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giovedì 27 maggio 2021

Il Trono di Spade ci mostra come il potere trasforma gli eroi in mostri

 

 

di Brittany Hunter

*Questo articolo contiene spoiler sull'ottava stagione del Trono di Spade.*

Se c'è una cosa su cui il Trono di Spade ha brillato durante le sue otto stagioni, è stata la dimostrazione di come sia velenosa la ricerca del potere, sia per chi lo insegue che per chiunque si metta sulla sua strada.

Nell'episodio più recente, il penultimo dell'intera serie, la storia si tuffa ancora più a fondo in questo tema rispetto al passato, ricordandoci quanto sia orribile quando i civili diventano pedine in un gioco sanguinoso a cui non hanno mai chiesto di giocare. E sfortunatamente, quando si tratta di guerra, le vittime civili sono quasi sempre inevitabili e a volte sono addirittura intenzionali e strategiche.

Sebbene il telefilm sia un'opera di finzione, il sacrificio insensato delle vite dei civili per la conquista militare è una trama troppo comune in tutta la nostra storia umana. E proprio come le azioni di Daenerys hanno disgustato i telespettatori, dovrebbero disgustarci allo stesso modo i massacri bellici nel mondo reale che si traducono in innumerevoli morti di innocenti.


Dany passa al lato oscuro

Per gran parte della serie Daenerys Targaryen (Dany) è stata una protagonista amata che ha cercato di rompere le catene della schiavitù e liberare tutti coloro che erano stati tenuti prigionieri sotto un dominio dispotico. Anche quando ha fatto ricorso ad atti orribili, come bruciare viva la gente per non essersi "inginocchiata", gli spettatori erano disposti a guardare oltre le sue azioni perché sembrava sempre avere una ragione giustificabile per fare ciò che faceva. Se paragonata a Cersei Lannister, che usava abitualmente gli altri per perseguire i propri scopi, le azioni di Dany sembravano abbastanza mansuete e persino necessarie nella lotta contro il male.

Eppure ha attraversato il punto di non ritorno nel penultimo episodio dell'ottava serie, quando ha completato la sua discesa nella malvagità. Sebbene Daenerys si fosse scatenata per tutta la stagione, non si era mai abbassata al livello di Cersei, che ha dimostrato in diverse occasioni di non avere scrupoli a uccidere masse di innocenti se ciò avesse aiutato lei (o suo figlio) a tenere il Trono.

Tutto questo è cambiato quando Dany ha usato il suo drago per bruciare e distruggere la città di Approdo del Re. Mentre in precedenza Daenerys aveva sconfitto tiranni ed i loro eserciti, in questo episodio ha fatto una scelta deliberata per uccidere indiscriminatamente, falciando migliaia di civili e affermando che lei non era più l'eroina di questa storia. Uccidere gli innocenti, dopo tutto, è qualcosa che viene fatto dai "cattivi", non dalla Distruttrice di Catene.

Per la maggior parte dell'episodio gli spettatori hanno guardato con orrore mentre donne, bambini e altri innocenti venivano carbonizzati vivi da Daenerys e dal suo drago, Drogon. A peggiorare le cose, il massacro è avvenuto dopo che l'esercito di Approdo del Re aveva ammesso la sconfitta e si era arreso. Ma questa volta inginocchiarsi non era abbastanza per la Regina dei Draghi, che invece cercava di assicurarsi che tutti pagassero per le perdite che aveva subito, in particolare la morte di due dei suoi draghi e la sua più stretta confidente, Missandei. E, come fanno i governanti ubriachi di potere, ha anche cercato di instillare la paura nei cuori della sua stessa gente, che ora sapevano cosa avrebbero affrontato semmai le avessero disubbidito. E, peggio di tutto, sembrava persino divertirsi ad incendiare la città.

C'è qualcosa di intrinsecamente malvagio nel bruciare viva una folla di persone innocenti. Nel mondo reale tendiamo a disprezzare particolarmente atti simili di terrorismo, proprio perché sono profondamente vili. Le guerre sono abbastanza deleterie da sole, ma mentre gli eserciti decidono volontariamente di rischiare la vita, i civili, persi nella nebbia della guerra, ne sono estranei.

Dal comfort dei nostri divani è facile capire quanto siano sbagliate le azioni di Daenerys. Tuttavia, quando si tratta della nostra politica estera, molti di noi avallano un male simile solo perché commesso per mano del nostro governo.


Danni collaterali

Gli attacchi che hanno avuto luogo l'11 settembre 2001 hanno cambiato per sempre la psiche americana. Mentre avevamo sentito parlare di attacchi su larga scala commessi contro civili innocenti in terre lontane, tali tragedie non si erano mai verificate sui nostri lidi, almeno non in modo così drammatico. Scioccati e devastati dalle perdite, molti sono diventati ossessionati dal cercare giustizia e punire coloro che si riteneva fossero responsabili degli attacchi. Sfortunatamente molti non hanno sempre cercato giustizia nei posti giusti.

Mentre non c'era alcuna prova che l'Iraq avesse avuto un ruolo in questi attacchi, è diventato un obiettivo facile da incolpare. E una volta che si sparse la voce che il Paese avesse costruito armi di distruzione di massa, l'Iraq è stato trattato alla stregua dei talebani in Afghanistan.

Il 12 luglio 2007, quattro anni dopo la guerra in Iraq, due elicotteri Apache americani andarono all'attacco durante l'insurrezione irachena a New Baghdad. Questi attacchi erano drammaticamente simili ad altri che si erano verificati durante tale periodo, ma nel 2010 il Paese rimase scioccato quando il soldato dell'esercito americano Chelsea (allora Bradley) Manning fece trapelare immagini di suddetto attacco aereo, dimostrando che gli Apache non avevano fatto alcuno sforzo per discernere tra insorti e civili innocenti. A peggiorare le cose, quelli che premettero il grilletto ridevano di coloro che stavano uccidendo.

Sfortunatamente questa non era la prima volta che gli Stati Uniti commettevano uccisioni di massa di civili innocenti durante periodi di guerra. Il massacro di Mai Lai durante la guerra del Vietnam, per esempio, è un altro orribile esempio di come la guerra e il potere avessero portato l'esercito americano ad infliggere indicibili violenze a coloro che erano nati nel Paese "sbagliato".

Prendere una vita umana non è mai una cosa da fare alla leggera, anche in situazioni in cui la difesa è più che giustificata. E adottare un atteggiamento così disinvolto nei confronti della distruzione della vita umana è ciò che separa il selvaggio dal civile.

Eppure, piuttosto che denunciare e condannare queste azioni, il governo degli Stati Uniti ha definito queste morti "danni collaterali", "incidenti". Se visti come errori, piuttosto che uccisioni intenzionali, tali morti potrebbero non sembrare abbastanza gravi come le azioni commesse da Daenerys, ma come afferma Dan Sanchez, è difficile credere che le vittime siano danni collaterali o "incidenti":

La premessa in sé è molto discutibile: anche le forze armate occidentali considerano un valore strategico l'effetto demoralizzante delle vittime civili.

In secondo luogo, è un menzognero abuso della semantica definire "accidentali" tali morti. Quando si prende una dose di medicinali conoscendone gli effetti collaterali, non si può dire che ci si sente male "per caso". Lo stesso si può dire per le vittime civili in un bombardamento su un'area densamente popolata. Qualunque siano gli obiettivi principali, i bombardieri sanno bene che i civili moriranno a causa delle loro azioni, e quindi quelle morti non possono essere definite "accidentali".

La guerra è sinonimo di morte e quando si inizia una guerra, bisogna aspettarsi che le persone, sia colpevoli che innocenti, moriranno. Di conseguenza innumerevoli altri soffriranno immensamente.

[...] la guerra comporta sempre aggressività. Il termine "guerra" non viene quasi mai usato per descrivere la ricerca selettiva di giustizia rivolta ad individui specifici. Le guerre rendono tutti delle vittime, intere popolazioni, solo per la voglia di conquista.

Quindi la guerra comporta sempre il massacro di civili innocenti (così come molte violenze arbitrarie inflitte a soldati e funzionari).


Il potere corrompe e il potere assoluto corrompe in modo assoluto

Friedrich Nietzsche scrisse:

Chi combatte i mostri dovrebbe fare in modo che nel processo non diventi un mostro. E se guardate abbastanza a lungo in un abisso, l'abisso vi guarderà dentro.

Non importa quanto possa sembrare valida una causa, distruggere vite umane nella ricerca del potere trasforma quasi sempre le persone in mostri.

È facile capirlo quando guardiamo battaglie fittizie su uno schermo, tuttavia quando si tratta di coinvolgimenti stranieri del nostro Paese, molti sono a proprio agio nel giustificare la perdita delle vite di innocenti come una sfortunata ma necessaria realtà della guerra.

Il Trono di Spade potrebbe essere nient'altro che una storia di fantasia partorita dalle menti di George R.R. Martin e dagli scrittori della HBO, ma è riuscita ad incapsulare perfettamente gli aspetti minacciosi della guerra perpetua. Mentre la serie volge al termine, riflettiamo sull'importanza del telefilm, non solo come icona culturale moderna, ma come promemoria di quanto la guerra e la ricerca del potere siano atroci.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


lunedì 18 marzo 2019

Perché il lungo regno di Facebook è destinato a finire





di Brittany Hunter


Negli ultimi anni Facebook è passato dal facilitare il libero flusso di informazioni ad inibirlo attraverso censure incrementali e purghe di account. Ciò che è iniziato con il bando di Alex Jones la scorsa estate ha subito un'escalation con l'espulsione di centinaia di pagine, ciascuna di natura politica. E poiché sempre più persone diffidano delle motivazioni della piattaforma, una cosa è assolutamente certa: abbiamo bisogno di una maggiore competizione di mercato nel regno dei social media.

Facebook potrebbe sembrare troppo grande per fallire, ma state sicuri che non lo è. A meno che non sia protetto da un monopolio statale, ogni singolo prodotto e servizio è vulnerabile alle forze del mercato, anche a quelli considerati troppo potenti. Solo pochi mesi fa Sears, un tempo potente, ha presentato istanza di fallimento e ha deciso di chiudere 142 dei suoi grandi magazzini. Non è passato molto tempo da quando Blockbuster Video ha annunciato la sua chiusura. Queste istituzioni erano al vertice del loro settore ad un certo punto, ma ognuna non era in grado di soddisfare i propri clienti come una volta. Entrambi sono stati inevitabilmente sostituiti da servizi migliori come Amazon Prime e Netflix.

Facebook potrebbe sembrare diverso dalle altre entità di mercato, poiché tecnicamente non vende nulla alla maggior parte dei suoi utenti. Ma proprio come Sears e Blockbuster, il suo successo dipende dalla sua capacità di attrarre e mantenere i propri clienti. E sulla scia delle recenti epurazioni, e delle recenti violazioni della sicurezza, è del tutto possibile che, come Myspace e Friendster, Facebook non vivrà a lungo in questo mondo.



La situazione

Quando è stato annunciato che Facebook, YouTube, iTunes e infine Twitter avrebbero bandito gli account associati ad Alex Jones, ciò ha suscitato reazioni contrastanti da parte della popolazione. Da un lato Alex Jones è tristemente noto per aver costruito la sua carriera come istigatore e "troll", rendendolo un personaggio alquanto antipatico agli occhi della maggior parte del pubblico americano. Dall'altra parte la censura di Jones è preoccupante, poiché minaccia il futuro dei media indipendenti. Dopotutto, se questo può accadere a Jones, chi sarà il prossimo?

A dire il vero, Facebook è di proprietà privata ed è autorizzato a curare i propri contenuti come meglio crede. Tuttavia solo perché qualcuno può fare qualcosa non significa necessariamente che dovrebbe. E sicuramente non significa che, in quanto utenti di questa piattaforma, non dovremmo esprimere le nostre preoccupazioni.

Mentre l'estate finiva, i media indipendenti trattenevano il fiato in attesa di vedere come la decisione su "Jones" avrebbe avuto un impatto sui loro account.

Qualche mese fa la situazione è diventata concitata quando Facebook ha compiuto un ulteriore passo avanti e ha annunciato che avrebbe cancellato quasi 800 pagine che violavano i suoi termini di servizio. In particolare, queste pagine sono state accusate di "spamming", sebbene Facebook non abbia chiarito la natura di tale parola.

Tuttavia resta il fatto che molte delle pagine cancellate erano di destra e libertarie, portando molti a presumere che queste epurazioni fossero motivate dal punto di vista politico. E viste le precedenti accuse rivolte a Facebook per quanto riguarda la soppressione dei collegamenti e delle notizie di tendenza conservatrici, queste ipotesi non sembravano fuorvianti, anche se Zuckerberg ha affermato che il contenuto non era un fattore determinante.

Carey Wedler, redattore capo di Anti-Media, una piattaforma di notizie indipendente che da poco ha visto cancellata la sua pagina Facebook, ha dichiarato al FEE:
Secondo Facebook non siamo stati sospesi per i nostri contenuti, ma per "spamming" ed uso di pratiche "ingannevoli"; resta il fatto che non abbiamo mai impiegato questi sotterfugi e altre grandi pagine che impiegano strategie di post come la nostra, come Occupy Democrats (noto anche per condividere notizie false), non sono state rimosse. Curiosamente, a luglio, Facebook ci ha assegnato un rappresentante per aiutarci a gestire la nostra pagina. A settembre ci hanno anche dato $500 in pubblicità gratuita per aumentare i nostri contenuti, e queste azioni sembrano implicare che non avessero problemi con i nostri contenuti o le nostre pratiche.

La vicinanza delle epurazioni alle elezioni di medio termine era sospetta, ciononostante Facebook sostiene che la sua decisione di cancellare questi account era esclusivamente il risultato di violazioni in fatto di spam e non a causa del contenuto effettivo della pagina. Ciò ha permesso a Zuckerberg di sostenere con fermezza che Facebook non stava praticando la censura, ma stava semplicemente rafforzando le politiche già esistenti nei termini di servizio dell'utente.

Tuttavia qualche mese fa il popolare account libertario, "Liberty Memes", ha visto cancellata la sua pagina Facebook, aggiungendo più benzina al fuoco. A differenza delle altre epurazioni, Liberty Memes non è stato cancellato con il pretesto dello spam: Facebook ha ammesso apertamente che la pagina veniva cancellata a causa del suo contenuto.

Nell'era digitale è altamente probabile che ad un certo punto entrerete in contatto con contenuti che riterrete offensivi, o presumibilmente falsi. Mentre il contenuto offensivo può semplicemente essere ignorato, ogni individuo dovrebbe essere responsabile di determinare se le informazioni a cui viene esposto siano o meno credibili. Ma con l'isterismo derivato dalle cosiddette "fake news", Facebook si è assunto il compito di proteggere i suoi utenti da contenuti potenzialmente fuorvianti o addirittura offensivi. E anche se queste decisioni sono state prese nel tentativo di placare quegli utenti che vorrebbero vedere represso tutto il pensiero opposto al loro, ciò potrebbe inevitabilmente ritorcersi contro la compagnia.

Facebook non è andato tanto bene negli ultimi anni. Oltre ad essere stato incolpato sia per la soppressione dei valori conservatori che per l'elezione di Trump, il popolare sito di social media ha anche compromesso i dati dei suoi utenti in più di un'occasione. Infatti solo pochi mesi fa Zuckerberg si è ritrovato a testimoniare di fronte al Congresso. E dal punto di vista degli affari, le quote di mercato sono crollate del 7,5% nel corso dell'anno.

Nell'ultimo anno anche l'uso di Facebook è diminuito e oltre il 44% dei giovani utenti ha ammesso di aver eliminato completamente l'app dai propri telefoni. I giovani affollano siti come Snapchat, Instagram, YouTube e Twitter. E senza questa folla, Facebook potrebbe presto ritrovarsi nella disperazione di dover attirare utenti.

Come scritto su INC:
Recenti scoperte chiariscono che nell'ultimo anno un numero elevato di utenti ha cambiato il proprio rapporto con Facebook, a seguito degli scandali riguardo la privacy e la sicurezza dell'azienda. Con gli effetti a catena che si sentono ancora, più di sei mesi dopo Cambridge Analytica, è improbabile che la migrazione dall'app possa rallentare nel breve termine.

Quindi cosa significa questo per quelli di noi che sono insoddisfatti del comportamento di Zuckerberg e Facebook? Significa che la situazione è matura affinché nuove piattaforme prendano il suo posto.



Far seguire i fatti alle parole

Votare con i nostri dollari è una delle azioni più potenti che possiamo prendere come consumatori. Anche se le iscrizioni a Facebook non si pagano, ogni volta che effettuiamo l'accesso al sito e ci impegniamo attivamente con altri utenti, votiamo a favore della società. E molti di noi si sentono come se non avessero altra scelta.

Come scrittrice, sono la prima ad ammettere che personalmente mi affido a Facebook come mezzo per condividere il mio lavoro con gli altri. Infatti il pensiero di cancellare il mio account mi riempie di disagio. Dopotutto, se non sono su Facebook, come posso rimanere connessa con tutti i miei contatti in tutto il mondo? E poiché molti di noi sono così riluttanti a lasciarlo, Facebook ha mantenuto il suo potere nello spazio dei social media. Ma questa situazione può cambiare facilmente.

C'è un equivoco sul fatto che il processo di mercato sia passivo, visto che in realtà è vero il contrario. Affinché il mercato funzioni, i consumatori devono votare con i loro piedi e il loro denaro per sostenere i marchi ed i prodotti che preferiscono. Se un'azienda fa qualcosa contro cui un consumatore si oppone, il consumatore può decidere di portare la propria attività altrove o, in condizioni estreme, portare avanti proteste e boicottaggi come abbiamo visto di recente con marchi come Nike. I consumatori possono causare danni finanziari a queste aziende, devono solo scegliere di utilizzare questo potere.

Viviamo in un'era di confusione. Solo pochi anni fa era ritenuto impossibile che Bitcoin ed altre criptovalute potessero competere con le valute fiat. E mentre siamo ancora lontani da una vera e propria rivoluzione monetaria, le criptovalute si sono dimostrate una forza da non sottovalutare nel mondo della finanza. Se qualcuno ha qualche dubbio su questo, basta vedere quanti governi ed economisti keynesiani temono la sua adozione diffusa.

Nei primi giorni di Bitcoin, gli utenti erano in numero ridotto poiché la rete era ancora agli inizi e aveva bisogno di crescere. Ma negli ultimi due anni sempre più utenti si sono avvicinati al mondo delle criptovalute dopo essere stati disincantati dalle istituzioni finanziarie centralizzate. E Facebook non può far altro che seguire ciò che vuole il mercato. Inoltre molte delle alternative a Facebook utilizzano la tecnologia blockchain.

Minds, Telegram, Steemit, Mastadon e altre società di social media si affidano alla blockchain non solo per mantenere sicuri i dati degli utenti, ma anche per mantenere le reti decentralizzate e salvaguardate contro lo stesso tipo di censura che abbiamo visto su Facebook. Ma affinché una di queste piattaforme possa decollare, avrà bisogno di utenti disposti a costruire un social network che abbia imparato dagli errori dei suoi predecessori.

Sears e Blockbuster sono crollati perché nessuno dei due è stato in grado di adattarsi alla sua base di consumatori. Facebook spesso è andato contro i desideri e le esigenze dei suoi utenti e sta iniziando ad affrontarne le conseguenze.

Come dice Wedler:
Proprio come le persone di tutto lo spettro politico sono stufe del sistema attuale, così anche gli utenti dei social media sono frustrati dalle piattaforme principali che attualmente dominano il mercato. In entrambi i casi non solo sembra ovvio, ma anche vitale, che invece di tollerare gli attuali paradigmi, gli individui debbano agire concretamente per far conoscere le loro preferenze. Per quanto riguarda i social media, se un numero sufficiente di persone fa seguire i fatti alle parole, c'è un enorme potenziale per innescare un esodo verso piattaforme che meglio rispondono alle loro richieste ed aspettative.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


lunedì 22 ottobre 2018

Gli errori di Hayek riguardo un reddito universale di base





di Brittany Hunter


I sostenitori di un libero mercato tendono solitamente a rifiutare qualsiasi tipo di sistema che cerchi di derubare un individuo per fornire vantaggi ad un altro. Tuttavia, quando si tratta del welfare state, alcuni che si allineano con la libera impresa supportano l'idea di un reddito universale di base (RUB).

Alcuni credono che un RUB sarebbe il modo migliore per limitare il welfare state senza aggrapparsi alla visione idealistica che vorrebbe una sua abolizione totale. Dal momento che molto probabilmente lo stato continuerà a derubarci, si ritiene che possiamo anche mitigarne i costi assegnando a ciascun individuo una quantità fissa di denaro ogni anno.

Fornendo a ciascun individuo la stessa quantità di denaro, diciamo $10,000 all'anno, come è stato suggerito da alcuni, il reddito sarebbe almeno equamente distribuito. E senza un labirinto di altri programmi di welfare, un RUB potrebbe effettivamente ridurre il welfare state.

E anche se ricerche e studi recenti condotti sulla materia hanno dato risultati non favorevoli, ci sono ancora quelli nel campo del libero mercato che continuano a difenderlo.

Ma questa grande divisione libertaria sulla questione del RUB non è un'esclusiva dei nostri giorni. Infatti sia Milton Friedman che F.A. Hayek dimostrarono il proprio sostegno a questo tipo di sistema. Hayek dedica a questo tema gran parte del suo nono capitolo in The Road to Serfdom, mentre discute del dibattito sempre attuale tra libertà e sicurezza.



Sicurezza economica

I libertari usano spesso la citazione di Ben Franklin secondo cui è da sciocchi negoziare più sicurezza a scapito della propria libertà. In un mondo post-9/11, la questione traa libertà e sicurezza è diventata fin troppo scottante, in quanto i giovani hanno vissuto la maggior parte delle loro vite in un mondo carente delle libertà civili più preziose.

Come dice la citazione:
Coloro che rinunciano alla libertà per acquisire una piccola sicurezza temporanea, non meritano né la libertà né la sicurezza.

Ma c'è di più in questa libertà rispetto alla questione della sicurezza: tutte le libertà sono legate l'una all'altra, ma Hayek usa il capitolo "Sicurezza e libertà" del suo libro per discutere l'importanza della libertà economica.

Hayek ritiene che ci siano essenzialmente due tipi di sicurezza economica: limitata e assoluta.
Sarà bene sottolineare fin dall'inizio due tipi di sicurezza: quella limitata, che può essere raggiunta da tutti e che quindi non è un privilegio se non un legittimo oggetto del desiderio; e la sicurezza assoluta, che in una società libera non può essere raggiunta da tutti e che non dovrebbe essere data come un privilegio, tranne in alcuni casi speciali come quello dei giudici, dove la completa indipendenza è di fondamentale importanza.

Ma ciò che trascura di mettere sul tavolo è il fatto reale che nessuna sicurezza può mai essere garantita in una società composta da singoli attori. La vera libertà sarà sempre un rischio, perché non si può garantire la sicurezza senza prima spogliare le persone delle loro libertà e usare la forza.

Invece Hayek afferma l'esistenza di una sicurezza economica "limitata" compatibile con la libera impresa. "Ma non c'è incompatibilità, in linea di principio, tra lo stato che fornisce maggiore sicurezza in questo modo e la conservazione della libertà individuale", dice Hayek in suddetto capitolo.

Poi continua:
Né vi è alcuna ragione per cui lo stato non debba assistere gli individui nel provvedere a quei rischi comuni della vita contro i quali, a causa della loro incertezza, pochi individui possono fare provviste adeguate.

Ci sono due problemi con questa affermazione. Innanzitutto Hayek ha già affermato che è difficile limitare gli stati una volta che viene dato loro un po' di potere. Quindi questo è un pendio molto scivoloso.

Trascura anche il fatto reale che per fornire agli individui i loro bisogni di base, è necessario denaro. E quest'ultimo deve uscire da qualche parte. Poiché lo stato stesso non fornisce alcun vantaggio o servizio che porti profitto, il denaro per finanziare tale programma dovrebbe venire a spese dei contribuenti. In altre parole, comporta il furto a opera dello stato.

Infatti uno studio recente condotto sull'impatto di un'implementazione di un RUB negli Stati Uniti, ha rilevato che:
Quando si paga per tale politica aumentando le tasse sulle famiglie piuttosto che finanziarla a debito, essa non è espansiva. Infatti con una mano si toglie e con l'altra si dà; non c'è alcun effetto netto.

Quindi, non solo questo tipo di sistema difende il furto istituzionalizzato, ma sostiene anche di risolvere un problema che, di fatto, non ha alcun impatto. Dato che questi soldi necessari per finanziare un RUB derivano dall'aumento delle tasse sugli individui o dall'aumento del deficit, i suoi costi sono esorbitanti.



La paura del progresso tecnologico

Come parte della sua tesi a favore di questo tipo di sistema, Hayek affronta il fatto che spesso il progresso tecnologico comporta una perdita di posti di lavoro per molti lavoratori che sono specializzati in una specifica area. Dal momento che questi progressi non sono imputabili a loro stessi, Hayek sostiene che lo stato dovrebbe garantire che non subiscano una perdita di reddito.
Conosciamo tutti la tragica condizione di un uomo ben formato il cui talento improvvisamente perde il suo valore a causa di alcune invenzioni che avvantaggiano il resto della società. La storia degli ultimi cento anni è piena di esempi di questo tipo, alcuni dei quali riguardano centinaia di migliaia di persone alla volta.

Poi continua:
Offende il nostro senso di giustizia che chiunque possa subire una grande diminuzione delle sue entrate e un'amara delusione di tutte le sue speranze, nonostante il duro lavoro e l'eccezionale abilità.

Quanto evidenziato è applicabile ai nostri tempi, in cui la paura dell'automazione è stata usata per sostenere un RUB. I grandi nomi del mondo tecnologico come Mark Zuckerberg e Bill Gates hanno entrambi usato la scusa dell'automazione per dire che ora, più che mai, sarebbe necessario un reddito universale di base.

È innegabile che l'automazione creerà inevitabilmente disoccupazione per alcuni individui, proprio come le macchine crearono disoccupati tra i lavoratori durante la rivoluzione industriale. Se l'automazione si rivelerà più efficiente e meno costosa dei lavoratori umani, sarebbe sciocco per le aziende non muoversi verso questo sistema.
Ma creando un RUB come rete di sicurezza, lo stato incentiva le persone a rimanere stagnanti e ad abbandonare lo sforzo di apprendere nuove competenze che potrebbero aiutarle a creare nuovo valore nella forza lavoro. Niente nella vita è scolpito nella pietra. Quello che è qui oggi potrebbe non essere più qui domani. Nessuna falsa rassicurazione può evitare questo fatto.

Le carriere non sono diverse. Se le vostre capacità non sono richieste a causa dei progressi tecnologici, allora dovete imparare una nuova abilità e creare valore in un settore diverso. Mentre i progressi tecnologici eliminano posti di lavoro in alcuni settori, ci sono ancora altri settori e nuove nicchie che non sono ancora capitalizzate. Emergono nuove industrie, settori ed opportunità di lavoro, offrono nuove speranze alle persone che cercano lavoro e, non dimentichiamolo, servono le persone come consumatori che desiderano una vita migliore.

Garantire che, qualunque cosa accada, lo stato vi fornirà supporto, diminuisce l'incentivo ad espandere costantemente le proprie abilità al fine di creare più valore possibile. Infatti è un'illusione: la vita va avanti e non è mai statica, non è mai bloccata in un punto.

Ma su questo punto Hayek non è d'accordo:
Sebbene i risultati ottenuti siano spesso commisurati agli sforzi e alle intenzioni, questo non può sempre essere vero in qualsiasi forma di società. Non sarà particolarmente vero nei molti casi in cui l'utilità di alcuni scambi, o abilità speciali, viene modificata da circostanze che non potrebbero essere previste.

La maggior parte degli eventi della vita sono imprevedibili. La vita è, sfortunatamente, ingiusta e non è responsabilità degli altri rimediare ai momenti sgradevoli della vita altrui. Ciò di cui abbiamo più bisogno è la libertà di adattarci, di evolvere, di diventare qualcosa che è apprezzato dagli altri. Questo è precisamente ciò che viene spronato dall'economia di mercato, l'istituzione più benevola che esiste sulla Terra.



I problemi

Hayek non è affatto uno sprovvisto nel campo economico e mentre accetta erroneamente il RUB come una soluzione ragionevole di libero mercato al posto del welfare state, è anche consapevole dei problemi che potrebbero sorgere con questo sistema.
Quando il reddito di una persona è garantito, non gli si può permettere di continuare a svolgere il suo lavoro solo perché gli piace. Poiché non è lui colui che crea il guadagno o a subisce la perdita a seconda del suo movimento o non movimento, la scelta deve essere fatta al posto suo da coloro che controllano la distribuzione del reddito disponibile.

Hayek affronta il fatto che un RUB ha al suo interno il rischio molto reale che un individuo non abbia alcun incentivo a migliorare la sua vita. Quando i bisogni vengono soddisfatti senza alcuno sforzo da parte sua, il desiderio di migliorare la propria posizione diventa meno importante.

Terminando questo capitolo, Hayek afferma:
Una certa sicurezza è essenziale se si vuole preservare la libertà, perché la maggior parte delle persone è disposta a sopportare il rischio insito nella libertà fintanto che tale rischio non è troppo grande.

Anche se è veloce ad aggiungere:
Ma mentre questa è una verità che non dobbiamo mai perdere di vista, nulla è più fatale della moda attuale tra i leader intellettuali di esaltare la sicurezza a spese della libertà.

In breve, mentre la sicurezza economica può essere attraente per molti, porta con sé tanti costi e, nella maggior parte dei casi, è una perdita non solo per la nostra libertà economica, ma anche per la libertà in generale.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/