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venerdì 12 settembre 2025

La grande battaglia del nostro tempo non è Oriente contro Occidente, bensì globalisti contro sovranisti

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Francesco Simoncelli

(Versione audio dell'articolo disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/la-grande-battaglia-del-nostro-tempo)

Di recente mi è capitato di vedere questo video su uno dei bari più famosi in Italia. Niente di correlato con la mia attività divulgativa... almeno all'apparenza. Poi ho capito. Quando ho scritto i miei primi due libri, L'economia è un gioco da ragazzi e La fine delle fallacie economiche, ho esposto ai lettori le regole del gioco, quelle che tutti di base dovrebbero seguire. La metodologia Austriaca, da questo punto di vista, è ottima nella descrizione e nell'approccio. Ma rimane un mondo ideale, distaccato dalla realtà delle cose. Così come rimane distaccato dalla realtà il sito web del Mises Institute, poiché immagina che tutti seguano le regole del gioco e che queste ultime puniscano chi si discosta eccessivamente da esse. Infatti il problema è il tempo: quanto tempo passa prima di una correzione violenta e inarrestabile del sistema in questione? Non si sa... le stesse regole descritte con dovizia di particolari, logica e rigore si rivoltano contro chi le spiega dato che il tempo è un concetto fondamentale nell'analisi Austriaca.

E se barare fa parte dell'azione umana, bisogna prendere in considerazione questo aspetto nella propria metodologia d'indagine e analisi. Quindi ho innovato il modello iniziale e l'ho riproposto secondo la mia ottica, la mia evoluzione della teoria. L'ho condensato infine nell'ultimo libro pubblicato, Il Grande Default. L'ho applicato anche sul blog e su tutti gli spazi di divulgazione in cui opero, compreso questo, sin da quando, nel 2021, mi sono posto la domanda: “E se la FED stesse iniziando a proteggere il dollaro, adesso, piuttosto che distruggerlo?” Questa semplice domanda ha spiegato con coerenza tutti gli eventi successivi: il SOFR, il ciclo di rialzo dei tassi di Powell, i dazi, Tether, la liquidità dei titoli sovrani americani, l'inclusione di Bitcoin e oro a protezione del dollaro e dei Treasuries, ecc.

Il mio metodo, quindi, la mia lettura della realtà, la mia area di consulenza, non si pone come obiettivo l'arrogante e ridicola invettiva, con tanto di dito indice alzato e scosso nell'aria, di “far rispettare le regole”; invece rallenta la mano dei bari e cerca, quanto più accuratamente possibile, di suggerire a chi legge, e cerca consulenza, il modo per trarre un vantaggio competitivo rispetto a chi scioccamente agita il dito in aria pretendendo che l'intera umanità aderisca al suo mondo ideale. Un nobile obiettivo da perseguire, senza dubbio, ma nel frattempo... occhio al portafoglio perché è questo, invece, il mondo che abbiamo.


DAL DOGMA ALLA STRATEGIA

Se le basi della dottrina Austriaca sono radicate profondamente nell'azione umana, è altresì vero che il sistema bancario centrale di per sé è solo uno strumento. Ciò che conta sono gli esseri umani e ciò che ne fanno. Inutile dire che esso incentiva all'arbitrio sconsiderato, ma un conto è usare un coltello per attaccare solamente... un altro è usarlo per difendersi. Ripeto si tratta del mondo che abbiamo e in cui dobbiamo vivere, lavorare per renderlo un posto migliore per noi stessi è sacrosanto, nel frattempo è altrettanto sacrosanto cogliere quelle vittorie che ci portano un passo in più verso l'obiettivo finale: la sostituzione del sistema bancario centrale con qualcosa di più sostenibile. Perché se è vero che la bancarotta è un fenomeno che avviene dapprima lentamente e poi improvvisamente, allo stesso modo la solvibilità è qualcosa che si manifesta dapprima lentamente solo infine improvvisamente. Con il colpo di stato perpetrato dai globalisti durante la pandemia Covid, era evidente che ci fosse un cambio di linea di politica al vertice; qualcosa era cambiato e bisognava capire cosa. All'inizio non è stato facile mettere insieme i puntini, visto che il piano è stato svelato a mano a mano e soprattutto c'era la chiave di lettura da cambiare: dal mondo che vorrei/vorremmo al mondo che ho/abbiamo.

Nel momento in cui ho capito che tutta quella storia verteva sullo smantellamento del sistema bancario commerciale così come lo conosciamo e l'implementazione della sorveglianza finanziaria (es. CBDC) per impedire alla popolazione di protestare nel momento in cui il “vecchio” debito sarebbe stato sottoposto a pesante haircut per poterne emettere di nuovo tramite i perpetual bond, riciclando quindi il “vecchio” sistema in quello “nuovo”, mi è stato chiaro quale fosse la guerra globale che si stava combattendo. Applicando questa visione delle cose agli eventi che accadevano, mi ha colpito l'ovvietà con cui Powell ha iniziato a restringere l'offerta di denaro americana ben prima delle altre banche centrali mettendo fine a una linea di politica coordinata tra queste istituzioni durata per più di dieci anni. Non solo, ma anche il modo con cui ha lottato per essere riconfermato per il secondo mandato: una realtà che si sarebbe manifestata solo con l'appoggio di istituti bancari come JP Morgan, Goldman Sachs, ecc.

Una volta che si accetta questo background, ed è stato relativamente facile accettarlo visto che per anni ho denunciato l'UE su queste pagine come la seconda venuta dell'URSS, si capisce che la vera minaccia era la centralizzazione progressiva messa in campo da questa presunta unione di stati. Una volta che questo background si applica al resto del mondo, si nota che la conformità con la regolamentazione selvaggia messa in campo dall'UE altro non è che un gigantesco colpo di stato mondiale affinché tutti si conformino ai suoi dettami. Non mancano ovviamente infiltrati nelle stanze dei bottoni dei governi esteri per facilitare questa progressione, come ad esempio lo è stata l'amministrazione Obama, prima, e quella Biden, dopo. L'effetto centripeta dell'UE si è dimostrato, di fatto, un modello predittivo a sé stante, in grado da fungere da proverbiale “palla di vetro” per gli eventi futuri. Se infatti si ha un modello è facile scremare il grano (fenomeni che contano) dalla pula (titoli dei giornali).

È così, quindi, che il mondo deve essere visto: un adattamento alla realtà della serie di romanzi Il Trono di Spade. Questo ovviamente serve a catturare l'attenzione delle giovani leve, per così dire, dato che esiste un adattamento migliore a livello di letteratura ed è rappresentato dai romanzi di Dune, i quali sono un manuale eccellente per chi volesse capire l'emergere della geopolitica moderna negli anni '50 e '60 del secolo scorso. Oltre agli aspetti sociologici, è assolutamente affascinante notare come la religione sia il primum movens che motiva la gente comune a scendere in battaglia e viene costantemente tenuta sotto controllo attraverso di essa mentre le fazioni al vertice della piramide sociale si danno battaglia per il potere politico. E visto che siamo in tema di letteratura, come non citare il Ciclo delle Fondazioni sull'ascesa e la caduta degli imperi, e le opere di Philip K. Dick sul takeover della tecnologia rispetto all'umanità delle persone e l'ascesa della tecnocrazia. Oltre a fornire il modello attraverso cui leggere le informazioni che arrivano dall'esterno, e non adattare le conclusioni alle proprie idee, tutti questi manoscritti servono anche a essere un buon comunicatore piuttosto che ad “avere ragione su tutto”.

Infatti le informazione che arrivano dalla sfera geopolitica sono talmente fungibili che praticamente tutti, soprattutto coloro senza un modello, giocano al gioco delle probabilità e delle percezioni plausibili.A tal proposito diventa enigmatico per queste stesse persone farsi un'idea di cosa stiano combinando Trump e Powell, rimanendo sulla chiave di lettura superficiale in cui il primo vuole far fuori, politicamente, il secondo. Poi, però, ci sono fatti come il licenziamento di Lisa Cook e lo smantellamento di quella cupola di infiltrati alla FED che nel 2021 aveva cercato di sabotare la riconferma di Powell e mettere al suo posto un pupazzo della cricca di Davos. L'emarginazione dei fidati di Powell (Clarida, Rosengren e Kaplan) mirava a spiazzare la presa sulla banca centrale americana di quella parte del FOMC che voleva rialzare i tassi e iniziare a prosciugare il mercato degli eurodollari, avvantaggiando personaggi come la Cook che invece volevano che il dollaro continuasse a essere svuotato. Quello che Powell ha fatto sin dal 2021 è stato preparare la scena per quello che poi avrebbe fatto Trump una volta in carica, o per meglio dire, i NY Boys una volta che il loro rampollo avrebbe preso la carica appoggiato dall'elettorato americano.

Alla fine, tutto si riduce a porsi le giuste domande... un buon modello, tutto sommato, non credete? Chiaramente la parte ardua è arrivare alle suddette e su questo vi da una mano uno spazio divulgativo come questo che ha accumulato negli anni esperienza su esperienza. Sostenere questo lavoro vi permette di risparmiare tempo, oltre all'originalità delle tesi proposte. Perché è importante? Presto detto. Torniamo un attimo alla FED, quindi, e poniamoci la domanda: come fa Powell, a capo di un'istituzione il cui mandato è un obiettivo d'inflazione al 2%, prezzi stabili e piena occupazione, a tagliare i tassi nel momento in cui il compito di Trump è introdurre l'economia americana in un periodo di prosperità economica? Lo stesso Powell non è mai stato d'accordo con un obiettivo specifico d'inflazione, ma è una linea di politica sedimentata ormai; così come prezzi stabili e piena occupazione sono chimere keynesiane usate per giustificare un intervento costante nell'economia. Se l'economia americana sta andando bene, come si evince dalla tesi di Trump, allora il lavoro della FED è quello di continuare a rialzare i tassi... perché questo è esattamente il suo lavoro. A meno che, ovviamente, non si cambia il ruolo della FED. 

E qui ritorniamo al ruolo di questo blog nella lettura del mondo: la maggior parte degli investitori, dei broker e dei consulenti finanziari guarda agli indicatori principali (es. Phillips Curve, ecc.) e ritiene, per formazione professionale, che la FED deve “impostare” il “prezzo” del denaro affinché tutti questi altri rapporti vengano “coordinati” e “armonizzati”. Come fa quindi ad abbassare i tassi quando, per definizione stessa del sistema attuale, c'è praticamente piena occupazione, i mercati azionari sono vicini ai picchi assoluti e le commodity sono ancora a prezzi inferiori rispetto a quando Powell è stato riconfermato? Fino allo scorso luglio la situazione fiscale e geopolitica era ancora in subbuglio... come avrebbe potuto tagliare i tassi Powell? Come avrebbe potuto farlo se prima Trump non avesse mostrato qualcosa di concreto al pubblico americano? Il petrolio stava schizzando in alto durante la crisi tra Iran e Israele, e la percezione comune, data dalla stampa internazionale, era che a Trump stavano sfuggendo le cose di mano. Powell doveva essere la voce della stabilità, far capire che avesse le cose sotto controllo. Poi Trump ha iniziato a segnare alcune vittorie sul suo tabellone: l'approvazione della Big Beautiful Bill, la pacificazione di varie aree in Medio Oriente (dal fondo della penisola arabica fin alla pace tra azeri e armeni), ha disinnescato l'escalation tra Israele e Iran, sta dimostrando che i dazi non sono inflazionistici, ecc. In sintesi, è ora di abbattere i miti keynesiani (piantati accuratamente dagli inglesi) nella testa di tutti quegli investitori e consulenti prima di procedere con il cambiamento strutturale del ruolo della FED.

Non è tanto una questione di “poliziotto buono” e “poliziotto cattivo”, bensì di “poliziotto caotico” e “poliziotto stabile”. Ma una domanda che segue naturalmente quella che ci siamo posti prima è: se Trump vuole i tassi bassi perché si preoccupa dell'economia nazionale, perché tutti gli altri si stracciano le vesti affinché segua questo percorso? L'eco che il resto del mondo fa a Trump sul taglio dei tassi da parte della FED equivale a uscire allo scoperto riguardo le loro vere intenzioni: hanno bisogno come l'acqua di liquidità in dollari. E qui casca l'asino keynesiano: è sempre servito per scopi diversi da quelli spacciati ai gonzi che hanno studiato questo ciarpame sui libri di testo. È questo il famoso redde rationem di cui si è tanto parlato su queste pagine in passato. E tutto ciò, ironia della sorte, supporta la tesi di Trump sui dazi! “L'indebolimento” del dollaro sin da quando s'è insediata la nuova amministrazione non è stato altro che una ri-dollarizzazione dell'economia mondiale perché le nazioni del mondo hanno rimpatriato i fondi quando la FED ha iniziato il ciclo di rialzi e Trump ha avviato le nuove politiche commerciali della nazione. Un doppio dazio per tuttiun ribilanciamento veloce del commercio mondiale! Se Powell avesse tagliato in precedenza, l'euro, ad esempio, sarebbe finito a 1.1 col dollaro e il comparto industriale tedesco avrebbe ottenuto un sollievo per quanto riguarda il suo languire.

L'altro lato dei dazi sono i tassi di cambio: davvero credete che la BCE non si preoccupi del tasso di cambio dell'euro? Non piace affatto che sia a 1.17 al momento della stesura di questo saggio. Quindi gli USA stanno fortificando il mercato dei titoli sovrani, indebolendo (strategicamente) il dollaro nel breve termine, stanno tenendo i tassi di riferimento alti forzando una stretta nel mercato delle garanzie collaterali, mentre il resto del mondo si arrabatta per impedire alle proprie divise di salire (vendere dollari e comprare titoli sovrani americani).


UN ASSET IN RAPIDO DEPREZZAMENTO: LA FED

Il mondo in divenire così come si sta configurando in base alle nuove necessità degli Stati Uniti non ha più bisogno di una Federal Reserve onnipresente per tutto e per tutti. Ritengo che Powell sia il primo a sostenere che la FED così com'è nel contesto attuale non è affatto necessaria e la campagna di relazioni pubbliche di Trump, che ha messo al centro dell'attenzione pubblica lo stesso Powell, rappresenta un modo per spiegare alla vulgata il motivo per cui non è necessaria una FED che salva tutto e tutti. Piuttosto che una Coordinated central banks policy, come accaduto fino al 2021, adesso abbiamo una Coordinated central banks submission, dove viene usato il potere della banca centrale americana per emanciparla dalle influenze estere che erano felici di ingrassare a scapito della ricchezza reale americana. Il post-Powell sarà caratterizzato da un dollaro onshore e da uno offshore; massima liquidità in patria, minima liquidità all'estero. La querelle Trump-Powell è una sceneggiata per impostare il dibattito pubblico lungo questi binari e introdurre le necessità di questo assetto al grande pubblico, giustificando la contrazione del mercato dell'eurodollaro e la sostituzione dello stesso con Tether.

Infatti l'infrastruttura messa in campo per le stablecoin esistenti e stablecoin emesse dalle banche commerciali rappresenterà il mezzo attraverso il quale gli USA vogliono tornare a una forma di “denaro privato” e una forma di “sistema bancario comunitario”. È così che si struttura una transizione da un mondo finanziario in cui la FED è la banca centrale del mondo a uno in cui è la banca centrale degli Stati Uniti. Il segno distintivo è stata la transizione dal LIBOR che prezzava il dollaro a livello mondiale in termini di eurodollari, al SOFR, che prezza il dollaro in termini di mercato americano.

La traiettoria è quella in cui la FED imposterà il valore del dollaro all'estero, mentre servirà per sostenere i mercati interni. Un ritorno alla sua concezione originale, un'istituzione eretta per fornire liquidità d'emergenza al commercial paper market, non una rete di salvataggio per istituti finanziari/bancari sull'orlo del fallimento. Infatti se l'economia americana è in buona salute, non ha bisogno di alcuna liquidità aggiuntiva dato che è in grado di fornirla da sé tramite suddetto commercial paper market, un'esclusività dell'economia statunitense. Inutile dire che questo a sua volta significa una decentralizzazione dell'emissione dei dollari.

Per il dollaro, ormai, essere una valuta di riserva mondiale è un peso; non lo è, invece, essere la valuta di saldo internazionale. Per l'appunto, le leggi incentrate sulle stablecoin vanno a rafforzare esattamente questo effetto di rete. Tutte le chiacchiere relative a un'ascesa dei BRICS e di una loro eventuale valuta di riserva mondiale sono gossip, esattamente perché gli USA non cercano più di imporre la propria valuta come riserva. Quel modello era stato creato per innescare cicli di boom/bust più violenti e trasferire, a prezzi stracciati, la ricchezza reale verso coloro che davvero gestiscono il sistema bancario centrale: la cricca di Davos, o più precisamente la City di Londra (il vecchio conglomerato di colonialisti londinese/olandese). L'imposizione di un fiat standard si riduce esclusivamente a questo: non erano gli americani a farlo, bensì questa rete di vecchi interessi bancari che per sostenere le varie valute fiat hanno soppresso il potenziale di oro, prima, e Bitcoin, poi, in modo da mantenere vivo un apparato di sottrazione di risorse in grado di soddisfare la sempiterna massima “vivere al massimo col minimo sforzo”. In fin dei conti è quel che fanno i colonialisti, solo che a lungo andare questo assetto finisce sempre in un declino per tutti, come scrisse anche Chodorov in uno dei suoi migliori libri. Emergono inevitabilmente i cosiddetti accordi vicendevolmente svantaggiosi (“lose-lose”) e c'è un fuggi-fuggi per dirigersi anticipatamente verso le uscite con quanto rimane del “malloppo”. L'euro digitale, per l'appunto, è la strategia d'uscita della cricca di Davos, dove la “exit liquidity” sono i risparmiatori europei.

Per farvi capire meglio cari lettori, attualmente il DAX tedesco viaggia intorno ai 24.000 perché gli investitori europei stanno vendendo Bund e comprano azioni tedesche. È una scommessa su quanto la BCE stamperà in futuro e quanto di questo denaro finirà nei bilanci dell'industria della difesa. Il rapporto P/E del DAX è circa 18; l'ultima volta che era a 16 si trattava del 2008 quando l'intero sistema finanziario era sottoposto a massiccia leva finanziaria. Pensate, quindi, che il mercato azionario tedesco sia sostenibile? Certo, il Dow Jones è trattato a un rapporto P/E superiore ma gli USA hanno prospettive a loro favore, vedono capitali scorrere verso di essi. Nessuno vuole inaugurare una nuova fabbrica in Germania, mentre invece tutti vogliono farlo negli Stati Uniti (il miglior paradiso fiscale “in chiaro” al mondo).

Oltre alla posizione fiscale, c'è anche quella normativa le cui prospettive di snellimento non fanno che migliorare con il lavoro messo in atto dal DOGE. Se a questo ci aggiungiamo che i dazi terminano anche il rent seeking estero tramite l'arbitraggio sulle valute, l'invito a delocalizzare negli USA è decisamente forte. Quello che stiamo osservando è una riorganizzazione del modello di business degli Stati Uniti e un'espressione dei propri vantaggi competitivi attraverso un dollaro più efficiente, ecco perché i vari stati del mondo stanno staccando accordi commerciali secondo i termini proposti da Trump. Questo renderà più facile il compito della FED e Powell ha fatto il suo lavoro: evidenziare il problema e buttare giù quel sistema che ha deformato l'economia statunitense. Ciò che arriverà dopo richiederà tutta una serie di altre capacità. Questo perché non sempre chi distrugge, prima, è anche un buon costruttore, poi, come ci ricordano anche Herbert, Tolkien, ecc.


LA NUOVA MAPPA DEL MONDO

La maggior parte delle volte che viene presentata la mappa del mondo, l'Europa è sempre il punto di partenza. Ora invece di aprire la mappa del mondo in questo modo predefinito, fatelo sull'oceano Pacifico. Per quanto possa essere noiosa la visuale ci sono tre grandi Paesi che si interconnettono: Russia, Cina e Stati Uniti. Questo nuovo assetto emergente serve a porre fine al sistema di estrazione di ricchezza che faceva confluire tutto a Londra e in Europa. Dopo Azerbaijan e Armenia, anche India e Cina si sono riappacificati. Cosa ha a che fare questo con suddetto nuovo assetto? Tutta la parte dell'Asia centrale è fondamentale perché la politica estera inglese ha tenuto sotto scacco la zona per centinaia di anni affinché non si integrasse. I titoli dei giornali si concentrano sul fatto che l'India, a causa della nuova politica commerciale americana, viene spinta “tra le braccia” della Cina, non che essa viene allontanata dalla sfera d'influenza inglese ed europea. Anche qui, il piano degli USA è quello di spingere l'UE e la cricca di Davos a mettere in gioco i propri di capitali per ricostruire ciò che resterà della demolizione “controllata” del tessuto socio-economico che hanno avviato nel 2020 (sulla scia della decisione epocale degli Stati Uniti di ridimensionare il mercato degli eurodollari, per la precisione la leva finanziaria spropositata in esso).

Il gioco di estrarre ricchezza dal contribuente americano e ottenere “pasti finanziari gratis” con cui controllare capillarmente il mondo è finito: la Francia sta vedendo sbriciolarsi il suo impero in Africa centrale, la Germania è stata tagliata fuori dall'accesso a energia a basso costo per la sua industria, il Regno Unito sta perdendo il controllo sulle assicurazioni nel commercio navale e sui saldi nel mercato del Forex, ecc. Per la ricostruzione dell'Europa o la cricca di Davos mette sul tavolo i propri capitali stipati in banche offshore, oppure Russia-Cina-USA l'affamerà dal punto di vista dei finanziamenti tanto che non potrà far altro che ricorrere alla predazione dei risparmiatori europei... almeno inizialmente. Ecco perché sono importanti gli asset congelati russi per la stabilità dei bilanci europei. Finché la Lagarde rimarrà a capo della BCE sarà questo il piano: introdurre l'euro digitale e cambiare il modo in cui hanno sinora funzionato i mercati dei titoli sovrani europei per implementare l'integrazione fiscale e la nuova emissione degli stessi sotto il comando della Commissione europea.

I mercati, però, si stanno rivoltando contro l'idea di una Germania al centro dell'UE come evidenziano soprattutto i rendimenti dei titoli sovrani. Il differenziale di rendimento tra il decennale tedesco e quello italiano, ad esempio, adesso ammonta a 87. Questo significa che alla Meloni viene data la possibilità, se “ripulisce” Roma, di far diventare l'Italia il nuovo centro dell'Unione Europea; oppure di guidare il nuovo blocco del Mediterraneo che si staccherà dagli stati europei del Nord dividendo in due ciò che rimarrà dell'attuale UE.

La cricca di Davos, comunque, è composta da gente che non si da per vinta tanto facilmente. Ancora hanno operazioni sul suolo americano: Newsom è una di queste, Mamdani è un'altra. È una guerra che non finirà tanto presto, perché nel frattempo Trump sta usando la NATO come leva per stringere il cappio al collo di UE/UK. Adesso devono pagare se vogliono armi da inviare il quel buco nero chiamato Ucraina; così come Israele ha dovuto vedersela da solo quando ha attaccato l'Iran. Niente più pantani bellici per gli Stati Uniti in cui avrebbero speso enormi capitali solo per finanziare gli altri. E questa spero sia la miglior interpretazione di ciò che sta accadendo ora: Putin sta verificando se gli USA possono davvero tenere al guinzaglio l'UE, ricostruendo una fiducia andata persa a causa di tutte le macchinazioni nell'ombra ordite dallo Stato profondo americano.

Cina, Russia e Stati Uniti non saranno “grandi amiconi”, ma nemmeno nemici: saranno semplicemente quelle nazioni che rimodelleranno il mondo in quella che verrà ricordata come Yalta 2.0.


EFFETTI DI RETE E VALUTE

Nel campo monetario ognuno avrà il proprio sistema monetario e tale sistema sarà interoperabile. Non voglio essere qui colui che fa propaganda per altre crittovalute, ma non si può ignorare un fatto: Ripple sta emergendo come l'asset digitale da usare come mezzo di pagamento e mezzo per fornire liquidità. Ma quale sarà il collaterale? Titoli sovrani affidabili, oro, Bitcoin e altre commodity. Perché c'è questa frenesia intorno all'oro a livello di banche centrali? Perché oro e avanzo/disavanzo commerciale verranno tokenizzati a un certo punto, o attraverso una stablecoin ancorata al dollaro o attraverso Bitcoin. Per costruire un sistema del genere c'è bisogno di tempo. Perché Bitcoin ha vinto nel corso del tempo rispetto alla “concorrenza”? Effetto di rete. Perché il dollaro è la migliore valuta del mondo? Effetto di rete. Perché Tether è la stablecoin preferita per digitalizzare il dollaro a livello mondiale? Effetto di rete (400 milioni di utenti in tutto il mondo e in crescita). Qualunque sistema verrà scelto in Oriente (es. mBridge) e in Occidente essi saranno interoperabili.

Se i gold bug vogliono davvero che l'oro ritorni a essere centrale nell'attuale società, devono ficcarsi in testa che non si possono muovere centinaia di tonnellate d'oro. È per questo, tra gli altri motivi, per cui l'oro ha smesso di essere mezzo di pagamento ed è stato spostato, durante la Seconda guerra mondiale, dall'Europa agli Stati Uniti. Man mano che il mondo si sposta verso un sistema diverso, uno in cui le riserve saranno tokenizzate, la fiducia nei partner commerciali sarà determinata da cosa si deterrà in tali riserve. È, in sostanza, quello che stanno facendo adesso i cinesi: non stanno più riciclando i loro avanzi commerciali nei titoli sovrani americani, bensì in altre parti del mondo (es. comprano il nickel dall'Indonesia, ferro e carbone dall'Australia, ecc.). La Cina ha ancora una avanzo della bilancia commerciale nei confronti degli Stati Uniti, ma il suo peso nei titoli di stato americani detenuti all'estero è diminuito negli ultimi 3 anni. Dove stanno finendo quei soldi? Circolano nel resto del mondo, e più è interoperabile il sistema meno c'è bisogno di detenere riserve in valute locali... e una volta che la tokenizzazione degli asset farà il suo corso scompariranno anche le restanti frizioni che ancora si porta dietro il mondo analogico (spostare grandi capitali a livello digitale costa spiccioli).

Di nuovo, agli americani non interessa che il dollaro sia detenuto in riserva; interessa principalmente che il biglietto verde sia usato come mezzo di saldo principale nel commercio internazionale.

Bitcoin sarà collaterale, l'oro sarà collaterale, per il prestito locale e quello internazionale; entrambi saliranno di prezzo in relazione al valore nominale degli asset finanziari dove i flussi di denaro hanno imperversato per anni (es. mercato immobiliare, azionario, ecc.). Non credo che assisteremo a una deflazione dei prezzi di massa in questo sistema che si sta spostando verso una minore leva finanziaria come tutti si aspettano: gli hard asset saliranno in termini di prezzo nominale. Ora immaginate la loro inclusione nel circuito di Tether che sta integrando a più livelli gli asset del mondo reale: ciò farà lievitare anche i salari e quegli asset che da tempo immemore sono stati inseriti nelle scelte delle famiglie come “salvadanaio” (es. immobili). Infatti la possibilità di permettersi una casa è un guaio che le neonate famiglie si portano dietro da due decenni ed è qualcosa che si può risolvere o aumentando i salari, o aumentando il valore del collaterale a garanzia, o abbassando le tasse (Lutnick ha fatto sapere che uno degli obiettivi dell'attuale amministrazione è cancellare l'imposta sul reddito per coloro al di sotto dei $150.000 all'anno).


CONCLUSIONE

I mercati dei capitali rappresentano una sorta di pensiero orientato al futuro: a loro non importa del passato. Il meccanismo di prezzo dei mercati dei capitali è scontare il futuro. Quindi gli Stati Uniti mettono in ordine i loro bilanci fiscali e i soldi si muoveranno verso di essi. È una questione di domanda: chi ha gridato allo scandalo quando nella Big Beautiful Bill è stato alzato il tetto del debito non ha pensato al fatto che i $5.000 miliardi in più di titoli emessi verranno venduti e il deficit di bilancio sarà sempre più esiguo. Questa domanda arriverà sulla scia di un miglioramento delle condizioni fiscali, un rafforzamento dello Stato di diritto, un ridimensionamento dello Stato amministrativo, un abbassamento delle imposte sul reddito, uno snellimento delle normative burocratiche, un vantaggio competitivo per coloro che investiranno negli USA (detrazioni fiscali, niente dazi), ecc.

Siamo stati raggirati quando ci è stato fatto credere che quello che ci stiamo lasciando alle spalle è il migliore sistema economico di sempre. L'era del colonialismo tramite l'arbitraggio delle valute è al tramonto e sarà un mondo completamente diverso. I mercati dei metalli (oro, argento e rame principalmente) sono un indicatore potente a tal proposito, non solo il loro aumento di prezzo, ma anche la decentralizzazione delle borse valori di riferimento. Dopo il SOFR, che ha mandato in pensione i tassi d'interesse mondiali gestiti dalla City di Londra, il nuovo exchange di San Pietroburgo manderà in pensione la LBMA e la relativa manipolazione pluridecennale del mercato dell'oro fisico tramite quello sintetico. Il compito arduo che s'è sobbarcata l'amministrazione Trump è quello di smantellare la piovra della cricca di Davos mediante una determinazione dei prezzi genuina in ogni ambito economico.

È una cosa per cui rallegrarsi. Non il mondo perfetto, ma uno migliore in cui vivere e costruire.


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mercoledì 3 settembre 2025

Il caro prezzo del declino della civiltà

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Barry Brownstein

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-caro-prezzo-del-declino-della)

La civiltà è fragile. Innumerevoli interazioni sociali e commerciali la costituiscono. In uno dei suoi saggi più importanti, Individualism: True and False, F. A. Hayek scrisse: “Sebbene possa non essere difficile distruggere le formazioni spontanee che costituiscono le basi indispensabili di una civiltà libera, potrebbe essere al di là delle nostre possibilità ricostruire deliberatamente una tale civiltà una volta che queste fondamenta vengono distrutte”.

Oggi un numero allarmante di persone vede il crollo come una cosa positiva. Alcuni, profondamente pessimisti, considerano le nostre istituzioni irreparabili, rendendo preferibile una ripartenza; altri attivisti radicali auspicano il crollo della civiltà occidentale.

Hayek potrebbe dire: fate attenzione a ciò che desiderate, pochi sfuggiranno alla carneficina che porterebbe il crollo della civiltà.

Se l'avvertimento di Hayek vi preoccupa, allora il magnifico libro di Alexandra Hudson, The Soul of Civility, rientra nella correzione educativa.

Scrivo correzione educativa perché la Hudson sostiene che se le nostre istituzioni stanno fallendo, è perché stiamo facendo scelte moralmente sbagliate. Possiamo e dobbiamo fare di meglio, non solo per noi stessi, ma per il bene dell'umanità. La Hudson scrive: “Non possiamo cambiare la società, ma possiamo cambiare noi stessi e il modo in cui operiamo nel mondo che ci circonda. E se un numero sufficiente di noi decidesse di cambiare sé stesso, potremmo essere in grado di cambiare anche il mondo in cui viviamo”. Questo non è un invito a eleggere leader migliori, o ad allinearsi a un'identità tribale.

La civiltà, ci informa la Hudson, “è il rispetto fondamentale che ci è dovuto in virtù della nostra dignità condivisa e del nostro pari valore morale come esseri umani. Lo dobbiamo agli altri indipendentemente da chi sono, che aspetto hanno, da dove vengono, se ci piacciono o no, e se possono o meno fare qualcosa per noi”.

Basandosi sul lavoro del filosofo Martin Buber, la Hudson sostiene: “Dobbiamo combattere consapevolmente la tentazione perenne di vedere il mondo e gli altri esclusivamente attraverso la lente delle nostre esperienze e del nostro progresso. Strumentalizziamo le persone quando ci fa comodo e siamo pronti ad (apparire) gentili e generosi quando abbiamo qualcosa da guadagnare”.

La Hudson fornisce una semplice linea guida: “Le abitudini morali che promuovono la prosperità umana sono virtù. Le abitudini morali che ci dividono – dentro di noi e tra noi e gli altri – sono vizi”.

La Hudson spiega che civiltà non è sinonimo di cortesia, e che una personalità colta non è sinonimo di carattere. Ci incoraggia a difendere principi senza tempo anche quando gli altri sono fortemente in disaccordo.

Sostiene che la virtù non può essere imposta per legge. Man mano che diventiamo più virtuosi, si ravviva in noi il sentimento morale che, per diritto di nascita, ogni essere umano è uguale agli altri.

La missione della Hudson è ispirare la virtù per salvare la libertà. Molti pensatori l'hanno influenzata, tra cui Ben Franklin, che ammoniva: “Solo un popolo virtuoso è capace di libertà. Man mano che le nazioni diventano corrotte e viziose, hanno più bisogno di padroni”.

Cita anche Edmund Burke, che scrisse: “Gli uomini sono qualificati per la libertà esattamente in proporzione alla loro disposizione a imporre catene morali ai propri appetiti”. Come Franklin, anche Burke capì che se il “potere di controllo” non si trova negli individui, lo si troverà all'esterno, nelle mani degli autoritari.

La Hudson condivide ciò che il giurista americano Learned Hand scrisse nel ventesimo secolo: “La libertà risiede nei cuori degli uomini e delle donne; quando lì muore, nessuna costituzione, nessuna legge, nessun tribunale può salvarla; nessuna costituzione, nessuna legge, nessun tribunale può fare molto per aiutarla”.

Perfect Days, un film di Wim Wenders di una bellezza immensa, racconta la vita di un addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo. L'alto livello di pulizia di base nei bagni pubblici e nelle strade giapponesi è inimmaginabile nelle città statunitensi. La legge non impone questa attenzione individuale alla pulizia; è una dimostrazione di rispetto per gli altri.

Di recente, in un bar di Philadelphia, alcuni giovani hanno ballato e scattato selfie con un cartello che diceva “Al diavolo gli ebrei”. Uno degli studenti coinvolti ha affermato che si trattava solo di uno “scherzo”.

“Lo stato non può legiferare sul pensiero”, ha affermato il deputato Thomas Massie quando ha votato contro un disegno di legge che condannava l'antisemitismo qualche anno fa. Massie ha ragione, ma sta solo sostenendo il punto della Hudson.

Se volete vivere in una società in cui l'antisemitismo è normalizzato, non aspettatevi di sfuggire alle conseguenze.

“L'obbedienza alla spontaneità” è un concetto introdotto da John Fletcher Moulton, matematico e giudice inglese del diciannovesimo secolo. Moulton e la Hudson concordano sul fatto che in questa obbedienza risieda “la vera grandezza di una nazione, la sua vera civiltà”. La Hudson aggiunge: “Quanto più una società si affida all'autoregolamentazione – e quanto meno si affida alla legge, alla coercizione, al conflitto e al contenzioso – tanto più è libera”.

Sostiene che “una società libera dipende dalla decisione dei suoi cittadini di compiere azioni onorevoli e virtuose anche quando hanno la possibilità di non farlo”. La Hudson vuole che prendiamo in considerazione la nostra disponibilità a obbedire a virtù spontanee.

Se in una buona giornata vi tenete lontani dai social media e dalle notizie, potreste non avere motivo di pensare alle idee contenute nel libro della Hudson. In una giornata del genere la vostra vita funziona piuttosto bene. Avete l'elettricità a portata di mano, cibo in tavola e persone che vi amano e si prendono cura di voi. È improbabile che andiate mai in quel bar di Philadelphia.

Il nostro carattere non è messo alla prova dai nostri giorni migliori – i mari calmi della prosperità economica e della coesione sociale – ma dai periodi di difficoltà economica e dai periodi in cui i legami della società civile sono sfilacciati. Il libro della Hudson è medicina preventiva.

Di recente, durante la prova di una corona dentale per mia moglie, il dentista e la sua assistente hanno lavorato fino all'ora di pranzo per ottenere un risultato perfetto. Altri dentisti avrebbero potuto prendere scorciatoie, invece lui ha messo al primo posto le esigenze di mia moglie. La Hudson sostiene che abbiamo bisogno di più interazioni di questo tipo nella vita di tutti i giorni: “Le nostre interazioni quotidiane possono elevare o peggiorare la nostra esperienza di convivenza sociale. La nostra considerazione verso gli altri promuove la fiducia reciproca e, di conseguenza, la nostra libertà e il nostro benessere”.

Basandosi sugli scritti di Hayek, la Hudson sottolinea che esiste una differenza tra la fiducia visibile che nutriamo nei confronti di familiari e amici e la fiducia invisibile che potremmo costruire con gli sconosciuti.

Quest'ultima rende possibile la società commerciale. Infatti la Hudson scrive che essa “è una fiducia generalizzabile, ovvero quella fiducia che riponiamo negli innumerevoli sconosciuti con cui interagiamo ogni giorno. Essa riduce i costi di transazione nella nostra società anonima e si costruisce attraverso i nostri piccoli gesti di gentilezza e generosità verso gli sconosciuti”.

“La tranquillità della mente, così necessaria alla felicità [...] è meglio promossa dalle [...] passioni della gratitudine e dell’amore”, scrisse Adam Smith in The Theory of Moral Sentiments.

La Hudson scrive: “Nessuna battaglia terrena vale il rischio di compromettere la salute e la vita della nostra anima. In fin dei conti, non possiamo controllare la civiltà o la maleducazione degli altri. Possiamo solo controllare noi stessi”.

Ognuno di noi oggi fallirà molte volte nel controllo di sé stesso. Ciò che conta non è che, in quanto esseri umani imperfetti, commettiamo errori, ma che siamo disposti a far sì che quegli errori vengano corretti dai legami affettivi che ci aiutano a prosperare.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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venerdì 29 agosto 2025

Il progetto tecnocratico

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Joshua Stylman

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-progetto-tecnocratico)

“L'umanità tenterà di superare i propri limiti e di giungere a una più piena realizzazione”, dichiarò Julian Huxley nel 1957, coniando il termine “transumanesimo”. Nel 2022 Yuval Noah Harari ne avrebbe annunciato l'oscuro compimento: “Gli esseri umani sono ora animali hackerabili. L'intera idea del libero arbitrio [...] è finita. Oggi disponiamo della tecnologia per hackerare gli esseri umani su larga scala. Tutto viene digitalizzato, tutto viene monitorato. In questo periodo di crisi, bisogna seguire la scienza. Si dice spesso che non si dovrebbe mai permettere che una buona crisi vada sprecata, perché una crisi è un'opportunità per attuare anche delle ‘buone’ riforme che in tempi normali le persone non accetterebbero mai. Ma in una crisi non si ha alcuna possibilità, quindi è meglio fare ciò che noi, le persone che capiscono, vi diciamo di fare”.

Come Truman Burbank nel film The Truman Show, viviamo in un mondo in cui la realtà stessa è sempre più manipolata. E come Truman, la maggior parte delle persone rimane ignara della portata di questa manipolazione finché non ne vengono mostrati gli schemi. Ma a differenza della cupola fisica di Truman, con le sue telecamere e i suoi set artificiali, il nostro ambiente opera attraverso sofisticati sistemi tecnologici e vincoli digitali invisibili. I meccanismi di questa ingegneria della realtà – dalla manipolazione dei media alla programmazione sociale – sono stati esplorati in dettaglio in una precedente analisi. Ora ci concentreremo sulla forza trainante di questo mondo artificiale: la tecnocrazia, il sistema di controllo che rende possibile tale ingegneria della realtà su scala globale.

L'architettura tecnocratica non è stata semplicemente tramandata attraverso le istituzioni, ma è fluita attraverso le linee di sangue. Al centro di questa rete dinastica si trova Thomas Henry Huxley, noto come “il Bulldog di Darwin”, che contribuì a stabilire il materialismo scientifico come nuova religione mentre faceva parte dell'influente Tavola Rotonda di Rodi. Suo figlio Leonard portò avanti questa fiaccola, mentre i nipoti Aldous e Julian divennero architetti chiave dell'ordine mondiale moderno. Non si trattava di connessioni casuali, ma piuttosto dell'attenta coltivazione di reti di potere multigenerazionali.

I legami si approfondiscono attraverso il matrimonio e l'associazione. Charles Galton Darwin, nipote di Charles Darwin, scrisse The Next Million Years nel 1952, delineando il controllo della popolazione attraverso mezzi tecnologici. Suo figlio si sarebbe poi sposato con un membro della linea Huxley, creando un potente nesso di influenza che abbracciava scienza, cultura e governance.

Questo progetto intergenerazionale si è evoluto con la capacità tecnologica. Laddove Rockefeller una volta dichiarò “abbiamo bisogno di una nazione di lavoratori, non di pensatori” mentre costruiva la sua industria dell'informazione, oggi i tecnocrati si trovano ad affrontare un'equazione diversa. Con l'intelligenza artificiale che elimina la necessità del lavoro umano, l'attenzione si sposta dalla creazione di lavoratori obbedienti alla gestione della riduzione della popolazione, non attraverso la forza aperta, ma attraverso una sofisticata ingegneria sociale.

L'amministratore delegato di BlackRock, Larry Fink, ha di recente reso esplicito questo cambiamento, spiegando come l'intelligenza artificiale e l'automazione rimodelleranno le dinamiche demografiche: “Nei Paesi sviluppati con una popolazione in calo [...] questi Paesi svilupperanno rapidamente la robotica e la tecnologia dell'intelligenza artificiale [...] i problemi sociali che si avranno nel sostituire gli esseri umani alle macchine saranno molto più facili in quei Paesi con una popolazione in calo”. La sua schietta valutazione rivela come la capacità tecnologica guidi i programmi delle élite: man mano che il lavoro umano diventa meno necessario, la riduzione della popolazione diventa più auspicabile.

I messaggi sul cambiamento climatico, il calo delle nascite e la normalizzazione dell'eutanasia non sono sviluppi casuali, ma estensioni logiche di questo programma in evoluzione.


Dal cervello mondiale alla mente alveare digitale

Nel 1937 uno scrittore di fantascienza britannico immaginò un futuro in cui tutta la conoscenza umana sarebbe stata accessibile a tutti. Oggi lo chiamiamo Internet. H. G. Wells vide molto più della semplice tecnologia. “Il mondo ha un Cervello Mondiale a cui, in ultima analisi, tutta la conoscenza deve essere indirizzata”, scrisse, “e ha un sistema nervoso di comunicazioni stradali, ferroviarie e aeree che sta già iniziando a unire l'umanità in un tutt'uno”. La sua visione andava oltre la mera condivisione di informazioni. Attraverso The Open Conspiracy invocava “un movimento di tutto ciò che è intelligente nel mondo”, sostenendo esplicitamente la governance tecnocratica di un'élite scientifica che avrebbe gradualmente assunto il controllo della società. “La Cospirazione Aperta deve essere un movimento mondiale e non un movimento inglese o occidentale. Deve essere un movimento di tutto ciò che è intelligente nel mondo”. Wells delineò il suo schema per una classe di individui istruiti e razionali che avrebbero guidato questa trasformazione globale. Persino nella sua opera di narrativa, Shape of Things to Come, si legge di un progetto, in particolare nella descrizione di come una pandemia potrebbe facilitare la governance globale.

Questo piano ha trovato la sua espressione istituzionale attraverso Julian Huxley all'UNESCO. “La filosofia generale dell'UNESCO dovrebbe essere quella di un umanesimo scientifico di portata mondiale e di matrice evolutiva”, dichiarò in qualità di primo Direttore Generale. Attraverso opere come Religion Without Revelation (1927), Huxley non si limitò a suggerire la sostituzione della fede tradizionale, ma delineò una nuova ortodossia religiosa con la Scienza come divinità e gli esperti come sacerdozio. Questa devozione quasi religiosa all'autorità scientifica sarebbe diventata il quadro di riferimento per l'odierna accettazione incondizionata delle affermazioni degli esperti su tutto, dagli obblighi di vaccinazione alle linee di politica sul clima. La maggior parte dei civili non possiede le conoscenze specialistiche per valutare queste questioni tecniche complesse, eppure ci si aspetta che le accolgano con fervore religioso: “fidarsi della scienza” diventa l'equivalente moderno di “fidarsi della fede”. Questa cieca deferenza nei confronti dell'autorità scientifica, esattamente come immaginava Huxley, ha trasformato la scienza da metodo di indagine a sistema di credenze.

La famiglia Huxley fornì l'architettura intellettuale per questa trasformazione. “L'umanesimo scientifico mondiale” di Julian Huxley presso l'UNESCO stabilì il quadro istituzionale, mentre suo fratello Aldous ne rivelò la metodologia psicologica. Nella sua intervista del 1958 con Mike Wallace, Aldous Huxley spiegò come il rapido cambiamento tecnologico potesse sopraffare le popolazioni, facendole “perdere la capacità di analisi critica”. La sua descrizione del “controllo attraverso la sopraffazione” descrive perfettamente il nostro attuale stato di costante sconvolgimento tecnologico, in cui le persone sono troppo disorientate dai rapidi cambiamenti per resistere efficacemente ai nuovi sistemi di controllo.

Ancora più importante, Huxley sottolineò l'importanza di un'implementazione “graduale”, suggerendo che, calibrando attentamente i cambiamenti tecnologici e sociali, la resistenza potesse essere gestita e i nuovi sistemi di controllo normalizzati nel tempo. Questa strategia graduale, che rispecchia l'approccio della Fabian Society, è riscontrabile in ogni aspetto, dalla lenta erosione dei diritti alla privacy all'implementazione incrementale dei sistemi di sorveglianza digitale. Il suo monito sul condizionamento psicologico attraverso i media prefigurava gli attuali algoritmi dei social media e la modifica del comportamento digitale.

Between Two Ages di Zbigniew Brzezinski ampliò questo quadro, descrivendo un'imminente “era tecnetronica” caratterizzata dalla sorveglianza dei cittadini, dal controllo attraverso la tecnologia, dalla manipolazione del comportamento e dalle reti di informazione globali. Fu straordinariamente esplicito riguardo a questo progetto: “L'era tecnetronica comporta la graduale comparsa di una società più controllata. Una tale società sarebbe dominata da un'élite, libera dai valori tradizionali [...]. Presto sarà possibile esercitare una sorveglianza pressoché continua su ogni cittadino e mantenere archivi completi e aggiornati contenenti anche le informazioni più personali. Questi archivi saranno soggetti a un recupero immediato da parte delle autorità”. Oggi molti potrebbero ricordare sua figlia Mika Brzezinski come co-conduttrice di “Morning Joe” su MSNBC: mentre suo padre plasmava la teoria geopolitica, lei avrebbe continuato a influenzare l'opinione pubblica attraverso i media, dimostrando come l'influenza dell'establishment si adatti attraverso le generazioni.

Il concetto di “Cervello Mondiale” di Wells – una rete di informazioni globale interconnessa – è diventato realtà grazie all'ascesa dell'intelligenza artificiale e di Internet. Questa centralizzazione della conoscenza e dei dati rispecchia l'ambizione tecnocratica di una società globale basata sull'intelligenza artificiale, come esemplificato da iniziative come l'AI World Society (AIWS).

Le previsioni di George Orwell sono diventate la nostra realtà quotidiana: i teleschermi che tracciano i nostri movimenti sono diventati dispositivi intelligenti con telecamere e microfoni sempre accesi; la neolingua, che limita il linguaggio accettabile, è emersa come moderazione dei contenuti e correttezza politica; il buco della memoria che cancella i fatti scomodi opera attraverso la censura digitale e il “fact-checking”; il crimine di pensiero che punisce le opinioni sbagliate si manifesta come sistemi di credito sociale e punteggi di reputazione digitale; la guerra perpetua che mantiene il controllo continua attraverso conflitti infiniti e la “guerra al terrorismo”.

Si consideri come le principali pubblicazioni prevedano sistematicamente le imminenti trasformazioni tecnologiche: la promozione da parte dei media generalisti della mentalità del “mai offline” ha preceduto l'adozione diffusa di dispositivi di sorveglianza indossabili che ora convergono biologia umana e tecnologia digitale – quello che oggi viene chiamato “Internet dei corpi”.

Queste non sono previsioni casuali: rappresentano sforzi coordinati per abituare la popolazione a tecnologie sempre più invasive che confondono i confini tra il mondo fisico e quello digitale. Questo schema di anticipazione dei sistemi di controllo attraverso i media generalisti ha un duplice scopo: normalizza la sorveglianza e al contempo presenta la resistenza come futile o retrograda. Quando questi sistemi saranno pienamente implementati, la popolazione sarà già stata condizionata ad accettarli come un progresso inevitabile.

Se Orwell ci ha mostrato il bastone, Huxley ci ha rivelato la carota. Mentre Orwell metteva in guardia dal controllo attraverso il dolore, Huxley predisse il controllo attraverso il piacere. La sua distopia fatta di caste genetiche, diffusione di droghe che alterano l'umore e un intrattenimento senza fine corre parallela al nostro mondo di tecnologia CRISPR, farmaci psichiatrici e dipendenza digitale.

Sebbene le basi teoriche siano state gettate da visionari come Wells e Huxley, l'implementazione delle loro idee ha richiesto quadri istituzionali. La trasformazione da concetti astratti a sistemi di controllo mondiali sarebbe emersa attraverso reti di influenza attentamente elaborate.


Dalle Tavole Rotonde alla governance mondiale

Quando Cecil Rhodes morì nel 1902, lasciò molto più di una semplice fortuna in diamanti. Il suo testamento delineava la strada per un nuovo tipo di impero, costruito non attraverso la conquista militare, ma attraverso l'attenta formazione di futuri leader che avrebbero pensato e agito come tali. Carroll Quigley, nella sua influente opera Tragedy and Hope, fornì spunti di riflessione privilegiati sulle strutture di potere da lui osservate, scrivendo di come “i poteri del capitalismo finanziario avessero un altro obiettivo di vasta portata, nientemeno che creare un sistema mondiale di controllo finanziario in mani private, in grado di dominare il sistema politico di ogni Paese e l'economia mondiale nel suo complesso. Questo sistema sarebbe stato controllato in modo feudale dalle banche centrali mondiali, che agivano di concerto, attraverso accordi segreti stipulati in frequenti incontri e conferenze private”.

Ciò si sarebbe manifestato attraverso una rete basata sui contatti umani e sull'influenza istituzionale. Rhodes immaginava la creazione di una rete d'élite che avrebbe esteso l'influenza britannica a livello globale, promuovendo al contempo la “cooperazione” anglo-americana. La sua dottrina non riguardava solo il potere politico, ma anche la definizione dei meccanismi attraverso i quali i leader del futuro avrebbero pensato e operato.

I meccanismi del controllo globale hanno subito una profonda trasformazione dai tempi di Rhodes. Il modello 1.0 del globalismo operava attraverso gli stati nazionali, il colonialismo e le strutture esplicite dell'Impero britannico. L'attuale Globalismo 2.0 opera attraverso istituzioni aziendali e finanziarie, indirizzando il potere verso una governance globale centralizzata senza la necessità di un impero formale. Organizzazioni come il Gruppo Bilderberg, il Council on Foreign Relations, la Commissione Trilaterale e il Tavistock Institute hanno trascorso dai 50 ai 100 anni a guidare programmi e linee di politica globali, centralizzando gradualmente potere, influenza e risorse tra un'élite sempre più concentrata. Il Gruppo Bilderberg, in particolare, ha facilitato discussioni private tra influenti leader politici e imprenditoriali, plasmando a porte chiuse i processi decisionali di alto livello.

Le borse di studio Rhodes sono state più di un semplice programma educativo: hanno creato un canale per identificare e coltivare i futuri leader che avrebbero portato avanti questo programma tecnocratico. Il Movimento della Tavola Rotonda, emerso dal progetto di Rhodes, avrebbe creato gruppi influenti in Paesi chiave, creando reti informali che avrebbero plasmato la politica globale per generazioni.

Da queste Tavole Rotonde sono emerse istituzioni chiave per la governance globale: il Royal Institute of International Affairs (Chatham House) di Londra e il Council on Foreign Relations negli Stati Uniti. Queste organizzazioni non si sarebbero limitate a discutere di politica, ma avrebbero creato il quadro intellettuale attraverso il quale la politica poteva essere concepita. I loro membri avrebbero poi fondato la Società delle Nazioni, le Nazioni Unite e il sistema di Bretton Woods.

La visione di Alice Bailey, articolata attraverso la Lucis Trust (fondata nel 1922 come Lucifer Publishing Company prima di essere rinominata nel 1925), prefigurava e contribuiva a plasmare aspetti delle istituzioni globali odierne. Pur non avendo fondato direttamente le Nazioni Unite, l'influenza della Lucis Trust è visibile nei fondamenti spirituali e filosofici dell'organizzazione, tra cui la Sala di Meditazione presso la sede centrale delle Nazioni Unite. Nel libro The Externalization of the Hierarchy, scritto nell'arco di diversi decenni e pubblicato nel 1957, la Bailey delineò una visione di trasformazione globale che si avvicina a molte iniziative attuali delle Nazioni Unite. I suoi scritti descrivevano i cambiamenti che ora vediamo manifestarsi: sistemi di istruzione che promuovono la cittadinanza globale, programmi ambientali che ristrutturano la società, istituzioni spirituali che si fondono con credenze universali e sistemi economici sempre più integrati. In particolare indicò il 2025 come data obiettivo per questa “esteriorizzazione della gerarchia”, una tempistica in linea con molte iniziative globali attuali, tra cui l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.

Oggi questo piano d'azione si manifesta attraverso il World Economic Forum, dove Klaus Schwab, sotto la guida di Henry Kissinger, mette in pratica queste storiche guide tecnocratiche. Come affermò Kissinger nel 1992: “Un Nuovo Ordine Mondiale emergerà. L'unica domanda è se nascerà da intuizioni intellettuali e morali, e intenzionalmente, o se sarà imposto all'umanità da una serie di catastrofi”. Il WEF di Klaus Schwab plasma attivamente questo ordine “penetrando nei governi” attraverso il suo programma Young Global Leaders. Come si vantava lo stesso Schwab: “Ciò di cui siamo molto orgogliosi è che riusciamo a penetrare nei governi di diversi Paesi”, un'affermazione dimostrata dal fatto che diversi membri del governo di Paesi come Canada, Francia, Germania e Nuova Zelanda, così come politici statunitensi come Gavin Newsom, Pete Buttigieg e Huma Abedin, hanno partecipato alle iniziative di leadership del WEF.


Programmare il futuro: vendere la gabbia

Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud, sviluppò il quadro psicologico che sarebbe diventato il marketing moderno e la manipolazione dei social media. Questa connessione familiare non fu una coincidenza: le intuizioni psicologiche di Freud sulla natura umana sarebbero state trasformate da suo nipote in strumenti di manipolazione di massa. Questo modello di influenza continua ancora oggi: il co-fondatore di Netflix, Marc Bernays Randolph, è pronipote di Edward Bernays, a dimostrazione di come queste linee di sangue continuino a plasmare il nostro consumo culturale. Le tecniche di “ingegneria del consenso” e di gestione dell'opinione pubblica, sperimentate da Edward Bernays, operano ora attraverso piattaforme digitali su una scala senza precedenti, preparando il terreno per il fenomeno della programmazione predittiva.

La programmazione predittiva opera presentando i sistemi di controllo futuri come intrattenimento, normalizzandoli prima della loro implementazione. Quando la realtà rispecchia la finzione, il pubblico è stato precondizionato ad accettarla. Non si tratta di una mera coincidenza: queste narrazioni preparano sistematicamente le popolazioni a trasformazioni pianificate.

Come spiega il teorico Alan Watt: “La programmazione predittiva agisce creando un condizionamento psicologico nelle nostre menti attraverso un processo di tipo pavloviano. Esponendo ripetutamente le persone a eventi futuri, o sistemi di controllo attraverso i media di intrattenimento, le risposte diventano familiari e quegli eventi vengono quindi accettati come eventi naturali quando si manifestano nella realtà”.

Hollywood funge da veicolo principale per la normalizzazione delle idee tecnocratiche. Film e programmi TV presentano costantemente scenari futuri che poi diventano realtà:

• Minority Report (2002) prevedeva pubblicità personalizzata e interfacce controllate dai gesti → Ora abbiamo annunci mirati e controlli touchless;

 Iron Man (2008) ha normalizzato le interfacce cervello-computer per l'uso quotidiano → Ora vediamo Neuralink e altre iniziative di impianti neurali ottenere l'accettazione del pubblico;

• Black Mirror (2011-) episodi sui punteggi di credito sociale → La Cina ha implementato sistemi simili;

• Contagion (2011) ha previsto in modo inquietante le risposte alla pandemia → Molte delle sue scene si sono svolte nella vita reale;

• The Social Network (2010) ha descritto la rivoluzione tecnologica come inevitabile e i leader come brillanti outsider → Portando a una diffusa venerazione dei tecnocrati;

• Person of Interest (2011) ha descritto la sorveglianza di massa tramite l'intelligenza artificiale → Ora abbiamo un riconoscimento facciale diffuso e una polizia predittiva;

• Her (2013) ha descritto un'intima relazione tra un essere umano e un assistente AI, presagendo l'erosione dei legami umani tradizionali;

• Elysium (2013) ha descritto la divisione tecnologica di classe → Ora assistiamo a un crescente dibattito sul potenziamento transumano limitato alle élite;

• Transcendence (2014) ha esplorato la fusione della coscienza umana con l'IA → Ora assistiamo a un rapido progresso di Neuralink e altre iniziative di interfaccia cervello-computer;

• Ready Player One (2018) ha normalizzato l'immersione digitale completa e l'economia virtuale → Ora assistiamo a iniziative di metaverso e mercati di asset digitali.

Anche l'intrattenimento per bambini gioca un ruolo. Film come WALL•E predicono il collasso ambientale, mentre film per bambini come Big Hero 6 della Disney/Pixar mostrano la tecnologia che “salva” l'umanità. Il messaggio rimane coerente: la tecnologia risolverà i nostri problemi, ma a scapito delle relazioni umane tradizionali e delle libertà. Questo condizionamento sistematico attraverso i media richiederebbe un quadro istituzionale altrettanto sistematico per essere implementato su larga scala.

Mentre Bernays e i suoi successori svilupparono il quadro psicologico per l'influenza di massa, l'implementazione di queste idee su larga scala richiese una solida architettura istituzionale. La traduzione di queste tecniche di manipolazione dalla teoria alla pratica sarebbe emersa attraverso reti di influenza attentamente costruite, ciascuna basata sul lavoro delle altre. Queste reti non si sarebbero limitate a condividere idee, ma avrebbero attivamente plasmato i meccanismi attraverso i quali le generazioni future avrebbero compreso e interagito con il mondo.


La rete istituzionale

La mappa tecnocratica richiedeva istituzioni specifiche per la sua attuazione. La Fabian Society, il cui stemma raffigura un lupo travestito da agnello e un logo a forma di tartaruga a rappresentare il loro motto “quando colpisco, colpisco duro” e “cambiamento lento e costante”, stabilì meccanismi per una graduale trasformazione sociale. Questo approccio gradualista sarebbe diventato un modello per l'attuazione del cambiamento istituzionale senza innescare resistenze.

La traduzione della teoria tecnocratica in linee di politica globali richiedeva la forza delle istituzioni. Organizzazioni come le Fondazioni Rockefeller e Ford non si limitarono a sostenere queste iniziative, ma ristrutturarono sistematicamente la società attraverso finanziamenti strategici e l'attuazione delle relative linee di politica. L'influenza della Fondazione Rockefeller sulla medicina rispecchiava la riorganizzazione dell'istruzione da parte di quella Ford, creando meccanismi interconnessi di controllo sulla salute e sulla conoscenza. Queste fondazioni erano più che semplici organizzazioni filantropiche: fungevano da incubatori per la governance tecnocratica, coltivando attentamente reti di influenza attraverso sovvenzioni, borse di studio e supporto istituzionale. Il loro lavoro dimostrò come una beneficenza di facciata potesse mascherare una profonda ingegneria sociale, un modello che continua con i filantropi di oggi nel mondo della tecnologia.

Bill Gates esemplifica questa evoluzione: la sua fondazione esercita un'influenza senza precedenti sulle linee di politica sanitarie globali, investendo contemporaneamente in sistemi di identificazione digitale, alimenti sintetici e tecnologie di sorveglianza. L'acquisizione di vaste proprietà agricole, che lo ha reso il più grande proprietario terriero privato d'America, corre parallela al suo controllo sui sistemi globali di conservazione e distribuzione dei semi. Come Rockefeller prima di lui, Gates utilizza le donazioni filantropiche per plasmare molteplici ambiti, dalla sanità pubblica al mondo dell'istruzione, dall'agricoltura all'identità digitale. La sua visione transumanista si estende alla brevettazione di interfacce uomo-computer, posizionandosi per influenzare non solo i nostri sistemi alimentari e sanitari, ma potenzialmente la biologia umana stessa attraverso l'integrazione tecnologica. Attraverso investimenti strategici nei media e pubbliche relazioni attentamente gestite, queste attività sono tipicamente presentate come iniziative benefiche piuttosto che come esercizi di controllo. Il suo lavoro dimostra come i filantropi moderni abbiano perfezionato i metodi dei loro predecessori nell'utilizzare le donazioni benefiche per progettare la trasformazione sociale.

La trasformazione della medicina offre un esempio lampante di come si siano evoluti i sistemi di controllo. Jonas Salk, celebrato come filantropo per il suo lavoro sui vaccini, rivelò motivazioni più oscure in libri come The Survival of the Wisest e World Population and Human Values: A New Reality, che sostenevano esplicitamente l'eugenetica e i programmi di spopolamento. Questo schema di apparente filantropia che maschera il controllo demografico si è ripetuto per tutto il secolo scorso, costringendoci a riconsiderare molti dei nostri presunti eroi del progresso.

La strumentalizzazione della divisione sociale è emersa attraverso un attento studio accademico. Il lavoro di Margaret Mead e Gregory Bateson in Papua Nuova Guinea, in particolare il loro concetto di schismogenesi (la creazione di fratture sociali), ha fornito il quadro teorico per l'ingegneria sociale moderna. Pur essendo presentati come una ricerca antropologica neutrale, i loro studi hanno di fatto creato un manuale per la manipolazione sociale attraverso lo sfruttamento dei conflitti interni. Steps to an Ecology of Mind di Bateson ha rivelato come i modelli di comunicazione e i circuiti di feedback possano plasmare il comportamento sia individuale che collettivo. Il concetto di schismogenesi descriveva come le separazioni iniziali potessero amplificarsi in cicli di opposizione auto-rinforzanti, un processo che oggi vediamo deliberatamente implementato attraverso gli algoritmi dei social media e i programmi di informazione mainstream.

Hate Inc. di Matt Taibbi offre una potente analisi contemporanea di come questi principi operino nella nostra era digitale. Ciò che Bateson osservò nelle culture tribali, Taibbi documenta nell'ecosistema mediatico odierno: lo sfruttamento sistematico della divisione attraverso la distribuzione algoritmica di contenuti e metriche di coinvolgimento, creando una forma industrializzata di schismogenesi che alimenta il controllo sociale attraverso conflitti artificiali, anche quando l'establishment “monopartitico” converge su questioni chiave come la politica estera.

Il Royal Institute of International Affairs e il Council on Foreign Relations hanno plasmato i quadri politici internazionali, mentre il Tavistock Institute ha sviluppato e perfezionato tecniche di operazioni psicologiche. La Scuola di Francoforte ha rimodellato la critica culturale e la Commissione Trilaterale ha guidato l'integrazione economica. Ognuna di queste organizzazioni svolge molteplici ruoli: incubare idee tecnocratiche, formare i futuri leader, creare reti di influencer chiave, sviluppare quadri politici e progettare il cambiamento sociale.

The Impact of Science on Society di Bertrand Russell fornì il modello per il controllo dell'istruzione moderno. “La materia che avrà maggiore importanza politica è la psicologia di massa”, scrisse. “La sua importanza è stata enormemente accresciuta dallo sviluppo dei metodi di propaganda moderni. Tra questi il più influente è quello che viene chiamato ‘istruzione’”. Le sue schiette esplorazioni del controllo demografico e della governance scientifica trovano espressione nei dibattiti contemporanei sul governo degli esperti e sul “seguire la scienza”. Queste idee si manifestano ora in sistemi educativi digitali standardizzati e piattaforme di apprendimento basate sull'intelligenza artificiale.

Limits to Growth del Club di Roma merita un'attenzione particolare per aver stabilito il quadro intellettuale alla base delle attuali iniziative di controllo ambientale e demografico. La loro dichiarazione secondo cui “il nemico comune dell'umanità è l'essere umano” ha rivelato il loro vero programma. Come affermarono esplicitamente in The First Global Revolution (1991): “Nella ricerca di un nuovo nemico che ci unisse, abbiamo concepito l'idea che l'inquinamento, la minaccia del riscaldamento globale, la scarsità d'acqua, la carestia e simili sarebbero stati adatti [...]. Tutti questi pericoli sono causati dall'intervento umano ed è solo attraverso un cambiamento di atteggiamenti e comportamenti che possono essere superati. Il vero nemico, quindi, è l'umanità stessa”. Le loro previsioni sulla scarsità di risorse non riguardavano solo le preoccupazioni ambientali, ma fornivano le basi per le attuali iniziative di comunicazione sul cambiamento climatico e di controllo demografico, abilitando il controllo sia attraverso l'allocazione delle risorse che attraverso l'ingegneria demografica.

Queste strutture istituzionali non sono rimaste statiche, ma si sono evolute con la capacità tecnologica. Ciò che è iniziato come un sistema fisico di controllo avrebbe trovato la sua massima espressione nell'infrastruttura digitale, raggiungendo un livello di sorveglianza e modifica comportamentale che i tecnocrati del passato potevano solo immaginare.


Implementazione moderna: la convergenza dei sistemi di controllo

L'architettura di sorveglianza moderna pervade ogni aspetto della vita quotidiana. Dispositivi intelligenti monitorano i ritmi del sonno e i parametri vitali di milioni di persone, mentre assistenti AI guidano le nostre routine quotidiane con il pretesto della comodità. Proprio come il mondo di Truman era controllato da telecamere nascoste e interazioni organizzate, il nostro ambiente digitale monitora e modella il nostro comportamento attraverso dispositivi che accettiamo volentieri. Notizie e informazioni fluiscono attraverso filtri algoritmici attentamente selezionati che plasmano la nostra visione del mondo, mentre la sorveglianza e l'automazione sul posto di lavoro definiscono sempre più i nostri ambienti professionali. Il nostro intrattenimento arriva attraverso sistemi di raccomandazione, le nostre interazioni sociali sono mediate da piattaforme digitali e i nostri acquisti sono monitorati e influenzati da pubblicità mirate. Laddove il mondo di Truman era controllato da un singolo produttore e da un team di produzione, la nostra realtà ingegnerizzata opera attraverso quadri integrati di tecnologie di controllo. L'infrastruttura della tecnocrazia – dalla sorveglianza digitale agli algoritmi di modificazione comportamentale – fornisce i mezzi pratici per implementare questo controllo su larga scala, ben oltre qualsiasi cosa raffigurata nel mondo artificiale di Truman.

Come l'ambiente attentamente controllato di Truman, il nostro mondo digitale crea un'illusione di scelta mentre ogni interazione è monitorata e plasmata. Ma a differenza delle telecamere fisiche di Truman, il nostro sistema di sorveglianza è invisibile, integrato nei dispositivi e nelle piattaforme che adottiamo volontariamente. Persino le nostre decisioni in materia di salute sono sempre più guidate da algoritmi “esperti”, l'istruzione dei nostri figli viene standardizzata attraverso piattaforme digitali e i nostri viaggi sono costantemente monitorati tramite biglietti digitali e GPS. Ancora più insidioso, il denaro stesso si sta trasformando in valuta digitale tracciabile, completando il circuito di sorveglianza. Proprio come ogni acquisto e movimento di Truman era attentamente tracciato nel suo mondo artificiale, le nostre transazioni finanziarie e i nostri movimenti fisici sono sempre più monitorati e controllati attraverso sistemi digitali, ma con una precisione e una portata ben maggiori di qualsiasi cosa possibile nella realtà artificiale di Truman.

I programmi storici si sono manifestati con notevole precisione nei nostri sistemi attuali. Il Cervello Mondiale di Wells è diventato il nostro Internet, mentre il soma di Huxley assume la forma di SSRI diffusi. I sogni di governance globale della Bailey emergono attraverso le Nazioni Unite e il WEF, mentre l'era tecnetronica di Brzezinski si afferma come capitalismo della sorveglianza. Il modello educativo di Russell si manifesta nelle piattaforme di apprendimento digitale, le tecniche di manipolazione di Bernays alimentano i social media e le preoccupazioni ambientali del Club di Roma guidano le linee di politica sui cambiamenti climatici. Ogni modello storico trova la sua implementazione moderna, creando reti di controllo convergenti.

La fase successiva dei sistemi di controllo sta già emergendo. Le valute digitali delle banche centrali (CBDC) stanno creando quello che equivale a un gulag digitale, dove ogni transazione richiede approvazione e può essere monitorata o impedita. I punteggi ambientali, sociali e di governance (ESG) estendono questo controllo al comportamento aziendale, mentre la governance basata sull'intelligenza artificiale automatizza sempre più i processi decisionali. Questo nuovo paradigma codifica efficacemente la “cancel culture”, oltre alle iniziative di diversità, equità e inclusione, nel sistema monetario, creando un sistema completo di controllo finanziario.

Iniziative come Internet dei Corpi e lo sviluppo di città intelligenti supervisionate da enti governativi come la rete C40 dimostrano ulteriormente come la visione tecnocratica venga implementata oggi. Questi sforzi per fondere la biologia umana con la tecnologia digitale e per centralizzare le infrastrutture urbane sotto il controllo tecnocratico rappresentano la logica estensione del modello storico delineato in questo saggio.


Comprendere per resistere

Il futuro tecnocratico non è in arrivo: è già qui. Ogni giorno viviamo le previsioni che questi pensatori fecero decenni fa, ma comprendere la loro visione ci dà potere.

Proprio come Truman Burbank salpa infine verso i confini del suo mondo artificiale, riconoscendo l'illusione che lo aveva limitato, anche noi dobbiamo trovare il coraggio di spingerci oltre i confini della nostra realtà imposta digitalmente. Ma a differenza della cupola fisica di Truman, i nostri vincoli sono sempre più biologici e psicologici, intrecciati nel tessuto stesso della vita moderna attraverso sistemi di controllo tecnocratici. La domanda non è se viviamo in un sistema simile a quello di Truman: è dimostrato che è così. La domanda è se riconosceremo la nostra cupola digitale prima che diventi biologica e se avremo il coraggio di navigare verso i suoi confini come fece Truman.

Azioni individuali

• Implementare solide pratiche di privacy: crittografia, minimizzazione dei dati, comunicazioni sicure;

• Sviluppare competenze critiche di alfabetizzazione mediatica;

• Mantenere alternative analogiche ai sistemi digitali;

• Praticare periodi sabbatici tecnologici.

 

Costruzione di famiglie e comunità

• Creare reti di supporto locali indipendenti dalle piattaforme digitali;

• Insegnare ai bambini il pensiero critico e il riconoscimento di schemi;

• Creare alternative economiche basate sulla comunità;

• Costruire relazioni faccia a faccia e incontri regolari.


Approcci sistemici

• Supportare e sviluppare tecnologie decentralizzate;

• Creare sistemi paralleli per l'istruzione e la condivisione delle informazioni;

• Costruire strutture economiche alternative;

• Sviluppare l'indipendenza alimentare ed energetica locale.

La nostra resistenza quotidiana deve avvenire attraverso un impegno consapevole: utilizzare la tecnologia senza essere utilizzati da essa, consumare intrattenimento comprendendone la programmazione e partecipare alle piattaforme digitali mantenendo la privacy. Dobbiamo imparare ad accettare la comodità senza rinunciare all'autonomia, seguire gli esperti mantenendo il pensiero critico e abbracciare il progresso preservando i valori umani. Ogni scelta diventa un atto di resistenza consapevole.

Anche questa analisi segue il modello che descrive. Ogni sistema di controllo è emerso attraverso uno schema coerente: prima una tabella di marcia articolata da pensatori chiave, poi un quadro sviluppato attraverso le istituzioni, infine un'implementazione che appare inevitabile una volta completata. Proprio come Wells immaginò il Cervello Mondiale prima di Internet e Rhodes progettò i sistemi di borse di studio prima della governance globale, il progetto diventa visibile solo dopo averne compreso i componenti.


La scelta futura

Come con il graduale risveglio di Truman a fronte dell'artificialità del suo mondo, la nostra consapevolezza di questi sistemi di controllo si sviluppa attraverso il riconoscimento di schemi. E proprio come Truman deve superare le sue paure programmate per navigare verso i confini del mondo a lui noto, anche noi dobbiamo superare i nostri comodi vincoli tecnologici per preservare la nostra umanità.

La convergenza di questi sistemi di controllo – dal fisico allo psicologico, dal locale al globale, dal meccanico al digitale – rappresenta il culmine di un progetto di ingegneria sociale durato un secolo. Ciò che ebbe inizio con i monopoli hardware di Edison e il Cervello Mondiale di Wells si è evoluto in un sistema onnicomprensivo di controllo tecnologico, creando un Truman Show digitale su scala globale.

Tuttavia la conoscenza di questi sistemi rappresenta il primo passo verso la resistenza. Comprendendone lo sviluppo e riconoscendone l'implementazione, possiamo compiere scelte consapevoli sul nostro coinvolgimento con essi. Sebbene non possiamo sfuggire completamente dalla griglia tecnocratica, possiamo preservare la nostra umanità al suo interno attraverso azioni consapevoli e connessioni locali.

Il futuro rimane non scritto. Attraverso la comprensione e l'azione consapevole, possiamo contribuire a plasmare un mondo che preservi l'agire umano all'interno della rete tecnologica che definisce sempre più la nostra realtà.

Questa scala metaforica, che si eleva sempre più verso un'ascesa apparentemente divina, riflette la visione tecnocratica della trascendenza dell'umanità attraverso mezzi tecnologici. Malgrado ciò la vera liberazione non risiede nello scalare questa gerarchia costruita, ma nello scoprire la libertà che esiste oltre i suoi confini: la libertà di plasmare il nostro destino piuttosto che lasciarlo dettare da una mano invisibile. La scelta che ci attende è chiara: rimarremo Truman accettando i limiti del nostro mondo costruito? O faremo quel passo finale, salpando verso un futuro incerto ma in definitiva autodeterminato?


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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