Gli Stati Uniti sono stati tirati dentro per far guadagnare tempo a questo processo. Ciò ha significato a sua volta rendere ancor più ipertrofico il mercato degli eurodollari, con tutte le conseguenze del caso nel sistema bancario ombra, andando a distorcere e deformare definitivamente la percezione del rischio. A questo punto preservare i propri bilanci e schermarli quanto più possibile da un ritorno sostenibile alla valutazione dei rischi è la priorità di qualsiasi istituzione mondiale, ecco perché quando la Lagarde parla di “problema nella trasmissione della politica monetaria della BCE” se la sta velatamente prendendo con le banche commerciali che non hanno alcuna intenzione di assecondare gli stimoli monetari alimentati da una linea di politica più morbida sui tassi d'interesse.
Temono gli scoperti di bilanci, temono che un improvviso spike, in basso o in alto, negli asset finanziari e non possano scatenare effetti a catena imprevedibili da determinare ex ante. Negli ultimi 15 anni in particolar modo, sono stati alimentati i fuochi dell'ingegneria finanziaria così come quelli della creazione di liquidità ombra; da quando la Federal Reserve ha deciso di isolarsi quanto più possibile dagli spillover di questa follia, un “calmo” panico è quello che accompagna i mercati: la bancarotta di un qualsiasi player dall'altra parte del mondo potrebbe far scattare margin call a cascata e intaccare indirettamente i bilanci di un'istituzione sana... o apparentemente tale. Senza la Federal Reserve che salva il mondo e senza la BOJ che facilita un carry trade sullo yen, i più fragili in questa catena del rischio sono i primi a finire sotto l'occhio di bue. E si dà il caso che essi siano proprio i player europei e inglesi. La principale contromisura è stata quella di far inguaiare gli Stati Uniti il più in fretta possibile e dirottare tutte le attenzioni su di loro, in modo da mettere una toppa, per quanto temporanea, alla debolezza europea e inglese.
In questo contesto l'oro sale per la percezione del rischio: non ha rischio di controparte.
In conclusione, se si lascia che i tassi salgano, si rischia una grave crisi del debito. I proprietari di case, le aziende e gli stati stessi potrebbero non essere in grado di rinnovare i loro enormi debiti. Se invece li si sopprime, ciò apre la porta a più inflazione, ulteriore soppressione dei tassi e una spirale vertiginosa di prezzi sempre più alti. Inoltre le cose non possono nemmeno rimanere come stanno, perché i deficit pubblici aggiungono ogni giorno nuovo debito. Giorno dopo giorno. Più bombe; più farmaci brevettati.
Ogni unità monetaria deve essere finanziata, gli interessi sui debiti devono essere pagati e ogni unità monetaria aumenta la pressione per tassi d'interesse più alti, aumentando il costo totale degli interessi e avvicinando il giorno della resa dei conti.
CONCLUSIONE
Il problema è talmente semplice che persino un politico potrebbe capirlo: gli stati spendono troppi soldi. La differenza tra ciò che ottengono in entrate e ciò che spendono in cianfrusaglie, bombe e farmaci brevettati deve essere coperta prendendo in prestito o “stampando” denaro. Se i burocrati prendono in prestito denaro, devono pagare interessi; più prendono in prestito, più interessi pagano. A meno che non smettano di spendere, devono prendere in prestito sempre di più.
Prima o poi dovranno così tanti interessi che non saranno in grado di ripagarli. Gli investitori vedono arrivare la resa dei conti e chiedono tassi d'interesse più alti per coprire il rischio, aumentando ulteriormente la spesa pubblica per interessi. Il punto di non ritorno si verifica quando il debito pubblico raggiunge il 130% del PIL. Questo non è un numero arbitrario, è quando i politici perdono il controllo. Le entrate fiscali coprono solo il una porzione sempre più risicata della spesa pubblica: per ogni unità monetaria spesa essa è coperta da una frazione sempre più risicata di entrate. E ogni anno questa perdita aumenta con l'aumento dei costi per gli interessi. Presto diventa proibitivamente costoso. Quando ciò accade, i politici in genere ricorrono alla stampa di denaro: è allora che arriva la miseria, i prezzi aumentano e le persone diventano più povere.
Inoltre l'inflazione mina le istituzioni chiave, in particolare lo stato stesso, portando al caos politico e sociale. Ciò di cui ci sarebbe realmente bisogno, l'unica cosa da fare, è proprio la cosa che non si vuole fare: tagliare la spesa pubblica. Drasticamente.
Dal momento che la maggior parte di ciò che spendono i politici è inutile, dovrebbe essere facile da fare. Dal punto di vista politico, però, è quasi impossibile. Ogni unità monetaria spesa finisce nelle tasche di qualcuno e quest'ultimo è politicamente potente, altrimenti suddetta unità non ci sarebbe finita nelle sue tasche. Prosciugare questo flusso sarà davvero un'impresa ardua. D'altro canto, se il denaro continua a fluire allo stesso ritmo, il disastro è praticamente garantito. In questa situazione un imprenditore, o più in generale la persona media e avveduta, deve mettersi il coltello tra i denti e prepararsi alla battaglia. Con le spalle al muro, dovrebbe fare il necessario per proteggersi... o altrimenti soccombere.
La lotta più dura attende le popolazioni europee, dato che è il continente con i guai economici più seri. Senza più il presunto monopsonio che si fregiava di avere, una produzione industriale al palo e una burocrazia asfissiante, l'inflazione dei prezzi non può più essere sterilizzata bensì assorbita tramite l'erosione dei risparmi reali della popolazione autoctona. Processo portato ai massimi giri con l'euro digitale. Ecco perché, ad esempio, ha praticamente perso la partita sul mercato degli scambi transfrontalieri con lo yuan cinese. Il dollaro, invece, continua a essere predominante soprattutto perché gli Stati Uniti hanno i mercati dei capitali più liquidi e una produzione industriale/tecnologica frizzante. Ricorreranno ancora una volta alla svalutazione del dollaro per potenziare le esportazioni e ridurre le importazioni, potenziando l'industria locale e isolandosi da fornitori esteri come la Cina. Da questo punto di vista gli USA asseconderanno la narrativa secondo cui esiste una de-dollarizzazione. L'obiettivo di Washington, così come quello dei BRICS, è isolarsi quanto più possibile dagli scossoni di mercati finanziari rotti; resistere ai contraccolpi del ritorno di una valutazione sana del rischio.
Meno problemi emergeranno sui mercati dei cambi esteri, meno problemi di gestione del debito (in dollari) avranno le economie emergenti. In caso contrario il dollaro schizzerà in alto portando alla morte repentina dello stesso e di tutte le economie satellite che hanno debiti denominati in dollari. In uno scenario del genere avremo nuovi Accordi del Plaza, ciononostante ci sarà tremenda inflazione dei prezzi negli USA e deflazione nel resto del mondo (con relativi fallimenti a catena). Lo scenario alternativo, uno verso cui stanno puntando gli Stati Uniti, è quello di utilizzare un sistema super partes, uno che non è controllato da nessuno: Bitcoin. Potrebbe diventare un meccanismo di equilibrio indipendente verso cui convergere senza che nessuno debba affermare il proprio predominio sugli altri. La Cina non ha nessuna intenzione di trasformare lo yuan in valuta di riserva mondiale, ha visto cosa è accaduto al dollaro e soprattutto alla creatura deforme (eurodollaro) che è nata da esso. Il settlement interno ai BRICS tramite l'oro è solo un modo per emanciparsi dallo SWIFT, non sostituire il dollaro.
Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una “mancia” in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.