Visualizzazione post con etichetta Donald J. Boudreaux. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Donald J. Boudreaux. Mostra tutti i post

martedì 27 luglio 2021

Le “esternalità” non sono una buona scusa per l'obbligo di vaccinazione

 

 

di Donald Bodreaux

Non sono, e non sono mai stato, un anti-vaccinista. Quando il mio unico figlio, Thomas, era piccolo né sua madre né io abbiamo esitato a fargli ricevere l'intera gamma di vaccini per l'infanzia; proprio come negli anni '60 i miei genitori non hanno esitato a farmi ricevere l'intera gamma di vaccini allora a disposizione per i bambini. E quando i vaccini per il Covid-19 sono diventati disponibili pochi mesi fa, ho ricevuto il dosaggio completo (Moderna, nel caso ve lo stiate chiedendo).

Ma io sono, e sono sempre stato, un anti-autoritario ed essendo tale mi oppongo agli sforzi dello stato per imporre la vaccinazione, o per punire le persone che non sono vaccinate. In questo mondo lo stato non ha alcun diritto di imporre sanzioni a chiunque scelga di non iniettarsi o ingerire determinati farmaci. Una tale intrusione negli affari privati ​​degli individui è immorale e incompatibile con i principi di una società libera. Ogni genitore dovrebbe avere il diritto di rifiutare la vaccinazione per i propri figli; ogni adulto dovrebbe avere il diritto di rifiutare la vaccinazione per sé stesso. Nessuna spiegazione per tale rifiuto dovrebbe essere richiesta oltre ad un semplice "No".


Esternalità!

La risposta più comune a quelli di noi che si oppongono alla punizione statale delle persone che rifiutano i vaccini è sostenere che coloro non vaccinati mettono a rischio la salute, e persino la vita, di terzi innocenti. Leggete, ad esempio, l'editorialista del Washington Post Leana Wen, la cui ossessione per la vaccinazione obbligatoria è accompagnata dalla sua debole capacità di mettere i dati nella giusta prospettiva. Nel gergo economico l'accusa è "esternalità!" – come ha esclamato di recente l'economista dell'Università del Michigan, Justin Wolfersin, in risposta a qualcuno che si opponeva a quello che è a tutti gli effetti un passaggio verso l'obbligo di vaccinazione. Si sostiene che un individuo non vaccinato diffonda ingiustamente ad altre persone agenti patogeni pericolosi ogni volta che si trova in pubblico.

Ma gridare "esternalità!" non è la carta vincente che molti economisti (e non economisti) ingenuamente suppongono che sia. In un mondo in cui non tutti gli esseri umani vivono un'esistenza isolata – cioè nel nostro mondo – ognuno di noi agisce incessantemente in modi che influenzano gli estranei senza per questo giustificare le restrizioni imposte dallo stato alla grande maggioranza di queste azioni. Pertanto la giustificazione dell'intrusione da parte dello stato negli affari ordinari della vita richiede molto di più della prospettiva di un qualche impatto interpersonale (si veda la breve risposta di David Henderson a Wolfers).

Anche la giustificazione per l'obbligo di vaccinazione richiede più di una vivida immaginazione, altrimenti siamo come alunni di seconda media che descrivono situazioni ipotetiche riguardo questo tema ("Immaginate un virus super-contagioso e letale che, con una certezza al 100%, ucciderà letteralmente ogni essere umano nel Paese se anche una sola persona rimane non vaccinata!!!"). Per essere rilevante, la tesi dell'obbligo di vaccinazione deve riflettersi nella realtà come la conosciamo. Inoltre in una società libera l'onere della prova ricade non sugli oppositori dell'obbligo, ma su coloro che affermano che l'esternalità è reale e abbastanza grave da giustificare l'obbligo di vaccinazione.

Che la scelta di restare non vaccinati contro il Covid crei dei rischi per gli estranei è indiscutibile, ciononostante questa scelta non la distingue da molte altre scelte con conseguenze simili, scelte quasi tutte che, ancora una volta, non giustificano l'intervento dello stato – un fatto che vale anche se limitiamo la nostra attenzione solo ad azioni che possono compromettere maggiormente la salute fisica degli altri.

La scelta di guidare fino al supermercato crea rischi per la salute dei pedoni e degli altri conducenti; la scelta di non sottoporsi al test per l'influenza e poi di condurre una vita normale crea rischi per la salute degli altri; la scelta di tuffarsi in una piscina comunitaria crea rischi per la salute degli altri; la scelta di utilizzare un bagno pubblico crea rischi per la salute degli altri. In ciascuna di queste situazioni si ritiene che i benefici derivanti dal consentire agli individui di fare liberamente tali scelte siano maggiori dei benefici che deriverebbero dall'imporre nuove restrizioni a tali scelte.


Quindi che dire sul Covid ed i relativi vaccini?

Quindi c'è qualcosa di speciale nel Covid-19 che giustifica l'insolito passo autoritario di rendere obbligatoria la vaccinazione? No.

Innanzitutto c'è questa realtà importante e rilevante che merita di essere ripetuta, data la bizzarra, ma diffusa convinzione, che questa realtà non sia né importante né rilevante: il Covid riserva i suoi pericoli ai vecchi ed ai malati, cioè ad un gruppo facilmente identificabile di membri che possono adottare misure per proteggersi dall'esposizione al virus senza richiedere alla stragrande maggioranza dell'umanità, pochissimi della quale a rischio reale per il Covid, di sospendere e stravolgere la propria vita.

In secondo luogo, il fatto che le vaccinazioni siano abbastanza efficaci nel proteggere le persone vaccinate dal contrarre e soffrire di Covid dovrebbe essere sufficiente per demolire definitivamente l'obbligo di vaccinazione. Eppure coloro favorevoli all'obbligo credono che la loro tesi sia fondata su due fatti. Il primo è che la vaccinazione non solo protegge gli individui vaccinati dal Covid, ma riduce anche la possibilità che le persone vaccinate lo diffondano ad altri; il secondo fatto è che non tutti sono o possono essere vaccinati. Da qui coloro favorevoli all'obbligo di vaccinazione saltano alla conclusione che lo stato dovrebbe imporla a tutti coloro che sono in grado di essere vaccinati dal punto di vista medico.

Ma questo salto è illogico, poiché ignora diverse questioni pertinenti, e le persone che portano l'onere della prova non sono nella posizione di ignorarle.

Tra le domande pertinenti ignorate – e, quindi, senza risposta – ci sono:

  1. Essere vaccinati di quanto riduce la possibilità che una persona trasmetta il virus? Questa riduzione vale tutti i costi dell'obbligo di vaccinazione?

  2. Quante persone hanno condizioni mediche che impediscono loro di essere vaccinate contro il Covid? E quante di queste persone fa parte di gruppi i cui membri sono particolarmente a rischio di soffrire per il Covid?

  3. Cosa significa avere una condizione medica che impedisce a qualcuno di essere vaccinato contro il Covid? Significa che tali persone, se vaccinate, avrebbero il 100% di possibilità di morire a causa della vaccinazione? Sicuramente no. Ma se no, a quali specifici livelli di rischio la vaccinazione contro il Covid sottoporrebbe queste persone? E questi rischi sono abbastanza alti da far parte di una tesi credibile per l'obbligo di vaccinazione?

  4. Qual è il costo per il gruppo "non vaccinabile" di proteggersi rispetto al costo di imporre che tutti gli altri vengano vaccinati?

  5. L'esistenza stessa di un gruppo di persone per le quali i vaccini Covid sono troppo rischiosi implica che essi non siano privi di rischi per nessuno (a parte il rischio casuale intrinseco posto da qualsiasi trattamento medico, ognuno di noi ha una qualche possibilità di essere inconsapevolmente affetto da una o più delle condizioni che sono riconosciute come troppo rischiose riguardo la vaccinazione). Perché, allora, dovrebbe essere richiesto a tutti – tranne gli individui nel gruppo formalmente esentato – di essere vaccinati e, quindi, di essere soggetti a qualche rischio di essere danneggiati fisicamente dal vaccino?

  6. Se, come implicano coloro favorevoli all'obbligo di vaccinazione, qualsiasi azione che metta a rischio la salute degli estranei è un'azione che lo stato dovrebbe trattare come una "esternalità" e prevenire con la forza, perché lo stato non dovrebbe trattare tutte le tesi a sostegno dell'obbligo di vaccinazione come esternalità da vietare con la forza? Poiché la vaccinazione in sé non è esente da rischi, costringere le persone ad essere vaccinate significa sottoporre con la forza alcune persone ad un rischio che preferirebbero evitare. Inoltre sostenere pubblicamente l'obbligo di vaccinazione aumenta il rischio che venga attuata una tale linea di politica, il che significa che sostenere pubblicamente l'obbligo di vaccinazione (secondo la logica degli stessi che ne sono a favore) espone altri innocenti ad un rischio che poi lo stato dovrebbe impedire.


Conclusione

Naturalmente mi opporrei a coloro favorevoli all'obbligo di vaccinazione con la stessa energia che questi ultimi usano per imporre all'umanità la loro misura autoritaria. Ma il fatto che la loro logica possa essere facilmente utilizzata per giustificare la privazione forzata della libertà di sostenere pacificamente lo stesso obbligo di vaccinazione rivela quanto sia fragile la loro tesi.

Questa tesi, lo ripeto, non può essere risolta in astratto con la mera intonazione della parola «esternalità». Le domande sopra menzionate (e anche altre) sui fatti devono ottenere risposta. E l'onere, in una società liberale e aperta, di rispondervi in modi che giustificano qualsiasi obbligo statale ricade sui sostenitori di tale obbligo e non sui difensori della libertà.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


giovedì 8 aprile 2021

Basta con queste ridicole scuse per le restrizioni Covid

 

 

di Donald J. Boudreaux

Sebbene mi sia piaciuto studiare economia molto più di quanto mi sia piaciuto studiare diritto, sono sempre stato felice della mia decisione di conseguire una laurea in giurisprudenza oltre alla mia laurea in economia. Esponendomi a dettagli del mondo reale che altrimenti avrei perso, studiare legge ha notevolmente migliorato la mia capacità di valutare i processi e le politiche economiche.

Alcuni economisti afferrano dettagli cruciali senza aver studiato legge, studiosi impressionanti del calibro di Armen Alchian, Terry Anderson, Ronald Coase, Harold Demsetz, Thomas Sowell e Bruce Yandle. Ma troppi economisti si perdono questi dettagli ed il risultato è spesso un'analisi politica sbagliata e consigli politici non realistici e controproducenti.

Questa analisi scadente e questi consigli fuorvianti sono particolarmente presenti quando gli economisti parlano delle cosiddette "esternalità". Le esternalità sono effetti di terze parti, come quando le azioni di Steve e Sarah hanno un impatto sul benessere di Silas e quest'ultimo non viene consultato né da Steve né da Sarah.

Se questo impatto migliora il benessere di Silas, la chiamiamo "esternalità positiva", come se Sarah pagasse Steve per rinnovare la sua casa, aumentando così il valore di mercato della casa del vicino Silas. Se questo impatto peggiora il benessere di Silas, la chiamiamo una "esternalità negativa", come se Steve, mentre lavora per ristrutturare la casa di Sarah, crea rumori forti che distraggono Silas mentre fa yoga o mentre è in riunione su Zoom.

Quando gli economisti incontrano esempi come questi, il loro primo istinto è lamentarsi del fatto che sia Sarah che Steve ignorano l'impatto delle loro azioni su Silas. Il loro secondo istinto è descrivere gli interventi dello stato che porterebbero Steve e Sarah a tenere conto di questi impatti. Una tipica raccomandazione potrebbe essere quella di tassare le persone per qualsiasi rumore fastidioso causato dai loro progetti di ristrutturazione.

Gli economisti riconoscono che i costi amministrativi per l'attuazione di tali politiche sono talvolta così alti da rendere tali politiche poco sagge. Ma, in linea di principio, troppi economisti sono inclini a concludere che la mancanza di tassazione dei rumori forti fa sì che venga emesso troppo rumore.


Il sottile genio della legge

La legge, tuttavia, spesso tiene conto di effetti come questi in modi che gli economisti non riescono a vedere. Il più importante risiede nel modo specifico in cui la legge crea, e rifiuta di creare, diritti di proprietà. Il modello dettagliato e risultante dei diritti di proprietà è importante.

Nella legge anglo-americana, una persona ha diritto ad un risarcimento solo se ha trasferito il titolo su una proprietà senza l'intenzione di fare un regalo, o ha subito la perdita di una proprietà a causa delle azioni di qualcuno che ha violato il suo o i suoi diritti di proprietà. Pertanto il semplice fatto che l'azione di Sarah migliori il benessere di Silas è insufficiente per creare l'obbligo che qualcuno paghi Sarah per la sua azione "positiva". Allo stesso modo, il semplice fatto che Silas subisca dei danni a causa delle attività di costruzione di Steve non è sufficiente per giustificare l'imposizione di una tassa per le sue attività rumorose.

La legge rifiuta di imporre obblighi in circostanze come queste, perché riconosce una caratteristica della realtà nei confronti della quale gli economisti sono spesso ciechi. Mentre sia l'economia che la legge comprendono che le persone, essendo creature gregarie, hanno sempre un impatto sugli estranei, la legge, a differenza dell'economista disattento, riconosce che le persone spesso interagiscono ripetutamente tra loro nel tempo andando a creare costi/benefici, affinché gli effetti “esterni” tendano a bilanciarsi per ogni persona.

La legge riconosce che i costi che Silas soffre oggi a causa di Steve saranno compensati da altri benefici di cui Silas godrà domani, come la sua capacità di emettere rumore che infastidirà Sarah se e quando lui sceglierà di ristrutturare la sua di casa.

In altre parole, laddove economisti negligenti vedono "esternalità", e quindi un "fallimento del mercato", la legge spesso vede le parti che si compensano a vicenda sotto forma di attività in natura. Silas è compensato dal sopportare il rumore dei lavori di costruzione nella casa di Sarah con il suo diritto ad infliggere tale rumore su Sarah se e quando avrà di costruire la sua di casa.

La legge riconosce un'altra caratteristica di questo compenso in natura che si verifica nel tempo: esso è incorporato nelle ragionevoli aspettative dei membri della comunità. Se Sarah limita la costruzione della sua casa alle ore diurne, la legge non riconosce il diritto di Silas ad essere esente da tale rumore. Silas è trattato correttamente, come se dovesse aspettarsi di soffrire per tale rumore durante le ore diurne. Allo stesso modo, Sarah ed il costruttore Steve sono trattati come se dovessero aspettarsi di poter infliggere tale rumore ai proprietari di case nelle vicinanze durante le ore diurne.

Le cose differiscono per la notte. Se il rumore notturno di Steve tiene Silas sveglio, la legge sosterrà Silas nel caso in cui volesse impedire a Steve di fare rumore. Le persone si aspettano ragionevolmente che i loro vicini non emettano rumori forti di notte.


Identificare i diritti di proprietà

Le ragionevoli aspettative delle persone danno origine a diritti di proprietà. Nessun diritto di proprietà di Silas viene violato dal rumore di Steve a mezzogiorno; un vero e proprio diritto di proprietà di Silas viene violato dal rumore di Steve a mezzanotte.

Questa distinzione dovrebbe essere, ma spesso non lo è, riconosciuta dagli economisti. Ciò che questa distinzione significa è che un'autentica esternalità esiste solo quando c'è una violazione dei diritti di proprietà di qualcuno. Se mi guardate negli occhi con indosso una camicia a pois, qualsiasi disagio che potrei provare perché non mi piacciono i pois non è un'esternalità, anche se posso dimostrare oggettivamente il mio disagio alla vista della vostra camicia. Poiché avete il diritto di indossare camicie a pois in pubblico e poiché dovrei ragionevolmente aspettarmi di incontrare di tanto in tanto persone che indossano abiti a pois, non mi avete danneggiato in alcun modo economico, legale o etico.

In altre parole, nonostante la mia avversione per i pois, il vostro indossare una camicia a pois in pubblico non viola quello che i libertari chiamano il "principio di non aggressione", il quale afferma che gli individui dovrebbero essere liberi di fare tutto ciò che scelgono di fare purché non aggrediscano gli altri. Il fatto che la legge protegga solo gli interessi di proprietà dagli effetti di terzi non significa affatto che si va immediatamente da "le azioni di Sarah influenzano negativamente Silas!" a "pertanto Silas ha il diritto etico, e dovrebbe anche avere il diritto legale, di usare la coercizione, se necessario, per impedire a Sarah di influenzarlo negativamente!"


La respirazione senza mascherina ed in pubblico equivale ad aggredire terze parti innocenti?

La rilevanza della distinzione tra effetti di terze parti che violano i diritti di proprietà di qualcun altro ed effetti di terze parti che non lo fanno è particolarmente cruciale oggi. Molti economisti difendono lockdown, obbligo di mascherine ed altre restrizioni Covid-19 come mezzi scientificamente "oggettivi" per affrontare le esternalità. Allo stesso modo, alcuni libertari giustificano i lockdown e altre restrizioni appellandosi addirittura al principio di non aggressione.

Eppure la domanda rilevante non è "Il respiro di Sarah in pubblico e senza mascherina influisce fisicamente o psicologicamente su Silas?", mentre invece dovrebbe essere "il respiro di Sarah in pubblico e senza mascherina viola qualcuno dei diritti di proprietà di Silas?". La risposta alla prima domanda è irrilevante; la risposta alla seconda domanda è ciò che conta davvero. Solo se la risposta a questa seconda domanda è "sì", un economista dovrebbe concludere che c'è un'esternalità; solo se la risposta a questa seconda domanda è "sì", un libertario dovrebbe concludere che Sarah sta attaccando Silas.

E per quanto riguarda il Covid? Fino a marzo 2020 nessun americano aveva il diritto di proprietà di essere libero dal rischio di esposizione ad agenti patogeni portati da individui asintomatici e che seguivano i loro normali modelli di vita. Poiché ognuno di noi ha sempre emesso dell'aria, respiriamo batteri e virus che potenzialmente danneggiano (e talvolta uccidono) gli altri; la vita come la conosciamo non potrebbe mai esistere se ognuno di noi avesse il diritto di essere libero da tali batteri e virus diffusi da altri.

Nessuno si aspettava di essere esente da tale esposizione. Nessuno aveva il diritto di essere libero da tale esposizione.

E quindi avrebbe dovuto almeno esserci la supposizione che questa stessa regola valesse per il SARS-CoV-2. Almeno avrebbe dovuto esserci la supposizione che ognuno di noi continui a godere del diritto legale ed etico di occuparsi dei propri affari pubblicamente e senza mascherina, nonostante il fatto fisico che, così facendo, rischiamo di trasmettere il virus ad altre persone.

Forse questa supposizione è, come dicono gli avvocati, "confutabile". Se mi sforzo, posso immaginare il seguente scenario: appare un agente patogeno così contagioso e così letale in tutte le fasce d'età, ed uno che possa anche essere eluso con un paio di settimane di lockdown, che mandi al macero la supposizione secondo cui gli interessi di proprietà di nessuno vengono violati da estranei che respirano aria in pubblico.

Non solo le persone ben informate hanno imparato presto che la gravità del SARS-CoV-2 difficilmente raggiunge un livello che giustifichi un cambiamento così importante nella legge e nell'etica, ma addirittura non c'è mai stato momento come questo in cui gli interessi di proprietà di qualcuno sono violati dal respiro di altre persone che svolgono la loro vita normale. All'improvviso, a partire da un anno fa, la paura isterica per il Covid, e l'irresponsabile alimentazione della stessa da parte dei politici e dei media, ha fatto sì che le persone dimenticassero che nessuno ha un diritto di essere libero dall'aria respirata da altri.

Economisti pro-lockdown si affidano allo scientismo e recitano in coro "Riducete le esternalità!" I libertari, a cui non interessa davvero la libertà, affermano ipocritamente di essere i veri sostenitori della libertà ripetendo ininterrottamente "dobbiamo onorare il principio di non aggressione!" Ma né questi economisti, né questi libertari si prendono il tempo di considerare i complessi dettagli del mondo reale da cui emergono i diritti degli individui e in cui questi diritti sono radicati e definiti.

Nelle società libere, il potenziale impatto negativo di Sarah sul benessere di Silas non è mai stato ritenuto una ragione sufficiente per impedire coercitivamente a Sarah di agire in modi che si ritiene diano origine a tale impatto negativo. Qualsiasi regola del genere avrebbe fermato la società nel momento in cui sarebbe stata adottata.

Sfortunatamente, una regola del genere è stata adottata, in realtà imposta con la forza, nel 2020. Temo che questa regola distruttiva rimarrà in vigore per molto tempo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


giovedì 4 marzo 2021

Perché credo che la sindrome da piallatura mentale sia reale

Lo stesso discorso presentato nel seguente articolo è possibile farlo anche per l'Italia nel caso particolare. Dopo tutte le prove fornite finora dai vari siti di informazione alternativa, e soprattutto da questo blog, i piallati mentali devono dimostrare al mondo il loro disagio rannicchiandosi negli angoli e strillando contro chi si vuole lasciare alle spalle questa farsa. Esattamente, FARSA. Come altro dovrebbe essere definita altrimenti qualcosa dove un virus causa sintomi influenzali lievi (o nessun sintomo) nel 95% delle persone infettate e il 99% delle persone infettate sopravvive? Senza contare che i piallati mentali sono anche propensi ad abbracciare l'eugenetica pur di attenuare le loro turbe. E guarda caso i piallati mentali coincidono anche con i Veri Liberali che hanno osannato il "vento del cambiamento", il quale avrebbe presumibilmente accompagnato il nuovo governo. Tutto come prima, se non peggio, visto che nonostante le angherie 3.0 contro le piccole/medie imprese, ancora non si abbandonano le fisime che i piallati mentali vogliono che siano adottate a livello sociale "per sicurezza". Il sottoscritto aveva puntualizzato in tempi non sospetti che le cose sarebbero andate così e soprattutto che continueranno ad andare così (anche in ambito economico, dove le allucinazioni dei Veri Liberali sono più forti).

____________________________________________________________________________________


di Donald Boudreaux

Nelle ultime due settimane ho ricevuto e-mail che mi spingevano a reprimere le mie critiche alle restrizioni imposte nel nome della lotta contro il Covid-19. La maggior parte dei corrispondenti sono educati, sinceri e persino cordiali. Ciascuno, tuttavia, è convinto che io sottovaluti la minaccia che il Covid pone all'umanità e ogni corrispondente spera che prenda molto più seriamente questa minaccia.

Quanto segue qui fa parte della mia risposta a ciascuno di loro. Questo saggio non ha lo scopo di fargli cambiare idea, ma di spiegare meglio perché mantengo la posizione che ho nei confronti del Covid, nonché nei confronti delle risposte del pubblico e dei governi alla malattia. Per la cronaca, capisco che individui diversi hanno preferenze di rischio diverse e rispetto sinceramente queste differenze.

Capisco anche che individui diversi hanno persino percezioni diverse della realtà, come per la comprensione della realtà ottenuta da persone bendate che toccano ciascuna una parte diversa dell'elefante: la realtà non viene rivelata a tutti nello stesso modo. Eppure io sono sufficientemente vecchio stile da credere che ci sia una realtà oggettiva e che è dovere di tutti coloro che intervengono pubblicamente su quella realtà di fare del loro meglio per capirla bene quanto più possibile, nonostante l'inaccessibilità di un'intesa perfetta.

Credo anche che, sebbene la gamma di differenze legittime in questa comprensione sia ampia, non è illimitata. Alcune comprensioni sono così distaccate dalla realtà da essere illegittime e soprattutto irreali. Spetta a ciascun lettore giudicare da solo se la mia comprensione della realtà, come la esprimo qui (e altrove), rientra o meno nel campo legittimo.

Di seguito è riportato un elenco di alcuni fatti sul Covid-19, nonché sulla reazione a questa malattia. Sebbene alcuni di questi fatti siano più fermamente stabiliti di altri, credo che ciascuno di essi sia legittimo e che le mie interpretazioni siano plausibili.

Inoltre credo che la mia comprensione giustifichi la mia relativa mancanza di ansia riguardo il virus, il probabile impatto su di me e sul resto dell'umanità. E credo che i fatti per come li comprendo giustifichino la mia descrizione delle reazioni dei media, del pubblico e dei governi come istericamente eccessive.


I pericoli sovrastimati del Covid ed i pericoli sottostimati dei lockdown

• Il Covid-19 è sproporzionatamente letale per gli anziani ed i malati. Negli Stati Uniti, al 17 febbraio 2021, quasi un terzo (31,8%) di “tutti i morti Covid-19” (come definiti e riportati dal CDC) erano di persone di 85 anni e più. Quasi il 60% (59,6%) di questi decessi riguardava persone di età pari o superiore a 75 anni. Più dell'81% (81,3%) erano persone di età pari o superiore a 65 anni. Nonostante le eccezioni strombazzate dai media, la grave sofferenza da Covid-19 è in gran parte un'esperienza per persone molto anziane.

• Sebbene il Covid-19 sia insolitamente pericoloso per le persone molto anziane, non è affatto una condanna a morte. Si stima che il tasso di mortalità per infezione per gli 85enni sia del 15%; per i 75enni si stima che sia il 4,6%. Per i 65enni il tasso di mortalità per infezione da Covid è stimato all'1,4%. Per i 55enni si stima che sia lo 0,4%.

• La mortalità complessiva del Covid rispetto a quella dell'influenza stagionale è solo 3,5 volte maggiore. Poiché la letalità aumenta in modo significativo con l'età, per gli anziani è molto più mortale di quanto non lo sia per i giovani (tenete presente che i numeri in questo e nei due paragrafi precedenti provengono principalmente da prima della somministrazione di qualsiasi vaccino).

• Dalla primavera del 2020 gli ospedali negli Stati Uniti hanno avuto l'incentivo finanziario per aumentare i loro numeri riguardo il Covid. Come riportato il 24 aprile 2020 da USA Today: "La legislazione in materia di assistenza al coronavirus ha creato un premio del 20% per i pazienti Medicare COVID-19". Gonfiare i numeri del Covid è stata una pratica comune anche al di fuori degli Stati Uniti. A Toronto, ad esempio, i funzionari pubblici ammettono che stanno gonfiando il conteggio dei decessi Covid: "Gli individui che sono morti con COVID-19, ma non a seguito di COVID-19, sono inclusi nel conteggio dei casi COVID-19 a Toronto".

• I lockdown hanno conseguenze negative sulla salute. Come potrebbe non essere altrimenti visto che, tra le altre cose, esiste una maggiore difficoltà a farsi visitare per malattie e lesioni non correlate al Covid? Ma ci sono prove che le conseguenze negative per la salute si estendono oltre a quelle che derivano da trattamenti medici ritardati o rinunciati.

Esistono prove tangibili che i lockdown non riducono in modo significativo l'esposizione delle persone al coronavirus.

• I lockdown hanno conseguenze personali e sociali negative: si evita il contatto con la famiglia e gli amici, anche durante le vacanze; incapacità di fraternizzare in palestra, in caffetteria, al bar o al ristorante; restrizioni ai viaggi, ecc. Anche se ritenete che valga la pena pagare questi costi, non potete negare che questi costi siano gravi.

• I lockdown hanno un grave impatto negativo sull'attività economica. Come potrebbe essere altrimenti dato che alle persone è impedito di andare a lavorare e di svolgere molte attività commerciali ordinarie? Si discute su quanto del declino dell'attività economica sia causato da un'azione volontaria e quanto sia causato dai blocchi forzati. Anche alla luce della probabilità che la paura delle persone nei confronti del Covid sia ulteriormente alimentata dal fatto stesso che gli stati ricorrono all'azione drammatica di bloccarci, esistono prove che una grande quantità di danni economici sia stata causata dai lockdown stessi.


La disinformazione e l'incomprensione dilagano 

• Non s'è mai visto che i media fornissero resoconti martellanti di morti per influenza stagionale, incidenti automobilistici, malattie cardiache o altre principali fonti di morte. Invece tali resoconti esistono col Covid. Si crea così la falsa impressione che i pericoli posti da questa malattia differiscano categoricamente dai pericoli posti da altri gravi rischi della vita. Tali resoconti fuori contesto e di parte danno al grande pubblico un'impressione terribilmente distorta e fuori misura dei pericoli del Covid; un'impressione che viene poi rafforzata dalle persone che comunicano tra loro.

• Il panico stesso è contagioso. Come osservò Gustave Le Bon nel 1895: "Idee, sentimenti, emozioni e credenze possiedono nelle folle un potere contagioso intenso come quello dei microbi". I social media e altre fonti di contatto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni l'anno con orde di estranei sono un fenomeno nuovo, il quale ha creato una folla senza precedenti attraverso cui si diffonde il panico.

Il panico, a sua volta, corrompe le capacità decisionali umane. Questa corruzione è aggravata dal feedback della "camera di risonanza" all'interno della folla. Combinate queste due realtà con una terza, la difficoltà che la persona tipica sperimenta nell'esprimere disaccordo con una narrativa dominante, e l'accettazione travolgente della narrativa terroristica ufficiale sul Covid non sorprende. Ma questa schiacciante accettazione non implica la sua stessa validità.

• Ho incontrato nei principali organi di stampa troppi resoconti fuorvianti sul Covid (si veda, ad esempio, qui e qui) per credere a ciò che i media (ed i funzionari pubblici) "riportano" sul Covid.

• Decenni di resoconti dei media e dichiarazioni dei politici sulla realtà economica mi hanno convinto che la proporzione tra disinformazione ed informazione è spaventosamente alta. Perché so che la maggior parte delle persone nei media e nel governo sono pateticamente disinformate sulla realtà economica, perché so che queste persone sono in gran parte intellettualmente pigre; perché so che esperti e politici spesso ignorano fatti e spiegazioni che non si adattano ai loro precedenti. Ho tutte le ragioni per dubitare dei rapporti sui numeri, per mettere in discussione le spiegazioni e per rifiutare le giravolte di media e politici.

La giustificazione del mio scetticismo nei confronti della narrativa ufficiale sul Covid è solo rafforzata dal panico che ne deriva. Consapevoli che la popolazione è in uno stato di panico, esperti e politici che sono inclini a giocare con la verità in tempi normali si sentono ancora meno costretti a parlare con attenzione e precisione durante i periodi di panico.

• La reazione alla Dichiarazione di Great Barrington da sola prova la grossolana disattenzione di troppe voci mainstream. Questa disattenzione mi mette in allarme ancora di più contro la percezione popolare riguardo il Covid.

Ad esempio, Paul Krugman ha attaccato la Dichiarazione con una fallacia ad hominem. Ha affermato che la Dichiarazione dovrebbe essere respinta a causa dell'organizzazione che ha riunito i tre scienziati che l'hanno scritta. Quell'organizzazione, ovviamente, è l'AIER che Krugman dice essere "collegata al Charles Koch Institute" (non che sia importante, ma questo "fatto" non è neanche lontanamente vicino a ciò che implica la formulazione di Krugman).

Né la Dichiarazione di Great Barrington sostiene una strategia di "starsene seduti e basta". Ma non sapresti mai questo fatto leggendone le molte "descrizioni" (fate una ricerca su Google con le parole chiave "Great Barrington Declaration" e "let it rip", al ​​21 febbraio 2021 sono usciti fuori 34.200 risultati).


Sindrome da disordine da Covid

Potrei elencare molte altre ragioni per cui sono convinto che la paura nei confronti del Covid-19 derivi da una profonda disinformazione su questa malattia. Potrei anche espandere il mio elenco di motivi per cui credo che le precauzioni siano grossolanamente sproporzionate rispetto ai pericoli effettivi di questa malattia, ed i motivi per cui considero i lockdown, l'obbligo delle mascherine, gli hotel quarantena e altre restrizioni come una tirannia del tutto ingiustificata. Ma ho già sovraccaricato la pazienza dei lettori.

Non è necessario avere il Covid per avere una vita significativa e per incappare in una morte dolorosa. Eppure la maggior parte della popolazione, dei media e dei governi ha reagito al Covid come se le uniche morti che contano fossero le morti CON Covid, come se le uniche vite che contano fossero le vite delle persone con questo virus, come se fosse l'unico rischio a contare e, quindi , l'unico rischio che vale la pena di ridurre.

Questa mancanza di proporzione, questa improvvisa ignoranza che le nostre vite sono inevitabilmente piene di rischi, questo trattamento delle morti CON Covid come categoricamente peggiore delle altre morti, questa fede cieca che politici e burocrati useranno i loro poteri in modo saggio, prudente ed efficace, è ciò che io chiamo "Sindrome da Piallatura Mentale".

Credo che questa sindrome sia reale e meritevole di un nome che attiri l'attenzione. Tale attenzione è giustificata, perché credo inoltre che essa rappresenti un rischio pericoloso per l'umanità, altro che la ridicola influenza SARS-CoV-2.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


giovedì 4 aprile 2019

Il mito dei prezzi predatori

È notizia di questi giorni che, dopo i licenziamenti dell'anno scorso, il colosso del mining Bitmain continua ad affrontare difficoltà d'impresa. Terrorizzati da un possibile attacco 51% da parte di questa azienda, vediamo ex post che tali paure erano infondate (sebbene lo fossero già ex ante). Infatti il libero mercato bilancia i presunti squilibri precedenti, permettendo a nuovi attori di ricoprire il ruolo ricoperto in precedenza da un presunto monopolizzatore. L'ennesima prova di come il libero mercato sia un sistema economico/sociale di gran lunga più "democratico" rispetto all'attuale stato di cose, soprattutto perché la maggior parte delle persone è incapace di vedere le storture proprio sotto il loro naso e trova faticoso il ragionamento logico lasciandosi trascinare invece dagli slogan. Oggi gli otto principali settori industriali, che controllano circa il 92% dell'economia USA, sono dominati da interessi speciali che ricevono politiche preferenziali. L'attività bancaria (8%) è monopolizzata dalla banca centrale che favorisce le grandi banche, soprattutto quando manipola i tassi d'interesse attraverso l'acquisto e la vendita di obbligazioni dalle grandi banche. L'immobiliare (15%) è monopolizzato attraverso il duopolio di Fannie/Freddie e la Federal Housing Administration che finanzia e promuove abitazioni più grandi e l'espansione urbana selvaggia; mentre i politici favoriscono i loro clientes. L'assistenza sanitaria (18%) è monopolizzata attraverso la concessione di licenze statali che limitano l'offerta di medici e altri professionisti e l'offerta di ospedali, i brevetti federali sui farmaci e altre leggi sulla proprietà intellettuale. L'agricoltura (8%) è monopolizzata attraverso sussidi. I sussidi scoraggiano lo sviluppo di colture alternative, fattorie familiari diversificate e alimenti più sani. Le esportazioni di colture sovvenzionate hanno reso non competitiva l'agricoltura dei Paesi in via di sviluppo. L'energia (12%) è monopolizzata attraverso il cartello petrolifero dell'OPEC incoraggiato dal governo negli Stati Uniti, mentre i mercati statunitensi dell'elettricità e del gas naturale sono controllati da monopoli territoriali. Tali monopoli favoriscono i loro clientes. Poi c'è il sottoprodotto del fracking petrolifero, il gas naturale, il quale è favorito rispetto al carbone meno costoso. L'energia eolica e solare, nonché il carburante per veicoli a base di etanolo ricavati da mais e cellulosa, ricevono sussidi che bloccano lo sviluppo di altre energie potenzialmente a basso costo, comprese le energie rinnovabili. Il trasporto (10%) è monopolizzato attraverso regolamenti governativi, compresi i salvataggi statali, favorendo le grandi case automobilistiche e le quattro principali compagnie aeree. La tecnologia (8%) è monopolizzata attraverso le leggi sui brevetti e sul copyright, mentre le franchigie territoriali regolamentate vengono assegnate ai monopoli locali della telefonia e via cavo. Il governo (13%) ha creato monopoli pubblici attraverso finanziamenti federali, statali e locali, in particolare nell'istruzione.
___________________________________________________________________________________


di Donald J. Boudreaux


La realtà economica è enorme e complessa. Ogni momento fa emergere innumerevoli azioni, reazioni, correzioni di rotta e scoperte inaspettate. Per dare un senso a tutto ciò è necessaria una teoria solida ed una sana conoscenza della storia.

Tra i compiti importanti che la teoria solida e la conoscenza della storia ci permettono di avere è quello di distinguere ciò che è possibile da ciò che è probabile. La gamma di tutto ciò che è possibile è vasta e comprende, per esempio, la scoperta di un vaccino contro il cancro mentre si modifica una ricetta per la zuppa di tartaruga.

È infatti possibile che il cancro possa essere prevenuto in questo modo. Eppure nessuno arriva a dare credibilità a questa remota possibilità, la quale potrebbe portare alla conclusione di tutte le ricerche mediche sul cancro.

Quasi tutto ciò che è possibile non accadrà mai.



La teoria

Questa verità è importante quando si discute dei cosiddetti prezzi predatori. Si dice che i prezzi siano predatori quando sono sottocosto e usati come mezzo per monopolizzare un mercato. A livello superficiale ha senso questo ragionamento. Dopotutto, se un'impresa oggi fa pagare prezzi sottocosto, non solo rinuncia ai profitti oggi, ma i suoi prezzi bassi minacciano l'esistenza dei suoi rivali. Una volta che i rivali abbandonano tutti gli affari, il predatore avrà il monopolio e poi farà salire i prezzi ai livelli di monopolio. I consumatori subiscono un danno ingiustificato.

È possibile, ma questo risultato non è più probabile di un vaccino contro il cancro mentre si cucina la zuppa di tartaruga. Le ragioni sono molte.



La realtà

Affinché un'azienda riesca a far fallire i suoi concorrenti facendo pagare prezzi "eccessivamente bassi", non solo deve tagliare i suoi prezzi ma anche espandere le sue vendite. Ricordate, l'obiettivo è di togliere così tante vendite alle aziende concorrenti da farle fallire tutte; ma quando un'impresa aumenta le sue vendite a prezzi inferiori al costo, tale impresa subisce necessariamente enormi perdite. I rivali dei predatori, sebbene possano essere obbligati a vendere anche a prezzi sottocosto, hanno un vantaggio che il predatore non ha: possono ridurre le loro vendite durante la guerra dei prezzi al fine di mantenere le loro perdite al minimo.

La teoria economica di base chiarisce che un'impresa che cerca di monopolizzare un mercato facendo pagare prezzi inferiori al costo si auto-infligge perdite superiori a quelle che infligge ad una qualsiasi delle imprese che sta tentando di mandare in bancarotta. E maggiore è il numero di aziende concorrenti che devono essere spinte verso la bancarotta, maggiore sarà il numero di vendite che il predatore deve fare a prezzi inferiori e, quindi, più pesanti saranno le perdite che il predatore si auto-infliggerà. Questa realtà ha spinto Robert Bork a dire che "il miglior metodo di predazione è convincere il vostro rivale che siete una probabile vittima e attirarlo in uno spietato attacco di riduzione dei prezzi".

Coloro che cercano disperatamente di giustificare la teoria dei prezzi predatori, insistono sul fatto che le imprese predatrici hanno tasche più profonde rispetto ai loro rivali. Queste tasche più profonde permetterebbero alle imprese predatrici di subire pesanti perdite mentre i loro rivali, essendo a corto di contanti, dovrebbero chiudere perché non potrebbero permettersi nemmeno perdite leggere.



Il capitale cambia tutto

Suddetto punto di vista trascura l'esistenza dei mercati dei capitali. Una funzione fondamentale dei mercati dei capitali e delle loro istituzioni (come banche, venture capitalist e angel investors) è di canalizzare la liquidità necessaria per le imprese potenzialmente redditizie. Le aziende con buoni risultati, promettenti business plan e affidabili team di gestione, hanno accesso immediato ai mercati dei capitali globali, i quali sono enormi. (Il valore dei prestiti commerciali e industriali totali delle sole banche statunitensi è ora di circa $2.300 miliardi.)

Poiché le imprese che possono operare proficuamente nel lungo periodo investono abitualmente nei mercati dei capitali per ottenere liquidità, le tasche di ciascuna impresa sono tanto profonde quanto la grandezza delle sue capacità, l'ingegnosità delle sue idee e la potenza della sua integrità. Quindi le tasche dei predatori più ricchi non sono più profonde di quelle dei suoi rivali molto abili.

È possibile che tutti i rivali di un predatore non saranno in grado di convincere banche o altri investitori a fornire loro la liquidità necessaria. Possibile nel senso che questo risultato può essere immaginato, ma è estremamente improbabile.

Tuttavia, supponiamo che l'improbabile si verifichi e il ricco predatore riesca a mandare in bancarotta tutti i suoi rivali. Essendo ora il fornitore solitario in un certo mercato, il predatore ha il potere di monopolio per il quale ha pagato così caro.

Questo potere monopolistico è inutile per il predatore, a meno che non alzi i prezzi al di sopra dei costi per raccogliere profitti di monopolio. Può farlo, ma i prezzi al di sopra dei costi attirano nuovi concorrenti. Quindi mandare in bancarotta tutti i rivali esistenti non è sufficiente affinché il predatore possa assicurarsi un potere monopolistico; il predatore deve anche impedire ai nuovi rivali di competere dopo aver mandato in bancarotta i suoi rivali precedenti. Segue un altro giro di discese dei prezzi, con il predatore che ancora una volta subisce perdite maggiori di quelle subite dai suoi nuovi rivali.

Di nuovo, è possibile immaginare che tutti i nuovi entranti andranno in bancarotta, proprio come tutti i concorrenti iniziali del predatore non sono riusciti a ottenere liquidità sufficiente e saranno quindi mandati in bancarotta dai prezzi bassi del predatore. Ma proprio il bisogno di mettere insieme tante bizzarre possibilità rende chiaro che abbassare i prezzi al di sotto dei costi è un modo improbabile di monopolizzare i mercati. Questa possibilità è così remota che non dovrebbe mai essere presa sul serio.

Ciononostante molte persone, incluse le autorità antitrust e gli operatori commerciali, continuano a considerare i prezzi predatori come un mezzo plausibile per monopolizzare i mercati. Ironia della sorte, questo rifiuto di considerare irrealistici i prezzi predatori ha una forte probabilità di creare esso stesso un potere di monopolio.



Intervento statale

Proprio perché una caratteristica chiave di una sana competizione di mercato è la pressione al ribasso sui prezzi, se gli stati intervengono per limitare i "prezzi predatori", le imprese che non sono in grado o non vogliono competere in modo equo cercheranno riparo dalla competizione accusando i loro rivali di tale predazione. Inoltre, timorosi di essere perseguite, le imprese più competitive saranno più riluttanti ad abbassare i loro prezzi se gli stati si impegneranno attivamente contro tale pratica. La competizione economica viene quindi ostacolata piuttosto che stimolata.

La storia ci conferma che non esiste un singolo esempio di un'azienda che abbia avuto un vero potere di monopolio attraverso i cosiddetti prezzi predatori.

Tutti gli stati e tutti i tribunali di tutto il mondo, se fossero veramente impegnati a mantenere i mercati il ​​più competitivi possibile, annuncerebbero incondizionatamente che non prenderebbero mai più sul serio le accuse di prezzi predatori.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/