mercoledì 31 luglio 2024

Davvero l'amministrazione Biden ha battuto l'inflazione?

La stampa generalista ci tiene a farci sapere che grazie agli “sforzi” dell'amministrazione Biden, il “mostro” dell'inflazione dei prezzi è stato sconfitto. Ma è davvero così? Oggi vedremo che, dal punto di vista statistico, le cose non stanno affatto così e il proverbiale “cherry picking” è l'esercizio preferito dalle autorità per vendere agli sprovveduti una percezione della realtà diametralmente opposta a quella reale. Quando si ha chiaro il quadro generale, invece, tali manipolazioni ad hoc cadono di conseguenza. Ma non basta, perché è necessario aggiungere ulteriore contesto e attraverso la logica/ragionamento è possibile arrivare a una conclusione coerente che va a spiegare in modo succinto il meccanismo attraverso il quale l'amministrazione Biden è riuscita a barcamenarsi e al contempo ha anche affossato gli Stati Uniti (obiettivo originale). Infatti ha usato la volatilità del petrolio per fare in modo che il prezzo fosse soffocato, mentre si dava fondo alla Strategic Petroleum Reserve e il Brent veniva re-indicizzato. In tal modo è stata venduta la narrativa “l'inflazione è stata contenuta”, narrativa contrastata da Powell attraverso il suo “higher for longer”. La compressione della volatilità è un segno importante che va a denotare l'esaurimento della capacità di una pressione al ribasso sui prezzi del petrolio. Solo un tetto effettivo adesso potrà funzionare... almeno per un po'. Sappiamo benissimo a cosa porterà questa eventuale linea d'azione: carenze e sovrabbondanze, con conseguente esplosione della pressione finora tenuta soffocata.

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di David Stockman

Su tutto ciò che fa la differenza per il costo della vita di Main Street, i prezzi sono aumentati dal 32% al 36% sin dal gennaio 2021. Proprio così. Tra i cinque grandi fattori – servizi, cibo, energia, trasporti e casa – che costituiscono una quota schiacciante del bilancio familiare, il tasso di aumento dei prezzi durante gli ultimi sette anni e mezzo è vicino al 4,0% annuo! E questo tasso di crescits significa che i prezzi raddoppierebbero ogni 18 anni.

Inoltre gli aumenti cumulativi per quei cinque elementi essenziali si concentrano strettamente al 4,0% annuo. Ciò che conta è l’inflazione cumulativa su un periodo di tempo ragionevole e i movimenti mensili nelle principali componenti dell’IPC non sono una guida affidabile per l’andamento a lungo termine del livello generale dei prezzi.

Aumenti annuali della componente IPC da gennaio 2017:

• Servizi meno i servizi energetici: +3,8%

• Alimentari: +3,9%

• Trasporti: +3,9%

• Energia: +4,2%

• Casa: +4,3%

Indice delle principali componenti dell'IPC da gennaio 2017

In passato la missione principale dei banchieri centrali era la stabilità dei prezzi nel tempo, non un gioco statistico basato sul tasso d'inflazione annuo per periodi brevi e scelti arbitrariamente. E l’attenzione si concentrava su un livello generale stabile dei prezzi, non sull’attuale preoccupazione per tutti i tipi di sottocomponenti del deflatore IPC o PCE e sulle variazioni torturate e segate degli indici generali.

Ad esempio, qualche tempo fa andava di gran moda il cosiddetto SuperCore CPI, che copre i servizi meno le case. Ciò significava che oltre il 60% del peso nel paniere dell'IPC veniva cancellato.

Inoltre due anni fa l’indice SuperCore correva ben al di sotto del livello del 9% registrato nell’indice IPC principale e anche nel cosiddetto IPC meno cibo ed energia. Ciò ha quindi suscitato molte chiacchiere speranzose a Wall Street secondo cui l’inflazione era sovrastimata e che la FED era sempre più vicina al nirvana di un altro ciclo di tagli dei tassi.

Durante i festeggiamenti per la vittoria sull’inflazione della scorsa settimana, l'indice SuperCore ha fatto registrare ancora un +5% su base annua. Quindi, per quanto ne sappiamo, non ha ricevuto nemmeno una menzione d'onore dal coro di alleluia degli economisti di Wall Street. Come al solito è toccato a Zero Hedge pubblicare la scomoda verità.

Fonte: Bloomberg

In ogni caso, quando si riformula il primo grafico qui sopra in base al cambiamento annuo, il vero trend dell’inflazione viene completamente offuscato dalle fluttuazioni a breve termine e dal rumore nei dati. Invece di raggrupparsi attorno al trend dell’inflazione reale al 4% degli ultimi sette anni, i tassi di variazione per il periodo annuo fino a giugno 2024 sono ovunque: tra le stesse cinque componenti principali dell’indice dei prezzi al consumo, i servizi sono ancora in crescita del 5%, mentre l’energia è passata dal +42% annuo fino a giugno 2022 ad appena +0,9% durante il periodo annuo fino a giugno 2024.

In breve, il primo grafico qui sopra è il segnale: i dati annui mostrati di seguito rappresentano il rumore. Infatti individuare e scegliere le istantanee dell’inflazione su base mensile, o addirittura trimestrale, tra componenti e sottoindici che sono sempre in movimento – e raramente in sincronia – è un gioco da ragazzi. Non ci dice nulla, però, sulla tendenza dell’inflazione di fondo, né dell’impatto cumulativo sul potere d’acquisto.

Variazione annua fino a giugno 2024:

• Servizi meno servizi energetici: +5,0%

• Alimentari: +2,2%

• Energia: +0,9%

• Casa: +5,1%

• Trasporti: +1,2%

Variazione annua nelle cinque componenti dell'IPC, da gennaio 2017 a giugno 2024

Il grafico seguente, che illustra l'andamento della variazione annua dell'IPC 16% trimmed mean, ci dice tutto ciò che dobbiamo sapere sulla vera storia dell'inflazione. Negli ultimi 75 mesi la misura più stabile dell’inflazione ha fatto registrare una cifra annua ben al di sopra del 2,00%. Su base cumulativa, infatti, gli aumenti sono stati in media del 3,7% annuo.

A dire il vero l' “obiettivo” stesso di un'inflazione annua al 2,00% non ha senso, ma quando lo si supera abbondantemente, perché mai bisogna cantare vittoria sull’inflazione e acclamare a gran voce il prossimo ciclo di tagli dei tassi e stimoli monetari?

In realtà mantenendo il piede sui freni monetari, la FED potrebbe impedire un’altra esplosione di inflazione, nonostante quella più recente è stata assorbita da risparmiatori, salariati e imprenditori. Infatti dopo sei anni di inflazione elevata, le ragioni per diluirne il trend con un periodo di inflazione bassa o nulla sono schiaccianti. Ad esempio, se l’IPC trimmed mean dovesse attestarsi esattamente al 2,00% annuo per i prossimi tre anni, l’aumento dell’indice da marzo 2018 sarebbe comunque in media  del +3,25% annuo; e anche all’1,0% annuo per altri tre anni, l'aumento cumulativo da marzo 2018 sarebbe +2,81% annuo.

Cosa c'è di così splendido in entrambe queste cifre? E perché la FED non dovrebbe essere obbligata a abbassare la media per un intervallo ancor più prolungato, visto l’impennata dell’inflazione degli ultimi anni?

Variazione annua dell'IPC 16% trimmed mean, da marzo 2018 a giugno 2024

Inutile dire che questo ci porta al difetto fatale del sistema bancario centrale keynesiano: un’inflazione minima al 2,00%. Ed è disposto a rischiare una ripresa dei tassi d'inflazione perché il suo vero obiettivo non è la stabilità dei prezzi basata sul buon senso e un potere d’acquisto stabile, il suo modello equivale a una gestione macroeconomica plenaria basata sull’errata visione secondo cui esiste una curva di Phillips che incarna un compromesso tra crescita macroeconomica e inflazione. E che per ottenere una crescita ottimale, creazione di posti di lavoro e la “piena occupazione”, è necessario un livello modesto d'inflazione; e che quando la macroeconomia minaccia di vacillare o di precipitare in recessione, una discreta quantità di rischio d'inflazione non solo è tollerabile, ma giustificata ed essenziale.

Vale a dire, l'attenzione maniacale sul tasso di variazione annuo di breve periodo (vale a dire il deflatore della PCE) non ha assolutamente nulla a che fare con una moneta sana/onesta o con qualsiasi nozione tradizionale di sistema bancario centrale. Al contrario è pianificazione monetaria centrale che ripetutamente soddisfa Wall Street con scuse per un nuovo ciclo di tagli dei tassi il più spesso e il più presto possibile.

Come mostrato di seguito, da marzo 2018 il deflatore della PCE meno cibo ed energia (linea viola) è salito più lentamente di quasi qualsiasi altra misura disponibile, incluso l’IPC principale (linea rossa), l’IPC 16% trimmed mean (linea nera linea) e l’IPC per tutti i servizi (linea arancione).

Peggio ancora, il deflatore della PCE non è nemmeno un paniere fisso di elementi che funge da proxy per il livello generale dei prezzi da un punto all’altro nel tempo. Viene continuamente rivalutato mensilmente, il che significa che quando i consumatori in difficoltà sostituiscono il pollo con la bistecca, il deflatore della PCE segnala un'inflazione inferiore a quella che sarebbe altrimenti.

Inutile dire che questa tecnica può avere senso dal punto di vista statistico quando si tenta di misurare il livello di produzione in dollari costanti nell’economia totale, ma non misura “l’inflazione” generale dei prezzi incorporata in un paniere fisso di beni e servizi.

Indici dell'inflazione, da marzo 2018 a maggio 2024

Inutile dire che, quando questa propensione viene estesa per periodi di tempo più lunghi, la differenza è decisamente più marcata. Ad esempio, dal gennaio 2000 il deflatore della PCE meno cibo ed energia è aumentato solo del 64% rispetto all’83% dell’IPC 16% trimmed mean, all’85% dell’IPC principale e al 109% dell’IPC relativo a tutti i servizi.

Indici dell'inflazione, da gennaio 2000 a maggio 2024

In ogni caso, Wall Street ama le linee di politica pro-inflazione e gli incessanti sforzi per fingere che gli enormi aumenti cumulativi nel livello dei prezzi mostrati nel grafico qui sopra avvengano in conformità con le leggi dell'economia. Gary Cohn, il tipico agente tra Wall Street e Washington, ha sostanzialmente fatto uscire il genio dalla lampada in un commento sulla relazione dell'IPC di giugno.

“Il presidente Powell non dovrebbe farsi trovare in ritardo nel tagliare i tassi”, ha detto alla CNBC l'ex-funzionario di Goldman Sachs e Trump, Gary Cohn. “Soprattutto dopo che tutti lo abbiamo accusato di aver tardato a rialzare i tassi”.

Per dirla tutta, l’idea stessa di “presto” e “tardi” nel gioco arbitrario di armeggiare con i quadranti dei tassi d'interesse è assurda. Lo squilibrio tra il tasso d'interesse su ciò che equivale a fiches da gioco a Wall Street (cioè i fondi overnight) e la macroeconomia nazionale e globale è così grande da rendere le istantanee sull’inflazione a breve termine equivalenti a rumore di fondo.

L’economia statunitense è stata così rifornita di liquidità in eccesso a causa delle massicce misure di stimolo durante il periodo pandemico che i rialzi dei tassi hanno a malapena intaccato il ritmo della spesa e dell’attività a breve termine. E per lo stesso motivo l’economia americana è ora talmente sommersa dal debito – $99.000 miliardi nei bilanci pubblici e privati ​​messi insieme – che 100 o anche 240 punti base di tagli non stimoleranno molto un’indebitamento incrementale, la spesa, il PIL e l’occupazione.

Durante il periodo di massimo splendore della teoria keynesiana, negli anni ‘60 e ‘70, il debito totale pubblico e privato negli Stati Uniti ammontava in media a circa il 150% del PIL, una cifra che era rimasta in gran parte costante durante i precedenti 100 anni di massiccia crescita industriale e di costante aumento della qualità della vita negli Stati Uniti.

Anche se non ha mai avuto senso che l’aumento del rapporto di leva finanziaria potesse generare PIL incrementale, posti di lavoro e ricchezza nel lungo periodo, nel breve periodo i tassi d'interesse a buon mercato tendevano a stimolare ulteriori prestiti da parte delle famiglie e delle imprese, aumentando così temporaneamente il PIL, anche se in un modo che in realtà equivaleva a rubare al futuro.

Ma sin dalla Grande Crisi Finanziaria il rapporto debito/PILè rimasto bloccato nella stratosfera macroeconomica: 350% del PIL. Questi due giri aggiuntivi di debito rispetto al reddito nazionale fanno sì che il debito totale in circolazione sia attualmente pari a $99.000 miliardi rispetto a quelli che sarebbero stati $42.000 miliardi con il vecchio rapporto di leva finanziaria nazionale al 150%.

Oserei dire che in un’economia sommersa dal debito come quella raffigurata di seguito – dove i settori produttivi si trascinano dietro $57.000 miliardi in più di debito – è probabile che il taglio dei tassi d'interesse non avrà quasi alcuna spinta macroeconomica.

Quindi il nocciolo della questione è chiaro come il sole: l’obiettivo d'inflazione al 2,00% è insensato e irraggiungibile attraverso il goffo meccanismo di aggiustamento del tasso di finanziamento overnight, mentre un’altra tornata di tagli dei tassi non farà nulla per la piena occupazione, rischiando invece l'ennesima sciagura per risparmiatori e salariati.

Indice della leva finanziaria dell’economia statunitense, dal 1960 al 2024


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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martedì 30 luglio 2024

Valute digitali delle banche centali: carenze nonostante gli scaffali pieni

Gli stati sanno che possono mascherare i loro squilibri fiscali attraverso la graduale riduzione del potere d’acquisto del denaro, ottenendo due cose: l’inflazione è un trasferimento nascosto di ricchezza dai risparmiatori/salariati allo stato ed è una tassa nascosta. Inoltre la parte produttiva dell’economia viene ulteriormente espropriata tramite l'emissione dei bond statali. La regolamentazione dell’intero sistema finanziario si basa sulla falsa premessa che l’attività a rischio più basso siano i titoli di stato e ciò costringe le banche ad accumulare valuta – obbligazioni sovrane – incentivando così una spirale di intervento statale e “crowding out” del settore privato. La valuta è debito e i titoli di stato sono valuta. Quando gli stati esauriscono il loro spazio di manovra fiscale, l’effetto “crowding out” sul credito si cumula ai crescenti livelli di tassazione paralizzando l’economia produttiva e favorendo l'emersione di passività non finanziate. Gli economisti mettono in guardia dall’aumento del debito, il che è corretto, ma a volte ignoriamo l’impatto sul potere d’acquisto della valuta delle passività non finanziate. In Paesi come l'Italia le passività pensionistiche pubbliche non finanziate superano il 450% del PIL; in Spagna superano il 500% del PIL. Nell’Unione Europea, secondo Eurostat, la media è vicina al 200% del PIL. E si tratta solo di passività pensionistiche non finanziate, Eurostat non analizza le passività non finanziate dei programmi di welfare. Ciò significa che gli stati continueranno a tassare la classe media e a imporre la tassa più regressiva di tutte: l’inflazione. Non è una coincidenza che la BCE voglia implementare una CBDC il più rapidamente possibile. Essa è sorveglianza mascherata da denaro e un mezzo per eliminare i limiti alle politiche inflazionistiche degli attuali programmi di QE. I banchieri centrali sono sempre più frustrati perché i meccanismi di trasmissione della politica monetaria non sono completamente sotto il loro controllo ed eliminando il canale bancario commerciale, e quindi il sostegno all’inflazione da parte della domanda di credito, possono altresì eliminare la concorrenza di forme di denaro indipendenti attraverso la coercizione e la svalutazione. L'aumento dei prezzi di Bitcoin e dell'oro riflettono questa realtà. Entrambi questi asset non sono affatto costosi, anzi. Le autorità sanno che ci sarà un solo modo per far quadrare i conti pubblici con migliaia di miliardi in passività non finanziate: (provare a) ripagarle con una valuta che non vale niente.

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di Paul Cwik

Di tutte le aree che gli studenti di economia devono padroneggiare, il ragionamento controfattuale è in cima alla lista. Esso delinea e confronta le differenze e le somiglianze tra due alternative. Sebbene tutti usiamo i ragionamenti controfattuali, come scegliere cosa mangiare a pranzo, gli economisti guardano alle conseguenze più profonde e remote. Un tipico esempio che devono esaminare riguarda gli effetti del controllo dei prezzi: cosa succede quando viene imposto un prezzo massimo inferiore al prezzo di equilibrio rispetto a ciò che accade in un mercato libero? La risposta più ovvia è che si sviluppano carenze: le persone acquistano rapidamente quanti più articoli possibile mentre i fornitori esitano a rifornire gli scaffali.

Le carenze sono impopolari. Una causa di penuria permanente è il tetto ai prezzi e viene spesso imposto ai mercati perché accade qualcosa di ancora più impopolare: inflazione dei prezzi. Mentre i prezzi salgono, le persone vogliono incolpare qualcuno per la loro sfortuna; facili capri espiatori sono i negozianti che chiedono prezzi sempre più alti. I politici che cercano di guadagnare favore elettorale sostengono il tetto ai prezzi come soluzione.

Esiste una chiara catena causale di eventi: gli stati spendono più di quanto tassano, di conseguenza si rivolgono alla creazione di denaro per coprire il deficit. Le nuove unità monetarie vengono immesse nell’economia, il che svaluta la valuta e fa salire i prezzi. I politici presentano i tetti ai prezzi come la cura per questa crisi, con conseguenti carenze e infine una reazione politica, per quanto i primi si sforzino di deviare tale reazione e scaricare la colpa su qualcun altro.

Ma cosa accadrebbe se questo potesse essere evitato? No, non sto suggerendo di trasformare i politici in rappresentanti responsabili che “vivono secondo le proprie possibilità”. È chiaramente un mito. Voglio dire: “E se il contraccolpo potesse essere evitato perché non si sviluppano carenze?” Alcuni potrebbero pensare che l’unico modo per raggiungere questo obiettivo sia sospendere le leggi dell’economia. Impossibile. Esiste una potenziale soluzione che è quasi alla portata dei nostri politici e si chiama valute digitali delle banche centrali.

Al di là del nome, cos’è una CBDC ed è diversa dalle altre valute digitali? Oggi la maggior parte della nostra valuta è digitale. La maggior parte delle persone utilizza le carte o il proprio telefono (portafogli elettronici) per la maggior parte delle transazioni. Solo una piccola parte (circa il 10%) del totale in circolazione è fisica ($2,2 miliardi in valuta contro $20,8 miliardi in M2).

Una delle principali differenze tra le CBDC e i dollari digitali di oggi è che le CBDC utilizzano la tecnologia blockchain. Quest'ultima fa per la valuta digitale ciò che il numero di serie fa per la banconota fisica, ma va anche molto oltre. Non solo ogni dollaro CBDC viene identificato, ma viene salvata tutta la cronologia dei passaggi da un conto all'altro. Molte altre valute digitali, come Bitcoin, hanno la stessa funzionalità di tracciamento. La differenza, però, è che i proprietari dei conti CBDC sono conosciuti dalla banca centrale mentre i proprietari dei conti Bitcoin sono anonimi per tutti. La banca centrale conoscerà la storia di ciascun dollaro CBDC e chi possiede quale dollaro CBDC in qualsiasi momento, perché tutti i conti saranno centralizzati sotto la sua autorità. Ogni persona, entità senza scopo di lucro, società, ecc., dovrà avere un conto presso la banca centrale.

La tecnologia blockchain utilizzata in questo modo fornisce alla banca centrale l’accesso all’intera storia di chi possedeva ogni dollaro, quando è stato scambiato e, con una certa sicurezza, il motivo di quella transazione. In altre parole, con un sistema CBDC la banca centrale saprà quando ha avuto origine un particolare dollaro CBDC, vedrà che è stato trasferito su quale conto specifico di proprietà della società X, saprà che è stato trasferito sotto forma di stipendio a Y, e così via. Mentre altre criptovalute che utilizzano la tecnologia blockchain funzionano in modo simile, la differenza è che i proprietari dei conti e il motivo di qualsiasi transazione sono sconosciuti. Le criptovalute anonime utilizzano suddetta tecnologia come un libro mastro aperto che è più simile a quando guardate i quadrati di una scacchiera (conti diversi) e vedete il movimento dei pezzi (trasferimenti di fondi) ma non sapete chi possiede quale quadrato.

Bitcoin e criptovalute simili sono decentralizzate, indipendenti e anonime. I conti Bitcoin possono ricevere denaro da chiunque in qualsiasi momento, ma possono essere “spesi” solo dal proprietario. Nessun altro, nemmeno il governo federale, può “estrarre” bitcoin da un conto. Al contrario la banca centrale controllerà l’accesso ai dollari CBDC; avrà il potere di regolare il flusso di fondi trasferiti tra i conti.

Sebbene questo livello di controllo e sorveglianza da parte della banca centrale sia inquietante, in un certo senso avviene già oggi. Ciò che farebbe una CBDC sarebbe condensare la capacità di indagare sugli affari di chiunque in un'unica organizzazione, la banca centrale. Qualsiasi attrito tra le autorità ficcanaso è un bene per chi ci tiene alla privacy, ma la realtà è che anche se queste funzioni sono distribuite su diverse agenzie, il governo degli Stati Uniti può monitorare le transazioni, congelare i conti, pignorare direttamente i salari e così via.

L’unica minaccia riscontrata in una CBDC, che le conferisce un carattere più sinistro, è che è programmabile.

Una valuta programmabile conferisce al creatore un potere enorme: qualsiasi cosa potrebbe essere fatta con tale potere ha il potenziale per essere effettivamente fatta. I conti potrebbero essere congelati, il denaro potrebbe essere sottratto da tali conti, le transazioni potrebbero essere parzialmente bloccate o bloccate totalmente, i conti potrebbero essere collegati ad altri dati consentendo agli algoritmi di manipolare selettivamente gli acquisti, ecc. Sono queste manipolazioni che danno alla banca centrale il potere definitivo sulla vita delle persone.

Ad esempio, supponiamo che i dati sanitari di un professore di economia mostrino che il suo indice di massa corporea è troppo alto. Gli algoritmi della banca centrale possono consentire l'acquisto di frutta fresca, ma negare quello di una torta di mele. In alternativa l’algoritmo potrebbe esaminare l’indice di smog della città e quindi limitare la quantità di benzina acquistata in quella zona per quella settimana. Oltre ad essere in grado di microgestire le transazioni quotidiane di tutti (il che è già orwelliano), si potrebbero attuare politiche interventiste più invasive.

Torniamo alla precedente situazione di spesa eccessiva da parte dei politici. Quando lo stato copre un deficit di bilancio attraverso la creazione di denaro, quest'ultimo viene iniettato nell’economia in punti specifici. Man mano che si diffonde nell’economia, i prezzi aumentano, ma non simultaneamente o in modo uniforme; alcuni prezzi aumentano più di altri. Queste distorsioni economiche sono chiamate Effetto Cantillon. L’aumento dei prezzi di molti beni di consumo popolari genererà una reazione politica: coloro che detengono il potere cercheranno un modo per deviare la colpa e trovare una soluzione per dimostrare che stanno “facendo qualcosa”.

Ovviamente la soluzione corretta è quella di smettere di espandere l’offerta di denaro, ma poiché questa scelta richiederebbe disciplina fiscale, le possibilità sono remote. Nel corso della storia i controlli sui prezzi sono stati ripetutamente adottati per fermarne l’aumento. L'imposizione di un tetto ai prezzi su determinati articoli ne impedisce l'aumento, tuttavia crea anche conseguenze indesiderate: quando il prezzo è mantenuto al di sotto del suo livello di equilibrio, la quantità domandata è maggiore della quantità offerta e si verificano carenze. Anche le carenze sono impopolari e spesso i politici cercano di scaricare la colpa sulle aziende avide, ma con una CBDC le cose cambiano.

E se, invece di consentire l’emergere di carenze, l’importo della spesa per determinati articoli potesse essere ridotto? Con la stessa facilità con cui può impedire a una persona di acquistare una torta di mele, la banca centrale potrebbe impedire le transazioni di articoli specifici che scarseggiano. Durante i primi mesi della crisi sanitaria, le persone furono prese dal panico e fecero scorta di carta igienica; la conseguente carenza persistette a causa di un’interruzione delle catene di approvvigionamento. E se invece di lasciare che gli acquisti dettati dal panico persistessero, la banca centrale avesse avuto il potere di intervenire e ridurre la quantità di carta igienica che una famiglia avrebbe potuto acquistare?

Coloro che supportano una CBDC sosterranno che questo potere di limitare selettivamente la domanda sarebbe estremamente vantaggioso per tutta la società. Forse in quel caso singolare di carenza di carta igienica, le autorità avrebbero potuto avere ragione. Tuttavia viviamo in un mondo dinamico e non in eventi occasionali: la storia dell’Unione Sovietica ha dimostrato che alcuni negozi erano pieni mentre altri erano vuoti. I negozi speciali erano pieni perché limitavano l’accesso alle “persone giuste” e a quelle con valute forti.

Allo stesso modo anche una CBDC pone restrizioni agli acquirenti e potrebbero essere severe, come consentire solo ai membri del partito in carica di effettuare acquisti, o più gentili e delicate, come limitare quanto una famiglia può acquistare al mese (razionamento). Nonostante l’immissione di nuovo denaro nel sistema, il risultato è che i prezzi verrebbero mantenuti bassi. Gli indici dei prezzi non farebbero registrare aumenti significativi e l’inflazione dei prezzi verrebbe “risolta”. E anche se gli scaffali sarebbero pieni, pochissime persone riuscirebbero a portare a termine gli acquisti desiderati: verrebbero negati e non avrebbero diritto di ricorso.

Ci sarebbero carenze con gli scaffali pieni. I politici sarebbero in grado di continuare a spendere in deficit e creare denaro per coprire ila loro dissolutezza. I consumatori potrebbero arrabbiarsi e sentirsi frustrati, ma non saprebbero dove concentrare la propria rabbia. Nessuna soluzione immediata sarebbe perseguibile, perché richiederebbe di riflettere su diversi livelli di teoria economica; nessuno slogan elettorale potrebbe riassumerla, nemmeno “Ent the FED”.

Ma aspettate, c'è di più! Come dimostra Ludwig von Mises in “Middle-of-the-Road Policy Leads to Socialism” e “A Critique of Interventionism”,  l’interventismo non è una soluzione stabile. Ci presenta l'esempio del mercato del latte in cui viene imposto un tetto massimo al prezzo. Esso porta a una carenza e il politico si chiede perché l'agricoltore abbia ridotto la quantità di prodotto e l'agricoltore risponde che i suoi costi sono troppo alti. Il politico “risolve” il problema dell'agricoltore fissando un tetto massimo al prezzo su un costo importante: l'alimentazione degli animali. Questo tetto porta a una carenza di mangimi e quando al produttore di mangimi viene chiesto perché abbia ridotto la sua produzione, egli risponde che il prezzo dei fertilizzanti e dei pesticidi è troppo alto. Il processo si ripete.

Ogni intervento produce conseguenze secondarie indesiderabili. Invece di ammettere un errore e invertire la linea di politica, questi effetti spingono i politici a mettere in atto nuovi interventi per risolvere i nuovi problemi. L’interventismo porta all’espansione del potere statale e al controllo su diversi settori dell’economia. Anche l’adozione di una CBDC creerà conseguenze indesiderate. Gli effetti dei vari algoritmi stimoleranno ulteriori interventi finché alla fine il mercato sarà completamente dominato dallo stato.

La linea di politica migliore è non intraprendere questa strada e riconoscere che la cosiddetta cura è peggiore della malattia. Migliorare le nostre capacità di ragionamento controfattuale è necessario per proteggere i mercati dall’invasione dello stato; ogni cittadino deve diventare uno studente di economia e spiegare i percorsi alternativi che ci vengono proposti. Non dobbiamo perdere tempo perché non abbiamo un attimo da perdere: la tecnologia per implementare una CBDC esiste già oggi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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lunedì 29 luglio 2024

Durante l'attentato a Trump la libertà di parola ha funzionato alla grande

 

 

di Jeffrey Tucker

Esiste solo una delle principali piattaforme social che è relativamente libera dalla censura: si tratta di X, un tempo nota come Twitter e di proprietà di Elon Musk, il quale da anni predica la libertà di parola e sacrifica miliardi di dollari in pubblicità per proteggerla. Se non ce l'abbiamo, dice, perdiamo la libertà stessa; sostiene inoltre che sia la strada migliore per trovare la verità.

La crisi scoppiata dopo l'attentato a Donald Trump ha messo alla prova questo principio. Ho pubblicato aggiornamenti regolari e non sono mai stato censurato; non sono a conoscenza di nessuno che lo sia stato. Abbiamo ricevuto aggiornamenti secondo per secondo in tempo reale; i video volavano insieme a tutte le voci immaginabili, molte false e poi corrette, accanto a “spazi” di libertà di parola in cui tutti condividevano le proprie opinioni.

Durante quel frangente Facebook e la sua suite di servizi sono rimasti in silenzio, in linea con la nuova etica di tutte queste piattaforme: censurare tutti i discorsi fino a quando non verrà approvata una narrazione ufficiale e poi consentire solo ciò che è coerente con i comunicati stampa.

Questa è l’abitudine nata dagli anni del Covid ed è rimasta: ora tutte le piattaforme evitano qualsiasi notizia nuova, tranne quelle già confermate dai media generalisti. Forse funziona nella maggior parte dei casi in cui le persone non prestano attenzione e i lettori non sanno cosa si perdono. Il problema era che durante le ore successive all'attentato, quando quasi tutti sul pianeta volevano aggiornamenti, non arrivavano comunicati stampa.

Per abitudine ho acceso quella che una volta si chiamava televisione. Le reti erano piene di teste parlanti e di giornalisti con la consueta eloquenza; ciò che mancava in tutte le trasmissioni che ho visto erano eventuali aggiornamenti concreti. Anche loro aspettavano la conferma di questo o quello prima di fornire qualsiasi informazione oltre le nozioni di base. Lasciano parlare i loro “esperti” il più a lungo possibile solo per perdere tempo prima di pubblicare nuovi annunci.

Man mano che passava il tempo ho capito una cosa: X era la fonte delle notizie, mentre i giornalisti dovevano attendere il permesso prima di leggere le battute scritte.

Nel frattempo, su X, la situazione era assolutamente convulsa. I post volavano veloci e furiosi: circolavano voci (nome e affiliazioni dell'assassino, storie di una seconda sparatoria, affermazioni secondo cui Trump sarebbe stato colpito al petto e così via), ma poco dopo sono circolate anche le smentite. La funzione chiamata “Community Notes” teneva sotto controllo le notizie false, mentre la verità gradualmente veniva a galla e succedeva argomento dopo argomento.

Si è permesso che apparissero le teorie più folli, mentre altri le confutavano con argomentazioni ragionate. I lettori potevano decidere da soli. Si poteva vedere come l'apparente caos si organizzasse gradualmente in una comunità in cerca di verifica. Gli utenti sarebbero diventati sempre più attenti a pubblicare affermazioni che non potevano essere verificate, o almeno a spiegare cosa fossero.

X da solo teneva conto di tutti i media aziendali e giornalisti ed editori ovviamente sono finiti per dipendere dai loro feed su X per capire cosa dire dopo. Con i giornali è stato lo stesso. Quando il NYT, la CNN, il WaPo e così via commettevano grossi passi falsi, gli utenti su X li denunciavano, la voce raggiungeva gli editori e il titolo o la storia cambiavano.

Alla fine X è diventato l'unico luogo in cui si poteva trovare la pienezza della verità. Nel frattempo i media del vecchio mondo distribuivano i titoli più ridicoli che si potessero immaginare. Per molte ore il New York Times, la CNN, il Washington Post e altri organi simili si sono rifiutati di dire che si trattava di un tentativo di omicidio nei confronti di Trump. I loro titoli hanno inizialmente portato a credere la gente che si trattasse di un raduno MAGA con alcuni tiratori casuali che si erano lasciati trasportare e quindi Trump era stato fatto evacuare. È successo davvero e i lettori sono rimasti indignati.

La CNN è stata probabilmente la peggiore, con il seguente titolo: “I servizi segreti portano Trump fuori dal palco mentre cade durante la manifestazione”.

Ci sono volute molte ore e ripetuti tentativi, ma alla fine i media generalisti hanno finalmente affermato che l'incidente era “in fase di indagine” come tentativo di omicidio, anche se era ovvio che si trattasse di un attentato alla sua vita a cui è sopravvissuto a malapena.

Era il tipo di ondata di sciocchezze che ha screditato ulteriormente i vecchi media aziendali proprio di fronte a un intero pianeta che ormai non crede più a nulla di ciò che dicono.

È difficile sapere perché la stampa generalista abbia agito così: era semplicemente cauta e preoccupata per la disinformazione? Se è così, come mai molti dei suoi titoli erano dello stesso tipo rifiutandosi di dire che qualcuno aveva tentato di uccidere Trump? Ha semplicemente l'abitudine di aspettare che i funzionari le dicano cosa dire? Difficile dirlo, ma il fallimento è stato evidente ed è ancora evidente agli occhi di tutti.

Ciò che risalta sopra ogni altra cosa è il modo in cui la libertà di parola su X abbia funzionato bene per scovare la vera storia, spingendo al tempo stesso la stampa generalista a correggere i suoi errori e a raccontare le cose nel modo giusto. Rabbrividisco al pensiero di come sarebbero andate le cose in assenza di questa piattaforma, la quale è diventata il punto di riferimento per tutti. La lezione più importante: la libertà di parola ha funzionato e alla grande anche.

Tutte le società occidentali sono attualmente alle prese con la questione di quanto discorso consentire su Internet. La traiettoria ormai da anni non è buona e le piattaforme una volta libere sono diventate più ingessate, più propagandistiche, più serie e più noiose, anche se X ha creato una cultura di libertà combinata con la responsabilità alimentata dalla comunità.

Questa libertà ha realizzato esattamente ciò che avrebbe dovuto realizzare, mentre le piattaforme censurate hanno mantenuto la disinformazione molto più a lungo di quanto avrebbero dovuto.

Troppo spesso la battaglia sulla libertà di parola è inquadrata come disinformazione/libertà contro fatti/verità/restrizione; si è dimostrato vero il contrario. La piattaforma gratuita si è dimostrata capace di rapide correzioni di rotta e massima agilità nell'elaborare il flusso costante di nuove informazioni. Nel frattempo i luoghi in cui la “disformazione” è stata anatemizzata hanno finito per esserne la fonte principale.

La libertà funziona. Per quanto disordinata sia, funziona meglio di qualsiasi altro sistema. Nel frattempo i governi di tutto il mondo hanno preso di mira X per distruggerlo: gli inserzionisti continuano a boicottarla e gli enti regolatori continuano a minacciarla.

Finora non ha funzionato, e grazie al cielo, altrimenti per X le ultime 24 ore sarebbero state molto diverse: nient’altro che propaganda, a parte qualche voce sparuta qua e là. E qui sta un’altra ironia: il modo in cui viene gestito X aumenta la fiducia degli utenti anziché ridurla.

La lezione dovrebbe essere ovvia: la risposta ai problemi della libertà di parola è maggiore libertà alla parola.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una “mancia” in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.


venerdì 26 luglio 2024

Sovranismo, parte #7: la libertà trionfa su tutto

 

 

di Robert Breedlove

“Non sono le carestie, né i terremoti, né i microbi, né il cancro, ma l’essere umano stesso il pericolo più grande per sé stesso, per la semplice ragione che non esiste una protezione adeguata contro le epidemie psichiche, le quali sono infinitamente più devastanti dei peggiori disastri naturali.”

~ Carl Jung

Una psicosi di massa è un’epidemia psichica. Si verifica quando gran parte della società perde il contatto con la realtà e precipita nella follia. Come la psicosi individuale, una psicosi di massa si manifesta quando gli agenti perdono il contatto con le rispettive arene d’azione. Sebbene le cause della psicosi di massa siano molteplici, posso affermare che il denaro – un’estensione psicotecnologica critica della mente umana e la forma più alta di proprietà privata – è una pietra di paragone per una relazione integrata tra i singoli agenti e le loro rispettive arene socioeconomiche d'azione.

Quando il denaro è controllato centralmente, i sistemi di prezzo che coordinano l’azione umana sono corrotti dal capriccio burocratico: un rumore che soffoca il segnale dei desideri reali dei consumatori espressi attraverso l’acquisto e la vendita. Quando i segnali di prezzo sono corrotti dalla monopolizzazione, è sempre più difficile per gli attori di mercato valutare i risultati delle loro azioni (profitti e perdite). Tale confusione mentale induce una regressione nell’accumulo di capitale e quindi nella civiltà. Introducendo rumore in questo canale di comunicazione economica, gli sforzi imprenditoriali vengono gettati nel caos e ne derivano conseguenze socioculturali deleterie. La principale tra queste conseguenze della manipolazione monetaria è il fenomeno della psicosi di massa.

I processi alle streghe di Salem rappresentano un esempio storico su piccola scala (ma ben noto) di psicosi di massa. Negli anni 1692 e 1693 nell'attuale Danvers, Massachusetts, migliaia di persone, per lo più donne, furono brutalmente assassinate. Coloro assassinati non erano criminali, bensì capri espiatori psicologici di una società in balia della psicosi. Dopo che la frenesia si estinse definitivamente, non rimasero quasi più donne vive. La maggior parte delle persone oggi sa di questo massacro. Meno comunemente noto è che i decenni precedenti al famigerato culmine di questa psicosi di massa coinvolsero la contraffazione, i controlli sui capitali e le lotte stataliste che circondano il “privilegio sovrano” dell’emissione di valuta (ovvero il diritto di contraffarla).

Nel 1652 fu istituita la Boston Mint nel tentativo di impedire a chiunque (a parte la zecca) di contraffare la valuta. Furono applicate rigorose politiche di “perquisizione e sequestro” per impedire l’uscita dell’argento dal Massachusetts. Tuttavia queste misure furono di effetto limitato e sia la contraffazione che la fuga di capitali continuarono fino a quando il re d’Inghilterra emanò un “Order of Council” contro la defunta Boston Mint alla fine del 1686. Sebbene i documenti scritti siano scarsi, sembra che la contraffazione esplose ancora una volta a Salem nel periodo precedente agli orrori nei processi alle streghe di Salem. Nel 1690 Boston fece il passo coraggioso di diventare il primo governo della civiltà occidentale a emettere valuta fiat; nel 1692 le “streghe” venivano bruciate vive da una società sotto l’incantesimo di una psicosi di massa. Documenti scritti dell'epoca descrivono in dettaglio alcune attività di contraffazione che portarono a questo massacro psicotico:

Questi dollari spagnoli erano rozze ‘pannocchie’ ricavate da un ciuffo d’argento, senza nemmeno una forma standard. Gli spagnoli coniavano le pannocchie il più rapidamente possibile, principalmente come un modo semplice per inventariare e contrassegnare l'argento raffinato da spedire in Spagna dove sarebbe stato fuso per vari usi. Le pannocchie non erano state progettate per essere utilizzate come moneta circolante. Tuttavia nelle colonie queste monete d’argento grezze riempivano un grave vuoto economico e venivano utilizzate regolarmente. Sfortunatamente, a causa della loro forma irregolare, molti possessori di queste monete tosavano un piccolo pezzo d'argento dal bordo irregolare della moneta per venderlo in un secondo momento e poi spacciare la moneta per il suo intero valore. Man mano che queste monete circolavano da una persona all'altra, diventavano sempre più leggere. La forma irregolare non solo favoriva la tosatura, ma facilitava anche la contraffazione. Naturalmente i contraffattori avrebbero incluso quanta più lega possibile in modo che la moneta contenesse meno del contenuto minimo di argento richiesto (cioè la finezza).

La storia del denaro in questo periodo era uno dei tanti esempi della Legge di Gresham: gli incentivi spingevano le persone ad accendere prestiti, spendere il denaro debole e ad accumulare denaro forte. Altri esempi di contraffazione che portano alla psicosi di massa includono gli episodi di totalitarismo del XX secolo, di cui parleremo nella prossima puntata di questa serie di saggi. Come vedremo, lo statalismo nelle sue forme più estreme è incarnato dai processi alle streghe di Salem, poiché entrambi sono resi possibili dalla diffusa contraffazione della valuta. La domanda è: come sono correlati i fenomeni apparentemente non correlati della contraffazione monetaria e della psicosi di massa? Ancora una volta, le cause della psicosi di massa sono molteplici, ma il fattore che contribuisce alla contraffazione monetaria (e alle violazioni dei diritti di proprietà più in generale) è spiegato da un ramo delle scienze cognitive chiamato Material Engagement Theory.


Il bastone del cieco

“La mente non abita nel corpo, è invece il corpo che abita nella mente.”

~ Dr. Lambros Malafouris

In alternativa al materialismo, che considera la creazione di significato come un processo mentale puramente soggettivo, la Material Engagement Theory (MET) presuppone che il significato sia una proprietà emergente che gli attori manifestano attraverso l'interazione con il mondo materiale. Secondo la MET “la mente” non è un’entità strettamente legata al cervello, ma è invece un complesso di coinvolgimenti relazionali che incorpora cervelli, corpi e cose. Né soggettivo, né oggettivo, la MET sostiene che il significato è un fenomeno transiettivo simile all'adattamento darwiniano. Per chi sostiene questa teoria “il mondo” non è un dominio strettamente segregato che gli esseri umani esaminano con i sensi per trasmettere informazioni ai loro processori interni. La cognizione secondo la MET è invece una dinamica relazionale generata dall’accoppiamento di un organismo al suo ambiente, mediante appendici, strumenti, simboli o – come mostreremo – denaro e diritti di proprietà.

Un aspetto importante da comprendere sulla vita è la distinzione tra genotipo e fenotipo. Il genotipo è l'informazione digitale trasmessa su una forma di vita, in genere attraverso le generazioni e include il materiale genetico codificato nel DNA, ma può anche includere le norme culturali o istituzionali codificate attraverso interazioni ritualizzate con gli altri. Il fenotipo è la manifestazione fisica di uno di questi set di istruzioni comunicate geneticamente o culturalmente. Pensate al genotipo come a un algoritmo di sviluppo biologico (come il DNA di una tigre) e al fenotipo come il risultato dell'applicazione di queste istruzioni (le strisce mimetiche della tigre). Il genotipo è informazione; il fenotipo è l'istanziazione.

Spesso i biologi distinguono tra fenotipi standard ed estesi. Le corna di un ariete, ad esempio, sono un fenotipo standard poiché sono prodotte come parte dello sviluppo biologico dell’animale, mentre i ramoscelli utilizzati per costruire il nido di un uccello fanno parte del suo fenotipo esteso, poiché il codice genetico dell’uccello non ha assemblato direttamente la sua dimora. Contribuendo in modo significativo al proprio dominio sul mondo, gli esseri umani sono eccezionalmente abili nell'estendere i propri fenotipi. Gli esseri umani sono “cyborg nati” e specializzati nella progettazione, fabbricazione e utilizzo di strumenti sempre più sofisticati per la soddisfazione dei propri obiettivi. Gli strumenti quindi, e l’impegno con la realtà materiale più in generale, sono estensioni della mente umana. Come scrive il famoso teorico della MET, Malafouris:

Se accettiamo che la mente si evolva ed esista nel dominio relazionale come il nostro mezzo fondamentale per interagire con il mondo, allora la cultura materiale è potenzialmente coestensiva e consustanziale alla mente.

Comprendere la propensione umana all'estensione fenotipica è la chiave per comprendere l'importanza della MET. L’esempio fornito da Malafouris per spiegare la relazione tra cognizione e fenotipo esteso è l’ipotesi del bastone del cieco. Questo esercizio teorico ci aiuta a riconsiderare i confini tradizionali che tracciamo mentalmente attorno al cervello, al corpo e alle cose. Chiedetevi: “Dove inizia il sé del cieco?” Inizia dal bordo della pelle, dal centro del bastone, o forse dalla punta di quest'ultimo? Per comprendere meglio la MET, Malafouris suggerisce di concentrarsi su due domande chiave:

  1. Cosa fa il bastone per i ciechi?
  2. Anche per i ciechi vale il limite biologico della pelle?

Per rispondere alla prima domanda, Malafouris sostiene che il bastone consente al cieco di “vedere”, fornendogli un mezzo per rilevare i modelli fisici rilevanti per la continua riorganizzazione cognitiva necessaria per orientarsi nell’ambiente circostante. Infatti gran parte dell’elaborazione cognitiva del feedback tattile fornito dal suo “bastone della vista” viene elaborata in aree del cervello tipicamente utilizzate per la percezione visiva, ma riproposte per assimilare i flussi di dati tattili. Per la seconda domanda, il confine “delineato dalla pelle” ha poca rilevanza, poiché il bastone viene incorporato in un processo percettivo complesso tanto da diventare effettivamente “trasparente”: il cieco non vede il bastone nella sua mente, vede attraverso il bastone.

Guardando il bastone del cieco con gli occhi della mente, è il contatto della punta con il mondo materiale che “scopre” il feedback tattile utile a un cieco per orientarsi con successo nell’ambiente circostante. Senza questo strumento, il cieco diventerebbe “un animale completamente diverso” poiché mostrerebbe un'idoneità molto inferiore al suo ambiente spaziale (camminare contro i muri, inciampare su terreni irregolari, ecc.). In questo modo il bastone migliora sostanzialmente la capacità del cieco come attore consapevole nel mondo; un cambiamento che si riflette direttamente nelle modifiche cognitive offertegli da un elemento critico del suo fenotipo esteso: il bastone. Quest'ultimo, come tutti gli altri strumenti, è solo un dispositivo di mediazione nella relazione tra agente e arena: un modello “materiale” attraverso il quale mente e materia si interfacciano.

Diversamente dai modelli mentali incentrati sulla sostanza, la MET concettualizza il mondo come un complesso caleidoscopico di schemi compenetrati. Molti di questi modelli sono stratificati insieme e sono spesso simili, coerenti con la geometria frattale della natura. Fiocchi di neve, caratteristiche geologiche e strutture organiche mostrano tutti frastagliature frattali e somiglianze su scale diverse. Esteso ben oltre i confini fisici del cranio, la MET concepisce la mente umana come un modello estensibile emulativo dei modelli ambientali in cui è immersa. In questo modo gli schemi mentali (agenti) e i loro ambienti (arene) interagiscono reciprocamente, spesso mutualizzando forme e contorni simili. Secondo questo punto di vista mente e materia sono modelli speculari prismatici. Forse è per questo che il consiglio di Jordan Peterson di “pulire la propria stanza” è efficace per purificare la mente!

La MET spiega perché le menti e i mercati – processi di cognizione distribuita denominati in denaro – sono frattali che si riflettono a vicenda: il denaro è lo strumento che fa scalare la mente nel mercato attraverso lo scambio e il mercato fa scalare la mente verso l’interno attraverso i prezzi con una continua reciprocità. Il libero mercato è una matrice di menti interconnesse attraverso segnali di prezzo. Visto in questo modo, non sorprende che la consapevolezza associata a una mente individuale sia un meccanismo di correzione degli errori simile alla funzione svolta dalle dinamiche del libero mercato. La MET spiega il meccanismo dell'interfaccia tra mente e materia, sebbene renda difficile, se non impossibile, delineare specificamente tra i due. Portata all'estremo, la MET evidenzia le somiglianze osservate tra l'architettura cellulare del cervello e i superammassi galattici del cosmo più profondo.


Mente, materia e denaro

“Mente sulla materia; il denaro su tutto.”

~ Wayne Carter

Secondo la MET il cervello è solo una componente della mente. La cognizione umana, quindi, avviene non solo all'interno del cervello riguardo alle cose, ma anche all'esterno dello stesso e attraverso le cose. Si ritiene infatti che la mente degli esseri umani pre-alfabetizzati fosse impegnata esclusivamente attraverso le cose, senza alcun bisogno di rappresentazione mentale. L'essere umano antico pensava attraverso l'azione, con poca riflessione sul prima o dopo. Ciò potrebbe aver inibito la sua capacità di pianificare, ma lo manteneva “in stretto contatto” con il presente, utile per la caccia e il monitoraggio. Alla luce di ciò, le menti dei nostri antenati non sono scomparse con il deterioramento del loro cervello, ma sono state codificate in documenti archeologici intatti che riflettono i loro modelli di azione. La MET afferma che nell'ambito dell'azione e della cognizione umana, la materia è la mente e la mente è la materia. Esiste una reciprocità, o addirittura una continuità, di influenza tra queste entità tradizionalmente segregate. Come John Culkin descrive succintamente:

Diventiamo ciò che vediamo. Diamo forma ai nostri strumenti e poi i nostri strumenti modellano noi.

Il filosofo A. Illopoulos fa un ulteriore passo avanti per descrivere l’apparente unità di mente e materia:

Considerando che il significato è prodotto attraverso le abitudini, non sarebbe irragionevole vedere la materia come ‘nient’altro che una mente che ha abitudini talmente indurite da farla agire con un grado particolarmente elevato di regolarità meccanica, o routine.

Per gli attori di mercato un’interfaccia significativa tra mente e materia è il sistema dei prezzi espresso in denaro. Gli esseri umani oggi pensano al denaro in molte situazioni, come la pianificazione economica e le negoziazioni. Il denaro è uno degli strumenti più importanti per l’azione umana: è antecedente alle psicotecnologie, le quali sono fondamentali per pensare e agire quanto l’alfabetizzazione e la matematica. In altre parole, commerciamo da molto più tempo rispetto alla parola e ai calcoli. Infatti l’alfabetizzazione e la capacità di calcolo ci forniscono buoni esempi di quanto le psicotecnologie possano diventare profondamente radicate nei software cognitivi degli esseri umani. Molto spesso riflettiamo attraverso la lingua, i numeri e il denaro piuttosto che su di essi. Ad esempio, oggi è difficile immaginare di strutturare i pensieri senza parole, perché praticamente pensiamo sempre attraverso le parole, al punto che il dialogo interno denominato in parole diventa invisibile agli occhi della mente, proprio come fa il bastone per il cieco. L’aspetto psicotecnologico del denaro è simile: pensiamo così spesso attraverso il denaro che la maggior parte di noi non smette mai di pensare al denaro. Per analogia: il denaro è l’acqua economica in cui nuotano tutti gli esseri umani.

Ci sono questi due giovani pesci che nuotano e incontrano un pesce più vecchio che nuota nella direzione opposta, il quale annuisce e dice: ‘Buongiorno, ragazzi. Com’è l’acqua?’. I due giovani pesci continuano a nuotare per un po’ e poi alla fine uno di loro guarda l’altro e dice: ‘Che diavolo è l’acqua?’.

Il denaro è il luogo in cui la semiotica delle capacità umane incontra l’azione umana. Il confine effimero tra mente e materia è esemplificato nell’ibridazione del denaro come tecnologia e della psicotecnologia. Dal punto di vista storico il denaro richiesto un’incarnazione fisica affinché si radicasse nelle realtà termodinamiche alla base dell’economia come il lavoro, il sacrificio e la scarsità. Dal punto di vista psicotecnologico, gli esseri umani nel corso della storia hanno cercato di “informazionalizzare” al massimo le loro implementazioni del denaro per ottimizzare le sue funzioni cognitive di calcolo, negoziazione e riconciliazione delle relazioni di scambio. In termini di permissibilità, i processi di libero mercato hanno promulgato quella valuta basata sull’oro come moneta ideale: una tecnologia monetaria informatizzata con un’offerta protetta dalla svalutazione grazie all’unica cosa che nessun essere umano può contraffare... il lavoro.

Le possibilità ricercate dalla moneta (divisibilità, durabilità, riconoscibilità, portabilità e scarsità) spiegano sia la selezione dell’oro sia la sua successiva trasformazione in valuta. L’oro è una tecnologia monetaria che mostra una scarsità saldamente radicata nella termodinamica del lavoro. L’applicazione della valuta ha “informalizzato” l’oro in un modo tale da consentire agli attori di mercato di trattarlo più come una psicotecnologia e meno come una tecnologia monetaria fisica (lucente, pesante e ingombrante). Per inciso: combinando e sfruttando le proprietà economiche sia dell’oro che della valuta, Bitcoin perfeziona il denaro, essendo uno strumento puramente informativo che si adatta al lavoro svolto nel suo processo di produzione. In quanto moneta digitale che si adatta all’azione umana, Bitcoin è “denaro vivente”. A questo proposito, e come ho già sostenuto in precedenza, Bitcoin potrebbe rivelarsi l’idea più brillante dell’umanità.

Tornando all’ipotesi del bastone del cieco proposta dalla MET, possiamo ricavare un’analogia utile per comprendere l’impatto della manipolazione del denaro sulla mente umana. Innanzitutto è importante comprendere che i diritti di proprietà funzionano come una “presa” che gli esseri umani usano per rimodellare il mondo in base alle loro preferenze. Partendo dall’assioma dell’autoproprietà individuale, la proprietà è la relazione tra proprietari e beni, tra agenti socioeconomici e i loro ambiti. Quando i diritti di proprietà vengono violati – come accade quando l’offerta di denaro viene gonfiata arbitrariamente – i circuiti di feedback vengono disturbati e gli attori di mercato perdono la capacità di discernere le conseguenze specifiche delle loro azioni. I diritti di proprietà soggetti a violazione separano gli attori dalle conseguenze delle loro azioni, e, alla fine, contribuendo al collasso della civiltà. Le violazioni della proprietà fanno sì che gli attori di mercato “perdano la presa” sul mondo, creando un’opportunità per l’espansione dello statalismo. In altre parole, l’integrità dei diritti di proprietà è il mezzo attraverso il quale gli attori di mercato “restano in contatto” con la realtà. In questo modo l’inviolabilità della proprietà è essenziale per la salute e la stabilità psicologica di massa.

Quella forma di “denaro forte” è una con un’offerta difficile da modificare, il che significa che i diritti di proprietà che sancisce sono difficili da violare. Quella forma di “denaro debole”, d’altro canto, ha un’offerta che è più facile da modificare, il che significa che i diritti di proprietà che simboleggia sono più facili da violare attraverso l’inflazione. Collegando il concetto denaro all’analogia del bastone del cieco, la moneta forte è come un bastone rigido, mentre la moneta debole è più simile a una pasta molle. I segnali tattili trasportati dal bastone inflessibile di un cieco – come i segnali di prezzo trasportati da una moneta con un’offerta inflessibile – sono più salienti, accurati e utili di quelli propagati dalla forma flaccida di un bastone morbido, o dal suo equivalente la moneta debole. L’integrità strutturale del bastone è tanto importante per gli sforzi di navigazione del cieco quanto lo è l’integrità dell’offerta di denaro per un’imprenditorialità efficace. Come ha scritto John Dewey a proposito di questo “arco riflesso” tra agente e arena:

Lo stimolo e la risposta formano fasi specifiche di coordinamento, i quali ci aiutano a unificare le parti disgiunte fornite dalla teoria. Lo stimolo rappresenta le condizioni che devono essere soddisfatte per realizzare un coordinamento efficace; la risposta fornisce la chiave per soddisfare queste condizioni e serve come strumento per influenzare il successo del coordinamento.

Ogni essere umano è un modello di azione esteso attraverso lo spaziotempo. Le distribuzioni della ricchezza influenzano fortemente questi modelli di azione degli esseri umani, poiché gran parte della vita dell’individuo medio viene spesa lavorando in cambio di denaro. Per questo motivo il proprio patrimonio netto determina in gran parte i pensieri e i movimenti che si fanno quotidianamente. Se sieteun miliardari, i tipici schemi di azione che ripetete sono ben lontani da quelli di qualcuno che vive di stipendio in stipendio. E, come spiega la MET, l’azione determina in gran parte il modo in cui modelliamo il mondo che ci circonda, e quindi il modo in cui modelliamo le nostre menti. In questo modo il denaro – lo strumento socioeconomico definitivo della MET – influenza profondamente l’imprinting della conoscenza procedurale di chi lo usa. Nel corso del tempo l’autoriflessione porta questa conoscenza procedurale a cristallizzarsi in conoscenza semantica; l'azione è antecedente alla parola e al pensiero linguistico, il che spiega l'ubiquità della metafora spaziale nel linguaggio umano. Pervertendo i diritti di proprietà, l’accumulo di conoscenza procedurale viene compromesso, creando così distorsioni della mente e della materia. In questo modo l’inflazione e tutte le altre violazioni della proprietà privata, almeno in parte, provocano esplosioni di psicosi di massa.

Il denaro è fondamentale per l’esistenza umana: è il collante che tiene insieme i modelli di azione umana ed è la prima arma estratta in un combattimento. Come ha scritto Jeff Booth a proposito di questa familiare progressione geopolitica: “Guerre monetarie, poi guerre commerciali, poi guerre vere”. In quanto sistema contabile per i diritti di proprietà, il denaro è essenziale per il rapporto tra agente e arena, pertanto possiamo dire che il denaro è l'elemento motore dell’azione umana. È il protocollo di base per triangolare mentalmente la propria posizione all’interno delle gerarchie socioeconomiche e questo è il motivo per cui la contraffazione monetaria provoca reazioni psicologiche così avverse tra le popolazioni. Visti in questo modo, gli orrori associati ai processi alle streghe di Salem possono essere compresi più chiaramente. Data questa connessione fondamentale tra denaro e mente, non sorprende che gli statalisti utilizzino il denaro per manipolare i modelli di azione umana ed emarginare la forza mentale dei cittadini ogni volta che ciò si adatta ai loro interessi economici.

Ricordate: tutte le organizzazioni umane sono imprese e tutte le imprese sono strategie di acquisizione di ricchezza. Lo statalismo è una strategia aziendale in cui i contribuenti sono i raccolti standardizzati. Sebbene lo statalismo rimanga oggi la modalità dominante dell’organizzazione umana, lo possiamo definire quel momento più scuro prima dell'alba. Prima di immergerci nell’oscurità dello statalismo nella sua forma più estrema, esploriamo il suo strutturalismo ideologico per mostrare perché è destinato a fallire. Nonostante i migliori sforzi degli autoritari e dei politici nel corso della storia, non ci sono state implementazioni sostenibili dello statalismo proprio perché i modelli generati dalla libertà trionfano inesorabilmente alla fine.

Non si può costringere qualcuno a rispettarvi e il rispetto è la valuta definitiva.

Il sovranismo supera lo statalismo per ragioni estremamente pragmatiche. Come avevano capito i Padri fondatori americani, la libertà crea esternalità positive, mentre il suo opposto suscita esternalità negative. Le civiltà che abbracciano la libertà diventano più prospere di quelle che danno priorità alla forza. Oppure, come dice Jordan Peterson, facendo eco alle scoperte dell’epistemologo genetico Jean Piaget: “Le strutture equilibrate superano le strutture disequilibrate”. Ma cosa significa esattamente questo e cosa ha a che fare con libertà? Scopriamolo.


La libertà trionfa su tutto

“La prosperità dello Stato, come quella dei sindacati, è direttamente correlata alla leva finanziaria per l’estorsione. Essa era molto più bassa nel XIX secolo rispetto al XX secolo. Nel XXI secolo scenderà quasi al punto di svanire”

~ The Sovereign Individual

L’interazione umana nell’ambito dell’economia mostra dinamiche di Teoria dei giochi. Un gioco è qualsiasi situazione in cui vi è competizione per risorse scarse: nel caso di un gioco da tavolo, queste risorse sono tipicamente punti o obiettivi; nel caso dei mercati, queste risorse sono i fattori produttivi (terra, capitale e lavoro) e il potere d’acquisto del denaro. Ogni volta che ci sono potenziali vincitori e perdenti, si sta giocando una partita. Una strategia è un approccio al processo decisionale nell'ambito del gameplay. Le strategie si basano sulle costanti che governano il gioco: tipicamente sono le regole, ma possono anche essere fattori fenomenologici come la gravità o la termodinamica. Gli attori formulano le loro strategie in previsione delle azioni dei loro concorrenti nell'ambito di queste regole, o fattori governativi.

In un gioco in cui le regole non sono immutabili, la strategia superdominante è ottenere il controllo sulla creazione delle regole. In tal modo, qualunque cosa accada, il giocatore che stabilisce le regole può sempre piegarle per ottenere la vittoria: controllare le regole significa controllare il risultato di ogni partita. Dato il grande potere che la regolamentazione offre a un attore, questa è la strategia più accanitamente perseguita, se possibile. Il problema, ovviamente, è che nessun giocatore vuole giocare a un gioco in cui un altro giocatore si è arrogato il potere di stabilire (e rifare continuamente, o addirittura infrangere selettivamente) le regole. Immaginate di sedervi per giocare a scacchi contro un avversario che ha la capacità di cambiare la manovrabilità dei suoi pezzi ogni tot. turni, magari facendo saltare i suoi pedoni per lunghe distanze sul tabellone come una regina in un turno, o spostando le sue torri diagonalmente come gli alfieri. Esercitando un potere così straordinario nel gioco degli scacchi, l’esistenza stessa del giocatore che crea (o infrange) le regole sarebbe estremamente demoralizzante agli occhi di tutti i suoi avversari, poiché questo privilegio asimmetrico renderebbe il gioco decisamente ingiusto per tutti quelli contro cui si scontra. In poche parole: chi governa tende a rimanere imbattuto. Questo ovvio principio è l'impulso alla base del sistema bancario centrale:

“Permettetemi di emettere e controllare la moneta di una nazione e non mi interesserà chi farà le leggi.”

~ Nathan Mayer Rothschild

Il problema con il potere della creazione delle regole è che non c'è nulla di più contestato nella sfera del gameplay. La creazione di regole è il potere di vincere per sempre, e quale giocatore sano di mente non lo vorrebbe? Tuttavia la regolamentazione è un privilegio costoso da preservare. A causa del potere assoluto che conferisce, i giocatori combattono costantemente per assumere la posizione di creatore delle regole quando esse sono mutevoli. Per questo motivo i legislatori sono costretti a spendere costantemente grandi risorse per difendere le proprie posizioni e far rispettare le regole agli altri giocatori. Ciò spiega l’ascesa e la caduta periodiche delle valute di riserva mondiali:

La storia umana è segnata dalla violenza geopolitica volta a ottenere il controllo sulle “regole del denaro”

Un gioco con regole mutevoli è intrinsecamente instabile: è una struttura sbilanciata, il che significa che i decisori delle regole sosterranno i costi della protezione del territorio e dell’applicazione delle regole nelle loro infinite contese per mantenere il controllo del gioco. Naturalmente la domanda allora diventa: come fanno questi regolatori a pagare questi costi per preservare i loro privilegi? Per i legislatori la risposta è semplice: basta stravolgere le regole in modo da estrarre risorse dagli altri giocatori, prendendone abbastanza da coprire i costi di protezione e applicazione e lasciando un certo margine come profitto. Naturalmente data la possibilità di un’alternativa meno costosa, i giocatori tassati (uso questo termine di proposito) abbandoneranno il gioco sbilanciato e sceglieranno di giocarne un altro. In assenza della minaccia di coercizione o violenza, questo processo fa sì che gli attori convergano su regole più prevedibili, resistenti alla manipolazione e favorevoli ai loro interessi personali. Questo è il motivo per cui i processi di scoperta pragmatica della verità nel libero mercato convergono su strutture equilibrate: giochi in cui nessun giocatore sostiene i costi di protezione o di applicazione associati a una struttura disequilibrata. Quando le regole vengono “scoperte” in questo modo (es. legge sostanzialmente giustificabile) e adottate volontariamente da tutti, è necessaria una minore spesa per la protezione o l’applicazione. Di conseguenza le strutture equilibrate superano naturalmente le loro controparti disequilibrate. Questa inevitabile realtà economica è il motivo per cui l’oro è stato monetizzato sul libero mercato, perché Internet ha soppiantato le intranet e perché Bitcoin sta attualmente riscuotendo molto successo. A lungo termine le reti aperte e volontarie superano sempre le reti chiuse e involontarie.

Come avrete intuito, lo statalismo è sbilanciato, mentre il sovranismo è una struttura equilibrata. Gli Stati-nazione spendono enormi risorse standardizzando, manipolando e tassando le loro popolazioni. Questi costi possono essere pagati solo quando il rapporto costi-benefici della coercizione è sufficientemente basso. In altre parole, la redditività dello statalismo dipende da ritorni economici della violenza che devono essere superiori ai costi di protezione e applicazione della legge. Man mano che gli attori di mercato si renderanno conto dell’indebita tassazione imposta loro dalle banche centrali, adotteranno una linea d’azione razionale e venderanno le loro posizioni in valuta fiat per Bitcoin. Questa vendita esercita una pressione al ribasso sui potenziali ricavi inflazionistici degli Stati-nazione in tutto il mondo, poiché accelera il deprezzamento del potere d’acquisto delle valute fiat. Per mantenere almeno una parvenza di solvibilità, ciò forzerà la mano agli Stati-nazione che non avranno altra scelta se non quella di compensare le carenze delle entrate legate all’inflazione con aumenti della tassazione diretta. Aspettatevi di vedere applicazioni sempre più esotiche come la tassazione delle plusvalenze non realizzate, l’esproprio, il bail-in e il saccheggio delle cassette di sicurezza mentre la disperazione finanziaria degli Stati-nazione aumenta. La fine di tutto questo? L’unica moneta nella storia umana con un tasso d'inflazione terminale dello 0% e un’elevata resistenza a tutti gli altri schemi fiscali grazie alla sua natura digitale e iperportabile: in questo modo il sovranismo reso possibile da Bitcoin è la campana a morto per lo statalismo e la nascita di una prosperità senza precedenti.

“Ogni volta che le circostanze consentono alle persone di ridurre i costi di protezione e di minimizzare i tributi pagati a coloro che controllano la violenza organizzata, l’economia cresce notevolmente.”

~ The Sovereign Individual

L’unica strategia di sopravvivenza efficace per gli Stati-nazione è acquistare Bitcoin. Di conseguenza saranno inevitabilmente costretti a ridursi nella loro portata, ad aumentare l’efficienza operativa e a sforzarsi di soddisfare le richieste dei cittadini. Mentre la competizione per attrarre i sovranisti si inasprisce, le nazioni saranno costrette a offrire servizi migliori a prezzi più convenienti, forniti in modi più innovativi. Il risultato finale non avrà nulla a che vedere con gli Stati-nazione che conosciamo oggi. Gli “Stati in rete” (come quelli descritti da Balajis) sono un risultato possibile. Le persone andranno dove saranno trattate meglio e non saranno vincolate a nessuna singola unità geografia. In breve: il capitale iperportabile darà potere a determinate capitali indipendentemente dalla loro localizzazione. Lo statalismo è destinato a dissolversi nell’“acido digitale” del libero scambio e della proprietà a prova di saccheggio. Il sovranismo vincerà perché è una meritocrazia priva di coercizione.

La MET ci insegna la concordanza tra i creatori e le loro creazioni. Quando viene imposto un intervento dall'alto, i processi di scoperta necessari per una sana cognizione vengono disturbati, contribuendo così alla psicosi di massa. Una tale comprensione può essere stabilita solo tra agenti e arene attraverso un consenso di azioni volontarie. Quando i diritti di proprietà vengono violati attraverso l’inflazione o altri mezzi, gli attori di mercato “perdono di vista” la realtà e diventano mentalmente emarginati.

L’ammorbidimento del denaro nelle mani degli attori di mercato equivale alla disintegrazione strutturale del bastone del cieco, cosa che oscura le interrelazioni tra agenti e arena, facendo sì che l’azione umana cada in modelli distruttivi di disarmonia. L’integrità degli strumenti percettivi – come la rigidità del bastone del cieco o l’inflessibilità dell’offerta di denaro – sono indispensabili per il successo degli attori di mercato nella navigazione delle arene socioeconomiche. La disintegrazione strutturale di questi strumenti è causa di psicosi e decivilizzazione.

Fortunatamente l’assoluta integrità di 21 milioni di bitcoin offre una grande speranza per un mondo che soffre sotto l’incantesimo della psicosi indotta dallo Stato. Nella Parte 8 entreremo nell’oscurità dello statalismo portato alla sua forma più estrema: il totalitarismo. Fortunatamente i sovranisti hanno dalla loro parte la fisica, l’economia e la Teoria dei giochi. Tuttavia la strada per uscire dallo statalismo sarà probabilmente un po’ insidiosa, ma alla fine ne varrà la pena.

“La tirannia, come l’inferno, non è facile da sconfiggere, eppure abbiamo questa consolazione: più duro è il conflitto, più glorioso sarà il trionfo.”

~ Thomas Paine


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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👉 Qui il link alla Seconda Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2024/01/sovranismo-parte-2-bitcoin-sistema.html

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