venerdì 31 dicembre 2010

Il dogma collettivista

Stasera, ci posso scomettere, assisteremo alla solita farsa del capodanno in cui il presidente della Repubblica ringrazierà i poveri fessi che gli hanno elargito tanti "dineri" per campare, mentre i problemi là fuori sommergono le vite dei "poveri mortali". Ma mi raccomando però, tutti "coesi"; perchè quando passa la questua tutti devono partecipare. Bene, come chiusura d'anno un bell'articolo di Mises sulla tanto cara "coesione".
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di Ludwig von Mises

La moderna filosofia collettivista è una volgare discendente della vecchia teoria del realismo concettuale. Ha rotto con il generale antagonismo filosofico tra realismo e nominalismo e non presta quasi alcuna attenzione al continuo conflitto tra le due scuole. E' una teoria politica e, come tale, utilizza una terminologia apparentemente differente da quella utilizzata nei dibattiti scolastici sugli universali come pure da quella del neorealismo contemporaneo. Ma il nucleo dei suoi insegnamenti non differisce da quello dei realisti medievali. Attribuisce agli universali una reale esistenza oggettiva e persino un'esistenza superiore a quella degli individui, a volte persino negando categoricamente l'esistenza autonoma degli individui che è la sola esistenza reale.

Ciò che distingue il collettivismo dal realismo concettuale così come viene insegnato dai filosofi non è il metodo di approccio ma le tendenze politiche implicite. Il collettivismo trasforma la teoria epistemologica in rivendicazione etica. Dice alle persone ciò che esse dovrebbero fare. Distingue tra la vera entità collettiva a cui le persone devono mostrare lealtà e le pseudo entità fallaci di cui non devono affatto preoccuparsi. Non esiste un'ideologia collettivista uniforme, ma molte teorie collettiviste. Ognuna di esse esalta un'entità collettivista diversa ed invita tutte le persone perbene a sottomettervisi. Ogni setta venera il suo idolo ed è intollerante verso tutti gli idoli rivali. Tutte ordinano la totale sottomissione dell'individuo, tutte sono totalitarie.

Il carattere particolarista delle varie teorie collettiviste potrebbe facilmente essere ignorato perchè esse partono immancabilmente dalla contrapposizione tra la società in generale da un lato e gli individui dall'altro. In questo contrasto compare un'unico collettivo che comprende tutti gli individui. Non può dunque esistere alcuna rivalità tra una moltitudine di entità collettive. Ma nel corso successivo dell'analisi un collettivo particolare sostituisce impercettibilmente l'immagine d'insieme di un'unica grande società.

Esaminiamo per prima cosa il concetto di società in generale.

Gli uomini cooperano gli uni con gli altri. La totalità delle relazioni tra gli uomini generate da questa cooperazione è chiamata società. La società non è un'entità in sé. E' un'aspetto dell'azione umana. Non esiste e non vive al di là del comportamento delle persone. E' una tendenza dell'azione umana. La società non pensa e non agisce. Gli individui, pensando ed agendo, costituiscono un complesso di rapporti e di fatti che vengono chiamati rapporti e fatti sociali.

La questione è stata confusa da una metafora aritmetica. La società, domandano le persone, è semplicemente la somma di individui o è un qualcosa di più di questo e dunque un'entità dotata di realtà indipendente? La domanda non ha alcun senso. La società non è né la somma di individui né qualcosa di più o meno di questa somma. I concetti aritmetici non possono essere applicati a questa materia.

Un'altra confusione deriva dalla seguente questione altrettanto priva di significato: la società - dal punto di vista logico e cronologico - è precedente agli individui? L'evoluzione della società e quella della civiltà non furono due processi distinti ma un unico e solo processo. Il superamento biologico, da parte di una specie di primati, del livello di mera esistenza animale e la loro trasformazione in uomini primitivi comportarono già lo sviluppo dei primi rudimenti di cooperazione sociale. L'Homo Sapiens non apparve sulla scena degli eventi terrestri né come ricercatore isolato di prodotti alimentari, né come membro di una folla gregaria, ma come essere vivente che coopera coscientemente con gli altri esseri della sua specie. Solo in cooperazione con i suoi simili potè sviluppare il linguaggio, indispensabile strumento del pensiero. Non possiamo neppure immaginare un'essere vivente dotato di ragione che resti in un isolamento perfetto e che non cooperi almeno con i membri della sua famiglia, del suo clan, della sua tribù. L'uomo in quanto uomo è necessariamente un'animale sociale. Una qualche sorta di cooperazione è una caratteristica essenziale della sua natura. Ma la consapevolezza di questo fatto non giustifica lo studio delle relazioni sociali come se queste fossero un qualcosa di diverso da semplici relazioni o uno studio della società come se questa fosse un'entità indipendente ed esterna o al di sopra delle azioni degli individui.

Esistono infine errate interpretazioni causate dalla metafora organica. Possiamo paragonare la società ad un'organismo biologico. Il tertium comparationis è il fatto che esiste una divisione del lavoro ed una cooperazione tra le varie parti di un corpo biologico come tra i membri della società. Ma l'evoluzione biologica che ha portato alla nascita di sistemi strutturali-funzionali delle piante e del corpo degli animali fu un processo pienamente fisiologico in cui non si può scoprire alcuna traccia di attività cosciente da parte delle cellule. D'altra parte la società umana è un fenomeno intellettuale e spirituale. Cooperando con i loro simili gli individui non si privano della loro individualità. Conservano il potere di agire in modo antisociale e spesso ne fanno uso. Il posto di ogni cellula nella struttura del corpo è invariabilmente assegnato. Ma gli individui scelgono spontaneamente il modo in cui integrarsi nella cooperazione sociale. Gli uomini hanno idee e perseguono i fini che hanno scelto, mentre le cellule e gli organi del corpo non hanno una tale autonomia.

La psicologia della Gestalt respinge con passione la teoria psicologica dell'associazionismo. Ridicolizza l'idea di un "mosaico sensoriale che nessuno ha mai osservato" ed insegna che "l'analisi, se vuole rivelare l'universo nella sua totalità, deve fermarsi all'insieme che, indipendentemente dalla sua dimensione, possiede una realtà funzionale".[1] Qualsiasi cosa si possa pensare della psicologia della Gestalt, è chiaro che essa non ha alcun legame con i problemi della società. E' evidente che nessuno ha mai osservato la società nell'insieme. Ciò che può essere osservato sono sempre le azioni degli individui. Nell'interpretare i vari aspetti delle azioni dell'individuo i teorici hanno sviluppato il concetto di società. Non si tratta affatto di comprendere "le proprietà delle parti a partire dalle proprietà dell'insieme".[2] Non esiste alcuna proprietà della società che non possa essere scoperta nel comportamento dei suoi membri.

Nel contrapporre la società e gli individui e nel negare a questi ultimi ogni "vera" realtà, le teorie collettiviste considerano l'individuo come un semplice ribelle refrattario. Questo deplorevole disgraziato ha l'impudenza di preferire i suoi piccoli interessi egoistici rispetto agli interessi sublimi della grande società divina. Naturalmente il collettivista attribuisce questa superiorità unicamente all'idolo sociale legittimo e a nessun altro dei pretendenti.

Ma chi è il pretendente, e chi è il re,
Dio ci benedica tutti - il che è completamente un'altra cosa.


Quando il collettivista esalta lo Stato, ciò che intende non è uno Stato qualsiasi ma soltanto il regime che approva, indipendentemente dal fatto che questo Stato legittimo esista già o debba ancora essere creato. Per gli irredentisti cechi della vecchia Austria e per gli irredentisti irlandesi del Regno Unito, gli Stati i cui governi si riunivano a Vienna e a Londra erano usurpatori: il loro Stato legittimo non esisteva ancora. La terminologia dei marxisti è particolarmente degna di nota. Marx era profondamente ostile allo Stato prussiano degli Hohenzollern. Per chiarire che lo Stato che voleva vedere onnipotente e totalitario non era quello i cui governanti risiedevano a Berlino, chiamò il futuro Stato del suo programma società e non Stato. L'innovazione era semplicemente verbale. Infatti ciò a cui Marx puntava era l'abolizione di ogni sfera riservata all'iniziativa dell'azione individuale, trasferendo il controllo di tutte le attività economiche all'apparato sociale di costrizione e di repressione che comunemente viene chiamato Stato o governo. Questa astuzia riuscì ad ingannare molte persone. Anche oggi ci sono ancora dei creduloni che pensano che esista una differenza tra il socialismo di Stato e gli altri tipi di socialismo.

La confusione tra i concetti di società e di Stato iniziò con Hegel e Schelling. Si è soliti distinguere due scuole di hegeliani: la corrente di sinistra e la corrente di destra. La distinzione riguarda soltanto l'atteggiamento di questi autori riguardo al Regno di Prussia ed alle adottrine della Chiesa dell'Unione Prussiana. Il credo politico delle due correnti era essenzialmente lo stesso. Entrambe sostenevano un governo onnipotente. Fu un hegeliano di sinistra, Ferdinand Lassalle, che espresse più chiaramente la tesi fondamentale dell'hegelismo: "Lo Stato è Dio".[3] Hegel stesso era stato un pò più prudente. Affermò soltanto che "è il segno di Dio nel mondo che costituisce lo Stato" e che studiando lo Stato si deve contemplare "l'idea, ossia il Dio incarnato sulla terra".[4]

I filosofi collettivisti non riescono a comprendere che ciò che costituisce lo Stato sono le azioni degli individui. I legislatori, coloro i quali fanno applicare le leggi con la forza delle armi, coloro i quali si piegano ai dettami delle leggi e della polizia costituiscono lo Stato attraverso il loro comportamento. E' solo in questo senso che lo Stato ha una realtà. Non esiste alcuno Stato al di fuori di tali azioni dei singoli uomini.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] K. Koffka, "Gestalt,"
Encyclopaedia of the Social Sciences, 6, 644.

[2] Ibid., p. 645.


[3] Gustav Mayer,
Lassalleana, Archiv für Geschichte der Sozialismus, 1, 196.

[4] Hegel,
Philosophy of Right, sec. 258.


Estratto dal capitolo 11 di Theory and History. Una versione audio di questo articolo, estratta dal prossimo audiolibro, letta da John Pruden è disponibile in MP3 a questo indirizzo.


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giovedì 30 dicembre 2010

Anno (quasi) nuovo, zombie vecchi



di Johnny Cloaca


E' pazzesco, per due che ne sbeffeggi ne rispuntano quattro. Questi giorni intensi di baggianate economiche stanno solo facendo alzare il termometro della confusione (oltre a quello della rabbia) perchè se ancora non lo avete capito l'URSS è fallita proprio a causa della pinificazione centrale ed al totalitarismo economico tanto caro a Marx. Quindi l'ennesimo pagliaccio che qui tenta di giocare con i birilli, è meglio che si faccia scappare una lacrima dall'occhio per la vergogna, prima che qualcuno glielo faccia diventare nero ma non con il trucco. Ecco l'ennesimo saltimbanco monetario che in mezzo a cose campate in aria (es. le elite che si cagano addosso per paura dell'euro) mi costringe a ripetere sempre la solita storia, perchè ormai gli zombie solo quello sanno dire "Ceeeerveeeellllloooo!!!"; ed allora mi tocca riniziare daccapo. Ma i frequentatori del sito sanno benissimo di cosa sto parlando (per tutti gli altri, basta che digitino la parola "zombie" nella ricerca nel sito e si leggano, spisciandosi dalle risate, i vari articoli), quindi tanto per rallegrarci la giornata leggiamo qualcosa dall'articolo:


"Processi che hanno modificato i rapporti di potere nei paesi capitalistici."[1]
Ovvero? Quali sono questi paesi? Mistero misterioso.


"Siamo, quindi, non in presenza di speculatori ma della trasformazione dell'economia capitalistica da una economia di produzione in un sistema basato sulla rendita e lo sfruttamento delle altrui risorse. Una scissione definitiva tra capitalismo e mercato che per gestire questo potere rioccupa lo spazio della politica."

"Come dimostrano gli ultimi atti della Commissione a proposito del Piano di stabilità, chdi fronte alla speculazione finanziaria e alla grave crisi sociale e economica da questa prodotta non si interviene con misure di controllo sui centri finanziari ma ponendo vincoli ai governi nazionali ed ai bilanci pubblici, impedendo iniziative rivolte a limitare i danni della speculazione finanziaria sui sistemi produttivi locali, sull'occupazione e sui sistemi di welfare europeo."
Risolviamo una volta per tutte la questione legata agli speculatori. Una volta chiarito questo concetto vien da sè che il tizio qui non sa di cosa sta parlando, forse ha letto troppi articoli di Navarro. Succede sempre più spesso, ma è ora di finirla con questi pagliacci del debito e della speculazione dei miei stivali! Rincoglionire l'opinione pubblica è uno sport che è andato avanti per troppo tempo. Ciò a cui bisogna porre freno è il fatto che alcune persone abbiano la licenza di giocare coi soldi degli altri, visto che il conto lo pagano sempre i soliti fessi. Non me la prendo tanto con le singole banche, quanto con le banche centrali e gli Stati; principali regni della corruzione e del raggiro.


"La ripresa economica e produttiva da tutti richiesta è possibile solo se si restituisce ai governi ed ai cittadini la sovranità sulle politiche economiche e si riporti il sistema monetario dentro queste scelte."
Capito? Il classico gioco, diamo anima e culo allo Stato e rimaniamo a vedere cosa succede. Ai masochisti l'ultima parola. Ci sarebbe anche da spiegare chi (visto che questi figuri sono amanti del voto e della demo(analfabeto)crazia) ha voluto l'Europa e l'euro, perchè a memoria non mi ricordo di elezioni per il Parlmaento Europeo, ne per il Trattato di Lisbona, ecc. Però i pezzi grossi temono l'euro. Oh, si! Questa democrazia rappresentativa non la capirò mai. Ma oltre alle scemenze di cui sopra, vorrei puntare l'occhio su quello che sta succedendo ora nel mondo dell'euro. Leggiamo la prima cosa:


"ROMA - Il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di aumentare il capitale dell'istituto di 5 miliardi, portandolo a 10,76 miliardi dai 5,76 attuali con effetto a partire dal 29 dicembre. Lo comunica la Bce in una nota, citando "l'aumento della volatilità nei cambi, nei tassi di interesse, nei prezzi dell'oro e nel rischio di credito".[2]

Tutto chiaro? La BCE stampa soldi. Qualcuno di questi dementi ama-Stato dovrebbe essere contento ora. In sintesi, sta copiando le mosse della FED. Vediamo la seconda cosa:


"La Bce ha acquistato la scorsa settimana titoli di stato per 1,1 miliardi di euro contro i 603 milioni della settimana precedente. L'incremento degli acquisti indica un rinnovato timore dell'Istituto Centrale europeo circa una possibile ripresa della crisi dei debiti sovrani. Lo riferisce il Financial Times, precisando che gli acquisti si sono concentrati sui titoli portoghesi ed irlandesi."[3]
(Grasse risate)

Cossa stanno combinando? Stanno monetizzando il debito. Sentite come funziona il giochetto: i governi sono alla canna del gas, non possono alzare le tasse viste le rivolte che potrebbero seguire, non possono permettersi un'interesse più alto quindi niente prestiti. Che fare? Vanno alla banca centrale e dicono: "Siamo con le pezze al culo e rischiamo di fare la fine del tacchino il giorno del ringraziamento; comprate i nostri titoli di Stato (ovvero titoli di debito)". Allora la banca centrale mette mano alla stampante e inizia a sfornare dineri (mettendolo in culo ai poveri fessi di tutti gli altri paesi) oppure con un paio di clic crea il denaro necessario per comprare questi titoli di Stato. Voilà! Il vostro debito è stato appena monetizzato, tornate presto. Il tasso da pagare è estremamente basso, differentemente se fossero andati sul mercato a fare l'elemosina. Ora questo denaro sarà di certo speso dal governo, e che succederà? Inflazione a go! go! Bella la vita, eh?

Ora non allibite se presto sentirete la classica vocina dal TG che vi dice che l'anno prossimo ci saranno rincari, non saranno elargiti dal padreterno (poichè secondo loro è così). Non è Gesù bambino che dalla mangiatoia sforna l'inflazione. E' la collusione di sistema banca centrale-Stato. Peggio mi sento se penso che il denaro passerà attraverso il sistema bancario. Perchè? Riserva frazionaria. Cioè? Moltiplicazione dei pani, dei pesci e della cartaccia. Attraverso l'inflazione vi fregano anche le mutande.


PS: notizia dell'ultim'ora, "Istat: famiglie indebitate, al sud 1 su 4 è povera".
(Amare Risate)

E dopo questa, largo ai botti di capodanno.


Zombie> Ceeerrrrvvveeelllooooo!!!


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Note

[1] Fonte articolo: LINK

[2] Fonte: LINK

[3] Fonte:
LINK

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mercoledì 29 dicembre 2010

Chi sono gli esperti dell'oro?

Con la Cina che ne compra a tutto spiano, le predizioni che lo vedono addirittura arrivare a 2000$ l'oncia, questo metallo è l'unica cosa che potrebbe essere il giubotto di salvataggio per i "comuni mortali" (le scialuppe sono già prenotate da chi è stato delegato alla rappresentanza e da amici vari). Ma nonostante ciò ci sono i soliti idioti che ne sminuiscono il valore (come aveva fatto notare anche un'utente qualche commento addietro), rispolverando miti dementi che si rifanno a Keynes e Gesell.
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di Gary North


Gli esperti dell'oro sono quelle persone che pubblicamente raccomandano agli investitori di acquistare oro quando era sotto i 300$. Hanno raccomandato alle persone di comprare oro quando era a 300$, 400$, 500$, 600$, 700$, 800$, 900$, 1000$, 1100$ ed infine 1200$.

I non esperti dell'oro sono quelle persone che non dicono mai agli investitori di invnestire in oro a qualsiasi prezzo e che ora stanno dicendo che l'oro calerà nel prezzo e che, inoltre, non è un buon investimento.

Ho personalmente monitorato il mercato dell'oro sin dal 1963. Credo che mi vedrete come un'esperto del mercato aureo. Ho visto gli investitori prudenti che investono nell'oro andare e venire ed ho visto coloro che detestano l'oro andare e venire. Ho visto molti argomenti in favore dell'oro ed ho visto molti argomenti contro.

Quello che non ho visto è qualcuno che possa regolarmente cronometrare i mercati in modo da comprare l'oro a poco e venderlo a tanto — le persone sono venute a conoscenza di questa informazione poco prima il punto di svolta.


COME DIVENTARE UN'ESPERTO

E' facile diventare un'esperto d'investimento in ogni campo. Studiate giornalmente per circa 10 anni. Seguite ogni aspetto di ciò sulla stampa pubblica. Acquisite la comprensione del perchè e del come il mercato operi riguardo questa particolare merce, riserva, o classe di asset.

Non vi farebbe male se spendeste 20 anni in questo campo. Francamente non vi farebbe male se spendeste tutta la vita su questo argomento.

Nel tempo svilupperete le abilità per un cronometraggio di mercato, ma non acquisirete mai la perfezione. Il mercato vi fregherà sempre. Il meglio che potete sperare è comprare poco dopo che il mercato ha iniziato a moversi al rialzo e vendere poco dopo che il mercato si muove al ribasso.

Riguardo gli argomenti in favore di questa o quella merce, potete dinvetare esperti più in questo campo che in quello del cronometraggio perfetto dei cambiamenti nel prezzo della merce. Gli argomenti non cambiano molto. Questo è perchè le stesse persone spingono sugli stessi argomenti, anno dopo anno, decennio dopo decennio. Quelle che andavano al ribasso resteranno al ribasso e quelle che andavano al rialzo rimarranno al rialzo. Questo è un fatto che riguarda la personalità umana, non è un fatto che riguarda il cronometraggio di mercato.


GLI ARGOMENTI CONTRO L'ORO

Gli argomenti contro l'oro si originano tutti da un'idea: la proprietà privata è insufficiente a stabilire un sistema monetario attendibile. Tutti gli argomenti, senza eccezioni, fanno affidamento su una versione o su un'altra di una idea rivale: i governi centrali devono intervenire nel mercato dell'oro e dell'argento in modo da fornire un'unità monetaria affidabile. Quando dico governo, intendo anche il monopolio garantito dal governo che chiamiamo banca centrale.

Tutti gli oppositori del gold standard adottano alcune versioni dell'ideologia contraria al libero mercato. Potrebbero essere persone che sostengono il libero mercato in altre aree del loro pensiero, ma nell'area dedicata alla politica monetaria non si fidano del libero mercato. Non si fidano degli individui che agiscono per i loro stessi interessi e che stabiliscono contratti volontari con altri individui.

Ciò è praticamente vero per i monetaristi. I monetaristi, seguendo gli argomenti di Milton Friedman, si sono sempre opposti all'idea che gli individui siano sufficientemente affidabili, degni di fiducia e bene informati per prendere le loro stesse decisioni su quale tipo di denaro sia meglio per loro.

I monetaristi si sono sempre opposti al libero mercato classico secondo cui gli individui che perseguono i loro stessi interessi sono capaci di prendere le proprie decisioni. Questi monetaristi si oppongono anche all'idea che le decisioni degli individui relative alle loro scelte di uno standard monetario produrranno, collettivamente, un sistema monetaria attendibile.

Questa ostilità verso il denaro nel libero mercato è opposta alla posizione ufficiale dei monetaristi riguardo gli altri aspetti dell'economia di mercato. Alcuni di loro credono nelle leggi antitrust. Alcuni non ci credono. Ma tutti loro credono che la banca centrale, quando è spalleggiata dal potere del governo Federale, è la sola istituzione attendibile riguardo lo stabilire le politiche fondamentali della strategia monetaria del governo. Queste persone si fidano dei banchieri centrali.

Quando si trovano degli studiosi che si oppongono pienamente al gold standard, si può essere certi che questi uomini in realtà non credono nel libero mercato. Ci credono solo se applicato ad alcune aree dell'economia, ma non ci credono riferito all'istituzione centrale di tutta l'economia moderna: il denaro. Credono nel governo, il che vuol dire che credono nella coercizione. Credono che qualcuno con un distintivo ed una pistola abbia il diritto di puntare questa pistola nello stomaco di qualche burocrate e richieda a questo individuo di usare il denaro fornito dalla banca centrale.

Visto che la maggior parte degli economisti accademici sono Keynesiani e visto che una minoranza sono monetaristi, credono nella legittimità e nella saggezza delle persone che portano pistole e distintivi. Credono nella coercizione nell'area della politica monetaria e riconoscono che l'oro è la più grande minaccia che ci sia per il governo coercitivo.

Gli individui prendono le decisioni giorno dopo giorno, in ogni posto in cui vivono, usando il denaro. Stabiliscono le regole del gioco in base alla loro stessa autorità. La maggior parte delle persone non penserà mai di mettere mano alla pistola per combattere il governo centrale. Ma nel loro processo decisionale giornaliero, nel libero mercato, stabiliscono la loro stessa autorità sulle attività del governo attraverso il sistema monetario.

Il controllo sui governi da parte delle persone che hanno il diritto di fare scambi in termini di assenza del governo e del sistema monetario della banca centrale, è un controllo cruciale sul governo. Ciò perchè tale controllo è costante. Usare le monete d'oro non è di per sé un mezzo per esercitare il controllo sul governo, ma funzionalmente è il controllo sul governo. Forza il governo a restringere la sua spesa e la sua tassazione come nessun'altro diritto legale in mano ai cittadini e non cittadini.

Questo è il perchè l'opinione dominante degli opinionisti nel mondo moderno è contraria al gold standard. La ragione per ciò è che l'opinione dominante degli opinionisti è in favore del potere del governo. Gli individui che sono apertamente a favore del gold standard sono in contrasto con il panorama dominante del mondo intellettuale.

Gli intellettuali sono impegnati nell'espansione del potere dello Stato. Anche quei membri della comunità accademica che dicono che loro non sono in favore dell'espansione del potere dello Stato sono, invece, a favore dell'espansione del potere dello Stato nell'area dell'istituzione centrale che coordina tutte le altre decisioni economiche: il sistema monetario.

A causa di ciò gli individui che hanno deciso che le valute fiat (create dal nulla) del mondo sono inaffidabili, perchè i politici sono inaffidabili, affrontano una battaglia in salita. Affrontano il ridicolo. Potrebbero affrontare dei dubbi. Ascoltano costantemente che l'oro non è un buon investimento, che l'oro non è uno standard affidabile per il sistema monetario, che l'oro è una reliquia barbara. Devono resistere a queste opinioni contrarie all'oro, e si sentono sotto pressione quando si fanno venire in mente le risposte verso i criticismi tecnici sul gold standard. Ho osservato ciò per 40 anni.

Vediamo oggi che una piccola minoranza di cittadini negli Stati Uniti sta iniziando a ripensare alla legittimità della banca centrale. Ron Paul ha reso famosa la frase: "End The FED" (chiudiamo la Federal Reserve, ndt). Visto che la popolarità di questa frase sta iniziando a crescere, le persone stanno iniziando a ripensare alla domanda se la banca centrale sia un'istituzione affidabile per controllare la massa monetaria. Mentre i dubbi si sono sollevati riguardo l'affidabilità della Federal Reserve, si sono sollevati anche i dubbi sull'affidabilità degli argomenti contro il gold standard.


SAPIENTONI RETRIBUITI

Quando ascoltiamo dai media finanziari che alcuni esperti hanno detto che l'oro ha raggiunto il picco o presto lo farà cosicché chiunque investa in oro oggi sta correndo un terribile rischio, possiamo essere sicuri che questa persona non ha mai detto alle persone di comprare oro nella sua carriera. Quella è una persona che odia il gold standard a priori.

L'avversione contro l'oro è ideologica. E' basata sull'amore per il governo. E' basata sulla fiducia verso la Federal Reserve. E' sostenuta dalla maggior parte degli economisti ed è sostenuta da una maggiore percentuale di politici a livello nazionale. Questo continua raffica di opinioni contro l'investimento in oro è uno sforzo combinato per impedire alle persone di proteggersi contro l'espansione del potere federale tramite l'espansione del denaro.

Queste persone sono dei puristi ideologici. Si oppongono al sistema di libero mercato. Vogliono un'economia manipolata. Potrebbero dire che credono nel libero mercato, ma ciò in cui realmente credono è il diritto degli addetti ai lavori di manipolare i mercati tramite la linea politica del governo e la linea politica della banca centrale. Vogliono un mercato manipolato perchè non si fidano dell'autorità e della legittimità dei singoli individui che prendono le loro stesse decisioni con il loro stesso denaro.

Così quando sentite questi argomenti, potete stare sicuri che state ascoltando qualcuno che non crede nel libero mercato. Questa persona parla in nome del governo. Potrebbe non essere sulla busta paga del governo, ma ha acquisito una parte della visione del mondo secondo cui gli individui non hanno l'autorità o la saggezza di prendere le loro stesse decisioni riguardo la valuta che scelgono di usare in uno scambio volontario. Queste persone sono parte del complesso finanziario-governativo.

Se ti fidi del governo che ti dice la verità, allora probabilmente ti fidi anche dei proclami di quegli auto-nominati esperti d'oro, che non dicono mai a nessuno di comprare oro, che l'oro è un cattivo investimento. Queste persone hanno sbagliato per un decennio. Vi hanno detto di comprare azioni, ma le azioni erano più alte nel marzo del 2000 e lo sono tuttora. Non vi hanno detto di comprare oro nel 2000, se lo hanno menzionato l'oro nel 2000, e l'oro è su di circa 4 a 1. Queste persone hanno mancato l'investimento del decennio e vi hanno detto di comprare e conservare le azioni, quello che è stato il peggior investimento del decennio. Sarebbe stato un miglior investimento mettere i vostri soldi in un conto risparmi della FDIC e lasciarli lì. Vi sareste trovati in una posizione di vantaggio. Non avete bisogno di questi esperti sull'oro o esperti di azioni per dirvi cosa comprare, perchè non sanno cosa comprare.

Oggi stanno tessendo la solita vecchia tela del comprare e possedere azioni e non oro, che stavano già tessendo nel 2000. Erano in errore allora e lo sono tuttora.


I GREENBACKER

Dentro il movimento conservatore c'è un gruppo a favore del denaro fiat chiamato greenbacker. Sono esistiti sin dal 1860. Sono radicali, gente di sinistra e credenti nel welfare. Si oppongono al gold standard con lo stesso entusiasmo con cui si oppongono alla Federal Reserve.

Si oppongono alla Federal Reserve perchè si oppongono al sistema bancario. Si oppongono al sistema bancario perchè le banche richiedono interessi. Sono a favore della creazione del denaro fiat, secondo cui il governo debba emanarlo in modo da espandere il welfare. Si oppongono al gold standard perchè questo, significando possedere monete d'oro ed usarle in scambi, restringe l'espansione della spesa del governo oltre le entrate tributarie. Non vogliono vedere il governo ristretto da alcun fattore oltre a quello della pressione del voto da parte dei cittadini. Se il governo vuole espandere la sua spesa, i greenbacker approvano. Non vogliono alcun tipo di restringimento monetario per il governo federale, sia dal gold standard sia da prestatori che non desiderano più prestare denaro al governo a tassi d'interesse bassi.

Quindi c'è un'elemento molto distante dentro al movimento conservatore che grida contro la FED, non con l'idea di rimpiazzarla con un sistema monetario e bancario volontario, ma col Congresso degli Stati Uniti affinchè possa essere totalmente in controllo della massa monetaria. Credono nel governo con lo stesso entusiasmo dei Keynesiani ed adottano argomenti quasi identici riguardo la legittimità del gold standard.


CONCLUSIONE

Non prestate attenzione ai piccoli uomini sugli schermi televisivi. Proprio perchè sono dei piccoli uomini dietro le quinte della coercizione. Non è una cortina di ferro. E' una cortina di denaro fiat. Credono nella saggezza degli uomini con il distintivo e la pistola.

Ci sono troppe persone con il distintivo e la pistola oggi: distintivi, pistole e denaro fiat. Toglieteli il loro denaro fiat e molti di loro dovranno abbandonare i loro distintivi e pistole.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


lunedì 27 dicembre 2010

L'alba degli zombie di libero mercato

E' interessante vedere come gli zombie si rivolgono agli umani per tentare di depistarli facendoli credere che tutti sono nella stessa squadra, così una volta che si aggregano al loro gruppo gli zombie fanno festa col loro cervello. Un'orda sempre alle porte e sempre affamata. Proprio per questo motivo sono estremamente felice di tornare a pubblicare un'articolo che prende a randellate sulla zucca quel saltimbanco di Krugman. Ultimamente pare stia gongolando per alcune previsioni non verificatesi da parte degli Austriaci; aspettiamo solo che finiscano gli effetti soporiferi del "quantitative easing" e vedremo chi riderà. Poichè con questo sistema, parafrasando il suo vate, "al lungo andare saremo tutti morti".
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di Robert P. Murphy


Per la sua colonna domenicale Paul Krugman ha scritto un pezzo intitolato "Quando gli Zombie Vincono". Krugman sostiene che "i fondamentalisti del libero mercato" — incluso Ron Paul — hanno avuto politicamente successo, nonostante siano stati profondamente screditati dagli eventi recenti. Come possiamo vedere è una buona cosa vedere come rifiutino di morire le idee che danno per spacciato il governo, non importa quanto spesso Krugman le attacchi.


La Tesi di Krugman sugli Zombie

Il paragrafo d'apertura spiega il titolo dato all'articolo di Krugman:
"Quando gli storici guardano indietro al 2008, ciò che li rende perplessi, credo, sia lo strano trionfo di idee fallimentari. I fondamentalisti del libero mercato si sono sbagliati quasi su tutto — tuttavia ora dominano la scena politica più intensamente che mai."


Prima di addentrarci nelle specifiche affermazioni di Krugman, dobbiamo fermarci e sottolineare quanto realmente distorcente sia questa apertura. Una cosa, "i fondamentalisti del libero mercato" non si sono sbagliati su nulla. E' vero — come ci arriveremo tra poco — che molti oppositori dello stimolo fiscale e del quantitative easing avvertivano degli alti tassi d'interesse e del prezzo dell'inflazione. Queste minacce non si sono materializzate (almeno non ora) e su questa base Krugman crede di potersi dare delle pacche sulle spalle.

Ma i fondamentalisti del libero mercato erano sicuramente nel giusto quando dissero che il pacchetto di stimolo di Obama non ci avrebbe spinto fuori dalla recessione. Non erano solo gli Austriaci ma anche molti economisti della Scuola di Chicago che ricordavano alla gente le osservazioni base, come "il governo può solo spendere ciò che prende per primo dal settore privato".

Al tempo, Keynesiani come Brad DeLong e Krugman andarono su tutte le furie al solo pensiero, ma se qualcuno è stato vendicato da cosa è successo all'occupazione e al PIL negli ultimi due anni sono stati coloro che hanno detto che lo stimolo di Obama avrebbe solo fatto peggiorare le cose.

Non fu solamente Christina Romer che aveva predetto a meraviglia che la disoccupazione senza lo stimolo non sarebbe aumentata come sarebbe invece accaduto con lo stimolo. Anche Mark Zandi (che Krugman in seguito ringraziò per i suoi meravigliosi modelli Keynesiani) ha predetto nel novembre del 2008 (vedi pag. 21 di questo pdf) che il PIL reale senza lo stimolo sarebbe caduto del 2,2% nel 2009. Poi con lo stimolo di Obama l'economia infatti è caduta del 2,6% all'anno.

Visto che i fondamentalisti del libero mercato dominano la scena politica "più intensamente che mai", suppongo che Krugman ha ragione, nel senso che due barboncini possono sfidare un pitbull piuttosto che uno. Ma non appena la FED svelerà i suoi 9$ trilioni cumulativi in prestiti, non appena l'FBI intaccherà gli hedge funds e non appena la spesa federale come parte dell'economia sarà ai suoi più alti livelli sin dalla Seconda Guerra Mondiale, dubito fortemente che Washington sarà invasa da truppe di sostenitori del laissez-faire.


Krugman contro Ron Paul

Per provare che i fondamentalisti del libero mercato hanno catturato il potere, la prima prova di Krugman è Ron Paul:
"Come è accaduto? Come, dopo che le banche incontrollate hanno messo l'economia in ginocchio, siamo finiti con Ron Paul che dice "non penso che abbiamo bisogno di regolatori", il quale è in procinto di prendere un posto chiave nella Camera dove si prevede la supervisione della FED?"


Ovviamente se guardiamo al contesto attuale di ciò che Paul sta dicendo, scopriamo che egli intende dire che è sciocco fidarsi dei regolatori del governo per stroncare sul nascere le bolle, mentre la FED ed altri programmi del governo avevano la loro parte nell'alimentazione di tali bolle. Ron Paul non stava dicendo "lasciamo che le banche facciano quello che volgiono", invece stava dicendo che non dovremmo salvarle quando sono fottute. Lasciamole invece andare in bancarotta come qualsiasi altro business che vi finirebbe dopo aver compiuto orribili decisioni d'investimento.

Nel suo articolo Krugman propone alcuni buoni esempi di "conservatori" che hanno fatto predizioni che, a posteriori, li hanno fatti sembrare degli sciocchi. Ma ciò non significa che la sinistra manchi di simili categorie, anche se ci focalizziamo solo sulla bolla immobiliare e la crisi bancaria.

Per esempio, gli economisti della FED e Ben Bernanke stesso hanno negato che ci fosse una bolla immobiliare. Barney Frank — a stento un Cavaliere Jedi del libertarismo — difese turpemente la solvibilità di Fannie e Freddie fino alla loro confisca.

E non dimentichiamoci di Paul Krugman stesso, che — dobbiamo ammetterlo — ha invece riconosciuto prima di molti altri la bolla immobiliare. Ma, ironicamente, elogiò Greenspan per averla creata. Molte persone hanno puntato il dito alla richiesta di Krugman del 2002 verso Greenspan di creare la bolla immobiliare, ma non molti hanno visto Krugman appoggiarla dopo il fatto, come dimostra questo scambio di opinioni con uno dei suoi lettori nell'ottobre 2006:
"NEERAJ MEHRA, AMRITSAR, INDIA: Mr. Greenspan ha fatto un danno alla nazione creando il boom immobiliare. Da osservatore profano, questo è il persistente pensiero che ho. Il suo articolo lo conferma.

La domanda che pongo è questa: ha fatto la cosa giusta — agendo moralmente nell'architettare un boom immobiliare, più come prestiti a breve termine (Bridge Loan: prestito dato nel breve termine in attesa di un finanziamento più a lungo termine. Per un individuo potrebbe servire per comprare un'altra casa prima di aver venduto quella vecchia, n.d.t.), finchè all'orizzonte non fosse saltato fuori qualcos'altro per sostenere l'economia — perchè non aveva scelta, oppure ha intrapreso un sentiero di mero opportunismo politico? E questa è la domanda che mi sta tormentando da un pò.

Apprezzerei se lei mi potesse illuminare.

PAUL KRUGMAN: come Paul McCulley di PIMCO ha sottolineato quando il boom sulla tecnologia è esploso, Greenspan aveva bisogno di creare una bolla immobiliare per rimpiazzare la bolla tecnologica. Quindi entro i limiti potrebbe aver fatto la cosa giusta. Ma alla fine del 2004 avrebbe dovuto vedere i segni del pericolo ed avvertire contro ciò che stava per accadere; tale avvertimento avrebbe potuto aver luogo come un'aumento dei tassi d'interesse. Non l'ha fatto ed ha lasciato un terribile casino a Ben Bernanke."


Dalla politica monetaria agli sforzi del governo per stimolare il boom immobiliare, la storia di Krugman — in cui egli prova ad esonerare Freddie e Fannie e dà la colpa interamente ai cattivi del settore privato — continua a cambiare, mentre gli altri correggono costantemente i suoi fatti. Raghuram Rajan fa un resoconto per filo e per segno qui.

Infine, riguardo ai salvtaggi delle banche, molti economisti Austriaci (non così tanti tra gli altri sostenitori del libero mercato, sfortunatamente) si opposero veementemente a questi, mentre l'argomento veniva dibattuto.

Al contrario Krugman era in favore dei salvataggi (sebbene non fossero l'ideale, secondo lui). Interessante quando Krugman ha recentemente provato a sostenere che lui ed i suoi eterodossi colleghi erano a favore di lasciare che le banche Islandesi andassero fallite, mentre gli ortodossi matusa erano a favore del salvataggio delle banche Irlandesi, ciò ha causato una tale dissonanza cognitiva tra i lettori di Krugman (che hanno ricordato il suo sostegno per il TARP) che egli ha dovuto dare una spiegazione plausibile per la contraddizione.

In sintesi, riguardo la visione del mondo di Ron Paul contro Paul Krugman, ecco cosa possiamo dire:

Ron Paul pensava che fosse un terribile errore da parte di Greenspan alimentare la bolla immobiliare, da parte delle agenzie di governo di incoraggiare le banche ad abbassare i loro standard di prestito e da parte del Tesoro (come anche da parte della FED) salvare le grandi banche dai loro errori.

Krugman, al contrario, ha raccomandato che Greenspan gonfiasse la bolla immobiliare e la sua unica critica era che Greenspan avrebbe dovuto iniziare ad incrementare i tassi d'interesse per reprimerla piuttosto che fare semplicemente pressione sugli speculatori. Krugman continua a minimizzare qualsiasi ruolo che il governo ha avuto nell'incoraggiare il prestito sconsiderato. Inoltre Krugman era a favore del salvataggio delle banche, che secondo lui hanno agito sconsideratamente.

Quindi se guardiamo all'attuale e tetra economia ed accusiamo le politiche di qualcuno, di sicuro possiamo assolvere Ron Paul. Ciò non prova assolutamente che i punti di vista di Ron Paul siano corretti, ma certamente mettono in dubbio le costanti affermazioni di Krugman secondo cui egli stesso è stato un faro di chiarezza negli anni con il suo accurato modello Keynesiano.


Tassi d'Interesse e Prezzo dell'Inflazione

Infine vediamo l'unico argomento legittimo che Krugman affronta nel suo articolo:
"Vale anche la pena sottolineare che tutto quello che la destra ha detto sul perchè l'economia di Obama avrebbe fallito è sbagliato. Per due anni siamo stati avvertiti che il prendere in prestito del governo avrebbe mandato i tassi d'interesse alle stelle; infatti i tassi hanno fluttuato con ottimismo o pessimismo sulla ripresa, ma sono rimasti costantemente bassi per gli standard storici. Per due anni siamo stati avvertiti che l'inflazione, perfino l'iperinflazione, era dietro l'angolo; invece la disinflazione ha progredito, con l'inflazione — il che esclude i prezzi oscillanti di cibo ed energia — ad un basso tasso da mezzo secolo."


E' vero che molti oppositori dei massicci deficit e della stampa di denaro hanno dato avvertimenti sui tassi d'interesse e sul prezzo dell'inflazione che nel migliore dei casi erano precoci; anch'io ricado in questo gruppo. Ciò è spiacevole, perchè i nostri avvertimenti sbagliati danno ora a Krugman un'obiettivo di convenienza quando prova a distrarre le persone dal fallimento della pompa d'innesco Keynesiana.

Affrontare questo argomento richiederebbe un'articolo a parte. Per ora è sufficiente dire che ci sono abbondanti segni che l'inflazione della FED sta distorcendo l'economia, non ultimo il prezzo record dell'oro. Anche usando gli stessi numeri del governo, i prezzi alla produzione stanno aumentando in proporzione a quanto a lungo sono rimossi dal consumatore disoccupato ed indebitato. Sono stato un fedele lettore di Krugman negli ultimi due anni e non ricordo una sua predizione all'inizio del 2009 in cui il prezzo del petrolio sarebbe raddoppiato in 15 mesi.


Conclusione

Paul Krugman non sa di cosa parla quando dice che gli ultimi due anni hanno dimostrato il fallimento delle politiche del libero mercato. Nonostante le sue affermazioni, è incoraggiante vedere il rispetto crescente verso Ron Paul e gli altri esponenti della retorica sul governo limitato. Se queste stelle nascenti del movimento per la libertà sono zombie, possiamo solo sperare che abbiano abbastanza cervelli per finire il lavoro.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


domenica 26 dicembre 2010

La genesi dello Stato

Visto che si parla di nascite ed origini in questi giorni, mi pare sensato analizzare anche un'altra nascita. Un'essere abnorme (e partorirlo non deve essere stato facile) e tiranno che non ha fatto altro che spargere illusioni, povertà e conflitti.
Ha invaso la maggior parte delle vite delle persone e tenta, col passare del tempo, di diffondersi ulteriormente per controllarle pienamente. Nato come una tradizione, è rimasto nei secoli mutando in qualcosa di perenne e durevole; piccoli accorgimenti sociali hanno consentito alla società di partorire una simile aberrazione che esaltava solo la parte decadente e più scura dell'uomo: lo Stato. Questo articolo è un'estratto del capitolo 1 de The Stae: its History and Development Viewed Sociologically.
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di Franz Oppenheimer

Una singola forza spinge tutta la vita; una forza l'ha sviluppata, dalla singola cellula, dal granello di polvere che fluttuava nel caldo oceano del periodo preistorico, ai vertebrati, fino all'uomo. Quest'unica forza è la tendenza di provvedere alla vita, biforcata in "brama ed amore".

All'inizio della società umana, e nella sua graduale evoluzione, questa tendenza spinge se stessa avanti in varie bizzarre idee chiamate "superstizioni". Queste sono basate su conclusioni puramente logiche di osservazioni incomplete su aria, acqua, terra, fuoco, animali e piante, che paiono dotati di una schiera di spiriti sia gentili sia maligni. Si potrebbe dire che nei tempi moderni, ad uno stadio conseguito solo da molte poche razze, sorga anche la giovane figlia del desiderio per la causalità, cioè la scienza, come un risultato logico di osservazioni complete sui fatti — la scienza ora è richiesta per sterminare la superstizione ampiamente estesa, che, con innumerevoli trame, si è radicata nell'anima dell'umanità.

Seppur potente, specialmete nel momento dell' "estasi", la superstizione potrebbe aver influenzato la storia, seppur potente, anche in tempi ordinari potrebbe aver cooperato nello sviluppo della vita comune dell'uomo; la forza principale del progresso deve essere ancora riconosciuta nella vita, la quale forza gli uomini ad acquisire per sè stessi e per la loro famiglia il nutrimento, l'abbigliamento e la casa. Ciò rimanda, di conseguenza, all'impulso "economico". Un'investigazione — e ciò significa una di tipo socio-psicologico — sociologica del progresso della storia non può, quindi, svilupparsi se non seguendo i metodi con cui i bisogni economici vengono soddisfatti nella loro graduale apparizione e facendo attenzione alle influenze dell'impulso della casualità al posto giusto.


Mezzi Politici ed Economici

Ci sono due mezzi fondamentalmente opposti in base a cui l'uomo, alla ricerca di sostentamento, è spinto ad ottenere i mezzi necessari per soddisfare i suoi desideri. Questi sono il lavoro ed il furto, il lavoro stesso e l'appropriazione forzata del lavoro di altri.

Il furto! L'appropriazione forzata! Queste parole ci trasmettono idee di crimine e di carcere, dal momento che siamo i contemporanei di una civiltà sviluppata, specificamente basata sull'inviolabilità della proprietà. E questo non è perso quando siamo convinti che il furto per mare e per terra è la relazione primitiva della vita, proprio come il commercio dei guerrieri — che per un lungo periodo di tempo fu solo organizzato sul furto di massa che costituisce la più rispettata delle occupazioni. A causa di ciò ed anche dal bisogno di avere, nel successivo svolgimento di questo studio composto da termini opposti, chiari, secchi e nitidi per questi contrasti molto importanti, propongo nell'attuale discussione di chiamare il lavoro di qualcuno e l'equivalente scambio del lavoro di qualcuno per il lavoro di altri, i "mezzi economici" per la soddisfazione di bisogni, mentre l'appropriazione non corrisposta del lavoro di altri sarà chiamata "mezzi politici".

L'idea non è del tutto nuova; i filosofi nella storia hanno sempre trovato questa contraddizione ed hanno provato a formularla. Ma nessuna di queste formulazioni ha completamente portato la premessa al suo logico fine. Da nessuna parte è mostrato chiaramente che la contraddizione consiste solo nei mezzi con cui l'identico scopo, l'acquisizione di oggetti economici di consumo, è ottenuto. Tuttavia questo è il punto critico del ragionamento.

Nel caso di un pensatore del calibro di Karl Marx si potrebbe osservare quale confusione sia causata quando lo scopo economico ed i mezzi economici non sono strettamente differenziati. Tutti questi errori, che infine portano la splendida teoria di Marx molto lontana dalla verità, si basavano sulla mancanza di una chiara differenziazione tra i mezzi di soddisfazione economica dei bisogni ed il relativo scopo. Ciò lo porto a designare la schiavitù come una "categoria economica" e la forza come una "forza economica" — mezze verità che sono molto più pericolose di verità non dette, dal momento che la loro scoperta è molto difficile e le false conclusioni da esse sono inevitabili.

Dall'altro lato la nostra nitida differenza tra i due mezzi che puntano allo stesso fine ci aiuterà ad evitare ogni simile confusione. Questa sarà la nostra chiave per una comprensione dello sviluppo, dell'essenza e dello scopo dello Stato; e dal momento che tutta la storia fino a qui è stata solo la storia degli Stati, verso una comprensione della storia. Tutta la storia del mondo, dai tempi preistorici fino ai nostri civilizzati, presenta una singola fase, cioè una competizione tra i mezzi economici e politici; e si può presentare solo questa fase finchè non si raggiunge la libera cittadinanza.


Persone Senza uno Stato: Cacciatori e Coltivatori

Lo stato è un'organizzazione dei mezzi politici.

Nessuno Stato, perciò, può esistere finchè i mezzi economici hanno creato un numero definito di oggetti per la soddisfazione dei bisogni, i quali oggetti possono essere presi o sequestrati con un furto bellicoso. Per questa ragione i cacciatori preistorici erano senza uno Stato; e perfino i più sviluppati cacciatori divennero parte di una struttura-Stato solo quando scoprirono nei loro vicini un'organizzazione economica evoluta che potevano soggiogare. Ma i cacciatori primitivi vivevano praticamente in anarchia.

Grosse parla in generale dei cacciatori:
"Non ci sono differenze essenziali di ricchezza tra di loro e quindi una fonte principale per l'origine delle differenze nella classe sociale è mancante. In generale tutti gli adulti nella tribù godono di diritti uguali. Gli anziani, grazie alla loro maggiore esperienza, hanno una certà autorità; ma nessuno si sente legato a rendere loro obbedienza. Quando in alcuni casi i capi sono riconosciuti — come per i Botokude, i Central Californians, i Weeda ed i Mincopie — il loro potere è estremamente limitato. Il capotribù non ha nessun mezzo per imporre i suoi desideri contro la volontà degli altri. La maggior parte delle tribù dei cacciatori, tuttavia, non ha alcun capotribù. L'intera società degli uomini ancora forma una massa omogenea indifferenziata, in cui solo quegli individui che ottengono importanza si crede che abbiano poteri magici."[1]


Qui esiste scarsamente un "barlume di Stato", anche nel senso di teorie ordinarie dello Stato, ancora meno nel senso dell'idea sociologica corretta di Stato.

La struttura sociale dei contadini primitivi ha difficilmente più somiglianza ad uno Stato rispetto a quella dei cacciatori. Dove il contadino, lavorando il terreno con la zappa, vive in libertà, non cè infatti alcun "Stato". L'aratro è sempre il segno di una condizione economica più alta che avviene solo in uno Stato; vale a dire, in un sistema di lavoro in piantagioni portato avanti da schiavi soggiogati.[2] I coltivatori vivono isolati l'uno dall'altro, sparpagliati nel paese in appezzamenti di terra separati, forse in villaggi, divisi a causa di litigi sulle zone o sui confini delle fattorie. Nel migliore dei casi vivono in deboli associazioni organizzate, tenute insieme da giuramenti, unite solo approssimativamente dal legame che la coscienza della stessa discendenza, della stessa lingua e delle stesse credenze impone su di loro. Si riuniscono forse una volta all'anno nella celebrazione comune di famosi antenati o del dio tribale. Non esiste un'autorità governante sull'intera massa; i vari capotribù di un villaggio, o possibilmente di una zona, possono più o meno avere un'influenza in sfere circoscritte, in dipendenza di solito dalle loro qualità personali e specialmente dai poteri magici che sono attribuiti loro. Cunow descrive i contadini Peruviani prima l'incursione degli Incas come segue: "Una vita non regolata vissuta l'uno accanto all'altro, tribù reciprocamente in conflitto che erano divise più o meno in unioni autonome territoriali, tenute insieme da vincoli di parentela."[3] Si potrebbe dire che tutti i contadini primitivi del vecchio e del nuovo mondo erano di questo tipo.

In una simile stato di società, è difficilmente pensabile che una organizzazione bellicosa possa realizzarsi per scopi offensivi. E' sufficientemente difficile mobilitare i clan, o addirittura le tribù, per la difesa comune. Il contadino manca sempre della mobilità. E' attaccato al terreno come le piante che coltiva. Infatti il lavoro dei suoi campi lo rende "legato al terreno" (glebae adscriptus), anche se, in assenza di legge, ha libertà di movimento.

Quale effetto, per di più, avrebbe una spedizione di saccheggio in un paese che per tutta la sua estensione è occupato solo da contadini? Il contadino può sottrarre dal contadino nient'altro che già non abbia. In una condizione societaria segnata da superfluità di terreno agricolo, ogni individuo contribuisce solo con un piccolo lavoro data la vasta coltura. Ognuno occupa tanto territorio di quanto ha bisogno. Di più sarebbe superfluo. La sua acquisizione sarebbe un lavoro perso, anche se il suo proprietario fosse in grado di conservare per qualsiasi periodo di tempo il grano prodotto così garantito. In condizioni primitive, tuttavia, questo si rovina a causa di cambiamenti atmosferici, formiche, o altri agenti. Secondo Ratzel, il contadino del Centro Africa deve convertire la porzione superflua del suo raccolto in birra il più presto possibile in modo da non perderlo interamente!

Per tutte queste ragioni i contadini primitivi erano totalmente in mancanza di quel desiderio bellicoso per andare all'attacco, il che è il segno distintivo tra cacciatori e pastori: la guerra non può migliorare le loro condizioni. E questo atteggiamento pacifico è rafforzato dal fatto che l'occupazione del contadino non lo rende un guerrieri efficiente. E' vero che i suoi muscoli sono forti ed ha capacità di resistenza, ma è lento nel movimento ed apatico ad arrivare a decisioni mentre i cacciatori ed i nomadi a causa dei loro modi di vivere sviluppano velocità di movimento e rapidità d'azione. Per questa ragione il contadino primitivo è di solito di un temperamento più gentile.

Per riassumere: entro le condizioni economiche e sociali dei distretti dei contadini, non si può trovare alcuna differenziazione per una più alta forma di integrazione. Non esiste né l'impulso né la possibilità per l'assoggettamento bellicoso dei vicini. Non può sorgere alcuno "Stato"; e, infatti, da simili condizioni sociali nessuno Stato è mai sorto. Se non ci fosse stato alcun impulso dall'esterno, da gruppi di uomini nutriti in un modo differente, il coltivatore primitivo non avrebbe mai scoperto lo Stato.


Persone Antecedenti lo Stato: Pastori e Vichinghi

I pastori al contrario, anche se isolati, hanno sviluppato un'intera serie di elementi dello Stato; e nelle tribù che sono progredite ulteriormente, hanno sviluppato questo aspetto nella sua totalità con la singola eccezione dell'ultimo punto di identificazione che completa lo Stato nel suo senso moderno, vale a dire, con l'eccezione solo della definitiva occupazione di un territorio circoscritto.

Uno di questi elementi è di tipo economico. Anche senza l'intervento di una forza extra-economica, si potrebbe ancora sviluppare tra i pastori una sufficiente differenziazione di proprietà ed entrate. Affermando ciò, all'inizio, c'era completa eguaglianaza nel numero del bestiame, tuttavia in un breve periodo di tempo un uomo potrebbe essere più ricco ed un altro più povero. Un'allevatore specialmente intelligente vedrà il suo gregge aumentare rapidamente, mentre un sorvegliante specialmente attento ed un audace cacciatore lo salvaguerderanno dalla decimazione da parte dei predatori. Anche l'elemento fortuna influenza il risultato. Uno di questi allevatori trova un buon terreno per il pascolo e posti idricamente salutari; un altro perde la sua intera mandria a causa della pestilenza, o di una slavina o di una tempesta di sabbia.

Le distinzioni nella fortuna rapidamente causano una distinzione di classe. Il pastore che ha perso tutto deve farsi assumere dal ricco; e ponendosi sotto di lui, ne diventa dipendente. Dovunque il pastore viva, in tutte e tre le parti dell'antico mondo, troviamo la stessa storia. Meitzen relaziona sui Lapponi, nomadi della Norvegia: "Trecento renne sono sufficienti per una famiglia; chi ne possiede solo un centinaio deve entrare al servizio del più ricco, la cui mandria sale fino ad un migliaio di capi."[4]

Lo stesso scrittore, parlando dei nomadi dell'Asia Centrale, dice: "Una famiglia richiede trecento capi di bestiame per vivere nel benessere; un centinaio di capi di bestiame è sinonimo di povertà, al che segue una vita di debiti. I servi devono coltivare le terre del lord."[5]

Ratzel riferisce, riguardo agli Hottentot d'Africa, su una forma di "commendatio": "La persona povera si sforza di farsi assumere dal ricco, il suo solo obiettivo per essere in grado di ottenere il bestiame."[6]

Laveleye, che riferisce sulle stesse circostanze in Irlanda, traccia l'origine ed il nome del sistema feudale (systeme feodal) nel prestito di bestiame da parte del ricco ai membri poveri della tribù; dunque, un "fee-od" (avente il bestiame) era il primo feudo per cui finchè il debito esisteva il magnate legava il piccolo possessore a sé come "suo uomo".

Possiamo solo alludere ai metodi in base a cui, anche in associazioni pacifiche di pastori, questa differenziazione economica e sociale potrebbe essere stata incoraggiata dalla connessione del patriarcato con i servizi del supremo e sacrificale sacerdozio, se l'anziano saggio avesse usato intelligentemente la superstizione dei suoi associati nel clan. Ma questa differenziazione, finchè non è toccata dai mezzi politici, opera entro confini molto modesti. L'intelligenza e l'efficienza non sono ereditate con nessun livello di certezza. Anche la più grande mandria sarà divisa se molti dei suoi eredi crescono in una tenda e la fortuna è capricciosa. Ai giorni nostri l'uomo più ricco tra i Lapponi della Svezia, nel più breve tempo possibile, è stato ridotto ad una tale povertà che il governo ha dovuto sostenerlo.

Tutte queste cause fanno sì che la condizione d'uguaglianza economica e sociale sia sempre approssimativamente ripristinata.

"Più il nomade è pacifico, indigeno e sincero, più ristrette saranno le differenze tangibili nei possedimenti. E' toccante notare la soddisfazione con cui un vecchio principe dei Mongoli Tsaidam accetta il suo tributo o dono, che consiste in una manciata di tabacco, un pezzo di zucchero e venticinque kopek."[7]


Questa uguaglianza è distrutta perennemente ed in maggior entità dai mezzi politici. "Dove la guerra è portata avanti ed un bottino è acquisito, sorgono maggiori differenze, che trovano la loro espressione nel possedimento di schiavi, donne, armi e vigorosi cavalli."[8]

Il possedimento di schiavi! Il nomade è l'invetore della schiavitù e perciò ha creato la giovane pianta dello Stato, il primo sfruttamento economico dell'uomo sull'uomo.

Il cacciatore porta avanti la guerra e fa prigionieri. Ma non fa di loro degli schiavi; o li uccide o li integra nella tribù. Gli schiavi non sarebbero di alcun uso per lui. Il bottino della caccia può essere riposto anche meno di quanto il grano possa essere "capitalizzato". L'idea di usare un'essere umano come una macchina da lavoro potrebbe essere solo concepita in un piano economico dove un corpo di ricchezza si sia sviluppato, chiamiamolo capitale, che può essere aumentato solo con l'assistenza di forza lavoro dipendente.

Questo primo stadio è dapprima raggiunto dal pastore. Le forze di una famiglia, in mancanza di assistenza esterna, bastano a mantenere insieme una mandria molto limitata e proteggerla dagli attacchi di predatori o nemici umani. Finchè i mezzi politici non entrano in gioco, le forze ausiliarie non si trovano tanto facilmente; come i membri più poveri del clan già menzionati, insieme ai fuggiaschi di tribù straniere che si trovano in tutto il mondo come dipendenti protetti al seguito dei più grandi proprietari di gregge.[9]

In alcuni casi un'intero clan povero di pastori entra, in semi-libertà, al servizio di qualche ricca tribù.

"Molte persone prendono posizioni in corrispondenza della loro ricchezza relativa. Così i Tungusen, che sono molto poveri, provano a vivere vicino agli accampamenti dei Tschuktsches, perchè trovano occupazione come pastori delle renne possedute dai ricchi Tschuktsches; sono pagati in renne. E la sottomissione degli Ural-Samojedes ai Sirjaenes si sviluppa attraverso la graduale occupazione delle loro terre da pascolo."[10]


Eccetto, tuttavia, l'ultimo caso nominato, il quale ricorda molto lo Stato, le poche forze lavoro esistenti, senza capitale, non sono sufficienti a permettere al clan di mantenere una grande mandria. Inoltre i metodi di raduno stessi impongono una divisione. Il pascolo, come dicono nelle Alpi Svizzere, non potrebbe essere "spinto oltre il massimo", vale a dire, avere molto bestiame in esso. Il pericolo di perdere l'intero bestiame è ridotto dalla misura in cui è distribuito sui vari pascoli. Malattie del bestiame, tempeste, ecc., possono influire solo su una parte; mentre perfino il nemico dall'esterno non può spazzarlo via tutto d'un colpo. Per questa ragione gli Hereros, per esempio: "considerano ogni proprietario benestante forzato a possedere, oltre alla mandria principale, diverse mandrie secondarie. I fratelli più giovani o altri parenti più stretti, provano con i vecchi servi per fare la guardia al bestiame."[11]

Per questa ragione il nomade sviluppato risparmia il suo nemico catturato; può usarlo come schiavo nel suo pascolo. Possiamo notare questa transizione dall'uccidere allo schiavizzare in un rito consueto degli Sciti: offrivano al posto dei loro sacrifici uno delle molteplici centinaia di nemici catturati. Lippert, che riferisce di ciò, lo vede come: "l'inizio di una limitazione e la ragione da cui è evidente che si sia fondato il valore secondo cui un nemico catturato è acquisito attraverso la sua trasformazione in servo di un pastore tribale."[12]

Con l'introduzione degli schiavi nell'economia tribale dei pastori, lo Stato, nei suoi elementi essenziali, è completo, anche se ancora non ha acquisito un limite territoriale circoscritto. Lo Stato ha così la forma di dominio e la sua base economica è lo sfruttamento del lavoro umano. D'ora in poi la differenziazione economica e la formazione delle classi sociali progredisce rapidamente. Le grandi mandrie sono saggiamente divise e meglio guardate da numerosi servi armati rispetto a quelle dei semplici uomini liberi che, di regola, tendono a conservarsi nel numero originario: aumentano anche più velocemente rispetto a quelle degli uomini liberi, dal momento che sono allargate dalla maggiore divisione del bottino che il ricco riceve, in corrispondenza al numero di guerrieri (schiavi) che questo posiziona sul campo.

Allo stesso modo la carica di sommo sacerdote crea una spaccatura in costante ampiamento, che divide i numeri del clan, tutti precedentemente uguali, finchè infine una vera nobiltà, i ricchi discendenti dei ricchi patriarchi, è posizionata in giustapposizione del comune uomo libero.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Grosse, Formen der Familie. Freiburg e Leipzig, 1896, p. 39.


[2] Ratzel, Völkerkunde. Seconda Edizione. Leipzig e Wien, 1894-5, II, p. 372.


[3] Die Soziale Verfassung des Inkareichs. Stuttgart, 1896, p. 51.


[4] Siedlung und Agrarwesen der Westgermanen, etc. Berlino, 1895, I, p. 273.


[5] l. c. I, p. 138.


[6] Ratzel, l. c. I, p. 702.


[7] Ratzel, l. c. II, p. 555.


[8] Ratzel, l. c. II, p. 555.


[9] Per esempio tra gli Ovambo che secondo Ratzel, l. c. II, p. 214, in parte "sembrano fondati in uno status simil schiavista", e secondo Laveleye tra gli antichi Irlandesi (Fuidhirs).


[10] Ratzel, l. c. I, p. 648.


[11] Ratzel, l. c. II, p. 99.


[12] Lippert, Kulturgeschichte der Menschheit. Stuttgart, 1886, II, p. 302.


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sabato 25 dicembre 2010

Buone feste

Freedonia augura un buon natale e buone feste ai suoi lettori e non. E per l'occasione, un mitico sketch del ventriloquo Jeff Dunham:





venerdì 24 dicembre 2010

Boom-Bust nel microcosmo

Questo articolo sarebbe dovuto essere la parte finale del precedente, ma ho preferito tagliarlo. Invece il commento di Alberto nel precedente articolo mi ha convinto a postarlo; in sostanza è un'ottima spiegazione dei cicli boom/bust causati dal prosperare su una ricchezza fasulla ed dall'accumulare debiti che difficilmente saranno ripagati. Il nostro passato economico, il nostro presente economico ed il nostro futuro economico se non si deciderà di ragionare sui problemi, invece che delegarli a chicchessia.
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di George Reisman

Le caratteristiche essenziali del ciclo economico di boom-bust possono essere comprese vedendole attraverso le circostanze finanziarie di un singolo individuo.

Quindi si immagini che una persona comune ha badato alla sua esistenza vivendo più o meno dei propri mezzi. Un giorno riceve una lettera da una grande banca. La lettera lo informa che è l'unico erede di un lontano parente che possedeva una fortuna sostanziosa e che dovrebbe andare nell'ufficio principale della banca della sua città per firmare i documenti necessari e ricevere tutte le necessarie autorizzazioni per disporre d'ora in poi di questa fortuna secondo come ritenga più giusto. Naturalmente egli immediatamente va dentro e prende possesso della sua nuova fortuna.

Se la fortuna in questione sia di 100$ milioni o 10$ milioni, è certo che avrà un grande impatto sulla sua esistenza da questo momento in avanti. Poichè essa gli aprirà nuovi mondi consentendogli ora di affrontare la spesa di cose che non aveva mai potuto nemmeno sognare di comprare prima. Si sarebbe potuto permettere una nuova casa, forse una villa. Avrebbe potuto comprarsi un nuovo guardaroba, viaggiare per il mondo, scaricare qualsiasi lavoro che attualmente aveva e che non amava.

Se è in affari, può espandere la sua azienda in grandi modi. Se non è in affari, può far partire un'azienda di grandezze significative. E può permettersi di investire e speculare in borsa e nel mercato immobiliare, poichè la sua nuova ricchezza gli rende possibile non avere paura di perdite per centinaia o migliaia di dollari; difatti, sembra che ora possa permettersi anche di perdere milioni di dollari e sarebbe ancora ricco.

Questo è il periodo di boom per un'individuo. La sua vita è facile. Può fare molte più cose di quelle che era in grado di fare prima. E le sue prospettive appaiono senza limiti. Per il resto della sua vita, guarderà indietro a queto periodo con la più grande amorevolezza e desidererà ardentemente riviverlo. Sono "i bei tempi".


Il Bust

Ciò che pone fine alla facilità di vita del nostro individuo è una seconda lettera. Questa lettera spiega che ora è stato appurato che il parente ha ottenuto quella fortuna, che egli ha ricevuto, tramite mezzi criminali. Così la fortuna non apparteneva de facto a quel parente e perciò non potrebbe essere passata da lui a nessun altro.

Quindi la banca conclude che il nostro individuo è obbligato a riportare la fortuna. Di conseguenza tutti i suoi conti con la banca in questione sono stati congelati, delle ingiunzioni gli proibiscono di spendere altro denaro di quella eredità che lui aveva pensato di possedere ed è richiesto il ritorno di qualsiasi cosa sia rimasta.

Il nostro individuo si trova ora sepolto sotto una montagna di debiti che non può ripagare. Deve vendere la sua casa o la villa a molto meno di quanto l'aveva pagata (se per nessun'altra ragione, ciò renderà probabilmente il caso semplice visto il pagamento di tariffe di mediazione e l'inabilità di aspettare per molto il giusto compratore). Deve vendere i vestiti e molti altri beni che aveva comprato, che probabilmente gli renderanno solo a prezzi molto bassi. Tutto quello che aveva speso per viaggiare sarà stata una totale perdita, come lo saranno le sue spese su molte altre forme di consumi lussuosi. Lo stesso per i suoi investimenti, potrebbero essere proficui o meno. Tuttavia data la sua mancanza di grande successo finanziario precedentemente il ricevimento dell'eredità, è più probabile che essi siano stati non proficui.

Il risultato di tutto ciò è che il ricevimento dell' "eredità" si è rivelato essere una catastrofe finanziaria per il nostro individuo. Fare massicci acquisti nella convinzione sbagliata secondo cui possedeva una fortuna, quando in realtà non era così, lo ha portato a vivere oltre i suoi mezzi e sperperare molta o tutta la ricchezza che aveva prima di ottenere l' "eredità".


Boom-Bust nell'Economia più Ampia

Il motivo dei boom-bust nell'economia più ampia è essenzialmente simile a quello che è stato descritto nel caso di questo individuo. In entrambi i casi il boom è caratterizzato dalla comparsa di una nuova e grande ricchezza che di fatto non esiste. Il bust è la conseguenza dell'atteggiamento economico ispirato dall'illusione di ricchezza.

Nel ciclo boom-bust dell'economia più ampia, l'illusoria ricchezza non prende la forma di false eredità ma di credito bancario cartaceo creato di recente che è confuso con il capitale reale, la ricchezza fisica. Su istigazione e con il supporto della Federal Reserve, nel più recente boom le banche hanno creato diversi trilioni di dollari di nuovo ed addizionale denaro, il quale è stato prestato. Sulla base di questo capitale fittizio è stato fatto procedere il sistema economico, sebbene in corrispondenza è stata creata nuova ed addizionale ricchezza fisica. Il risultato, tra le altre cose, è stata la costruzione di all'incirca di tre milioni di nuove case per cui le persone non potevano pagare.

In realtà il capitale effettivamente disponibile nel boom è insufficiente per sostenere i progetti che sono stati portati avanti sulla base dell'espanzione del credito. Invece di creare nuovo ed addizionale capitale, l'espansione del credito serve a portare su i saggi salariali ed i prezzi dei beni capitali. Ciò riduce il potere d'acquisto dei capitali. Infine crea una situazione in cui quelli che normalmente sarebbero stati in una posizione di prestare denaro scoprono che non possono farlo, oppure che non possono prestare altrettanto, perchè hanno bisogno dei fondi per finanziare le loro operazioni interne che ora devono essere portate avanti a saggi salariali più alti ed a prezzi di beni capitali più alti. Allo stesso tempo, per la stessa ragione, i debitori scoprono che i fondi che hanno preso in prestito sono insufficienti. Così i debitori hanno bisogno di più denaro mentre i prestotori possono prestare solo di meno. Il risultato è una "crisi finanziaria", in cui le imprese vanno in bancarotta per mancanza di fondi.

Nella fase di boom sono stati accumulati debiti massicci. Appena questi debiti diventano impagabili, il capitale delle società che hanno prestato i fondi è di conseguenza ridotto. Nel processo il capitale delle banche che hanno creato il nuovo ed addizionale credito può essere spazzato via, creando un potenziale assalto agli sportelli ed un'effettiva riduzione nella quantità di denaro nel sistema economico. Il solo spettro di tali eventi crea un maggiore aumento nella domanda di denaro a disposizione, con il risultato che la spesa nel sistema economico inizia a diminuire anche senza un'effettivo crollo nella quantità di denaro.

La conclusione che può essere tratta è che la chiave per evitare i "bust" è evitare l'espansione del credito ed i "boom" che la causano. I boom non sono periodi di prosperità ma di sperperamento di ricchezza. Più a lungo durano, peggiore è la devastazione che ne segue.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


Zombie natalizi




di Johnny Cloaca


Un altro supereroe all'orizzonte tenta di farsi strada tra le mille peripezie della vita. L'Economic League sembrava al completo quando, forse a causa di Stan Lee, si creano nuovi posti di lavoro e subito vengono occupati. Una riallocazione perfetta. Di sicuro l'occupazione offre stabilità al demente di turno, quandi grazie ai suoi talenti riesce a produrre una serie straordinaria di puttanate che gli consente non solo di mantenere il posto ma anche di raggiungere degli straordinari. O cazzo! Mises aveva ragione! E giù risate. Questa volta sull'onda del successo arrivano le fresche (si fa per dire, non demoralizziamolo subito) baggianate dell'ultimo economista improvvisato, se non ce n'erano abbastanza ora posso aggiungere nuova carta da cesso per la mia collezione. Apriamo il sipario con un'evergreen targato Paul Krugman:


"Una liberalizzazione degli scambi può rendere l'economia mondiale più efficiente, ma sul fronte della domanda serve a ben poco. Se l'obbiettivo è trovare una misura commerciale che aiuti l'occupazione, bisogna cercare di indurre gli altri paesi a incrementare il loro deficit"[1]
Il cretino Keynesino reitera le sue teorie e annaspa nella melma. Inutile commentare oltre. Cosa puoi dire ad uno che ti suggerisce di indebitarti ancora nonostante le tue passività esondano dal terrreno come la monnezza di Napoli? Masochismo.

Ma passiamo alla new entry che risponde al nome di Maurizio Blondet, ecco cosa ci regala in un suo articolo:


"La legge della libera circolazione di capitali vigente nella globalizzazione. Idem per le banche tedesche. Strapiene dei miliardi guadagnati duramente dagli esportatori tedeschi, non sapevano come impiegare quel ben di Dio; invece di investire nel loro Paese, hanno pensato bene di comprare Buoni del Tesoro dei Paesi più pericolanti, gonfiando – per esempio – la bolla immobiliare in Spagna. E nessun governo ha potuto vietare un così scemo investimento."[2]
Ricorda un pò le scemenze sul "capitalismo" della "Federal Reserve". Sarebbe interessante se ora ci venisse fornita anche l'annessa spiegazione di come il liberismo globale possa conciliarsi con enti monopolisti, come le banche centrali, che lavorano di stampante per inondarci di ricchezza. (Sonore risate). Visto che, anche qui, tra qualche riga qualcosa sarà riabilitato, riassumiamo in soldoni questo pensiero: "la cartaccia è male, la cartaccia sostiene il capitalismo, doppiamente male, Stato buono, quindi Stato stampa cartaccia e tutti felici". Nonostante ciò sto scoprendo qualsiasi pietra e smuovendo qualsiasi foglio di giornale per capire da dove minchia esca fuori questa globalizzazione o addirittura questo suddetto capitalismo, ma le risposte ancora non arrivano. Mi accontento anche di un post-it.


"I controlli sui movimenti di capitale esistevano un tempo, oggi non più; l’economia politica (gestita dallo Stato) è ormai demonizzata. Il principale dogma della ideologia dominante recita che la libera circolazione dei capitali favorisce lo sviluppo, mentre il controllo pubblico lo frena; che i privati (le banche) sanno meglio dello Stato dove investire; che investono là dove la il capitale rende di più..."
Diamogli un pò di acqua santa forse lo esorcizziamo. O mandiamoci direttamente Cristo a ribaltare qualche bancarella, visto che i banchieri sono l'evoluzione organica dei mercanti. Quindi Blondet auspica che la classe dirigente possa amministrare, oltre ai soldi estorti con la pistola, gli investimenti e scrivere nuove gustose leggi. Ma mi raccomando, la classe dirigente sarà assolutamente disciplinata. Come consuetudine vuole però, l'elezione favorirà una grande opzione a questa gente: faranno quello che cazzo gli pare. Sotto "l'efficienza" e la "rigidità" dello Stato, come diceva anche Gesell, no? (siamo in ottime mani allora)


"Quando si giungerà alla conclusione che l’attività bancaria è una cosa troppo seria per essere lasciata ai banchieri, e ai loro complici (le Banche Centrali), sarà sempre troppo tardi."

Però lasciarla in mano allo Stato va bene, lì vige l'imparzialità e la disciplina: visto che il "mercato ha fallito" propongo l'evoluzione della cartaccia tanto amata da Gesell, quella che non solo si squaglia quando arriva in mano di privati, ma anche in mano di banchieri; così chiudiamo una volta per tutte questo capitolo. Meglio fare in modo che non si squagli in mano ad una cricca "istituzionalmente" costruita, giusto? Responsabile solo di quello che mangia a pranzo ed a cena. Perchè è il "mercato che ha fallito" e quindi è giusto consegnare le redini ad una associazione (annotazione: a delinquere) che non vi lucrerebbe mai e ci vuole tutti un bene dell'anima. Preghiamo ora. Quale sia il ruolo del "mercato" però quando il conto viene presentato al "pubblico" resterà sempre un mistero.

Ora vorrei fermarmi, ma ce ne sono troppi e lasciarli andare sarebbe un grave peccato. Troppi zombie, è ora di sfoltire i ranghi. Continuiamo con la sintesi dei pensieri precedenti: il catto-Keynesiano (grazie a Gatto Rognoso per la segnalazione). Serve commentare?

Le ondate continuano, questo invece è lo zombie che sta tentando di mangiare i cervelli italiani (grazie a Luca Fusari per la segnalazione):


"Secondo, dato che l’Italia resta un paese con un altissimo debito pubblico occorre spiegare come si intende ripagare tale debito. La prima questione è normalmente ignorata nel dibattito politico."[3]
Perchè questi pagliacci conoscono solo il mondo idialliaco Keynesiano in cui si spende a deficit per alimentare la domanda e poi in tempo di secca, quando la spinta finisce (per riequilibrare la situazione), accade questo:


"La seconda questione è invece normalmente affrontata in modo sostanzialmente simile nei due schieramenti: il debito si paga tassando in modo massiccio gli italiani e senza toccare la spesa pubblica."
Domande? Facciamo così, la prossima volta che sentite parlare in un'articolo d'economia di "spingere la domanda, sostenere la domanda, stimolare la domanda" siete legittimati a mandare affanculo il vostro interlocutore; il permesso ve lo do io. Ah si, questo è il cretino che ha iniziato a sparlare di "turbo-capitalismo". That's the future, baby!

Ma mentre i nostri supereroi elevano le loro anime, solo per schiantarsi successivamente a terra e fornire un'adeguato metro di giudizio sul debito soverchiante, l'oro se la dà a gambe ormai stanco marcio delle cagate Keynesiane e Geselliane che ogni maledetto giorno deve sorbirsi da 70 anni a questa parte. Vediamo l'articolo:

Perché i cinesi stanno acquistando così tanto oro? Nel 2010 è stata la domanda al di fuori della Cina uno dei fattori principali del sensazionale aumento del prezzo dell’oro. L’oro è salito circa del 26 per cento quest’anno e la maggior parte degli analisti prevede che aumenti ancora di più nel 2011. [...] Bene, sembrano esserci quattro teorie fondamentali sul perché la Cina stia comprando in questo momento così tanto oro.
#1 Un riparo dall’inflazione

Già stiamo iniziando a vedere un inizio di inflazione seria in Cina. In particolare, l’inflazione dei generi alimentari minaccia di sfuggire da ogni controllo. In una condizione inflazionistica, l’oro è sempre un buon investimento.

#2 Un’alternativa ai Buoni del Tesoro americani

Nel corso dell’ultimo decennio, la Cina ha investito molto, molto pesantemente in Buoni del Tesoro americani. Infatti, ad oggi il governo degli Stati Uniti deve alla Cina quasi mille miliardi di dollari. Tuttavia, nel corso degli ultimi uno o due anni la Cina ha drasticamente ridotto gli acquisti di Buoni del Tesoro americani e si sta dando da fare per trovare investimenti alternativi. L’oro è sempre stato un investimento molto sicuro e con l’attuale instabilità del sistema finanziario ha molto senso investire in oro.

#3 Una mancanza di fiducia nelle monete cartacee

Nel corso dell’ultimo decennio, la Cina ha accatastato giganteschi cumuli di riserve Forex ma ultimamente le monete cartacee come l’euro il dollaro americano stanno diventando sempre più instabili. La crisi del debito sovrano europeo minaccia di far crollare l’euro in qualunque momento. Il Quantitative Easing 2 e l’accordo sui tagli fiscali che Obama e i Repubblicani stanno cercando di far approvare al Congresso stanno facendo perdere molta fiducia nel dollaro americano al resto del mondo. In queste condizioni, è diventato molto meno invogliante detenere monete cartacee.

#4 La preparazione all’imminente crollo finanziario

Non ci vuole un genio per capire che stiamo vivendo nella più grande bolla del debito della storia del mondo e che, ad un certo punto, il sistema finanziario mondiale andrà in rovina. Quando questo accadrà, la situazione più sicura in cui trovarsi saranno i metalli preziosi e le altre materie prime. I cinesi sono molto presi a divorare oro, argento e numerose altre materie prime, e quindi che lo facciano di proposito o meno, si stanno sistemando per superare meglio di altre nazioni l’imminente tempesta finanziaria.

Ancora una volta, è sempre difficile dire con esattezza quello che sta facendo la Cina. Forse tra sei mesi o un anno, la Cina cambierà di nuovo rotta. Ma al momento la Cina sta divorando enormi quantità di oro e, se questo continuerà, si creerà un enorme squilibrio sui mercati finanziari globali.

In effetti, se tutti questi acquisti cinesi proseguiranno ancora per qualche tempo, potrebbero far saltare molti di coloro che detengono importanti posizioni corte in oro. Ma non è soltanto il governo cinese ad essere stato colpito dalla “febbre dell’oro” in questo momento.

I cittadini cinesi stanno acquistando oro ad un ritmo mai visto prima. [...]

E gli Stati Uniti?

Beh, la verità è che gli americani hanno subito un tale appiattimento culturale che solo circa il 70 per cento di loro riesce a trovare la Cina su una cartina geografica.[4]


Una vera gioia per il cuore e per l'anima, eh? Reliquia barbara un paio di ciufoli. Quelli che dovrebbe suonare l'amico Krugman con accanto gli altri compagni di idiozie che gli tengono il tempo e la scimmia; vorrei vederli arabbattarsi per qualche moneta semmai tornasse il gold-standard. E per il gran finale (rullo di tamburi): "Il Prezzo dell'Oro Potrebbe Andare a 2000$, dice Rogers".

Ed ora potete dare inizio alle feste.

Zombie> Ceeerrrveeeelllooooo....!


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Note

[1] Fonte: LINK

[2] Fonte:
LINK

[3] Fonte:
LINK

[4] Fonte:
LINK

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