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mercoledì 18 ottobre 2023

Un patto diabolico

 

 

di George Ford Smith

«Ma una volta che nell'ambiente di mercato una merce si è affermata come denaro, non è più necessaria alcuna altra moneta.»

~ Murray Rothbard, Taking Money Back

La caratteristica distintiva della FED è la concessione del privilegio di acquistare asset con denaro di cui non dispone. Nessun'altra persona o istituzione può farlo a livello giuridico; quelli che ci proverebbero verrebbero incriminati per contraffazione.

Per lo meno potreste pensare che una situazione del genere desterebbe qualche sospetto, ma non è così: fa tutto parte del vangelo monetario moderno, da non mettere mai in discussione.

Un’altra parte del vangelo è il sistema bancario a riserva frazionaria, in cui le banche commerciali creano più crediti rispetto alla stessa unità monetaria attraverso le loro attività di prestito (si veda il sostegno indiretto di Alan Greenspan al sistema bancario a riserva frazionaria nella sua famosa difesa dell’oro).

Inoltre gli asset acquistati dalla FED sono solitamente una forma di debito pubblico, con le garanzie collaterali garantite dal potere dello stato di estrarre ricchezza dai contribuenti americani. Avendo così dato il via libera al Green New Deal, alle guerre e ad altre parodie, il governo federale si è scatenato con la spesa in deficit, che al 27 agosto 2023 ammontava a $1.613.421.672.350.

Nel suo discorso di commiato del 1961, il presidente Dwight D. Eisenhower mise in guardia il Paese dal complesso militare-industriale, ma sappiamo tutti com'è andata a finire. John F. Kennedy voleva ridurre in mille pezzi la Central Intelligence Agency (CIA) e per questo, e per le sue aperture di pace nei confronti dei sovietici, la CIA lo fece assassinare.

La CIA, l’esercito e l’elenco infinito di altre agenzie governative necessitano di finanziamenti: perpetui e ingenti finanziamenti. Lo stato può estorcere risorse fino a un certo punto ai contribuenti; per il resto, dipendono dal sistema bancario corrotto e dal suo racket della contraffazione a norma di legge.

È un racket che ingrassa alcuni mentre impoverisce la ricchezza degli altri, ma una volta le cose erano ben diverse. Il denaro era onesto nella misura in cui i sostituti della cartamoneta erano completamente rimborsabili in oro e lo stato era piccolo in dimensioni. Gli americani, a tutti i livelli, prosperavano e il Paese era in pace.


Per i vertici, il colpevole era il denaro onesto

Poi nel 1907 arrivò il prevedibile panico bancario.

Il panico del 1907 è particolarmente significativo perché portò alla “riforma” bancaria diretta dallo stato. Il Knickerbocker Trust di New York aveva investito pesantemente nella United Copper e quando il prezzo delle azioni di quest'ultima crollò, i depositanti di Knickerbocker si lanciarono in una frenetica corsa ai suoi sportelli. Quest'ultima innescò corse agli sportelli in tutta la città e infine in tutta la nazione. In preda alla disperazione, il governo federale si rivolse al potente John Pierpont Morgan affinché salvasse l’economia.

Come ci racconta Ron Chernow in The House of Morgan:

Il panico del 1907 fu la ciliegina sulla torta per Pierpont. Sebbene semi-pensionato, presentandosi periodicamente al lavoro solo per un'ora o due, divenne improvvisamente una sorta di banca centrale americana. Nel giro di due settimane salvò diverse società fiduciarie e un'importante società d'intermediazione, salvò New York City e salvò la Borsa.

Fece tutto questo insieme ad altri banchieri alla fine dell'ottobre 1907. Il panico si estinse poco dopo.

Per i banchieri di New York rimaneva un problema molto più serio: la crescita delle banche statali negli ultimi vent’anni ne aveva lentamente eroso il potere. Nel 1896 le banche statali e altre banche non nazionali costituivano il 61% del totale di tutte le banche operanti sul suolo americano e nel 1913 il 71%. Fatto ancora più significativo, nel 1913 gli stranieri detenevano il 57% delle risorse bancarie americane.

Con una tendenza così preoccupante, alcuni banchieri di New York e un senatore del Rhode Island decisero nel 1910 di partecipare all'ormai famosa battuta di caccia alle anatre nella tenuta di Morgan a Jekyll Island, in Georgia. Le anatre, ovviamente, non erano quelle dai piedi palmati, ma i creduloni americani che in seguito avrebbero creduto che il cosiddetto money trust fosse stato domato e che il panico fosse ormai acqua passata.

I cacciatori escogitarono un piano affinché venisse istituita una banca centrale, ma per ragioni politiche ci volle fino al 23 dicembre 1913 per far diventare legge il Federal Reserve Act. Essa creò dodici Federal Reserve regionali governate da un consiglio di burocrati di Washington, tra cui il segretario al Tesoro e gli incaricati presidenziali. Sebbene le Federal Reserve regionali siano ufficialmente istituzioni “private”, sono poco diverse dalle agenzie governative.

La maggior parte di noi deve produrre qualcosa di valore per ottenere denaro. Non è così per lo stato, a meno che non si contino le guerre e i disastri economici. Con la FED che emetteva banconote aventi corso legale, originariamente rimborsabili in oro ma private di tale copertura per i cittadini americani dal 1933, il governo federale e la sua banca centrale erano in affari.

Il loro prodotto era il denaro stesso.


Finanziamento della prima guerra mondiale

Sicuramente si trattava di un prodotto sempre molto richiesto e suddetta partnership trovò presto acquirenti entusiasti dopo la catastrofica decisione del governo federale di entrare nella prima guerra mondiale il 6 aprile 1917.

La partnership era guidata da un uomo, il segretario al Tesoro William Gibbs McAdoo, e il suo compito era determinare come finanziare l'illusione di Wilson di un mondo sicuro e democratico. Rifiutandosi di stampare denaro direttamente, cosa che sapeva avrebbe abbassato il morale e danneggiato la reputazione delle nuove banconote della FED, McAdoo optò per una combinazione di aumenti delle tasse e di quelli che chiamò Liberty Bond, che tecnicamente erano obbligazioni al portatore. Un terzo del finanziamento sarebbe derivato dalle tasse, il resto dalla vendita di obbligazioni.

L'idea era quella di saccheggiare le tasche della popolazione e spenderle per la guerra. La tassazione ovviamente era obbligatoria e raggiungeva il 77% per i milionari. Vendere obbligazioni a una popolazione contraria alla guerra richiese ingegnosità e un massiccio sforzo di propaganda.

Il nuovo ministero della propaganda, il Comitato per la Pubblica Informazione, si dimostrò all’altezza del compito. Come dettagliato nella storia dei Liberty Bond della Federal Reserve:

La prima iniziativa [Liberty Loan] nel maggio 1917 utilizzò 11.000 cartelloni pubblicitari e annunci sui tram in 3.200 città, tutti donati. Durante la seconda campagna, 60.000 donne furono reclutate per vendere obbligazioni. Questo esercito di volontari mise le donne ai cancelli delle fabbriche per distribuire sette milioni di volantini per il Giorno della Libertà. Le case di vendita per corrispondenza di Montgomery Ward e Sears-Roebuck spedirono due milioni di fogli informativi alle donne contadine. Bibliotecari “entusiasti” inserirono quattro milioni e mezzo di cartoline di promemoria per il Liberty Loan nei libri delle 1.500 biblioteche pubbliche. Vennero addirittura reclutate celebrità: Charlie Chaplin, Mary Pickford e Douglas Fairbanks, tra le personalità più famose d'America, girarono il Paese organizzando manifestazioni obbligazionarie a cui parteciparono migliaia di persone.

Il Comitato usò anche tecniche che stimolavano motivazioni comuni:

La competitività (quale città avrebbe comprato più obbligazioni), la familiarità (“Mio padre ha comprato un’obbligazione. E il tuo?”), il senso di colpa (“Se non puoi arruolarti, investi”), la paura (“Tieni le bombe tedesche fuori dal tua casa”), la vendetta (“Schiaccia i bruti con i Liberty Bond”), l'immagine sociale (“Dov’è il tuo bottone Liberty Bond?”), la socievolezza (“Adesso! Tutti insieme”), l'impulso a seguire il leader (Il presidente Wilson e il Segretario McAdoo), l'istinto del gregge, gli istinti materni e, sì, anche il sesso.

Tutto questo vi suona familiare, non è vero?

Dei $17 miliardi ($4.420 miliardi in dollari del 2023) raccolti alla fine della guerra, $8,8 miliardi provenivano dalle tasse, il resto dai Liberty Bond. Secondo un sondaggio pubblico condotto nel 1918-1919, circa il 68% dei salariati urbani possedeva Liberty Bond. Tanto di cappello alla campagna di propaganda.


L'esito

Cosa ricevette il Paese per i suoi $17 miliardi? Le vittime della guerra ammontarono a 117.000 morti e oltre 200.000 feriti. Quale fu il loro ritorno sull’investimento? O alle loro famiglie devastate? Nessuno morì o venne ferito per la difesa della libertà americana, tanto meno della “democrazia”; la maggior parte erano coscritti. Né furono gli avversari a dichiarare guerra a coloro che furono spediti all’estero per combatterla. Nelle parole del senatore progressista del Wisconsin, Robert M. La Follette, rivolgendosi al Congresso il 4 aprile 1917, due giorni prima che il Congresso dichiarasse guerra alla Germania: “I poveri sarebbero quelli chiamati a marcire in trincea, senza potere organizzato, non hanno alcuna voce in capitolo per esprimere la propria volontà su questa questione di pace o di guerra”.

È strano come funzionino le cose.

Il maggiore generale Smedley D. Butler, due volte medaglia d'onore, offre questa prospettiva:

Bellissimi ideali vennero dipinti per i nostri ragazzi che furono mandati a morire. Era la “guerra per porre fine alle guerre”. Quella era la “guerra per rendere il mondo sicuro per la democrazia”. Nessuno disse loro che i dollari e i centesimi erano la vera ragione. Nessuno disse loro, mentre partivano, che la loro partenza e la loro morte avrebbero significato enormi profitti di guerra. Nessuno disse a quei soldati americani che sarebbero potuti essere uccisi dai proiettili fabbricati dai loro stessi fratelli qui in patria.

Quella guerra pose le basi per la Seconda Guerra Mondiale, l’Olocausto, la nascita dello stato di sicurezza nazionale e le armi di distruzione di massa. Portò a un’esplosione delle dimensioni e delle ingerenze dell'apparato statale, alla Guerra Fredda, alle guerre all’estero e al debito a tutti i livelli come forza trainante dell’economia. Gli americani sarebbero diventati servi acritici nella loro fedeltà verso lo stato e verso uno sconcertante sistema monetario di cui hanno poco interesse a comprendere.

Rothbard aveva certamente ragione nel dire che non è più necessaria un'altra forma di denaro una volta che la moneta-merce viene ad affermarsi liberamente, ma lo stato e i suoi scagnozzi l'hanno trovato troppo restrittivo. Una volta rimossa la moneta-merce, la loro partnership ha portato il Paese – e il mondo – sull’orlo dell’estinzione.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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martedì 19 settembre 2023

L'incalzante collasso dello schema Ponzi mondiale

In un sistema monetario scoperto, il denaro funziona in modi strani, a volte sorprendenti e talvolta difficili da riconoscere. Il forte aumento dei tassi d'interesse nominali, che ha colpito maggiormente le scadenze obbligazionarie a breve termine, ha causato tensioni in aree specifiche e questo stress potrebbe trasformare l’inflazione dei prezzi degli asset in deflazione. Potrebbe addirittura verificarsi inizialmente senza alcuna evidente disinflazione monetaria. Come? Default creditizi in aree ad alto indebitamento, profitti e guadagni deludenti man mano che si accumulano investimenti improduttivi, danni cumulativi provocati dall’avanzata del capitalismo clientelare e cambiamenti nella propensione alla spesa al consumo causati dalle passività presenti e dalle opportunità future percepite. Gli effetti sui flussi di cassa di un forte aumento dei tassi nominali, anche se l’aumento è molto più contenuto in termini reali, possono innescare un processo del genere. Nelle aree ad alto indebitamento i mutuatari che hanno approfittato dell’inflazione per ridurre i propri debiti in termini reali, potrebbero essere più vulnerabili agli aumenti dei tassi e il loro grado di vulnerabilità dipende in parte dalla loro composizione patrimoniale. L’aumento quintuplicato o più della spesa per interessi (una volta applicati i nuovi tassi, oltre ai ritardi temporali) potrebbe paralizzare la capacità di un’azienda di onorare i propri debiti; in linea di principio l’azienda potrebbe estendere le proprie scadenze o sostituire il debito con azioni, ma tali opzioni potrebbero non essere disponibili in aree in cui le condizioni commerciali si sono indebolite. Il rialzo dei tassi nominali, anche se non accompagnato da una considerevole stretta monetaria, potrebbe scatenare problemi di credito che a loro volta innescherebbero il passaggio dall’inflazione dei prezzi degli asset alla deflazione. Tali catalizzatori potrebbero includere problemi nelle istituzioni bancarie o parabancarie che durante i vari giri di QE hanno ecceduto con la leva finanziaria e ora si ritrovano sommerse, come con le grandi scommesse sui carry trade tra i debiti a lunga scadenza e a quelli a breve scadenza, tra le valute in economie con alti tassi d'interesse e quelle in economie con bassi tassi d'interesse e tra credito rischioso e "sicuro". Questi tipi di carry trade sono ancora vivi e vegeti, soprattutto nello yen ancora a tasso zero, o negativo, e nello yuan a tasso quasi zero. L’enorme domanda di titoli ad alto rendimento e altri titoli speculativi da parte degli investitori che utilizzano yuan e yen spiega in parte perché l’inflazione dei prezzi degli asset si è finora sostenuta bene negli Stati Uniti e altrove. Ciononostante gli investitori istituzionali giapponesi affamati di rendimenti decenti, e che prendono in prestito dollari da investire in titoli di credito statunitensi ad alto rendimento, potrebbero finire in un fosso in termini di tolleranza al rischio dei loro stakeholder (siano essi gestori azionari o pensionistici). La contrazione del commercio mondiale, l’aumento del rischio geopolitico mentre s'intensifica la guerra per procura degli Stati Uniti alla Russia e lo spettro delle bancarotte sono i principali fattori di rischio che si aggiungono agli altri ora in gioco. In ogni caso, la domanda basata sullo yuan e sullo yen non può sostenere da sola l’inflazione mondiale dei prezzi degli asset. Per quanto palliativo efficace, la sua natura è sempre stata temporanea.

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di Geroge Ford Smith

Non passerà molto tempo prima che gli stati di tutto il mondo, compreso quello di Washington, si autodistruggano.

Parole forti, ma aspettarsi qualcosa di meno sarebbe ingenuo.

Come disse una volta l’economista Herbert Stein: “Se qualcosa non può più andare avanti, tende a fermarsi”. Caso in questione: sistemi politici basati sul denaro fiat. Le economie interventiste dell’Occidente sono in una spirale discendente, paragonabile a quella dell’Impero Romano nel II secolo, gravate da un debito insostenibile e dalle politiche antiprosperità dei vari stati, in particolare il Green New Deal.

Nello schema Ponzi mondiale, l’inganno sostituisce il denaro sano/onesto. Come ha scritto il manager di hedge fund, Mitch Feierstein, in Planet Ponzi: “Non si riforma uno schema Ponzi; lo si termina e basta”. Charles Ponzi e Bernie Madoff

hanno ridotto in povertà alcuni dei loro investitori, ma il risultato non è che il mondo sia crollato.

Per questo ‌—‌ per uno schema Ponzi che minaccia di mandare in bancarotta il capitalismo in tutto il mondo occidentale ‌—‌ c’è bisogno di persone molto più intelligenti di Ponzi o Madoff. C'è bisogno di tempo, energia e motivazione. In sintesi, c'è bisogno di Wall Street.

Ma Wall Street da sola non ha la forza per garantire un risultato catastrofico. Se la vostra ambizione è creare caos sulla più vasta scala possibile, c'è bisogno di accedere a un bilancio che ammonta a decine di di migliaia di miliardi. C'è bisogno di potere, prestigio, di una notevole volontà d'ingannare. In sintesi, c'è bisogno dello stato.

Come scrisse Gary North in una breve recensione del libro di Feierstein: “Le banche centrali hanno collaborato con gli stati per finanziare enormi aumenti del debito nazionale, oltre ciò che potrà mai essere ripagato. In altre parole, [Feierstein] ha descritto le promesse dello stato come parte di un gigantesco schema Ponzi internazionale”.

In una recente intervista Peter Schiff, che venne deriso quando predisse il tracollo economico del 2007-2009, ha detto che solo gli interessi sul debito federale “saranno pari a circa mille miliardi entro la fine di quest’anno. Entro la fine del prossimo anno [raggiungeranno] i duemila miliardi di dollari, e questo se i tassi d'interesse non saliranno [...]. Questa è un’enorme bomba del debito che sta per esplodere”.

Il debito societario e delle carte di credito, insieme all’insolvenza bancaria, sostiene la tesi riguardo un collasso imminente, l’esatto opposto del sogno economico di Biden.

Oltre a ciò, la Reuters rileva che lo spread tra i titoli del Tesoro a due e dieci anni è all’inversione più profonda sin dal 1981. Raramente una curva dei rendimenti invertita non ha segnalato una recessione.

Riusciranno Jerome Powell e i suoi consiglieri a portare l’economia verso un atterraggio morbido? Non questa volta. “L'unico atterraggio possibile è uno schianto, in cui tutti a bordo muoiono”, ha di recente twittato Schiff.

Ponzi e Madoff sono finiti in prigione per i loro piani, ma come si fa a perseguire gli stati per i loro piani? L’accusa implica far parte dello stato stesso. E con rare eccezioni come Ron Paul, coloro che fanno parte dello stato credono che l’oro sia una reliquia barbarica e che il sistema bancario centrale sia una cosa buona che necessita solo di un piccolo aggiustamento per funzionare bene. Pertanto i colpevoli rimarranno impuniti, a meno che l’indignazione pubblica non si trasformi erroneamente in violenza extragiudiziale. Gli altri saranno troppo impegnati a cercare di sopravvivere e proteggere coloro a cui tengono.


La guerra all'essere umano

Uno studio della storia, inclusa la storia monetaria degli Stati Uniti, chiarisce che lo stato non ha il compito di garantire la nostra libertà. Come hanno chiarito gli ultimi novecento giorni, qualsiasi difesa della “libertà” sarebbe considerata un discorso d'incitamento all’odio. Invece siamo inondati di parole presumibilmente positive come diversità, equità e inclusione insieme alle campagne guidate dalla paura sul cambiamento climatico e sul Covid-19. Provate a sfidare uno qualunque di questi temi e verrete ostracizzati, o peggio.

Ma lo stato non può fare nulla di significativo senza monopolizzare il denaro e le valute digitali orwelliane delle banche centrali (CBDC) saranno l’ultima soluzione per controllare il sistema monetario.


Il superpotere dell'ombra

Possiamo impedire che ciò accada. Due stati, la Florida e l'Indiana, hanno di fatto vietato le CBDC come moneta nelle loro giurisdizioni. Probabilmente altri seguiranno l'esempio. Prima o poi lo stato metterà fuori legge i contanti, ma coloro che li utilizzano ora votano contro le CBDC.

Molte persone si rivolgeranno al baratto, alcuni utilizzeranno i metalli, o si rivolgeranno all’economia sommersa. Se tutto ciò sembra guidato solo dalla disperazione, pensate a come nel 2011 il mercato nero fosse l’economia in più rapida crescita a livello mondiale. A volte indicato come Sistema D, presenta sia le consuete piccole transazioni dei mercatini delle pulci o dei lavoratori nei parcheggi dei negozi di bricolage, sia le più grandi attività internazionali. David Obi, nigeriano, contando sul suo cellulare e sulla propria iniziativa, ha contattato un’azienda cinese per farsi spedire piccoli generatori alimentati a diesel nel suo Paese d’origine, dove spesso l’energia elettrica scarseggia: “Come quasi tutte le transazioni tra commercianti nigeriani e produttori cinesi, era sub rosa: sotto il radar, fuori dalla vista o dal controllo dello stato, parte dell’universo economico alternativo nel Sistema D”.

Friedrich Schneider, ricercatore presso l’Università Johannes Kepler di Linz, in Austria, ed esperto di economie non governative e coautore di The Shadow Economy, ha scoperto che in molti Paesi il Sistema D sta crescendo più rapidamente del prodotto interno lordo ufficialmente riconosciuto. Se il Sistema D fosse una nazione indipendente, sarebbe la seconda economia più grande del mondo.


Conclusione

Il futuro è incerto, ma possiamo contribuire a determinare il risultato se ce ne assumiamo la responsabilità. Wikipedia definisce il Sistema D come “un modo di rispondere alle sfide che richiedono la capacità di pensare rapidamente, di adattarsi e di improvvisare quando si porta a termine un lavoro”. In questo senso il successo è sempre dipeso dal Sistema D, con o senza stato.

Il termine americano per riassumere tutto ciò è life hack: “Qualsiasi trucco, scorciatoia, abilità o metodo innovativo che aumenta la produttività e l’efficienza in tutti i ceti sociali”. Comunque lo si chiami, descrive uno spirito che tutta l’umanità deve adottare se vogliamo sopravvivere all’imminente collasso degli schemi Ponzi statali.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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