mercoledì 31 ottobre 2012

Il Vostro Voto Non Conta

«Questa idea "dell'imperativo morale" non è convincente. L'idea che il voto sia un imperativo morale dipenda da, tra le altre cose, se la democrazia sia o no un metodo collettivo decisionale moralmente accettabile. Un problema qui è che lo scopo della decisione collettiva è generalmente immorale. La maggior parte degli elettori vota a favore delle predazioni da parte del governo sulla nostra proprietà. Gli elettori sono disposti a votare anche per la proprietà degli altri. Ciò è moralmente inaccettabile. Il fatto che alcuni gruppi in qualche luogo hanno votato non giustifica il furto della proprietà. Supponiamo che qualcuno, diciamo Butch Cassidy, sostiene che le rapine in banca siano eticamente accettabili, fintanto che si tengono elezioni per determinare quale gang possa rubare la banca. Non potremmo accettare l'idea di Butch e non dovremmo accettare l'idea che le predazioni da parte degli agenti dello Stato sono non obiettabili se le elezioni sono tenute per determinare chi si aggiunge alla gang dei predatori.9 Non per nulla, l'idea morale contro il voto è più forte di quella a favore del voto.
Ciò ci conduce alla seguente conclusione: il vostro voto non conta. In questo caso si dovrebbe votare perchè molti voti potrebbero contare o perchè non votare vuol dire che non ci si può lamentare del governo? No. Si dovrebbe votare perchè si è moralmente forzati a fare ciò? Assolutamente no.»

~ Perché Votare?, Mark Brandley, Il Portico Dipinto, 13 Maggio 2011.
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di Doug French


Tocco un nervo scoperto ogni volta che scrivo di voto e di democrazia.

Fate notare la pura follia della religione civica e vi ritroverete che un certo numero di lettori perderà le staffe, inviando e-mail chilometriche farcite con paroloni, definendovi "intellettualmente vacuo" e pieno di "auto-esaltazione."

Tale è il caso di una e-mail di un lettore di Laissez Faire Today, che dice di non amare il dover iniziare le sue critiche con insulti ma ritiene che l'idea di non votare sia "così sorprendente" che "richieda una tattica altrettanto forte per fermarne lo slancio."

Odio rompergli le uova nel paniere, ma il treno del non-voto ha lasciato la stazione molto tempo fa. Negli ultimi 50 anni, il 40-50% degli aventi diritto ha scelto di rimanere a casa nei giorni delle Elezioni Presidenziali. La campagna del Presidente Obama nel 2008 ha effettivamente pompato un po' di vita nel processo elettorale.

Tuttavia, dal momento che i cambiamenti promessi non si sono verificati, gli Americani probabilmente resteranno a casa il 6 Novembre. Possiamo solo sperarlo. Nel frattempo, a livello globale, Wikipedia riporta che l'affluenza alle urne è diminuita di cinque punti percentuali nel corso degli ultimi quattro decenni.

Il nostro critico, B. R., procede poi ad istruirmi "sui quattro tipi fondamentali di acquisizione di potere da parte del governo." Così l'ipotesi di BR è che il governo debba acquisire potere. La sovranità individuale è fuori questione. Dice che il potere del governo è ereditato, conferito, sequestrato, o scelto.

Pertanto, dal momento che non sono per la scelta, io, secondo BR, "devo essere a favore del dispotismo e della tirannia. E' qui che la logica ci porta."

B.R. parte dal presupposto che dal momento che abbiamo elezioni negli Stati Uniti, non abbiamo tirannia e dispotismo. Vorrei sostenere che le abbiamo entrambe. La tirannia della maggioranza ha eletto despoti ad ogni livello del governo, dal consiglio scolastico locale al presidente degli Stati Uniti.

Perché è così? La democrazia è di per sé il problema. Attira le persone sbagliate nelle posizioni di leadership. Come sosteneva notoriamente F.A. Hayek in The Road to Serfdom, in politica il peggiore arriva in cima e ci ha dato tre ragioni sul perché è così. In primo luogo, Hayek sottolinea che le persone di intelligenza superiore hanno gusti e punti di vista diversi. Così, come scrive Hayek, "Dobbiamo scendere agli standard morali ed intellettuali inferiori in cui prevalgono gli istinti più primitivi," per avere uniformità di opinione.

In secondo luogo, quelli in alto devono "guadagnare il sostegno dei docili e degli ingenui," che sono pronti ad accettare i valori e l'ideologia che vengono inculcati loro. I totalitari dipendono da quelli che sono guidati dalle loro passioni ed emozioni, piuttosto che dal pensiero critico.

Infine, i leader non promuovono un programma positivo, ma uno negativo di odio del nemico e di invidia dei ricchi. Per fare appello alle masse, i leader predicano un programma "nostro" piuttosto che "loro."

"L'avanzamento all'interno di un gruppo o di un partito totalitario dipende in gran parte dalla volontà di fare cose immorali," spiega Hayek. "Il principio che il fine giustifica i mezzi, che in etica individualista è considerato come la negazione di ogni morale, nell'etica collettivista diventa necessariamente la regola suprema."

La "gerarchia dei bisogni" di Abraham Maslow ha qualcosa a che fare con questo. La gerarchia di Maslow viene insegnata nelle maggior parte delle classi di gestione aziendale ed è raffigurata come una piramide.

Il punto di vista di Maslow è che i bisogni umani fondamentali — la sete, la fame, la respirazione — devono essere soddisfatti prima che l'uomo possa realizzare o preoccuparsi di qualcos'altro. Il livello successivo della piramide è il bisogno di sicurezza. Dopo aver soddisfatto la sete e la fame, gli esseri umani sono preoccupati per la loro sopravvivenza. Se un uomo è costantemente terrorizzato dall'essere mangiato da una tigre, non si preoccuperà di molto altro.




Una volta che gli altri bisogni sono soddisfatti, secondo Maslow, gli esseri umani cercano le esigenze d'appartenenza e di stima. Questi primi quattro bisogni sono considerati esigenze da deficit. Se una persona ne è carente, vi è una motivazione per soddisfare questa necessità. Una volta che viene soddisfatta la particolare necessità, la motivazione si attenua.

Ciò rende diversi questi bisogni dalla necessità in cima alla piramide di Maslow, il bisogno di auto-realizzazione. Il bisogno di auto-realizzazione non è mai soddisfatto, e Maslow vi si riferisce come un bisogno d'essere.

Maslow credeva che solo il 2% delle persone si auto-realizzano. Ciò significa che molti rimangono bloccati un passo o più al di sotto alla ricerca di realizzazione.

Maslow descrisse i bisogni di stima inferiori e superiori. E mentre la forma più alta di stima richiede attributi sani come la libertà, l'indipendenza, la fiducia, e la realizzazione, quella inferiore richiede "la necessità del rispetto degli altri, la necessità di status, la fama, la gloria, il riconoscimento, l'attenzione, la reputazione, l'apprezzamento, la dignità, ed anche il dominio."

La maggior parte dei problemi psicologici si manifestano in questa zona di stima inferiore. Vediamo queste qualità in quasi tutti i politici: la necessità costante di status e di riconoscimento. I fini — compensazione a causa di un complesso di inferiorità — giustificano qualsiasi mezzo Machiavellico.

Così, mentre B.R. pensa che la democrazia è così alla moda, il fatto che la democrazia sia aperta a tutti e a tutti coloro che possono essere a loro volta eletti tramite connessioni, personalità, o ricchezza personale, significa che è un sistema sociale in cui le posizioni di leadership diventato un focolaio per i sociopatici.

B.R. non sembra andare pazzo per il potere ereditato — monarchie — ma come Hans Hoppe sottolinea in The Great Fiction, i governi che resteranno in famiglia hanno molti più incentivi a non rubare dai loro cittadini, a differenza dei custodi a breve termine in una democrazia che hanno tutto l'interesse a prendere il più possibile nel breve tempo che saranno al potere.

B.R. sostiene che è assiomatico che "Tutto quello che dovete fare è convincere la maggioranza degli elettori affinché concordino con voi e con la vostra posizione o con quella del candidato."

Il problema è che democrazia promuove l'opposto della libertà. Come spiega Hoppe:

"Un uomo un voto in combinazione con "l'ingresso libero" nella democrazia, implica che ogni persona e la sua proprietà personale finiscano a portata di mano ed in palio di tutti gli altri. Viene creata una "tragedia dei beni comuni." Si può prevedere che la maggioranza dei "non abbienti" cercherà inesorabilmente di arricchirsi a spese della minoranza dei "ricchi."

Si presume che B.R. sia una persona produttiva che crede di poter influenzare altre persone produttive ad aderire alla sua causa e ad eleggere i giusti politici che mettano in atto le giuste (o eliminare quelle sbagliate) leggi. La storia, temo, ha dimostrato che B.R. si sbaglia.

In una recente intervista, Hoppe — autore di The Great Fiction: Property, Economy, Society, and the Politics of Decline, che può essere vostro gratis, insieme a molto di più, se diventate membri del Laissez Faire Club — ha spiegato:

"E' la democrazia che è causalmente responsabile delle malattie mortali che ci affliggono ora. Il numero di persone produttive è in costante diminuzione, e il numero di persone che consumano parassitariamente il reddito e la ricchezza di queste persone produttive è in costante aumento. Nel lungo periodo questo non può andare avanti."

Infine, B.R. mi accusa di triangolazione. Che io mi stia ponendo "al di sopra di tutto." Il mio messaggio di non voto mi fa sentire meglio, "ma è dannoso," scrive. "Se il buono in mezzo a noi si astiene dal partecipare, allora parteciperà solo il corrotto e, di conseguenza, raggiungerà il governo."

Tuttavia, secondo le parole di Sy Leon, "Una scelta tra i politici non è una scelta — è una resa." E' una resa all'idea che questi abiti vuoti che eleggiamo gestiscano effettivamente il governo giorno dopo giorno. Che un voto per questo o quello significherà un cambiamento a Washington o nella capitale di stato a voi più vicina o al comune.

Non importa chi vince, il governo viene eletto. I milioni di dipendenti pubblici si sveglieranno il 7 Novembre ed arrancheranno verso le loro aree di lavoro assegnate. Marceranno al ritmo del loro tamburo burocratico — come qualsiasi altro giorno. Faranno tutto il possibile per spendere il loro budget, mantenere i loro posti di lavoro, e convincere i funzionari eletti che sono importanti. Non vanno mai via. I politici eletti ed i loro incaricati politici sono decorazioni transitorie; le strutture reali dello stato-nazione sono permanenti e costituiscono il nucleo di quello che viene chiamato "lo stato."

L'idea che è possibile cambiare tutto questo spendendo pochi minuti a fare una scelta illuminata in una cabina elettorale è pura fantasia. Arriva un momento nella vita di una persona in cui deve affrontare i fatti e smettere di credere a Babbo Natale, la Fatina dei Denti, ed al cambiamento attraverso la politica.

H.L. Mencken scrisse: "Il legislatore Americano medio non solo è un asino, ma anche un compagno sinistro, depravato, e briccone."

Non si tratta di una compagnia che vorreste avere o sostenere. Continuare su questa strada vi farà solo stare peggio.

Cordiali saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


martedì 30 ottobre 2012

Prasseologia, Liberalismo ed Applicazioni nella Realtà


La pubblicazione di oggi è molto ricca di contenuti, quindi prendetevi tutto il tempo necessario per dedicarvi la vostra attenzione. Infatti, la traduzione odierna è una sorta di introduzione più che consona alla seguente conferenza/dibattito del professor Valerio Filoso, docente di Economia Monetaria e dei Mercati Finanziari presso la Seconda Università di Napoli. Il pezzo è chiamato "Miti del fallimento di mercato" ed è stato registrato l'otto Marzo 2007 da Radio Radicale.

Durante l'esposizione della sua conferenza il professor Filoso parla ampiamente della Scuola Austriaca e dei suoi principi cardine all'interno della nostra società. I temi toccati sono vari e vi consiglio di ascoltarla pienamente poiché fa una sintesi tanto accurata quanto completa delle diverse "perplessità" che i neofiti del liberalismo si trovano ad affrontare quando impattano con suddetta materia.

Quindi, leggete prima questo breve passaggio tratto dall'Azione Umana di Mises e poi cliccate sul pulsante play.

Durata 1h 41' 34'' (Grazie a Rocco Nuzzo per la segnalazione).






di Ludwig von Mises


Il liberalismo è una dottrina politica. Non è una teoria, ma l'applicazione delle teorie sviluppate dalla prasseologia e specialmente dall'economia per definire i problemi dell'azione umana entro la società.

Come dottrina politica, il liberalismo non è neutrale rispetto ai valori e agli scopi ultimi cercati dall'azione. Esso afferma che tutti gli uomini o almeno la maggioranza della gente tenda all'ottenimento di certi fini, e li informa sui mezzi adatti alla realizzazione dei loro piani. I sostenitori delle dottrine liberali sono assolutamente consci del fatto che i loro principi sono validi soltanto per la gente che accetta questi principi valutativi.

Mentre la prasseologia, e quindi anche l'economia, usa il termine "felicità" ed "eliminazione del disagio" in un senso puramente formale, il liberalismo attribuisce ad esso un significato concreto. Esso presuppone che la gente preferisca la vita alla morte, la salute alla malattia, il nutrimento all'inedia, l'abbondanza alla povertà, e insegna all'uomo come agire in base a queste valutazioni.

È diventata abitudine chiamare queste esigenze materialistiche accusando il liberalismo di crudo materialismo e di trascurare gli scopi "più alti" e "più nobili" dell'umanità. L'uomo non vive di solo pane, dicono i critici, e disprezzano le meschinità e le spregevoli bassezze della filosofìa utilitaria. Tuttavia queste appassionate diatribe sono errate, perché deformano gravemente i principi del liberalismo.

Primo: I liberali non sostengono che gli uomini dovrebbero tendere agli scopi menzionati sopra. Ciò che essi sostengono è che l'immensa maggioranza preferisce una vita di salute e di abbondanza alla miseria, all'inedia ed alla morte. La correttezza di questa enunciazione non può essere contestata. Essa è provata dal fatto che tutte le dottrine anti-liberali — i dogmi teocratici delle varie religioni, i partiti statalisti, nazionalisti e socialisti — adottano la stessa attitudine riguardo a queste istanze. Tutte promettono ai loro seguaci una vita di abbondanza, e mai si sono avventurate a dire alla gente che la realizzazione dei loro programmi pregiudicherà il suo benessere materiale. Insistono  al contrario — che mentre la realizzazione dei piani dei partiti rivali porterà all'indigenza la maggioranza, esse vogliono dare ai loro sostenitori l'abbondanza. I partiti Cristiani non sono meno solleciti dei nazionalisti e dei socialisti nel promettere alle masse un più alto livello di vita. Le chiese d'oggigiorno parlano più spesso d'aumento dei saggi salariali e dei redditi agricoli che dei dogmi della dottrina cristiana.

Secondo: I liberali non disdegnano le aspirazioni spirituali e intellettuali dell'uomo. Al contrario. Essi sono mossi da un ardore appassionato per la perfezione morale ed intellettuale, per la saggezza e l'eccellenza estetica. Ma il loro modo di considerare queste cose alte e nobili è differente dalla cruda rappresentazione dei loro avversari. Essi non condividono l'ingenua opinione che ogni sistema di organizzazione sociale possa riuscire direttamente a incoraggiare il pensiero scientifico o filosofico, a produrre capolavori d'arte e di letteratura e a illuminare le masse.

Si rendono conto che tutto quello che la società può raggiungere in questo campo è di fornire un ambiente che non ponga ostacoli insormontabili sulla via del genio e che liberi abbastanza l'uomo comune dai bisogni materiali, così da renderlo interessato a cose diverse dal puro guadagnarsi il pane. Nella loro opinione il mezzo sociale preminente per rendere l'uomo più umano è quello di combattere la povertà. La sapienza, la scienza e l'arte fioriscono meglio in un mondo di abbondanza che tra gente indigente.

È un'alterazione intenzionale dei fatti biasimare come materialista l'era del liberalismo. Il XIX secolo non fu soltanto un secolo di miglioramenti senza precedenti nei metodi tecnici di produzione e nel benessere materiale delle masse. Esso fece molto di più che estendere la durata media della vita umana. Le sue realizzazioni scientifiche ed artistiche sono imperiture.

Fu un'età di musicisti, scrittori, poeti, pittori e scultori immortali; rivoluzionò la filosofìa, l'economia, la matematica, la fìsica, la chimica e la biologia. E, per la prima volta nella storia, rese i grandi capolavori e i grandi pensieri accessibili all'uomo comune.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


lunedì 29 ottobre 2012

Denaro Fiat e Libertà Fiat

«[...] Ma in qualche modo quelli che invece avrebbero una posizione e una preparazione per capire come funziona, dovrebbero farsi avanti e sparare sulla fottuta "Austerità & Pagare il Nostro Debito" usando una slogan alternativo. Che dovrebbe essere qualcosa come "STAMPARE MONETA E CANCELLARE DEBITO" o "STAMPARE MONETA E RIMBORSARE LE TASSE" o anche "ALLEGGERIMENTO MONETARIO PER IL POPOLO". Perchè se non fai questo, se non crei moneta in fretta per compensare il debito hai il collasso economico come in Spagna.»
Abbiamo appena trasmesso "l'angolo delle demenzialità economiche estreme," ringraziando anche i pirla difensori del corso legale, indispensabile per stampare tanto bel denaro, a sua volta indispensabile per fornire tanti "utili" servizi al cittadino. In questo contesto, il denaro pare essere un prodotto diretto della curiosa dottrina politica che necessita di una costante espansione della massa monetaria per comprare i voti degli elettori, coglionare i lavoratori e addossare la colpa del tutto ai commercianti "cattivi" (che ovviamente sono "onnipotenti," aumentano arbitrariamente i prezzi, e non si capisce per quale motivo pur essendo onnipotenti non li abbiano aumentati l'anno prima). La morale alla fine è sempre quella: quando i cittadini interagiscono tra loro senza imposizioni allora si ha la "disuguaglianza sociale," mentre quando l'Istituzione Pubblica vigila allora abbiamo la giustizia sociale per "quasi" tutti. Poi non ci sorprendiamo se escono notizie come questa.
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di Gary North


Reality Check (23 Ottobre 2012)


E non mi frega niente di un dollaro sotto forma di biglietto verde. Lo spendo il più velocemente possibile. ~ Hoyt Axton


È qui che Hoyt ed io in parte concordiamo. Mi importa dei dollari sotto forma di biglietti verdi, sia in teoria che in pratica. Anche voi dovreste.

Ogni volta che il governo ha il controllo del denaro – cioè sempre – ciò significa che gli uomini liberi non sono in controllo delle proprie vite. Le loro decisioni come acquirenti e venditori sono consentite solo entro i confini del governo nazionale, la banca centrale e le banche commerciali. Possiedono un monopolio legale (in realtà, un oligopolio) sul denaro.

Ai politici piace il denaro fiat perché permette loro di comprare voti e cariche. Ai banchieri piace il denaro fiat perché permette loro di acquistare beni, servizi, cariche e potere.

Questo business del governo è universalmente lodato in ogni libro di testo d'economia a livello universitario. Lodano l'economia del cartello dei banchieri. Il governo è l'esecutore di questo cartello. I libri di testo non parlano delle posizioni rivali.

Ci sono due scuole d'opinione economica che si oppongono a questo cartello. La Scuola Austriaca vi si oppone. Raccomanda l'eliminazione di ogni intervento del governo nel mercato monetario, oltre all'applicazione dei contratti. Anche i Greenbacker vi si oppongono. Vogliono un monopolio totale del governo sul denaro. Tutte le banche saranno di proprietà del governo.

Così, i cittadini devono fare una scelta tra questi punti di vista rivali: fiducia nel libero mercato o fiducia nello stato.

Gli Austriaci sostengono che non è sicuro fidarsi dello stato. Lo stato è lì per espandere il suo potere su tutti coloro che sono sotto la sua autorità. Il controllo sul denaro è di vitale importanza nel programma dello stato di espansione del suo potere. Pertanto, se si raccomanda il denaro fiat, si raccomanda necessariamente una libertà fiat. Si oppongono alla soluzione dei Greenbacker di un'alleanza governo-banchieri, vale a dire, il monopolio del governo sul denaro.

Recentemente, i Greenbacker hanno ricevuto il sostegno da una fonte improbabile: un articolo pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), un'organizzazione che impone il suo potere sul sistema bancario Occidentale. Utilizza garanzie sui prestiti forzate sugli elettori per tirare fuori dai guai governi e banche in bancarotta. L'articolo ha elogiato la proposta presentata per la prima volta dal mondo accademico durante la Grande Depressione, ma che era stata promossa dalla Sinistra politica negli Stati Uniti sin dal 1880: il Greenbackismo.

In Gran Bretagna, un giornalista si è fatto promotore di questa soluzione. Dice di non capirla, ma pensa che valga la pena considerarla.

Non è degno di considerazione, se non come un esempio di teoria economica davvero sbagliata e di storia monetaria anche peggiore.



EVANS-PRITCHARD: GREENBACKER

Ambrose Evans-Pritchard ha superato se stesso legando una serie di fatti storici infondati tenuti insieme da una teoria monetaria davvero folle.

Il suo articolo comincia con un titolo che annuncia una sciocchezza assoluta: Un piano epico del FMI per scongiurare il debito e detronizzare i banchieri. Si riferisce ad un articolo pubblicato dal FMI. All'inizio di questo articolo, leggiamo questo:

Questo Documento di Lavoro non dovrebbe essere considerato come il punto di vista del FMI. Le opinioni espresse in questo Documento di Lavoro sono quelle dell'autore/i e non rappresentano necessariamente quelle del Fondo Monetario Internazionale o della politica del FMI. I Documenti di Lavoro descrivono la ricerca in corso da parte dell'autore/i e sono pubblicati per suscitare commenti e dibattito.

In breve, il suo titolo è fraudolento. Inganna i lettori.

Poi comincia:

Allora esiste una bacchetta magica dopo tutto. Un documento rivoluzionario emesso dal Fondo Monetario Internazionale afferma che si potrebbe eliminare il debito pubblico netto degli Stati Uniti in un colpo solo, e di conseguenza fare la stessa cosa per la Gran Bretagna, la Germania, l'Italia o il Giappone.

In breve, comincia negando il fatto fondamentale della teoria economica e pratica: NEUCCUPG. Non esiste una cosa come un pasto gratuito.

L'articolo prosegue in discesa da qui.



SALVEZZA ATTRAVERSO IL DENARO FIAT

Ecco il suo riassunto delle conclusioni del saggio FMI:

Si potrebbe tagliare il debito privato del 100 % del PIL, rilanciare la crescita, stabilizzare i prezzi e detronizzare i banchieri, tutto allo stesso tempo. Si potrebbe fare in modo pulito e indolore, per ordine legislativo, molto più rapidamente di quanto si possa immaginare.

Questo è l'equivalente della macchina a moto perpetuo. Si tratta di Tremotino con una stampante.

Il gioco di prestigio è quello di sostituire il nostro sistema di denaro creato da una banca privata – circa il 97% della massa monetaria – con un sistema di  stato che crea il suo denaro.

Questo è Greenbackismo con un altro nome. Ho avuto a che fare con questo prima.

E continua:

Torniamo alla norma storica, prima che Carlo II mettesse in mani private il controllo della moneta con l'English Free Coinage Act del 1666.

Nella misura in cui vi è una norma storica di una moneta di successo, quella è la moneta d'oro dell'impero Bizantino che è rimasta invariata da circa il 325 fino a circa il 1000. Questo è l'unico esempio conosciuto nella storia umana di un sistema monetario che ha mantenuto una stabilità per oltre 500 anni.

In particolare, questo consiste in un assalto alla "riserva frazionaria." Se i creditori sono costretti a versare il 100% come riserva per i depositi, perdono l’esorbitante privilegio di creare denaro dal nulla.



LIBERO MERCATO O STATO?

Sorge allora la domanda: Quale assetto istituzionale può raggiungere questo obiettivo? Il libero mercato o il governo nazionale? Difende la sua teoria appellandosi allo stato sovrano. Oro o argento? Lungi da me. Eppure nel 1962 Murray Rothbard scrisse The Case for a 100% Gold Dollar. Invocava l'abolizione della riserva frazionaria.

La nazione riacquista il controllo sovrano sull'offerta di moneta. Non ci sono più banche coinvolte e nemmeno cicli con alti e bassi di credito. Il gioco di prestigio contabile farà il resto. Questo è l'argomento.

Come è possibile che ora possiamo fidarci dello stato moderno con autorità sul denaro? Come è possibile che intenderà promuovere e far rispettare la riserva al 100%? Non l'ha mai fatto in passato. Questa è la norma storica.



IL PIANO DI "CHICAGO"

Cita un articolo scritto da due economisti sconosciuti, Jaromir Benes e Michael Kumhof. Dice che sta acquisendo lo status di "culto con sostenitori in tutto il mondo." Non sono ben informato sui seguaci di questo culto, ma rispetto al sommario di Mr. Evans-Pritchard, penso che il nome  "culto" sia appropriato.

Si chiama  "The Chicago Plan Revisited", e fa rivivere il primo schema proposto dai professori Henry Simons e Irving Fisher nel 1936 durante il fermento del pensiero creativo alla fine della Grande Depressione.

Ah, sì: Irving Fisher. L'uomo che nel Settembre 1929 disse che non ci sarebbe stato alcun calo nel mercato azionario, e che poi perse la sua fortuna personale ed anche quella di sua cognata. Capite, un vero esperto. Trascorse il resto della sua carriera a difendere due cose: il denaro fiat e l'eugenetica.

Ludwig von Mises dedicò una sezione del suo Theory of Money and Credit (1912) ad una confutazione delle opinioni di Fisher. Sono argomenti vecchi. Sono stati esposti come insostenibili un secolo fa. Il sistema degli indici nunerici di Fisher è alla base della moneta manipolata, e questo aumenta il potere dello stato. Mises scrisse:

E' un grave errore immaginare che i metodi suggeriti da teorici monetari e statistici valutari possano portare a risultati univoci che renderanno indipendente la determinazione del valore del denaro dalle decisioni politiche dei partiti di governo. Un sistema monetario in cui vengono controllate le variazioni del valore del denaro e dei prezzi delle materie prime con la cifra calcolata da statistiche dei prezzi non è in minima misura meno dipendente da influenze governative rispetto a qualsiasi altro tipo di sistema monetario in cui il governo è in grado di esercitare un'influenza sui valori (p. 407).

Evans-Pritchard continua.

Irving Fisher aveva pensato che i cicli di credito portano ad una concentrazione malsana di ricchezza. Vide  con i propri occhi nel 1930 i creditori opprimere i poveri agricoltori, sequestrando la loro terra o comprandosela per un tozzo di pane.

Vide che? Forse è così. Vide anche il mercato azionario renderlo un povero. L'Università di Yale gli concesse un affitto gratuito, per quanto era indigente.

Ma, alla fine, i contadini trovarono il modo di difendersi, mettendosi insieme  e  inventando le “Aste a un dollaro", comprandosi a vicenda le loro proprietà e poi ricomprandosele. Qualsiasi estraneo che avesse cercato di fare offerte superiori sarebbe stato picchiato a sangue.

Capisco. Giustizia dei forconi. Niente di tutta questa roba dei contratti. La coercizione privata funziona molto meglio.



FANATICI MONETARI

Benes e Kumhof sostengono che il trauma del ciclo del credito – causato dalla creazione di denaro da parte di privati – ha radici profonde nella storia e si trova già alla base della cancellazione del debito nelle religioni antiche della Mesopotamia [sic] e del Medio Oriente.

C'è voluta la coercizione dello stato per porvi fine, almeno così sostengono.

Quali sono le loro fonti? Lo storico monetario Greenbacker, Alessandro del Mar. Chi altro? Il Greenbacker Stephen Zarlinga. E poi, la ciliegina sulla torta: tre volumi del chimico diventato fanatico monetario, Frederick Soddy – anche un altro di cui non avevo mai sentito parlare. Sono in vantaggio. Non sono quasi mai stato in vantaggio nella bibliografia dei fanatici monetari. Ho raccolto questa letteratura per 50 anni. Potete leggere il loro lavoro qui.

Il legislatore Ateniese Solone mise in atto il primo vero Piano Chicago/New Deal nel 599 a.C. per ridurre le sofferenze degli agricoltori provocate dagli oligarchi che beneficiavano dei vantaggi del conio della moneta privata. Cancellò tutti i debiti, restituì le terre confiscate dai creditori, fissò i prezzi delle materie prime (cose molto simili a quello che fece Franklin Roosevelt), e consapevolmente cominciò a coniare moneta emessa dallo stato "senza-debito".

In breve, violò il contratto. Svalutò la moneta. Agì proprio come FDR, ci viene detto.

Abbastanza vero. Infatti, è proprio così.



STATALISMO ANTICO

I Romani inviarono una delegazione per studiare le riforme di Solone 150 anni dopo e copiarono le sue idee, per creare il loro proprio sistema a denaro fiat, poggiato sulla Lex Aternia del 454 a.C.

Avete mai sentito parlare di ciò? No. Gli autori hanno fornito delle note? No.

Diventarono la base del sistema monetario Romano dal 454 a.C. (Lex Aternia) fino al tempo delle guerre Puniche [Peruzzi (1985)]. Fu in questo periodo che venne stabilito un collegamento tra queste conoscenze antiche sul denaro e le interpretazioni più moderne. Ciò avvenne attraverso gli insegnamenti di Aristotele che ebbero un influsso determinante sul pensiero Occidentale. Nell'Etica, Aristotele enuncia chiaramente la teoria del denaro statale/istituzionale, e rifiuta qualsiasi concetto di denaro-merce o basato sugli scambi, dicendo: "Il denaro non esiste in natura, ma deriva dalla legge." I Dialoghi di Platone contengono opinioni simili [Jowett (1937)]. Questa intuizione si è riflessa in molti sistemi monetari del tempo, che in contrasto con un pregiudizio popolare tra gli storici monetari si basavano su valute fiat coperte dallo stato piuttosto che su denaro-merce. Gli esempi includono il sistema Spartano di grande successo (ca. 750-415 a.C.) introdotto da Licurgo, che era basato su dischi in ferro a basso valore intrinseco, il sistema Ateniese del 390-350 a.C. a base di rame, e, soprattutto, il primo sistema Romano (ca. 700-150 a.C.) che si basava su tavole di bronzo, e poi monete, il cui valore del materiale era di gran lunga inferiore al loro valore nominale.

Atene era statalista fino al midollo. Lo era anche Sparta. Si basavano sulla schiavitù. I loro cittadini dichiaravano che la vita era degna di essere vissuta solo come parte della polis. Lo insegnavano Socrate, Platone ed Aristotele. Entrambe le città crearono imperi. Combatterono una lunga guerra l'una contro l'altra utilizzando il denaro fiat. Si distrussero a vicenda, fino alla loro facile conquista da parte dello studente di Aristotele, Alessandro Magno.

Questi dovrebbero rappresentare il nostro modello?

Si tratta di una leggenda – innocentemente raccontata dal grande Adam Smith – sul denaro usato come mezzo di  scambio basato su materie prime o legato all’oro. L'oro è stato sempre molto apprezzato, ma questa è un'altra storia. Gli amanti del prezioso metallo spesso confondono le due questioni.

Se leggete la Bibbia, scoprite che l'oro e l'argento hanno funzionato come denaro. Ma i falsari truffavano. Il profeta Isaia chiamò i governanti a rendere conto della loro moneta degradata. "Il tuo argento s’è cangiato in scorie, il tuo vino è stato tagliato con acqua." (Isaia 1:22). Evans-Pritchard non menziona nulla di tutto ciò.

Studi antropologici dimostrano che la moneta come mezzo di scambio ebbe inizio nella notte dei tempi. Gli Spartani vietarono le monete d'oro e le sostituirono con dischi di ferro di poco valore intrinseco. Gli antichi Romani utilizzavano tavolette di bronzo. Il loro valore era stato interamente determinato dalla legge – una dottrina spiegata da Aristotele nella sua Etica - come il dollaro, l'euro o la sterlina di oggi.

Questa è la teoria monetaria standard dei Greenback: lo stato attribuisce valore al denaro. Il libero mercato è un optional.

Dato di fatto: ogni stato che ha sostenuto questa teoria ha distrutto la sua moneta.

La mancanza di documentazione storica è notevole.

Alcuni sostengono che Roma cominciò a perdere il suo spirito di solidarietà quando permise ad una oligarchia di emettere privatamente monete a base di argento durante le Guerre Puniche. Il sistema di controllo scivolò dalle mani del Senato. Si potrebbe chiamare il sistema bancario ombra di Roma. L'evidenza suggerisce che poi divenne una macchina per l’accumulazione della ricchezza delle elite.

Quali prove? Pubblicate dove?

Un controllo sovrano incontrastato o Papale sulle valute continuò per tutto il Medioevo fino a quando l'Inghilterra ruppe i clichè nel 1666. Benes e Kumhof dicono che questo fu l'inizio dell’epoca delle bolle finanziarie.

Sulla base di quali documenti storici? Non esisteva un tale controllo Papale. La storia Medievale non ha lasciato nulla di simile ai dati moderni sull'economia. Non è possibile costruire una storia completa del ciclo economico sulla base dei documenti esistenti.



LA "MAGIA" DEL DENARO FIAT

Ora va a due professori d'economia, Fisher e Henry Simon. Nessuno dei due persuase uno dei loro coetanei sulla loro teoria delle riserve al 100% e del denaro fiat al 100%.

Gli autori originali del Piano di Chicago dovevano fronteggiare la Grande Depressione. Credevano di poter evitare il caos sociale causato dalle forti oscillazioni dei boom e dei bust senza bloccare il dinamismo economico.

Il benefico effetto collaterale delle loro proposte portò al passaggio dal debito pubblico ad un surplus nazionale, come per magia. "Poiché le banche con il Piano di Chicago devono prestare tutte le riserve nelle loro tesorerie per coprire totalmente le passività, il governo acquisirebbe in questo modo un grande risparmio nei confronti delle banche. La nostra analisi rileva che il governo restò con un debito molto più basso, di fatto negativo, senza l’onere netto del debito."

Per magia. Nessuno nel governo o nel mondo accademico li credette. Nessuno avrebbe dovuto crederli.

Il documento del FMI dice che il totale delle passività del sistema finanziario degli Stati Uniti – incluso il sistema  bancario ombra – è circa al 200% del PIL. La nuova regola sulle riserve sarebbe una manna e potrebbe servire ad un "enorme ri-acquisto del debito privato", forse del 100% del PIL.

Ci credete? Lo capite? E' chiaro che Evans-Pritchard non lo capisce.



SCAMBIO OBBLIGATORIO

Quale "ri-acquisto"? Acquistato con che cosa? A quali condizioni? Con quale autorità? Governato da quale agenzia? Costretto con quale minaccia?

Mentre Washington potrebbe emettere molto più denaro fiat, non sarebbe rimborsabile. Diverrebbe patrimonio netto della repubblica, non il suo debito.

Capisco. Patrimonio netto della repubblica! Un ente governativo dice che è patrimonio netto. Naturalmente, non esiste un mercato organizzato dei capitali per questo. Non è dovuto da qualcuno a qualcun'altro. Non è un contratto legale. Ma è patrimonio netto della repubblica.

Abbiamo già visto tutto questo. Questa era la teoria economica che sosteneva l'emissione di denaro fiat da parte del governo della Rivoluzione Francese. C'è un libro su questo argomeno, Fiat Money Inflation in France. Fu pubblicato nel 1896. E' un peccato che i due economisti ed Evans-Pritchard sembrano non esserne a conoscenza.

La chiave del Piano di Chicago era la separazione tra "funzioni monetarie e creditizie" del sistema bancario. "La quantità di denaro e la quantità di credito diverrebbero completamente indipendenti l'una dall'altra."

I finanziatori privati non sarebbero più in grado di creare nuovi depositi "ex nihilo". Il nuovo credito bancario dovrebbe essere finanziato solo da nuovi utili.



CHI CONTROLLA IL FLUSSO DI CAPITALE?

Allora chi deciderà chi ottiene il capitale?

"Il controllo della crescita del credito sarebbe molto più semplice perché le banche non sarebbero più in grado, come lo sono oggi, di creare fondi propri, depositi, nell'atto di fare prestiti, un privilegio straordinario di cui non gode nessun altro tipo di business", dichiara il documento del FMI.

Anche in questo caso, chi tiene i cordoni della borsa? Il governo. Ma quale agenzia? Gestita da quali principi?

"Piuttosto, le banche potrebbero diventare quello che molti erroneamente credono che siano oggi, degli intermediari puri che devono ricevere finanziamenti esterni prima di essere in grado di fare prestiti."

Intermediari puri? Intermediari puri per chi?

Per la prima volta la Federal Reserve avrebbe un controllo reale sull'offerta di moneta, cosa che rende più facile gestire l'inflazione.

Capisco. Un cartello quasi-privato deciderà chi ottiene ciò che è denaro.

Fu proprio per questo motivo che Milton Friedman chiese, nel 1967, che le riserve bancarie coprissero il 100 % dei prestiti. Anche gli operatori sul libero mercato implicitamente hanno chiesto un giro di vite sul denaro privato.

Era un devoto seguace dell'approccio statistico di Fisher alla teoria monetaria. Ma non sosteneva una riserva bancaria al 100%. Non rimase fedele ad alcuna linea politica, o anche definizione di denaro.

Il cambio può comportare un aumento del 10% sulle spese economiche di lungo termine. "Nessuno di questi benefici servirà a diminuire le spese per la funzionalità di un sistema finanziario privato."

Si tratta di denaro fiat basato su uno scambio obbligatorio di IOU giuridici (contratti) in possesso di privati in cambio di "titoli" emessi dal governo (o dalla FED?) che non hanno una definizione, mancano di base contrattuale, e non hanno mercati dei capitali.



ANDARE ALLA CIECA

Conclude con questo.

Simons e Fisher andavano alla cieca nel 1930. Non disponevano dei moderni strumenti necessari per incrociare i numeri, quindi il team del FMI ora l'ha fatto per loro – utilizzando il modello stocastico "DSGE" ora di rigore nelle alte economie, amato e odiato in egual misura.

Quindi andavano alla cieca. I loro discepoli vanno alla cieca ancora oggi.

Il risultato è sorprendente. Simons e Fisher sottovalutarono le loro rivelazioni. Forse è possibile affrontare i capi della plutocrazia bancaria senza mettere in pericolo l'economia.

Capisco. La Federal Reserve debellerà la plutocrazia bancaria, così come ha fatto più e più volte fin da quando è stata inaugurata nel 1914.

Benes e Kumhof fanno affermazioni di grande importanza. Tanto che mi lasciano perplesso, ad essere onesti.

Lasceranno perplesso ogni lettore con una minima conoscenza della teoria monetaria o della storia monetaria.

Fare questo in modo permanente in tempo di pace richiederebbe cambiare il carattere del capitalismo occidentale.

Ha capito bene!

Probabilmente, soffocherebbe la libertà e metterebbe sul trono uno stato Leviatano. Alla lunga potrebbe essere ancora più spiacevole di un dominio dei banchieri.

Ha capito bene, anche qui.

Personalmente, sono molto lontano dal raggiungere una conclusione in questo straordinario dibattito. Lasciamo correre, e aspettiamo che si litighi fino a quando non si saranno chiariti questi concetti.

Questi argomenti meritano effettivamente di essere gettati via. Non dalla finestra. Giù per lo scarico.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


sabato 27 ottobre 2012

Stavolta Non E' Affatto Diverso





di Francesco Simoncelli


Peculiare di ogni crescita economica è la frase di rito che accompagna qualsiasi tentativo di zittire coloro che avanzano delle critiche, "Questa volta è diverso." Sapete, sembra proprio una di quelle frasi che si potrebbero udire in una piazza in cui una folla esterrefatta guarda attonita una mandria di economisti mainstream fustigarsi la schiena per non sentire le voci della ragione avanzate da coloro che dalla folla tentano di fermare questo scempio. Un ritorno al Medioevo? Forse è quello che ci attende, data la mole di devozione che bisogna porgere all'apparato burocratico statale che si fa sempre più ingerente. Ormai è idolatrato. Rappresenta il massimo della divinizzazione, è puro, senza peccato, capace di distinguere senza errore il bene dal male, incapace di sbagliare una singola mossa. Nessuno può contrastare il suo volere, l'aristocrazia di cui è costituito è la vera regina dei suoi editti e delle sue volontà: la burocrazia. La crescita del suo potere sta oscurando le ultime vestigia di libertà in possesso degli individui, un nuovo periodo tenebroso si sta appropinquando.

La sua è una lotta per la sopravvivenza. La sopravvivenza della sua presa sulla popolazione. Metterà in campo ogni mezzo, metterà in campo ogni teoria che può giustificare la sua sconsideratezza e la sua lascivia, metterà in campo ogni tipo di tattica per conservare lo status quo. Ma il privilegio ha un prezzo. Inebriata dal potere, la burocrazia non riesce a vederlo o non vuole vederlo dato che determina la sua inevitabile fine. E' per questo che ha tentato di trasformare l'indole umana sibilando nel suo orecchio quel meschino sentimento d'odio: il conflitto. Si è insinuata nel mondo con leciti sotterfugi, ingigantendo le sue folli promesse. Ha creato un apparato di falso sostegno a cui gli individui avrebbero potuto ricorrere in caso di ingiustizie. Ingiustizie che essa stessa faceva trapelare nel mondo esterno, ergendosi di conseguenza da nemica ad amica della popolazione.

La burocrazia ha saputo sfruttare il lato oscuro dell'indole umana: ottenere qualcosa in cambio di niente. Ha annientato progressivamente la responsabilità individuale, la cooperazione tra le persone. Ha incapsulato l'individuo in un guscio ermetico rendendolo incapace di comunicare con i suo pari. E' questo quel sentimento di inermità che si prova quando si ascoltano le costanti notizie di corruzione che tempestano ultimamente nei media mainstream. "A chi rivolgersi se coloro che dovevano proteggermi sono dei farabutti?"

Vorticosamente, l'individuo si perde in folli schemi di rivoluzione che porteranno semplicemente energia alla casta burocratica che nel tempo si è scavata una nicchia sicura all'interno dell'animo umano, infatti non si riesce ad immaginare il superamento dello stato attuale delle cose. Non esiste possibilità oltre lo stato. Il compromesso di una falsa sicurezza ha imbrigliato la volontà progressiva e di miglioramento degli individui. Ha annullato sapientemente quegli stimoli che hanno portato il genere umano a migliorare la sua condizione precaria nel corso del tempo. Attraverso la subdola propaganda della sicurezza e della lotta all'incertezza ha venduto un prodotto civetta alle persone: io ho la risposta a tutto, fidatevi. Senza stimoli e costantemente relegati ad attori passivi dello spettacolo della propria vita, le persone hanno delegato crescentemente ogni aspetto della propria vita a quell'apparato di coercizione e forza che si erge a cavaliere senza macchia.

Non è possibile progresso senza stimoli. Non è possibile una crescita senza stimoli. La tanto decantata crescita economica non ci sarà perché ormai è palese che lo stato e la sua pianificazione centrale sono il problema. Le sue promesse sono vuote, i suoi metodi brutali, i suoi esiti infausti. Non ci sarà futuro.

E' stata proprio quell'incertezza che tanto viene verbalmente massacrata a consentire alle persone di migliorare la propria posizione nel corso dei secoli. La loro libertà di unirsi e porre rimedio alle difficoltà che la natura poneva loro davanti ha fatto in modo che la sopravvivenza del'umanità arrivasse fino ad ora. Lo stimolo di vincere e sopraffare le crescenti sfide a cui la natura sottoponeva l'uomo erano il cardine e la spinta del suo potenziale e, una volta superate, del suo effettivo successo. La vittoria individuale di ogni persona risiede solo in sé stessi, non ha bisogno di una folla.

Scrisse Thoreau:

[...] Quando dialogo con i più indipendenti dei miei vicini, ho l'impressione che, qualsiasi cosa essi possano dire riguardo l'ampiezza e la serietà del problema, e la loro preoccupazione per la pace pubblica, il succo della questione è che essi non possono fare a meno della protezione dell'attuale governo e che hanno paura delle conseguenze che deriverebbero alle loro proprietà e alle loro famiglie in caso di disobbedienza. Per parte mia, non mi attrae proprio l’idea che debba mai confidare nella protezione dello Stato. Ma se mi rifiuto di accettare l'autorità dello Stato quando mi presenta il conto delle tasse, sono certo che quanto prima esso esproprierebbe e porterebbe alla rovina tutte le mie proprietà, e tormenterebbe me e i miei figli all'infinito. La qual cosa è dura da sopportare. Ciò rende impossibile ad una persona vivere onestamente, e al tempo stesso confortevolmente, sul piano materiale. Non varrebbe la pena accumulare proprietà; la cosa sicura è che esse ci sfuggirebbero di mano. Devi vivere in affitto o occupare un pezzo di terra da qualche parte, ottenere un piccolo raccolto, e consumarlo al più presto. Si deve vivere per sé e fare sempre affidamento su sé stessi per qualsiasi eventualità ed essere pronti a ripartire da zero e non occuparsi di molte faccende. Una persona può diventare ricca persino in Turchia, basta che sia, in ogni caso, un suddito diligente del governo Turco. Confucio ha detto: "Se uno Stato è governato dai principi della ragione, povertà e miseria sono oggetto di vergogna; se uno Stato non è governato dai principi della ragione, ricchezze e onori sono oggetto di vergogna." No: fino al momento in cui esigo che la protezione dello stato del Massachusetts si estenda a me in qualche lontano porto del Sud, dove la mia libertà corre rischi, o fino a quando sono orientato unicamente a costruire una proprietà con mezzi pacifici, mi posso permettere di rifiutare di obbedire allo stato del Massachusetts, e alle sue pretese sulla mia proprietà e sulla mia vita. Mi costa meno, in tutti i sensi, incorrere nell'ammenda che si applica in caso di disobbedienza allo Stato di quanto non mi pesi obbedire. In quest'ultimo caso mi sentirei come se valessi di meno.



LA NASCITA DEL DRAGONE

Dopo la tremenda e sanguinosa dittatura comunista di Mao, nonché delle sue disastrose politiche economiche, la Cina vide una luce in fondo al tunnel con la riforma agricola di Deng Xiaoping. Vennero intrapresi piccoli passi verso il sentiero capitalista come la privatizzazione dell'agricoltura, la legalizzazione della libera impresa e l'apertura ai mercati dei capitale esteri. Ciò traghettò la Cina verso una crescita negli anni '80, incoraggiata anche dalla popolazione e dalla sua voglia di liberalizzazione economica. Una sorta di rinascimento economico, come quello incoraggiato dalla letteratura di Smith e Hume che culminò nel XIX secolo con la grande crescita dell'Occidente. In particolare degli Stati Uniti. Infatti, il periodo tra il 1827 ed il 1914 fu un secolo d’oro per l’economia Americana.

Quindi, la strategia della liberalizzazione economica, della modernizzazione e dello sviluppo delle infrastrutture ripagò l'economia Cinese con un tasso di crescita del PIL del 9.5% dal 1978 al 2010, contribuendo a far uscire centinaia di milioni di Cinesi dalla povertà. Infatti le necessità di urbanizzazione, dato l'afflusso di nuove persone che abbandonavano i villaggi poveri, andò a costituire una forte costruzione di nuove città. Abitazioni e fabbriche rappresentavano il nuovo trend della crescita Cinese, nonché il bisogno di migliori standard di vita da parte della popolazione. Sebbene la Cina stesse crescendo ad un ritmo galoppante da due decenni, è solo di recente che è entrata nei ranghi delle economie più grandi del mondo ed a ricevere attenzioni da potenziali investitori e consumatori. Ad oggi, la Cina è la seconda super-potenza del mondo dopo gli USA.

Il crescente desiderio della Cina di essere comunista solo sulle carta condusse ad una privatizzazione su larga scala delle imprese gestite dallo stato all'inizio degli anni '90, con una decrescita del 48% di tali imprese tra il 2001 ed il 2004.[1]



L'ESTINZIONE DEL DRAGONE

Dopo tre decenni di crescita galoppante, l'economia della Cina iniziò a surriscaldarsi nel 2007 ed a mostrare segni di eccessiva esuberanza, come una breve bolla nel mercato azionario.




La crisi finanziaria che risucchiò le economie Occidentali causò un calo delle esportazioni in Cina mandando nel panico l'establishment Cinese che iniziò subito a prendere provvedimenti. Nel Novembre 2008, la Cina lanciò un massiccio programma di stimolo da $586 miliardi che era principalmente indirizzato a progetti pubblici, al settore immobiliare, allo sviluppo agricolo e alla ricostruzione di quelle aree distrutte dal terremoto del 2008. Tale stimolo alleviò temporaneamente i problemi che bussavano alla porta della Cina, ma tale politica ha delle ripercussioni: l'inflazione, la speculazione e la sete di costruzione si impadronirono dell'economia Cinese mentre il denaro appena creato iniziava ad inondare l'economia più ampia. Da qui, nacquero i semi della gigante bolla immobiliare Cinese.


Lo stimolo economico, sotto forma di denaro fiat creato dal nulla, è il modo più immediato (e peggiore!) per creare una crescita economica. Questi pacchetti di stimolo servono come escamotage per truccare i dati e fare in modo che l'attuale establishment sia osannato per aver d'improvviso trovato la pietra filosofale dell'economia. E' un'illusione. Ritarda gli aggiustamenti necessari al prezzo di maggior dolore nel futuro. Fa appello al lato oscuro dell'uomo, crea un'illusione di sicurezza che vuole essere perpetuata nel tempo dagli stessi che vengono imbrogliati in prima istanza. In questo modo si crea un circolo vizioso che prevede che l'entità centrale risolva i problemi che essa stessa ha causato. Quali problemi? Falsa occupazione, attività finanziate artificialmente, inflazione.

Il problema con i pacchetti di stimolo artificiale è che svalutano furtivamente la moneta facendo in questo modo calare il potere d'acquisto di coloro che ricevono per ultimi il nuovo denaro creato. Questa tassa furtiva deruba silenziosamente i risparmiatori ed i salariati fissi. Non solo, tale denaro una volta che penetra nell'economia più ampia lo fa in modo disordinato e da luogo ad attività finanziate artificialmente fintanto che tale flusso di denaro fiat viene mantenuto vivo dalla banca centrale. Questi sono progetti d'investimento che in un clima economico privo di distorsioni non sarebbero stati intrapresi. In questo modo, le risorse scarse vengono incanalate in attività in bolla chiamate "investimenti improduttivi." Data la loro improduttività hanno bisogno di quantità di denaro sempre crescenti, ma questo significherebbe la distruzione totale di un'economia. Quindi, alla fine, la banca centrale tira il freno a mano.

Sin dal lancio di questo pacchetto di stimolo l'economia Cinese è cresciuta del 90% in tutto il 2009. Il consumo Cinese di cemento e la spesa nelle costruzioni sono subito schizzati in alto mentre venivano costruito edifici sempre più stravaganti ma, cosa più importante e degna di nota, vuoti. Non solo, ma l'ipotesi che avvalorava ancora di più l'enorme pompaggio di una bolla nell'economia Cinese era la fretta con cui venivano portati a termine questi progetti, proprio per il fatto di poter cavalcare la bolla senza uscirne "perdenti." Questo intaccava non poco la qualità delle opere concluse. Ad esempio: questo ponte chiuso una settimana dopo la sua inaugurazione per problemi di sicurezza, l'incidente del cosiddetto treno più veloce del mondo ed i relativi problemi elettrici, la nuova autostrada crollata dopo il suo test, ecc.

Le bolle economiche ed i boom del credito vanno di pari passo, e la Cina non fa eccezione.




I governi locali della Cina hanno finanziato i loro progetti di costruzione senza senso attraverso una bolla del credito "subprime" da $1.7 bilioni, di cui $540 miliardi è probabile che siano cattivi debiti. L'elenco degli avvertimenti e degli allarmi circa la situazione pericolante della Cina potrebbe andare avanti (ad esempio Ficht, il FMI e Larry Lang hanno costantemente sottolineato il disastroso stato del settore bancario Cinese nel corso del tempo), ma quello che conta qui è comprendere come la rapida crescita economica Cinese combinata con una bolla del credito in espansione ed un pacchetto di stimolo artificiale del governo abbiano rappresentato terreno fertile per l'inflazione che ha colpito con affitti in aumento e prezzi alimentari crescenti.

Indice dei prezzi delle proprietà in Cina
Così alta inflazione, tassi d'interesse reali negativi ed opzioni d'investimento limitate hanno incoraggiato la popolazione a "rifugiarsi" nel settore immobiliare per proteggere i propri risparmi contro l'inflazione, fornendo maggiore carburante al settore delle costruzioni principalmente "scelto" dai governi locali come sbocco dei nuovi investimenti resi possibili dal pacchetto di stimolo artificiale. Dal 2007 al 2011 i prezzi degli immobili sono saliti di un incredibile 140% a livello nazionale, dimostrando ancora una volta che l'uomo ha una certa resistenza ad imparare dai propri errori. Soprattutto quelli commessi in precedenza dai fessi in America che credevano che gli immobili erano come verdure da comprare e "rifinanziare" un giorno sì e l'altro anche. Questi ingredienti hanno creato una delle bolle immobiliari più tremende mai viste sino ad ora, peggiore di quella Americana e di quella Spagnola, con i governi locali che hanno alimentato ancora di più la bolla per ripagare i debiti precedenti ed un totale di 64 milioni di appartamenti vuoti (senza contare le altre costruzioni). Ad oggi, abbiamo intere città sull'orlo della bancarotta, inversione massiccia nei settori gonfiati dalla spesa sconsiderata, e conseguenze profonde nelle altre economie. Soprattutto in Oceania e negli Stati Uniti.

Le cosiddette "conseguenze non volute" sono sempre dietro l'angolo. Infatti, la bolla Cinese ha contribuito a sostenere altre due bolle: quella immobiliare e delle materie prime in Australia, e l'enorme bolla obbligazionaria legata ai bond del Tesoro degli Stati Uniti. Entrambe sono connesse al fato della Cina, ma mentre l'Australia potrebbe avere grossi guai dall'inversione di tendenza Cinese al momento gli Stati Uniti possono bearsi dal rinnovato interesse Giapponese per la carta straccia Americana. Se poi ci aggiungiamo il rinnovato interesse del Giappone per il seppuku, attraverso ulteriori giri di QE, capiamo benissimo la natura di questo trend.




D'altronde era lo stesso gioco a cui giocava la Cina fino a poco tempo fa. Prestando denaro allo zio Sam la Cina ha stampato denaro e comprato gli IOU Statunitensi, impoverendo di conseguenza la propria popolazione a vantaggio di un piccolo settore economico: le esportazioni. La svalutazione dello Yen ha reso il dollaro più forte e capace di comprare maggiori prodotti in Cina, spingendo le industrie presenti sul territorio a delocalizzare in Cina (ad esempio) per cercare di competere sul mercato. Gli Americani, quindi, perdono il proprio lavoro, smettono di pagare le tasse ed iniziano a raccogliere i sussidi del governo.

Questo vuol dire che lo zio Sam avrà ancor meno entrate ed ancor più spese. Nel frattempo, le persone che hanno ancora un lavoro sono disperate nel mantenerlo, così tendono a lavorare di più ma non a ricevere più denaro. Quando il dollaro vale meno e non se ne guadagnano di più, siamo in stagflazione. Ed è per questo che lo zio Sam si ritrova nel Comma 22: non può aumentare le tasse o tagliare la spesa senza far peggiorare la recessione.

E non può far creare più denaro alla Federal Reserve senza far peggiorare l'inflazione. Per il momento può prendere in prestito, ma dato che non riesce nemmeno a pagare gli interessi sul debito che ha già, ciò renderà la sua inevitabile bancarotta molto peggiore. La Cina pare avere capito questa lezione, ed anche come il mercantilismo ed il Keynesismo siano solo degli espedienti facili per creare una crescita illusoria seguita da un crollo molto doloroso.



EURO-SPAZZATURA

Tutto il mondo sta ricorrendo allo stimolo artificiale della propria economica perché la connessione dei vari debiti all'interno di un sistema bancario decrepito può far scoppiare il prossimo bubbone economico, gettando nel panico l'intero globo data la mole di distorsioni ad oggi accumulate all'interno del tessuto economico mondiale. Per questo tutti i leader mondiali si affrettano a rassicurare i mercati starnazzando di aver curato le proprie economie.

Obama, infatti, acclama la presunta ripresa del settore immobiliare, il nostro Monti ci dice come lo spread sia sceso in questi giorni. Nessuno dei due avanza una parola sulla "magia" che sta alle spalle di questi eventi.




Nel caso particolare dell'Europa lo zio Mario dalla BCE fa sapere che è pronto a sostenere i governi deboli della zona Euro e che tale azione non avrà conseguenze nefaste. Parole sue. Secondo lui, stavolta è diverso. Secondo la realtà, stavolta non è affatto diverso.

La spesa pubblica Spagnola dal 2000 al 2009 è raddoppiata. In Germania è salita solo del 20% nello stesso periodo. Nonostante le promesse fatte di portarlo al 6%, la Spagna nel 2009 aveva il rapporto deficit/PIL al 9.4%. E come se non bastasse di recente è arrivata anche la notizia di come il debito Italiano sia ora al 126% del PIL. Chi è quindi che ancora mantiene a galla questi zombie recalcitranti? Sì, la BCE che ha promesso un acquisto illimitato di bond dei PIIGS.

Questo ha per ora tolto pressione da quei paesi che sono andati in sofferenza questa estate. Ovvero, Spagna e Italia. Ma lo zio Mario ha richiesto a questi paesi determinate regole da rispettare in cambio del suo aiuto. Ci sarà liquidità solo per coloro che si conformeranno ai dettami della BCE. Ovviamente, i paesi chiamati in causa prometteranno di adeguarsi (come sta succedendo in Italia con la diatriba dei saldi invariati per la legge di stabilità e in Grecia dopo i recenti annunci di nuovi tagli). Fino ad ora sono state mantenute promesse simili fatte in precedenza? No.

Monti sta svolgendo il ruolo di assassino prezzolato. Il suo obiettivo è quello di mantenere al lazzo la popolazione Italiana facendo ripagare con più tasse l'ubriachezza durante i periodi di vacche grasse. E' Keynesismo da manuale. Vuole (anzi, vorrebbe) stabilizzare l'assetto degli oneri legati agli interessi sul debito per cercare di mandare avanti la baracca, in modo che l'italia non sia considerata l'ennesimo domino pronto a cadere. Perché altrimenti non verrebbe più considerato uno dei "paesi salvatori," bensì un paese da salvare. E il cappio si stringerebbe sempre di più attorno al collo dei contribuenti Tedeschi. E, no, non sta facendo un "buon" lavoro perché sta uccidendo semplicemente quel che rimane della classe imprenditoriale di questo paese. Forse non ha mai sentito parlare di Laffer, chissà... Sta di fatto che l'obiettivo finale è comprare tempo, tutto qui.

Lo stesso vale per Draghi. Il suo obiettivo ufficiale è la stabilità dei prezzi. Il suo obiettivo ufficioso è mandare avanti la baracca comprando tempo. Il suo è un bluff. Cerca di vendere un prodotto fasullo al mercato internazionale in cambio di maggiore tempo, e di conseguenza di maggiore dolore. Cerca di vendere la promessa che gli stati dell'Eurozona sono pronti a fare diversi passi indietro per salvare quel che ne rimane delle loro economie. Non funzionerà. Perché? Perché gli stati mentono. Non c'è stata alcuna austerità fino ad ora. Non ci può essere alcuna austerità perché questa misura va contro ogni natura su cui lo stato fonda la sua forza. Lo stato non può tirarsi indietro perché la sua esistenza trae vitalità dal fatto di derubare sempre più persone per mantenere in piedi una struttura burocratica crescente.

Con la burocrazia crescono legacci burocratici e spese. Per mantenere la burocrazia e per giustificare la sua esistenza. Lo stato non si tirerà indietro, è un parassita. E come tale si ingozzerà fino a scoppiare. Assisteremo ad un botto epico, mentre il resto dei pianificatori centrali potrà solo guardare come il loro castello di carte finirà a terra in uno slow-motion da ricordare e raccontare ai propri figli. La popolazione ormai è assuefatta alla droga del denaro facile e del welfare-state. Non esiste modo che non implichi la sopportazione di dolore per staccare questo deletereo cordone. Si chiederà più stato. La popolazione sarà accontentata. Lo stato crescerà e con esso la sua fame. Sarà dura per gli amanti della libertà.

Ma non durerà. Ci sarà dolore. Un brusco risveglio. Verranno infrante molte promesse e con questo evento il redde rationem definitivo: la maschera dello stato cadrà a terra. Il panico nell'establishment correrà veloce poiché il bluff con cui tenevano imbrigliata la dignità delle persone si spezzerà consentendo a coloro truffati da anni di socialismo rampante di operare una scelta: credere a promesse più folli ("Stavolta sarà diverso!", grideranno) o rifiutare l'illusione secondo cui lo stato è la massima aspirazione possibile a cui l'uomo può arrivare. Non siamo affatto in cima. Il miglioramento dell'uomo è infinito. E' nella nostra natura migliorare costantemente i nostri standard di vita. Siamo sopravvissuti negli anni grazie a questo elemento motore.

E' sopito, non smarrito.



CONCLUSIONE

Stavolta non sarà affatto diverso. Come disse Mises, ogni qual volta i pianificatori centrali hanno iniziato ad intervenire nel mercato tentando di indirizzarlo secondo i propri scopi non possono più fermarsi perché anche il più piccolo dettaglio può mandare in frantumi i loro piani "ben congeniati." Un'immagine riassume perfettamente questo concetto.




Tutte le grandi bolle possono iniziare come boom economici guidati dalla volontà del mercato. Gli Anni Ruggenti degli Stati Uniti iniziarono grazie alla commercializzazione di radio, automobili ed altri prodotti che la popolazione poteva solo sognare di possedere un decennio prima. La bolla Giapponese degli anni '80 crebbe dopo il miracolo economico post-bellico guidato fondamentalmente dall'avanzamento tecnologico e dal settore manifatturiero. La bolla dot-com si è sviluppata sulla scia della rivoluzione informatica degli anni '90. Nonostante questi possano essersi sviluppati spontaneamente, questo non vuol dire che non siano stati manipolati ad arte dal sistema statale per i propri fini clientelari.

La bolla della Cina non fa eccezione. Partendo come un boom guidato dal miglioramento delle condizioni economiche attraverso una maggiore libertà ed una modernizzazione degli standard di vita delle persone, è finito per diventare una corsa speculativa nel settore immobiliare con la costruzione di città vuote ed il sostegno di progetti improduttivi sin dalla nascita. Il sistema bancario centrale ha una grande colpa per questo esito.

Proprio come accadde per gli Stati Uniti nel 1929, dopo la straordinaria ripresa dalla depressione del 1921, anche la Cina potrebbe sperimentare una Grande Depressione tutta sua al momento del bust della grande bolla immobiliare in cui è immersa. E' uno dei due ineluttabili finali di un boom fatto persistere artificialmente. Iperinflazione o Depressione, non è mai diverso. Non lo sarà mai.


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Note

[1] Rawski, G. Thomas et al. (2008), "China's Industrial Development", China's Great Transformation, Cambridge: Cambridge university press

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venerdì 26 ottobre 2012

Lavoro Minorile e la Rivoluzione Industriale Inglese

«[...] Molti ritengono che siano sottopagati perché, quando si tratta dei loro stipendi, viene applicata la teoria del valore-lavoro. Molti hanno letto Upton Sinclair e ritengono che siano stati i sindacati a forzare gli standard qualitativi nella produzione. Leggono Charles Dickens e ritengono che i sindacati abbiano salvato i lavoratori occidentali da indicibili orrori, anche se il lavoro minorile non è stato abolito legalmente negli Stati Uniti fino a quasi 100 anni dopo la pubblicazione di Oliver Twist. Se i Bob Cratchit dell’Era Vittoriana inglese avesse avuto accesso al Sindacato dei Lavoratori, non solo avrebbero potuto opporsi alle pratiche di gestione di Scroogie ma i Piccoli Tim nel mondo avrebbero dormito sonni più tranquilli.
Come Mises ha opinato più volte, se la teoria è assente, non si può dare nulla per scontato. [...] La teoria è semplice. Quando si aumenta il prezzo di uno degli input in un processo produttivo ci sono due conseguenze importanti. Il primo è che, a parità di altre condizioni, il prezzo minimo richiesto dal produttore per vendere il suo prodotto finito sul mercato cresce. [...]  Il secondo effetto è che un più alto prezzo ricevuto dalle unioni sindacali attrae inevitabilmente dei rimpiazzi. [...]

Alla luce di questi due effetti c’è poco da meravigliarsi che gli Stati in cui hanno avuto successo i sindacati nel XX secolo sono quelli che oggi sono economicamente stagnanti, come effetto di decenni in cui capitali e lavoro sono migrati verso altri Stati dove erano meno costosi. Tutta l’organizzazione sindacale è diventata un beneficio a lungo termine per gli Stati dove i sindacati hanno meno potere. Se questo fatto da solo non rende le unioni sindacali tristemente note, allora il fatto che i sindacati siano l’unica istituzione nella società al di fuori del governo con il diritto garantito dalla legge di infliggere violenza sugli altri certamente le rende tali. Il vezzeggiativo “sindacati teppisti” è pienamente meritato.»

~ I sindacati e “gli altri” Piccolo Tim, Christopher Westley, Mises Italia, 14 Aprile 2012.
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di Lawrence W. Reed


Nel secolo dopo il 1750 ebbero luogo profondi cambiamenti economici in Gran Bretagna. Questa fu l'epoca della Rivoluzione Industriale, con tanto di cascate di innovazioni tecniche, notevoli aumenti nella produzione, una rinascita del commercio mondiale, e la rapida crescita della popolazione urbana.

Gli storici e gli altri osservatori si scontrano nell'interpretazione di questi grandi cambiamenti. Rappresentavano un miglioramento per i cittadini o questi eventi li fecero arretrare? Forse nessun altro problema in questo ambito ha generato un maggiore calore intellettuale di quello riguardante il lavoro dei bambini. I critici del capitalismo hanno lanciato con successo tale questione come un atto d'accusa inconfutabile al sistema capitalista mentre stava emergendo nel XIX secolo in Gran Bretagna.

Le molte segnalazioni di cattive condizioni di lavoro e lunghe ore di fatica la rendono una lettura straziante. William Cooke Taylor scrisse all'epoca di riformatori contemporanei che, osservando i bambini al lavoro nelle fabbriche, pensavano tra sé: "Quanto più piacevole sarebbe stato saltellare sulla collina; alla vista del verde idromele con i suoi lustrini di ranuncoli e le margherite; col canto degli uccelli ed il ronzio delle api."

Di quegli storici che interpretarono il lavoro minorile nella Gran Bretagna industriale come un crimine del capitalismo, nessuno fu più importante di J.L. e Barbara Hammond. Le loro opere furono ampiamente promosse come "autorevoli" sulla questione.

Gli Hammond divisero i bambini delle fabbriche in due classi: "apprendisti parrocchiali" e "volontari." E' una distinzione di enorme importanza, anche se uno degli autori stessi non è riuscito ad apprezzarla del tutto. Dopo aver fatto la distinzione, gli Hammond procedettero a trattare le due classi come se non ci fosse stata alcuna distinzione tra di esse. Come conseguenza si riversò per anni un diluvio di false e fuorvianti conclusioni sul capitalismo e sul lavoro minorile.

I bambini "volontari" erano quelli che vivevano a casa ma lavoravano durante il giorno nelle fabbriche su insistenza dei genitori o dei tutori. Lo storico Inglese E.P. Thompson, anche se generalmente critico sul sistema delle fabbriche, tuttavia ammise giustamente che "è assolutamente vero che i genitori non solo avevano bisogno dei guadagni dei loro figli, ma si aspettavano che lavorassero." Ludwig von Mises, il grande economista Austriaco, disse bene quando osservò che le condizioni generalmente deplorevoli esistenti per secoli prima della Rivoluzione Industriale, ed i bassi livelli di produttività che le crearono, fecero in modo che le famiglie cogliessero le nuove opportunità rappresentate dalle fabbriche: "E' una distorsione dei fatti dire che la fabbriche portarono via le casalinghe dalle cucine ed i bambini dai loro giochi. Queste donne non avevano nulla da cucinare per nutrire i loro figli. Questi bambini erano poveri ed affamati. Il loro unico rifugio era la fabbrica. Li salvò, nel senso stretto del termine, dalla morte per fame."

I proprietari delle fabbriche private non potevano soggiogare con la forza i bambini "volontari"; non potevano costringerli a lavorare in condizioni che i genitori consideravano inaccettabili. L'esodo di massa dal continente verso la Gran Bretagna sempre più capitalista ed industriale nella prima metà del XIX secolo, suggerisce fortemente che la gente effettivamente considerava l'ordine industriale un'alternativa attraente. E non c'è alcuna prova credibile che suggerisca che i genitori in questi primi giorni del capitalismo fossero meno attenti ai figli rispetto ai tempi pre-capitalistici.

La situazione, tuttavia, era molto diversa per gli "apprendisti parrocchiali." Un attento esame rivela che i critici si concentravano su questi bambini quando parlavano dei "mali" della Rivoluzione Industriale del capitalismo. Questi giovani, a quanto pare, non erano sotto la diretta autorità e la supervisione dei genitori in un libero mercato del lavoro, ma di funzionari governativi. La maggior parte erano orfani; pochi erano vittime di genitori negligenti o genitori la cui salute o la mancanza di competenze li impediva di guadagnare un reddito sufficiente per occuparsi di una famiglia. Tutti erano sotto la custodia di "autorità parrocchiali." Come gli stessi Hammond scrissero, "[I] primi mulini furono collocati sui fiumi, e il lavoro necessario venne fornito con l'importazione di carri di bambini poveri dalle case di lavoro delle grandi città . . . . Per le autorità parrocchiali, ingombrate da grandi masse di bambini non desiderati, i mulini di cotone di Lancashire, Derby, e Notts erano una manna dal cielo."

Anche se consegnati al controllo di un organismo governativo, questi bambini sono abitualmente presentati come le vittime dell'avidità capitalista. Ma, come scrive lo storico Robert Hessen, quegli stessi bambini "erano gettati in schiavitù da un ente governativo; erano stati abbandonati o erano degli orfani poveri che erano legalmente sotto la custodia dei funzionari della parrocchia, e che erano legati da questi funzionari a lunghi periodi di apprendistato non retribuito in cambio della semplice sussistenza." In effetti, la prima legge in Gran Bretagna che venne applicata ai bambini in fabbrica fu approvata per proteggere questi stessi apprendisti parrocchiali, non i bambini "volontari."

Anche se è inesatto giudicare colpevole il capitalismo per i peccati dell'apprendistato parrocchiale, sarebbe anche inesatto supporre che i bambini volontari lavorassero in condizioni ideali nei primi giorni della Rivoluzione Industriale. Per gli standard di oggi la loro situazione era chiaramente disastrata. Però i risultati capitalisti, come l'aria condizionata e gli alti livelli di produttività, col tempo avrebbero migliorato sostanzialmente le condizioni di lavoro. Le prove a favore del capitalismo sono quindi irresistibilmente suggestive: Dal 1750 al 1850, quando la popolazione della Gran Bretagna quasi triplicò, la scelta quasi esclusiva di coloro che affollavano il paese per ottenere lavori era quella di lavorare per i capitalisti privati.

Le condizioni di lavoro ed i servizi igienico-sanitari erano migliori, come documentò la Factory Commission del 1833 nelle fabbriche più grandi e più recenti. I proprietari di queste grandi imprese, che erano più facilmente e frequentemente soggette a visite e controlli da parte degli ispettori, scelsero di respingere i bambini dal lavoro piuttosto che essere sottoposti a regole elaborate, arbitrarie, e sempre mutevoli su come impiegare i giovani in fabbrica. Il risultato dell'intervento legislativo fu che questi bambini licenziati, la maggior parte dei quali necessitava di lavorare per sopravvivere, furono costretti a cercare posti di lavoro in luoghi più piccoli, più vecchi, e più trasandati in cui i servizi igienici, l'illuminazione e la sicurezza erano nettamente inferiori. Coloro che non riuscivano a trovare nuovi posti di lavoro furono ridotti al rango delle loro controparti di un centinaio di anni prima — cioè, a lavori agricoli irregolari e faticosi o, usando le parole di Mises, "ad infestare il paese come vagabondi, mendicanti, senzatetto, ladri e prostitute."

Il lavoro minorile non è stato liberato dai suoi peggiori attributi dalle disposizioni legislative, ma dalla marcia progressiva di un sistema produttivo sempre più capitalista. Il lavoro minorile è stato praticamente eliminato quando, per la prima volta nella storia, la produttività dei genitori nel mercato del lavoro salì al punto in cui non era più economicamente necessario che i bambini lavorassero per sopravvivere. Gli emancipatori ed i benefattori dei bambini non furono i legislatori o gli ispettori delle fabbriche, ma i proprietari delle fabbriche ed i finanzieri. I loro sforzi ed investimenti nei macchinari portò ad un aumento dei salari reali, ad una crescente abbondanza di beni a prezzi inferiori, e ad un miglioramento incomparabile nel tenore generale di vita.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


giovedì 25 ottobre 2012

No, Deficit Crescenti Non Significano Profitti Corporativi da Record: Infatti E' Proprio l'Opposto

Data la quantità di puttanate che ogni giorno si ascoltano sui vari canali dell'informazione, bisogna porre un freno alla loro fuoriuscita altrimenti si rischia seriamente di perdere la propria sanità mentale. Una di queste balle mega-galattiche è la teoria secondo cui la spesa a deficit sarà la salvezza del nostro sistema attuale. Ho già confutato questa teoria qui. Ma a quanto pare i pianificatori centrali sono duri di comprendonio e volendo disperatamente mantenere il controllo sulle redini dell'economia continuano a drogarla con ulteriore denaro fiat, e il loro stuolo di lacché è pronto a giustificare ogni loro mossa. Allora non sorprende che il Giappone sia arrivato al QE9, dato che l'effetto del QE8 lanciato un mese fa è durato la bellezza di una sola giornata. E' questo il destino che attende il resto degli stampatori folli? Potete scommetterci! Infatti, non sarebbe una sorpresa se il prossimo panico avesse origine dal Giapppone. Prestate sempre attenzione a quello che non si vede. (Mentre l'articolo di oggi prende come esempio il Giappone, il video di seguito esamina gli Stati Uniti per demolire la teoria secondo cui la spesa a deficit possa essere sinonimo di crescita economica.)


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da ZeroHedge


Durante il fine settimana sembra esserci stata molta confusione su praticamente tutto quello che fa riferimento al mondo della finanza da parte di aspiranti "esperti di mercato." Nel caso specifico, la correlazione tra il deficit crescente degli Stati Uniti dovrebbe magicamente implicare la causalità dell'aumento degli utili aziendali. Detta così sembra meraviglioso, perché in un esperimento di pensiero utopico e socialista, in cui si potrebbero avere deficit infiniti finanziati da qualche albero magico della MMT pieno di soldi, le società realizzerebbero, beh, una quantità infinita di profitti e sarebbe un incentivo affinché il governo stesso spenda a rotta di collo. E tutti sarebbero felici: utili aziendali infiniti vuol dire come minimo un effetto a cascata per quanto riguarda la ricchezza, ed infinito meno un numero grande è ancora infinito, cioè la piena occupazione per tutti. Da qui l'utopia. A parte l'diozia di questa conclusione, il problema più grande nel commettere il peggiore errore da dilettanti nella finanza (e nella statistica), vale a dire confondere la correlazione con la causalità, è che è, come al solito, sbagliata al 100% quando viene presentato un controfattuale. E quando si tratta di controfattuali per deficit alle stelle, si va sempre nel posto che è "stato lì e ha fatto tutto questo" prima. Il Giappone.

Perché il Giappone? Perché, proprio come gli Stati Uniti, il Giappone ha visto crescere la sua quota di deficit di bilancio sia in termini assoluti che in percentuale del PIL. Infatti, sin dal 1960, il disavanzo espresso in percentuale del PIL è andato su, su, su.




Quindi qual è stato l'andamento dei profitti aziendali in Giappone in questo periodo di "spesa a deficit a rotta di collo" a partire dal 1960 e terminata, beh, mai? Dopo tutto ricordate che il Giappone supererà un biliardo di debito sovrano questo anno, e ben oltre il 200% del debito/PIL. Beh, come nell'articolo di Jim Montier (che abbiamo sezionato in precedenza) mostrato all'inizio di quest'anno, i profitti delle imprese in Giappone hanno performato male per non dire altro. Di seguito i dati di Bloomberg sul rapporto tra i profitti Giapponesi e le vendite in tutti i settori industriali.




Infatti quando si riportano i due dati sullo stesso grafico e si inverte l'asse degli utili aziendali, otteniamo...




Dovrebbe essere chiaro a tutti, tranne che per le maggior parte del giornalismo più confuso, che, se dalla correlazione tra i deficit crescenti ne risultasse un aumento dei profitti, allora la linea di tendenza del secondo grafico di sopra andrebbe verso l'alto. Non verso il basso. Ahimè, è verso il basso.

E come mostra il terzo grafico, in Giappone, nel corso degli ultimi 40 anni, i deficit crescenti hanno effettivamente portato ad un collasso dei margini di profitto.

Ma aspettate, c'è di più.

Dato che la questione è ancora aperta: perché i profitti Giapponesi sono diminuiti in oltre 40 anni durante un periodo in cui il governo Giapponese stava spendendo come un marinaio ubriaco. Lo abbiamo spiegato in precedenza in dettaglio, ma eccolo di nuovo in poche parole:

  • in un contesto di liquidità in forte rialzo e di denaro gratuito, il tasso di rendimento minimo sui nuovi investimenti crolla, così come l'obbligo di investire in spese in conto capitale, nella crescita e nella manutenzione. Infatti, come abbiamo dimostrato lo scorso anno, l'era della base patrimoniale globale ha raggiunto un livello record in tutto il mondo, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, portando a registrare una bassa redditività degli asset! (ed un ingombro da record del debito, ma questa è un'altra storia). Da registrare i vecchi asset. E dal momento che le aziende sono costrette a pagare dividendi in contanti ad un ritmo record (in sostituzione del reddito fisso in un ambiente ZIRP), c'è sempre meno denaro contante per sostenere le spese in conto capitale.

Allora perché la redditività ciclica (non secolare) degli Stati Uniti è aumentata negli ultimi anni? Due semplici motivi:
  1. rifinanziamenti del debito con un costo sempre più economico del capitale, che però ora ha raggiunto un minimo poiché per le società ci sono ben pochi benefici incrementali di bilancio, sia negli investimenti che nei rendimenti, e
  2. riduzioni SG&A, poiché sempre più aziende hanno licenziato migliaia di persone, o semplicemente hanno sostituito la loro struttura dei costi fissi con una base di dipendenti più economica (la conversione dei lavoratori da full-time a part-time è un esempio, ampiamente documentata su queste pagine).

Infine, come abbiamo dimostrato nell'ultimo trimestre, la redditività delle imprese ha già raggiunto il picco, e nel terzo trimestre mostrerà il suo secondo declino trimestrale consecutivo (anno/anno). Nel frattempo, riteniamo che non sia necessario dimostrare che la spesa a deficit degli Stati Uniti non è diminuita per niente negli ultimi mesi, e in effetti nel peggiore dei casi ha mantenuto lo stesso ritmo di crescita.

Il punto chiave è che sono state le politiche di denaro facile della FED che hanno portato a periodi ciclici di redditività delle imprese, la cui fine è di solito coincisa con il periodo di denaro facile. Ora, però, la FED non ha altra scelta che continuare la ZIRP per sempre, anche se gli utili aziendali ancora una volta sono iniziati a scendere, e non vi è alcuna leva che la FED, o chiunque altro, e non certamente il Tesoro degli Stati Uniti, può tirare per spingerli più in alto.

In altre parole, un un vicolo cieco, poiché i deficit da record non alimentano profitti da record, che era la tesi idiota all'inizio.

Così, invece, le imprese ottengono una spinta degli utili per 2-3 anni che va a beneficio degli azionisti che riescono ad incassarli, mentre in cambio l'America si ritrova un carico record di debito. Sembra proprio un bello scambio... se solo si vivesse in un'utopia socialista, come insegnato dalla scuola di giornalismo della Columbia o simili, e non ha idea di come ogni singola istanza del socialismo finisce quando finiscono i soldi degli altri.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/