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martedì 19 novembre 2024

I 7 motivi per cui oggi è necessario un secondo passaporto

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Nick Giambruno

Prima della prima guerra mondiale per viaggiare all'estero non era necessario il passaporto.

Era una verità evidente che un individuo sovrano poteva viaggiare ovunque volesse senza chiedere il permesso a nessuno.

Purtroppo oggi viaggiare non funziona più così.

La vostra cosiddetta libertà di movimento dipende dal consenso di più stati.

È necessario ottenere un passaporto dal governo del proprio Paese di origine, possibilmente uno che contenga i propri dati biometrici immutabili, un visto dal governo del Paese di destinazione e ulteriori visti dai governi di qualsiasi Paese di transito per arrivarci.

Oltre ai passaporti e ai visti, gli stati possono imporre condizioni mediche assurde e invasive per entrare nei loro territori, come ha dimostrato la psicosi di massa del Covid.

Invece di considerare il viaggio un diritto inalienabile, gli stati lo considerano un privilegio speciale concesso alla plebe, che può essere revocato se ci si comporta male, proprio come un adulto tratta la richiesta di un bambino di andare a casa di un amico.

In realtà i passaporti non facilitano i viaggi: sono strumenti per controllarvi e costringervi. Il mondo starebbe meglio senza di essi.

Purtroppo i passaporti non scompariranno.

Continuerete ad averne bisogno per viaggiare, quindi potreste anche averne più di uno affinché il ​​governo del vostro Paese avrà meno potere di controllarvi.

In breve, ottenere un secondo passaporto è fondamentale per liberarsi dalla dipendenza assoluta da qualsiasi Paese. Una volta ottenuta questa libertà, è molto più difficile per qualsiasi governo costringervi o controllare il vostro destino.

Tra le altre cose, avere un secondo passaporto vi consente di investire, gestire banche, viaggiare, vivere e fare affari in luoghi in cui altrimenti non potreste.

Indipendentemente da dove vivete, potete trarre beneficio dei vantaggi di diversificazione politica offerti da un secondo passaporto.

Ecco i sette principali motivi per cui tutti ne hanno bisogno.


Motivo n°1: neutralizzare le restrizioni ai viaggi

Un secondo passaporto impedisce allo stato di chiudervi dentro.

In caso contrario può sottoporvi agli arresti domiciliari e annullare il passaporto, anche se ne possedete solo uno.

Ad esempio, dopo che Castro salì al potere a Cuba, il suo governo fece sì che i cittadini facessero domanda per un visto di uscita per lasciare l'isola. Non veniva concesso facilmente.

Impedire alle persone di andarsene è sempre stato il segno distintivo di un regime autoritario.

Purtroppo questa pratica è in crescita nelle cosiddette democrazie liberali.

Si pensi alle restrizioni totalitarie di viaggio imposte da Canada, Australia e altri Paesi durante l'isteria di massa dovuta al Covid, cosa che hanno impedito ai relativi cittadini di partire a meno che non si sottoponessero a una procedura medica sperimentale.

Negli USA il governo può annullare il vostro passaporto se avete un modesto debito fiscale o se vi accusano di un reato. Non c'è bisogno di una condanna, basta un'accusa.

Molte persone pensano che i reati gravi consistano solo in atti come rapine e omicidi, ma non è così.

La montagna di leggi e regolamenti in continua espansione ha criminalizzato anche le attività più banali. Non è così difficile commettere un crimine come si potrebbe pensare, infatti molti “crimini” senza vittime.

L'avvocato per le libertà civili, Harvey Silverglate, ha scoperto che in media un americano commette inavvertitamente tre reati gravi al giorno.

Quindi se il governo degli Stati Uniti volesse annullare il vostro passaporto, potrebbe trovare qualche cavillo per farlo... a chiunque.

È come un vecchio detto dell'Unione Sovietica: “Mostrami la persona e ti mostrerò il crimine”.

Se avete idee politiche che non piacciono al vostro stato, non sorprendetevi se in qualche modo limita la vostra libertà di movimento.

Naturalmente questo non è un problema esclusivo del governo degli Stati Uniti.

Qualsiasi stato può revocare o annullare il passaporto dei propri cittadini per qualsiasi motivo ritenga opportuno.

Questo perché “il vostro” passaporto non è una vostra proprietà: è di proprietà del governo che lo ha rilasciato.

Avere un secondo passaporto aiuta ad attenuare questo rischio.


Motivo n°2: maggiori opzioni finanziarie

Un secondo passaporto apre le porte a maggiori servizi finanziari internazionali altrimenti non disponibili.

A causa delle gravose e invasive normative americane, molti, ma non ancora tutti, gli istituti finanziari stranieri ora respingono chiunque presenti un passaporto statunitense. Quindi, per essere un cliente gradito, potreste aver bisogno di un passaporto di un altro Paese.

Lo stesso vale per le persone in possesso di passaporti di altri Paesi con un bagaglio politico.

Buona fortuna nell'aprire un conto in una giurisdizione affidabile con un passaporto proveniente dall'Africa, dal Medio Oriente o da un Paese presente nella lista dei “cattivi” di Washington.

Un secondo passaporto potrebbe risolvere questo problema.


Motivo n°3: più viaggi senza visto

Richiedere un visto prima di un viaggio è una vera seccatura. Può essere frustrante, richiede molto tempo ed è costoso. Potrebbe anche essere negato.

Un secondo passaporto vi consente di accedere senza visto a più Paesi.

Nel mondo ci sono 227 Paesi ed entità politiche.

Il passaporto giapponese è il migliore al mondo per quanto riguarda i viaggi senza visto: vi consente di entrare in 193 destinazioni senza ottenere un visto in anticipo.


Motivo n°4: evitare contraccolpi della politica estera

Supponiamo che il vostro stato abbia la cattiva abitudine di ficcare il naso negli affari interni degli altri Paesi. Questo potrebbe rendervi un bersaglio se vi trovaste nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Esistono passaporti con un rischio minimo di contraccolpi in politica estera.

Quando è stata l'ultima volta che avete sentito parlare di qualcuno che prendeva di mira i titolari di passaporto svizzero o uruguaiano?


Motivo n°5: non dovete vivere come un rifugiato

Un secondo passaporto è un'assicurazione sulla mobilità per voi e la vostra famiglia.

Supponiamo che il vostro Paese d’origine “crolli”, come accadde in Russia negli anni ’20 o in Germania negli anni ’30.

I cittadini di Venezuela, Siria, Iraq, Yemen, Libia, Afghanistan, Ucraina e molti altri Paesi si trovano oggi ad affrontare lo stesso problema.

Dove andrete? Sarete accettati?

La verità è che qualsiasi Paese può trasformarsi in un Venezuela, o in qualcosa di peggio, più velocemente di quanto la maggior parte delle persone possa immaginare o prepararsi.

Indipendentemente da quanto grave possa essere la situazione nel vostro paese d'origine, un secondo passaporto vi dà il diritto legale di vivere e lavorare altrove.

Vi garantisce che non dovrete vivere come un profugo altrove.


Motivo n°6: Rinuncia

Se decidete di rinunciare alla cittadinanza, avrete bisogno di un secondo passaporto.

Ciò potrebbe comportare enormi vantaggi fiscali e normativi se il vostro Paese d'origine grava sui suoi cittadini con tasse soffocanti e inevitabili... come accade negli Stati Uniti.

Ma non riguarda solo questi ultimi.

Diversi altri Paesi stanno valutando l'ipotesi di imporre un modello di tassazione simile basato sulla cittadinanza, in cui la rinuncia alla stessa è l'unica via d'uscita.

Un secondo passaporto vi garantisce di avere sempre la possibilità di emanciparvi.


Motivo n°7: Benefici generazionali

Una volta ottenuto un secondo passaporto, i vantaggi della diversificazione politica dureranno per generazioni.

Potete trasmettere più cittadinanze ai vostri futuri figli e nipoti.


Non è facile, ma necessario

Man mano che la disperazione aumenta, gli stati attuano politiche sempre più distruttive.

Lo stesso schema si è ripetuto più volte in tutto il mondo e nel corso della storia. È prevedibile come il cambio delle stagioni.

Quanto più peggiora la salute finanziaria di uno stato, tanto più distruttive diventano le sue linee di politica.

Questa è la radice del rischio politico: il rischio che lo stato metta a repentaglio il vostro benessere personale e finanziario.

Non è un segreto che il rischio politico stia aumentando in molte parti del mondo. Ciò è particolarmente vero negli Stati Uniti, in Canada e in Europa dove la spesa sociale e militare ha portato alla bancarotta la maggior parte degli stati.

Non importa quale partito sia al potere. Vanno tutti nella stessa direzione, anche se a velocità diverse.

Mi aspetto che gli stati imporranno presto ulteriori restrizioni ai viaggi.

Ottenere i vantaggi della diversificazione politica offerti da un secondo passaporto è fondamentale per garantire la propria libertà in un mondo in continuo cambiamento.

Sfortunatamente non esiste un modo per ottenere un secondo passaporto che sia allo stesso tempo veloce, facile ed economico.

Tuttavia ciò non rende meno urgente o cruciale l'ottenimento di uno.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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lunedì 18 maggio 2020

Il lockdown è un crimine contro l'umanità





di Bill Bonner


SAN MARTIN, ARGENTINA - Stiamo per scrivere un punto di vista completamente non ortodosso e probabilmente sgradito della guerra americana contro il coronavirus. Continuate a vostro rischio e pericolo...

Sì, siamo su un lungo sentiero solitario... vagando tra la vita e la morte... tra questa Terra e quell'altra... tra cercare i nostri figli e le nostre figlie... e cercare l'obiettivo Numero Uno...

Ma qui in altura, siamo arrivati ​​a vedere il lockdown non solo come un errore o un crimine, ma come qualcosa di peggio: un peccato contro la nostra specie.

La scusa per bloccare tutti nella proprie case è quella di "salvare vite", ma le politiche della Federal Reserve non salveranno vite; neanche una. Moriremo tutti comunque, la domanda è quando e come. Ed è qui che il nostro percorso diventa più tortuoso.

Quindi montiamo in sella e muoviamoci. Non sarà facile, vi avvertiamo... L'aria è sottile, il percorso è pieno di trappole e insidie​​... e ciò che stiamo cercando è più sfuggente di un uccello nascosto in 10.000 acri di natura selvaggia.

Quello che stiamo cercando è il significato stesso della vita, nascosto da qualche parte nel vasto universo oscuro.

Per darvi un piccolo indizio di dove finiremo, se l'obiettivo numero 1 degli esseri umani fosse salvare vite, non saremmo mai scesi dagli alberi. Si stava (relativamente) al sicuro lassù. Non ci saremmo mai avventurati fuori dall'Africa nel freddo dell'Europa. Le tribù siberiane non sarebbero mai entrate in America... e Colombo non si sarebbe mai avventurato attraverso l'Atlantico.

"Restate al sicuro", dicono i cartelloni pubblicitari ed i saluti via e-mail, ma se la sicurezza fosse l'unica cosa importante, non andremmo in guerra... non ci sposeremmo... non avremmo figli... non rischieremmo i nostri soldi investendo... non costruiremmo fabbriche, non guideremmo automobili, non voleremmo in aereo... non esploreremmo lo spazio... non permetteremmo ai nostri figli di andare in bicicletta o fare sport... non fumeremmo sigari, non berremmo whisky e non oseremmo fare qualsiasi cosa che potesse causare danni, dolore o perdita.

In breve, non saremmo umani. Invece saremmo come animali da zoo, tenuti in vita dagli esperti e dalle autorità, autorizzati a riprodurci... ma con i guardiani dello zoo che guardano per assicurarsi che non ci facciamo del male a vicenda.

È la vita in gabbia, dietro le sbarre, che gli esperti ora ci offrono. Ci proteggeranno dal virus ordinandoci di restare a casa e ci daranno da mangiare con i loro soldi fasulli... come dare la zuppa di segatura ai prigionieri di guerra.

La vita umana è necessariamente un'impresa rischiosa. Dalla culla alla tomba, siamo sempre in pericolo: di perdere quelli che amiamo... di perdere il nostro onore... di perdere la nostra libertà... di perdere i nostri soldi... di perdere il nostro coraggio... di perdere la nostra dignità... e di perdere il nostro posto in Paradiso. Perdere la vita è inevitabile... e l'ultima delle nostre preoccupazioni.

La vita finisce sempre allo stesso modo: con la morte. L'importante non è evitarlo; questo è impossibile. Invece l'importante è accettare i rischi della vita reale... e cercare di trarne il meglio...

... E quando verrà il nostro momento, morire con dignità, senza piagnucolare. Ecco perché la polmonite viene chiamata "l'amica del vecchio". Lo aiuta ad arrivare meglio alla tomba, prima che abbia bisogno di tubi e padelle. Questo è anche, o almeno sembra essere, il fascino del virus C. È un amico dei vecchi e degli infermi, non un nemico.

Ma torniamo alla semplice matematica. Abbiamo esaminato il rovescio della medaglia del lockdown. Qual è il lato positivo?

Ci sono così tanti numeri che volano che abbiamo l'imbarazzo della scelta, malgrado ciò promettiamo di non menzionare i tassi d'infezione, i tassi di mortalità, o qualsiasi dato statistico che sta sovraccaricando Internet.

Dal momento che né i medici, né i pianificatori centrali, e nemmeno il dottor Fauci, possono effettivamente "salvare" una vita, la vera domanda è: quanti altri anni di vita possono fornire le loro politiche?

L'età media di coloro che sono morti negli Stati Uniti a causa del coronavirus = 78. Quasi esattamente uguale all'età media in cui la maggior parte delle persone muore negli Stati Uniti. Quindi sembra che il COVID-19 non faccia nulla che i modelli "normali" di vita e morte non facciano. Normalmente le persone muoiono a 78 anni e il virus C non fa differenza.

Ma aspettate un momento: una persona "normale", anche qualcuno con problemi di salute, di 78 anni può ancora avere qualche anno in più davanti a sé. Statisticamente può aspettarsi di vivere altri otto anni.

Quindi se la malattia porta via 100.000 persone che altrimenti NON sarebbero morte quest'anno, come nazione perderemo circa 800.000 anni di vita.

Ma non così in fretta... un terzo dei morti si trovava già in case di riposo o in comunità assistite. A quante di queste persone il virus ha semplicemente fornito un aiuto tempestivo? Non lo sappiamo. E molti sono morti per molteplici cause. Il virus C dovrebbe beccarsi tutta la colpa? Ancora una volta, non lo sappiamo.

Ma secondo il New York Times anche i decessi per cause non COVID-19 sono in aumento. Queste sono spesso persone più giovani. L'età media in cui le persone decidono di suicidarsi è di 49 anni. Quindi ogni morte per suicidio priva la nazione di circa 29 anni... o più di tre volte la vita di una morte COVID-19.

Durante la Grande Depressione, i tassi di suicidio salirono del 50%. L'anno scorso 48.000 americani si sono suicidati. Se questo lockdown provocherà lo stesso effetto della Grande Depressione, spingerà altri 24.000 dal ciglio... per un totale di altri anni persi: 696.000.

Nel frattempo anche il cancro, le malattie cardiache ed i decessi per polmone sembrano aumentare. Per l'isteria COVID-19 le persone sono riluttanti a cercare cure di qualsiasi tipo. I trattamenti per infarti e ictus, ad esempio, sono diminuiti del 60% dall'inizio del lockdown.

E nel mezzo della più grande crisi sanitaria degli ultimi 100 anni, gli ospedali segnalano un aumento dei letti vuoti. Gli infermieri vengono licenziati ed i medici segnalano un tale buco nelle loro attività che molti non sono in grado di pagare gli affitti.

Inoltre, poiché le persone diventano più povere a causa del lockdown, hanno meno soldi per andare dal medico o dal dentista... o per spenderli in nutrizione e servizi igienico-sanitari.

Come ciò influenzerà la loro vita, non lo sappiamo, ma un titolo su Fox News questa mattina afferma che un rapporto delle Nazioni Unite avverte che "la devastazione economica potrebbe costare più vite del virus".

Un'altra caratteristica amichevole del COVID-19 è che è un modo relativamente veloce e indolore di andarsene. Ci sono molti modi peggiori. La fame, per esempio.

Le perdite più drammatiche saranno probabilmente nei Paesi poveri. Lì le persone vivono già ai margini. Il collega George Gilder vede arrivare in India una "fame di massa" e cita il World Food Programme delle Nazioni Unite, dove si stima che fino a 260 milioni di persone potrebbero soffrire la fame. E cita anche Michael Levitt, vincitore del Premio Nobel per la chimica: "Non c'è dubbio che quando guardiamo indietro a tutta questa storia, il danno fatto dal lockdown supererà di gran lunga qualsiasi salvataggio di vite".

Tutto ciò che sappiamo per certo è che non sappiamo nulla di sicuro. Infatti neanche i presunti vantaggi del lockdown sono una cosa certa. Ed è invece altamente possibile che il lockdown aumenti, non diminuisca, il numero di anni di vita persi in America.

Ma aspettate... c'è di più nella vita oltre a non morire. C'è anche la parte in cui "viviamo"... e lo facciamo in molti modi che i dottori. Fauci e Birx non possono immaginare.

Non è solo una questione di tempo. Supponiamo che voi abbiate passato tutta la vostra vita "come un vegetale", tenuti "in vita" da tubi e farmaci. Cosa varrebbe la vostra vita?

Può essere sacra agli occhi di Dio, ma l'uomo applicherebbe una deroga. Una vita in coma non è la stessa di una vissuta in pieno; e per la maggior parte delle persone non vale più di tanto.

Il problema con gli epidemiologi, come gli economisti, è che possono contare, ma non riescono a capire. Possono misurare la quantità, ma non la qualità.

La qualità può essere misurata solo dalle scelte umane. E le scelte umane, che si tratti di tassi d'interesse, alpinismo, acconciature, amore, o arte, possono essere afferrate solo se gli umani sono autorizzati a realizzarle.

A due persone potrebbe essere detto che il COVID-19 è a briglie sciolte nella loro città... potrebbero sapere che se dovessero contrarre la malattia, data la loro identica età (entrambi hanno 75 anni) e le condizioni fisiche (entrambi hanno il diabete ed entrambi intendevano mettersi a dieta anni fa), avrebbero una possibilità su 10 di morire.

Una... ben fornita di liquori e compagnia piacevole... può decidere che non valga la pena "avventurarsi" fuori. L'altra... non potendo resistere chiusa in casa, potrebbe prendersi le sue responsabilità e uscire. Ognuno fa la sua scelta e rischia.

Impedendo la scelta, le autorità indeboliscono la qualità della vita e (probabilmente) la quantità di essa, misurata nel tempo. Entrambe le persone nel nostro esempio cadono vittima delle stesse restrizioni, anche se solo una ne verrebbe afflitta di più.

E le autorità, i benefattori e gli improvvisatori del mondo, incoraggiati da Fauci e virologi superstar, non si fermano qui. Applicano le stesse regole a tutti, anche se gli ultra 85enni hanno 15.000 volte più probabilità di morire di COVID-19 rispetto ai minori di 15 anni.

Quindi ora siamo tutti rinchiusi: vecchi e giovani, sani e malati... come vecchi leoni senza denti nello zoo di Baltimora.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


lunedì 5 giugno 2017

Una strategia d'investimento incredibilmente semplice





di Bill Bonner


GUALFIN, ARGENTINA – Come i lettori di lunga data di questo spazio virtuale sanno, non facciamo un'analisi reale delle azioni.

Cerchiamo semplicemente Modelli Davvero Semplici (MDS).

Il più semplice che abbiamo scoperto finora: se un mercato è economico ora, probabilmente lo sarà meno quando deciderete di investirvi. Se è molto costoso, probabilmente diventerà meno costoso prima che deciderete di uscirvi.

Questi MDS ci sono venuti in mente quando Chris Mayer ci ha ricordato quanti soldi abbiamo fatto in base alla sua ultima raccomandazione.

Il nostro portfolio è costituito da ETF legati ai mercati azionari di determinati Paesi. Scegliamo questi ultimi in base ai MDS: cerchiamo quelli più economici.

Il 30 marzo scorso Chris ci ha consigliato di mettere i nostri soldi in cinque ETF decisamente economici. E ieri, immaginando la nostra gioia, ci ha inviato il seguente aggiornamento via email:

È sorprendente, è una strategia così semplice e ancora funziona così bene...

Finora (sin dal 30 marzo) abbiamo quasi un 10% in Turchia, quasi un 9% in Spagna, un 8% in Italia e un 5% in Corea del Sud. L'unico ribasso è la Cina, in calo dell'1%.

Nel complesso, siamo su del 6%... da marzo.

L'unico problema è... non abbiamo siglato questo investimento: il 15 aprile abbiamo improvvisamente avuto bisogno di soldi per pagare l'IRS.

Ma guardiamo ad un altro trade, il nostro Trade del Decennio.

Non aveva niente a che fare con un'analisi accurata, uno studio o una visione d'insieme. Solo altri MDS: i mercati che scendono per lungo tempo hanno una buona probabilità di tornare indietro nei 10 anni successivi.

All'inizio del XXI secolo, non abbiamo avuto problemi ad identificare un trade promettente: l'oro era sceso più o meno per quasi due decenni, le azioni statunitensi erano salite.

Quindi il nostro Trade del Decennio era semplice: vendere le azioni, comprare oro.

Si è scoperto che entrambe le parti sono andate come avevamo previsto. Tra il 2000 e il 2010, l'oro è cresciuto del 143%, rendendolo la classe di asset più importante del decennio. E l'indice S&P 500 è sceso del 25% circa.

Il nostro Trade del Decennio successivo non sarebbe stato così semplice.

Entro il 2010 l'oro non era più un affare e le azioni statunitensi erano state picchiate dalla crisi del 2008. C'era poco da ottenere spremendo ancora di più questa arancia, o almeno così abbiamo ragionato.

E poi?

Nel secondo decennio del XXI secolo i prezzi delle azioni giapponesi erano in calo da 20 anni.

Dall'altra parte, i prezzi delle obbligazioni del governo giapponese erano solamente saliti. Perché non scommettere su un'inversione?

E così abbiamo fatto, puntando sul nostro nuovo Trade del Decennio: vendere obbligazioni giapponesi, acquistare azioni giapponesi.

Ciò si basava su due altri MDS: (1) i mercati che scendono molto tendono a salire molto più tardi, e (2) nel tempo i governi distruggeranno sempre il valore delle loro valute di carta.

Com'è andata finora?

Beh, prima di arrivarci, vorremmo ringraziare il governo giapponese – o, più in particolare, la Banca del Giappone (BoJ) – per questo risultato.

I federali giapponesi hanno lavorato instancabilmente per aumentare i prezzi delle loro azioni e spingere gli investitori a fuggire dal loro mercato obbligazionario.

Perché?

È solo una parte del loro goffo programma che dovrebbe migliorare l'economia, se riusciranno a far salire il tasso d'inflazione, a svalutare lo yen e a rendere le esportazioni giapponesi più competitive.

Questo, a sua volta, migliorerà le vendite degli esportatori... portandoli a comprare di più, assumere di più e mettersi in fila dietro il partito di governo.

Di conseguenza sono state portare sulla scena le solite politiche sciocche.

Shinzo Abe, primo ministro del Paese, ha spiegato come un maggiore "stimolo" – sia fiscale che monetario – avrebbe sicuramente acceso un fuoco sotto l'economia.

Non è andata così. Invece di scendere, lo yen è salito, lasciando l'economia giapponese più molliccia che mai.

Ed è stato così che Abe e la BoJ hanno inserito la modalità "ritardati monetari totali".

Non avrebbero aspettato che le aziende giapponesi avessero venduto più prodotti e guadagnato maggiori profitti. Avrebbero semplicemente riacquistato azioni proprie.

Dal blog finanziario Zero Hedge:

Un anno fa abbiamo sottolineato che la Banca del Giappone (BoJ) era tra i primi 10 soggetti che possedevano il 90% delle azioni giapponesi. A dicembre abbiamo mostrato che la BoJ è stata il più grande acquirente di azioni giapponesi nel 2016. E ora, come riferisce il FT [Financial Times], la vera "balena" dei mercati giapponesi sta accelerando i suoi acquisti (oltre il 70% YoY [anno su anno], entrando nel mercato durante i ribassi più della metà del tempo negli ultimi quattro anni.

A partire dalla fine del 2010, il FT osserva che la BoJ ha acquistato exchange traded funds (ETF) nell'ambito del suo programma di quantitative e qualitative easing. L'azione più grande è iniziata lo scorso luglio, quando le sue acquisizioni annuali sono raddoppiate a ¥6,000 miliardi [$8.7 miliardi].

Sin da allora la designazione delle balene è sembrata piuttosto evidente: la banca centrale ha inghiottito come minimo ¥1,200 miliardi in ETF ogni singolo giorno di negoziazione (sostenendo le azioni e ampliando la cosiddetta "Abenomics"), sborsando ¥72 miliardi [$632.5 milioni] circa una volta ogni tre sessioni.

Poiché la Banca del Giappone ha iniziato questo programma, la banca d'investimento Nomura stima che abbia incrementato l'indice Nikkei 225 – l'equivalente giapponese dell'indice S&P 500 – di circa 1,400 punti.

Grazie mille.

Allora come ce la caviamo?

Dall'inizio del 2010, il mercato azionario giapponese è cresciuto del 33% in termini di dollari statunitensi... e circa tre volte di più rispetto agli investitori di yen. Quanto ai titoli di stato giapponesi, non hanno collaborato.

Shinzo Abe non è ancora riuscito a distruggere la moneta della sua nazione o degradare il suo credito.

Ma non disperiamo. Il Trade del Decennio ha ancora tre anni per avverarsi e Abe ci sta ancora provando!

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


lunedì 15 maggio 2017

Dove è meglio mettere i vostri soldi ora





di Bill Bonner


Di recente abbiamo guadagnato un po' di soldi – un piccolo dividendo da un negozio di lavorazione del legno in Nicaragua.

Il negozio è stato aperto con un investimento modesto e modeste ambizioni. Ma poiché il numero di persone che costruisce case sulla costa è aumentato, anche gli affari sono aumentati.

E ora ci troviamo a fare soldi.

Una domanda è lecita: cosa farci?

Azioni? Obbligazioni? Contanti? Oro? Immobili?

Alla fine abbiamo deciso di acquistare un po' di alberi da legname in Virginia, ma vediamo passo passo quali sono state le nostre scelte...

Abbiamo investito circa un terzo della nostra ricchezza liquida in azioni seguendo i consigli di Chris Mayer. Sono ancora i primi giorni, ma il portfolio di Chris è aumentato del 9% da quando ha lanciato il suo servizio ad aprile.

Abbiamo un altro piccolo portfolio in ETF di paesi specifici.

L'idea è semplice: le singole società vanno in bancarotta, invece per i paesi è molto più raro. Quindi quando un intero mercato azionario viene picchiato e odiato, c'è ragione per pensare che tornerà su.

Questa idea venne partorita dal gestore di fondi, Michael B. O'Higgins.

Acquistiamo in quei mercati più economici del mondo... e aspettiamo.

Nessuna analisi sulle azioni. Nessuna ipotesi. Nessuna commissione d'investimento. Nessuna lettura dei giornali o domanda su cosa accadrà dopo. L'attuale lista: Turchia, Malesia, Messico, Danimarca e Gran Bretagna.

Questo approccio non è per tutti.

Perché non tutti possono aspettare l'arrivo del lungo termine. E nel breve periodo, tutto potrebbe accadere. Mercati terribili – come la Grecia – possono diventare più terribili.

E il quadro generale per le azioni, in tutto il mondo, è davvero tetro.

Sono prezzate per un mondo i cui tassi d'interesse sono quasi zero – un mondo che non può durare molto a lungo.

Quindi, date le nostre scelte, preferiamo non mettere soldi nelle azioni.

Obbligazioni?

Dimenticatele. Secondo le nostre stime, il mercato toro delle obbligazioni (durato 37 anni) ha raggiunto il picco il luglio scorso.

Le obbligazioni di alta qualità potrebbero tornare a salire nella prossima crisi. Poi alla fine saranno uccise dall'inflazione e dai tassi d'interesse più elevati.

Ci serviranno nervi d'acciaio per giocare a questo gioco.

Le obbligazioni di bassa qualità verranno vendute velocemente non appena inizierà la prossima crisi creditizia.

Non è possibile dire quando e come, ma secondo noi il rischio è alto.

Contanti?

Abbiamo già circa un terzo dei nostri soldi in contanti, metà in dollari USA e metà in franchi svizzeri.

Detenere franchi svizzeri è doloroso. Le banche ci addebitano un tasso d'interesse negativo. Vorremmo mettere i soldi in qualcos'altro; non ci siamo ancora avvicinati.

Dollari?

Il problema è che l'inflazione dei prezzi al consumo è probabilmente doppia rispetto al livello ufficiale... e sembra che potrebbe peggiorare.

Recenti dati storici segnalati dal MIT – che raccoglie 15 milioni di prezzi online ogni giorno – ci rivelano che i prezzi sono aumentati fino al 3.6% l'anno. Quasi il doppio rispetto al tasso ufficiale.

È difficile dirlo, ma potremmo perdere il 2% o il 3% all'anno sui nostri possedimenti in dollari.

Ciononostante preferiamo possedere un po' di dollari. Sono una forma di assicurazione. Se abbiamo ragione riguardo la prossima crisi, questi dollari saranno il miglior "investimento" che abbiamo.

Ma più la crisi tarda ad arrivare, più saliranno i costi assicurativi. E come ci ricorda Voltaire, alla fine il denaro di carta ritorna sempre al suo valore intrinseco – zero.

Un'altra forma di assicurazione è l'oro.

Esso rappresenta circa un terzo dei nostri investimenti liquidi.

I nostri figli pensano che l'oro sia uscito da quei film in bianco e nero. Credono che le criptovalute, come il bitcoin, renderanno l'oro obsoleto. Forse hanno ragione. Ma aspetteremo la prova.

Ciononostante un krugerrand, comodamente trasportato in tasca, non necessita di cavi, di energia elettrica e di connessione ad Internet.

Ma l'oro non è economico. La nostra stima ci dice che il suo prezzo è più o meno pieno, quindi il valore dell'assicurazione non costa niente di più. Ma – a parte l'assicurazione – non c'è un'evidente crescita.

Quindi, allora?

Il problema con azioni, obbligazioni, denaro e oro è che non ci danno soddisfazione. Almeno non a noi.

Dall'altra parte, l'immobiliare può essere divertente.

Sì, può anche essere doloroso. Sì, si può anche perdere un sacco di soldi se non si è attenti. Ma può anche essere un buon modo per mettere da parte soldi per il futuro.

Warren Buffett una volta ha spiegato che uno dei migliori investimenti che abbia mai fatto, era una fattoria in Illinois.

Non la intendeva come un investimento. Non s'interessava dei prezzi delle fattorie. Se n'è dimenticato ed è aumentata di valore.

Le cose non vanno sempre così. Abbiamo investito in un pezzo di proprietà qui vicino – a San Martín de los Andes – circa 20 anni fa. Oggi vale ancora quanto lo pagammo allora (in dollari nominali). Non un centesimo di più.

Di solito, però, gli alberi da legname sono un investimento buono e che possiamo lasciare a sé stesso.

Li si compra. Si pagano le tasse. Si assume un boscaiolo affinché se ne prenda cura. E poi, molti anni dopo, voi... o i vostri figli... tagliate gli alberi.

Da un rapporto del 2010 di Charlie Curnow presso Advisor Perspectives:

Tra il 1987 e il 2009, la misura più comune della performance del legname come classe di asset – il National Council of Real Estate Investment Fiduciaries Timberland Index, che segue un ampio bacino di singole proprietà di legname acquisite nel mercato privato solo a scopo di investimento – ha sfoggiato un rendimento annuo composto di oltre il 14%. L'indice S&P 500, per confronto, ha sfornato rendimenti di circa il 9.4% nello stesso periodo.

Inoltre, se si acquista nel posto giusto, si può decidere di convertire la proprietà del legname in un altro uso.

Nel nostro caso, abbiamo pagato più di quanto avremmo dovuto pagare. Ma la posizione era fondamentale. La terra che abbiamo appena acquistato è ad una mezz'ora da Charlottesville... un'incantevole città universitaria.

Ed è a mezz'ora da una sorella e vicino ad un fratello.

Mentre guardiamo avanti a come vivremo nell'ultima parte della nostra vita, pensiamo... forse... che potremmo un piccolo bungalow vicino al resto della famiglia.

Farò giardinaggio e sradicherò le erbacce... mentre Elizabeth indosserà un maglione davanti al focolare.

Facendo saltare i nipoti sulle nostre ginocchia...

... cantando la notte e il giorno...

... e incassando i nostri assegni della previdenza sociale.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 25 marzo 2016

Suggerimenti pratici per evitare il terzo grande botto di questo secolo





di Francesco Simoncelli


Questo blog non è nato per essere una piattaforma di consulenza. In tempi normali la maggior parte delle persone tende a seguire il proprio istinto, sorvolando i consigli che potrebbero arrivare da fonti terze. Il problema emerge quando le cose si fanno serie e all'orizzonte s'addensano nubi insidiose. In questi frangenti la paura tende a soverchiare il giudizio di coloro che vogliono proteggere i propri beni, andando alla ricerca di consigli coi quali ridurre al minimo la propria esposizione ad eventi spiacevoli. Uso la parola ridurre perché è impossibile essere immuni dalle perdite. Diffidate da chiunque vi garantisca un futuro presumibilmente certo costellato da una serie d'investimenti con ritorni da favola. All'inizio può essere così, ma questa è la retorica utilizzata spesso dagli imbonitori sell-side che tendono a scaraventare gli investitori retail nella fase finale di una bolla.

La maggior parte delle persone pensa che giocare d'azzardo nei casinò azionari sia la via più semplice per arrivare ad una ricchezza smisurata. Queste sono le classiche oche da spennare per permettere agli smart money di svignarsela prima che la baracca crolli. Il mercato azionario ha sempre funzionato così. I soldi si fanno sulle perdite dei dumb money. Chi si lancia nel mercato azionario senza sapere perché vuol fare più soldi, è spacciato. È qualcosa che ha fatto notare anche Bill Bonner in uno dei suoi articoli. Lo trovate qui. Perché è importante sapere in anticipo il motivo per cui si vogliono più soldi? Perché non tutti diventano ricchi. Accumulare una grande ricchezza non dipende dalla fortuna. Quelle persone che ci riescono hanno un progetto e una tempistica ben precisi, e soprattutto vanno a soddisfare i desideri delle masse.

Questa è gente ossessionata dal proprio lavoro ed è costretta a prendere enormi rischi. Questo è il motivo per cui su dozzine che falliscono, ce ne sono una manciata che hanno successo. La ricchezza, quindi, non è per tutti. Nessuno si dispera più di tanto se perde un "mercato toro" importante. La maggior parte delle persone si dispera seriamente se incappa in perdite significative. È per questo motivo che chiedono consiglio. Visto che le richieste sono molte, ho deciso di scrivere questo post per tutti coloro che vorranno avere indicazioni su come posizionarsi per proteggersi da contraccolpi funesti scaturenti da mercati mondiali al limite della follia. Sarà un punto di riferimento per il futuro. Non rappresenta, ovviamente, un invito automatico all'azione; sono semplicemente osservazioni di uno scrutatore attento.



LA LENTA MORTE DI UN TORO

È cosa comune ascoltare dai media mainstream una sequela di elogi nei confronti del mercato azionario, soprattutto a seguito di cali improvvisi e inaspettati. Allora al minimo accenno di rimbalzo la maggior parte degli imbonitori e dei commentatori finanziari dichiara finita la turbolenza e invita gli investitori a tornare in massa nei casinò. Diamo un'occhiata alle performance dell'ultimo anno degli indici azionari più rilevanti.







Come possiamo notare dai grafici qui sopra, il trend ribassista aleggiante in ogni mercato azionario mondiale viene ignorato focalizzando l'attenzione sui vari tentativi di rally falliti. In realtà, attraverso i media mainstream la maggior parte delle persone non ha affatto compreso come mai la situazione sia degenerata a tal punto e soprattutto perché proprio ora. Brancola nel buio, affidandosi alle presunte analisi accurate di uno stuolo di statistici al soldo delle agenzie statali e una folla di burocrati nelle istituzioni ufficiali. Inutile sottolineare come questa gente faccia affidamento su modelli matematici obsoleti facenti riferimento alle credenze keynesiani di un'economia inquadrabile dal punto di vista numerico. Più in particolare, fanno riferimento al modello della vasca da bagno teorizzato da James Tobin negli anni '60. In base a questa reliquia barbarica del passato si presume che le varie economie siano compartimenti stagni completamente sigillati e impossibilitati in alcun modo a comunicare tra di loro. Ovvero, gli effetti avversi di una non possono avere effetti avversi sull'altra.

In questo modo è possibile appuntare la banca centrale come rubinetto della vasca in modo che, attraverso uno stimolo monetario, riempia la vasca da bagno di domanda aggregata affinché l'economia in generale raggiunga il suo potenziale di PIL. Dopodiché l'effetto ricchezza si diffonderà in tutto l'ambiente economico permettendo un boom e il raggiungimento del nirvana keynesiano della piena occupazione. Non appena sentite i banchieri centrali parlare a vanvera di "fiacchezza" nel mercato del lavoro, potete star sicuri che le loro tesi si basano fondamentale su questo modello di ragionamento economico. Negli Stati Uniti sono passati 86 mesi prima che la ZIRP fosse interrotta e il risultato è stata una pseudo-ripresa dell'economia, dove la disconnessione tra economia di Main Street e Wall Street s'è fatta più marcata.

Infatti solo quest'ultima ha goduto della manna monetaria elargita dal settore bancario, il quale non ha fatto altro che compiere il compito per cui è stato creato, ovvero, salvaguardare quelle entità protette dal suo cartello: stato e grandi banche commerciali. Al fine di salvare tali entità le banche centrali non si sono accorte d'aver gonfiato la terza bolla più grande di questo secolo: quella nel settore obbligazionario statale. Dopo un timido intervento con il TARP, negli Stati Uniti ad esempio, e con il LTRO, in Europa, le banche centrali sono andate all-in puntando sulla monetizzazione palese del pattume dei vari stati sovrani. Questo ha permesso a questi ultimi non solo di trovare un prestatore di ultima istanza disposto a sovvenzionarlo nonostante i bilanci in bancarotta, ma anche di rimpinguare le grandi banche commerciali di nuova valuta con cui ammorbidire i loro bilanci disastrati. Infatti, a fronte di un stato patrimoniale in continua erosione dal lato degli attivi, la manna monetaria elargita dalle banche centrali è servita loro da collaterale per "ristrutturare" il loro stato patrimoniale.

Dopo aver parcheggiato il nuovo denaro presso le rispettive banche centrali come riserve in eccesso (guadagnanti un interesse), le grandi banche commerciali si sono gettate anima e corpo nel mercato azionario. Per questa gente avere anche un bilancio in pareggio significa lo stesso una perdita, di conseguenza hanno gozzovigliato nei mercati azionari per acquisire asset e mostrare a fine anno un bilancio in positivo. L'effetto ricchezza che le banche centrali speravano di scatenare in questo modo, s'è riversato in alcune realtà della grande impresa sovvenzionando attività artificiale che a loro volta hanno dato vita ad altre attività artificiali. In breve, la nascita della bolla delle patch di scisto, della bolla dei prestiti per automobili, delle bolle nei vari titoli del mercato azionario, ecc., sono il risultato della massiccia e progressiva intrusività della pianificazione monetaria centrale negli ambienti di mercato. L'abbassamento a livelli artificiali dei tassi d'interesse ha creato una gigantesca offerta d'acquisto nei mercati obbligazionari e azionari che ne ha distorto il price discovery. Il risultato è stato un mispricing degli asset e un'errata allocazione delle risorse economiche.

Questa mania ha invaso Main Street solo in parte. I miglioramenti nei dati legati all'occupazione sono principalmente da attribuirsi a lavori "rinati" sulla scia della baldoria di credito facile abilitata dalle banche centrali. Sebbene sia superfluo sottolineare come questi lavori non siano destinati a durare data la fragilità sulla quale si fondano, hanno influito a loro volta sull'ambiente economico circostante permettendo una reflazione della bolla immobiliare. Hedge fund e banche commerciali, sempre presenti alle aste di fallimenti, hanno fatto man bassa d'edifici comprati per quattro soldi e poi, trasformandosi repentinamente in padroni di case, hanno girato queste case in affitto. Non solo, ma è stata creata anche tutta una serie di strumenti finanziari alla cui base c'era la convinzione che gli affitti sarebbero continuati ad essere pagati. Di conseguenza una volta che la recessione colpirà ancora una volta, le prime teste a cadere saranno coloro che hanno goduto indirettamente della mania monetaria scatenata dalle banche centrali.

Quando verranno licenziati poiché le imprese che hanno gozzovigliato col credito facile hanno fondamentalmente arroventato la loro esposizione all'ingegneria finanziaria, non hanno affatto basato la loro crescita su basi solide investendo ad esempio nella R&S. Si sono semplicemente limitate a cavalcare la bolla sequestrando al loro interno risorse umane e di capitale. Capiterà loro ciò che sta attualmente capitando ai campi abbandonati in North Dakota: bancarotta. Ciò indebolirà di nuovo Main Street e la relativa capacità di adempiere ai propri pagamenti. Inutile dire che questo significherà anche il fallimento di quei titoli che sono stati costruiti su questa illusione di prosperità. Una volta che la FED, ad esempio, ha smesso d'inondare il casinò con nuova liquidità e ha assecondato (seppur marginalmente) l'andamento del mercato rialzando lievemente il tasso del denaro nel mercato monetario, ciò non ha dissuaso i grandi pachidermi che si sono abbeverati sino ad ora alla fontana del credito facile.






Una volta che tornano a fallire aziende e gente di Main Street, basta uno schiocco di dita prima che tale effetto si propaghi anche ai cosiddetti TBTF. E ad oggi gli indicatori segnalanti una recessione si stanno intensificando. Pensate ai prestiti per studenti. Pensate ai prestiti per automobili. Il mercato ad alto rendimento sta tornando lentamente ai suoi livelli storici. L'indice riguardante il trasporto delle merci negli USA è sceso del 7% rispetto all'anno scorso. Le esportazioni sono diminuite dell'11%.





Ma la deformazione dell'ambiente economico non riguarda solo gli Stati Uniti, anche la Cina sta dando ulteriore sfoggio di pazzia. Infatti pochi tra i media mainstream hanno fiatato sul casino finanziario che la Cina vorrebbe aggiungere a quello esistente. Ovvero, cartolarizzare cataste di prestiti non performanti e trasformarli in ABS presumibilmente d'alta qualità. Nei mercati di oggi, affamati di rendimenti decenti a causa della ZIRP e della NIRP, questa sarebbe l'ennesima scusa per prolungare un po' di più gli spasmi del "toro morente".

La Cina è un incidente annunciato che non hai mai avuto nulla di stabile o sostenibile, la cui economia è andata avanti a botte di sfogliate di denaro fiat uscite dalla stampante della PBOC e, di conseguenza, a bolle incendiarie in quasi ogni settore industriale. Per non parlare dell'aumento mastodontico del suo debito pubblico del 30X, da $500 miliardi negli anni '90 ai $30,000 miliardi di oggi. Ora però Pechino sta navigando in capacità in eccesso che sta facendo stramazzare al terreno qualsiasi industria sul suolo cinese, soprattutto i loro profitti, creando un circolo vizioso di prestiti non performanti e la necessità d'ulteriore credito per cercare di portare avanti investimenti palesemente improduttivi. E indovinate un po'? Rispetto a gennaio dell'anno scorso i prestiti alle imprese sono aumentati del 73%!

Fortunatamente non sono tutti impazziti in Europa e una voce della ragione ancora s'alza per scaraventare nella pattumiera tutti quegli articoli che finora hanno inneggiato ad un divieto dei contanti e al decollo degli elicotteri monetari. Inutile sottolineare che quella della Germania è l'unica voce della ragione... probabilmente a livello mondiale. Qui da noi, invece, la propaganda a favore dei deficit corre veloce e santifica la volontà dello zio Mario d'aumentare il carico del QE il prossimo mese. Non scordiamoci che in Italia ci sono circa €200 miliardi di prestiti andati a male che verranno trasformati in ABS con la garanzia statale. Sebbene giornali e blog indipendenti abbiano dettagliato le specifiche di questo piano affermando che solo quegli strumenti finanziari con grado di rating più alto verranno garantiti dallo stato, in realtà le cose non stanno così.

Innanzitutto non c'è in cantiere alcuna ristrutturazione delle banche i cui asset verranno garantiti. Finora tutte le regole stabilite per smorzare gli azzardi morali sono state infrante (limiti di debito, limiti di deficit, trattato di Maastricht, ecc.) e i mercati vengono "calmati" solo se si conferma la presenza di garanzie statali. I nuovi strumenti finanziari otterranno il grado d'investimento più alto solo le banche vi rimarranno esposte mediante accordi di riacquisto. Il problema però non sono tanto le banche fallite, quanto un ambiente di mercato pervaso da asset mispriced ed errata allocazione del capitale. Quali prospettive ha l'economia di migliorare e di conseguenza far migliorare i bilanci delle banche, quando le premesse sono queste deformità economiche? Verranno chiamate in causa ulteriori garanzie di stato.

In realtà questo piano non è affatto una strategia per "stimolare" l'economia, bensì un modo per scaraventare nei mercati finanziari ulteriori asset incendiari, fomentando solamente l'azzardo morale per tenere in vita un settore marcio e fatiscente. Non scordiamoci che gli ABS garantiti dallo stato avranno i requisiti per essere comprati anche dalla BCE. Il grado di follia si sta ingigantendo e con esso anche la sensibilità che un evento "insignificante" possa buttare già questo castello di carte.



SCHIVARE I FENDENTI DEL MATADOR

Ma quale può essere uno di questi eventi "insignificanti"? Io credo di saperlo. Uno degli strumenti finanziari più pericolosi al giorno d'oggi sono gli exchange traded funds, o ETF. Questi strumenti, diversamente dai fondi comuni d'investimento, fungono essenzialmente come azioni ma sono stati pensati per la gente comune che ha "più praticità" con i casinò di tutti i giorni. Scommettere con gli ETF equivale esattamente a giocare alla roulette: è possibile farlo per tutto il giorno e i costi d'entrata sono più bassi dei fondi comuni d'investimento. Negli ultimi 10 anni c'è stata letteralmente un'esplosione di questi strumenti, sia nelle negoziazioni che nei settori interessati. Infatti stiamo parlando di un mercato da $450 miliardi nel 2005, mentre ora il suo ammontare è arrivato a $3,000 miliardi.

Non c'è alcuna connessione con la realtà, ma solo il trading del momentum in cui si trova il casinò di Wall Street. Infatti, come abbiamo già visto con Valeant, questi strumenti finanziari speculativi reagiscono positivamente solo in presenza di un mercato toro alimentato dalle stampanti monetarie delle banche centrali. Pensate davvero che in un libero mercato con un price discovery onesto avremmo visto apparire dal nulla 5,500 tipi diversi di queste bombe ad orologeria finanziarie? Ma il settore biotecnologico è solo uno dei settori in cui gli ETF hanno prosperato, c'è anche il settore petrolifero, minerario, bancario, ecc. I giocatori d'azzardo, i robo-trader e i cosiddetti fast money ammassandosi per comprare le azioni sottostanti, hanno fatto sembrare appetibili gli ETF che hanno di conseguenza guadagnato slancio anche agli occhi degli investitori retail.

Ciò può andare avanti finché il denaro quasi-gratis fluisce all'interno dei canyon delle bische clandestine e la mania delle bolle fa credere ai giocatori d'azzardo che il limite alle scommesse non è affatto il cielo. Quando il movimento sottostante al mercato toro chiude i rubinetti, gli sciocchi vengono lasciati col cerino in mano. Lo scorso agosto ne abbiamo avuto un assaggio. Nonostante le azioni alla base degli ETF abbiano subito una breve battuta d'arresto e i prezzi siano calati, gli ETF che le rappresentavano sono calati in modo più drastico, perfino del 40% in più. A questo punto, visto che la FED ha temporaneamente raffreddato la stampante monetaria, sono le banche commerciali che stanno cercando di tappare i buchi.




Infatti gli ETF sono considerati liquidi in base al presupposto che ci sarà sempre qualcuno desideroso d'acquistarli. I problemi sorgono quando non esiste un proverbiale "sciocco più sciocco" e i broker si ritrovano a dover sborsare denaro per coprire le perdite. Il 26 agosto dell'anno scorso sono scattati 1,300 trading halt e la stragrande maggioranza ha riguardato gli ETF. Questo per dire che strumenti finanziari simili non sono altro che scommesse speculative partorite da un mercato drogato da denaro a basso costo, il quale, essendo affamato di rendimenti decenti, ha generato aberrazioni simili ignorando i rischi annessi.

In breve, una volta che si esaurisce il mercato toro, si esaurisce anche la possibilità di trarre profitto da strumenti finanziari come gli ETF. Al presente stiamo entrando in un mercato orso di conseguenza posizionarsi long sugli ETF equivale ad un vero e proprio suicidio. Come evidenziato nei primi quattro grafici di questo articolo, i mercati azionari sperimenteranno diversi dead cat bounce ma la tendenza sarà decisamente al ribasso. E nemmeno il mercato azionario più ampio è il luogo in cui trovarsi al momento, poiché sopravvalutato dopo gli 86 mesi di ZIRP.




Quindi, cosa fare? Se è alle porte una correzione di mercato, cosa farne dei propri risparmi? Se decidete di scegliere i certificati di deposito, gli interessi infimi e le spese di gestione vi mangeranno vivi. Quello che guadagnerete sarà l'equivalente di un cornetto e un caffè al giorno, vedendo progressivamente sparire quei risparmi che hanno necessitato di una vita di sacrifici per essere accumulati. Se decidete di rimanere nel mondo degli ETF, sappiate che la prossima correzione di mercato è possibile che farà uscire aria fritta per $1,000-$1,500 miliardi rispetto ai suddetti $3,000 miliardi. Ma gli ETF, in realtà, rappresenteranno l'epicentro da cui scaturirà la correzione di mercato, anche perché essi rappresentano una bolla dentro altre bolle più grandi. La più grande delle quali è quella nel mercato obbligazionario statale.

Il mio consiglio, quindi, è quello di scommettere su un mercato orso. Nello specifico, scommettere sull'implosione degli ETF. Comprare opzioni put che permettano di scommettere contro gli ETF del settore biotecnologico, bancario, petrolifero, automobilistico, ecc. Sebbene il mercato sia in procinto di vomitare tutto quel pattume tossico che ha inglobato negli ultimi 86 mesi di ZIRP, e possa essere altrettanto saggio abbandonare i casinò azionari e puntare sul denaro contante, c'è un modo per trarre vantaggio da un mercato orso. Le banche centrali si troveranno sempre più a corto di polvere da sparo asciutta con cui contrastare gli effetti avversi ai protetti dal loro cartello, e il "whatever it takes" dello zio Mario altro non è che una promessa basata sulla mancanza di un piano specifico.

Stanno improvvisando. Ma non appena la loro guerra ai risparmiatori porterà la ZIRP a diventare NIRP, le chiacchiere staranno a zero. La popolazione infatti, già punita dall'inesistenza d'interessi sui loro conti, non appena vedrà il segno meno davanti agli interessi sui propri conti e capirà che sarà costretta a pagare la banca per mantenere i soldi in deposito, non ci penserà due volte a prendere torce e forconi. Inutile sottolineare come la riserva frazionaria si rivolterà contro coloro che fino ad oggi vi hanno prosperato e si presumeva la potessero utilizzare per sempre. Non è così, poiché quando si compie l'insano gesto di mandare a zero il costo del denaro nei mercati monetari, non ci si può aspettare altro risultato che una caterva d'eventi inaspettati che inficeranno la trama tessuta da coloro che hanno ingegnerizzato questa pazzia.

L'opzione put, quindi, non è altro che una scommessa contro l'attuale sistema economico/finanziario. Al calare dei mercati, il valore dell'opzione salirà. È una strategia di medio termine, poiché come documentato nei vari post su questo blog un mercato orso è alle porte e il quadro temporale in cui agire è abbastanza ristretto. Gli errori da correggere sono parecchi e volatilità nei mercati azionari sarà molto marcata, quindi shortare non sarà una buona prospettiva e potreste rimanere bruciati. Con le opzioni put, invece, sapete già i costi in cui incapperete e potrete calcolare con maggiore precisione i vostri trade.

Al momento ci sono alcuni titoli massicciamente sopravvalutati, e al loro assurdo picco PE non hanno altra via che andare se non in basso. Di conseguenza scegliere le opzioni put in questo caso rappresenta una scommessa ben precisa contro un determinato titolo di una determinata compagnia. In questo caso non sono consigliati gli ETF invertiti per il modo in cui sono strutturati. Questi ultimi, invece, sono più consigliati se si vuole scommettere su mercati più grandi, come l'S&P 500 ad esempio. Ciononostante le opportunità di guadagno permesse dalle opzioni put, visto che riguardano titoli specifici, sono decisamente più allettanti.



DANNAZIONE E REDENZIONE

Ma la maggior parte degli investitori, soprattutto quelli retail, pensa che un mercato orso sia semplicemente il momento in cui chi vende prima incassa meno perdite. Non si rendono conto come, in realtà, un ribasso può trasformasi in un guadagno per il proprio portfolio. Questo perché abbracciano una visione canonica degli investimenti; lasciano che siano i cosiddetti esperti a gestire i loro risparmi e questo conduce ad un comportamento sbagliato: rifiutare le perdite. Tale atteggiamento conduce ad uno ancor più pericoloso: continuare ad investire finché non si "pareggiano i conti". Realizzare, invece, che si è incappati in una perdita e capirne il perché rappresenta un punto importante nelle strategie d'investimento, in quanto l'investitore capisce d'aver sbagliato e accetta le conseguenze. Quindi si sposta ai margini del campo in attesa di poter giocare il proprio ruolo. Non c'è alcun male a perdere alcuni flash boom, l'importante è azzeccare i mercati toro e contenere le perdite.

Quest'ultimo aspetto, infatti, è uno dei più incompresi al momento perché chi ancora si ostina a credere che la bisca clandestina offrirà nuovi margini di guadagno e crede alla retorica "buy the dips", incapperà in quella che è definita "perdita anticipata". Ovvero, non si accorge di avere per le mani una carta perdente nonostante sia valutata apparentemente molto. Ripongono la loro fiducia nell'unica entità che finora li ha remunerati con guadagni inattesi: la banca centrale. Problema: come abbiamo visto nella sezione iniziale di questo articolo, le banche centrali sono a corto di polvere da sparo asciutta. Stanno iniziando a sparare a salve.

Ma Wall Street deve vendere i suoi prodotti. Quindi ascolterete che è sempre il momento per acquistare. Che il mercato salirà sempre. Che le battute d'arresto sono temporanee e i rimbalzi saranno sempre più corposi. In pratica, per questa gente non esiste un rischio di ribassi e mercati orsi. Presumono che la FED e le altre banche centrali li abbiano aboliti con gli 86 mesi di ZIRP. Come ho spiegato la volta scorsa, le cose non stanno così. Le banche centrali e i sicofanti nelle bische clandestine non ne hanno azzeccata una sin dal 2008. Questo perché le banche centrali sono sostanzialmente diventate i market maker, distorcendo rischi e rendimenti. Non è un caso se la repressione finanziaria ha permesso anche ai titoli spazzatura di diventare fortemente appetibili.




Queste distorsioni hanno permesso a società tutt'altro che sostenibili in un ambiente di libero mercato, di prosperare a scapito di controparti concorrenzialmente superiori. La bolla dell'olio di scisto ne è un esempio. La maggior parte delle società nate per cavalcare i prezzi del petrolio a $100, hanno finanziato le loro spedizioni con credito facile. All'inizio le cose sembravano andar bene, però poi non appena il mercato s'è saturato di offerta in eccesso, il prezzo è colato a picco. E con esso sono aumentati i campi di trivellazione deserti, le attività in bancarotta nate in concomitanza con tale boom, i licenziamenti, l'inattività delle macchine gialle, i tassi delle obbligazioni spazzatura, ecc.

Nessuno l'ha visto arrivare. Addirittura s'era diffuso il mito, tra i sostenitori della MMT, che la banca del North Dakota fosse un modello bancario da seguire. Le illusioni della riserva frazionaria e del credito facile sono potenti, ma durano solo nel breve periodo. La cosa importante è solo una: ammettere d'aver sbagliato. Riconoscere, quindi, che l'ambiente economico che finora si credeva funzionasse in un certo modo, in realtà funziona diversamente. Che forse è giunto il momento di sfidare uno dei grandi miti di Wall Street: "Don't fight the FED." Cambiare il proprio punto di vista rappresenta un grande atto di volontà che pochi riescono a compiere. Molti s'arroccano nelle proprie convinzioni sino all'ultimo per non ammettere d'aver speso una vita a credere in qualcosa di profondamente sbagliato. L'umiltà d'ammettere d'aver sbagliato è un passo importante verso la redenzione.

Significa ammettere la propria responsabilità per gli errori commessi, una virtù rara di questi tempi. Significa essere pronti ad ascoltare versioni alternative rispetto a quelle che corrono sulle testate giornalistiche o che vengono sponsorizzate dallo zombie-box. È fondamentalmente per questo motivo che ho voluto comporre questo articolo, poiché sto notando una certa apertura nei confronti della Scuola Austriaca. Poiché anche chi credeva fermamente nelle doti di presunta onniscienza in possesso dei pianificatori monetari centrali, pian piano si sta ricredendo. Cercano una versione alternativa a quella offerta loro dai canali ufficiali. Perché? Perché stanno perdendo la fiducia nei cosiddetti canali ufficiali. Laureati, tecnici e compagnia cantante non stanno offrendo la redenzione, stanno offrendo una maggiore dannazione promulgando in coro il mantra keynesiano della salvezza attraverso lo stato.

Non sta funzionando. Diventeranno lo zimbello della professione economica. La gente comune ha finora accettato il loro presunto rimedio ai mali dell'economia: più della stessa cosa. L'ha accettato in base ad una promessa di ripresa economica. Non abbiamo avuto nulla di tutto ciò. E all'aumentare del dolore economico dovuto alla mancata correzione degli errori precedenti, aumenterà il grado in cui la gente comune si stamperà in testa l'incapacità di queste figure accademiche e burocratiche. Le loro stupidaggini li marchieranno a vita. Il Canada è l'esempio lampante.



CONCLUSIONE

Questo articolo è stato ideato per tutti coloro che, trovandosi in una situazione mai sperimentata prima d'ora, hanno bisogno di alcuni consigli per proteggere in qualche modo i risparmi di una vita. La parte teorica, fornita per diradare le nebbie della confusione emerse a seguito dello sgretolamento del credo keynesiano, viene unita ad una parte pratica per avere un quadro quanto più chiaro di quello che il futuro potrebbe avere in serbo per noi. E non è un'esagerazione affermare che il credo keynsiano stia cadendo a pezzi. Un buon esempio è il mercato dell'oro. Pensate al consiglio che di recente Goldman Sachs ha dato agli investitori: vendere. Ora pensate alle performance dell'oro: prezzi ai massimi da 13 mesi a questa parte, mentre tutte le altre materie prime sono in profondo rosso e le banche centrali del mondo stanno entrando nelle lande desolate dei tassi d'interesse negativi. (A proposito, ogni portfolio dovrebbe avere al suo interno un'allocazione minima del 10% in oro fisico.)

Su queste pagine, inoltre, trovate anche dei consigli riguardanti il sostegno del proprio reddito in un ambiente economico che si sta dirigendo verso una recessione. Potete consultarli nella sezione legata al tag "downshifting": http://francescosimoncelli.blogspot.it/search/label/downshifting

Fornisco questi consigli, quindi, perché ritengo non solo di poter dare una mano ai lettori che seguono il mio lavoro e solidificare il rapporto con la mia base di pubblico, ma anche perché se saranno soddisfatti e troveranno preziosi consigli, spero contribuiranno a sostenere materialmente l'opera di divulgazione che li ha aiutati.


giovedì 17 dicembre 2015

Una semplice ricetta per vivere meglio (non per tutti)...





di Bill Bonner


SUL MAR IONIO – Abbiamo viaggiato ​​da Palermo ad Agrigento, da lì fino a Siracusa e infine a Catania. Questa è stata una rapida visita in Sicilia, non abbastanza per imparare molto.

La Sicilia è complessa. Bisogna dedicarvi tempo. Se ne avessimo di più, avremmo affittato un appartamento e l'avremmo conosciuta meglio.

Ma ora siamo su una nave, diretti verso l'isola greca di Santorini.

Stiamo seguendo il percorso usato 2,800 anni fa dai coloni greci che nel VIII secolo a.C. colonizzarono la Sicilia.

Stabilirono un avamposto a Siracusa e conquistarono tutta l'isola. Qualche decennio più tardi, stavano ancora combattendo contro i Cartaginesi. Poi, nel 264 a.C., furono i Romani che provarono a prendere il sopravvento.

Fu una lunga battaglia di cinquant'anni quella contro i Romani, la quale diede i natali ad uno dei più grandi geni del periodo classico – Archimede.

Una fortezza di pietra si staglia sul bordo dell'Isola d'Ortigia, a guardia dell'ingresso del porto di Siracusa.

Per prendere la città, i Romani dovettero attaccare suddetta fortezza, al cui interno c'era anche Archimede. Non fu facile, perché Archimede inventò nuove macchine – come "l'artiglio" e il "raggio di calore".

"L'artiglio" era montato su una gru gigante. Il suo raggio d'azione andava oltre le mura della fortezza e sballottava le navi romane che finivano lungo gli scogli.

Il "raggio di calore" consisteva in una serie di specchi che concentravano i raggi del sole sulle vele delle navi romane incendiandole.

Test recenti hanno avuto difficoltà a riprodurre i risultati di Archimede, facendoci pensare che le voci sul suo genio non erano affatto esagerate.

Nonostante le invenzioni di Archimede, i siracusani persero la battaglia dopo un assedio di due anni. Secondo la leggenda, Archimede era talmente preso dai suoi pensieri, a riflettere sul significato dei cerchi, che non s'accorse del soldato romano che avanzava per ucciderlo.

La Sicilia è stracolma di eventi storici. Forse fino alla preistoria. Se ne avessimo l'occasione, ci prenderemmo il tempo necessario per scavare più in profondità.

Le case sono a buon mercato nei paesi di montagna della Sicilia. Anche cibo e vino sono a buon mercato – e abbondanti.

Ci siamo chiesti come si possa vivere meglio con soli $500 al mese. E la nostra breve périple in Sicilia ci ha ricordato di come il gusto e lo stile facciano una bella figura su quello che è "meglio".

Un appartamento nella città di Piazza Armerina, dove si può cenare sulla piazza... sentire le campane di S. Anna... e scoprire la cultura siciliana, la storia, e l'esclusivo dialetto siciliano – sarebbe meglio di un camper in un parcheggio Walmart?

Dipende.

Il nostro obiettivo è quello di vivere meglio. Un modo ovvio per vivere meglio è quello di vivere in un posto migliore e mangiare meglio.

Naturalmente "posto migliore" può significare cose diverse per persone diverse. Alcuni vorranno vivere vicino al mare; altri vorranno vivere in montagna. Alcuni possono favorire la periferia; altri preferiranno la vita della città.

De gustibus non disputandum est, come dicevano i romani. Non si può discutere sui gusti.

Ma un'idea sembra semplice e facile. Almeno per noi.

In teoria è possibile acquistare piccole aziende agricole in molte parti degli Stati Uniti per soli $30,000.

Stando così le cose, ne potremmo comprare una se risparmiassimo $500 al mese per cinque anni. O con un finanziamento al 5% – si tratta solo di circa $150 al mese.

Ma quando abbiamo cercato di trovare qualcosa di simile a tal prezzo in West Virginia, non abbiamo trovato quasi nulla d'interessante. La maggior parte di quello che ritenevamo interessante costava circa $150,000.

Quindi o abbiamo capitale già a disposizione... o quest'idea non funzionerà. Anche se risparmiassimo $500 al mese per cinque anni e li usassimo per un acconto, presumendo che potremmo ottenere qualcosa per $130,000, ci ritroveremmo con un mutuo da $100,000. Troppo per un budget da $500 al mese.

Ma se si può cambiare il tipo d'acquisto, allora avremmo per le mani un ambiente che sarebbe possibile da controllare.

Molte delle piccole aziende agricole che troverete sono isolate. Molte sono circondate da bellezze naturali. Molte hanno vecchie case coloniche che possono essere aggiustate fino a soddisfare i vostri gusti.

Metteteci un forno a legna e un caminetto per il riscaldamento. Costruite una serra per il calore e il cibo. Create un giardino. Create un frutteto. Assicuratevi d'avere una connessione Internet e d'imparare a conservare gli alimenti: inscatolamento, essiccamento e congelamento. Allevate un maiale. Allevate una mucca. Le api. I conigli. I polli. Acquistate un vecchio camioncino.

Vi verranno i calli. Ma possono essere considerati calli felici – quelli che vi vengono quando fate le cose che vi piace fare.

Le tasse sulla proprietà delle piccole fattorie vanno dai $300 ai $500 l'anno. Alcune sono dotate di gas naturale gratuito. Quasi tutte hanno il legname. I vostri costi di cibo ed utenze potrebbero scendere quasi a zero.

La qualità della vita salirebbe? O scenderebbe?

Nella nostra immaginazione, potrebbe fare un grande salto verso l'alto. Niente più aerei da prendere. Non più Terminus Nord a Parigi. E potete dire addio all'Hotel Charlotte Street a Londra.

Oh, e le navi da crociera nel Mediterraneo?

Niente da fare.

In cambio otterremo una vita di lavoro tranquillo e di serafica routine. Come Diocleziano, che abbandonò il potere a Roma per coltivare i cavoli a Spalato, potremmo farci un pensierino.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


giovedì 10 dicembre 2015

Siete pronti per il “proibizionismo finanziario”?





di Bill Bonner


ROMA – Che cosa stiamo facendo a Roma?

Ve lo racconteremo la prossima volta. In questo modo avremo tempo per capirlo...

Nel frattempo ricordate: il contante è vostro amico. Quest'anno è stata una delle migliori classe di asset.

E' anche – di gran lunga – la più sicura.

Anche l'investitore miliardario Carl Icahn sta esortando gli investitori a prestare un occhio di riguardo al denaro contante. Sebbene un giorno ci deluderà, probabilmente non sarà oggi o domani...

Ma alle autorità non piacciono i contanti...

Come abbiamo già detto su queste pagine, il denaro contante è l'anatema dei federali. Il loro è quasi diventato un credo religioso. Come l'atteggiamento della Lega della Temperanza nei confronti dell'alcol, i federali hanno paura che il denaro sia una tentazione perniciosa, che possa portare al peccato e alla sofferenza.

La gente ha una "propensione al risparmio", dicono. Questa, secondo loro, è la causa di tutti i mali sociali – dalla povertà alla disoccupazione.

Fortunatamente i federali sono qui per proteggerci. Combattono questa debolezza del carattere umano con una serie di misure.

La ZIRP, per esempio.

"Potete risparmiare i vostri soldi", dicono i federali, "ma non ci guadagnerete nulla; e al netto dell'inflazione avrete meno di quanto avete messo all'inizio."

E' come la birra analcolica: potete berne quanta ne volete senza mai ubriacarvi.

C'è anche il quantitative easing. Offre l'opportunità di una sbronza ancor più forte.

Il proibizionismo allontana i bevitori dai bar onesti e dalle libagioni sicure. Devono recarsi da spacciatori illeciti se vogliono un liquore. Spesso queste attività sono gestite dai mafiosi. E gran parte dell'alcol consumato è pericoloso.

Ora i federali stanno conducendo gli investitori verso azioni speculative – spesso gestite da clientelisti sconsiderati – e verso il pericoloso debito "ad alto rendimento" (ovvero, spazzatura). Gli investitori si ritroveranno a dover sopportare una sbornia terribile, ma almeno non diventeranno ciechi.

Quando tali sistemi non riescono a placare la sete di denaro, i federali ricorrono a misure più drastiche. Dopo tutto, se si può distillare alcol illegalmente, per l'ingegneria sociale e finanziaria non esistono limiti.

Quando durante la prossima crisi finanziaria inizieranno a formarsi le gocce di sudore sulle sopracciglia dei pianificatori centrali, uno dei loro primi inviti sarà quello di rivolgersi al professore d'economia di Harvard, Ken Rogoff.

"Allora, Ken, come funziona il divieto dei contanti?", chiederanno.

Rogoff ha fatto un buon lavoro, insieme al suo collega di Harvard, Carmen Reinhart, nel libro This Time Is Different: Eight Centuries of Financial Folly. Hanno dimostrato che nel corso della storia gli alti livelli di debito sono andati di pari passo con una bassa crescita economica.

Vorremmo aggiungere che il debito in percentuale del PIL ha l'abitudine di crescere sempre più velocemente – fino a quando il tutto non esplode.

Ma come quasi tutti gli economisti moderni, Rogoff ha poco amor fati. Questa era la frase di Nietzsche con cui suggeriva di lasciare che la natura facesse il suo corso. Invece di rilassarsi e godersi lo spettacolo, Rogoff si propone di riscrivere il copione.

Ha una soluzione! Ma non quella ovvia – ovvero, lasciare che il mercato risolva i problemi. Invece vuole bandire il denaro contante.

E' vero che il mercato molto probabilmente gestirà le cose in modo duro. Corregge gli errori insegnando agli investitori una lezione. In un modo o nell'altro, comunque, risolve la situazione – rapidamente e nel modo più indolore possibile.

L'obiettivo di ogni pianificatore centrale, politico, clientelista ed economista, è quello di fermarlo.

Rogoff, per esempio, vuole bandire i contanti per imporre "tassi d'interesse negativi" ai titolari di conti bancari.

I tassi d'interesse negativi sono una tassa sul risparmio. Senza il denaro contante, le vostre risorse monetarie rimarrebbero intrappolate nei conti bancari, dove gli stati possono facilmente imporre tassi d'interesse negativi.

Non è necessario alcun voto del Congresso... niente pressioni lobbystiche... niente mercanteggiamenti... niente stanze piene di fumo – nessun disordine della moderna pseudo-democrazia.

Invece i dottorati di ricerca calvi e con la barba grigia, incorporeranno questa normativa nella regolamentazione bancaria. Come un attacco drone su un sospetto terrorista, non saranno fatte domande!

Nel frattempo continuiamo a chiederci quello che serve per vivere con $500 al mese.

Ricordate, il nostro obiettivo è quello di vivere meglio. Non siamo sicuri che un camper usato e fermo in un parcheggio di Walmart ci possa portare dove vogliamo andare.

Quindi, diamo un'occhiata ad alcune alternative.

Nostro figlio Will ha condotto un'indagine sulle case container. Si possono acquistare per un minimo di $1,500. Sono spaziose. Sono resistenti. Possono essere attrezzate in qualsiasi modo si voglia, o quasi. E possono essere montate facilmente quasi ovunque.

Dal sito ContainerHomePlans.org otteniamo le seguenti informazioni:

Ce ne sono circa 17 milioni in tutto il mondo in questo momento, e circa 6 milioni attualmente in uso; questo significa che ci sono letteralmente milioni di queste case container che non sono in uso e che possono essere poste ad un migliore utilizzo.

Trasformare i container in case è uno degli approcci più eco-sostenibili, in quanto si evita il processo ad alta intensità energetica di fusione dell'acciaio per riciclarli.

Innanzitutto, non sono suscettibili alle carie del legno e ad altre infezioni fungine. In secondo luogo, il legno è predisposto a modellarsi, mentre l'acciaio no.

Infine, le perdite d'acqua sono molto più comuni nelle case di legno rispetto alle coperture d'acciaio nelle case container.

Le case container costano poco e sono flessibili, dicono i loro sostenitori. Coloro che le hanno provate dicono d'averle trasformate in case complete per meno di $20,000.

Se – se – siete in grado di finanziarla... al 5%... pagherete circa $100 al mese.

Ma aspettate, dovete metterla da qualche parte.

Hmm... che ne dite di questo?

Forse potreste posizionare una casa container sulla terra di qualcun altro. Vivrete lì, ma quando morirete o la lascerete, essa diventerà di proprietà di colui/colei in possesso del terreno.

Le case container non sono MEGLIO delle case regolari?

Ricordate, questo è il nostro obiettivo: vivere meglio con meno.

E c'è dell'altro…

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


martedì 8 dicembre 2015

Come vivere con $500 al mese





di Bill Bonner


PARIGI – La scorsa notte abbiamo preso da Londra il treno Eurostar per tornare a Parigi.

Nel nostro scompartimento c'era un gruppo di uomini d'affari cinesi.

Bevevano, ridevano... erano un po' rozzi per gli standard europei, ma se la stavano godendo.

Mentre eravamo a Londra, i tassisti stavano protestando contro qualcosa – supponiamo contro Uber. Devono essere passati una dozzina di tassisti prima che qualcuno si fermasse a prenderci alla stazione ferroviaria di St. Pancras.

Arrivando alla Gare du Nord, temevamo qualcosa di simile.

Non siamo particolarmente ansiosi d'unirci ad una fila di persone. E non lo eravamo nemmeno quando dovevamo aspettare il taxi. Così siamo andati a piedi per cenare presso il famoso Terminus Nord.

E' stata una buona scelta. La vecchia brasserie è una delle migliori in città – vivace, luminosa, con un buon servizio e buon cibo.

E una volta finita la nostra cena – ostriche seguite da filetto d'anatra – c'erano un sacco di taxi e poche persone in attesa.

Abitiamo a Parigi e abbiamo un'attività a Londra. Abbiamo fatto questo viaggio ogni settimana per più di cinque anni.

Ma quattro anni fa ci siamo lasciati dietro il tragitto Parigi-Londra. Come direbbe T.S. Eliot, siamo tornati al luogo in cui abbiamo cominciato e ci sembrava come se fosse la prima volta.

Questa mattina ci siamo seduti di nuovo al Café Poussin, a leggere il Financial Times.

Ieri abbiamo notato che quasi tutte le firme sul "giornale rosa" dicevano idiozie. Ci sentiamo sfiduciati nel dirlo. Ma sembra che una notte di sonno non abbia cambiato le cose.

In prima pagina, apprendiamo che "l'FBI cerca d'assumere degli adolescenti come investigatori informatici..."

Dobbiamo assolutamente leggere oltre. E' un programma destinato a fallire.

La personalità degli adolescenti è ancora informe. Mentre si evolverà, incontreranno sesso, droga e repubblicani. Saranno inevitabilmente portati a vivere una vita di criminalità o onestà – entrambe osteggiate dai federali.

A pagina due, scopriamo che la Banca Centrale Europea non ha imparato nulla nel corso dell'ultimo quarto di secolo.

"La deflazione aumenta la prospettiva di un maggiore quantitative easing", dice il titolo.

Non hanno seguito quello che è successo in Giappone?

Apparentemente no. I giapponesi hanno combattuto la deflazione per 25 anni – con il quantitative easing, la ZIRP e altri sproloqui. E oggi in Giappone a che livello sono i prezzi al consumo?

In calo! Il QE non aumenta l'inflazione per Main Street. Ma questo non lo rende impopolare... soprattutto tra i banchieri e i clientelisti di Wall Street che beneficiano dell'aumento dei prezzi degli asset.

E poi scopriamo che Christine Lagarde è la protagonista della pagina quattro. Il capo dell'FMI è probabilmente un buon burocrate. Probabilmente è anche un buon avvocato e una buona compagna di bevute. Peccato che non sappia nulla d'economia.

Ieri ha detto al mondo che "il rapido calo dei prezzi delle materie prime sta creando problemi alle economie basate su tali risorse."

La folla dev'essere rimasta in silenzio, chiedendosi se fosse riuscita a proferire qualcosa di ancor più evidente, ovvio e banale.

Ha parlato inoltre di "volatilità" e "rallentamento della crescita." Dopo un'ora e mezza di discorso a Washington, non è riuscita a presentare una sola scintilla d'idea sensata o informazione degna d'essere riferita.

Una delle storie più incredibili non l'abbiamo trovata sul FT, ma sul Global Mining Observer (GMO).

La fonte ci dice che gli insider presso il gigante anglo-svizzero Glencore, stanno progettando di disarcionare gli azionisti ingenui.

Questo è un perfetto esempio del perché Wall Street non è un posto per investitori innocenti.

Nel maggio 2011 i clientelisti di Glencore hanno quotato in borsa la società a $59 miliardi... l'hanno caricata di debiti... e hanno utilizzato il denaro per ricoprirsi d'enormi bonus, dividendi, tasse, opzioni.

Secondo GMO, dopo aver pasteggiato alla grande, ora stanno programmando di scaricare la carcassa.

"Quello è un colossale cuore nero pieno d'imbrogli", ha detto il collega Dan Denning nel nostro ufficio di Londra. Questo verrà ricordato come uno dei più grandi "schemi pompa e sgonfia di sempre."

Il prezzo delle azioni di Glencore è ora a circa $136 – un calo vertiginoso rispetto ai $790 dopo la IPO del 2011.

Nel frattempo continuiamo a ricevere e-mail da quei lettori che hanno subito ammaccature – o incidenti gravi – lungo la strada finanziaria della vita.

Più di ogni altro fattore, sembra che sia il divorzio a lasciare i segni più profondi. Ora i lettori ci segnalano che sono in prossimità dell'età pensionabile... e a corto di risorse.

Che cosa dovrebbero fare?

Ironia della sorte colui che sta scrivendo non è un uomo povero, anzi.

Che esperienza ha, quindi, in questo settore?

Ma ricorda con affetto la povertà della sua giovinezza. Ed usa la sua immaginazione per pensare a come avrebbe potuto finire in miseria.

E ha posto la questione al suo team di ricercatori: è possibile sopravvivere con $500 al mese? Cosa fareste?

Prendiamo $500 come punto di partenza. La maggior parte dei lettori che abbiamo sentito fa fatica a vivere con circa $1,000 al mese.

Cercheremo di vivere con $500... e di risparmiare i restanti $500. In cinque anni avremo $30,000 (il cui significato diverrà chiaro nelle prossime pubblicazioni).

Il nostro ricercatore Nick Rokke ha risposto rapidamente:

Ecco cosa ho trovato. Non c'è nulla di consueto. Ma si potrebbe fare...

Negli Stati Uniti è impossibile vivere con $500 al mese nel ​​modo in cui siamo abituati a vivere. Dimenticatevi di affittare una casa o un appartamento. Anche se si ha un co-inquilino in un appartamento con una camera da letto, paghereste in media $385. Insieme ad un piano di telefonia mobile da $71, vi rimarrebbero solo $44 per il cibo.

Un'alternativa molto più conveniente è quella d'acquistare un camper usato. Ho trovato un Fourwinds Windsport del 1998 a $14,500. È possibile finanziarlo oltre i 12 anni al 5% d'interesse, per un pagamento mensile di $135. L'assicurazione ammonterebbe ad un minimo di $65 al mese.

Spese per l'alloggio = $200 al mese.

Un posto per un camper può far sforare i $200 al mese. Ma alcuni negozi Walmart permettono di parcheggiare i camper nei loro parcheggi gratuitamente. Pensano in questo modo di poter acquisire dei clienti a vita.

Diventando clienti fissi di Walmart, potreste acquistare ad uno sconto cibi che hanno superato la data di scadenza. Limitando le spese per il cibo, riuscireste a nutrirvi con $150 al mese. Includete un multivitaminico se siete preoccupati per la malnutrizione.

Spese totali per vitto e alloggio = $350 al mese.

Avrete bisogno di una bicicletta per andare in giro. Non potete prendere il vostro camper. Questa sarà importante per fare commissioni o fare visita ad amici. E per utilizzare un bagno diverso in modo da evitare gli sguardi irriverenti dei dipendenti Walmart.

Ho trovato online una bici usata a $1.

Altre spese:


  • $50 al mese per manutenzione camper e bici
  • $25 al mese per la benzina
  • $10 per l'abbonamento ad una palestra (dovete farvi la doccia da qualche parte)
  • $10 per un telefono prepagato
  • $0 per Internet – andate in biblioteca o in altre aree pubbliche... o utilizzate i servizi come Skype per le chiamate
  • $10 per le batterie (illuminare le cose nel vostro camper)
  • $10 per il sapone e articoli da toeletta
  • $35 spese varie

Totale = $500

Dopodomani – case container... carri degli zingari... e altro! Ci sono pochi ristoranti presso il Terminus Nord per questi bilanci. Ma stiamo facendo progressi.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/