martedì 31 ottobre 2017

Cercate la libertà? Il buddhismo Shambhala è uno stato della mente liberatorio





di Joe Jarvis


I buddhisti hanno avuto a che fare con la liberazione per 2,500 anni.

Buddha è passato dall'essere un principe ad un monaco e alla fine ha imboccato il sentiero di mezzo. Non avrebbe vissuto in regalità e non avrebbe pregato in silenzio. Invece viaggiò ed insegnò; raggiunse l'illuminazione e diffuse la sua filosofia, aiutando gli individui a percorrere il sentiero della liberazione.

Gli insegnamenti sono secolari. Anche se il buddhismo è considerato una religione, è più legato ad un modo di vivere. Offre uno, molti, percorsi per la liberazione individuale.

Nel ramo Shambhala del buddhismo, il percorso personale è particolarmente importante. In passato pensavo che potessi prescrivere alle persone la via giusta da seguire. Quello che non capivo è che tutto quello che posso fare è prescrivere la strada giusta per me stesso.

Chögyam Trungpa ne descrive la filosofia alla base nel suo libro Shambhala: The Sacred Path of the Warrior. Discute il divario tra le grandi idee su come la società dovrebbe funzionare rispetto alla capacità dell'individuo di gestire la propria vita secondo gli stessi principi.

Non si può aiutare la società basandosi sulla propria visione riguardo la nazione o il mondo. Ci sono molte idee su come organizzare una società in modo da soddisfare le esigenze delle persone. C'è naturalmente l'idea popolare del dominio democratico, il governo del popolo. Un altro approccio è il governo di un'élite che produrrà una società progressista. Una terza idea è quella di adottare un approccio scientifico, in cui le risorse naturali sono equamente distribuite creando un'ecologia completamente equilibrata. Queste ed altre idee possono avere un qualche valore, ma devono essere integrate con l'esperienza individuale dell'essere umano nella vita giornaliera. Altrimenti si avrà un enorme divario tra la propria visione della società e la realtà dell'esistenza quotidiana.

Cercare di votare per la libertà, o di legiferare per ottenerla, è un approccio destinato a fallire in base alla natura stessa della libertà individuale. Se si vuole la massima libertà nella scelta personale, allora come individui dovete scegliere di essere liberi.

La libertà è la radice della nostra essenza, è personale, e deve avvenire prima ad un livello individuale affinché possa fare la differenza su larga scala.

Non lo capivo quando un tempo facevo campagna per i candidati al Congresso. Pensavo che se avessimo avuto le persone giuste al potere, allora avremmo potuto attuare una soluzione top-down per liberare la società. Ma anche se un politico potesse consegnare questo tipo di liberazione individuale, perché dovrebbe? Gli farebbe perdere il posto di lavoro. Lo renderebbe inutile.

I politici oggi prosperano vendendo la paura. Questo è l'unico modo per poter rimanere al potere. Agiscono come salvatori del mondo. Cioè, un mondo basato sulla morte. È un mondo basato sulla scarsità, sull'aggressività, sulla codardia e sulla paura.

La definizione fondamentale del drala è "energia oltre l'aggressione". L'unico modo per entrare in contatto con questa energia è quello di sperimentare un candido stato dell'essere. Quindi la scoperta del drala non è una coincidenza. Per connettersi alla magia fondamentale della realtà, in voi dovete già avere gentilezza e apertura. Altrimenti non c'è modo di riconoscere l'energia della non aggressione. L'energia del drala, nel mondo. Quindi la formazione individuale e la disciplina del guerriero Shambhala sono la base necessaria per sperimentare il drala.

Il mondo, basato sul timore di sé stessi e la paura della morte, non ha alcun legame con il principio del drala. La vigliaccheria e l'aggressione scacciano tutte le possibilità magiche, le possibilità di sperimentare le qualità genuine e brillanti della realtà.

Guerre per il petrolio, combattimenti oltre i confini, conflitti sulla moneta. Questi sono elementi di un mondo proiettato lungo il viale del tramonto. È una filosofia edonistica di avidità e piacere. Prendere tutto quello che si può prima che il sole scenda, senza preoccupazione per chiunque venga lasciato indietro.

Ma non dovete farne parte.

Al contrario, la vostra energia può essere costruttiva piuttosto che distruttiva. Sforzarsi nella politica è aggressività, nel senso che i politici avranno il potere della coercizione. Sforzarsi nella creazione, nella costruzione, significa trasferire la vostra energia oltre l'aggressione.

Questo non significa sacrificarsi per un bene superiore. Non significa nemmeno trovarsi peggio. La vostra vita e quella di chi vi circonda sarà migliore se non si partecipa alle manipolazioni delle élite.

Divergendo filosoficamente dai loro giochi di potere, possiamo iniziare ad attuare strategie individuali per raggiungere la libertà e la prosperità.

Questo non significa vivere in un mondo di fantasia.

Non si può semplicemente smettere di pagare le tasse all'improvviso con conseguenze violente, ma è possibile strutturare le vostre imposte per pagarne il meno possibile. Ciò significa conservare più ricchezza e il governo centrale vedrebbe diminuire la sua capacità di spesa in aggressione.

Non si può arrivare facilmente ad avere nessun governo, ma è già possibile scegliere tra dozzine di Paesi che più si allineano ai vostri valori. Presto ci saranno ancora più opzioni. Individui che migrano significa diventare più liberi a livello individuale. Ciò accelera anche la necessità che gli stati adottino livelli fiscali più competitivi ed applichino meno normative per attirare residenti.

Quindi, quando usate la filosofia Shambhala, vi concentrate sull'essere una persona migliore. Vi concentrate su coloro che vi circondano, su una scala più piccola di un Paese da 300 milioni di persone. Fate quello che potete per arricchirvi e vivere coi vostri cari.

E facendo questo, non solo ne beneficerete personalmente, attuerete le modifiche sociali necessarie per un mondo migliore, ma a livello individuale. E questo è l'unico livello che potete e dovete controllare.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


lunedì 30 ottobre 2017

Quattro catalizzatori per il prezzo dell'oro





di James Rickards


La Federal Reserve vorrebbe continuare a “normalizzare” i tassi d'interesse, ma i dati economici più recenti non giustificano questa azione.

Il 29 settembre sono state rilasciate le cifre annuali dell'inflazione di base della SCP e i dati rispecchiavano esattamente le mie aspettative. L'inflazione annuale ad agosto era solo dell'1.3%, un calo dello 0.6% rispetto alle letture di gennaio a 1.9%; otto mesi consecutivi di letture piatte o basse.

Inutile dire che la FED è lontana anni luce dal suo obiettivo del 2.0%. I prezzi si stanno muovendo nella posizione contraria.

In secondo luogo, un sondaggio della Reuters si aspettava che a settembre l'economia vedesse una salita di 90,000 dei posti di lavoro.

Quale è stata la cifra mostrata dalla relazione sull'occupazione?

Neanche zero, ma meno di zero. L'economia ha perso 33,000 posti di lavoro il mese scorso; la prima volta in sette anni in cui l'economia statunitense ha perso posti di lavoro.

Ciò potrebbe essere stato causato in parte dagli uragani in Texas e Florida, ma arrivando insieme alle debolezze dell'inflazione dei prezzi, darà sicuramente alla FED la ragione per "mettere in pausa" il rialzo dei tassi a dicembre.

Ciononostante i mercati stanno segnalando il 90% di possibilità che ci sarà un rialzo dei tassi a dicembre, in base al CME Fed Funds futures. Tale tasso scenderà significativamente il 13 dicembre quando il FOMC si riunirà di nuovo. (C'è un'altra riunione il primo novembre, ma nessuno si aspetta cambiamenti per allora).

Una volta che il mercato comprenderà lo stato reale delle cose, probabilmente a fine novembre o all'inizio di dicembre, l'attuale tendenza s'invertirà rapidamente. Vedrete il dollaro scendere ed i prezzi dell'oro, delle obbligazioni e dell'euro salire.

Su questo punto uno dei più grandi e più conservativi wealth manager del mondo, Pictet Group, con sede a Ginevra, Svizzera, ci offre un punto di vista molto costruttivo sull'oro.

Lo stratega di Pictet, Luc Luyet, dice che la FED starà calma per il resto del 2017 e la maggior parte del 2018 a causa della disinflazione e del fallimento del presidente Trump di portare sulle scene americane la fantomatica ripresa. Concordo.

Con la FED in modalità espansionistica, il dollaro s'indebolirà e il prezzo in dollari dell'oro si rafforzerà. Questo è un punto fondamentale a favore dell'oro che non prende in considerazione altri vettori positivi come gli shock geopolitici provenienti dalla Corea del Nord o gli assalti al dollaro da parte di Russia e Cina.

Quando un'istituzione conservativa come Pictet Group ha parole gentili per l'oro, il resto del mondo istituzionale non sarà da meno.

Di conseguenza le prossime settimane saranno un eccellente punto d'entrata per quanto riguarda l'oro e le azioni minerarie. Avete la possibilità di trarre vantaggio dal prossimo rally posizionandovi in anticipo.

Un altro fattore positivo per l'oro è il continuo stallo nucleare con la Corea del Nord, come ho detto poco sopra.

Non c'è dubbio che la Corea del Nord e gli Stati Uniti siano ai ferri corti e rischiano di entrare in guerra a meno che la Corea del Nord non ceda, cosa improbabile, o gli Stati Uniti accettino che la Corea del Nord possegga armi nucleari, ipotesi anche questa improbabile.

Arrivati a questo punto è tardi per negoziati o la diplomazia.

Gli Stati Uniti hanno solo due possibilità adesso: non fare niente e convivere col ricatto nucleare della Corea del Nord; oppure attaccare, probabilmente nei prossimi sei mesi, e distruggere il regime di Kim ed i suoi programmi militari.

Trump sicuramente sceglierà la seconda opzione.

In un tale scenario non bisogna nemmeno chiedersi cosa accadrebbe ai prezzi dell'oro: schizzerebbero alle stelle e poi ancora più in alto man mano che emergono le ripercussioni.

Questa è solo l'ennesima ragione per acquisire oro fisico ed azioni minerarie se ancora non l'avete fatto.

Un'altra notizia importante riguarda la Cina, la quale ha aggiornato le sue stime riguardo le sue riserve d'oro a 12,100 tonnellate. Questa affermazione ha generato molta confusione tra coloro che seguono la Cina, la Russia, l'oro e il dollaro statunitense.

Alcuni lettori hanno inteso la parola “riserve” in riferimento alle riserve auree ufficiali della Cina detenute dalla People’s Bank of China e dalla sua entità gemella off-budget, laState Administration of Foreign Exchange (SAFE). Non è del tutto corretto intenderla così.

Le riserve auree ufficiali della Cina ammontano a circa 1,800 tonnellate, ma potrebbero anche totalizzare le 5,000 tonnellate se ci aggiungiamo anche l'oro off-budget. Alcuni pensano che tale cifra sia addirittura superiore.

Ma la relazione fa riferimento a “riserve certe”, concetto geologico familiare alla comunità mineraria. Si tratta di una stima di quanto oro ci sia sottoterra in Cina e quanto potrebbe essere estratto ai prezzi attuali con la tecnologia presente.

12,000 tonnellate è un sacco d'oro, ma ci vorranno 10 anni o più e miliardi di dollari per estrarle e raffinarle. Anche a 1,000 tonnellate l'anno (il doppio dell'attuale tasso di produzione della Cina), l'offerta d'oro aumenterà solo di circa lo 0.5% l'anno. Ciò potrebbe accadere in concomitanza con una diminuzione della produzione d'oro dalle fonti tradizionali, come il Sud Africa.

Quindi l'incremento della produzione d'oro cinese potrebbe sostituire quella sudafricana in diminuzione, ma questo non significa un importante aumento nella produzione globale.

Ciononostante la tempistica è interessante, perché la notizia arriva due settimane dopo che la Cina ha lanciato il suo attacco al petrodollaro con la possibilità di scambiare petrolio per yuan, (e quest'ultimo coperto dall'oro disponibile dallo Shanghai Gold Exchange).

Affinché questo tipo di scambio sia credibile, la Cina deve dimostrare che può consegnare oro fisico senza toccare le riserve ufficiali. La relazione sopraccitata rende chiaro che la Cina avrà a disposizione grandi quantità di oro negli anni a venire. Questo fatto va ad aggiungere credibilità al suo piano di prezzare il petrolio in yuan convertibile in oro.

Se la Cina si basasse esclusivamente sulle sue importazioni di oro, finirebbe per essere soffocata dalle sanzioni imposte dagli Stati Uniti ed i suoi alleati (Canada e Australia) nei confronti della Cina. Invece sembra proprio pronta per perseguire la propria strada. L'ennesimo chiodo nella bara del in petrodollaro.

Inoltre è un fattore estremamente rialzista per l'oro. Qualsiasi sforzo per monetizzare l'oro implica prezzi più alti per evitare la deflazione dati gli attuali rapporti oro/denaro fiat.

Questa è solo un'altra ragione per acquistare oro prima che i buoi scappino dalla stalla.

Infine dobbiamo considerare la difficoltà che ha l'offerta d'oro fisico a tenere il passo con una domanda crescente. L'offerta d'oro globale aumenta solo di circa l'1.6% l'anno, mentre l'offerta fluttuante d'oro ha viaggiato da Zurigo a Shanghai finendo in caveau privati.

I raffinatori non riescono a trovare abbastanza “rottami” d'oro (gioielli scartati) da produrre oro raffinato e soddisfare la domanda. Se quest'ultima inizia a galoppare da adesso in poi, e ci sono molte ragioni per crederlo che lo farà, ci potrà essere solo una soluzione alla carenza d'oro: prezzi più alti.

Questi quattro catalizzatori finiranno per far salire i prezzi dell'oro. Il tempo per acquistare metallo giallo è ora, prima che inizi la sua scalata.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 27 ottobre 2017

La Federal Reserve è pronta a restringere il proprio bilancio... ma anche no





di Francesco Simoncelli


Non fatevi raggirare. Negli Stati Uniti esiste un detto che vale molto più di una spiegazione dettagliata dell'attuale stato delle cose: Put your money where yuor mouth is. Ovvero, fai seguire i fatti alle parole. Nel caso nostro è decisamente più calzante la versione americana, perché, oltre a parlare di economia, parleremo anche della FED. In particolar modo, della "grande notizia" emersa durante l'ultima riunione della Federal Resereve: dopo dieci anni di crescita smisurata e successiva stasi, la Yellen ha dichiarato maturi i tempi per una diminuzione del bilancio della banca centrale americana. In realtà tutto il sensazionalismo che la notizia poteva portare con sé era già scemato durante l'estate, visto che già a giugno bisognava partire con la Grande Inversione. Ma, ahimè, la bella stagione porta con sé rilassatezza e quindi è più facile dimenticare ciò che si sente oppure rimandare nel tempo ciò che si poteva fare "oggi". Quindi, quattro mesi, dopo eccoci di nuovo con la bocca aperta a considerare un possibile dumping dei titoli posseduti dalla FED. Ma è davvero così?

Secondo la versione della Yellen il programma è quello di far arrivare determinati titoli, quali le obbligazioni sovrane ed i MBS, a maturazione e poi non sostituirli più con nuovi acquisti. Entro il 2020, quindi, pianifica di abbassare il valore del suo stato patrimoniale da $4,500 miliardi a $3,000 miliardi. Se qualcuno lo stesse pensando, sì, staremmo ancora parlando di un bilancio tre volte superiore a quello del 2007, prima che iniziasse la Grande Recessione.La Federal Rrserve, infatti, non ha fatto altro che impedire alle banche commerciali di svuotare i loro bilanci per entrare in possesso di liquidità e di conseguenza accentuare la domanda di denaro. Non solo, ma il dumping dei titoli in loro possesso avrebbe mandato a gambe all'aria coloro che li avevano emessi.

Cari pensionati, qui si sta parlando anche di voi, perché alla base dei fondi pensioni che erogano mensilmente gli assegni che intascherete, c'è una pila di bond statali che non valgono niente. Il loro valore è tenuto artificialmente in alto grazie alla domanda fasulla generata dalle banche centrali attraverso metodi d'intervento non convenzionali. Perché posso usare l'avverbio "artificialmente"? Perché il tasso d'interesse interbancario è rimasto nel seminterrato della storia economica dall'inizio della Grande Recessione ad oggi. Nessuna banca si fidava dell'altra.

Quindi la liquidità iniettata nel sistema finanziario non ha invaso l'economia più ampia, perché le banche commerciali l'hanno accuratamente mantenuta nel reserve facility della FED dove c'avrebbero addirittura guadagnato un interesse (IOER). La cosa buffa di tutta questa storia è che l'intervento della FED, e successivamente quello analogo della BCE in Europa, ha rastrellato tutti quegli asset considerati "sicuri", mentre ha lasciato il pattume azionario/obbligazionario a tutti coloro che volevano "investire" nei mercati. Il rischio è stato bandito dai mercati e allora gozzovigliare con asset ad alto rendimento è diventata la norma per gli istituti finanziari, affinché a fine anno potessero staccare un rendimento positivo dai loro investimenti.

Dopo aver riconosciuto d'aver sconquassato il mercato secondario, la FED ha "prestato" parte del suo bilancio agli istituti finanziari che ne avevano bisogno attraverso i reverse repo.




Non è un caso se le riserve in eccesso siano scese fino a dicembre scorso e poi siano risalite lungo tutto quest'anno, in concomitanza con la discesa dei reverse repo a gennaio fino ad oggi. Da qui capite, ovviamente, come le banche centrali in generale, quando hanno fatto ricorso al QE, si sono date la zappa sui piedi: non possono prosciugare le riserve in eccesso senza causare una crisi di liquidità; non possono diminuire il loro bilancio senza mandare in bancarotta quelle istituzioni che hanno emesso i titoli precedentemente acquistati. L'attuale strategia, quindi, è quella di consentire agli istituti finanziari di porre come collaterale i titoli "sicuri" e tirare su quanti più prestiti possibile, in modo da prosciugare lentamente le riserve in eccesso e alleggerire lentamente una breve porzione del bilancio (non tutto ovviamente). Problema: i tassi non stanno salendo perché lo dice la FED. Ecco perché la retorica della ripresa economica a tutti i costi è preponderante. È una questione di percezione. È una questione di credibilità. Anche perché, quando arriverà la prossima recessione cosa comprerà la FED per abbassare di nuovo i tassi d'interesse?

Non solo, ma quando arriverà la prossima crisi avremmo un ambiente economico che non ha affatto passato attraverso un processo purgativo degli errori precedenti, accumulandone di nuovi. Infatti il debito totale di settore privato e pubblico negli Stati Uniti è arrivato oggi alla cifra sbalorditiva di $50,000 miliardi, non retrocedendo di un millimetro dal precedente picco e, quindi, aumentandolo. Lasciare che i tassi d'interesse aumentino e snellire il bilancio prevede un'economia in ripresa, con una domanda di credito superiore a quella odierna: se ci pensate è un cortocircuito mentale il seguente, perché significherebbe indebitarsi a tassi d'interesse sempre maggiori, mentre invece il clima finanziario adatto sarebbe quello con tassi bassi.

E come ben sappiamo, il rialzo dei tassi d'interesse è praticamente sempre coinciso con l'introduzione ad una recessione, poiché i progetti improduttivi si svelano come tali dopo il ritorno alla normalità e ad un ambiente economico meno manipolato dall'interventismo centrale. Si tratta quindi della fase di crisi del ciclo economico, dove gli orrori della riserva frazionaria emergono più prorompenti. Per capire meglio, vediamo di analizzare in breve cosa successe durante l'ultima espansione del credito durante la bolla immobiliare USA. Le banche commerciali, in presenza di una attività commerciale in fermento, cercano di trarvi beneficio espandendo il credito attraverso nuovi prestiti. Il guadagno è sui volumi, quindi non c'è bisogno di aumentare i tassi sui depositi perché i prestiti stessi creano i depositi. Gli unici costi sarebbero quelli di gestione, mentre traggono profitto dal business che ha sempre contraddistinto il loro successo: prestare a lungo e prendere in prestito a breve. Quest'ultimo aspetto viene soddisfatto nel mercato interbancario.

Poi, quando i nodi iniziavano ad arrivare al pettine, le banche commerciali ricorrevano all'ingegneria finanziaria attraverso l'emissione di titoli collateralizzati così da impacchettare i prestiti non performanti e venderli ad altri sotto forma di asset tossici. I MBS acquistati dalla FED nei vari giri di QE sono un esempio calzante, ma in tale categoria possiamo infilarci anche i CLO, i CDO, ecc. Questi strumenti finanziari venivano emessi off-budget, mentre adesso la situazione è leggermente cambiata perché le banche commerciali sono strabordanti liquidità grazie alle riserve in eccesso. Il fatto, quindi, che tali riserve possano essere usate per piramidare i nuovi prestiti risulterà un ostacolo al piano della FED di normalizzare le condizioni economiche dell'economia statunitense.

Infatti se la domanda di credito/denaro inizierà a sfuggire di mano, non basterà un mero aumento di un quarto di punto percentuale del tasso d'interesse di riferimento per raffreddarla, bensì servirà un rapido e consistente aumento per tentare di riportare le cose sotto controllo. Una crisi è praticamente sicura. Finora la FED ha fatto credere d'aver bandito il ciclo economico, ma non è così dato che il ritorno alla normalità, in base ai famosi dati in entrata, dovrebbe essere più spedito invece del cammino lento intrapreso finora. Quindi quello della FED è un pio desiderio, cercando di indirizzare a parole il corso del mercato come ha fatto con la "forward guidance".

Fino a questo momento la FED non ha fatto altro che guadagnare tempo mettendo in campo fattori di "controllo" temporanei, come l'utilizzo dei reverse repo, e per niente indirizzati a svolgere il compito professato. È possibile che riesca a portare a maturazione una piccola porzione del suo bilancio, ma la vendita tout court verrà rimandata nel tempo ad ogni meeting. Essendo diventata il market maker sui mercati, ed aver praticamente nazionalizzato l'economia, l'ha messa in una posizione decisamente delicata: controllare troppe cose tutte in una volta. Quando la pianificazione centrale inizia a voler indirizzare il corso dell'economia in questo modo, deve sempre invadere porzioni crescenti dell'economia stessa pena la perdita del controllo. In sintesi la tesi di Mises esposta in Planned Chaos, libro che racchiude l'ascesa e il declino dell'attuale economia "mista".

Non possiamo sapere per quanto tempo e quanto a lungo la FED lascerà che i tassi salgano prima che arrivi una crisi finanziaria, oppure se questa fase del ciclo economico verrà interrotta "inaspettatamente" da una crisi geopolitica e successivamente economica; ciò che possiamo dire con certezza è che quando arriverà, il bilancio della FED sarà ancora ingolfato con asset senza una domanda genuina di mercato.


giovedì 26 ottobre 2017

Quanto ci costano le banche centrali?





di Karl-Friedrich Israel


Un argomento classico a favore del denaro fiat controllato dalla banca centrale è il seguente: una merce come l'oro è molto costosa da produrre. Tutte le risorse, il capitale e il lavoro dedicati all'oro per scopi monetari potrebbero essere impiegati altrove, a beneficio della società, se solo avessimo un fiat standard.

Le cose non stanno affatto così. Non avremmo smesso di produrre Champagne solo perché l'acqua frizzante è più economica. Tuttavia, vi è un'innegabile verità alla base. A prima vista sembra che possiamo risparmiare un sacco di risorse con un fiat standard. Davvero?



Contabilità aziendale per le banche centrali

L'euro fornisce un caso di studio appropriato per rispondere a questa domanda. Quanto ci costa produrre l'euro e condurre una politica monetaria illuminata? La Banca Centrale Europea (BCE) è stata fondata nel giugno 1998. Alla fine del 1999 ha impiegato 732 persone a tempo pieno, di cui 55 posizioni manageriali. Alla fine del 2003 questi numeri erano aumentati rispettivamente a 1,213 e 84. Tutti questi dipendenti sono stati assunti con contratti indeterminati. Questa politica è cambiata nel 2004. Alla fine del 2016 la BCE impiegava 3,171 persone a tempo pieno e il costo totale annuo del personale ammontava a circa €467 milioni. I costi del personale sono cresciuti ad un tasso medio annuo del 12.7%. Ma non è finita qui.

I costi amministrativi sono passati da €61 milioni nel 1999 a €414 milioni nel 2016, per un tasso medio annuo del 12%. Un'ulteriore spesa sono i costi per i servizi di produzione di monete e banconote, i quali sono stati aggiunti ai conti annuali nel 2002, anno in cui l'euro è stato introdotto in contanti. Ammontavano a €118 milioni. Successivamente è sceso ed è rimasto sempre al di sotto dei €9 milioni l'anno.

L'ammortamento degli asset a reddito fisso è la quarta voce di spesa contenuta nel conto profitti/perdite della BCE. Nel 2015 è aumentato da €15 a €64 milioni, dal momento che la BCE è entrata nella nuova sede di Francoforte, in Germania. Il nuovo edificio è di proprietà della BCE ed i costi di costruzione ammontano a più di €1.3 miliardi.

È interessante notare che la BCE ha continuato ad affittare gli uffici nel precedente domicilio, l'Eurotower nel centro di Francoforte, che oggi funge da sede del Meccanismo di Vigilanza Unico istituito nel 2014.

Le spese operative totali annuali della BCE sono passate da €132 milioni nel 1999 a €954 milioni nel 2016.




È tutto? Non proprio. Il sistema euro non è interamente gestito dalla BCE. Ogni stato membro ha una propria banca centrale nazionale (BCN). I tre grandi giocatori sono la Banque de France, la Bundesbank tedesca e la Banca d'Italia. Ognuna di queste BCN ha spese operative sostanzialmente maggiori rispetto alla BCE. Ancora più importante, le loro spese non si sono ridotte, nonostante la BCE abbia assunto alcuni dei compiti di politica monetaria per l'unione.

I costi totali della BCN italiana sono in realtà diminuiti tra il 1999 e il 2016. Ciò, comunque, è dovuto innanzitutto a qualche dubbia voce di spesa che troviamo nei suoi conti annuali sotto la voce "altri costi". Tale voce è diminuita da $1,300 milioni a meno di €50 milioni. Dall'altra parte i costi amministrativi e del personale sono aumentati costantemente, per un totale di oltre €620 milioni.

I costi totali della Bundesbank sono rimasti uguali. La Banque de France ha aumentato le spese operative annuali di oltre €450 milioni a partire dalla fondazione della BCE. Quando sommiamo i costi totali di tutte e quattro le istituzioni, osserviamo una chiara tendenza al rialzo con un valore sconnesso nell'anno in cui l'euro è stato introdotto come valuta fisica.




Nel 2016 le spese operative totali della BCE e delle tre BCN di Francia, Germania e Italia ammontavano a quasi €7 miliardi.

Nell'area dell'euro esistono ancora altre 16 BCN. Gli altri stati membri sono Spagna, Portogallo, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Irlanda, Grecia, Austria, Finlandia, Slovenia, Slovacchia, Malta, Cipro, Estonia, Lettonia e Lituania. Ciò ci dà un totale di 20 istituzioni bancarie centrali, tra cui la BCE, che operano all'interno dell'unione monetaria. Nel 2016 le loro spese operative annuali sono state più di €10.6 miliardi.



Mettere i costi in prospettiva

€10.6 miliardi sono tanti, o no? Liberi di giudicarlo i lettori. Ma sembra che non stiamo risparmiando quanto teoricamente prospettato. Facciamo un calcolo a spanne per mettere in prospettiva il risultato.

La prima cosa da notare è che la produzione mondiale dell'oro ha continuato ad aumentare anche dopo la transizione verso un fiat standard. Inoltre le banche centrali sono la fonte di una gran parte della domanda d'oro. Le tre maggiori società di estrazione d'oro, Barrick Gold in Canada, Newmont Mining negli Stati Uniti e AngloGold Ashanti in Sud Africa, hanno coperto più del 14% della produzione mondiale d'oro nel 2016; più del PIL dell'area Euro (circa 11.8% rispetto a quello mondiale). Questi tre giganti hanno prodotto 14.05 milioni di once ad un costo medio di circa $860, cioè, circa €730 l'oncia. Mettendo insieme i numeri, otteniamo costi annuali di quasi €10,3 miliardi, inferiori alle spese operative calcolate per il sistema bancario centrale dell'area Euro.

È ovvio che i costi ed i benefici dei sistemi bancari centrali in un fiat standard debbano "trascurare" la fredda contabilità aziendale. Cosa farebbero tutti gli economisti al soldo delle banche centrali se queste ultime venissero abolite? Dovrebbero adattarsi ad un mercato del lavoro libero.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


mercoledì 25 ottobre 2017

La Catalogna mostra il pericolo di cittadini disarmati





di Laura Williams


Sin dal tragico omicidio di 59 persone a Las Vegas, ho sentito americani ben intenzionati da tutti gli angoli politici affermare perentoriamente:

Non possiamo proibire le armi?

Ormai tutti possiamo comprare un lanciagranate.

Cose come questa accaderebbero meno spesso.

Non abbiamo abbastanza agenti di polizia.

Mentre le vittime erano ancora in ospedale, alcune persone, intervistate alla TV o sfogandosi sui social media, hanno criticato il secondo emendamento della Costituzione definendolo "obsoleto" e "pericoloso". Hanno vissuto così a lungo in una società sicura e stabile tanto da credere che cittadini armati costituiscano una minaccia per la vita e la libertà di tutti.

Coloro che pretendono di non vedere nessuna necessità o vantaggio nella proprietà individuale delle armi, devono semplicemente guardare alle colline della Catalogna dove è attualmente in atto un esperimento sociale.



Patrioti disarmati

Poche ore prima che un presunto pistolero solitario aprisse il fuoco dal casinò di Mandalay Bay, i cittadini di una piccola regione che circonda Barcellona, ​​Spagna, hanno votato per la loro indipendenza regionale. I cittadini della Catalogna hanno una lingua, una cultura e una storia uniche, e considerano la Spagna un potere limitrofo, non il loro legittimo governante. Così come fece eroicamente il Congresso Continentale dell'America (e come i Texani ed i Californiani hanno occasionalmente minacciato di fare), la Catalogna ha voluto dichiarare l'indipendenza e separarsi.

Le urne in Catalogna sono state attaccate da agenti pesantemente armati dello stato centrale, con armamenti anti-sommossa e fucili con mirino. La polizia nazionale spagnola ha sparato proiettili di gomma e ha lanciato gas lacrimogeno sugli elettori, ha assaltato i luoghi in cui si votava, ha interrotto il voto ed ha distrutto abbastanza urne da mettere in serio dubbio i risultati.

Soprattutto, pochi di questi aspiranti patrioti erano armati.

In Spagna la proprietà delle armi da fuoco non è un diritto individuale protetto. Le licenze civili sulle armi da fuoco sono limitate a "casi di estrema necessità", ma solo se il governo la ritiene "una ragione valida". I controlli di base, gli esami medici e le restrizioni sulle licenze limitano ulteriormente l'accesso. Le licenze sono concesse individualmente in base al calibro e al modello, e le armi automatiche sono strettamente proibite ai civili. La polizia può richiedere ad un cittadino di presentare un'arma da fuoco in qualsiasi momento per l'ispezione o la confisca. La Spagna ha emanato il tipo di "restrizione basata sul senso comune" che desiderano i sostenitori americani del controllo delle armi.

Ma, naturalmente, ciò non significa che i cittadini spagnoli non acquistino armi. Infatti i contribuenti spagnoli sostengono un enorme arsenale di armi, tutte nelle mani delle "forze di polizia armate dall'amministrazione statale, responsabili della sicurezza della popolazione".

Tali agenti dello stato non stavano garantendo "la sicurezza della popolazione" in Catalogna; stavano puntando le armi contro patrioti che avevano sfidato il dominio dei loro oppressori.

"Se qualcuno cerca di dichiarare l'indipendenza di una parte del territorio, cosa che non può essere fatta, dobbiamo fare tutto il possibile per applicare la legge", ha detto il ministro della giustizia spagnolo in un discorso pubblico. Mentre molte urne sono state chiuse o bloccate, 2.3 milioni di elettori (90% a favore dell'indipendenza) sono stati autorizzati a votare, ha continuato, "perché le forze di sicurezza hanno deciso che non valeva la pena utilizzare la forza a causa delle conseguenze che avrebbe potuto avere“.

Le conseguenze di un governo che utilizza la forza per controllare coloro che ha giurato di proteggere devono essere gravi. Quando invece i cittadini sono armati, le conseguenze per la tirannia aumentano.



Tiranni armati

Gli americani col tempo hanno dato troppa fiducia allo stato, pronti ad affermare che i burocrati hanno a cuore solo il nostro migliore interesse. Anche con un bambinone nell'ufficio ovale, molti sono desiderosi di cedere la propria libertà individuale a coloro che promettono di gestire la loro vita. Gli Stati Uniti sono stati progettati per essere il governo più piccolo della storia del mondo, senza un esercito permanente e scarsa intromissione nelle attività private dei suoi cittadini. Invece abbiamo il governo più potente e intrusivo nella storia umana, con 800 basi militari permanenti in 70 Paesi, una potenza di fuoco insondabile e soverchianti capacità di sorveglianza. Gli abusi del potere non controllati sono la routine e, peggio, tollerati.

67 agenzie federali, tra cui l'IRS e la FDA, dispongono di armi militari, secondo il rapporto di monitoraggio OpenTheBooks, The Militarization of America. Tra i programmi più invadenti, tra cui il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale e l'Autorità per la Sicurezza dei Trasporti, non c'è divulgazione del loro bilancio delle armi.

Il numero di funzionari governativi armati con autorità di arresto è raddoppiato dal 1996. Ora gli Stati Uniti hanno più ufficiali federali "civili" armati (200,000+) rispetto al numero dei marine (182,000). L'IRS spende milioni di dollari dei contribuenti ogni anno per fucili a pompa, fucili AR-15, armamenti anti-sommossa e per addestrare migliaia di "agenti speciali" che alla fine prenderanno di mira i cittadini americani.

Anche i poliziotti locali, gli sceriffi e i soldati sono stati armati per combattere contro i cittadini americani. Le armi da battaglia sono state date alla polizia statale e locale, presumibilmente per combattere il traffico di droga e le minacce terroristiche nei festival locali. I raid militari della SWAT vengono utilizzati per i possessori di droga di basso livello, non per situazioni con ostaggi. Parenti e vicini di presunti criminali hanno visto puntare armi statali alla testa dei loro bambini. Le violazioni dei diritti civili, incluse le ricerche illegali e il sequestro di denaro e di proprietà senza prove di alcun reato, sono ormai fin troppo comuni.

Le forze dell'ordine richiedono attrezzature militari direttamente dal Pentagono: carri armati, mitragliatrici, lanciagranate, gas lacrimogeni, camuffamenti, scudi e maschere antigas. L'equipaggiamento militare viene spesso acquistato con i fondi illeciti recuperati dai criminali, in modo da evitare le lungaggini burocratiche degli stanziamenti.

L'elevata percentuale di forze di polizia corre il rischio di trattare gli americani medi come dei combattenti nemici.

Gli scontri tra i civili e gli agenti pesantemente armati dello stato a Ferguson, a Baltimora, in Oregon e durante altre proteste politiche in tutto il Paese, dovrebbero ricordarci che i sostenitori del controllo delle armi non ridurranno il numero di armi bensì le consegneranno nelle mani di federali o criminali.

La strage di Las Vegas è una tragedia terribilmente familiare. Ma non dite che "gli americani non dovrebbero essere autorizzati a comprare armi", quando ciò che intendete realmente dire è "i cittadini devono essere autorizzati ad acquistare armi da fuoco solo per i loro governanti".


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


martedì 24 ottobre 2017

L'Unione Europea è destinata a fallire





di Marian L. Tupy


Avete mai sentito parlare di Deutsch Jahrndorf? No? Non vi biasimo. Il piccolo villaggio austriaco, situato a quattro miglia dal Danubio, è assolutamente anonimo, ad eccezione del fatto che si trova al confine di tre Paesi. A est c'è la Slovacchia, a sud l'Ungheria. A poca distanza l'uno dall'altro, vivono tre popoli che parlano lingue completamente diverse. L'Austria appartiene al gruppo di lingua germanica occidentale, l'Ungheria alla finnougrica e la Slovacchia a quella slava occidentale.

Pensavo all'arazzo delle lingue europee, delle culture, dei costumi e delle nazionalità mentre guardavo il triste spettacolo tra la polizia spagnola ed i separatisti catalani che si affrontavano per le strade di Barcellona. Come può l'Unione Europea unire ciò che la storia ha diviso?



La follia dell'UE

L'Unione Europea, ha dichiarato di recente il presidente francese Emmanuel Macron, ha bisogno di più unità, tra cui la creazione di "un bilancio della zona Euro gestito da un parlamento dell'Eurozona e da un ministro delle finanze dell'Eurozona".

La necessità della centralizzazione del potere a Bruxelles è, a quanto pare, la lezione che l'establishment dell'UE ha appreso dal risultato del referendum britannico sulla Brexit. Nel frattempo, in Catalogna, milioni di persone hanno votato per l'indipendenza dalla Spagna. Tra le loro lamentele c'è soprattutto che il bilancio catalano è influenzato da Madrid.

Secondo i catalani l'indipendenza risolverà una grave ingiustizia causata dalla cattura francese di Barcellona nel 1714. Il conquistatore, il duca di Anjou, divenne il primo re Borbone di Spagna sotto il nome di Filippo V. Il suo discendente, Filippo VI, siede al trono oggi. In Europa le antiche linee di sangue durano anch'esse quanto gli antichi risentimenti.

Qui c'è il dilemma sull'unificazione europea. Da un lato, le persone in gran parte d'Europa desiderano maggiore autonomia. Madrid ha il brutto problema di doversi preoccupare anche del popolo basco oltre alla Catalogna. In Italia, la Padania e il Sud Tirol al nord non hanno molto in comune con il Mezzogiorno a sud. La Corsica non vuole essere francese e la Gran Bretagna ha recentemente rivisto un accordo territoriale che risale al 1707.

Dall'altra parte, ogni movimento separatista in Europa dichiara il suo sostegno al progetto di unificazione europea. Ma quanto è probabile che le persone infastidite da Madrid, Roma, Parigi e Londra saranno felici di far gestire i loro affari a Bruxelles? I catalani, infastiditi dal dover sovvenzionare gli agricoltori in Andalusia, non avrebbero alcun problema a sovvenzionare i contadini polacchi in Bassa Slesia?



Perché le cose stanno così male?

Parlando di Bruxelles, è sia la sede di un'Unione Europea sempre più disfunzionale sia la capitale delle Fiandre, che vuole separarsi dal Belgio. È complicato.

In futuro, quando l'Unione verrà riformata o scomparirà, gli storici discuteranno cosa è andato storto e quando. Il Trattato di Maastricht del 1992, il quale ha rinvigorito il movimento britannico euroscettico che alla fine ha partorito la Brexit, sarà additato come uno dei colpevoli. Ma credo che i problemi dell'integrazione europea siano di vecchia data. Forse perché è stato firmato solo da Margaret Thatcher, l'Atto Unico Europeo del 1986 non attira l'attenzione che merita. Eppure è stato l'AUE che ha eliminato il veto nazionale in una serie di settori politici cruciali e lo ha sostituito con il voto di maggioranza qualificata (VMQ). La Thatcher aderì a questo nuovo accordo poiché intendeva scongiurare le barriere commerciali intraeuropee e trasformare il "mercato comune" in un mercato unico libero. Purtroppo l'introduzione del VMQ significava anche che, occasionalmente, i singoli stati nazionali venivano scavalcati su questioni di cui si preoccupavano fortemente. Le accuse di "intromissione da parte di Bruxelles" sono aumentate.

A rendere le cose peggiori, l'AUE ha incrementato i poteri della Commissione. Ciò si è rivelata un'arma a doppio taglio. Da una parte, la Commissione ha smantellato le pratiche anticoncorrenziali degli stati-nazione. Dal'altra ha usato i suoi nuovi poteri per avviare un'eccessiva regolamentazione dell'attività economica. In altre parole, gli impulsi regolatori e protezionistici degli stati-nazione sono stati sostituiti da impulsi regolatori e protezionistici a livello paneuropeo e l'Europa è diventata meno competitiva rispetto al resto del mondo. I Trattati di Maastricht e Lisbona hanno spinto la centralizzazione del potere nelle mani di Bruxelles e trasformato la Comunità Economica Europea nell'UE con la propria bandiera, inno e valuta.

A tutto ciò il presidente Macron vuole ora aggiungere un'unione finanziaria dei trasferimenti che, secondo lui, è necessaria per far avere successo alla moneta unica. Su un continente abitato da una moltitudine di popoli diversi e senza identità condivisa, la proposta di Macron, se implementata, si trasformerà nello sfaldamento dell'UE.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


lunedì 23 ottobre 2017

Come trovare la felicità in un mondo non libero





di Jeffrey Tucker


"Di cosa ti lamenti sempre?", mi chiedono a volte le persone. "Sono libero quanto voglio essere."

Ecco il problema. Come possiamo veramente sapere cosa ci manca, se non l'abbiamo mai avuto prima? Meno liberi siamo, meno sappiamo cos'è la libertà e come modella chi siamo. Quanto più diventiamo dipendenti dallo stato, tanto meno crediamo nell'indipendenza. Ecco perché è importante trovare libri che ci portino fuori dal nostro presente e ci introducano a diversi modi di pensare.

Dobbiamo immaginare un ideale diverso.

Questo è il motivo per cui vado pazzo per un libro pubblicato proprio alla fine della Gilded Age e poco prima che venisse approvata l'imposta sui redditi ed istituita la FED, nonché combattuta la prima guerra mondiale. È l'ultimo sguardo alla mentalità di quella che dovrebbe essere chiamata la vera "generazione più grande".



Un giornalista dimenticato

L'autore di The Joys of Living è Orison Swett Marden (1850-1924). Qui potete scaricare la versione in epub del suo libro.

Mi sono imbattuto per la prima volta in questo libro quando ho scoperto gli imprenditori della Gilded Age. Scopriamo che fu un grande psicologo e sociologo in quella generazione che costruì l'età moderna in America. Era un medico, il proprietario di un hotel e un fantastico pensatore e scrittore. Era il direttore della rivista Success, una pubblicazione enormemente influente durante l'epoca in cui gli americani adoravano i loro inventori ed imprenditori.

È un mondo e un tempo che ammiro perché è stato costruito in base allo spirito capitalista della seconda metà del XIX secolo. Era il pinnacolo dell'età del laissez-faire. La schiavitù era scomparsa. Le donne avevano ottenuto diritti autentici. La mobilità sociale verso l'alto era un'aspettativa comune. L'aspettativa di vita si allungava. La mortalità infantile era scesa drasticamente.

In una generazione le persone creative e motivate avrebbero potuto passare da povere a ricche. I ricchi di ieri sarebbero diventati la classe media di oggi, il domani avrebbe fatto nascere nuovi ricchi e il processo sarebbe continuato senza fine.

C'erano nuovi prodotti, nuovi servizi e nuove forme di comunicazione e trasporto, e ciascuno sembrava puntare ad un futuro di pace e prosperità. Queste invenzioni vennero celebrate in grandi spettacoli pubblici chiamati Fiere del Mondo.

Era un momento in cui i redditi non erano tassati, motivo importante grazie al quale potevano essere accumulati grandi investimenti di capitale. La maggior parte delle scuole erano private. Non esistevano licenze professionali. Non c'erano passaporti. Non esisteva una sola agenzia burocratica a Washington. Non c'era stato sociale. Nessuno aveva ancora sperimentato una guerra mondiale.



Via libera al regno della mente

Orison Swett Marden fu l'intellettuale pubblico che diede un senso a tutto ciò. Era un giornalista serio, un grande pensatore e uno splendido scrittore. La sua prospettiva incarna l'ottimismo della Gilded Age. Studiò il fenomeno del progresso e cercò di discernerne le cause: i cuori e le menti degli uomini e delle donne che facevano la differenza. Dedicò la sua vita a raccontare l'esistenza di coloro le cui vite vennero cambiate dalla creatività e dalla generosità.

Il punto non era quello di celebrare il privilegio, ma di vedere le possibilità a disposizione di ogni persona. Marden era come molti dei ricchi della prima generazione di questo periodo. Aveva vissuto nella povertà. Affrontò difficoltà familiari. Lavorò duro per vedere i suoi sforzi ricompensati. C'era causa ed effetto che operavano nell'universo. Il lavoro duro, la dedizione, la determinazione e i sogni potevano cambiare il proprio mondo e addirittura tutto il mondo.

La più grande scoperta del tempo non era legata alla tecnologia, ma alla filosofia: la mente umana era la risorsa più produttiva del pianeta, più potente di tutte le risorse naturali o delle macchine create dall'uomo. Era la mente umana la vera fonte del progresso e della prosperità.

Le generazioni precedenti credevano di essere state intrappolate dal destino, dalla classe, dalla posizione sociale, o da forze più potenti di loro. Questa generazione vedeva la verità: nulla poteva contenere un'idea il cui tempo di sbocciare era arrivato, almeno fino a quando ci sarebbero stati grandi uomini e donne che credevano in essa e agivano per realizzarla. Ecco perché tanti uomini noti hanno citato Marden come loro ispirazione: Henry Ford, Thomas Edison, Harvey Firestone e JP Morgan.



Una guida per la vita

La ricetta di Marden era composta da tre parti: vedere, emulare e agire. Secondo lui non esistono circostanze impossibili da affrontare. La fonte della gioia è intorno a noi, ma dobbiamo cercare, vederla, abbracciarla e ampliarla.

Quanto agli scoraggiamenti e agli ostacoli quotidiani, sono elementi inevitabili della vita. Esistono in tutti i tempi e luoghi. Non possiamo liberarci dai nemici del progresso personale, ma possiamo fare la maggior parte delle cose così come sono. Nel processo, tutti commettiamo errori e abbiamo molte ragioni per criticare noi stessi. Ma questa è l'attività più improduttiva. Non possiamo fare nulla per il futuro, se lo sguardo è sempre rivolto al passato.

Marden scrive: "Niente è più sciocco, niente è più malvagio, che trascinarsi dietro gli scheletri del passato, le immagini orribili, le cose stolte, le esperienze sfortunate di ieri nell'opera di oggi e così rovinarla".

L'atteggiamento giusto dell'imprenditore è pensare al passato come morto e al domani come non ancora nato. L'unico tempo che ci appartiene veramente è il presente. Se ci dedichiamo a fare il meglio nel presente, una decisione e un'azione alla volta, possiamo ritagliarci un grande futuro. L'arte del vivere è l'arte del vivere oggi.



Progettato per ispirare

Questo libro è progettato per ispirare e pochi che ho letto fanno lo stesso. Spiega una filosofia di vita, una profondamente pratica e percorribile in ogni modo, ogni giorno. Infatti questo potrebbe risultare il libro più stimolante che possiate leggere, non perché risolve tutti i misteri riguardo a chi siamo, come siamo arrivati qui, o ciò che dovremmo perseguire come scopo della vita.

Rimane lontano da queste grandi domande, perché sono le questioni più piccole quelle più interessanti ed efficaci. Quello che tratta riguarda ciò che potremmo chiamare un aspetto più mondano della filosofia: come dovremmo approcciarci ad ogni giorno per ottenere il massimo dalla vita.

Come tale, questa è una filosofia di come vivere una vita eccellente, non importa quale sia la nostra vocazione. Capitalista, monaco, madre, insegnante, lavoratore, banchiere, meccanico, musicista, predicatore, scrittore; tutto quello che facciamo può essere fatto con un senso di gioia, uno spirito di sbalordimento e un'ambizione di portare avanti i motori del progresso.

In qualche modo, questo libro è una reliquia nel senso migliore del termine. Non credo neppure che possa essere scritto oggi. Manca il modello sociale che potrebbe produrre un tale lavoro. Non avremmo lo spirito che ci permetterebbe di estrarre tali pensieri. Oggi le persone sono troppo infastidite, troppo tristi, troppo distratte per vedere queste cose. Ma Marden le vide. Solo perché troppo spesso siamo ciechi davanti la realtà che queste pagine irradiano, non significa che non sia anche la nostra di realtà.

Da notare che da nessuna parte parla di colpire Washington, rovesciare i nostri governanti, o sconvolgere le istituzioni, tanto meno agitare le acque per trasformare la società. Parla solo all'individuo. Dice cosa può fare nel proprio tempo, nel presente, per portare felicità alla propria vita. Il cambiamento sociale e politico è un effetto. Viene solo dopo che ci cambiamo.

I suoi valori: il lavoro, la creatività, la ricerca della gioia, la felicità, lasciarsi il passato alle spalle, vivere nel presente, non rimpiangere mai gli errori, non sentire mai la paura, essere sempre fedeli, diffondere l'allegria, guardare oltre gli ostacoli, essere gentili con gli altri, stare fuori dal debito, vivere una vita equilibrata tra la necessità di denaro e la necessità di bellezza, e mai perdere i propri ideali. Questa è l'essenza della visione del mondo di Marden.



Libertà e mente

È il momento ideale per attirare l'attenzione su questo lavoro. Mi sorprende il fatto che quasi sia stato dimenticato. Sono sicuro che farà la differenza nella vostra vita. Potete usare la sua saggezza per fare la differenza nel mondo che vi circonda. Infatti questo è un esempio del tipo di libro che potrebbe cambiare completamente il mondo. Perché? Perché Marden comprende la libertà e la mente degli individui, e il loro potere, una volta combinato, può fare una differenza gigantesca ora e in futuro.

La mia esperienza suggerisce che l'ispirazione personale è l'ingrediente che manca alla generazione attuale. Ha accesso a testi, conoscenze e teorie come mai prima nella storia umana. Quello che le manca è un metodo per utilizzare ciò che sa e la spinta personale per farlo.

Le persone fanno presto ad incolpare le forze esterne per il loro fallimento, senza rendersi conto che le forze esterne che complottano contro i loro progressi fanno parte della struttura di tutti gli ambienti in tutti i tempi e luoghi. Questo libro fornisce l'elemento mancante, quella chiave per eliminare la disperazione e sbloccare la spinta interna a fare la differenza.

Preparatevi ad utilizzare l'evidenziatore. Poi unitevi a me nel trovare le gioie della vita e lavorare per renderla più gioiosa per gli altri.



Alcune frasi da ricordare

"L'opportunità d'oro che state cercando è in voi stessi. Non è nel vostro ambiente; né nella fortuna o nel caso, né nell'aiuto di altri; è in voi stessi".

"Il problema con molte persone che mancano d'immaginazione è che non hanno nessuna utopia, nessuna visione, e la vita è dura e monotona. Tutti dovrebbero avere un'utopia e dovrebbero vivere in essa gran parte del tempo, un luogo dove tutto è ideale e dove tutti e tutto sono quello che dovrebbero essere".

"L'uomo è stato fatto per crescere, per realizzare un equilibrio di mente, pace e soddisfazione. È l'oggetto, la spiegazione, del suo essere. Per avere l'ambizione di crescere ogni giorno, deve spingere l'orizzonte dell'ignoranza un po' più lontano, diventare un po' più ricco di conoscenze, un po' più saggio".

"I libri consentono a tutte le persone del mondo di iniziare dove la generazione precedente si è spenta".

"Il debito è una delle maggiori fonti di infelicità, soprattutto per i giovani appena sposati".

"Una delle più grandi passioni dell'uomo è quella di raggiungere un obiettivo, la passione di fare le cose, l'ambizione di realizzarle".

"Nessuno può essere veramente felice, o avere successo, se non è padrone dei suoi stati d'animo".

"Non pensate di poter essere felici se non siete utili. La felicità e l'utilità sono gemelli. Separarli sarebbe fatale".

"Nient'altro ritarda l'età che tenere a mente la luminosa, allegra ed ottimistica immagine della giovinezza, in tutto il suo splendore e magnificenza; l'immagine delle glorie che appartengono ai giovani, sogni, ideali, speranze e tutte le qualità peculiari della giovinezza".

"Il più grande conquista dell'età è uno spirito allegro, speranzoso e amorevole".


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 20 ottobre 2017

Qual è il ritmo di crescita “giusto” dell'offerta di moneta?





di Frank Shostak


La maggior parte degli economisti crede che un'economia in crescita richieda un aumento dello stock di denaro: secondo loro la crescita genera una maggiore domanda di denaro.

In mancanza di ciò, ci sarà un calo dei prezzi dei beni e dei servizi, cosa che a sua volta destabilizzerà l'economia e porterà ad una recessione economica o, ancor peggio, alla depressione.

Poiché la crescita dell'offerta di moneta è talmente importante, non sorprende che gli economisti cerchino continuamente il tasso di crescita giusto, o ottimale, dell'offerta di moneta.

Alcuni economisti che sono seguaci di Milton Friedman — anche conosciuti come monetaristi — vogliono che la banca centrale punti ad una percentuale fissa. Essi sostengono che se questa percentuale viene mantenuta per un lungo periodo di tempo, avremo un'era di stabilità economica.

L'idea che il denaro debba crescere per sostenere la crescita economica dà l'impressione che il denaro in qualche modo sostenga l'attività economica.

Ma, secondo Murray Rothbard:

Il denaro di per sé non può essere consumato e non può essere utilizzato direttamente come un bene nel processo produttivo. Il denaro di per sé è quindi improduttivo; è uno stock morto e non produce nulla.[1]



Che cos'è il denaro?

Il ruolo principale del denaro è semplicemente quello di mezzo di scambio. Il denaro non supporta o finanzia l'attività economica reale. I mezzi di sostentamento o di finanziamento sono forniti da beni e servizi reali risparmiati. Realizzando il suo ruolo di mezzo di scambio, il denaro facilita semplicemente il flusso di beni e servizi tra produttori e consumatori.

Storicamente molti beni diversi sono stati usati come mezzo di scambio. Su questo tema Mises osservò che, nel tempo:

[...] ci sarebbe una tendenza inevitabile affinché quelle merci meno utilizzate come mezzi di scambio vengano rifiutate una per una fino a quando solo una merce verrà impiegata come mezzo di scambio; in una parola, il denaro.[2]

Attraverso il processo di selezione lungo migliaia di anni, le persone hanno scelto l'oro come loro mezzo di scambio preferito.

La maggior parte degli economisti mainstream, accettando questa evoluzione storica, mette in dubbio che l'oro possa ricoprire il ruolo di denaro nel mondo moderno. Si ritiene che, rispetto alla crescente domanda di moneta a causa delle economie in crescita, l'offerta d'oro non sia adeguata.

Inoltre se si tiene conto del fatto che una grande porzione di oro estratto è utilizzata per gioielli, questo lascerà lo stock di denaro quasi invariato per lunghi periodi di tempo.

Si sostiene che il libero mercato, non riuscendo a fornire abbastanza oro, provocherà carenze nell'offerta monetaria. Questo, a sua volta, potrà destabilizzare l'economia. È per questo che la maggior parte degli economisti, anche quelli che esprimono simpatia verso l'idea di un libero mercato, appoggia la prospettiva che l'offerta di moneta debba essere controllata dallo stato.



Che cosa intendiamo per domanda di denaro?

Quando si parla di domanda di denaro, ciò che intendiamo è la domanda per il potere d'acquisto del denaro. Dopo tutto, le persone non vogliono una maggiore quantità di denaro in tasca, vogliono piuttosto un maggiore potere d'acquisto in loro possesso. Su questo Mises scrisse:

I servizi forniti dal denaro sono condizionati dal livello del potere d'acquisto. Nessuno vuole avere nei suoi conti un determinato numero di pezzi di denaro o un peso definito di denaro; vuole conservare una determinata quantità di potere d'acquisto.[3]

In un libero mercato, in somiglianza con altre merci, il prezzo del denaro è determinato dalla domanda e dall'offerta.

Di conseguenza, se ci sono meno soldi, il loro valore di scambio aumenterà. Al contrario, il valore di scambio diminuirà quando ci saranno più soldi.

Nell'ambito di un libero mercato, non esiste una cosa come "troppo poco" o "troppo" denaro. Finché viene permesso al mercato di ripulirsi, non può emergere una carenza di denaro.

Una volta che il mercato ha scelto una merce particolare come denaro, lo stock di questa merce sarà sempre sufficiente a garantire i servizi che il denaro fornisce.

Quindi, in un libero mercato, l'idea di un tasso di crescita ottimale del denaro è assurda.

Secondo Mises:

Poiché il mercato tende a determinare il potere d'acquisto del denaro ad un livello a cui l'offerta e la domanda di denaro coincidono, non ci potrà mai essere un eccesso o una carenza di denaro. Ogni individuo gode di tutti i vantaggi che possono derivare dallo scambio indiretto e dall'utilizzo del denaro, indipendentemente dal fatto che la quantità totale di denaro sia grande o piccola [...] i servizi resi dal denaro non possono né essere migliorati né riparati cambiando l'offerta di denaro. [...] La quantità di denaro disponibile in tutta l'economia è sempre sufficiente per assicurare a tutti ciò che il denaro fa e può fare.

Tuttavia come possiamo essere certi che l'offerta di una merce selezionata come denaro, non inizierà ad espandersi rapidamente a causa di eventi imprevisti? Non pregiudicherebbe il benessere delle persone?

Se questo avvenisse, allora la gente probabilmente abbandonerebbe questa merce e sceglierà qualche altra merce. Gli individui che si sforzano di preservare la loro vita ed il loro benessere, non scelgono una merce che è soggetta ad un costante declino del suo potere d'acquisto.

Questa è l'essenza del processo di selezione dei mercati e la ragione per cui ci sono voluti parecchi anni affinché l'oro fosse scelto come la merce più commerciata.

Il prolungato processo di selezione del mercato aumenta la probabilità che l'oro sia la merce più idonea a svolgere il ruolo di denaro.

Ma anche se dovessimo concordare che il mondo sotto il gold standard sarebbe stato un posto migliore in cui vivere rispetto al sistema monetario attuale, dobbiamo essere pratici e trovare soluzioni in sintonia con la realtà contemporanea. Vale a dire, che nel mondo in cui viviamo oggi abbiamo banche centrali e non abbiamo il gold standard. Tenuto conto di questi fatti, quale dovrebbe essere il tasso di crescita giusto del denaro?

Non è possibile elaborare uno schema per un tasso di crescita "giusto" del denaro, mentre le autorità centrali hanno coercitivamente cambiato il denaro selezionato dal mercato con denaro cartaceo. Ecco perché.



Dal denaro-merce al denaro di carta

In origine i soldi di carta non erano considerati denaro, ma semplicemente i sostituti dell'oro. Vari certificati di carta rappresentavano crediti sull'oro immagazzinato presso le banche. I titolari dei certificati cartacei potevano trasformarli in oro qualora ritenessero necessario. Poiché la gente ha trovato più conveniente utilizzare certificati cartacei per scambiare beni e servizi, questi certificati sono stati considerati tanto buoni quanto il denaro-merce.

I certificati cartacei, che sono accettati come mezzo di scambio, aprono la strada ad una pratica fraudolenta. Le banche possono essere tentate di aumentare i loro profitti prestando certificati scoperti. In un'economia di libero mercato, una banca che emetterà certificati cartacei in eccesso scoprirà rapidamente che il valore di scambio dei suoi certificati in termini di beni e servizi diminuirà.

Per proteggere il loro potere d'acquisto, i titolari dei certificati emessi potrebbero tentare di convertirli nuovamente in oro. Se tutti dovessero richiedere l'oro nello stesso tempo, la banca andrebbe fallita. In un mercato libero e concorrenziale, la minaccia del fallimento potrebbe impedire alle banche di emettere certificati cartacei scoperti. Su questo tema Mises scrisse:

La gente si riferisce spesso al dictum di un anonimo americano citato da Tooke: "Il libero scambio tra le banche è il libero scambio tra truffatori". Tuttavia la libertà nell'emettere banconote ridurrebbe notevolmente l'uso delle banconote stesse, fino a sopprimerlo del tutto. Fu questa l'idea che avanzò Cernuschi nelle udienze della French Banking Inquiry il 24 ottobre 1865: "Ritengo che la cosiddetta libertà nelle operazioni bancarie comporterebbe una totale soppressione delle banconote in Francia. Voglio dare a tutti il ​​diritto di emettere banconote in modo che nessuno voglia più accettare banconote".

Ciò significa che in un'economia libera, i soldi di carta non possono assumere una "vita propria" e diventare indipendenti dal denaro-merce.

Lo stato, tuttavia, può ignorare questa disciplina del libero mercato. Può approvare un decreto che renda legale per la banca emettere certificati cartacei scoperti in eccesso.

Una volta che le banche non sono obbligate a rimborsare in oro i certificati cartacei, si creano opportunità per grandi profitti che incentivano il perseguimento di un'estesa espansione dell'offerta di certificati cartacei.[4]

Questa espansione di certificati cartacei aumenta la probabilità di scatenare un aumento galoppante dei prezzi di beni e servizi, cosa che a sua volta può condurre ad una crash dell'economia di mercato.



Perché "abbiamo bisogno" delle banche centrali

Per evitare suddetto crash, è necessario gestire l'offerta di denaro cartaceo. Lo scopo principale della gestione di tale offerta è quello di impedire a diverse banche concorrenti di emettere certificati cartacei in eccesso e quindi andare in bancarotta vicendevolmente.

Ciò può essere fatto istituendo una banca monopolistica — cioè, una banca centrale che gestisca l'offerta di denaro cartaceo.

Secondo Hans-Hermann Hoppe: "Se si riesce a sostituire il denaro-merce con denaro fiat, allora è necessario soddisfare un requisito aggiuntivo: deve essere limitato il libero accesso all'attività di produzione di banconote e deve essere stabilito un monopolio monetario."

Per affermare la propria autorità, la banca centrale presenta i propri certificati cartacei che sostituiscono quelli delle varie banche commerciali. (Il potere d'acquisto del denaro della banca centrale esiste perché diversi certificati cartacei, che già detengono potere d'acquisto, sono scambiati per la moneta della banca centrale ad un tasso fisso. I certificati cartacei della banca centrale sono coperti dai certificati cartacei delle banche commerciali che hanno un legame storico con l'oro.)

Il denaro della banca centrale, dichiarato a corso legale, funge anche da asset di riserva per le banche commerciali. Ciò consente alla banca centrale di fissare un limite all'espansione del credito attuato dal sistema bancario attraverso l'impostazione di rapporti regolatori di riserva ai prestiti.

Sembra che la banca centrale possa gestire e stabilizzare il sistema monetario. La verità, però, è l'esatto contrario. Per gestire il sistema, la banca centrale deve costantemente generare denaro "dal nulla" per impedire alle banche di andare in bancarotta vicendevolmente.

Ciò porta ad un declino persistente del potere d'acquisto del denaro, cosa che destabilizza l'intero sistema monetario. Questa tendenza a destabilizzare il sistema è anche rafforzata dal fatto che un monopolista monetario ha l'incentivo ad occuparsi del proprio interesse.

Secondo Hoppe:

Si possono stampare banconote a costi praticamente nulli e poi girarle per acquistare beni reali (beni di consumo o strumentali), o utilizzarle per il rimborso di debiti reali. La ricchezza reale di quelle persone al di fuori del circuito bancario sarà ridotta: possiederanno meno beni e più soldi con un potere d'acquisto più basso. Tuttavia la ricchezza reale del monopolista aumenterà: possiede più beni non monetari (e ha sempre quanti soldi vuole). Chi in questa situazione, tranne gli angeli, non s'impegnerebbe in una costante espansione dell'offerta di denaro e quindi in un continuo deprezzamento della moneta?

Si osservi che mentre in un libero mercato le persone non accetterebbero una moneta-merce se il potere d'acquisto fosse soggetto ad un declino persistente, nell'ambiente attuale le autorità bancarie centrali impongono una moneta che soffre di un costante declino nel potere d'acquisto.

Dal momento che il sistema monetario attuale è fondamentalmente instabile, la banca centrale è costretta a stampare denaro dal nulla per evitare il crollo del sistema. Non importa quale schema la banca centrale adotti per quanto riguarda le iniezioni monetarie — può stampare direttamente denaro o può agire sui mercati monetari per orientare i tassi d'interesse. Indipendentemente dalla modalità delle iniezioni monetarie, i cicli boom/bust diventeranno più aspri col passare del tempo.

Anche il piano di Milton Friedman di voler impostare il tasso di crescita dello stock di denaro ad una determinata percentuale, non avrà un risultato differente. Dopo tutto, una percentuale fissa rappresenta ancora una crescita dello stock di denaro, cosa che porta allo scambio di niente per qualcosa — cioè, impoverimento economico e ciclo del boom/bust.

Ma cosa succede se si rimuove completamente la banca centrale e si mantiene inalterato lo stock di denaro cartaceo?

Uno stock di denaro immutato provocherà un crash quasi immediato dell'attuale sistema monetario. Dopo tutto, il sistema attuale sopravvive perché la banca centrale, tramite le iniezioni monetarie, impedisce alle banche commerciali di fallire.

Non sorprende pertanto che la banca centrale debba sempre ricorrere a grandi iniezioni monetarie quando esiste una minaccia di shock politici o economici.

Si osservi che lo stesso destino è probabile con altri schemi. L'unica differenza, ovviamente, è che con questi altri schemi potrebbero richiedere un certo tempo prima che si verifichi un crash finale.

Per quanto tempo ancora la banca centrale possa far funzionare l'attuale sistema, dipende dallo stato del bacino della ricchezza reale. Fintanto che è ancora in crescita, la banca centrale ha probabilità di riuscire a mantenere vivo il sistema. Una volta che il bacino della ricchezza reale inizia a stagnare — o, peggio ancora, si riduce — allora nessun pompaggio monetario potrà impedire l'implosione del sistema.

In un libero mercato, se le persone aumentano la loro domanda d'oro a causa di un grande sconvolgimento, ciò aumenterebbe il potere d'acquisto del denaro; non ci sarebbero ulteriori disturbi. Il sistema monetario rimarrebbe intatto. Inoltre, al contrario del sistema monetario attuale, in un libero mercato il denaro non potrebbe scomparire e mettere in moto la minaccia del ciclo boom/bust.

Nelle operazioni a riserva frazionaria, quando il denaro viene rimborsato e la banca non rinnova il prestito, il denaro scompare. Poiché il prestito nasceva dal nulla, ovviamente non avrebbe potuto avere un proprietario. In un libero mercato, al contrario, quando l'oro viene rimborsato, viene consegnato al prestatore originale; lo stock di denaro rimane invariato.

L'unico modo per rendere il sistema veramente stabile è quello di consentire al libero mercato di prevalere. In un mercato veramente libero non c'è bisogno di preoccuparsi della questione del tasso di crescita "giusto" dell'offerta di moneta e nessuna istituzione è tenuta a regolare l'offerta di denaro.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Murray N. Rothbard, Man, Economy and State (Los Angeles: Nash Publishing, 1970), p. 670.

[2] Ludwig von Mises, The Theory of Money and Credit (Irvington-on-Hudson, N.Y: The Foundation of Economic Education, 1971), pp. 32–33.

[3] Ludwig von Mises, Human Action, 3rd rev. ed. (Chicago: Contemporary Books, 1966), p. 421.

[4] Hans-Hermann Hoppe, “How is Fiat Money Possible?-or, The Devoluton of Money and Credit,” The Review of Austrian Economics 7, no. 2 (1994): 49–74.

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giovedì 19 ottobre 2017

La FED continua a viaggiare lungo l'autostrada del pericolo





di Thorsten Polleit


La Federal Reserve (FED) dovrebbe continuare a restringere la sua politica monetaria quest'anno. Secondo un ultimo sondaggio della Reuters, la FED potrebbe iniziare a ridurre il suo bilancio da $4,000 miliardi a settembre e, inoltre, aumentare ulteriormente il tasso d'interesse chiave attualmente compreso tra l'1.0 e l'1.25% nel quarto trimestre di quest'anno.

Secondo il pensiero popolare, è giunto il momento per l'economia statunitense di tornare ad un livello più normale di tassi d'interesse. La produzione industriale si sta espandendo ad un ritmo decente, la disoccupazione ufficiale è diminuita notevolmente e i prezzi del mercato azionario e dell'edilizia mostrano un innalzamento. Considerando queste circostanze, l'economia statunitense può ora affrontare una politica monetaria più ristretta, o almeno così si dice.

Dovrebbe essere compreso che ci saranno effetti collaterali, anche se non intenzionali, se e quando la FED aumenterà ulteriormente i tassi d'interesse. Ancora più importante, la FED non sa dove possa trovarsi il "tasso d'interesse neutrale". Se fa troppo, l'economia crollerà. Se non fa abbastanza, prolungherà solo il boom artificiale, causando investimenti improduttivi continui e, in ultima analisi, un'altra crisi.

Di certo tutto questo non è niente di nuovo: la FED è sempre stata la causa dei cilci boom/bust. Mette in moto un boom artificiale emettendo nuovi soldi fiat attraverso l'espansione del credito bancario. Un tale boom, però, prima o poi si trasforma in un bust. È pertanto fortemente consigliato di non aspettarsi niente di buono dagli interventi della FED.



Passando ai numeri

Questo naturalmente vale per quanto concerne il piano della FED di iniziare a vendere i titoli che ha acquistato durante la crisi finanziaria per sostenere il sistema economico e finanziario. Nel corso del 2008 e del 2009, la FED ha fornito al sistema bancario americano un'enorme infusione di denaro concedendo prestiti e acquistando titoli dalle banche.

La FED ha aumentato le disponibilità bancarie delle banche commerciali da $24.9 miliardi a $2,398.1 miliardi dal settembre 2008 a luglio 2017. Lo ha fatto acquistando titoli del Tesoro USA e titoli garantiti da ipoteca (MBS) pari a $1,908.9 miliardi e $1,770.3 miliardi rispettivamente. Nel frattempo le banche hanno rimborsato la maggior parte dei prestiti forniti dalla FED.

Questo, a sua volta, ha ridotto le disponibilità di denaro delle banche a $2,398.2 miliardi. Di conseguenza è diventato impossibile per la FED vendere tutte le obbligazioni che ha acquistato. Detto in modo semplice: Il sistema bancario statunitense non dispone attualmente dei fondi sufficienti per pagare gli acquisti obbligazionari da parte della FED pari a $3,755.8 miliardi.




Se la FED dovesse vendere solo il 64% delle obbligazioni nel suo bilancio, l'offerta della base monetaria nel sistema bancario americano sarebbe completamente eliminata, rendendo illiquido il settore bancario. In questo processo, i tassi d'interesse interbancari americani potrebbero presumibilmente schizzare in alto, inviando onde d'urto attraverso il sistema economico e finanziario, non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo.



Tre opzioni

È lecito presumere che la FED e le banche vorrebbero evitare un tale scenario, quindi ci sono tre opzioni. Opzione 1: La FED vende solo una parte (piccola) della sua attuale quantità di titoli del Tesoro e MBS per evitare una carenza di liquidità nel mercato monetario interbancario. In altre parole: la FED dovrà rimanere seduta su una parte significativa delle sue obbligazioni e acquistare nuove obbligazioni una volta maturate.

Opzione 2: La FED cede le proprie obbligazioni e, allo stesso tempo, fornisce liquidità gestendo operazioni per tenere le banche sufficientemente dotate di liquidità. Acquista, ad esempio, prestiti al consumo e/o alle aziende da banche che emettono nuova base monetaria. Di conseguenza gli attivi della FED nel suo bilancio vedrebbero una discesa di titoli del Tesoro USA e MBS, mentre vedrebbero una salita dei prestiti al consumo e alle aziende.

Opzione 3: La FED scambia i propri possedimenti di titoli del Tesoro USA e MBS per titoli a scadenza a breve termine e li vende nel tempo, riducendo il più possibile l'offerta della base monetaria del sistema bancario. In questo modo, la FED ridurrebbe un po' il suo coinvolgimento attivo nei mercati del credito, limitandolo principalmente al mercato a breve termine.



I tassi d'interesse rimarranno distorti

Detto questo, sarà illuminante vedere quale opzione sceglierà la FED in ultima analisi. L'opzione 1 e 2 indicherebbero la volontà di mantenere la sua presa sull'azione dei prezzi e, di conseguenza, sui rendimenti dei mercati a reddito fisso. L'opzione 3, a sua volta, suggerirebbe che la FED voglia consentire ai tassi d'interesse a lungo termine di normalizzarsi almeno in una certa misura.

Qualunque opzione sceglierà la FED, in un modo o nell'altro, manterrà distorti i tassi d'interesse. Con l'emissione di nuovi quantitativi di denaro fiat attraverso l'espansione del credito, la FED inevitabilmente sconvolge il sistema dei prezzi dell'economia. Manipola la percezione del rischio e abbatte il valore dei flussi di cassa futuri.

Questo a sua volta causa molti problemi economici e sociali. Ancora più importante, le azioni della FED diminuiscono il potere d'acquisto del dollaro USA, distruggendo così gran parte dei risparmi delle persone. Inoltre la politica della FED ridistribuisce reddito e ricchezza, e provoca anche boom e bust costosi.

La FED non è la soluzione a tutti questi problemi. È la causa reale. Qualunque cosa farà la banca centrale statunitense, è sicuro che rimarrà sulla strada verso i guai.

Sebbene questo possa essere un messaggio tetro, potrebbe aiutare gli investitori a prendere decisioni sagge. Perché se la FED provocherà altri problemi, probabilmente ricorrerà a tassi d'interesse ancora più bassi e maggiore emissione di denaro fiat. Quindi, qualunque cosa accadrà a breve termine, c'è un buon motivo per aspettarsi che il dollaro fiat — e questo vale per tutte le valute fiat — perderà valore.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


mercoledì 18 ottobre 2017

Hard asset in un'epoca di tassi d'interesse negativi





di Marcia Christoff-Kurapovna


Il tempo è l'anima del denaro, il lungo termine — la sua immortalità. Gli hard asset sono per sempre, anche se venissero distrutti dai cataclismi della storia. Soprattutto perché hanno perpetuato le aristocrazie più competenti e potenti dell'Europa continentale, sin dalla prima guerra mondiale e, in alcuni casi, anche oltre; è la mentalità che ha sostenuto la repubblica democratica più seria nel mondo occidentale, quella della Svizzera (come dimostrato in questo articolo). In questa prospettiva, la gestione del denaro, precedentemente denominata "bancaria", è una questione seria di gestione del patrimonio e non un esperimento in laboratorio tra prodotti d'investimento progettato per gli schemi di arbitraggio fiscale dei manager negli hedge fund.

Più che mai la messa a fuoco sugli hard asset è una chiamata alle armi data la cultura deformata nei mercati, a causa della magia monetaria del settore bancario centrale. Nonostante la promessa iniziale di Trump di rilanciare l'economia, gli Stati Uniti rimangono immersi in una stagnazione economica dopo tanti anni di politiche basate sul debito, politiche di denaro facile e il fiasco dello ZIRP, i quali favoriscono una situazione bizzarra in cui l'economia reale sta andando male mentre i mercati salgono. In un tale ambiente, il fascino dei vecchi metodi non è mai stato così forte.

In una parola, gli hard asset permettono di costruire ricchezza al di fuori del mercato azionario. Fanno riferimento a tre strategie principali:
  1. proprietà terriera e/o terreni agricoli;
  2. oro, altri metalli preziosi e altri metalli specifici;
  3. mercato dell'arte.

Per quanto riguarda quest'ultima, s'intende l'arte come investimento e non come commercio, come quello che contamina l'attuale mondo insipido della pessima arte moderna. Le aste di Rembrandt e Picasso, di El Greco e Gerhardt Richter hanno infranto qualsiasi record, e non possono essere ignorate in qualità di eccellente porto sicuro, come anche altre opere d'arte eccezionali sono sempre state.

Tanto per cominciare, l'oro fisico ed i metalli preziosi rimangono un enigma nonostante siano stati protagonisti negli ultimi diciassette anni. L'oro è un asset da non perdere dato un ambiente economico con livelli di debito stratosferici e svalutazione monetaria rampante. L'argento, da parte sua, oltre al suo status di prestigio, ha anche innumerevoli applicazioni industriali ed è stato un protagonista del mercato toro dal 2000.

La Russia, in questo contesto, sta guidando la carica nel panorama a lungo termine. Negli ultimi tre anni la Banca di Russia è stata protagonista come accumulatrice d'oro e finora è stata proprio la prima tra le banche centrali internazionali ad acquistare tale asset. Al ritmo attuale, Mosca supererà la Cina entro il primo trimestre 2018 tra le cinque nazioni che hanno più oro. Attualmente i rapporti tra l'oro e il PIL delle principali potenze mondiali è: Russia 5.6%; Euro Area 3.6%; Stati Uniti 1.8% e Cina 1.5%.





Tuttavia sono due cose diverse Paesi che acquistano oro rispetto agli investitori. Il novantacinque per cento dell'oro del mondo è tenuto come riserva di ricchezza.

Altre commodity, come lo zinco e il rame, hanno scaldato i motori. Lo zinco, l'agente galvanizzatore per eccellenza, è stato il metallo più performante l'anno scorso. Il rame ha iniziato la sua resurrezione nel 2017, e alla fine di agosto di quest'anno una serie di commodity ha mostrato un consolidamento pluriennale. Anche il nichel e il cobalto sono finiti sotto i riflettori come metalli essenziali per il settore delle batterie a ioni di litio (Li-ion).

Il mondo dell'arte non è tanto lontano rispetto a quello dei metalli preziosi in termini di riserva di valore contro i tempi incerti. L'arte come investimento è da tempo una strategia privilegiata dall'élite europea. In tempi moderni, il fenomeno di una base sempre crescente di collezionisti e una minore offerta di opere di qualità museali è stato classificato come un modo significativo per proteggere i contanti durante i tempi difficili. Sebbene continuamente eclissati nei media dal mercato dell'arte contemporanea, i vecchi maestri (e il classico moderno — i grandi lavori del XX secolo) hanno mostrato risultati stabili e spesso spettacolari negli ultimi dieci anni, con entrambe le categorie che hanno raggiunto vette da record.

L'arte, per essere un rifugio sicuro, deve essere un investimento e non un capriccio — proprio come per la famiglia del Liechtenstein che acquisì molti secoli fa la Ginevra de Benci di Leonardo da Vinci. Dopo la seconda guerra mondiale suddetto principato quasi in bancarotta (i cui monarchi non erano e non sono sostenuti da tasse) lo vendette a Paul Mellon e alla National Gallery of Art di Washington DC. La Ginevra è ancora lì oggi (ed è l'unico dipinto di Leonardo in possesso degli Stati Uniti). Mentre l'investitore medio potrebbe non essere in grado di permettersi un maestro rinascimentale o un Picasso, ci sono sempre gemme sottovalutate o le nuove scoperte che porteranno guadagni inaspettati da qui a diversi anni.

Infine i terreni agricoli sono considerati da molti un'eccellente aggiunta ad un portafoglio di metalli preziosi. Come ha previsto Jim Rogers all'inizio di settembre, verranno accumulate fortune nell'agricoltura "e quando un settore diventa ambito, anche i cittadini mediocri fanno un sacco di soldi" in quel settore. Gli investitori in hard asset continuano ad includere i terreni agricoli nei loro portafogli "per combinare una fone che genera reddito ed una diversificazione/protezione contro l'inflazione". Storicamente i terreni agricoli, come le foreste dell'Europa continentale o dell'America latina, sono stati una classe di asset unica aventi una scarsa correlazione con le classi di asset tradizionali, le quali vanno bene quando l'inflazione sale.

Le riserve di denaro, i terreni, le infinite applicazioni delle risorse naturali; il prestigio, la privacy e il valore a lungo termine dell'arte: tale è la prospettiva insita nella filosofia degli hard asset. Oggi gli investitori indipendenti riderebbero in faccia alle banche — proprio per evitare i percorsi pericolosi messi a disposizione dalle banche stesse.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/