giovedì 31 agosto 2023

L'esistenza stessa di Bitcoin è un paradosso politico

 

 

da Bitcoin Magazine

“Ogni volta che assistiamo a un atto che riteniamo ingiusto e non agiamo, diventiamo complici dell'ingiustizia. Coloro che sono ripetutamente passivi di fronte all'ingiustizia presto si troveranno il carattere corroso dal servilismo.”

~ Jullian Assange, “Conspiracy as Governance”, 2006

Esiste una profonda ironia nel vivere in un mondo che è diventato profondamente polarizzato e politicizzato: è emerso da esso un sistema immutabile e apolitico.

Come protocollo, Bitcoin è assolutamente apolitico: è indifferente a qualsiasi credo politico o ideologia; è decisamente neutrale, il che è in netto contrasto con quasi tutto il resto in questo mondo da clown. Bitcoin è neutrale rispetto a razza, religione, etnia, sesso, altezza, colore dei capelli, colore della pelle, colore degli occhi, tipo di corpo, forma del corpo, nome, lingua, posizione, ricchezza, o qualsiasi altra miriade di fattori identificativi e distintivi.

Bitcoin elaborerà qualsiasi transazione da qualsiasi persona e verso qualsiasi altra persona, indipendentemente da tutto il resto. L'unica eccezione è se non aderite alle regole della rete, o se non pagate le commissioni appropriate per elaborare la vostra transazione, il che si riduce essenzialmente a un'offerta in un mercato libero per pagare la scarsità di spazio nei blocchi. Supponendo che questi due elementi siano soddisfatti, la transazione verrà elaborata.

Il paradosso politico è l'esistenza stessa di Bitcoin, essa implica che una coorte d'individui abbia cercato di creare una tecnologia con quel tipo esatto di proprietà. Mentre il protocollo in quanto tale è apolitico, questo atto di creazione è profondamente politico.

Quando qualcuno vede Bitcoin per quello che è realmente, inizia a capire molte cose del nostro sistema che prima erano (apparentemente) incomprensibili. Prima di Bitcoin non avevamo un sistema superiore, o un punto di confronto, niente che potesse evidenziare le caratteristiche difettose del nostro sistema fornendo una prospettiva alternativa.

Ora abbiamo qualcosa con cui confrontare il sistema attuale. La creazione di Bitcoin ha rappresentato l'aver compreso che un sistema monetario — una rete di valore — centralizzata e che ne consente la militarizzazione da parte di coloro che hanno privilegi amministrativi a spese di quelli che ne sono sprovvisti, è estremamente imperfetto e immorale. Questo sistema di incentivi che premia le persone che giocano a giochi politici, in particolare coloro che si avvicinano al centro di questo sistema, permette loro di trarne vantaggio a spese di quelli che invece sono più lontani da suddetto centro. La natura a somma zero dell'attuale sistema rappresenta un altro difetto nel codice del sistema bancario centrale, ma forse per chi l'ha progettato è un pregio? Questa dinamica di disuguaglianza non fa che accelerare col passare del tempo, poiché coloro che sono al centro del sistema continuano ad aumentare l'offerta di unità monetarie a spese di un'ampia fascia di utenti nella rete e alla fine della rete stessa.

La creazione di questa tecnologia che chiamiamo "Bitcoin" è forse l'atto politico più significativo di tutti i tempi. È una tecnologia diametralmente opposta al sistema attuale e a tutto ciò che esso rappresenta. Bitcoin cancella l'idea che qualcuno possa mettersi tra due singoli esseri umani e il loro diritto di effettuare transazioni, o che qualsiasi entità o gruppo possa avere un tal potere. Bitcoin cancella le richieste di identificazione per accedere alla sua rete di trasferimento del valore ed essere soggetti a sorveglianza e perdita di privacy. Bitcoin cancella i confini immaginari tracciati da persone che si arrogano il diritto di avere un impatto sulla nostra capacità di effettuare transazioni. Il sistema attuale afferma che il diritto di effettuare transazioni non è un diritto umano fondamentale e Bitcoin cancella anche questo.

Bitcoin è un voto in opposizione al sistema attuale e ai valori che esso ha tentato d'installare nelle menti di molti. È, nella sua stessa essenza, politico.

Il bello di Bitcoin è che non vi costringerà mai a usarlo, come fa il sistema attuale: non imporrà mai il suo potere su di voi o su nessun altro. Offrirà semplicemente incentivi superiori. E nessuno potrà mai controllare la rete, quindi nessuno potrà catturare questo potere per sé. Bitcoin è un sistema immacolato d'incentivi che consente il flusso di chiarezza informativa da qualsiasi nodo della rete a qualsiasi altro; un sistema che non è di proprietà di nessuno. Laddove non esiste alcuna struttura gerarchica, non esiste nemmeno uno squilibrio nella distribuzione di queste informazioni che potrebbe consentire a un qualsiasi nodo di soverchiarne un altro come risultato.

È impossibile non meravigliarsi di fronte alla sua esistenza e alla sua natura.

Un protocollo monetario apolitico è nato in un mondo profondamente corrotto e confuso da un sistema di potere politico e violenza. Come ha detto Jullian Assange, una volta che abbiamo di fronte un'ingiustizia ci viene offerta una scelta: rimanere passivi e diventare parte dell'ingiustizia — e nel processo essere consumati dal servilismo — o prendere le misure necessarie per agire e opporci a tale ingiustizia (optando, ad esempio, per la rete di libertà rappresentata da Bitcoin).

So bene quale scegliere tra le due.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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mercoledì 30 agosto 2023

Le banche creano denaro dal nulla... cosa mai potrebbe andare storto?

Quando emergono problemi economici sono leste a comparire le voci per una "stabilizzazione del sistema". Non bisogna sorprendersi, quindi, se, ad esempio, il comparto bancario commerciale statunitense naviga in brutte acque nonostante tutti gli interventi finora implementati, perché è l'ossessione per la stabilizzazione a destabilizzare ulteriormente le cose. Mises scrisse molto contro la "stabilizzazione", ovvero l'idea che il potere d'acquisto del denaro dovesse essere stabilizzato tramite la politica monetaria. Disse che questo errore deriva dal complesso divino di alcuni economisti e dal desiderio di rendere l'economia più simile alla fisica. Gli argomenti di Mises andavano dal teorico (l'economia è in continua evoluzione) al pratico (nessuna misura del potere d'acquisto del denaro può essere costruita per l'intera economia). Il valore del denaro non dovrebbe essere stabilizzato perché non c'è nulla di stabile in un'economia sana e dinamica. Le preferenze dei consumatori, la tecnologia, le risorse naturali e un milione di altre variabili cambiano costantemente e gli imprenditori hanno il compito di organizzare la produzione alla luce delle loro anticipazioni sulle condizioni di mercato future. Se la tecnologia cambia in modo tale da consentire alla produzione di espandersi e il risultato è la deflazione dei prezzi, così sia. Se i consumatori decidono di aumentare il consumo rispetto ai loro risparmi, allora dovremmo consentire ai prezzi dei beni di consumo e dei fattori di produzione di adeguarsi di conseguenza. Qualsiasi tentativo d'impedire tali cambiamenti annullerà la tendenza dei piani degli imprenditori ad allinearsi con la domanda dei consumatori. Peggio ancora, la politica monetaria intesa a stabilizzare l'economia causerà una destabilizzazione ancora maggiore sotto forma di crisi finanziarie e cicli economici. Inoltre anche una linea di politica riguardo l'inflazione al tasso apparentemente moderato del 2%, essa diventa istituzionalizzata e tutti i suoi effetti si metastatizzano in tutta l'economia e la cultura. Il risparmio è scoraggiato e il rischio è incoraggiato, lo stato cresce in dimensioni e portata, l'economia diventa "finanziarizzata", la disuguaglianza di reddito e ricchezza si aggrava perché l'EffettoCantillon crea vincitori e vinti. La ricerca della stabilizzazione è una ricerca della destabilizzazione e la cosa migliore da fare a proposito è separare denaro e stato.

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di Stephen Apolito

Potreste giustamente chiedervi: come può una banca, come la banca di quartiere in fondo alla strada, "creare denaro dal nulla"?

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo entrare nel regno magico del "sistema bancario a riserva frazionaria", dove i depositi si trasformano in prestiti, i prestiti si trasformano in denaro e così via. Per ogni vecchio dollaro che entra, ne escono nove nuovi, creati con un tratto di penna o un clic del mouse. Come forse saprete, i depositi sono prestiti del depositante alla banca, tuttavia le banche possono ricavare nuovi prestiti da quelli vecchi prestando lo stesso dollaro a nove clienti diversi: un'impresa che, per chi non lo sapesse, è tanto sorprendente quanto spaventosa!

Questa alchimia finanziaria è perfettamente legale ed è infatti realizzata con l'aiuto e l'assistenza delle banche centrali, inclusa la Federal Reserve. Se questa ruota della fortuna dovesse urtare un dosso e improvvisamente andare fuori strada, non preoccupatevi perché una banca centrale può fare ciò che nessun altro può fare legalmente: contraffare nuovo denaro per sistemare le cose, un'impresa che nessun altro può fare!

Diamo un'occhiata più da vicino a come funziona il sistema bancario a riserva frazionaria. Il cliente A deposita $10.000 in un conto corrente presso First Bank. Quest'ultima lo registra nei suoi libri contabili e accredita il conto al cliente A. Il denaro versato diventa un attivo della banca (un credito), compensato dalla passività nei confronti del cliente A (un debito). La First Bank ora ha denaro da prestare, soggetto ai requisiti di riserva dello stato. I requisiti di riserva, stabiliti dalla FED, specificano l'importo (espresso in percentuale rispetto ai depositi) che un istituto di credito deve tenere in riserva, sotto forma di contanti nel caveau o in deposito presso una banca centrale, al fine di garantire il pagamento dei clienti qualora ritirassero i loro depositi. Il requisito di riserva per depositi superiori a $36,1 milioni (al 3 gennaio 2023) presso qualsiasi istituto di credito è stato tradizionalmente del 10%. Di conseguenza First Bank è libera di prestare $9.000 dei depositi custoditi mantenendone $1.000 in riserva.

Il cliente B entra in First Bank alla ricerca di un prestito per un'auto. First Bank accetta di prestare al cliente B $9.000 e li accredita sul suo conto corrente, mentre gli addebita un conto asset chiamato "prestiti attivi". Come ricorderete, i prestiti bancari ai clienti sono "investimenti" e, quindi, sono attivi, non passivi.

Al completamento di queste due transazioni, il rendiconto finanziario di First Bank sarebbe simile al seguente (per semplicità non ho ipotizzato altre transazioni).

Tabella 1: Rendiconto finanziario di First Bank, 31 dicembre 2022

 

Attivi

(Crediti)

Passivi ed equity

(Debiti)

Liquidità

 

$10,000

 

Prestiti effettuati

$9,000

 

Depositi

 

$19,000

Riserve

$1,000

 

Equity della banca

 

$1,000

Totale

$20,000

$20,000

Si noti che la banca ha passività in depositi pari a $19.000 e liquidità pari a $10.000. Ipotizziamo che il finanziamento al cliente B sia di durata triennale, pagabile con interessi in rate mensili. I depositi a vista (saldo del conto corrente) includono il deposito originale di $10.000 dal cliente A più i proventi del prestito al cliente B. Quest'ultimo spenderà i soldi del prestito per un'auto nei giorni successivi. Da dove provenivano i soldi del prestito accreditati sul conto corrente del cliente B? Dal nulla!

La ruota gira di nuovo quando il rivenditore di auto deposita i proventi ($9.000) nella sua banca, la Second Bank. Ora quest'ultima, come First Bank, è libera di concedere prestiti, soggetti all'obbligo di riserva del 10%. Quando finalmente la ruota smette di girare vengono creati prestiti per $90.000 su una base di liquidità di soli $10.000. Come abbiamo visto, quel denaro è di per sé una chimera, nient'altro che debito racchiuso in altro debito.

Tabella 2: Sistema bancario a riserva frazionaria

Banca

Depositi

Riserve

(10%)

 

Prestiti

First

$10,000

$1,000

$9,000

Second

$9,000

$900

$8,100

Third

$8,100

$810

$7,290

Fourth

$7,290

$729

$6,561

Fifth

$6,561

$656

$5,905

Altre

banche

$59,049

$5,905

$53,144

Totale

$100,000

$10,000

$90,000

La tabella qui sopra mostra che le banche possono espandere l'offerta di denaro di un fattore dieci quando la riserva obbligatoria è del 10%. A livello storico l'obbligo di riserva degli Stati Uniti è stato del 10% sui depositi normali (es. conti correnti e ordini di prelievo negoziabili) e dello 0% sui depositi vincolati (es. conti di risparmio e certificati di deposito). L'obbligo di riserva dello 0% sui depositi vincolati consente alle banche di espandere l'offerta di denaro ben oltre un fattore dieci.

Alcuni sosterrebbero che le banche non sono veramente "insolventi", solo illiquide a volte, non sempre avendo liquidità pronta quando necessario. Tuttavia questo è vero solo se prendiamo in considerazione una o poche banche alla volta: qualsiasi banca con una temporanea carenza di liquidità potrebbe sempre prendere in prestito i fondi necessari per compensarla. Il problema, tuttavia, è che tutte le banche sono illiquide e, se colpite da uno shock finanziario generale, possono facilmente scivolare nell'insolvenza.

Quando il coefficiente di riserva è del 10%, i depositi totali si riducono di dieci dollari per ogni dollaro ritirato dal sistema bancario. Le banche devono quindi richiedere prestiti o vendere titoli per coprire le richieste di denaro dei loro depositanti. Questa "crisi di liquidità" è la ragione alla base della maggior parte delle crisi finanziarie, delle corse agli sportelli bancari e di simili disordini economici. È "debito in via di estinzione", ma questa volta su larga scala!

A partire dal 26 marzo 2020 la Federal Reserve ha ridotto a zero i requisiti di riserva! Anche prima di questa modifica, gli obblighi di riserva si applicavano solo ai conti normali, ai depositi a termine non personali e alle passività in eurovaluta. Tutto il resto era espandibile. Pertanto le banche potrebbero creare tanto denaro dal nulla quanto vorrebbero. Quando i requisiti di riserva sono pari a zero, la capacità di creare denaro è infinita!

La manipolazione del denaro da parte del sistema bancario centrale è la causa principale dei nostri problemi economici. Le bolle nei prezzi delle case, nelle obbligazioni del Tesoro e nelle obbligazioni societarie — per fare solo alcuni esempi — e le recenti bancarotte di banche come Silicon Valley, Republic Bank e Signature Bank possono essere tutte ricondotte alla politica monetaria.

Il problema fondamentale per la maggior parte delle banche è che sono costrette a investire "a lungo" ma a prendere in prestito "a breve", cosa che nessun manager finanziario prudente farebbe mai. I conti corrente e altri depositi a vista sono passività a breve termine; i prestiti bancari, come i prestiti per le auto, sono investimenti a medio termine; i prestiti ipotecari, invece, sono investimenti a lungo termine. Le banche investono anche in titoli di stato per bilanciare il loro portafoglio d'investimenti. Investire "a lungo", tuttavia, sottopone la banca a rischi di tasso d'interesse, perché il valore del loro portafoglio è inversamente correlato alle variazioni dei tassi d'interesse. Un mutuo ipotecario trentennale con un rendimento del 2% vale solo una frazione di un prestito simile con un rendimento del 6%. Per essere più precisi, un investimento di $100.000 in uno strumento del genere varrebbe solo $44.280 se i tassi d'interesse dovessero salire al 6%. Se dovessero salire ulteriormente all'8%, il valore scenderebbe a $31.768, secondo il calcolatore dei prezzi delle obbligazioni.

Ed è qui che sta la trappola in cui è caduta Silicon Valley Bank, con risultati disastrosi. È la trappola tesa dalla natura stessa del sistema bancario a riserva frazionaria:

In un periodo di soli due giorni a marzo 2023, la banca è passata da solvibile a fallita quando i depositanti si sono precipitati per ritirare i loro fondi, con il risultato che le autorità di regolamentazione federali hanno chiuso definitivamente la banca il 10 marzo 2023.

Il crollo di SVB ha segnato il secondo più grande fallimento bancario nella storia degli Stati Uniti dopo quello di Washington Mutual nel 2008.

Che il denaro creato dal nulla dovrebbe un giorno evaporare davanti ai nostri occhi non dovrebbe sorprendere nessuno, tranne forse Paul Krugman e i suoi colleghi buffoni al New York Times. I cicli infiniti di espansione e contrazione sono il risultato diretto della manipolazione dell'offerta di denaro da parte dello stato. È davvero così semplice!


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martedì 29 agosto 2023

Il socialismo non può funzionare, nemmeno in un mondo gestito dalle IA

A livello di teoria abbiamo l'articolo di oggi che ci erudisce sull'impossibilità di un mondo socialista anche se l'IA dovesse "prendere il sopravvento". A livello pratico invece? Esistono anticorpi contro il virus del socialismo? Certo che sì e si chiamano protocolli aperti. Al centro dei protocolli aperti si trova il principio dell'ordine spontaneo, che consente un processo decisionale decentralizzato e interazioni volontarie tra individui e imprese. A differenza dei modelli chiusi, che esercitano un controllo centralizzato, i protocolli aperti promuovono la concorrenza dinamica, incoraggiano l'innovazione e guidano la scoperta di nuove soluzioni attraverso la saggezza collettiva. Sfruttando il coordinamento decentralizzato, i protocolli aperti creano un sistema di autoregolamentazione che si adatta e si evolve in base ai segnali di mercato. Una caratteristica distintiva dei protocolli aperti è l'innovazione senza autorizzazioni, la quale elimina le barriere all'ingresso e incoraggia la sperimentazione imprenditoriale. I protocolli aperti facilitano anche un mercato delle idee libero e competitivo, consentendo alle persone di perseguire i propri interessi e impegnarsi direttamente in scambi reciprocamente vantaggiosi; incoraggiano la collaborazione, la concorrenza e il libero flusso d'informazioni, massimizzando il potenziale di scoperta. Alimentando lo scambio di idee e prospettive diverse, i protocolli aperti alimentano l'innovazione, il miglioramento continuo e il progresso sociale. Questa libertà ispira le persone a identificare le lacune del mercato, assumersi dei rischi e creare applicazioni e servizi innovativi che soddisfino le diverse esigenze e preferenze dei consumatori. Incoraggiando il dinamismo imprenditoriale, i protocolli aperti alimentano il miglioramento continuo, la soddisfazione dei consumatori e la crescita economica. Gli imprenditori sono liberi di esplorare le loro visioni, adattarsi rapidamente alle mutevoli condizioni del mercato e imparare dai fallimenti. Questa cultura dell'imprenditorialità spontanea all'interno di protocolli aperti coltiva un ecosistema dinamico che premia l'innovazione, la creatività e la resilienza, consentendo soluzioni trasformative per modellare le industrie e alimentare il progresso. I protocolli aperti possiedono qualità intrinseche che li rendono resistenti alla censura e proteggono la libertà di espressione. La natura decentralizzata dei protocolli aperti, spesso costruiti su reti distribuite e meccanismi di consenso, rende difficile per qualsiasi singola entità o stato di esercitare il controllo sul contenuto e sulla comunicazione che si verificano all'interno del protocollo. Questa resistenza alla censura assicura che le diverse prospettive possano essere condivise, le idee possano essere dibattute e le informazioni possano fluire liberamente. Sostenendo la libertà di espressione, i protocolli aperti svolgono un ruolo fondamentale nel preservare la libertà, promuovere la crescita intellettuale e consentire l'innovazione che prospera in un ambiente aperto e inclusivo. Nel regno dei sistemi monetari Bitcoin emerge come un ottimo esempio: operando come un sistema volontario e decentralizzato, offre trasparenza monetaria, offerta limitata e maggiore inclusione finanziaria. Allo stesso modo i social network decentralizzati costruiti su protocolli come Nostr rappresentano una soluzione alternativa a piattaforme come Twitter e Facebook. Queste reti danno potere agli utenti, dotando loro di controllo sui propri dati e uno strumento per contrastare la censura esercitata da aziende e stati. Attraverso l'adozione di protocolli aperti gli individui rivendicano l'autonomia e partecipano a una rivoluzione pacifica, senza riforme utopistiche dello status quo, dando forma a un panorama digitale che sostiene la sovranità individuale.

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di Raushan Gross

Molti di noi cercano prodotti e servizi da venditori con merci della migliore qualità e prezzi relativamente più bassi; i venditori cercano i prezzi più alti per vendere la minor quantità di merci. I venditori competono per i clienti, ma preferirebbero di gran lunga essere gli unici nel mercato o nel loro spazio di mercato. Inoltre i consumatori vogliono di più per sé stessi e meno per gli altri consumatori.

Questa rappresentazione del comportamento umano è normale, mentre invece può sembrare caotica per alcuni che vedono il mercato attraverso una lente socialista. Con tutti i recenti discorsi sul controllo dell'intelligenza artificiale (IA), sul suo "addomesticamento" e sulla limitazione dei suoi usi, sembra proprio essere arrivati alla socializzazione di prodotti e servizi legati all'intelligenza artificiale.

Tuttavia un'economia guidata dall'intelligenza artificiale non può essere socializzata da una singola entità, nonostante tutto il rumore sulle restrizioni, i limiti e le norme/regolamenti più severi approvati dalle élite al vertice. Tutti usiamo l'intelligenza artificiale nelle nostre attività quotidiane, dal lavoro e dal tempo libero alle attività secondarie, se ne avete una. Con lo sfarzo e il fascino della tecnologia, in particolare dell'intelligenza artificiale, il punto che manca è questo: i prodotti e i servizi legati alle IA consentono alle aziende di soddisfare la domanda, aiutano gli imprenditori a creare valore e migliorano i processi di scambio a cui tutti partecipiamo quotidianamente.

Zack Dugow, che ha scritto How to Defend Yourself against All-Powerful Monopolies That Control Your Business per Forbes, ha fatto un'osservazione importante ma non l'ha portata alla sua logica conclusione: “Se fate affidamento su uno di questi monopoli [software automatico o social media/strumenti per pagine Web], dovete essere in grado di orientare rapidamente la vostra attività e avere il vostro piano di backup a pronta disposizione. A quali fornitori di servizi potete passare?”

La tecnologia e le startup IA dovrebbero eliminare il comportamento monopolistico tra aziende e consumatori e liberare lo spazio di mercato dall'idea irrealistica di una socializzazione della tecnologia sottostante? Tutto ha un prezzo e un costo, per questo il socialismo è stato da tempo confutato.

E che dire dell'intelligenza artificiale? Può essere socializzata? Si possono socializzare alcune cose, ma l'intelligenza artificiale non può essere posseduta e gestita da una singola entità, o ampiamente limitata nell'uso pubblico. Qualcuno deve possedere le risorse produttive, vendere servizi e aggiornare/mantenere l'hardware e il software.

L'apertura di spazi di mercato per l'IA sembra ragionevole, tuttavia le élite pianificheranno di socializzarne servizi e prodotti, chiudere il settore ed eliminarne le opzioni alternative? Quando i prezzi, gli input e gli output vengono calcolati, diventa una proposta irrealizzabile socializzare i servizi, i prodotti e le industrie legate all'intelligenza artificiale. Fortunatamente le startup in questo campo sono in aumento e stanno ascoltando ciò che vuole il mercato, nonostante la visione socialista che permea tutti i media spingendo verso più burocrazia e reprimendo la concorrenza. Quindi anche in un'economia guidata dall'intelligenza artificiale, il socialismo non può funzionare.

A nessuna azienda sono stati ancora concessi privilegi di proprietà esclusiva di prodotti e servizi legati all'intelligenza artificiale. Non ancora! Secondo eWeek, attualmente solo negli Stati Uniti ci sono oltre tredicimila (e in aumento) startup private che vendono servizi e prodotti legati all'intelligenza artificiale. I prodotti e i servizi in questo campo rimarranno decentralizzati? L'intelligenza artificiale è uno strumento che facilita gli scambi tra clienti e aziende e il suo avvento può scongiurare comportamenti monopolistici perché, con un approccio innovativo a un prodotto o servizio di consumo, qualsiasi azienda può essere in grado di dimostrarsi degna di fronte a Golia. Contrariamente all'opinione popolare, le aziende che utilizzano l'intelligenza artificiale per migliorare la soddisfazione del cliente e aumentare la produttività permettono alle persone normali di avviare la propria attività, il che offre agli acquirenti più opzioni sul mercato. Consente inoltre ai clienti di godere delle numerose funzionalità e vantaggi di prodotti e servizi che aggiungono valore alla loro vita quotidiana. Alcuni hanno bisogno di vedere questo punto. In altre parole, coloro che vogliono centralizzare i servizi e i prodotti legati all'intelligenza artificiale su un unico venditore ed erigere barriere all'ingresso affermano ad alta voce di volere di più per sé stessi e meno per voi (e per me).

Ciò significa che nessuna azienda dovrebbe avere il privilegio esclusivo di essere l'unico fornitore di servizi in questo campo. Giusto? Tante industrie hanno iniziato come aziende decentralizzate e ora sono fornitori privilegiati. Domanda: chi stabilisce i prezzi di servizi, pacchetti e modelli dell'intelligenza artificiale? Mentre al vostro fornitore di servizi pubblici locale, in molti casi, viene concesso il privilegio di essere l'unico fornitore di tali servizi, Amazon non ha ricevuto lo stesso privilegio. Ha una posizione forte sul mercato, ma sappiamo di concorrenti che possiamo scegliere se lo desideriamo. La differenza tra fornitori privilegiati e Amazon è che quest'ultima è soggetta alla concorrenza del mercato, pertanto deve ascoltare i clienti e prestare attenzione agli aumenti dei prezzi, alla logistica di magazzino e ai miglioramenti del servizio clienti.

Se i prodotti e i servizi legati all'intelligenza artificiale rimangono decentralizzati, ciò consentirà agli spazi di mercato di regolarne prezzi e costi. Quando i consumatori e gli imprenditori vedranno un aumento dei costi delle piattaforme abilitate all'intelligenza artificiale, ridurranno gli incentivi a utilizzare quella tecnologia, ma consentirà anche a nuovi concorrenti di entrare nello spazio di mercato e tentare di fornire un prodotto migliore a un prezzo leggermente migliore. Ignorare questo movimento di mercato è l'intento del socialismo in generale.

Inoltre se si riducesse tutto il mercato a una manciata di fornitori di servizi IA ciò ne ridurrebbe la qualità (ci sono molti casi di un processo simile quando a un fornitore viene concesso un privilegio di monopolio). La tecnologia di qualsiasi tipo, operante in un libero mercato, dovrebbe essere il meccanismo attraverso il quale le persone che desiderano entrare in un settore possono farlo con le loro capacità e investimenti, anche se non sono redditizie però possono buttarsi nella mischia.

Ciò che viene spesso frainteso sul monopolio e sui prezzi è spiegato da Murray Rothbard:

Non c'è controllo diretto sul prezzo perché quest'ultimo è un fenomeno reciproco. D'altra parte ciascuno ha il controllo assoluto sulla propria azione e quindi sul prezzo che cercherà d'imporre per un determinato bene. Ogni essere umano può fissare qualsiasi prezzo desideri per una qualsiasi quantità di un bene che vende; la questione è se riuscirà a trovare acquirenti a quel prezzo.

In un libero mercato a nessuno viene concesso un privilegio di monopolio: una posizione di mercato privilegiata si guadagna fornendo la migliore qualità e il miglior prezzo che i consumatori sono disposti ad acquistare. Dall'altra parte la scelta forzata o ristretta è una forma di socialismo, o come minimo d'interventismo. In questo momento sembra che i mercati dei capitali stiano decidendo dove investire, il che è evidente nel numero crescente di aziende che producono più prodotti e servizi in modo che le imprese possano soddisfare la domanda. Se, tuttavia, tutto il capitale per gli investimenti nell'IA fosse indirizzato a un'unica entità, sarebbe un disastro in termini di calcolo economico.

L'idea di socialismo non regge se prendiamo in considerazione i progressi tecnologici dell'IA realizzati negli ultimi anni da un numero crescente di aziende, in particolare i progressi nell'IA per imprenditori e consumatori. Una visione socialista del mondo è molto allettante, ma la realtà ci dice qualcosa di diverso: la premessa di base è che qualcuno debba produrre, qualcuno debba consumare e c'è un calcolo del prezzo affinché entrambi possano esistano. Nella terra delle illusioni socialiste, se sottoposta all'esame dello spazio di mercato questa premessa tende a venir meno.

In molti casi il produttore e il consumatore sono le stesse persone in momenti diversi. La produzione richiede tempo e, conoscendo i prezzi, i produttori conoscono la quantità di beni da produrre in un dato momento. Anche se si può socializzare la produzione di oggetti di lusso, case e veicoli, come si produce il capitale necessario per realizzare tali elementi? Anche con tutti gli input necessari, l'IA non può effettuare un calcolo economico necessario per far funzionare un'economia socialista.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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lunedì 28 agosto 2023

FedNow non è una CBDC, ma è lo stesso uno strumento pericoloso

Come disse Mark Twain, la notizia della mia morte è estremamente esagerata. Per quanto possa condividere i timori dell'autore dell'articolo che leggerete oggi, ritengo che siano estremamente esagerati nei confronti della forza del sistema bancario commerciale americano, il quale sta affrontando una delicata ristrutturazione. Ancora più importante, viene riproposto il fatto che la FED non ha intenzione di approvare una CBDC, in netto contrasto con la cricca di Davos che invece preme sul pedale dell'acceleratore a tal proposito in Europa. Non è un caso che di recente sia tornato il concetto di titoli del Tesoro USA riscattabili in oro/Bitcoin, cosa che rappresenterebbe un duro colpo per la cricca di Davos. È qualcosa di cui parlo da quasi un anno, discutendo delle idee avanzate da Judy Shelton ora nel Consiglio dei governatori della Federal Reserve. L'idea che gli Stati Uniti possano in qualche modo riparare il proprio bilancio è il più grande tallone d'Achille della cricca di Davos, tutto il suo potere si fonda su un'amministrazione ridicola, buffonesca, bancarottiera e per niente interessata a curare i mercati americani. Non posso dirlo in modo più succinto di così: il 2024 consisterà nel garantire che nessuna persona con una mentalità "sovranista" entri alla Casa Bianca. La presa di posizione di Robert Kennedy nei confronti del programma di Judy Shelton riguardo i titoli del Tesoro USA riscattabili in oro significa che capisce cosa Powell e altri stanno facendo a Wall St. e al Marriner-Eccles Building. La corruzione è la fonte del potere della cricca di Davos e negli ingranaggi statunitensi è così endemica che non solo è spaventosa, ma è diventata la cosa che bisogna proteggere più di ogni altra per i propri imperi personali. Ecco perché abbiamo avuto l'accordo bipartisan sul tetto del debito e l'asse repubblicano ha ceduto alle richieste dell'amministrazione corrente, ad esempio. Ma per quanto si affannino a far rimanere le cose come stanno tutto questo castello di carte sta collassando su sé stesso e non è rappresentato solo dal marciume che sta emergendo nel caso della famiglia Biden, bensì che finalmente si possa arrivare anche a Obama.

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di David Brady Jr.

A luglio la Federal Reserve ha lanciato un nuovo servizio di pagamento denominato "FedNow". Tra i tanti dalla parte dei dissidenti c'è una crescente preoccupazione che questo nuovo servizio possa essere un cavallo di Troia per una valuta digitale della banca centrale (CBDC).

La preoccupazione è fondata. Una CBDC, a seconda di come viene implementata, potrebbe eliminare la privacy dei contanti, consentire il congelamento dei conti con maggiore facilità e aprire le porte ai punteggi di credito sociale. La paura nei confronti di FedNow è davvero giustificata? O è un rischio per un altro motivo?

Per analizzare se FedNow sia un cavallo di Troia per una CBDC, bisogna prima capire quale sarebbe la funzione di una CBDC. Quest'ultima, come definita dalla stessa Federal Reserve, sarebbe una forma di “denaro che rappresenta una passività della banca centrale”. In sostanza, una CBDC sarebbe un dollaro digitale rappresentante conti detenuti presso la stessa Federal Reserve stessa, simile a quello che quest'ultima offre oggi alle banche. Jerome Powell, il presidente della Federal Reserve, l'ha soprannominata una CBDC "all'ingrosso" e ha affermato in numerose occasioni che una tale valuta potrebbe essere resa tale solo da una legge del Congresso. A livello strettamente giuridico gli individui non possono avere conti presso la Federal Reserve; tutte le modifiche dovrebbero essere apportate dal Congresso, al quale Powell non ha offerto un parere.

Powell non è l'unico funzionario nella Federal Reserve a esprimere preoccupazione o mostrare disprezzo per i possibili benefici di una CBDC. Il governatore della Federal Reserve, Michelle Bowman, ha fatto altrettanto durante un discorso alla Georgetown University nell'aprile 2023. Bowman ha elencato i presunti vantaggi di una CBDC, inclusa la digitalizzazione del sistema finanziario e l'inclusione di più americani nel sistema bancario, tuttavia li ha criticati tutti quanti. Ha propagandato i vantaggi di FedNow nell'accelerare le transazioni interbancarie, ma ha espresso gli stessi timori che molti nutrono riguardo la politicizzazione di una possibile CBDC. Powell ha anch'egli respinto una CBDC su linee di ragionamento simili, affermando al Comitato per i servizi finanziari della Camera: “Avremo pagamenti in tempo reale in questo Paese molto, molto presto” (un riferimento a chi chiedeva di una CBDC come soluzione alla velocità delle transazioni).

Sul possibile livellamento del sistema di pagamento, la Bowman ha pubblicizzato FedNow come una soluzione che renderebbe superflua una CBDC. Riguardo all'inclusione di più americani nel sistema bancario, ha evidenziato lo scetticismo che molti nutrono nei confronti delle banche e ha ribadito che una CBDC non risolverebbe il problema in nessun modo. Tra i principali attori nel Federal Reserve Board c'è una chiara opposizione alle CBDC.

Adesso, però, affrontiamo l'elefante nella stanza: FedNow. È un cavallo di Troia per una valuta digitale della banca centrale? Risposta breve: no. Risposta lunga: FedNow è un nuovo sistema di saldo per le banche membri del Federal Reserve System. Storicamente i conti venivano saldati fisicamente da veicoli che spostavano denaro tra le banche alla fine dei giorni lavorativi. Oggi è un compito che viene svolto principalmente dal sistema noto come Fedwire. Nome molto simile, ma non è la stessa cosa in fondo.

Molti americani utilizzano banche diverse che forniscono servizi di deposito di denaro, con conseguenti trasferimenti tra banche diverse poiché ogni giorno si verificano miliardi di transazioni. Questo flusso costante di trasferimenti si traduce in un mostro di attivi e passività che cambiano di mano secondo dopo secondo. Nessuna banca può elaborare queste transazioni tutte in una volta. Fedwire accumula pagamenti tra varie banche, consentendo la gestione dei saldi dei singoli conti da parte delle banche stesse, e alla fine della giornata lavorativa elabora i pagamenti tra di loro in importi lordi.

Il risultato sono massicci trasferimenti di denaro a fine giornata tra vari istituti finanziari. Questo servizio, tuttavia, è possibile solo durante l'orario di apertura delle banche e per niente nei fine settimana o durante la chiusura delle banche. FedNow, al contrario, regolerebbe i pagamenti istantaneamente tra le banche e continuerebbe a farlo anche dopo l'orario di apertura delle banche. Questo nuovo sistema è, per dirla chiaramente, un aggiornamento rispetto ai vecchi sistemi di saldo della Federal Reserve. Non è una CBDC, ma rappresenta un nuovo rischio.

Silicon Valley Bank ha visto quasi l'81% dei suoi depositi, per un valore di $142 miliardi, evaporare in soli due giorni. Ciò che avrebbe richiesto più tempo nell'era del contante fisico è stato accelerato dall'online banking. App come Cash App, Zelle, PayPal, ecc. hanno reso il vecchio meccanismo delle corse agli sportelli bancari molto più efficiente e mortale per le banche stesse. Silicon Valley Bank, quindi, è quasi crollata ed è stata sequestrata dalle autorità di regolamentazione.

FedNow, come sistema, aggraverebbe questo rischio. Come gli Austriaci hanno notato da tempo, il sistema bancario a riserva frazionaria è un gioco basato sulla fiducia. Emettendo più passività che attivi, una banca a riserva frazionaria fa affidamento sulla speranza di avere abbastanza liquidità in mano se i depositanti vengono a bussare alla sua porta. La correzione del mercato si presenta sotto forma di corse agli sportelli, in cui i depositanti si precipitano presso la filiale più vicina della loro banca per ritirare tutti i loro depositi. La banca, non potendo soddisfare tutte le richieste di rimborso, diventa insolvente e deve liquidare altri asset per far fronte alle richieste.

La scommessa di una banca a riserva frazionaria è quella di anticipare la domanda dei depositanti nei confronti dei loro depositi: finché è solo una minoranza di depositanti a scegliere di ritirare i propri crediti, la banca può continuare a operare. Ecco perché è un gioco basato sulla fiducia: il sistema funziona finché nessuno guarda sotto il tavolo.

FedNow aumenta il rischio di fallimenti bancari. Mentre i libertari vedono l'efficienza del mercato al lavoro nelle corse agli sportelli, ogni banca negli Stati Uniti opera secondo un modello a riserva frazionaria.

Operando insieme all'online banking questo nuovo sistema aumenterà le corse agli sportelli e i fallimenti bancari sistemici. Sebbene questa sia certamente una soluzione di mercato, gli effetti potrebbero essere catastrofici. Gli ultimi depositanti, ingannati dalla frode, potrebbero perdere tutto; le aziende che depositano i loro fondi in una banca ordinaria potrebbero perdere tutto. Ci saranno vittime frodate che potrebbero non essere in grado di ottenere un risarcimento.

Quindi, sebbene FedNow non sia una CBDC, rappresenta un diverso tipo di minaccia per l'economia. Piuttosto che creare un rischio di sbilanciamento attraverso la Federal Reserve, viene aperta una porta al collasso del sistema stesso. FedNow, sebbene creato per consentire un migliore settlement del mercato, sarà una riforma quasi fatale per il sistema che lo ha creato.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una “mancia” in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.

https://opentip.io/freedonia


venerdì 25 agosto 2023

Alla ricerca del denaro digitale

 

 

di Alex Gladstein

Un giorno d'estate dell'agosto 2008, Adam Back ricevette un'e-mail da Satoshi Nakamoto.

Era la prima volta che Nakamoto contattava qualcuno per un nuovo progetto che l'anonimo programmatore, o gruppo di programmatori, chiamava Bitcoin. L'e-mail descriveva un progetto per quello che un gruppo di sostenitori della privacy noto, come cypherpunk, considerava il Santo Graal: denaro digitale decentralizzato.

A metà degli anni 2000 i crittografi avevano cercato per decenni di creare una forma digitale di denaro con tutte le sue caratteristiche di bene al portatore e le garanzie di privacy. Con i progressi della crittografia a chiave pubblica negli anni '70 e le firme cieche negli anni '80, il cosiddetto "e-cash" era diventato meno un sogno di fantascienza letto in libri come Snowcrash o Cryptonomicon e più una possibile realtà.

La resistenza alla censura era un obiettivo chiave del denaro digitale e mirava a esserlo per andare oltre la portata di stati e società. Ma i primi progetti soffrivano di un difetto inevitabile: la centralizzazione. Non importava quanta matematica all'avanguardia venisse inserita in questi sistemi, alla fine facevano ancora affidamento su amministratori che potevano bloccare determinati pagamenti o gonfiarne l'offerta.

Alla fine degli anni '90 e all'inizio degli anni 2000 vennero fatti ulteriori progressi, ognuno dei quali rappresentava un passo in avanti fondamentale. Ma prima del 2008, un fastidioso enigma informatico impediva la creazione di un sistema monetario decentralizzato: il problema dei generali bizantini.

Immaginate di essere un comandante militare centinaia di anni fa durante l'Impero Ottomano che cerca d'invadere Bisanzio. Il vostro esercito ha una dozzina di generali, tutti distaccati in luoghi diversi. Come si coordina un attacco a sorpresa alla città in un determinato momento? E se delle spie sfondassero i vostri ranghi e dicessero ad alcuni dei vostri generali di attaccare prima o di resistere? L'intero piano potrebbe andare storto.

La metafora si traduce in informatica: come possono gli individui che non sono fisicamente tra loro raggiungere il consenso senza un coordinatore centrale?

Per decenni questo è stato un grosso ostacolo per una forma di denaro digitale decentralizzata. Se due parti non riuscivano a concordare con precisione lo stato di un libro mastro, gli utenti non potevano sapere quali transazioni erano valide e il sistema non poteva impedire la doppia spesa; di conseguenza tutti i prototipi di e-cash necessitavano di un amministratore.

La soluzione arrivò venerdì 31 ottobre 2008 sotto forma di un misterioso post su un'oscura mailing list, quando Nakamoto condivise un white paper, o concept note, in cui si parlava di Bitcoin. L'oggetto era Bitcoin P2P e-cash paper e l'autore scriveva: “Ho lavorato a un nuovo sistema di denaro digitale completamente peer-to-peer senza terze parti di fiducia”.

L'e-mail di Satoshi Nakamoto in cui annunciava Bitcoin (Fonte)

Per risolvere il problema dei generali bizantini ed emettere denaro digitale senza un coordinatore centrale, Nakamoto propose che il libro mastro venisse mantenuto nelle mani di migliaia d'individui in tutto il mondo. Ogni partecipante avrebbe conservato una copia indipendente, storica e in continuo aggiornamento di tutte le transazioni che Nakamoto originariamente chiamava timechain. Se un partecipante avesse tentato d'imbrogliare ed effettuare una "doppia spesa", tutti gli altri l'avrebbero saputo e rifiutato quella transazione.

Dopo aver sollevato stupore e obiezioni con il white paper, Nakamoto incorporò alcuni feedback finali e, pochi mesi dopo, il 9 gennaio 2009, lanciò la prima versione del software Bitcoin.

Oggi ogni Bitcoin vale più di $29.000 e vanta un totale di transazioni giornaliere superiore al PIL giornaliero della maggior parte dei Paesi del mondo e una capitalizzazione di mercato totale di oltre $1000 miliardi. La creazione di Nakamoto è utilizzata da oltre 100 milioni di persone in quasi tutti i Paesi del mondo ed è stata adottata da Wall Street, Silicon Valley, politici e persino stati-nazione.

Ma all'inizio Nakamoto aveva bisogno di aiuto e la prima persona a cui si rivolse per assistenza fu Adam Back.


I. LA NASCITA DEI CYPHERPUNK

Back era uno dei cypherpunk, studenti d'informatica e sistemi distribuiti negli anni '80 e '90 che volevano preservare i diritti umani come il diritto di associarsi e il diritto di comunicare privatamente nel regno digitale. Questi attivisti sapevano che tecnologie come Internet alla fine avrebbero dato un enorme potere agli stati e credevano che la crittografia potesse essere la migliore difesa per l'individuo.

I cypherpunk originali: Tim May, Eric Hughes e John Gilmore (Fonte)

All'inizio degli anni '90 gli stati si resero conto di essere seduti su un tesoro crescente di dati personali dei loro cittadini. Le informazioni venivano spesso raccolte per motivi innocui: ad esempio, il vostro provider di servizi Internet (ISP) potrebbe raccogliere un indirizzo postale e un numero di telefono per scopi di fatturazione, ma poi consegnare queste informazioni identificative insieme alla vostra attività web alle forze dell'ordine senza un mandato.

La raccolta e l'analisi di questo tipo di dati ha generato l'era della sorveglianza digitale e delle intercettazioni, che, due decenni dopo, ha portato all'intricata e incostituzionale guerra al terrorismo, trapelata al pubblico grazie all'informatore della NSA Edward Snowden .

Nel suo libro del 1983, The Rise Of The Computer State, il giornalista del New York Times David Burnham scrisse che l'automazione computerizzata avrebbe portato a un livello di sorveglianza senza precedenti. Scrisse anche che, in risposta, i cittadini avrebbero dovuto chiedere protezione legale. I cypherpunk, dall'altra parte, pensavano che la risposta non fosse fare pressioni sullo stato affinché approvasse una politica migliore, ma piuttosto inventare e utilizzare una tecnologia che lo stato non poteva fermare.

I cypherpunk hanno sfruttato la crittografia per innescare il cambiamento sociale. L'idea era semplice: i dissidenti politici di tutto il mondo potevano riunirsi online e lavorare insieme sotto pseudonimo per sfidare il potere statale. La loro chiamata alle armi era: "I cypherpunk scrivono codice informatico".

Un tempo dominio esclusivo delle forze armate e delle agenzie di spionaggio, la crittografia era stata introdotta nel mondo pubblico negli anni '70 grazie ad accademici come Ralph Merkle, Whitfield Diffie e Martin Hellman. Alla Stanford University, nel maggio 1975, questo trio ebbe un momento di eureka: capirono come due persone potessero scambiare messaggi privati online senza doversi fidare di una terza parte.

Un anno dopo Diffie e Hellman pubblicarono, New Directions In Cryptography, un'opera fondamentale che delineava questo sistema di messaggistica privato e che sarebbe diventato la chiave per sconfiggere la sorveglianza. Il documento descriveva come i cittadini potessero crittografare e inviare messaggi digitali senza timore di stati o aziende ficcanaso:

In un sistema crittografico a chiave pubblica, la cifratura e la decifrazione sono governate da chiavi distinte, E e D, in modo tale che il calcolo di D da E sia computazionalmente irrealizzabile (ad esempio, richiedendo 10100 istruzioni). La chiave di cifratura E può essere divulgata [in una directory] senza compromettere la chiave di decifrazione D. Ciò consente a qualsiasi utente del sistema d'inviare un messaggio cifrato a qualsiasi altro utente in modo tale che solo il destinatario previsto sia in grado di decifrarlo.

In termini semplici, Alice può avere una chiave pubblica che pubblica online. Se Bob desidera inviare un messaggio privato ad Alice, può cercare la sua chiave pubblica e utilizzarla per crittografare il messaggio. Solo lei può decifrare il messaggio e leggere il testo. Se una terza parte, Carol, non ha la chiave privata (es. password) del messaggio, non può leggerne il contenuto. Questa semplice innovazione ha cambiato l'intero equilibrio del potere informativo degli individui rispetto agli stati.

Quando il documento di Diffie e Hellman fu pubblicato, il governo degli Stati Uniti, attraverso la NSA, cercò d'impedirne la diffusione, avvertendoli della potenziale illegalità cui si stavano esponendo. Ma dopo che gli attivisti ne stamparono copie cartacee e le distribuirono in tutto il Paese, i federali fecero marcia indietro.

Nel 1977 Diffie, Hellman e Merkle avrebbero depositato il brevetto statunitense numero 4200770 per la "crittografia a chiave pubblica", un'invenzione che ha gettato le basi per strumenti di posta elettronica e messaggistica come Pretty Good Privacy (PGP) e l'odierna app mobile Signal.

Fu la fine del controllo dello stato sulla crittografia e l'inizio della rivoluzione cypherpunk.


II. “THE LIST”

La parola "cypherpunk" non è apparsa nell'Oxford English Dictionary fino al 2006, ma la comunità iniziò a riunirsi molto prima.

Nel 1992, un anno dopo il rilascio pubblico del world wide web, il primo dipendente di Sun Microsystems, John Gilmore, l'attivista per la privacy Eric Hughes e l'ex-ingegnere Intel, Timothy May, iniziarono a incontrarsi a San Francisco per discutere di come la crittografia potesse essere utilizzata per preservare la libertà. Nello stesso anno inaugurarono la Cypherpunks Mailing List (o "The List" in breve), dove sarebbero state sviluppate le idee alla base di Bitcoin e infine pubblicate da Nakamoto 16 anni dopo.

L'e-mail di Eric Hughes che annuncia The List (Fonte)

Su "The List" i cypherpunk come May scrivevano di come le monarchie nel tardo Medioevo furono sconvolte dall'invenzione della stampa, la quale democratizzò l'accesso alle informazioni. Discutevano di come la creazione di un Internet aperto e della crittografia potesse democratizzare la tecnologia della privacy e interrompere la tendenza apparentemente inevitabile verso uno stato di sorveglianza globale.

Come molti cypherpunk, l'istruzione universitaria di Back era in informatica, ma, casualmente, studiò prima economia tra i 16 e i 18 anni e successivamente aggiunse un dottorato di ricerca nei sistemi distribuiti. Se qualcuno è stato adeguatamente istruito per diventare un giorno uno scienziato di Bitcoin, quello è stato Back.

Mentre studiava informatica a Londra nei primi anni '90, apprese che uno dei suoi amici stava lavorando per velocizzare i computer in modo da eseguire tecniche di crittografia più veloci. Tramite il suo amico, Back venne a conoscenza della crittografia a chiave pubblica inventata 15 anni prima da Diffie e Hellman.

Back pensava che si trattasse di un cambiamento storico nel rapporto tra stati e individui: i cittadini avrebbero potuto comunicare elettronicamente in un modo che nessuno stato potesse decifrare i loro messaggi. Decise di saperne di più e la sua curiosità alla fine lo portò su "The List".

Durante la metà degli anni '90 Back era un assiduo partecipante a "The List", che al suo apice era popolato da dozzine di nuovi messaggi ogni giorno. Back a volte era il contributore più attivo, dipendente dalle conversazioni all'avanguardia dell'epoca.

Rimase colpito dal modo in cui i cypherpunk volevano cambiare la società utilizzando il codice informatico e quindi creare pacificamente sistemi che non potessero essere fermati. Nel 1993 Hughes scrisse il saggio breve del movimento: A Cypherpunk's Manifesto.

La privacy è necessaria per una società aperta nell'era elettronica. La privacy non è segretezza. Una questione privata è qualcosa che non si vuole che il mondo intero sappia, ma una questione segreta è qualcosa che non si vuole che nessuno sappia. La privacy è il potere di rivelarsi selettivamente al mondo [...].

[...] Non possiamo aspettarci che stati, corporazioni o altre grandi organizzazioni anonime ci garantiscano la privacy per loro beneficenza. Dobbiamo difendere la nostra privacy se ci aspettiamo di averne. Dobbiamo unirci e creare sistemi che consentano transazioni anonime. Le persone hanno difeso la propria privacy per secoli con sussurri, oscurità, buste chiuse, porte chiuse, strette di mano segrete e corrieri. Le tecnologie del passato non consentivano una forte privacy, ma le tecnologie elettroniche sì.

Noi Cypherpunk ci dedichiamo alla costruzione di sistemi anonimi. Difendiamo la nostra privacy con la crittografia, con i sistemi di inoltro anonimi, con le firme digitali e con la moneta elettronica.

I cypherpunk scrivono codice informatico. Sappiamo che qualcuno deve scrivere software per difendere la privacy e poiché non possiamo ottenerla a meno che non lo facciamo tutti, lo scriveremo [...]. Il nostro codice informatico è gratuito per tutti, in tutto il mondo. Non ci interessa molto se non approvate il software che scriviamo. Sappiamo che non può essere distrutto e che un sistema ampiamente distribuito non può essere chiuso.

Questo tipo di pensiero, pensava Back, era ciò che avrebbe cambiato nell'effettivo la società. Certo, si poteva ancora fare pressione politica o votare, ma in questo modo la società sarebbe cambiata lentamente, restando sempre un passo indietro rispetto alla linea di politica dello stato.

L'altro modo, la strategia preferita di Back, era un cambiamento audace e senza autorizzazioni attraverso l'invenzione di nuove tecnologie. Se si voleva un cambiamento, pensava, bisognava realizzarlo.


III. LE “CRYPTO WAR”

I nemici originali dei cypherpunk erano gli stati che cercavano d'impedire ai cittadini di utilizzare la crittografia. Back e i suoi amici pensavano che la privacy fosse un diritto umano; dall'altra parte gli stati-nazione erano pietrificati dal fatto che i cittadini potessero creare codice informatico con cui sfuggire alla supervisione e al controllo.

Le autorità raddoppiarrono gli sforzi sui vecchi standard militari, i quali classificavano la crittografia come munizioni insieme a jet da combattimento e portaerei, e cercarono di vietare l'esportazione di software crittografico per ucciderne l'uso a livello mondiale. L'obiettivo era spaventare le persone qualora avessero usato la tecnologia della privacy. Il conflitto divenne noto come "Crypto War" e Back era un soldato in prima linea.

Back sapeva che gli effetti generali di un tale divieto avrebbero portato molte persone negli Stati Uniti a trasferirsi all'estero e costringere grandi quantità d'informazioni sensibili a rimanere non crittografate. L'amministrazione Clinton non guardava avanti, ma solo a ciò che le stava di fronte e il suo più grande obiettivo era uno scienziato informatico di nome Phil Zimmerman, il quale nel 1991 aveva rilasciato il primo sistema di messaggistica segreto a livello di consumatore, chiamato Pretty Good Privacy, o "PGP" abbreviato.

PGP era un modo semplice affinché due persone potessero comunicare privatamente utilizzando i PC e il nuovo world wide web. Prometteva di democratizzare la crittografia a milioni di persone e di porre fine al controllo decennale dello stato sulla messaggistica privata.

Come volto del progetto, Zimmerman fu attaccato da aziende e stati. Nel 1977 tre scienziati del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di nome Rivest, Shamir e Adelman, implementarono le idee di Diffie e Hellman in un algoritmo chiamato RSA. Il MIT successivamente rilasciò una licenza per il brevetto a un uomo d'affari di nome Jim Bidzos e alla sua azienda, RSA Data Security.

I cypherpunk erano a disagio con un toolkit talmente importante controllato da una singola entità, con un singolo punto di errore, ma per tutti gli anni '80, le licenze e la paura di essere citati in giudizio avevano impedito il rilascio di nuovi programmi basati sul codice informatico.

In un primo momento Zimmerman chiese a Bidzos una licenza gratuita per il software, ma gli venne negata. In segno di sfida Zimmerman rilasciò PGP come "guerilla freeware", diffondendolo attraverso floppy disk e bache virtuali su Internet. Un giovane cypherpunk di nome Hal Finney, che in seguito avrebbe svolto un ruolo importante nella storia di Bitcoin, si unì a Zimmerman, contribuendo a portare avanti il progetto. Un lungo articolo su WIRED del 1994 accolse la sfacciata uscita di PGP da parte di Zimmerman come un “attacco preventivo contro un futuro orwelliano”.

Bidzos definì Zimmerman un ladro e organizzò una campagna per fermare la diffusione di PGP. Zimmerman alla fine ottenne l'aiuto di Christopher Allen e del suo team di Consensus Development per pubblicare una nuova versione di PGP, la quale sfruttava il codice che Bidzos aveva rilasciato gratuitamente, disinnescando la minaccia aziendale.

Ma alla fine il governo federale decise di indagare su Zimmerman per aver esportato "munizioni" ai sensi dell'Arms Control Export Act. In sua difesa Zimmerman sostenne che stava semplicemente attuando i suoi diritti di libertà di parola del Primo Emendamento condividendo codice open source.

A quel tempo l'amministrazione Clinton sosteneva che gli americani non avessero il diritto di crittografare e spinse affinché la legislazione costringesse le aziende a installare backdoor ("chip clipper") nelle loro apparecchiature in modo che lo stato potesse avere una "porta sul retro sempre aperta" nei confronti di qualsiasi messaggio crittografato. Guidati da funzionari della Casa Bianca e membri del Congresso come Joe Biden, suddetta amministrazione sostenne che la crittografia avrebbe dato potere a criminali, pedofili e terroristi.

I cypherpunk si mobilitarono per sostenere Zimmerman, il quale divenne una cause célèbre. Sostenevano che le leggi anti-crittografia erano incompatibili con le tradizioni statunitensi di libertà di parola. Gli attivisti iniziarono a stampare il codice sorgente di PGP nei libri e a spedirli all'estero. Tramite la pubblicazione del codice in forma stampata, Zimmerman e altri teorizzarono di poter aggirare legalmente le restrizioni anti-munizioni. I destinatari avrebbero scannerizzato il codice e lo avrebbero eseguito, tutto per dimostrare il punto: non potete fermarci.

Back scrisse brevi parti di codice sorgente che qualsiasi programmatore avrebbe potuto trasformare in un toolkit per la privacy completamente funzionale. Alcuni attivisti si tatuarono frammenti di questo codice. Back iniziò a vendere magliette con il codice sul davanti e un pezzo della Carta dei diritti degli Stati Uniti con "VOID" stampato sul retro.

La maglietta "crypto" di Adam Back (Fonte)

Gli attivisti infine inviarono un libro contenente il controverso codice all'Office of Munitions Control del governo degli Stati Uniti, chiedendo se potesse condividerlo all'estero. Non ebbero mai risposta. I cypherpunk immaginavano che la Casa Bianca non avrebbe mai vietato i libri e, alla fine, avevano ragione.

Nel 1996 il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ritirò le accuse contro Zimmerman. La pressione a costringere le aziende a utilizzare i "clipper chips" diminuì e i giudici federali sostennero che la crittografia era un diritto protetto dal Primo Emendamento. Gli standard anti-crittografia vennero ribaltati e la messaggistica crittografata divenne una parte fondamentale del Web aperto e dell'e-commerce. PGP divenne “il software di crittografia per posta elettronica più utilizzato al mondo”.

Oggi aziende e app che vanno da Amazon a WhatsApp e a Facebook si affidano alla crittografia per proteggere pagamenti e messaggi. Miliardi di persone ne beneficiano e il codice informatico ha cambiato il mondo.

Back è modesto e ha detto che è difficile dire se il suo attivismo in particolare abbia fatto la differenza, ma di certo la lotta che i cypherpunk hanno organizzato è stata una delle ragioni principali per cui il governo degli Stati Uniti ha perso le "Crypto War". Le autorità hanno cercato di fermare il codice informatico e non ci sono riuscite.

Questa realizzazione si sarebbe profilata nella mente di Back 15 anni dopo, nell'estate del 2008, mentre elaborava la prima e-mail di Nakamoto.


IV. DA DIGICASH A BIT GOLD

Come disse lo storico dell'informatica, Steven Levy, nel 1993: lo strumento crittografico definitivo sarebbe il "denaro digitale anonimo". Infatti dopo aver vinto la battaglia per le comunicazioni private, la sfida successiva per i cypherpunk è stata quella di creare una forma di denaro digitale.

Alcuni cypherpunk erano cripto-anarchici, profondamente scettici nei confronti dello stato. Altri credevano che fosse possibile riformare le democrazie per preservare i diritti individuali. Non importa da che parte si schierassero, molti consideravano il denaro digitale il Santo Graal del movimento cypherpunk.

Negli anni '80 e '90 vennero compiuti passi importanti nella giusta direzione, sia dal punto di vista culturale che tecnico. Da un punto di vista culturale, autori di fantascienza come Neal Stephenson catturarono l'immaginazione degli scienziati informatici di tutto il mondo con rappresentazioni di società future — dove il denaro era sparito — e diversi tipi di monete elettroniche digitali erano diventate la valuta quotidiana. In un momento in cui le carte di credito e i pagamenti digitali erano già in crescita, c'era una nostalgia per la privacy implicita nell'effettuare un pagamento in contanti, dove il commerciante non conosce, memorizza o vende alcuna informazione sul cliente.

Sul fronte tecnico uno studioso di crittografia dell'Università della California, Berkeley, di nome David Chaum, prese l'idea della crittografia a chiave pubblica e iniziò ad applicarla al denaro.

L'inventore di eCash David Chaum (Fonte)

All'inizio degli anni '80, Chaum inventò le cosiddette firme cieche, un'innovazione cruciale nell'evoluzione della capacità di provare la proprietà di un dato senza rivelarne la provenienza. Nel 1985 pubblicò Security Without Identification: Transaction Systems To Make Big Brother Obsolete, un documento preveggente che esplorava come la crescita dello stato di sorveglianza potesse essere rallentata attraverso pagamenti digitali privati.

Pochi anni dopo, nel 1989, Chaum e i suoi amici si trasferirono ad Amsterdam, applicarono la teoria alla pratica e lanciarono DigiCash. La società mirava a consentire agli utenti di convertire valute e dollari europei in token di denaro digitale. I crediti bancari potevano essere trasformati in "eCash" e inviati ad amici al di fuori del sistema bancario. Si poteva conservare la nuova valuta sul proprio PC, ad esempio, o incassarla in denaro fisico. La forte crittografia del software rese impossibile per le autorità tracciare il flusso di denaro.

In un articolo del 1994 su DigiCash al suo massimo splendore, Chaum affermò che l'obiettivo era quello di “catapultare il nostro sistema monetario nel XXI secolo [...], mandando in frantumi le previsioni orwelliane di una distopia da Grande Fratello e sostituendole con un mondo in cui la facilità delle transazioni elettroniche si combina con l'eleganza dell'anonimato del pagamento in contanti”.

Back ha detto che i cypherpunk come lui erano inizialmente entusiasti di eCash. Impediva agli osservatori esterni di sapere chi aveva inviato quanto a chi; e i token assomigliavano a denaro contante tanto quanto erano strumenti al portatore controllati dagli utenti.

La filosofia personale di Chaum risuonava anche con i cypherpunk. Nel 1992 scrisse che l'umanità era a un punto di svolta, dove “in una direzione si trova un esame e un controllo senza precedenti della vita delle persone; nell'altro garantire la parità tra individui e organizzazioni. La forma della società nel prossimo secolo può dipendere da quale approccio predominerà”.

DigiCash, tuttavia, non riuscì a ottenere il giusto finanziamento e più tardi in quel decennio andò in bancarotta. Per Back e altri questa rappresentò una grande lezione: il denaro digitale doveva essere decentralizzato, senza un singolo punto di errore.

Back aveva personalmente fatto di tutto per preservare la privacy nella società. Una volta gestiva un servizio di "mixmaster" per aiutare le persone a mantenere private le proprie comunicazioni. Accettava la posta in arrivo e la inoltrava in un modo non rintracciabile. Per rendere difficile capire che stava gestendo il servizio, Back noleggiò un server da un amico in Svizzera e per pagarlo, da Londra, avrebbe spedito contanti fisici. Alla fine la polizia federale svizzera si presentò nell'ufficio del suo amico e il giorno dopo Back spense il suo "mixer". Ma il sogno del denaro digitale continuava a ronzare nella sua testa.

La moneta digitale centralizzata era un fallimento a livello operativo: rientrare nell'ambito della normativa statale o andare in bancarotta, à la DigiCash. Ma la sua più grande vulnerabilità era l'emissione monetaria dettata da una terza parte di fiducia.

Il 28 marzo 1997, dopo anni di riflessione e sperimentazione, Back inventò e annunciò Hashcash, un concetto anti-spam successivamente citato nel white paper di Nakamoto e che si sarebbe rivelato fondamentale per il mining di Bitcoin. Hashcash alla fine avrebbe consentito la "Prova di lavoro" finanziaria: una valuta che necessitava del dispendio di energia affinché si potessero produrre nuove unità monetarie, rendendo così il denaro più solido ed equo.

Storicamente gli stati hanno spesso abusato dei loro monopoli sull'emissione di denaro. Esempi tragici includono l'antica Roma, la Germania di Weimar, l'Ungheria sovietica, i Balcani negli anni '90, lo Zimbabwe di Mugabe e gli 1,3 miliardi di persone che oggi vivono con un'inflazione a doppia, tripla o quadrupla cifra, dal Sudan al Venezuela.

In questo contesto il cypherpunk Robert Hettinga scrisse nel 1998 che denaro digitale adeguatamente decentralizzato avrebbe significato che l'economia non doveva più essere "l'ancella della politica"; non dovevano più essere emesse nuove quantità di nuovo denaro con il clic di un pulsante.

Una vulnerabilità di Hashcash era che se qualcuno cercava di progettare una valuta con il suo meccanismo anti-spam, gli utenti con computer più veloci potevano comunque causare iperinflazione. Un decennio dopo Nakamoto avrebbe risolto questo problema con un'innovazione chiave in Bitcoin chiamata "algoritmo di difficoltà", in cui la rete avrebbe reimpostato la difficoltà del conio delle coin ogni due settimane in base alla quantità totale di energia spesa dagli utenti sulla rete.

Nel 1998 l'ingegnere informatico Wei Dai pubblicò il suo concetto di b-money: era “un sistema di pagamento elettronico anonimo e distribuito” e proponeva uno “schema per un gruppo di pseudoanonimi digitali non rintracciabili affinché si possano a vicenda e per far rispettare i contratti tra di loro senza aiuto esterno”.

Dai venne ispirato dal lavoro di Back con Hashcash, incorporando la Prova di lavoro nei progetti di b-money. Sebbene il sistema fosse limitato, si rivelò anche poco pratico; Dai lasciò una serie di scritti che facevano eco a Hughes, Back e altri.

Nel febbraio 1995 Dai inviò un'e-mail a "The List", sostenendo la tecnologia, non la regolamentazione, come salvatrice dei diritti digitali individuali:

Non c'è mai stato uno stato che prima o poi non abbia cercato di ridurre la libertà dei suoi sudditi e di ottenere un maggiore controllo su di loro, e probabilmente non ce ne sarà mai uno. Pertanto, invece di cercare di convincere il nostro attuale stato a non provarci, svilupperemo la tecnologia [...] che renderà impossibile il successo dello stato.

Gli sforzi per influenzare lo stato (ad esempio, lobbismo e propaganda) sono importanti solo nella misura in cui ritardano il suo tentativo di repressione abbastanza a lungo da consentire alla tecnologia di maturare e diventare ampiamente utilizzata.

Ma anche se non credete che quanto sopra sia vero, pensatela in questo modo: se avete una certa quantità di tempo da spendere per promuovere la causa di una maggiore privacy personale (o libertà, o criptoanarchia, o qualsiasi altra cosa), potete farlo meglio usando il tempo per conoscere la crittografia e sviluppare gli strumenti per proteggere la privacy o convincendo lo stato a non invadere la vostra privacy?

Quello stesso anno, nel 1998, un crittografo americano di nome Nick Szabo propose bit gold. Basandosi sulle idee di altri cypherpunk, Szabo propose una struttura finanziaria parallela il cui i token avrebbero avuto una propria proposta di valore, separata dal dollaro o dall'euro. Avendo lavorato in DigiCash e avendo visto le vulnerabilità di una zecca centralizzata, pensava che l'oro fosse una risorsa utile da provare a replicare nello spazio digitale.

Bit gold è stato importante perché collegava le idee di riforma monetaria e denaro sano/onesto al movimento cypherpunk. Cercava di rendere digitale la caratteristica del "costo dimostrabile" dell'oro. Una collana d'oro, ad esempio, dimostra che il proprietario ha speso molto tempo, energia e risorse per estrarre quell'oro dal terreno e trasformarlo in gioielli, o ha pagato un sacco di soldi per acquistarla. Szabo voleva portare online il "costo dimostrabile". Bit gold non è mai stato implementato, ma ha continuato a ispirare i cypherpunk.

Gli anni successivi hanno visto l'ascesa dell'e-commerce, la bolla delle dot-com e poi l'emergere delle mega corporazioni di Internet odierne. Fu un periodo impegnativo ed esplosivo per l'online, ma per cinque anni non ci fu alcun progresso significativo nel campo del denaro digitale. Ciò indica il fatto che in primo luogo non c'erano molte persone che lavoravano a questa idea e, in secondo luogo, far funzionare tutto era straordinariamente impegnativo.

Nel 2004 l'ex-collaboratore di PGP Finney annunciò una Prova di lavoro riutilizzabile, o "RPOW": questa sarebbe stata la successiva grande innovazione nel percorso verso Bitcoin.

La RPOW prendeva l'idea di bit gold e aggiungeva una rete di server open source per verificare le transazioni. Si poteva allegare un po' d'oro a un'e-mail, ad esempio, e il destinatario avrebbe potuto acquistare un bene al portatore con un costo dimostrabile.

Sebbene Finney avesse lanciato la RPOW in modo centralizzato sul proprio server, aveva in programma di decentralizzarne l'architettura. Questi sono stati tutti passaggi chiave che hanno condotto alla nascita di Bitcoin, ma alcuni altri pezzi del puzzle dovevano ancora essere messi al loro posto.


V. “RUNNING BITCOIN”

Nel 1999 Back terminò il suo dottorato di ricerca sui sistemi distribuiti e iniziò a lavorare in Canada per una società chiamata Zero Knowledge Systems. Lì contribuì a costruire il Freedom Network, uno strumento che permetteva alle persone di navigare sul web in privato. Back e i suoi colleghi utilizzavano le cosiddette "prove a conoscenza zero" (basate sulle firme cieche di Chaum) per crittografare le comunicazioni su questa rete e vendevano l'accesso al servizio.

Back, a quanto pare, era anche in anticipo sui tempi su questa innovazione chiave. Nel 2002 gli informatici avevano migliorato il modello di Zero Knowledge System adottando un progetto di navigazione web privato del governo degli Stati Uniti chiamato "onion routing" open source. Lo chiamarono Tor Network e ispirò l'era delle reti private virtuali (VPN). Rimane oggi il gold standard per la navigazione web privata.

All'inizio e alla metà degli anni 2000 Back terminò il suo lavoro presso Zero Knowledge Systems e venne reclutato da Microsoft per un breve periodo come ricercatore sulla sicurezza informatica, quindi entrò a far parte di una nuova startup che produceva software di collaborazione crittografato peer-to-peer. Ciononostante Back continuava ancora a pensare all'idea del denaro digitale.

Quando l'e-mail di Nakamoto arrivò nell'agosto 2008, Back era incuriosito. La lesse attentamente e rispose suggerendo a Nakamoto di esaminare altri sistemi di denaro digitale, incluso b-money di Dai.

Il 31 ottobre 2008 Nakamoto pubblicò il white paper di Bitcoin su "The List". La prima frase prometteva il sogno che tanti avevano inseguito: “Una versione puramente peer-to-peer del contante elettronico consentirebbe d'inviare pagamenti online direttamente da una parte all'altra senza passare attraverso un istituto finanziario”. Hashcash di Back, b-money di Dai e precedenti ricerche sulla crittografia erano state tutte citate.

Come ha scritto lo storico del contante digitale Aaron van Wirdum: “Con Bitcoin, Hashcash ha preso due piccioni con una fava: ha risolto il problema della doppia spesa in modo decentralizzato, fornendo al contempo un trucco per mettere in circolazione nuove coin senza un emittente centralizzato”. Ha notato che Hashcash non è stato il primo sistema di ecash, ma un sistema did enaro digitale decentralizzato “sarebbe stato impossibile senza di esso”.

Il 9 gennaio 2009 Nakamoto inaugurò la prima versione del software Bitcoin. Finney fu uno dei primi a scaricare il programma e sperimentarlo, poiché era entusiasta che qualcuno avesse continuato il suo lavoro con la RPOW.

Il 10 gennaio Finney pubblicò il famoso tweet: “Running Bitcoin”. La rivoluzione pacifica era iniziata.


VI. IL “GENESIS BLOCK”

Nel febbraio 2009 Nakamoto riassunse le idee alla base di Bitcoin su un forum della comunità tecnologica peer-to-peer:

Prima della crittografia avanzata, gli utenti dovevano fare affidamento sulla protezione tramite password per mantenere private le proprie informazioni. La privacy poteva sempre essere ignorata dall'amministratore in base al suo giudizio soppesante il principio della privacy rispetto ad altre preoccupazioni, o per volere dei suoi superiori. Poi è arrivata la crittografia avanzata e la fiducia non era più richiesta. I dati potevano essere protetti in un modo fisicamente impossibile affinché altri potessero accedervi, non importava per quale motivo, non importava quanto fosse valida la scusa, non importava quale.

Era ora che avessimo la stessa cosa per il denaro. Con la valuta elettronica basata su prove crittografiche, senza la necessità di affidarsi a un intermediario di terze parti, il denaro può essere sicuro e le transazioni validate. Uno degli elementi costitutivi di un tale sistema sono le firme digitali. Una moneta digitale contiene la chiave pubblica del suo proprietario. Per trasferirla, il proprietario firma la moneta insieme alla chiave pubblica del proprietario successivo. Chiunque può controllare le firme per verificare la catena di proprietà. Funziona bene per garantire la proprietà, ma lascia irrisolto un grosso problema: la doppia spesa. Qualsiasi proprietario potrebbe provare a spendere nuovamente una moneta già spesa firmandola verso un altro proprietario. La solita soluzione è che un'azienda fidata con un database centrale vigili sulla doppia spesa, ma così torneremmo al solito modello di fiducia. Nella sua posizione centrale, l'azienda può scavalcare gli utenti [...].

La soluzione di Bitcoin è utilizzare una rete peer-to-peer per verificare la doppia spesa [...]. Il risultato è un sistema distribuito senza un singolo punto di errore. Gli utenti detengono le chiavi crittografiche del proprio denaro e effettuano transazioni tra di loro, con l'aiuto della rete P2P affinché vigili sulla doppia spesa.

Nakamoto aveva studiato Diffie, Chaum, Back, Dai, Szabo e Finney e aveva forgiato una forma di denaro digitale decentralizzato.

La chiave di volta, in retrospettiva, era combinare la capacità di effettuare transazioni private al di fuori del sistema bancario con la capacità di detenere un bene che non poteva essere svalutato tramite interferenze politiche.

Quest'ultima caratteristica non era al primo posto per i cypherpunk prima della fine degli anni '90. Szabo ci aveva sicuramente mirato con Bit gold e altri, ispirati da economisti Austriaci come Fredrich Hayek e Murray Rothbard, avevano discusso a lungo di togliere la creazione di denaro dalle mani dello stato. Tuttavia i cypherpunk avevano dato la priorità alla privacy rispetto alla politica monetaria nelle prime visioni riguardanti il denaro digitale.

L'ambivalenza nei confronti della politica monetaria mostrata dai sostenitori della privacy è ancora evidente oggi. Molti gruppi per le libertà civili di sinistra che hanno protetto i diritti digitali americani negli ultimi due decenni hanno ignorato o sono stati apertamente ostili nei confronti di Bitcoin. Il limite di 21 milioni di coin, la scarsità e le qualità del "denaro sano/onesto" si sono rivelate fondamentali per raggiungere la privacy attraverso il denaro digitale. Tuttavia la maggior parte dei gruppi di difesa dei diritti digitali non hanno riconosciuto né celebrato il ruolo che la Prova di lavoro e una politica monetaria immutabile possono svolgere nella protezione dei diritti umani.

Per sottolineare l'importanza primaria della scarsità e dell'emissione monetaria prevedibile nella creazione di denaro digitale, Nakamoto rilasciò Bitcoin non dopo l'ennesimo scandalo incentrato sulla sorveglianza statale, bensì sulla scia della crisi finanziaria mondiale e dei conseguenti esperimenti di folle stampa di denaro del 2007 e 2008.

Il primo input nella blockchain di Bitcoin è noto come Genesis Block ed è un grido di battaglia politico. Proprio nel suo codice c'è un messaggio su cui vale la pena riflettere: “The Times / 03 Jan / 2009 Chancellor on brink of second bailout for banks”.

Genesis Block di Bitcoin: Cancelliere dello scacchiere sull'orlo di un secondo salvataggio bancario (Fonte)

Il messaggio fa riferimento a un titolo del Times di Londra, che descrive come il governo britannico fosse in procinto di salvare un settore privato in fallimento aumentando entrambi i lati del suo bilancio. Ciò faceva parte di un movimento mondiale più ampio in cui le banche centrali creavano liquidità dal nulla per le banche commerciali e in cambio acquisivano asset, dai titoli garantiti da ipoteca al debito societario e sovrano. Nel Regno Unito la Banca d'Inghilterra stava stampando denaro per cercare di salvare l'economia.

La dichiarazione di Nakamoto nel Genesis Block era una sfida all'azzardo morale creato dalla Banca d'Inghilterra, la quale funge da prestatore di ultima istanza per le società britanniche che seguono linee di politica sconsiderate e rischiano la bancarotta.

Il londinese medio è quello che ne paga il prezzo durante una recessione, mentre l'élite di Canary Wharf trova modi per proteggere la propria ricchezza. Nessun banchiere britannico sarebbe finito in prigione durante la Grande Crisi Finanziaria, ma milioni di cittadini britannici nella classe medio-bassa ne hanno sofferto. Bitcoin era più di un semplice denaro digitale, era un'alternativa al sistema bancario centrale.

Nakamoto non aveva una grande opinione del modello in cui burocrati aumentavano il debito per salvare economie sempre più finanziarizzate:

Il problema principale con la valuta fiat è tutta la fiducia necessaria per farla funzionare. Ci si deve fidare della banca centrale affinché non svaluti la valuta, ma la storia delle valute fiat è piena di violazioni di quella fiducia. Ci si deve fidare delle banche affinché detengano il nostro denaro e lo trasferiscano elettronicamente, ma lo prestano generando ondate di bolle del credito con una minima frazione in riserva.

Nakamoto lanciò la rete Bitcoin come concorrente delle banche centrali, offrendo l'automazione della politica monetaria ed eliminando le fumose stanze sul retro in cui gruppi ristretti d'individui prendevano decisioni per tutti gli altri riguardo soprattutto il campo monetario.


VII. UNA MERAVIGLIA INGEGNERISTICA

Inizialmente Back rimase colpito da Bitcoin. Lesse un rapporto tecnico che Finney aveva pubblicato all'inizio del 2009 e si rese conto che Nakamoto aveva risolto molti dei problemi che in precedenza avevano impedito la creazione di un'effettiva forma di denaro digitale. Ciò che forse lo impressionò di più , e rese il progetto Bitcoin più forte di qualsiasi altro avesse mai visto, fu che all'inizio del 2011 Nakamoto scomparve per sempre.

Nel 2009 e nel 2010 Nakamoto pubblicò aggiornamenti, discusse di modifiche e miglioramenti a Bitcoin e condivise le proprie opinioni sul futuro della rete, principalmente su un forum online chiamato Bitcointalk. Poi, un giorno, è scomaprso e da allora non se ne è più saputo nulla.

A quel tempo Bitcoin era ancora un progetto in fasce e Nakamoto era ancora un punto centrale di fallimento. Alla fine del 2010 agiva ancora come un "dittatore benevolo", ma facendosi da parte — e rinunciando a una vita di fama, fortuna e premi — rese impossibile per gli stati di poter danneggiare la rete arrestandolo o manipolandolo.

Prima di sparire, Nakamoto scrisse:

Molte persone liquidano automaticamente il denaro digitale come una causa persa data la lunga scia di aziende che hanno fallito sin dagli anni '90. Spero sia ovvio che fosse solo la natura centralizzata di quei sistemi ad averli condannati al fallimento. Penso che questa sia la prima volta che proviamo un sistema decentralizzato e non basato sulla fiducia.

Back era d'accordo. Oltre ad essere colpito dal modo in cui Nakamoto rivelò Bitcoin e poi è scomparso, fu particolarmente incuriosito dalla politica monetaria di Bitcoin, programmata per emettere una quantità sempre minore di coin ogni anno fino al 2130, quando anche l'ultimo bitcoin sarebbe stato emesso. Il numero totale di coin è stato scolpito nella pietra a poco meno di 21 milioni.

Ogni quattro anni i nuovi bitcoin emessi come ricompensa per il mining di un nuovo blocco vengono dimezzati, in un evento ora celebrato come "halving".

L'emissione prevedibile di Bitcoin (Fonte)

Quando Nakamoto minava all'inizio del 2009, la ricompensa era di 50 bitcoin. Scese a 25 nel 2012, 12,5 nel 2016 e 6,25 nell'aprile 2020. Alla fine del 2021 erano stati minati quasi 19 milioni di bitcoin ed entro il 2035 il 99% di tutti i bitcoin sarà distribuito.

Il resto sarà distribuito nel secolo successivo, come incentivo duraturo per i miner che però nel tempo dovranno passare a trarre profitto dalle commissioni di transazione.

Già nel 2009 Nakamoto, Finney e altri ipotizzarono che la politica monetaria "hard-capped" di Bitcoin con un limite a 21 milioni l'avrebbe reso estremamente prezioso se un giorno fosse decollato.

Oltre all'innovativa politica monetaria, Back pensava che anche il cosiddetto "algoritmo di difficoltà" fosse un significativo passo avanti. Questo trucco risolse una preoccupazione che egli aveva inizialmente avuto per Hashcash, dove gli utenti con computer più veloci potevano sopraffare il sistema. In Bitcoin, Nakamoto impedì che ciò accadesse programmando la rete per ripristinare la difficoltà richiesta ogni due settimane, in base a quanto tempo aveva richiesto il mining nelle due settimane precedenti.

Se il mercato fosse crollato o si fosse verificato un evento catastrofico (ad esempio, quando il Partito Comunista Cinese cacciò metà dei miner di Bitcoin nel maggio 2021) e la quantità totale globale di energia spesa per minare Bitcoin ("hashrate") fosse diminuita, ci sarebbe voluto più tempo del normale per minare i blocchi.

Tuttavia, con l'algoritmo di difficoltà, la rete si sarebbe riequilibrata in breve tempo e avrebbe semplificato il mining. Al contrario se l'hashrate fosse aumentato, nel caso in cui fosse stato inventato un dispositivo più efficiente e i miner avessero minato i blocchi troppo velocemente, l'algoritmo di difficoltà avrebbe compensato presto la situazione. Questa caratteristica apparentemente semplice ha dato a Bitcoin la resilienza e lo ha aiutato a sopravvivere a massicce turbolenze stagionali nel mining, precipitosi crolli dei prezzi e minacce normative. Oggi l'infrastruttura di mining di Bitcoin è più decentralizzata che mai.

Queste innovazioni fecero pensare a Back che Bitcoin potesse avere successo laddove altri tentativi avevano fallito. Tuttavia rimaneva un problema evidente: Bitcoin non era molto privato.


VIII. IL PROBLEMA DELLA PRIVACY SU BITCOIN

Per i cypherpunk la privacy era un obiettivo chiave. Le precedenti iterazioni riguardo il denaro digitale, come DigiCash, avevano ceduto al compromesso per raggiungere la privacy sacrificando il decentramento. Potrebbe esserci un'immensa privacy in questi sistemi, ma gli utenti dovevano fidarsi di una Zecca ed erano a rischio di censura e svalutazione.

Nel creare un'alternativa, Nakamoto è stato costretto a fare affidamento su un sistema di registro aperto, in cui chiunque poteva visualizzare pubblicamente tutte le transazioni. Era l'unico modo per garantire la verificabilità, ma sacrificava la privacy. Back pensa ancora che questa sia stata la giusta decisione ingegneristica.

C'era stato molto lavoro nell'area delle valute digitali private da DigiCash in poi. Nel 1999 venne pubblicato un documento intitolato Auditable Anonymous Electronic Cash, la cui idea era utilizzare prove a conoscenza zero. Più di un decennio dopo il documento Zerocoin venne pubblicato come ottimizzazione di questo concetto, ma per cercare di ottenere una privacy perfetta anche questi sistemi hanno ceduto ai compromessi.

La matematica richiesta per queste transazioni anonime era così complicata che rendeva ogni transazione molto grande e ogni spesa richiedeva molto tempo. Uno dei motivi per cui Bitcoin funziona bene oggi è che la transazione media è di appena un paio di centinaia di byte. Chiunque può eseguire con poco un nodo completo a casa e tenere traccia della cronologia di Bitcoin e delle transazioni in entrata, mantenendo il potere sul sistema nelle mani degli utenti. Il sistema non si basa su pochi supercomputer; i normali computer possono archiviare la blockchain di Bitcoin e trasmettere i dati delle transazioni perché il loro utilizzo è ridotto al minimo.

Se Nakamoto avesse utilizzato un modello di tipo Zerocoin, ogni transazione sarebbe stata superiore a 100 kilobyte, il libro mastro sarebbe diventato enorme e solo una manciata di persone con attrezzature specializzate per datacenter avrebbe potuto eseguire un nodo completo, introducendo la possibilità di collusione, censura, o anche un piccolo gruppo di persone che decidono di aumentare l'offerta monetaria oltre i 21 milioni. Come afferma il mantra della comunità Bitcoin: "Non fidatevi e verificate".

Back ha detto che, in retrospettiva, è contento di non aver menzionato il documento del 1999 a Nakamoto nelle sue e-mail. La creazione di denaro digitale decentralizzato era la parte più cruciale: la privacy, pensava, poteva essere programmata in un secondo momento.

Nel 2013 Back decise che Bitcoin aveva dimostrato una stabilità sufficiente per essere la base per il denaro digitale. Si rese conto che poteva offrire la sua esperienza in crittografia applicata per contribuire a renderlo più privato. In quel periodo Back iniziò a passare 12 ore al giorno a leggere di Bitcoin. Ha detto che perse la cognizione del tempo, mangiava a malapena e dormiva a malapena; era ossessionato.

Quell'anno Back suggerì alcune idee chiave alla comunità degli sviluppatori Bitcoin su canali come IRC e Bitcointalk, tra cuicambiare il tipo di firma digitale che Bitcoin utilizzava da ECDSA a Schnorr. Nakamoto non utilizzò Schnorr nel design originale, nonostante offrisse maggiore flessibilità e privacy per gli utenti, perché esisteva brevetto su di essa. Ma quel brevetto è scaduto.

Oggi il suggerimento di Back è stato implementato poiché le firme Schnorr sono state aggiunte alla rete Bitcoin come parte dell'aggiornamento Taproot. Una volta attivato Taproot e utilizzato su larga scala, la maggior parte dei tipi di wallet e transazioni sembrerà uguale agli osservatori (inclusi gli stati), contribuendo a combattere la macchina della sorveglianza.


IX. TRANSAZIONI RISERVATE

La più grande visione di Back per Bitcoin era qualcosa chiamata Transazioni riservate. Attualmente un utente espone la quantità di bitcoin che invia a ogni transazione e ciò consente la verificabilità del sistema — chiunque esegua il software Bitcoin può garantire che ci sia solo un certo numero di coin — ma consente anche la sorveglianza sulla blockchain.

Se uno stato può associare un indirizzo Bitcoin a un'identità nel mondo reale, può seguirne i fondi. Le transazioni riservate nasconderebbero l'importo della transazione, rendendo la sorveglianza molto più difficile o forse addirittura impossibile se utilizzate insieme a tecniche come CoinJoin.

Nel 2013 Back parlò con una manciata di sviluppatori — i "Bitcoin Wizard", come li chiama lui — e si rese conto che sarebbe stato estremamente difficile implementare le transazioni riservate, poiché la comunità aveva comprensibilmente dato la priorità alla sicurezza e alla verificabilità rispetto alla privacy.

Back si rese anche conto che Bitcoin non era molto modulare, il che significa che non si poteva sperimentare con le transazioni private all'interno del sistema, quindi contribuì a elaborare l'idea di un nuovo tipo di banco di prova sperimentale per la tecnologia Bitcoin, in modo da poter testare nuove idee senza danneggiare la rete.

Back capì subito che questo avrebbe rappresentato un sacco di lavoro: avrebbe dovuto creare librerie software, integrare wallet, ottenere la compatibilità con gli exchange e creare un'interfaccia user-friendly. Back raccolse $21 milioni nella Silicon Valley per provare a costruire un'azienda e realizzare tutto questo.

Con il finanziamento iniziale, Back collaborò con il noto sviluppatore di Bitcoin Core, Greg Maxwell, e l'investitore Austin Hill per lanciare Blockstream, che oggi è una delle più grandi società di Bitcoin al mondo. Back è CEO e persegue progetti come Blockstream Satellite, il quale consente agli utenti Bitcoin di tutto il mondo di utilizzare la rete senza bisogno di accesso a Internet.

Nel 2015 Back e Maxwell rilasciarono una versione "testnet" di Bitcoin che avevano immaginato e l'hanno chiamata Elements. Poi procedettero ad abilitare le transazioni riservate su questa sidechain — ora chiamata Liquid — dove oggi centinaia di milioni di dollari sono saldati privatamente.

Gli utenti di Bitcoin hanno combattuto quella che è nota come la "Blocksize War" tra il 2015 e il 2017 per mantenere la dimensione dei blocchi ragionevolmente limitata (è aumentata fino a un nuovo massimo teorico di 4 megabyte) e mantenere il potere nelle mani degli individui, quindi qualsiasi piano per aumentarne significativamente le dimensioni in futuro potrebbe incontrare una forte resistenza.

Back pensa ancora che sia possibile ottimizzare il codice e ottenere transazioni riservate abbastanza piccole da poter essere implementate su Bitcoin. Mancano ancora diversi anni, nella migliore delle ipotesi, all'aggiunta, ma Back continua la sua ricerca.

Per ora gli utenti di Bitcoin possono migliorare la loro privacy attraverso tecniche come CoinJoin, CoinSwap e utilizzando tecnologie di secondo livello come Lightning Network, o sidechain come Mercury o Liquid.

In particolare Lightning, un'altra area in cui il team di Back investe molto attraverso il lavoro su c-lightning, aiuta gli utenti a spendere bitcoin in modo più economico, rapido e privato. Attraverso innovazioni come questa, Bitcoin funge da tecnologia di risparmio resistente alla censura e alla svalutazione per decine di milioni di persone in tutto il mondo e sta diventando più user- friendly per le transazioni quotidiane.

Nel futuro prossimo Bitcoin potrebbe benissimo realizzare la visione cypherpunk del denaro digitale, con tutti gli aspetti di privacy del contante e tutta la capacità di riserva di valore dell'oro. Questa potrebbe rivelarsi una delle missioni più importanti del prossimo secolo, poiché gli stati sperimentano e iniziano a introdurre le valute digitali delle banche centrali (CBDC).

Le CBDC mirano a sostituire la cartamoneta con crediti elettronici che possono essere facilmente sorvegliati, confiscati, tassati automaticamente e svalutati tramite tassi d'interesse negativi. Aprono la strada all'ingegneria sociale, incentivano la censura e il deplatforming e impongono una data di scadenza sul denaro.

Ma se la visione del denaro digitale incarnata da Bitcoin potrà essere pienamente realizzata, allora, usando le parole di Nakamoto, “possiamo vincere un'importante battaglia nella corsa agli armamenti e conquistare un nuovo territorio di libertà per diversi anni”.

Questo è il sogno cypherpunk e Adam Back è concentrato nel realizzarlo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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