Visualizzazione post con etichetta Paul Cwik. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Paul Cwik. Mostra tutti i post

lunedì 9 settembre 2024

Abbiamo bisogno di un’inflazione al 3%? Crescita economica e deflazione

 

 

di Paul Cwik

“Finché è mantenuta entro certi limiti, l’inflazione è un ottimo supporto psicologico per una politica economica che vive del consumo di capitale”.

~ Ludwig von Mises, Socialism, pp. 448-9

Cosa causa la crescita economica? Una riduzione dei dazi? Un taglio delle tasse? Una riduzione della burocrazia? Sebbene ciascuna di essi possa stimolare o incoraggiare la crescita economica, nessuna la genera. La crescita economica è il risultato di un imprenditore che impiega un nuovo metodo che riduce i costi di produzione. I costi possono essere ridotti in diversi modi: risorse appena scoperte, una nuova tecnica che fa risparmiare tempo, nuove specializzazioni della manodopera. E, spesso trascurate, sono le riduzioni dei costi, che derivano dall’allocazione delle risorse secondo la Legge del vantaggio comparato.

Per chiarire, supponiamo che ci sia un imprenditore che possa produrre 1.000 unità di stoffa al giorno. Se questo imprenditore spende $5.000 al giorno in salari e manutenzione dei beni strumentali, il suo costo medio di produzione sarà di $5 per unità di stoffa. Supponiamo inoltre che il prezzo di mercato per ciascuna unità sia di $6, lasciando all'imprenditore un tasso di rendimento del 20% (escludendo altri costi e tasse). Supponiamo ora che si sviluppi un miglioramento dei beni strumentali (es. individuazione di una nuova fonte di cotone, un aumento delle competenze dei lavoratori, un aggiustamento della produzione per tenere conto della Legge del vantaggio comparato; il punto importante è che il costo di produzione diminuisce). Quando il costo di produzione diminuisce, l'imprenditore deve prendere una decisione: potrebbe provare a intascare il profitto aggiuntivo, ma se lo fa, perderà un guadagno molto maggiore; se, invece, abbassa il prezzo richiesto, attirerà i clienti lontano dai suoi concorrenti, le sue vendite aumenteranno e anche i suoi ricavi aumenteranno (quando si “rubano” clienti ad altri concorrenti la domanda è “elastica”, pertanto quando il prezzo si abbassa i ricavi dell’azienda aumenteranno).

L’azienda prospera e tutti gli stakeholder vincono. I lavoratori diventano più produttivi e, di conseguenza, i loro salari reali aumenteranno. I clienti possono acquistare più stoffa a prezzi più bassi e anche gli investitori e i fornitori migliorano le loro condizioni man mano che l’azienda prospera. Nel corso del tempo i concorrenti dovranno adottare miglioramenti simili (o superiori), o altrimenti andare incontro al fallimento. La società nel complesso migliora grazie alla riduzione dei costi da parte dell’imprenditore.

La crescita economica non è omogenea in tutta l’economia. La crescita è “disomogenea”, perché dipende dall’entità delle riduzioni dei costi e dai settori in cui si verificano. Di conseguenza i prezzi di alcuni beni diminuiranno drasticamente, mentre altri diminuiranno solo leggermente e alcuni potrebbero aumentare. L’aggregato complessivo mostrerà una deflazione dei prezzi, un altro modo per dire che il potere d’acquisto degli attori economici aumenterà. Questo risultato significa che più persone hanno di più da spendere: possono acquistare più beni e servizi oppure risparmiare il nuovo surplus. Man mano che i prezzi si adeguano a livello microeconomico, gli squilibri di mercato scompaiono rapidamente. Nel complesso quando l’economia cresce, assistiamo a una deflazione dei prezzi generale.

Questa conclusione è importante perché ci dice che non esiste alcuna ragione economica per espandere l’offerta di denaro. Qualsiasi ammontare di essa andrà bene. Sebbene la moneta sia soggetta alle stesse regole di domanda e offerta, come tutti gli altri beni economici, è diversa in un aspetto fondamentale: quando viene utilizzata, non scompare. Al contrario, quando uso (consumo) una mela, questa poi non esisterà più; si esaurirà. Quando guido la mia macchina, anche questa si consuma, sebbene a un ritmo molto più lento. Quando invece è il denaro a essere utilizzato, non si esaurisce nel processo: un dollaro è esattamente lo stesso prima e dopo il suo utilizzo. Mentre la forma fisica può subire una certa usura, il valore nominale dell’unità monetaria non soffre di questo degrado. In altre parole, il potere di spesa di un dollaro contante usurato nel mio portafogli e di un dollaro digitale nel mio conto corrente sono esattamente equivalenti tra loro.

Perché alcuni sostengono che sia necessario aumentare l’offerta di denaro? Sebbene non vi sia alcuna ragione economica per farlo, esiste una ragione politica. Ci si potrebbe altresì chiedere perché un criminale falsifica il denaro. La risposta è ovvia: vuole aumentare il suo potere d’acquisto a costi contenuti. La stessa logica valeva per l’antica ricerca alchemica di trasformare il piombo in oro. Indipendentemente da chi può creare nuova moneta, che si tratti di un falsario, di un mago, o della banca centrale, si applica lo stesso principio economico: chi ottiene per primo il nuovo denaro vince e chi lo ottiene per ultimo perde. Questo principio è chiamato Effetto Cantillon, descritto per la prima volta all'inizio degli anni '20 del Settecento. L'Effetto Cantillon dimostra che quando la nuova moneta viene spesa per la prima volta, viene scambiata ai prezzi correnti. Il nuovo acquirente reindirizza beni e servizi a suo vantaggio, sottraendoli a usi alternativi.

Nella seconda fase altre persone entrano in possesso della nuova quantità di denaro. Anch'esse lo spendono, sottraendo beni e servizi a usi alternativi, e queste azioni esercitano una pressione al rialzo sui prezzi. Non tutti i prezzi ne risentono nella stessa misura (è raro, ma alcuni prezzi potrebbero addirittura scendere). Hayek (1969) ci chiese di immaginare il miele che viene versato su un piatto, si accumula in un punto e poi si diffonde lentamente verso l’esterno. Man mano che la nuova moneta si diffonde in tutta l’economia, non lo fa in modo uniforme o allo stesso ritmo, ma in modo graduale dato che un’analisi aggregata macroeconomica non coglierà l’impatto di questi effetti microeconomici. Se il nuovo denaro venisse iniettato in un settore economico diverso, o anche in un momento diverso, i risultati sarebbero diversi. Il punto importante è che alcune persone si troveranno di fronte a prezzi più alti, senza aver avuto ancora accesso al nuovo denaro. Di conseguenza la loro ricchezza reale diminuisce. L’Effetto Cantillon mostra come coloro che ottengono per primi i nuovi soldi sono i vincitori e mostra anche come coloro che li ottengono per ultimi sono i perdenti. La ricchezza viene trasferita da coloro che ricevono i soldi per ultimi a coloro che li ricevono per primi.

Nella nostra economia chi è il primo a utilizzare la nuova moneta? Oggi il denaro che usiamo è scoperto. È creato dal nulla. Anche se non abbiamo bisogno di incantesimi magici per trasformare il piombo in oro, possiamo creare quantità illimitate di nuovo denaro premendo i tasti di un computer presso la banca centrale e il sistema bancario commerciale. La banca centrale provvede alla politica fiscale dei governi e al sistema finanziario e bancario commerciale. Sono queste le istituzioni a ricevere per prime i nuovi soldi. I loro guadagni sono a spese di tutti gli altri. Ogni nuovo dollaro diminuisce il potere d’acquisto di tutti gli altri dollari; la ricchezza di tutti gli altri si dissolve. Quindi, sì, c’è un motivo per espandere l’offerta di denaro e c’è una ragione per convincere la popolazione che un tasso di inflazione al 3% è migliore di uno al 2%. Sfortunatamente il motivo non è buono, a meno che, ovviamente, non facciate parte del piccolo gruppo che riceve per primo i nuovi soldi.

L’Effetto Cantillon dimostra l’impatto a breve termine dell’espansione monetaria. Se l’espansione monetaria persiste, essa porterà a un ciclo economico. La conseguenza a lungo termine delle politiche monetarie espansionistiche è una riduzione del risparmio, consumo di capitale, un tenore di vita futuro inferiore e possibilmente il crollo della valuta stessa.

Scrisse Mises:

L’inflazione è una linea di politica e in quanto tale può essere cambiata, pertanto non c’è motivo di cedere all’inflazione. Se la si considera un male, allora bisogna smetterla. Bisogna pareggiare il bilancio dello Stato. Naturalmente l’opinione pubblica deve appoggiare questo punto; gli intellettuali devono aiutare la gente a capirlo. Con il sostegno dell'opinione pubblica è certamente possibile che i rappresentanti eletti dal popolo abbandonino una linea di politica inflazionistica.

[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una “mancia” in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.


martedì 30 luglio 2024

Valute digitali delle banche centali: carenze nonostante gli scaffali pieni

Gli stati sanno che possono mascherare i loro squilibri fiscali attraverso la graduale riduzione del potere d’acquisto del denaro, ottenendo due cose: l’inflazione è un trasferimento nascosto di ricchezza dai risparmiatori/salariati allo stato ed è una tassa nascosta. Inoltre la parte produttiva dell’economia viene ulteriormente espropriata tramite l'emissione dei bond statali. La regolamentazione dell’intero sistema finanziario si basa sulla falsa premessa che l’attività a rischio più basso siano i titoli di stato e ciò costringe le banche ad accumulare valuta – obbligazioni sovrane – incentivando così una spirale di intervento statale e “crowding out” del settore privato. La valuta è debito e i titoli di stato sono valuta. Quando gli stati esauriscono il loro spazio di manovra fiscale, l’effetto “crowding out” sul credito si cumula ai crescenti livelli di tassazione paralizzando l’economia produttiva e favorendo l'emersione di passività non finanziate. Gli economisti mettono in guardia dall’aumento del debito, il che è corretto, ma a volte ignoriamo l’impatto sul potere d’acquisto della valuta delle passività non finanziate. In Paesi come l'Italia le passività pensionistiche pubbliche non finanziate superano il 450% del PIL; in Spagna superano il 500% del PIL. Nell’Unione Europea, secondo Eurostat, la media è vicina al 200% del PIL. E si tratta solo di passività pensionistiche non finanziate, Eurostat non analizza le passività non finanziate dei programmi di welfare. Ciò significa che gli stati continueranno a tassare la classe media e a imporre la tassa più regressiva di tutte: l’inflazione. Non è una coincidenza che la BCE voglia implementare una CBDC il più rapidamente possibile. Essa è sorveglianza mascherata da denaro e un mezzo per eliminare i limiti alle politiche inflazionistiche degli attuali programmi di QE. I banchieri centrali sono sempre più frustrati perché i meccanismi di trasmissione della politica monetaria non sono completamente sotto il loro controllo ed eliminando il canale bancario commerciale, e quindi il sostegno all’inflazione da parte della domanda di credito, possono altresì eliminare la concorrenza di forme di denaro indipendenti attraverso la coercizione e la svalutazione. L'aumento dei prezzi di Bitcoin e dell'oro riflettono questa realtà. Entrambi questi asset non sono affatto costosi, anzi. Le autorità sanno che ci sarà un solo modo per far quadrare i conti pubblici con migliaia di miliardi in passività non finanziate: (provare a) ripagarle con una valuta che non vale niente.

____________________________________________________________________________________


di Paul Cwik

Di tutte le aree che gli studenti di economia devono padroneggiare, il ragionamento controfattuale è in cima alla lista. Esso delinea e confronta le differenze e le somiglianze tra due alternative. Sebbene tutti usiamo i ragionamenti controfattuali, come scegliere cosa mangiare a pranzo, gli economisti guardano alle conseguenze più profonde e remote. Un tipico esempio che devono esaminare riguarda gli effetti del controllo dei prezzi: cosa succede quando viene imposto un prezzo massimo inferiore al prezzo di equilibrio rispetto a ciò che accade in un mercato libero? La risposta più ovvia è che si sviluppano carenze: le persone acquistano rapidamente quanti più articoli possibile mentre i fornitori esitano a rifornire gli scaffali.

Le carenze sono impopolari. Una causa di penuria permanente è il tetto ai prezzi e viene spesso imposto ai mercati perché accade qualcosa di ancora più impopolare: inflazione dei prezzi. Mentre i prezzi salgono, le persone vogliono incolpare qualcuno per la loro sfortuna; facili capri espiatori sono i negozianti che chiedono prezzi sempre più alti. I politici che cercano di guadagnare favore elettorale sostengono il tetto ai prezzi come soluzione.

Esiste una chiara catena causale di eventi: gli stati spendono più di quanto tassano, di conseguenza si rivolgono alla creazione di denaro per coprire il deficit. Le nuove unità monetarie vengono immesse nell’economia, il che svaluta la valuta e fa salire i prezzi. I politici presentano i tetti ai prezzi come la cura per questa crisi, con conseguenti carenze e infine una reazione politica, per quanto i primi si sforzino di deviare tale reazione e scaricare la colpa su qualcun altro.

Ma cosa accadrebbe se questo potesse essere evitato? No, non sto suggerendo di trasformare i politici in rappresentanti responsabili che “vivono secondo le proprie possibilità”. È chiaramente un mito. Voglio dire: “E se il contraccolpo potesse essere evitato perché non si sviluppano carenze?” Alcuni potrebbero pensare che l’unico modo per raggiungere questo obiettivo sia sospendere le leggi dell’economia. Impossibile. Esiste una potenziale soluzione che è quasi alla portata dei nostri politici e si chiama valute digitali delle banche centrali.

Al di là del nome, cos’è una CBDC ed è diversa dalle altre valute digitali? Oggi la maggior parte della nostra valuta è digitale. La maggior parte delle persone utilizza le carte o il proprio telefono (portafogli elettronici) per la maggior parte delle transazioni. Solo una piccola parte (circa il 10%) del totale in circolazione è fisica ($2,2 miliardi in valuta contro $20,8 miliardi in M2).

Una delle principali differenze tra le CBDC e i dollari digitali di oggi è che le CBDC utilizzano la tecnologia blockchain. Quest'ultima fa per la valuta digitale ciò che il numero di serie fa per la banconota fisica, ma va anche molto oltre. Non solo ogni dollaro CBDC viene identificato, ma viene salvata tutta la cronologia dei passaggi da un conto all'altro. Molte altre valute digitali, come Bitcoin, hanno la stessa funzionalità di tracciamento. La differenza, però, è che i proprietari dei conti CBDC sono conosciuti dalla banca centrale mentre i proprietari dei conti Bitcoin sono anonimi per tutti. La banca centrale conoscerà la storia di ciascun dollaro CBDC e chi possiede quale dollaro CBDC in qualsiasi momento, perché tutti i conti saranno centralizzati sotto la sua autorità. Ogni persona, entità senza scopo di lucro, società, ecc., dovrà avere un conto presso la banca centrale.

La tecnologia blockchain utilizzata in questo modo fornisce alla banca centrale l’accesso all’intera storia di chi possedeva ogni dollaro, quando è stato scambiato e, con una certa sicurezza, il motivo di quella transazione. In altre parole, con un sistema CBDC la banca centrale saprà quando ha avuto origine un particolare dollaro CBDC, vedrà che è stato trasferito su quale conto specifico di proprietà della società X, saprà che è stato trasferito sotto forma di stipendio a Y, e così via. Mentre altre criptovalute che utilizzano la tecnologia blockchain funzionano in modo simile, la differenza è che i proprietari dei conti e il motivo di qualsiasi transazione sono sconosciuti. Le criptovalute anonime utilizzano suddetta tecnologia come un libro mastro aperto che è più simile a quando guardate i quadrati di una scacchiera (conti diversi) e vedete il movimento dei pezzi (trasferimenti di fondi) ma non sapete chi possiede quale quadrato.

Bitcoin e criptovalute simili sono decentralizzate, indipendenti e anonime. I conti Bitcoin possono ricevere denaro da chiunque in qualsiasi momento, ma possono essere “spesi” solo dal proprietario. Nessun altro, nemmeno il governo federale, può “estrarre” bitcoin da un conto. Al contrario la banca centrale controllerà l’accesso ai dollari CBDC; avrà il potere di regolare il flusso di fondi trasferiti tra i conti.

Sebbene questo livello di controllo e sorveglianza da parte della banca centrale sia inquietante, in un certo senso avviene già oggi. Ciò che farebbe una CBDC sarebbe condensare la capacità di indagare sugli affari di chiunque in un'unica organizzazione, la banca centrale. Qualsiasi attrito tra le autorità ficcanaso è un bene per chi ci tiene alla privacy, ma la realtà è che anche se queste funzioni sono distribuite su diverse agenzie, il governo degli Stati Uniti può monitorare le transazioni, congelare i conti, pignorare direttamente i salari e così via.

L’unica minaccia riscontrata in una CBDC, che le conferisce un carattere più sinistro, è che è programmabile.

Una valuta programmabile conferisce al creatore un potere enorme: qualsiasi cosa potrebbe essere fatta con tale potere ha il potenziale per essere effettivamente fatta. I conti potrebbero essere congelati, il denaro potrebbe essere sottratto da tali conti, le transazioni potrebbero essere parzialmente bloccate o bloccate totalmente, i conti potrebbero essere collegati ad altri dati consentendo agli algoritmi di manipolare selettivamente gli acquisti, ecc. Sono queste manipolazioni che danno alla banca centrale il potere definitivo sulla vita delle persone.

Ad esempio, supponiamo che i dati sanitari di un professore di economia mostrino che il suo indice di massa corporea è troppo alto. Gli algoritmi della banca centrale possono consentire l'acquisto di frutta fresca, ma negare quello di una torta di mele. In alternativa l’algoritmo potrebbe esaminare l’indice di smog della città e quindi limitare la quantità di benzina acquistata in quella zona per quella settimana. Oltre ad essere in grado di microgestire le transazioni quotidiane di tutti (il che è già orwelliano), si potrebbero attuare politiche interventiste più invasive.

Torniamo alla precedente situazione di spesa eccessiva da parte dei politici. Quando lo stato copre un deficit di bilancio attraverso la creazione di denaro, quest'ultimo viene iniettato nell’economia in punti specifici. Man mano che si diffonde nell’economia, i prezzi aumentano, ma non simultaneamente o in modo uniforme; alcuni prezzi aumentano più di altri. Queste distorsioni economiche sono chiamate Effetto Cantillon. L’aumento dei prezzi di molti beni di consumo popolari genererà una reazione politica: coloro che detengono il potere cercheranno un modo per deviare la colpa e trovare una soluzione per dimostrare che stanno “facendo qualcosa”.

Ovviamente la soluzione corretta è quella di smettere di espandere l’offerta di denaro, ma poiché questa scelta richiederebbe disciplina fiscale, le possibilità sono remote. Nel corso della storia i controlli sui prezzi sono stati ripetutamente adottati per fermarne l’aumento. L'imposizione di un tetto ai prezzi su determinati articoli ne impedisce l'aumento, tuttavia crea anche conseguenze indesiderate: quando il prezzo è mantenuto al di sotto del suo livello di equilibrio, la quantità domandata è maggiore della quantità offerta e si verificano carenze. Anche le carenze sono impopolari e spesso i politici cercano di scaricare la colpa sulle aziende avide, ma con una CBDC le cose cambiano.

E se, invece di consentire l’emergere di carenze, l’importo della spesa per determinati articoli potesse essere ridotto? Con la stessa facilità con cui può impedire a una persona di acquistare una torta di mele, la banca centrale potrebbe impedire le transazioni di articoli specifici che scarseggiano. Durante i primi mesi della crisi sanitaria, le persone furono prese dal panico e fecero scorta di carta igienica; la conseguente carenza persistette a causa di un’interruzione delle catene di approvvigionamento. E se invece di lasciare che gli acquisti dettati dal panico persistessero, la banca centrale avesse avuto il potere di intervenire e ridurre la quantità di carta igienica che una famiglia avrebbe potuto acquistare?

Coloro che supportano una CBDC sosterranno che questo potere di limitare selettivamente la domanda sarebbe estremamente vantaggioso per tutta la società. Forse in quel caso singolare di carenza di carta igienica, le autorità avrebbero potuto avere ragione. Tuttavia viviamo in un mondo dinamico e non in eventi occasionali: la storia dell’Unione Sovietica ha dimostrato che alcuni negozi erano pieni mentre altri erano vuoti. I negozi speciali erano pieni perché limitavano l’accesso alle “persone giuste” e a quelle con valute forti.

Allo stesso modo anche una CBDC pone restrizioni agli acquirenti e potrebbero essere severe, come consentire solo ai membri del partito in carica di effettuare acquisti, o più gentili e delicate, come limitare quanto una famiglia può acquistare al mese (razionamento). Nonostante l’immissione di nuovo denaro nel sistema, il risultato è che i prezzi verrebbero mantenuti bassi. Gli indici dei prezzi non farebbero registrare aumenti significativi e l’inflazione dei prezzi verrebbe “risolta”. E anche se gli scaffali sarebbero pieni, pochissime persone riuscirebbero a portare a termine gli acquisti desiderati: verrebbero negati e non avrebbero diritto di ricorso.

Ci sarebbero carenze con gli scaffali pieni. I politici sarebbero in grado di continuare a spendere in deficit e creare denaro per coprire ila loro dissolutezza. I consumatori potrebbero arrabbiarsi e sentirsi frustrati, ma non saprebbero dove concentrare la propria rabbia. Nessuna soluzione immediata sarebbe perseguibile, perché richiederebbe di riflettere su diversi livelli di teoria economica; nessuno slogan elettorale potrebbe riassumerla, nemmeno “Ent the FED”.

Ma aspettate, c'è di più! Come dimostra Ludwig von Mises in “Middle-of-the-Road Policy Leads to Socialism” e “A Critique of Interventionism”,  l’interventismo non è una soluzione stabile. Ci presenta l'esempio del mercato del latte in cui viene imposto un tetto massimo al prezzo. Esso porta a una carenza e il politico si chiede perché l'agricoltore abbia ridotto la quantità di prodotto e l'agricoltore risponde che i suoi costi sono troppo alti. Il politico “risolve” il problema dell'agricoltore fissando un tetto massimo al prezzo su un costo importante: l'alimentazione degli animali. Questo tetto porta a una carenza di mangimi e quando al produttore di mangimi viene chiesto perché abbia ridotto la sua produzione, egli risponde che il prezzo dei fertilizzanti e dei pesticidi è troppo alto. Il processo si ripete.

Ogni intervento produce conseguenze secondarie indesiderabili. Invece di ammettere un errore e invertire la linea di politica, questi effetti spingono i politici a mettere in atto nuovi interventi per risolvere i nuovi problemi. L’interventismo porta all’espansione del potere statale e al controllo su diversi settori dell’economia. Anche l’adozione di una CBDC creerà conseguenze indesiderate. Gli effetti dei vari algoritmi stimoleranno ulteriori interventi finché alla fine il mercato sarà completamente dominato dallo stato.

La linea di politica migliore è non intraprendere questa strada e riconoscere che la cosiddetta cura è peggiore della malattia. Migliorare le nostre capacità di ragionamento controfattuale è necessario per proteggere i mercati dall’invasione dello stato; ogni cittadino deve diventare uno studente di economia e spiegare i percorsi alternativi che ci vengono proposti. Non dobbiamo perdere tempo perché non abbiamo un attimo da perdere: la tecnologia per implementare una CBDC esiste già oggi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una “mancia” in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.


venerdì 19 giugno 2020

L'attuale crisi ha le sue radici nel sistema bancario centrale





di Paul F. Cwik


Siamo stati rinchiusi per settimane, le lezioni cancellate e sono rimaste aperte solo attività essenziali. Sebbene ci sia molto da trattare e analizzare, voglio concentrarmi sull'economia.

Inutile girarci intorno, la situazione oggi non è affatto buona. La crisi sanitaria ha causato il blocco del mondo, cosa che ha sostanzialmente cessato la maggior parte del commercio internazionale. Tutti i settori produttivi sono interessati in qualche modo e una relazione dalla Camera di commercio degli Stati Uniti mostra che il 24% delle imprese non è stata in grado di condurre affari durante lo stato di emergenza e rileva inoltre che il 43% di tutte le piccole imprese è a meno di sei mesi di distanza (e il 10% a meno di un mese di distanza) dal chiudere definitivamente la serranda. Dai massimi di febbraio, il DJIA è sceso di circa il 20% e il NASDAQ è sceso di circa il 15%. Stando alla relazione del 19 marzo del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti le richieste iniziali per l'indennità di disoccupazione hanno superato i 22 milioni. Un calcolo approssimativo colloca l'attuale tasso di disoccupazione statunitense al di sopra del 17%. Sì, la situazione non è buona.



Come ci siamo arrivati ​​qui?

La risposta ovvia è che un virus ha messo in ginocchio tutto il mondo e ha causato tutti i nostri guai. Sebbene questa sia la causa più visibile dell'attuale recessione, non è l'unica. In altre parole, la nostra debolezza economica non è iniziata a febbraio o marzo; va avanti da anni.

Ecco una breve storia che inizia con la recessione 2007-2008. Nel periodo che ora viene chiamato "bolla immobiliare", le banche hanno acquistato asset coperti da ipoteche. Questi mutui erano alimentati dalla politica e da una politica monetaria espansiva. Alla gente venivano concessi mutui che andavano oltre le loro possibilità di ripagarli. Alla fine la realtà si è imposta ed i mutuatari hanno iniziato ad andare in default. Man mano che le inadempienze si andavano accumulando, gli asset garantiti da ipoteche hanno perso valore, con il risultato che i bilanci delle banche erano in rosso. (Il valore dei loro attivi era diminuito, ma le loro passività no, il che ha fatto precipitare il loro patrimonio netto e in alcuni casi è addirittura diventato negativo.) Questa crisi ha generato una risposta politica chiamata Troubled Asset Relief Package (TARP) e il salvataggio delle grandi banche da parte della Federal Reserve.

La lezione appresa dal sistema bancario: anche se i profitti sono privati, le perdite (se sei troppo grande per fallire) possono essere socializzate (cioè coperte dai contribuenti). Quindi le grandi banche hanno continuato ad impegnarsi in investimenti più rischiosi su margini più ampi e a farsi ancora più grandi nel processo che, se fosse successo qualcosa, sarebbero state considerate essenziali e salvate.

Una bolla bancaria è esattamente ciò che è stato gonfiato sin dalla fine dell'ultima recessione. Negli anni successivi al 2009, le banche più grandi sono cresciute e hanno acquisito banche più piccole. Nel frattempo l'economia è cresciuta ad un tasso anemico annuale dell'1,6% tra il 2009 e il 2016.

È in questo contesto che i venti sono cambiati nel 2016. Dopo l'elezione di Trump, il Congresso ha approvato un taglio delle tasse sulle società (dal 35% al 21%). Sebbene ciò abbia favorito il rimpatrio di alcuni profitti dall'estero e stimolato la crescita economica (in media una crescita del PIL reale annuo del 2,5% da gennaio 2017), non è stato sufficiente a sanare la fragilità di fondo accumulata dai precedenti investimenti. Durante l'estate e l'autunno del 2017, i profitti delle aziende hanno iniziato ad ammorbidirsi e perdere slancio. In nove dei dieci trimestri sin dal terzo trimestre 2017, gli utili delle società non finanziarie sono diminuiti. Di conseguenza anche il valore degli attivi delle banche si è ammorbidito.


A questo punto i profitti non erano negativi in ​​termini assoluti, ma si stavano riducendo da quello che erano solo un anno prima. In altre parole, l'economia stava ancora crescendo, ma stava rallentando. Con la riduzione dei profitti, abbiamo osservato che gli investimenti fissi privati ​​reali anno/anno sono scesi dal 5,2% nel secondo trimestre 2018 allo 0,1% nel quarto trimestre 2019.


Fare profitti, trattenere gli utili e reinvestire questi fondi nelle aziende è una forma di risparmio. Questo fondo di risparmio sostiene gli investimenti nella struttura della produzione. Senza questi risparmi, l'economia vacilla. Un modo alternativo per sostenere temporaneamente investimenti e consumi (senza una solida base di risparmio) è attraverso l'espansione del credito. Tuttavia il problema è che l'espansione del credito crea cattivi investimenti, che si sono andati ad accumulare sin dalla fine della recessione precedente. Ad un certo punto l'espansione deve lasciare il posto ad una crisi e l'economia era sulla strada di questa crisi molto prima che il COVID-19 diventasse realtà.

Inoltre un rallentamento generale dell'economia era già visibile quando la crescita del PIL reale è scesa dal 3,2% nel secondo trimestre 2018 al 2,3% nel quarto trimestre 2019.


Con un calo dei profitti, un rallentamento degli investimenti per la crescita futura e un rallentamento dell'economia, i valori patrimoniali delle banche hanno continuato a scendere. Per legge, una grande banca deve mantenere il 10% del bilancio in riserve obbligatorie. Poiché il valore degli attivi si è deprezzato, le banche hanno dovuto compensare tale differenza per sostenere il saldo dei loro bilanci, ricorrendo a prestiti da altre banche. Come vediamo nel grafico seguente, i tassi a breve termine hanno iniziato a salire nel 2015 e nel 2016, ma hanno accelerato la loro salita nel 2017 e nel 2018. Parte di questa salita era dovuta al tightening monetario della Federal Reserve, ma la gran parte proveniva dalle banche che cercavano di sostenere i loro conti fatiscenti prendendo in prestito fondi.


Il risultato è stata una breve curva dei rendimenti semi-invertita nell'estate (giugno-settembre) del 2019.


Una curva dei rendimenti invertita è un segno finanziario di una recessione imminente. Come ho mostrato nel mio articolo "Curva dei rendimenti invertita, recessioni e voi", una recessione era prevista tra ottobre 2020 e aprile 2021.

Per contrastare e impedire la completa inversione della curva dei rendimenti, la FED ha fatto qualcosa che non aveva più fatto sin dall'8 ottobre 2008: a settembre 2019 ha iniettato enormi quantità di liquidità nel mercato dei pronti contro termine. Queste iniezioni continuano ancora oggi.


Inoltre il 26 marzo scorso la FED ha dichiarato che le banche non avevano più bisogno di mantenere un coefficiente di riserva del 10%. Il rapporto di riserva è stato interamente cancellato e impostato a zero. L'intenzione di questa combinazione era di rendere le banche finanziariamente solide. Invece queste azioni segnalano una fragilità sottostante nel sistema a riserva frazionaria basato su una moneta fiat. La morale della facola è che in questa crisi le banche vengono nuovamente salvate. Ciò che è sbagliato nella politica attuale è che le banche non hanno imparato la lezione: gli investimenti contengono rischi, ciononostante continuano ad essere salvate. Se i rischi vengono trasferiti al contribuente, le banche continueranno ad accumulare cattivi investimenti man mano che riceveranno nuove infusioni di denaro.



Il percorso attuale è sbagliato

La teoria Austriaca del ciclo economico spiega che l'economia deve sbarazzarsi dei cattivi investimenti che si sono accumulati nel tempo se vuole avere fondamenta solide. Se ci sono molti investimenti improduttivi da liquidare, tal processo è noto come recessione. In una fase di recessione economica le aziende vanno in bancarotta e sebbene questo passaggio sia doloroso, è tristemente necessario. Una persona con una carie si vedrà togliere le parti malate del dente prima che quest'ultimo possa essere riempito e reso di nuovo forte. A nessuno piace farsi forare i denti, ma se non superano il dolore a breve termine, i problemi a lungo termine peggioreranno e cresceranno.

La strada dalla recessione alla ripresa è definito il processo di liquidazione. Immaginate un negozio che non è in grado di sostenersi. Che succede? Chiude, ovviamente, ma la storia non finisce qui. Quello che succede dopo è il processo di liquidazione, meglio illustrato attraverso un esempio.

Immaginate un negozio di cupcake con un deficit settimanale di $1.000. (Sto usando solo $1.000 come esempio; il numero reale sarebbe molto più grande.) Se il negozio ha un margine lordo del 25%, allora dovrebbe incassare ulteriori $4.000 in vendite totali per compensare il deficit. Se lo stato volesse stimolare la domanda dando soldi ai consumatori, dovrebbe dare a questi clienti $4.000 a settimana per impedire la chiusura del negozio. Come possiamo vedere, lo stimolo dal lato della domanda è costoso. Se invece lo stato taglia le tasse al negozio di $1.000 a settimana, otterrebbe lo stesso risultato. Pertanto i tagli alle tasse sono una politica migliore rispetto allo stimolo dal lato della domanda.

Tuttavia, supponiamo che suddetto negozio di cupcake vada lo stesso in bancarotta. Il prossimo passo per la banca (e altri creditori) sarebbe quello di pignorare il negozio. Il negozio, quindi, viene messo in liquidazione. I forni, i tavoli, le sedie e persino le tende vengono venduti a chiunque li possa acquistare. Il denaro viene dato ai richiedenti (creditori e azionisti) in conformità con il Capitolo 7 del Federal Bankruptcy Reform Act del 1978. I richiedenti sono pagati secondo la regola della priorità assoluta, in cui gli azionisti comuni sono gli ultimi in lista. (Non dovrebbe sorprendere che gli avvocati vengano sempre pagati per primi.)

Da notare che l'attrezzatura (forni, tavoli e sedie) non scompaiono, ma vengono venduti ad altri utenti. In queste vendite di liquidazione, gli acquirenti non pagano prezzi spropositati e infatti durante la recessione i prezzi tendono a scendere (deflazione). Quando questi nuovi acquirenti acquistano tale attrezzatura liquidata, convertono gli investimenti improduttivi in investimenti produttivi. Più flessibile è il capitale, più velocemente può essere aggiunto ad altre parti dell'economia e più rapidamente l'economia può recuperare. Se, tuttavia, l'attrezzatura è molto specializzata, tali strumenti potrebbero essere gettati via e il loro valore totale perso. Per semplificare l'esempio del nostro negozio di cupcake, supponiamo che un singolo acquirente acquisti l'intero negozio. Poiché l'acquirente ha acquistato questo negozio per una frazione del prezzo originale, il nuovo proprietario può realizzare gli stessi prodotti, venderli ai prezzi precedenti e invece di perdere $1.000 a settimana potrebbe benissimo realizzare un profitto, perché la sua struttura dei costi è molto più bassa.

In questo processo di liquidazione, le banche perdono una parte del valore dei loro prestiti. Attraverso queste vendite di liquidazione, recupereranno solo una parte del valore prestato. Queste perdite dovrebbero essere dolorose per le banche a causa dei loro errori di calcolo. Tuttavia le recenti azioni della Federal Reserve le hanno protette, impedendo loro di apprendere tali lezioni dolorose.



Un nuovo percorso

I punti chiave sono questi: la bolla è stata gonfiata dalla massiccia espansione del credito e la recessione era inevitabile. Mentre l'economia cade in recessione, un continuo gonfiare la bolla dell'offerta di moneta non creerà le basi per una crescita economica futura. L'espansione dell'offerta di moneta non farà altro che ritardare l'inevitabile e alla fine peggiorerà ulteriormente la situazione. Inoltre lo stimolo dal lato della domanda non produrrà un rimbalzo a "V". La crescita economica è generata dal risparmio, dagli investimenti e dalla formazione del capitale.

Sono questi gli ingredienti per accelerare una ripresa solida e sostenibile. Il primo ingrediente è quello di accumulare risparmi rispetto alla spesa. Il risparmio è la rete di sicurezza per un'economia che cade. Sono i risparmi che gli offerenti utilizzano per acquistare le aziende in liquidazione. Senza acquirenti per il capitale in liquidazione, la recessione non può essere convertita in una ripresa. Pertanto le politiche che possono accelerare una ripresa sono quelle che stimolano il risparmio e non la spesa.

È preoccupante lo stato in cui versa il risparmio americano. A febbraio il tasso di risparmio personale negli Stati Uniti era dell'8,2% rispetto al reddito personale disponibile. Una delle caratteristiche più importanti del Coronavirus Aid, Relief, and Economic Security (CARES) Act del 2020 è stata l'iniezione di denaro direttamente nei conti delle persone. La tesi alla base di tale scelta recitava che le persone avevano bisogno di quei soldi per pagare l'affitto, il cibo e altre necessità di base. Al contrario, lo sgravio fiscale 2000–01, come sostenuto dal presidente Bush, riguardava la spesa al consumo. Infatti lo stimolo di Bush fu considerato un fallimento, perché poche persone spesero i soldi per il consumo. Sfortunatamente né le politiche 2000–01 né quelle del 2020 aiutano a costituire un solido fondo per i risparmio. L'approccio migliore è invertire le sue politiche di spesa e inflazionismo. Ridurre le tasse sulle attività che posticipano i consumi alla fine ci condurrà fuori dalla recessione più rapidamente.

Il secondo ingrediente è la deflazione. Gli economisti l'hanno associata alle recessioni, ma hanno erroneamente concluso che se evitiamo la deflazione eviteremo le recessioni. Se la deflazione viene creata artificialmente dallo stato, allora sì, il risultato sarà una recessione. Tuttavia è il modo naturale in cui un'economia si ripara da sola e funziona su due fronti. Il primo è il processo di liquidazione. Nel nostro esempio, il negozio aveva un forno. Supponiamo che sia stato originariamente acquistato per $5.000. Se il nuovo acquirente lo acquisisce per $3.000, gli restano $2.000 che può allocare su altri fattori di produzione. Pertanto, con il calo dei prezzi delle attrezzature, diventa più facile per i nuovi imprenditori accelerare il processo di recupero. La deflazione favorisce anche la ripresa dei consumatori. Man mano che i prezzi scendono, aumenta il potere d'acquisto dei consumatori e questo è particolarmente importante per coloro che erano disoccupati. Ad esempio, se il budget settimanale per la spesa era di $300, la deflazione significa che la stessa quantità di cibo può essere acquistata per meno.

Il terzo ingrediente è tutto ciò che può accelerare il processo di liquidazione. Le leggi dovrebbero essere riformate per facilitare tale processo, nonché fusioni e acquisizioni.

È un peccato che molte persone stiano usando questa crisi come un'opportunità per sostenere il socialismo, la nazionalizzazione e una politica monetaria ancora più espansiva. Ogni volta che si ricorre al socialismo, non si riesce mai a produrre abbastanza ricchezza per la gente. La nazionalizzazione delle industrie è una politica fallimentare, perché le burocrazie non possono effettuare un calcolo economico in accordo coi mercati. E sebbene la MMT possa sembrare qualcosa di nuovo, non è altro che un riconfezionamento delle idee degli "sciroccati monetari" del diciannovesimo secolo. Ora è più importante che mai tornare a ciò che sappiamo può funzionare: mercati liberi. La storia ci ha dimostrato più volte che i mercati liberi generano una crescita economica sostenibile. Adam Smith trovò la formula già nel 1755.
Per portare una nazione al massimo grado di opulenza nient'altro è necessario che pace, tasse basse e un'amministrazione della giustizia tollerabile; tutto il resto viene generato dal corso naturale delle cose. Tutti i governi che ostacolano questo corso naturale, che costringono le cose ad un altro esito, o che si sforzano di arrestare il progresso della società, sono innaturali e sono obbligati ad essere oppressivi e tirannici.

Non è una coincidenza che quando le nazioni hanno liberalizzato il commercio e aperto i mercati ci sia stata un'esplosione di ricchezza per tutti: i ricchi, i poveri e tutti gli altri. Questa semplice intuizione ha stimolato un'ondata di crescita che ha avuto un impatto maggiore sull'umanità rispetto a qualsiasi virus, disastro naturale, o guerra. È tempo di lasciare libere le persone.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


giovedì 3 ottobre 2019

Curve dei rendimenti invertite, recessioni e voi





di Paul F. Cwik


Se si leggono i titoli dei giornali si potrebbe pensare che, poiché la curva dei rendimenti si è invertita e l'economia è in recessione, Trump sarà cacciato via dalla sua carica e quindi gli obiettivi dei progressisti saranno presto messi in pratica. Non così in fretta! Mentre gran parte di ciò può ancora accadere, non ci siamo ancora arrivati.

Mentre alcuni di sinistra (vedi Bill Maher) potrebbero sperare apertamente che l'economia scivoli in recessione, non ci siamo ancora arrivati e per sapere se questo è il nostro destino dobbiamo elaborare un'analisi economica seria. Per capire cosa significa una curva dei rendimenti invertita, dobbiamo prima capire cos'è la curva dei rendimenti.



Cos'è la curva dei rendimenti?

Spesso, quando gli economisti pensano all'economia, tendono a semplificare le cose. Questa azione è necessaria, infatti tentano di concentrarsi sui fattori importanti e di mettere da parte quelli meno importanti. Pertanto, una teoria di come funziona l'economia è un'astrazione che cerca di illustrare legami causali e connessi.

In molti modelli economici, gli economisti usano un unico tasso d'interesse per rappresentare l'intero mercato intertemporale. Spesso teorizzano che quando il tasso di interesse sale, accadrà X; o se la FED abbassa il tasso d'interesse, allora Y sarà il risultato. Tuttavia il mondo reale non ha un unico tasso d'interesse, infatti ci sono molti tassi d'interesse. Quando separiamo i tassi d'interesse tra le varie scadenze, otteniamo ciò che viene chiamato "La struttura a termine dei tassi d'interesse". Pertanto, attraverso questa struttura, ci sarà un tasso d'interesse per uno strumento a 3 mesi, un altro tasso d'interesse per uno strumento a 1 anno, uno diverso per uno strumento a 10 anni, e così via.

Quando osserviamo un tipo specifico di struttura a termine, in cui il rischio di default è pari a zero, stiamo osservando quella che viene chiamata "La curva dei rendimenti". Nell'economia degli Stati Uniti esiste davvero un mercato in cui troviamo zero rischio di default ed è il mercato dei bond del Tesoro statunitense. Il motivo per cui non vi è alcun rischio di insolvenza è che se si riscatta un bond del Tesoro USA, si sarà sempre in grado di ottenere dollari. Dal momento che il dollaro è denaro fiat, il che significa che non è coperto dall'oro, il governo degli Stati Uniti può sempre creare più dollari per onorare il proprio obbligo. (Ovviamente il valore del dollaro sarà eroso dalla creazione del denaro, ma questa è un'altra storia.)

Se tracciamo le diverse scadenze lungo le ascisse e il tasso percentuale dei rendimenti sulle ordinate, avremo una visione grafica della curva dei rendimenti. In genere, i tassi a breve termine sono inferiori ai tassi a lungo termine. Graficamente vedremo una pendenza verso l'alto. Ci sono due ragioni principali: rischio d'inflazione e preferenza per la liquidità. Il rischio d'inflazione è il rischio che deriva dalla paura che il valore del dollaro si svaluterà nel tempo. Osservando i tassi d'inflazione storici, vediamo che il valore del dollaro è stato costantemente eroso da quando abbiamo lasciato il gold standard. La preferenza per la liquidità deriva da un futuro incerto. (Vedi Figura 1)


Un investitore potrebbe ragionare in questo modo: "Voglio investire i miei soldi, ma cosa succede se accade qualcosa e ho bisogno di contanti?" Questo ragionamento riflette il fatto che è meglio essere liquidi. Quando aggiungiamo una struttura a termine all'investimento, vediamo che questo rischio cambia nel corso dei vari orizzonti temporali. Quindi qual è il rischio che accada qualcosa in cui avrò bisogno di contanti nei prossimi 3 mesi? Ora confrontate questo rischio con la rinuncia del vostro denaro per uno o due anni. Quindi confrontate questo rischio con un arco temporale di 30 anni. Man mano che aumenta la durata della maturità, aumenta anche il rischio che accada qualcosa di inaspettato. Pertanto, mentre guardiamo nel futuro, vediamo un livello più elevato di compensazione per coprire questo rischio sempre crescente.

Quindi, mentre ci sono diversi segmenti lungo la curva dei rendimenti, ogni segmento non è indipendente dagli altri. Questa interconnessione deriva dall'arbitraggio: se un investitore è in grado di guadagnare di più in un segmento, può facilmente vendere in un'area e comprare in un'altra. Pertanto la curva dei rendimenti è interconnessa attraverso l'offerta, la domanda e l'arbitraggio. Una curva dei rendimenti invertita è quella in cui i tassi a breve termine sono più alti rispetto ai tassi a lungo termine, ovvero, è inclinata verso il basso.



Dove siamo adesso?

È vero che la curva dei rendimenti si è invertita? La risposta a questa domanda, come molte risposte in economia, è sia un "Sì" che un "No". Il 5 agosto 2019 il tasso giornaliero dell'obbligazione a 10 anni è sceso all'1,75%, mentre quello a 1 anno è salito all'1,78%. (Per inciso, l'obbligazione a 2 anni, di cui parla la stampa, non ha chiuso al di sopra del tasso a 10 anni tra il 1 agosto e il 26 agosto 2019.) Secondo il Ministero del Tesoro USA, l'obbligazione a 1 anno ha chiuso al di sopra dell'obbligazione decennale ogni giorno sin dal 5 agosto, ma il divario maggiore è stato solo dello 0,21%. Inoltre, il tasso del decennale ha chiuso ogni giorno meno del tasso del trimestrale sin dalla metà di maggio 2019 (con la sola eccezione del 23 luglio 2019). Quindi, in questo momento, direi che la curva dei rendimenti è piatta, ma da tempo tende ad una inversione.



Perché è importante?

Se osserviamo rigorosamente i dati, vediamo che una curva dei rendimenti invertita è un eccellente predittore di una recessione. Tuttavia c'è una differenza nei tipi di dati che utilizziamo. In un giorno particolare, può succedere di tutto. Ad esempio, il 21 agosto i Detroit Tigers, ultimi in classifica, hanno battuto gli Houston Astros (con il lancio di Justin Verlander) in quello che viene ricordato come il più grande sconvolgimento del baseball negli ultimi 15 anni (le probabilità erano tra +435 e +560 per Houston). Il punto è che un numero giornaliero è troppo irregolare per avere previsioni significative. Di conseguenza utilizzo le medie mensili.

Se osserviamo i dati mensili, vediamo che prima di ogni recessione sin dal 1955, la curva dei rendimenti si invertiva da quattro a sei trimestri prima dell'inizio della recessione. Vedi Figura 2.


Nella Figura 2 le barre verticali gialle rappresentano le recessioni. Le linee sono le differenze tra i vari tassi a lungo termine (10, 20 e 30 anni) e i due tassi a breve termine (3 mesi e 1 anno). Quando la differenza scende sotto lo zero, la curva dei rendimenti è invertita.

Ora la vera domanda è se ci sono falsi positivi, dove la differenza è inferiore a zero e non c'è una barra gialla. La risposta è sì, ce n'è stato uno nel 1966-67. Tuttavia, a seconda del set di dati che si osserva, nel 1967 c'è stato un trimestre di crescita negativa (o quasi negativa). Le recessioni sono in genere classificate in almeno due trimestri di crescita negativa e quindi credo che la relazione valga ancora.

Se diamo uno sguardo più da vicino al differenziale della curva dei rendimenti e aggiungiamo alcune proiezioni lineari, otteniamo la Figura 3.


Quello che vediamo qui è che l'intera curva si sta appiattendo. Inoltre, se tutto continua su questi binari (cosa che in realtà non accade mai), dovremmo aspettarci di vedere la curva dei rendimenti davvero invertita intorno ad ottobre o novembre 2019. E se il passato è una guida, allora dovremmo aspettarci di vedere l'economia in recessione 4-6 trimestri più tardi, il che significa che tra ottobre 2020 (intorno alle elezioni) e aprile 2021, l'economia si contrarrà.

È un fatto compiuto? Questa storia è scritta nella pietra? Sicuramente "No", la storia può fare rima, ma non è fatalistica. Per capire dove siamo diretti, abbiamo bisogno di due cose: i fatti e, in secondo luogo, il contesto per capire i fatti. In altre parole, abbiamo bisogno di alcuni dati e una teoria.



I dati

Per iniziare, daremo uno sguardo ai tassi mensili dei titoli del Tesoro USA dal 1953 all'agosto 2019. Vedi Figura 4.


La Figura 5 mostra un punto di vista più ravvicinato, tra il 2003 e l'agosto 2019.


Quello che vediamo è che mentre i tassi a lungo termine sono leggermente scesi, il salto nei tassi a breve termine si è appiattito e può eventualmente invertire la curva dei rendimenti. Sembra che entro il 2016 l'aumento dei tassi a breve termine fosse ben avviato.

La prossima domanda che dovremmo porci è: "Che cosa sta facendo salire i tassi a breve termine?" Per trovare la risposta, dobbiamo prima sapere dove cercare e che tale conoscenza proviene dalla teoria economica.



La teoria

Nel 2004 ho terminato la tesi di laurea esaminando la relazione tra la curva dei rendimenti e le recessioni economiche. Quello che ho scoperto è che questa è una relazione molto complessa. Il motivo per cui i tassi breve stanno cambiando è semplicemente dovuto ai cambiamenti nella domanda e nell'offerta. La difficoltà sta nel rintracciare quelle cause alla radice di questi cambiamenti. Affinché i tassi a breve termine salgano, ci deve essere o una diminuzione dell'offerta di fondi mutuabili, un aumento della domanda di fondi mutuabili, o una combinazione di entrambe le cose.

C'è una diminuzione dell'offerta di fondi a breve termine sul mercato? Mentre la FED per un certo periodo di tempo si è impegnata in un tightening monetario, i tassi d'interesse sono rimasti a livelli storicamente bassi sin dal 2008. (Dai un'occhiata alla Figura 5 sopra e concentratevi sui tassi a breve termine tra il 2009 e il 2016.) Inoltre a luglio il FOMC (il Federal Open Market Committee fissa gli obiettivi per i tassi di interesse a breve termine) ha ufficialmente invertito la rotta e ha annunciato di aver abbassato i tassi target dall'intervallo 2¼ - 2½% all'intervallo 2 - 2 ¼%. Quindi è sicuro dire che l'aumento dei tassi di interesse a breve termine non è una funzione della diminuzione dell'offerta, pertanto deve essere una funzione della domanda.

La domanda che dovremo porci è: "Perché c'è più domanda di fondi mutuabili a breve termine?" È qui che le cose diventano complesse. Dobbiamo innanzitutto iniziare con la teoria Austriaca del ciclo economico (ABCT).

L'ABCT afferma che le recessioni economiche sono causate da un'espansione artificiale del credito. Questa espansione porta ad una riduzione del tasso d'interesse (sì, qui stiamo ipotizzando un unico tasso d'interesse). La riduzione del tasso d'interesse causerà diverse cose: in primo luogo, causerà uno spostamento dai risparmi ai consumi; in secondo luogo, non causerà semplicemente un aumento della spesa per investimenti (investimenti eccessivi), ma causerà anche un'allocazione errata del capitale speso (investimenti errati).

Mentre l'espansione del credito segue il suo corso, provoca un boom economico artificiale. Durante il boom, c'è un'espansione in tutta l'economia, tuttavia ci sono concentrazioni in due sezioni particolari dell'economia: le fasi iniziali e finali del processo di produzione. Le prime fasi sono dove si sgombera la terra e si gettano basi concrete. Di conseguenza, se commettiamo un errore, questi possono rivelarsi molto costosi. Le fasi finali della produzione economica sono quelle più vicine ai consumatori. Sebbene anche queste fasi successive siano soggette al ciclo economico, la gravità delle fluttuazioni in queste fasi è inferiore a quella delle fasi precedenti.

Nella mia tesi di laurea e in un articolo successivo, sostengo che mentre ci avviciniamo al picco dell'espansione economica, i margini di profitto saranno ridotti dall'aumento dei prezzi dei fattori di produzione. Man mano che i prezzi degli input aumentano, le aziende cercheranno finanziamenti a breve termine per completare i loro progetti.



Un esempio

Supponiamo che voi siate un costruttore di case e che il tasso d'interesse sia del 6% (come nel 2001). Avete esaminato il mercato e vi aspettate che il rendimento del vostro edificio e la vendita di case producano un rendimento del 4%. Naturalmente non mettete i vostri soldi in questo progetto.

Supponiamo ora che il tasso d'interesse scenda dal 6% all'1% (come nel 2003). Cosa farete? Se non farete nulla, i vostri concorrenti vi lasceranno indietro. Dovete stare al passo con i vostri concorrenti e quindi scegliete di investire. Supponete che mentre costruite 6 case, ci siano solo abbastanza mattoni per 4. Potete iniziare a costruire 6 fondamenta? Sì, naturalmente. Nessuno sa davvero quanti "mattoni" (input di risorse disponibili) esistono nell'economia attuale e nel prossimo futuro. E così in veste di imprenditori, seguite i segnali del mercato e iniziate a costruire 6 fondamenta. Mentre voi ed i vostri concorrenti iniziate ad usare i mattoni, il loro prezzo inizia a salire. Con l'aumento del prezzo dei mattoni, i fondi a vostra disposizione non coprono più i costi di completamento delle 6 case. Senza i mattoni, le case rimarranno incomplete e il progetto si trasformerà in una perdita enorme. È indispensabile che la vostra azienda ottenga quei mattoni e così la vostra società di costruzione di case è disposta a prendere in prestito denaro a breve termine a tassi sempre più alti al fine di completare qualcosa e raccogliere almeno un piccolo ritorno dal progetto.



Torniamo ai dati

Quindi, secondo la teoria di cui sopra, stiamo ipotizzando che i tassi d'interesse stiano salendo nel breve periodo a causa degli aumenti dei prezzi degli input, i quali stanno comprimendo i margini di profitto. Quindi il prossimo passo è guardare ai prezzi degli input. Sfortunatamente i dati raccolti dalle istituzioni governative statunitensi sono stati progettati da una prospettiva keynesiana. Pertanto i dati che un Austriaco vorrebbe guardare non esistono, almeno non in un formato che preferiremmo. Tuttavia ci sono alcune statistiche generali che possiamo usare. Ho ricavato sei statistiche dai dati economici della Federal Reserve relativi ai prezzi delle materie prime: PPI (tutte le materie prime), indice dei prezzi globale di tutte le materie prime, PPI (materiali da costruzione), PPI (macchine da costruzione), PPI (ferro e acciaio) e PPI (materie plastiche e gomma sintetica).


Se osserviamo i tassi d'interesse a breve termine nella Figura 5, vediamo che iniziano a salire nel 2016. Cosa ci mostra il monitoraggio di questi prezzi delle materie prime dal 2016 al 2019? In ogni categoria assistiamo ad un aumento dei prezzi, proprio come prevede la teoria. Inoltre se guardiamo tre anni prima del 2016 ed esaminiamo l'intervallo tra il 2013 e il 2016, cosa vediamo? Come riassunto nella Tabella 1 di seguito, in quattro delle sei categorie, i prezzi stavano scendendo. Per le due categorie i cui prezzi erano in aumento (PPI: materiali da costruzione e PPI: macchine edili), vediamo che il ritmo di aumento è accelerato dopo il 2016.




Cosa dovremmo cercare dopo?

Il risultato dell'analisi finora è che stiamo arrivando alla fine di un boom economico e ci stiamo avvicinando al punto di svolta del ciclo economico. La fase successiva del ciclo economico è quella dei fallimenti aziendali. Secondo l'ABCT, le aree in cui dovremmo cercare i fallimenti sono quelle nelle prime fasi della produzione.

Ci sono alcuni segni che i fallimenti siano già in atto: possiamo vedere che c'è un grande disagio economico nel settore agricolo, ma questo potrebbe essere più il risultato dei dazi che il normale corso del ciclo economico. I cinesi sanno che la comunità agricola è una grande sostenitrice politica del presidente Trump e quindi hanno approvato dazi mirati a questo gruppo elettorale.

Il punto generale è che i dati non sono ancora chiari. Infatti è un po' troppo presto nel ciclo economico per vedere una quantità sproporzionata di fallimenti. Questi ultimi si verificano continuamente, sia in periodi positivi che negativi. Pertanto, poiché la curva dei rendimenti si invertirà nelle prossime settimane o mesi, dovremmo aspettarci di vedere un numero in costante aumento di fallimenti fino a quando non arriveremo al punto di svolta.



Cosa si può fare per mitigare la prossima recessione?

Molte persone credono che più in alto si va, peggiore sarà la caduta. Quando si tratta di cicli economici, non è così. Possiamo avere una piccola ripresa e un crollo pesante, o una grande ripresa seguita da una lieve recessione, o qualsiasi altra via di mezzo. Il fattore chiave nel determinare il livello di declino economico è la quantità di risparmi. In poche parole, maggiore è la quantità di risparmi, minore sarà la recessione. Pertanto dovrebbe essere fatto tutto il possibile per smettere di scoraggiare i risparmi. Questo non significa che lo stato dovrebbe forzare il risparmio, ma ogni politica in cui incoraggia la spesa al posto del risparmio dovrebbe essere fermata. Ad esempio, quando lo stato decide di aumentare le spese per stimolare i consumi, desidera spendere fondi che altrimenti verrebbero risparmiati. Le politiche che lo stato adotterà durante la recessione influenzeranno fortemente le dimensioni e la durata del crollo. Le politiche sbagliate, come la spesa per stimoli economici, prolungano una recessione economica e ritardano una ripresa.

Tuttavia ci sono passi che possiamo intraprendere per incoraggiare i risparmi. Ecco tre esempi. Innanzitutto è possibile ridurre l'imposta sulle plusvalenze. I risparmi sono in realtà consumi differiti, poiché gli utili non distribuiti sono una forma di consumo differito, rappresentano un tipo di risparmio. Pertanto qualsiasi politica che tassa o scoraggia il mantenimento degli utili, dovrebbe essere abolita. In secondo luogo, se gli Stati Uniti passassero dall'imposta sul reddito ad un'imposta sul consumo, ci sarebbe un disincentivo a spendere e quindi un incentivo relativo al risparmio. E terzo, se il governo federale degli Stati Uniti equilibrasse il budget tagliando le spese, ci sarebbe un incoraggiamento di risparmio. Attualmente il governo federale degli Stati Uniti sta prendendo in prestito denaro per finanziare le sue spese. Riducendo l'importo speso dal governo, questi fondi torneranno nel settore privato come fondi d'investimento.

Inoltre ci sono alcuni passi aggiuntivi che potremmo intraprendere per mitigare la recessione. Innanzitutto riconoscere che la bolla artificiale è stata causata dall'espansione dell'offerta di moneta. Dobbiamo fermare questa inflazione. La denazionalizzazione e la deregolamentazione dell'offerta di moneta sarebbe un passo nella giusta direzione.

In secondo luogo, potremmo facilitare il processo di fallimento. Il modo in cui trasformiamo una recessione in una ripresa è ripulendo le strutture di capitale disallineate e convertendo gli investimenti improduttivi in investimenti produttivi. Nell'ultima crisi, il governo federale ha salvato General Motors. Supponiamo invece che cosa sarebbe successo se non l'avesse fatto. GM sarebbe fallita. Avrebbe dovuto vendere i suoi beni per generare liquidità e pagare i suoi creditori. Pertanto GM avrebbe dovuto vendere Cadillac e Corvette. Naturalmente Cadillac non vale zero dollari, ci sarebbero acquirenti, forse Ford, Toyota o Elon Musk. Chiunque fosse stato, quell'acquirente non avrebbe dovuto pagare un prezzo fuori mercato per Cadillac. Questo nuovo proprietario il giorno dopo avrebbe potuto produrre le stesse macchine e venderle allo stesso prezzo, tuttavia questo nuovo proprietario sarebbe stato in grado di realizzare un profitto dove il vecchio non avrebbe potuto. Perché? Perché questo nuovo proprietario può godere di una struttura a basso costo. Questo processo è il modo in cui convertiamo una recessione in una ripresa. Pertanto, rendendo il processo di fallimento più semplice e veloce, l'economia può riallinearsi più rapidamente. Se continuiamo a seguire questa logica, se semplifichiamo anche le fusioni e le acquisizioni, possiamo ridurre sia la profondità che la durata della recessione.

Molte persone hanno affermato che l'approccio Austriaco porta i funzionari del governo a "non fare nulla" di fronte ad una recessione. Quando le persone chiedono a gran voce di "fare qualcosa", gli Austriaci dicono "No". Ma questa è semplicemente falso, perché abbiamo sottolineato diversi passaggi positivi che possono essere intrapresi per ridurre le dimensioni e la portata di una recessione.

Non so quando arriverà ed inizierà la crisi economica. Da questa analisi posso solo dire che sta arrivando. Se il passato è una guida, allora stiamo parlando tra ottobre 2020 e aprile 2021. Quanto durerà e quanto sarà profonda dipenderà dalla nostra risposta e dalle politiche che attueremo. Poiché sappiamo che sta arrivando, possiamo prepararci. Siamo in grado di contenere le nostre spese personali e accumulare risparmi. Abbiamo un po' di tempo per prepararci.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


giovedì 1 dicembre 2011

La Fase di Liquidazione ed i Margini di Profitto #2





[Cobden Centre, 2011]


Seconda ed Ultima Parte.

Qui la Prima parte.





__________________________________


di Paul Cwik & Harry Veryser



Politica Fiscale Attiva

Il modo in cui il governo inietta lo stimolo economico nell'economia ha diverse implicazioni. Saranno brevemente esaminati quattro canali d'iniezione: sovvenzioni, denaro diretto ai consumatori (per esempio, i rimborsi di Bush del 2001 e del 2008), stipulazione di contratti per l'impresa da parte del governo e tagli alle tasse.


Sovvenzioni

L'aspetto positivo più significativo di una sovvenzione federale verso un'istituzione è che la sovvenzione è un'infusione diretta di denaro che può essere usato per coprire qualsiasi deficit nelle entrate. Se una istituzione non a scopo di lucro ha un deficit di $2,000, allora una sovvenzione da $2,000 coprirà l'immediata crisi. Tuttavia, tale azione è solamente temporanea; dura fintanto che c'è un il flusso di denaro proveniente dalla sovvenzione. Inoltre, quando le istituzioni spendono questo denaro, creano ulteriori distorsioni nell'economia, un effetto Cantillon.

Un principio base della legge di Say è che dobbiamo produrre ed aggiungere al livello della produzione sociale prima che possiamo guadagnare i mezzi finanziari da consumare. Quando il governo garantisce potere d'acquisto addizionale alle istituzioni che hanno fallito a contribuire sufficientemente al prodotto sociale, il risultato è una distorsione del normale modello di produzione. Un'ulteriore conseguenza è che quando la sovvenzione termina, le distorsioni dovranno essere corrette. Qualunque sia l'ammontare del capitale investito improduttivamente dovrà successivamente essere liquidato.

Infine, l'analisi standard della scelta pbblica riconosce gli incentivi devianti che sono creati da queste iniezioni. Anche questi dovranno essere, infine, corretti.


Denaro Direttamente ai Consumatori

Nel 2001 e di nuovo nel 2008, il governo federale ha iniettato direttamente denaro nell'economia dando rimborsi fiscali a coloro che compilavano la denuncia dei redditi. Nel 2001, il rimborso fiscale era tra i $300 ed i $600 in dipendenza dallo status del beneficiario (single, sposato, o capofamiglia). Nel 2008, fu approvato un programma simile di rimborso fiscale che diede alla maggior parte dei contribuenti un rimborso di $600 per i single e $1,200 per coppie sposate, con una detrazione fiscale di $300 a figlio.

Il disegno di questi piani era di incrementare la quantità di spesa al consumo della popolazione. L'ingenuo approccio alla ripresa macroeconomica è la concentrazione sul PIL, mentre si ignorano i problemi sottostanti della struttura del capitale. L'intensa concentrazione sul PIL è fuorviante poiché lascia intendere che il consumo è la componente più grande, e pertanto se si stimola solamente il consumo, il PIL allora umenterà e la recessione finirà.

Un tale pensiero pone il problema dell'economia su un'insufficiente domanda aggregata. Sfortunatamente, non è attraverso il consumo che si percorre la via verso la prosperità. La chiave della crescita economica è una struttura di capitale propriamente allineata che è guidata da forze di mercato.

Nella misura in cui i rimborsi fiscali sono andati nei risparmi e nel saldo dei debiti personali, andava bene, perché questi risparmi addizionali (consumo rinviato) possono ora essere usati per il riallineamento della struttura di capitale. Tuttavia, la porzione dello stimolo che è andata nell'acquisto di beni di consumo non fa nulla per riallineare la struttura del capitale. Invece, la spesa al consumo promuove il mantenimento di una struttura di capitale non allineata e si trascina dietro il fatto che supera l'utile lordo. In altre parole, l'impresa con investimenti improduttivi che le fanno perdere $2,000 avrà bisogno di $8,000 in vendite addizionali per coprire il deficit.

Inoltre, il piano di stimolo dei rimborsi fiscali è un evento irripetibile. E' temporaneo. Anche se l'azienda dovesse essere capace di superare questo periodo di deficit, cosa accadrà nel prossimo periodo? Il processo di liquidazione è ritardato; e durante questo periodo alcuni beni capitali, che sarebbero potuti finire in altre industrie, non sono ora più in grado di essere convertiti in industrie più proficue.


Il Governo Stipula Contratti per L'impresa

C'era molta discussione tra i politici sull'adottare piani d'attuazione immediata per stimolare l'economia. Ovviamente tali progetti non aiutano a riallineare la struttura del capitale in modelli che le forze di mercato desiderano. Invece, sono distorcenti, perpetuano il problema e di solito lo aggravano in termini di durata ed intensità della recessione. Qualsiasi beneficio ad un'azienda in particolare è anche soggetto alla durata del contratto del governo.

In più, da questa connessione sono creati incentivi devianti. L'azienda ha ora un incentivo per fare pressione sul governo affinché ricopra un ruolo più grande nell'economia in modo che possa guadagnare contratti futuri. Se questi contratti terminano, allora qualsiasi distorsione creata dalla domanda artificiale del governo dovrà essere liquidata e riallineata.


Tagli alle Tasse

Ci sono due grandi punti che dovrebbero essere elaborati. Il primo è che, in generale, più sono ampi i tagli alle tasse, meno effetti distorsivi avranno.

Forse il termine "distorsione" dovrebbe essere spiegato. Il modello economico che emerge dal mercato non è distorto se ai prezzi viene permesso di oscillare, se gli individui sono capaci di comprare e vendere nel mercato aperto e sono imposti i diritti della proprietà privata. Una distorsione avviene quando un'entità esogena (governo) è capace di annullare i normali segnali di mercato comprando o vendendo direttamente sul mercato o implementando regole e regolamenti che sconvolgono la normale struttura del mercato.

Alla luce di questo fatto, una tassa su un particolare bene o servizio è distorcente. Così, il ripudio di una particolare tassa distorcente ridurrà anche la quantità di influenza economica del governo. Il punto è che qualsiasi cosa sia stata distorta si dovrà ri-allineare nel futuro, oppure la distorsione crescerà nel tempo, accumulando pressione come fa l'acqua in una diga.

Il capitale investito improduttivamente arriva in molte forme differenti. A volte il capitale è investito improduttivamente quando qualcosa è creato al posto di qualcos'altro che invece avrebbe dovuto essere creato. Considerate la situazione in cui viene costruito attrezzamento da estrazione, ma invece dovrebbe essere stati costruiti registratori di cassa.

Tuttavia, una definizione più ampia del capitale investito improduttivamente è una situazione in cui non ci sono abbastanza risparmi per sostenere il progetto fino al completamento. Se potessero essere ottenuti più risparmi, allora il progetto sarebbe convertito in un investimento appropriato. Misure di tagli ai costi sono una forma di risparmio corporativo interno.

Il secondo più grande punto è che il taglio delle tasse è più economico rispetto al tentativo di stimolare le vendite. L'azienda depressa che è stata il nostro esempio beneficerebbe direttamente da un taglio delle tasse per $2,000. Una tale taglio delle tasse farebbe andare in pareggio l'azienda. La riduzione delle tasse sui risparmi, sul capitale di risparmio, o sulle entrate corporative in generale libererà le risorse affinché le imprese le possano usare per riallineare la struttura di capitale non disallineata.



Austriaci contro Keynesiani

Abbiamo sostenuto che quando un'economia è in flessione, i tagli ai costi sono più potenti che uno stimolo del governo. Il modo più veloce per uscire da una recessione o depressione è di abbassare i costi per le imprese. Le compagnie che possono iniziare a trarre profitto secondo una scala economica più bassa si possono quindi preparare ad espandersi non appena raggiungono la redditività. Se il governo abbassa i costi tramite tasse semplificate e porta la connessione tra imprese e governo ai minimi costi, la redditività ritornerà molto più velocemente.

Il discorso ed il programma Keynesiano è quello di tentare di stimolare la spesa a nome della popolazione. Questa era l'idea dientro il cosidetto programma di "rottamazione". Il governo provò a stimolare le vendite di automobili, sperando di ripristinare la redditività delle compagnie e frenare così i licenziamenti o perfino incrementare l'occupazione.

Dovrebbe essere menzionato che ci sono Keynesiani liberali e conservatori, ma entrambi concordano sull'imperativo principale dell'incrementare le vendite piuttosto che di tagliare i costi. I Keynesiani conservatori sosterrebbero uno stimolo fiscale tagliando le tasse. Questo fu l'approccio dell'amministrazione Kennedy (1961-1963) e fornì una discussione per quella che sarebbe stata chiamata successivamente economia supply-side. Il presidente Kennedy abbassò significativamente le aliquote fiscali, ma non diminuì la spesa del governo federale, e così contrasse deficit. Non tagliò significativamente l'interventismo e la regolamentazione del governo.

I Keynesiani liberali preferiscono una spesa maggiore del governo per stimolare le vendite nell'economia, che è la politica dell'amministrazione Obama ed era la politica della precedente amministrazione Bush. Il concetto era di stimolare le vendite mediante la spesa del governo ed i rimborsi fiscali. Entrambi i presidenti hanno aumentato sostanzialmente l'ammontare di regolamentazioni e costi diretti sulle imprese. I risultati finora sono che il pacchetto di stimolo ha apparentemente avuto scarso effetto.

La soluzione Austriaca è una combinazione di tagli alle spese del governo e tagli alle aliquote fiscali. Probabilmente il miglior esempio di questa politica fu durante l'amministrazione Harding (1921-1923). Il presidente Harding tagliò sia la spesa del governo sia le tasse di circa il 25% ed in circa sei mesi tirò fuori il paese da una dura recessione in cui la disoccupazione salì al 12%. Fu uno degli sforzi più veloci e di maggior successo nell'affrontare una flessione economica nella storia degli USA.[1]



Il Moltiplicatore Austriaco

Questa enfasi sull'abbassamento dei costi dell'economia e delle tasse potrebbe essere chiamato "il moltiplicatore Austriaco". Mentre i Keynesiani sostengono di avere un moltiplicatore della spesa. Il moltiplicatore Austriaco varierebbe da impresa ad impresa in dipendenza dal loro utile lordo. Per ogni dollaro di tagli ai costi dai profitti di un'impresa (ovvero, attraverso un taglio delle tasse), ci sarà un moltiplicatore equivalente al reciproco utile lordo dell'azienda. Un vantaggio del moltiplicatore Austriaco è la sua immediatezza; non deve passare attraverso la burocrazia del governo o dipendere dalle abitudini di spesa della popolazione.

L'effetto del moltiplicatore Austriaco può essere visto quando la regolamentazione del governo e le tasse vengono aumentate. Per esempio, se un'impresa sta operando al 33% dell'utile lordo, ed il governo implementa un giro costoso di nuove regolamentazioni, l'azienda dovrà aumentare le sue vendite di tre volte il costo della regolamentazione, oppure tagliare altre spese dell'impresa, per pagare i costi di questa regolamentazione. Tagliare e ridimensionare diventa specialmente importante se la compagnia non può aumentare i suoi prezzi per tassare il consumatore affinché paghi per i costi della regolamentazione.[2]

Tuttavia, gli effetti di una riduzione della regolamentazione stimolerebbero le imprese a diventare soggette all'effetto del moltiplicatore Austriaco avendo nel contempo zero impatto sul bilancio federale. Infatti, con minori regolamentazioni ci potrebbe essere più attività economica, che condurrebbe a maggiori entrate fiscali e, senza regole e regolamentazioni da imporre, l'ammontare dei dipendenti governativi potrebbe anche restringersi aggiungendosi così alla salute fiscale del governo.



Conclusione

Ridurre la regolamentazione del governo e tagliare le tasse è molto più efficiente per aiutare l'economia rispetto a qualsiasi altro tentativo Keynesiano di incrementare la spesa e le vendite. Tagliare i costi a tutti i livelli aiuta tutte le aziende, mentre i programmi di spesa Keynesiani mirano nello specifico ad industrie particolari e possono causare investimenti improduttivi in quelle aree.

Concludiamo che l'approccio Austriaco migliorerà le opportunità di occupazione, migliorerà la produttività strutturale delle aziende e rallenterà le entrate in calo del governo molto meglio rispetto alla soluzione Keynesiana.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


__________________________________________________________________

Note

[1] Consultare Benjamin Anderson, Economics and the Public Welfare, capitoli 8–11, e Brian Domitrovic, Econoclasts, p. 35. L'amministrazione Harding ha in seguito commesso diversi errori, incluso aumentare imposte tariffarie e permettere alla Federal Reserve di inflazionare la valuta.

[2] Le compagnie proveranno a spostare il fardello sui consumatori come meglio potranno. Tuttavia, l'incidenza di una tassa dipende dall'elasticità della domanda e dell'offerta. Dal momento che l'offerta non è mai perfettamente elastica, il produttore dovrà sempre sostenere parte del fardello di una tassa.

__________________________________________________________________


mercoledì 30 novembre 2011

La Fase di Liquidazione ed i Margini di Profitto #1

«Scopriremmo, infatti, che le definizioni di Keynes di "risparmio" ed "investimento" che li rendono necessariamente uguali (anzi "aspetti meramente diversi della stessa cosa," p.74) hanno creato grande imbarazzo ai Keynesiani e confusioni e contraddizioni al maestro. L'imbarazzo per i Keynesiani proviene non solo dal fatto che Keynes definì in questo modo il "risparmio" e "l'investimento" da renderli spesso ineguali (o occasionalmente uguali per una sorta di incidente felice), ma dal fatto che le definizioni nella General Theory creano molte difficoltà nelle successive dottrine keynesiane. In effetti, Keynes abbandona queste definizioni, senza preavviso al lettore, nella seconda parte della General Theory, e torna al suo vecchi concetti.» -- Henry Hazlitt, Failure of the "New Economics": An Analysis of the Keynesian Fallacies

[Prima Parte di Due]

____________________________________________


di Paul Cwik & Harry Veryser


[Cobden Centre, 2011]


La teoria Austriaca del ciclo economico ha guadagnato attenzioni dalla stampa popolare e dai circoli politici sin dall'inizio della più recente recessione (Dicembre 2007). Mentre il boom artificiale ed i successivi investimenti improduttivi combaciano con la teoria Austriaca, la domanda nella stampa popolare è: "Quale politica economica è la migliore per alleviare la recessione?"

Comunque, per un economista Austriaco, questa domanda è malposta. Dovrebbe essere: "Quale politica economica converte in modo migliore gli investimenti improduttivi in strutture di capitale economicamente percorribili?" perché solo attraverso una struttura di produzione rigenerata può avere luogo una crescita sana.

Questo documento analizza, dal punto di vista delle aziende, le varie politiche che sono attualmente in uso (Keynesianismo moderno) per curare la recessione e contrasta queste politiche con quelle che raccomanderebbe un'analisi Austriaca del ciclo economico.



Introduzione

Il collasso del mercato immobiliare ha rinnovato l'interesse nelle teorie del ciclo economico. La teoria Austriaca del ciclo economico ha iniziato a guadagnare attenzione dalla stampa popolare e dai circoli politici, perché la teorizzazione Austriaca del boom combacia meglio con la bolla immobiliare rispetto alle teorie mainstream.

Sfortunatamente, il punto centrale degli Austriaci è stato quello di spiegare come il boom inevitabilmente conduca al bust, tralasciando le fasi di liquidazione e di ripresa. In sostanza, la teoria Austriaca del ciclo economico (ABCT) non ha sottolineato gli effetti della recessione come hanno fatto anche le altre grandi scuole. Questo documento tenta di riempire questi vuoti ed esplora le meccaniche di come l'economia converte gli investimenti imoproduttivi in strutture di capitale utilizzabili.

Secondo l'ABCT standard, il boom è generato da un'espansione del credito, abbassando i tassi d'interesse e deformando la struttura dei tassi d'interesse. Gli imprenditori sono fuorviati da questi falsi segnali ed iniziano ad imbastire investimenti improduttivi. Questo boom è artificiale e non può essere sostenuto. Il punto di inversione superiore del ciclo economico arriva come una crisi. Si manifesta come una crisi del credito, una crisi delle risorse reali, o una combinazione delle due.

Una crisi del credito appare se la banca centrale rallenta il tasso di espansione monetaria o lo ferma del tutto. Una crisi delle risorse reali appare se si manifesta una mancanza di beni capitali.

Il risultato del boom artificiale e l'aumento di capitale investito improduttivamente è un disallineamento nella struttura di capitale dell'economia. Per rettificare questa situazione, il capitale investito improduttivamente deve essere riallocato. La riallocazione del capitale verso una struttura di produzione sensata è la fase di liquidazione del ciclo economico (conosciuta anche come "la recessione"). La fase di liquidazione è necessaria per riallineare la struttura di capitale.

Gli Austriaci hanno a lungo detto che la soluzione alla recessione è di "liquidare il capitale investito improduttivamente", ma cosa significa ciò in realtà? Come lo fanno le compagnie? Come considerano questa situazione dal loro punto di vista?

All'estremo, è attraverso la bancarotta di alcune attività che il capitale può passare da usi inefficienti ad usi più efficienti. Tuttavia, non tutte le attività falliscono nella fase di liquidazione. Le aziende che stanno accumulando perdite, ma non sono ancora pronte per chiudere i battenti, come convertono il loro capitale investito improduttivamente in strutture redditizie? E' entro questo contesto che ora ci rivolgeremo al punto di vista di un'impresa o azienda.



Chiudere in Pareggio

Quando un'attività è in crisi — cioè, perde costantemente denaro — il suo scopo dovrebbe essere quello di fare qualsiasi cosa in suo potere per raggiungere un punto di pareggio, dove le perdite smettono di accumularsi. L'idea è che una volta che un'attività è in pareggio, può pianificare per la redditività. Esaminiamo i due approcci per raggiungere il pareggio.

Considerate un'attività con la seguente situazione: produce un prodotto in cui l'utile lordo è del 25%. Ciò vuol dire che la manodopera ed il materiale costituiscono il 75% del costo di produzione (i suoi costi variabili). Fintanto che un'attività è capace di soddisfare i suoi costi variabili, rimarrà in gioco.

Se l'azienda non è capace di coprire i suoi costi variabili, attraverserà il punto di chiusura. Se il restante 25% copre solo i suoi costi fissi (i suoi costi di gestione), raggiungerà il pareggio. Quando un'attività accumula entrate al di sopra dei costi fissi e variabili, inizia a fare profitti. Questo passaggio è il punto di pareggio.

Supponiamo che l'impresa descritta sopra abbia costi fissi (i costi di gestione) per $10,000 al mese. Ciò vuol dire che l'azienda deve vendere per $40,000 al mese solo per andare in pareggio ($30,000 pagano la manodopera ed il materiale e $10,000 i costi di gestione).

Ora, supponiamo che l'economia sia in flessione e che l'azienda sta perdendo denaro, diciamo, $2,000 al mese. L'impresa è capace di coprire i suoi costi variabili, ma non sta raggiungendo il pareggio. Questo problema può essere inquadrato o come vendite insufficienti o come costi di gestione eccessivi (costi fissi).

Se l'impresa potesse magicamente espandere le vendite, dovrebbe dapprima creare più prodotto, il che vuol dire che i costi variabili aumenterebbero. In questo esempio, l'utile lordo è del 25%; e supponiamo che l'utile ed i costi siano regolari. Pertanto, in modo da coprire il deficit da $2,000, l'azienda dovrebbe incrementare le vendite per $8,000, di cui $6,000 (75%) andranno nei costi variabili.

Tuttavia, per ogni dollaro con cui l'impresa può abbassare i suoi costi di gestione (ed altri costi fissi), non avrà più bisogno di generare $4 nelle vendite. Tagliando i costi, può operare proficuamente con vendite minori.[1]

Un'azienda in guai finanziari ha un maggiore moltiplicatore nei tagli dei costi rispetto agli incrementi delle vendite. In questo caso, il moltiplicatore è di quattro volte. Questo punto ovvio è resistito non perché c'è un trucco magico o di contabilità. La ragione del perché ha resistito è che nessuna persona vuole avere il proprio salario tagliato e nessun diparitmento vuole avere il proprio budget tagliato. E' molto difficile guardare una persona negli occhi e dirgli che ci saranno tagli. Ciononostante, è una necessità. Ecco perché, durante una flessione economica, le compagnie più prudenti si rivolgono immediatamente a tagli dei costi.

Misure di tagli ai costi aiutano a trasformare gli investimenti improduttivi in strutture appropriate di capiale.



Nel Contesto del Ciclo Economico

Supponiamo che un'azienda si è espansa eccessivamente quando, durante il boom, ha acquistato nuovi beni strumentali. C'è stato un calcolo errato da parte dell'azienda perché stava leggendo falsi segnali dal mercato — il tasso d'interesse era troppo basso. Con la flessione dell'economia, l'azienda è stretta da entrambe le parti: le entrate diminuiscono ed prezzi di input (prezzi di acquisto dei fattori produttivi: manodopera, energia, ecc.; prezzi di output = prezzi di vendita dei prodotti, ndt) aumentano. L'azienda deve fare qualcosa per rimanere in gioco.

Come aiutano le misure di tagli ai costi a trasformare il capitale investito improduttivamente? Aggiungiamo alcuni dettagli al nostro esempio per chiarificare il nostro punto. Supponiamo che all'inizio del ciclo economico il tasso d'interesse è del 6% e la nostra azienda stia esaminando un progetto che ha un discounted cash flow di $104,000. Se i costi d'anticipo sono di $100,000, il tasso interno di rendimento è del 4%. L'azienda non accetterà questo progetto adesso come adesso.

Ora, supponiamo che la banca centrale espanda l'offerta di denaro ed il tasso d'interesse del mercato cade al 1%.[2] A questo tasso, ha senso per l'azienda prendere in prestito il denaro ed iniziare il progetto. Durante la fase di boom, il capitale liquido è convertito in beni capitali e strumentali. Mentre il nuovo denaro trova la sua strada nell'economia, i prezzi ed i tassi d'interesse iniziano a salire.

Quando i tassi d'interesse ritornano al livello originale del 6%, l'azienda inizierà a soffrire di una perdita economico del 2% (o di $2,000 al mese). In modo che l'azienda compensi questa differenza, o deve aumentare le entrate di $8,000 come descritto su, oppure deve tagliare $2,000 dei suoi costi di gestione.

Finora, abbiamo supposto che il livello delle vendite e dei costi fosse rimasto costante. Possiamo considerare tutto ciò come lo scenario migliore. In una recessione, il volume delle vendite tende a calare ed i prezzi di input tendono a salire. Così, i margini di profitto sono ulteriormente ristretti, restringendo l'utile lordo. Se, per esempio, l'utile lordo cala del 10%, allora ci vorrà un incremento nelle entrete lorde di $10,000 per coprire il deficit di $2,000.



La Politica del Governo per Aiutare le Aziende a Chiudere in Pareggio

Il bisogno dei politici di fare qualcosa cresce all'aumentare della severità della recessione. Riguardo all'attività fiscale, ci sono due approcci diffusi per alleviare la recessione: aumento della spesa o tagli alle aliquote fiscali. I Keynesiani hanno sostenuto che la migliore politica per curare una recessione è quella di stimolare la domanda aggregata. Con un'iniezione della spesa negli individui, nelle famiglie e nelle aziende, le entrate saliranno e queste aziende compenseranno i deficit.

Supponiamo che il governo scelga di stimolare la domanda aggregata aumentando direttamente l'acquisto dei beni di consumo. Se l'azienda sta sperimentando un deficit da $2,000, la quantità necessaria in vendite aggiuntive è $,8000, presumendo costi costanti ed un utile lordo del 25%. In altre parole, per trasformare l'investimento improduttivo in una struttura di capitale sostenibile ci vorranno $8,000 di acquisti diretti o sostenuti dal governo. Dall'altro lato, per ottenere lo stesso effetto, ci vorrà una riduzione delle tasse sull'azienda per $2,000. Così, in generale, l'approccio di tagli alle tasse fornirà un fardello minore sul governo (contribuente).


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


Link alla Seconda Parte


__________________________________________________________________

Note

[1] Molti imprenditori sostengono che sia sbagliato tagliare prima i dollari della pubblicità quando una compagnia è nei guai. Tuttavia, quello che stiamo dimostrando è che ha perfettamente senso. Con costi di gestione minori, si avrà bisogno di minori vendite per raggiungere il pareggio.

[2] Mentre nel mercato ci sono differenti tassi d'interesse, stiamo presumendo che il tasso rilevante per la nostra azienda, in termini di rischio e continuità, cali al 1%.

__________________________________________________________________