martedì 30 agosto 2011

Il Fantasma di Murray Rothbard Tormenta l'Economist


Un
articolo importante, Gary North spiega perché gli economisti dell'Establishment vogliono spingere le teorie economiche di Murray Rothbard giù da un burrone, mentre tentano simultaneamente di fare risorgere quelle del tecnocrate Milton Friedman.
Lo scopo? Continuare a perpetrare il potere dello stato, rendendo la sua influenza e la sua possibilità di derubare le persone ancora più efficiente.
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di Gary North


L'Economist è la rivista d'economia più rispettata nel mondo anglofono. Ha influenza. Quando un'idea viene espressa sulle sue pagine da un autore anonimo, è stata controllata da un editore anonimo.

Ecco una pubblicazione recente. Free-marketeers and inflation: Missing Milton Friedman.

TIM LEE pone un'importante domanda: perché i conservatori ed i libertari sono così uniformamente aggressivi sull'inflazione? Mr Lee (un amico e precedente collega) nota che questa regolarità è tutt'altro che inevitabile. Milton Friedman, una figura rispettata nei circoli di centrodestra, spiegò chiaramente come la politica monetaria restrittiva causò la severità della Grande Depressione.


Tutti gli economisti dell'Establishment esultano per questo -- e solo per questo -- nella carriera di Friedman. Spiegò che la FED non inflazionò abbastanza nel 1930-1933. Lo scrisse su A Monetary History of the United States (Princeton University Press, 1963).

Nello stesso anno, dall'altra parte della città (Princeton), un altro editore pubblicò America's Great Depression di Murray Rothbard, che spiegò come la FED causò la depressione...con le sue politiche espansionistiche, 1926-1929. La battaglia su questo argomento iniziò nel 1963. Va ancora avanti. Gli economisti dell'Establishment incolpano troppo poco il governo, troppo poco l'inflazione monetaria. Rothbard incolpò entrambi abbastanza.

Scott Sumner, un professore d'economia alla Bentley University che si identifica come un "neo-monetarista", ha spiegato che Friedman avrebbe sostenuto lo stimolo monetario.


Potrebbe aver ragione. Sospetto che abbia ragione. Friedman avrebbe annunciato la sua raccomandazione dell'incremento annuale di M1 dal 3% al 5%. Quando i nodi venivano al pettine, era un sostenitore del denaro fiat.

Possiamo vedere cosa è accaduto ad M1. Potete trovare pubblicato ciò nell'area gratuita del mio sito, Federal Reserve Charts.




Ed ha spiegato, su basi neo-Friedmaniane, che la politica di ristrettezza monetaria ha aggravato e peggiorato la nostra recente recessione.

Ristrettezza monetaria. Si. Il grafico lo rivela a chi lo guarda molto intensamente.

La FED ha pompato la base monetaria da 800$ miliardi ad Agosto 2008 ai 2.7$ trilioni di oggi. E' chiaramente un soffocamento, secondo il Dr. Sumner.




Ragazzi, questi esperti muniti di dottorati hanno perso la testa...o la voglia di guardare i grafici.


Mi viene da pensare che Mr. Sumner abbia ragione, ma la sua ricetta espansionistica rimane un'anatema per la destra. Perché? Scrive Mr Lee:

Posso pensare a due possibili spiegazioni. Una è che abbiamo ancora i dibattiti sulla politica monetaria degli anni settanta, quando i pensatori di centrodestra, seguendo Milton Friedman, spiegarono che l'era di alta inflazione persistente fu colpa di una eccessiva politica monetaria espansionistica. Avevano ragione, ed un'intera generazione di intellettuali di libero mercato è stata sin da allora a guardia di questa minaccia. E ciò è ovviamente rinforzato dal trend della sinistra: visto che la maggior parte delle colombe dell'inflazione sono a sinistra, le persone che hanno l'abitudine a dissentire con quelli di sinistra sono scoraggiati nell'adottare i loro ragionamenti su questo argomento. Probabilmente un altro fattore è che il conservatorismo americano è un movimento fondamentalmente populista, e la posizione dei falchi dell'inflazione ha una semplicità che la rende intuitivamente affascinante, specialmente per un movimento che tende a vedere tutti i tipi di politiche in termini di virtù. La retorica sulla "stampa di denaro", la "svalutazione della valuta" e così via non è intuitivamente affascinante, si incastra bene con i temi conservatori più ampi dell'economia e dell'autocontrollo. I ragionamenti sull'inflazione sono più sottili e mancano dello stesso tipo di fascino intuitivo.

Penso che entrambi questi fattori abbiano un loro ruolo. Porrei enfasi sul secondo, sebbene penso che Mr Lee si concentri troppo sul fascino intuitivo del buon senso moralizzando la retorica sulla parsimonia e sulla "svalutazione della valuta". L'influenza di questo tipo di chiacchiere è stata aumentata energicamente da un certo filone moralistico dell'economia Austriaca, che è ostile all'idea del denaro fiat, ed incoraggia l'idea che il suo scopo è di espropriare i risparmi e di monetizzare il debito del governo. Questo filone dell'Austrismo incoraggia anche lo scetticismo sull'esistenza di fenomeni caratteristici a livello macro-economico. Di conseguenza, la macroeconomia come disciplina è spesso vista come una pseudo-scienza che esiste principalmente per giustificare il controllo sociale tecnocratico. Le proposte di strategie anticicliche convenzionali, indirizzate putativamente ai fenomeni macroeconomici, sono sistematicamente affrontate con una combinazione di sospetto ed ostilità.

Ecco qui: Austrismo! Anche peggio, quel filone dell'Austrismo promosso da Murray Rothbard.


Sebbene economisti sofisticati della scuola Austriaca come George Selgin e Larry White abbiano difeso le politiche sul target dell'inflazione, non tanto differenti dalla regola neo-monetarista sul target del PIL di Mr Sumner, il fantasma di Murray Rothbard occupa sempre di più una posizione di primo piano nei conservatori di libero mercato.

Il fantasma ha fatto qualcosa considerato intollerabile, 40 anni fa. Disse che per quanto riguardava la questione monetaria, Milton Friedman era solo l'ennesimo promotore del denaro fiat.


Per qualcuno, anche partecipare nell'identificazione di regole ottime per l'autorità monetaria centralizzata dello Stato è come fare il gioco dei pianificatori centrali Keynesiani. Ecco Rothbard su Friedman:

In comune con i loro colleghi Keynesiani, i Friedmaniani desiderano consegnare al governo centrale il controllo assoluto su queste aree macro, per manipolare l'economia per fini sociali, mentre sostengono che il micro mondo può ancora rimanere libero. In breve, i Friedmaniani così come i Keynesiani concedono la vitale sfera macro allo Stato come struttura presumibilmente necessaria per la micro-libertà del libero mercato. In realtà, le sfere macro e micro sono integrate ed intrecciate, come gli Austriaci hanno mostrato. È impossibile concedere la sfera macro allo Stato mentre si tenta di mantenere la libertà al livello micro. Ogni tipo di tassa, e non ultima l'imposta sul reddito, inietta furto e confisca sistematici nella micro sfera dell'individuo, ed ha effetti spiacevoli e distorsivi sull'intero sistema economico.

Ciò ha innervosito il nostro autore anonimo anni fa. Lo rende ancora nervoso.


Come veterano del "movimento di libero mercato", posso testimoniare la rimarchevole influenza di questa linea di pensiero. Ora, Milton Friedman fu uno dei più grandi economisti del diciannovesimo secolo. Ciò lo rese un energico ostacolo per l'influenza degli Austriaci anarco-capitalisti, ovviamente con sommo dispiacere di Rothbard. "Come in molte altre sfere" scrisse Rothbard "[Friedman] non ha svolto un ruolo di oppositore allo statalismo e sostenitore del libero mercato, ma un ruolo di tecnico consigliando lo Stato su come essere più efficiente nella sua malvagia funzione." A prescindere dalle frecciate di Rothbard, Mr. Friedman morì da figura beneamata del libero mercato. Tuttavia pare che la sua influenza basata sulla sua grande competenza tecnica, sulla sua teoria monetaria, sbiadì immediatamente e significativamente dopo la sua morte. Ciò mi porta a pensare che i punti di vista di Friedman erano più che altro tollerati piuttosto che condivisi dai ranghi e le fila dei sostenitori del libero mercato, e che la sua dipartita dalle scene alimentò un sospetto di vecchia data secondo cui il sistema bancario centrale è essenzialmente un'impresa illegittima e criminale a briglie sciolte. Quando una porzione significativa di attivisti di un movimento politico crede che l'unico scopo del sistema bancario centrale sia il "furto sistematico", e che l'inflazione è il mezzo con cui questo furto ha luogo, non sorprende una opposizione diffusa e riflessiva all'inflazione.

Dirò che la sua influenza è sbiadita. Perché? Perché era un discepolo consapevole di Irving Fisher il socialista auto-dichiarato (semmai i nodi venissero al pettine) ed un pessimo specialista in previsioni che annunciò nel Settembre 1929 che la borsa raggiunse un plateau permanente. Proseguì nel perdere la sua fortuna personale (inventò il Rolodex) e quella di sua cognata nella Grande Depressione. Divenne uno zimbello tra gli economisti, un grande imbarazzo per la professione. Tuttavia inventò l'indice numerico, che è alla base dell'idea di monitorare l'inflazione da parte della Federal Reserve. Fu Friedman negli anni cinquanta che quasi da solo fece risorgere la reputazione di Fisher dalla tomba che giustamente si meritava. Friedman lo chiamò il più grande economista nella storia americana.

Sin dalla fine del 2008, Ron Paul ha ricordato al popolo, in effetti, che: "noi Austriaci ve l'avevamo detto, e vi avevamo detto anche perché -- le politiche della Federal Reserve sotto Greenspan e Bernanke." La Federal Reserve ha causato la crisi del 2008. Aspettarsi che essa la curi è da ingenui.

I Friedmaniani, che non hanno visto arrivare la crisi nel 2007 -- ma un sacco di Austriaci si, e lo hanno detto a chiare lettere -- erano impreparati. Sono ora in collera con Ron Paul e gli economisti Austriaci. Così, non c'è alcun clamore da parte dei Friedmaniani sull'enorme espansione della base moentaria. Uno di loro, come abbiamo visto, ha detto che abbiamo bisogno di maggiore inflazione monetaria.


Ora, non sostengo che la destra, definita approssimativamente, sia strapiena di fanatici di Murray Rothbard. E qualunque cosa sia che sta trattenendo la FED di Ben Bernanke dall'allegerimento monetario, non è l'eredità duratura di Murray Rothbard. Almeno, non direttamente. Ma credo che elementi della filosofia monetaria Rothbardiana in Ron Paul hanno molto in comune con le radici della destra, e credo che ciò eserciti una considerevole forza gravitazionale sulla destra istituzionale, tale da concedere ad argomenti come un'inflazione a zero o minima più peso rispetto a quello che avrebbero avuto con Mitlon Friedman.

"Elementi della filosofia monetaria rothbardiana in Ron Paul hanno molto in comune con le radici della destra." La valuta! Ho capito! Diciamolo, questo tizio ci sta facendo fare un mondo di risate.


Se solo i sostenitori del libero mercato avessero ancora un ruolo energico e persuasivo "di consiglieri tecnici dello Stato su come essere più efficiente", la nostra economia potrebbe essere leggermente meno incasinata. Forse aiuterebbe se "consigliare lo Stato affinché sia più efficiente" non fosse ampiamente considerato un "lavoro malvagio".

Questo tizio imita alla perfezione Friedman. Friedman spese la sua carriera ad ideare strategie per rendere il governo più efficiente. Fu un tecnico che, come membro degli economisti del Dipartimento del Tesoro, consigliava il Tesoro degli Stati Uniti su come essere più efficiente, all'inizio del 1943, col suo supporto tecnico al piano del presidente della Federal Reserve di New York Beardsley Ruml di imporre le ritenute d'acconto agli americani. Il governo divenne più efficiente, e veloce. Le entrate dalle imposte sul reddito (individuali e corporative) si quadruplicarono da 8$ miliardi a 34$ miliardi, 1942-1944.

Abbiamo bisogno di governi meno efficienti. Friedman non afferrò mai questo concetto. Rothbard invece si. I pochi economisti e giornalisti dell'Establishment che hanno letto Rothbard non lo hanno mai perdonato.

Al cuore di ogni economia superiore c'è il denaro. Gli Austriaci spiegano che la politica monetaria dovrebbe essere decentralizzata attraverso l'uso di monete costituite da metalli preziosi. Tutte le altre scuole d'economia, che invocano Keynes e Fisher, credono che la politica monetaria dovrebbe essere centralizzata in una commissione di laureati usciti da università riconosciute dallo Stato. A queste persone deve essere dato il potere dello Stato per imporre le loro politiche. Senza il denaro fiat autorizzato dallo Stato, il popolo avrebbe il controllo. L'Establishment non tollera questo fatto.

Friedman era il principale difensore del denaro fiat nel campo del libero mercato. Credeva nella libertà del libero mercato, ma non dove è realmente importante: istruzione (coupon basati sul denaro confiscato dallo Stato) e denaro stesso (sistema bancario centrale basato sulla donazione dello Stato del suo potere: il monopolio). Murray Rothbard lottò contro entrambe le idee. Pertanto rimane un reietto agli occhi dell'Establishment.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


lunedì 29 agosto 2011

Sul Fare Qualcosa a Riguardo

"E' incredibile come non appena una popolazione diventi una cittadinanza, cada immediatamente in una completa noncuranza della propria libertà che difficilmente può essere incitata al punto da riguadagnarla, obbedendo così facilmente e così volenterosamente che uno potrebbe concludere, vedendo una situazione simile, che questa popolazione non ha tanto perso la propria libertà piuttosto ha vinto la propria schiavitù. [...] Gli siocchi non hanno compreso che stavano solamente recuperando una porzione della propria proprietà, ed il loro governante non avrebbe potuto dare loro quello che stavano ricevendo senza averlo dapprima preso da loro." ~ Étienne de La Boétie, Discourse of Voluntary Servitude
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di Frank Chodorov


[Estratto dal capitolo 10 di Out of Step (1962). Un file audio MP3 di questo articolo, narrato da Colin Hussey, è disponibile per il download.]


Un tizio giovane deve avere una "causa". L'utopia è una malattia naturale per il ragazzo universitario come lo era il morbillo durante la sua infanzia. La mia malattia è l'anarchismo. Non so chi scegliere tra Kropotkin e Proudhon o perché mi hanno fornito argomenti con cui confutare i socialisti al campus oppure perché hanno scritto molto sull'individualismo, la quale cosa sembra essere radicata nel mio carattere.

In ogni caso, ho sperimentato un amore burrascoso per l'anarchismo, che terminò solo quando mi interessai alle dottrine economiche delle varie scuole di anarchismo allora ancora esistenti. Tutte loro vedevano di cattivo occhio l'istituzione della proprietà privata, senza la quale, mi sembrava già da allora, l'individualismo non avrebbe avuto senso.

Se un uomo non può godere dei frutti del suo lavoro, senza intralci o impedimenti, è schiavo di colui che si appropria della sua proprietà; uno schiavo non ha diritti di proprietà.

Inoltre, ho ragionato, l'abolizione della proprietà privata potrebbe essere ottenuta solo con l'intervento di uno Stato onnipotente, che gli anarchisti erano così inclini a distruggere. Questa incongruenza frenò la mia breve passione per l'anarchismo.

Bakunin in special modo mi disturbava. La sua urgenza di "fare qualcosa" con le bombe non mi garbava molto, non perché fossi particolarmente pacifico ma perché compresi che non poteva derivare alcun bene dalla violenza. Il bombarolo potrebbe ottenere qualche cambiamento nel governo con le sue tattiche, ma potrebbe contenere la tentazione di lanciare bombe? Potrebbe non usarle per acquisire ed esercitare il potere per conto suo? Ad un'età precoce sviluppai una certa distanza verso il "fare qualcosa" — cioé, verso l'organizzazione ed il riorientamento forzato della società secondo la mia stessa immagine. Non sono mai stato un socio sostenitore (addirittura con tessera) di alcuna organizzazione, sono disgustato da qualsiasi tentativo di canalizzare il mio pensiero e sono costituzionalmente contrario all'azione politica.

Mi piacerebbe, ovviamente, vedere la società organizzata in modo che l'individuo sarebbe libero di perseguire la sua "ricerca della felicità" come ritiene più opportuno e secondo le sue stesse capacità. Ecco perché io suppongo che l'individuo sia dotato fin dalla nascita del diritto di farlo. Non posso negare questo diritto ai miei concittadini senza implicare che io non ho questo diritto per me stesso, e non lo ammetterò. Rivendico per me stesso la prerogativa di ubriacarmi e di smaltire le mie condizioni lungo i marciapiedi, purché, ovviamente, io non interferisca con il diritto del mio vicino di andare all'opera; questo è il mio, ed il suo, modo ricercare la felicità. Come può una terza persona sapere che ubriacarsi o andare all'opera non è un "bene" per noi? Egli, o la società, o una maggioranza potrebbero sostenere che noi, io ed il mio vicino, abbiamo valori "sbagliati" e potrebbero provare a dircelo, ma l'imposizione della forza per farci cambiare i nostri valori è ingiustificata; tale uso della coercizione si origina dall'assunto di onniscenza, che non è una qualità umana. La cosa migliore che una società possa fare in queste circostanze è di vedere che un modo di ricercare la felicità non interferisca con quello di un altro — e quindi di lasciarci in pace.

Ecco come mi piacerebbe vedere organizzata la società, di cui io faccio parte; ma non è così e trove le sue regole abbastanza ripugnanti. In primo luogo, ha istituito un sistema di tassazione in base a cui un terzo delle nostre entrate viene confiscata; nell'intensità di questa confisca la ricerca della felicità è delimitata e cricoscritta, poiché non si può spendere (per il whiskey o per ll'opera) e comprare quello che non si possiede. E poi, la spesa di questa enorme quantità di denaro richiede una burocrazia di relative proprozioni, e questa mostruosa burocrazia in modo da giustificare la sua esistenza paga elargizioni a gruppi di favore, che devono conformarsi a certe regole e controlli in modo da ottenerle. La nostra ricerca della delicità è pertanto ostacolata — per il nostro stesso "bene", ovviamente.

Ciò lo considero malvagio, perfido e vile. Così, mi impegno a "fare qualcosa a riguardo". Ma, come? Ovviamente non posso fare nulla da solo per cambiare il sistema tributario, sebbene io possa, se fossi intenzionato, rifiutarmi di pagare le tasse e soffrirne le conseguenze; le conseguenze sono un'ulteriore interferenza con la mia ricerca della felicità. Il mio unico rifugio è di associarmi a persone che la pensano come me e sperare che noi in qualche modo possiamo rimuovere dalla nostra vita le leggi tributarie. Per fare ciò dobbiamo avere un numero considerevole di teste molto determinate. Dobbiamo passare al setaccio ogni luogo per trovare persone disposte a convertirsi alla nostra causa, poiché la maggior parte delle persone sono più preoccupate a condurre una vita buona qui ed ora piuttosto che riscrivere le regole dell'ordine sociale. Solo pochi sono interessati alla riforma. Ma, scavando a fondo e con l'educazione possiamo mettere insieme un buon numero di persone, in modo che venga percepita la loro influenza, che siano convinte che la nostra idea sia pura e che siano disposte a realizzarla o morire per essa.

Nel frattempo, deve essere considerata la strategia. Il modello storico per "fare qualcosa" è confrontare il potere politico con l'opposizione organizzata, che, a sua volta, è potere politico. Mentre la vendetta è a volte servita da questo scontro frontale di forze, le testimonianze mostrano che i principi rimangono esattamente come erano prima dello scontro. Ed è così sia se il conflitto prende la forma di una rivoluzione violenta o di una battaglia elettorale. La ragione di questo risultato invariabile si deve ricercare nella tecnica necessaria all'azione politica; ci deve essere un leader, poiché senza un esercito è solo una folla, facilmente disperdibile. Mi nomino per questo lavoro non per una qualsiasi particolare qualificazione di cui io possa essere in possesso, ma perché la mia devozione all'idea mi permette di fare la differenza. Bene, quindi, sotto la mia guida tiriamo su una quantità di voti abbastanza grande — per me e presumibilmente per la mia idea.

Ma, mentre fino ad ora ero un insegnate, un uomo della propaganda ed un organizzatore, ora sono come un legislatore che si confronta col problema pratico di fare leggi. Sulla mia strada ci sono i blocchi parlamentari. Ed incontro le condizioni e gli interessi che rendono il cambiamento della legge difficile. Trovo, per esempio, che potenti gruppi hanno poteri forti sulla tassazione; i veterani sono a favore ed anche gli agricoltori che vivono di sussidi, come anche gli industriali le cui operazioni sono equipaggiate dalle entrate del governo, mentre i proprietari dei bond del governo fanno molto rumore in opposizione alla mia idea. Imparo presto che la politica è l'arte del possibile ed è semplicemente impossibile cambiare la struttura tributaria del paese. Così, penso al compromesso, consolando la mia coscienza con il pensiero che il compromesso è solamente temporaneo e poi quando le condizioni saranno mature, la tassazione nel suo insieme sarà abolita. Inoltre, sono umano e soccombo alla tentazione di perpetuare la mia posizione di importanza; gli onori della carica sono molto allettanti e concordo sul compromesso in cambio della promessa di sostegno da parte dell'opposizione.

Mi viene in mente il caso di Robespierre. Egli era, come come sanno tutti, uno studente ed un discepolo di Rousseau, che era inflessibilmente contrario alla pena capitale. Tuttavia quando venne il tempo di votare sulla questione del regicidio, Robespierre diede il proprio voto a favore, accompagnando il suo voto con un lungo discorso esplicativo in cui usò un'altra aberrazione di Rousseau — la Volontà Generale — per giustificarsi. La convenienza lo obbligò a capovolgere Rousseau. Le convenienze della politica più le fragilità dei leader politici escludono la possibilità di usare il metodo politico per rendere leggi i principi. L'ordine sociale deve accudire se stesso; la politica e la legge seguiranno i dettami della società, una volta che la società sa quello che vuole ed agisce come se lo volesse. Pertanto, per "fare qualcosa" ci si dovrebbe concentrare sulla società e lasciare la politica sgarbatamente da parte; il che vuol dire educazione e maggiore educazione, ed ignorare in blocco i politici. Come un simile corso possa generare una riforma pura diviene evidente quando consideriamo la composizione della macchina politica conosciuta come Stato.

La debolezza dello Stato risiede nel fatto che è solo un aggregato di umani; la sua forza deriva dall'ignoranza generale di questa verità. Fin dai tempi antichi la coperura di questa vulnerabilità ha attirato l'ingegnosità dei politici; tutti i tipi di discorsi sono stati addotti per dare allo Stato una personificazione superumana, ed i rituali senza fine sono stati inventati per dare a questa finzione la verosimiglianza della realtà. Quell'alone di divinità con cui il re riteneva necessario forgiarsi è stato traslato al leggendario 51% dell'elettorato, che a sua volta decreta coloro che lo devono governare. Per aiutare questo processo di canonizzazione, le personalità in cui risiede il potere si sono discostate da artifici come titoli altisonanti, vestiario distintivo ed autorità gerarchiche. La peculiarità del linguaggio e del comportanmento — chiamato protocollo — sottolineano il loro discostamento. Malgrado ciò, la moralità non può essere negata e la continuità del potere politico è prodotta tramite simboli che incutono timore reverenziale, come le bandiere, i troni, i monumenti, i sigilli ed i nastri; queste cose non muoiono. Tramite delle litanie viene infusa un'anima in questo vitello d'oro e la filosofia politica lo consacra come "persona metafisica".

Ma Luigi XIV era abbastanza serio quando diceva: "L'état c'est moi". Lo Stato è una persona o un numero di persone, che utilizzano la forza o minacciano di usarla, per far fare agli altri quello che altrimenti non farebbero o si tratterrebbero dal fare. La sostanza dello Stato è potere politico ed il potere politico è la coercizione esercitata dalle persone sulle persone; il carattere sovrumano assunto dallo Stato è inteso a nascondere questo fatto e ad indurre al servilismo. La forza dello Stato è Sansoniana e può essere tagliata via dalla comprensione popolare del fatto che esso è solo un Tom, un Dick ed un Harry.

Gli anarchici dicono che lo Stato è il male. Si sbagliano. Lo Stato sono il male. Non è un sistema che crea privilegi, è un numero di persone moralmente responsabili che agisce in questo modo. Un robot non può dichiarare guerra ed uno stato maggiore non ne può condure una; lo strumento motivante è un uomo chiamato re o presidente, un uomo chiamato legislatore, un uomo chiamato generale. In tale modello politico in cui si identificano le persone, impediamo il trasferimento delle colpe ad una illusione amorale; possiamo porre la responsabilità dove giustamente risiede.

Avendo fissato nella vostra testa il fatto che lo Stato consiste in un numero di persone che non sono in grado di fare alcun bene, dovremmo procedere a trattarli di conseguenza. Non vi genoflettete davanti ad un fannullone; perché dovreste porgere omaggio ad un burocrate? Se un politico eminente prenota un salone per tenere un discorso, state lontani; il pubblico assente lo porterà alla comprensione della sua nullità. I discorsi scritti o a voce di una figura politica sono progettati per impressionarvi con la sua importanza, e se non li ascoltate o non li leggete non sarete influenzati ed egli getterà la spugna. Sono gli applausi e l'adulazione che vengono accordati alle figure politiche che sottoscrivono la nostra considerazione al potere che brandiscono; lo sgonfiamento di questo potere è proporzionato alla nostra indifferenza verso questi personaggi. Senza una folla compiacente non c'è alcuna parata.

L'ostracismo sociale da solo può abbattere lo strato più alto dei loschi traffici politici. Coloro il cui rispetto di sé non li ha ancora abbandonati usciranno da questa situazione e si impegneranno in lavori onesti, mentre i degenerati che rimangono dovranno accontentarsi di quello che possono prendere da un popolo riluttante. Al di sotto dello strato più alto ci sono milioni di servi che sono più da compatire che da disprezzare; è difficile disprezzare l'uomo la cui incompetenza lo forza nel settore pubblico. Tuttavia, se si rinfaccia al "povero John" il suo atteggiamento gli viene ricordato che esiste uno standard di vita migliore, e lo si potrebbe salvare dalla sua degenerazione.

Un edificio del governo potreste considerarlo come un ossario; ci entri solo sotto costrizione, e non ti abbassi ad ammirare le sue statue vive o morte. Le stelle sopra le spalle del generale stanno a significare che l'uomo potrebbe essere stato un utile membro della società; provate compassione per il ragazzo la cui uniforme identifica il suo servilismo. Il pulpito su cui il giudice siede eleva il corpo ma abbassa l'uomo, ed il box della giuria è un posto dove gli schiavi da tre dollari al giorno impongono le leggi della schiavitù. Onorate l'evasore fiscale e portate rispetto all'uomo abbastanza onorevole che disobbedisce alla legge.

Il potere sociale risiede in ogni individuo. Proprio come considerereste responsabilità personale il comportamento politico, così dovreste presupporre responsabilità personale il comportamento sociale. Pensate male del legislatore Brown non perché ha violato un principio della Tax Reform Society, a cui appartenete, ma perché secondo il vostro giudizio il suo voto per una nuova tassa è una rapina. Il guerrafondaio non è giudicato da una società pacifista, ma dall'individuo pacifista. Tutti i valori sono personali. La società buona che vi raffigurate col declino dello Stato è una società di cui siete parte integrante; la vostra campagna è pertanto un obbligo personale.

Si è inefficaci da soli? Si ha bisogno di un'organizzazione per essere aiutati? Solo gli individui pensano, provano sentimenti ed agiscono; l'organizzazione serve solo come una maschera per coloro incapaci a pensare o riluttanti ad agire secondo le proprie convinzioni. Infine, ogni organizzazione corrompe l'ideale che all'inizio ha attratto i membri, e più è numerosa la sua adesione più sicuramente avverrà questo risultato; ciò è così perché l'ideale organizzativo è un compromesso di valori privati, e in uno sforzo di trovare un compromesso funzionante i più bassi comuni denominatori, in calo mentre incrementano le adesioni, forgiano l'ideale. Quando si parla per se stessi si è forti. La potenza del potere sociale è proporzionata al numero di persone che la pensano allo stesso modo, ma questa è una questione di educazione, non di organizzazione.

Quindi, proviamo l'ostracismo sociale nei confronti della politica e dei politici. Dovrebbe funzionare. Le riforme attraverso la politica rafforzano solamente lo Stato.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


domenica 28 agosto 2011

Come Karl Marx Ha Anticipato Bernanke e Krugman

Questa settimana è stata per la maggior parte dedicata a rivisitare le teorie Marxiste dell'economia; non che se ne sentisse il bisogno, ma per sputtanare Roubini questo ed altro. Ma vorrei spezzare una lancia a favore di Marx, per un aforisma che rispecchia esattamente la realtà dei "riformisti" odierni. In questa categoria ci rientra di diritto anche quel cretino di Navarro. (Già prontamente sputtanato più e più volte qui su Freedonia, ma dato che ripete sempre le solite cagate "espansive" ed a favore dello stato sociale, ovvero Keynesianismo per minchioni, non ho assolutamente voglia di sprecare ulteriori caratteri per un siffatto personaggio. Ci sono i fatti che lo smentiscono.)
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di Gary North


Hegel sottolinea da qualche parte che tutti i grandi fatti della storia del mondo e dei grandi personaggi appaiono, per così dire, in doppia coppia. Dimenticò di aggiungere: la prima volta come una tragedia, la seconda come una farsa.

Così scrisse Karl Marx nell'apertura di The 18th Brumaire of Louis Bonaparte (1852).

Nella moderna teoria economica, la tragedia è stata la squadra John Maynard Keynes ed il suo interprete, Paul Samuelson. La farsa è la squadra Ben Bernanke ed il suo interprete, Paul Krugman -- i due economisti più famosi della Princeton University.

Ben Bernanke è il primo economista di un'aula scolastica a diventare Presidente del Consiglio Direttivo della Federal Reserve sin dai tempi di Arthur Burns. Non ce ne sono stati altri.



IL PROFESSOR BURNS VA A WASHINGTON

Burns si insediò alla FED all'inizio del 1970. Mantenne la posizione fino all'inizio del 1978. Fu sotto di lui che Nixon sperimentò la recessione del 1969-1970 e poi uccise gli ultimi resti del gold exchange standard del 1922, il 15 Agosto 1971.

Burns iniziò i suoi anni a Washington all'inizio del 1953, quando si insediò come terzo Presidente del Council of Economic Advisers. In questa posizione, seguì la recessione del 1953, la prima recessione sin dal 1937. Mantenne questa posizione fino al 1956.

Nel 1975, seguì la recessione di Ford.

Quindi, è stato un consigliere importante in tre recessioni, una caratteristica ineguagliata da nessun'altra figura accademica. Burns era il presidente del National Bureau of Economic Research dal 1957 al 1967. Questa organizzazione di ricerca senza scopo di lucro è l'agenzia che ufficialmente decide quando una recessione è iniziata ed è finita. Ha dovuto deciderlo tre volte quando Burns era un consigliere economico del Presidente di quel tempo.

Wikipedia descrive la sua carriera accademica.

La parte accademica della carriera di Burns si è concentrata sulla misurazione del ciclo economico, incluse questioni come la durata delle espansioni economiche e quali variabili economiche sorgono durante le espansioni ed il crollo nelle recessioni. Ha spesso collaborato con Wesley Clair Mitchell ed ha stabilito la tradizione accademica continuata dalla commissione sulla datazione del ciclo economico del NBER, che è generalmente considerata autorevole nella datazione delle recessioni. L'analisi macroeconomica dettagliata di Burns ha influenzato il lavoro di Milton Friedman ed Anna Schwartz su A Monetary History of the United States, 1867--1960.


E' stata una delle grandi ironie della vita che Burns arrivò a Washington nel 1953. Non ritornò mai ad insegnare a tempo pieno alla Columbia fin dopo il 1956. Ciò consentì a Murray Rothbard di conseguire il suo dottorato nella primavera del 1956. Burns lo bloccò per un decennio. La dissertazione di Rothbard sul dottorato fu pubblicata nel 1962 dalla Columbia University Press: The Panic of 1819.



SUBENTRA IL PROFESSOR BERNANKE

Ben Bernanke si è insiediato alla FED con una grande fanfara il primo Febbraio 2006. Si è anche guadagnato il proprio video musicale, grazie ad uno studente della Columbia Business School (CBS).




Mi era abbastanza chiaro nel 2006 quello che sarebbe capitato. Lessi attentamente The 18th Brumaire quando scrissi il mio libro su Marx nel 1968. Marx fornì la struttura interpretativa per capire Bernanke.

La tradizione di tutte le generazioni morte opprime come un incubo le menti dei viventi. E proprio mentre sembrano impegnati a rivoluzionare se stessi e le cose, creando qualcosa che non esisteva prima, è precisamente in tali epoche di crisi rivoluzionaria che con ansia fanno comparire gli spiriti del passato a loro servizio, prendendo in prestito da loro nomi, slogan di battaglia e costumi in modo da presentare questa nuova scena nella storia del mondo travestita come tradizionale e con un linguaggio preso in prestito.


Come Burns, Bernanke ha costruito la sua reputazione come uno studento di lunga data del ciclo economico -- nello specifico, la Grande Depressione. Burns influenzò il libro di Friedman sul denaro, che offriva una conclusione: la Grande Depressione fu causata dalla Federal Reserve, che non inflazionò abbastanza. Bernanke prese a cuore questa lezione. In un discorso rivelatorio del 2004, mentre era un membro del Consiglio Direttivo, avanzò questa domanda:

Cosa ha causato la Depressione? Questa domanda è difficile, ma rispondervi è importante se si vuole attingere dall'esperienza la giusta lezione per la politica economica. Risolvere il puzzle della Depressione è anche cruciale nel campo economico stesso poiché getterebbe una luce sulla nostra comprensione base di come l'economia funziona.


Per rispondere a questa domanda, avrebbe potuto fare riferimento al libro di Rothbard del 1962, The Panic of 1819. Avrebbe anche potuto fare riferimento al successivo libro di Rothbard, America's Great Depression (Princeton: Van Nostrand, 1963). Ma non l'ha fatto. Fece riferimento al libro di Friedman, pubblicato dall'altra parte della città dalla Princeton University Press quello stesso anno.


Tuttavia, nel 1963, Milton Friedman ed Anna J. Schwartz trasformarono il dibattito sulla Grande Depressione. Quell'anno vide la pubblicazione del loro libro, ora un classico, A Monetary History of the United States, 1867-1960. The Monetary History, il quale nome è subito riconosciuto da qualsiasi macroeconomista, esaminò in grande dettaglio la connessione tra i cambiamenti nella riserva di denaro nazionale -- determinata da una politica consapevole o da forze più impersonali come i cambiamenti nel sistema bancario -- ed i cambiamenti nelle entrate nazionali e nei prezzi. L'obiettivo più ampio del libro era capire come le forze monetarie avessero influenzato l'economia degli Stati Uniti per quasi un secolo. Nel processo di conseguimento di questo obiettivo, tuttavia, Friedman e Schwartz offrirono un'importante nuova prova e nuovi argomenti sul ruolo dei fattori monetari nella Grande Depressione. In contraddizione alla visione prevalente di quel tempo, per cui il denaro e la politica monetaria giocavano al massimo un ruolo puramente passivo nella Depressione, Friedman e Schwartz dissero che "la contrazione [economica] è difatti un tragico testimonial all'importanza delle forze monetarie" (Friedman and Schwartz, 1963, p. 300).

Per sostenere il loro punto di vista secondo cui le forze monetarie hanno causato la Grande Depressione, Friedman e Schwartz revisionarono i dati storici ed identificarono una serie di errori -- errori sia di omissione sia di commissione -- fatti dalla Federal Reserve alla fine degli anni '20 ed all'inizio dei '30. Secondo Friedman e Schwartz, ognuno di questi errori ha condotto ad una ristrettezza indesiderata della politica monetaria, come riflesso nei bruschi declini dell'offerta di denaro. Attingendo dalla loro prova storica degli effetti del denaro sull'economia, Friedman e Schwartz dissero che i declini nella riserva di denaro generati dalle azioni della FED -- o inazioni -- potrebbero ritenersi responsabili dei crolli nei prezzi e nella produzione che avvennero successivamente.


Io ho letto America's Great Depression nell'estate del 1963. Ho pertanto compreso nel 2006 quello che Bernanke avrebbe presto affrontato: una grande recessione. Perché? A causa dell'eredità di Greenspan dopo il 2001: l'espansione dell'offerta di denaro. Bernanke si insediò nel Febbraio del 2006. Greenspan aveva già ristretto il deanro. Il tasso dei Fondi Federali salì. Alla fine di Novembre, 2005, scrissi che ciò avrebbe presto creato una crisi nel mercato immobiliare. Bernanke negò che una qualsiasi cosa simile sarebbe potuta accadere.




Alla fine dell'Agosto 2006, scrissi "Bernanke's International Time Bomb". Proposi questa mia valutazione del suo discorso, "Global Economic Integration: What's New and What's Not?"

Una settimana fa, ho descritto la bomba ad orologeria di Alan Greenspan, la quale è stata passata a Ben Bernanke lo scorso Febbraio. Questa bomba ad orologeria è l'enorme costruzione del denaro fiat che ha permesso a Greenspan di scampare alla recessione del 2001 senza un graffio.

Ci sono tre cose che Bernanke può fare:
  1. continuare la politica della FED di denaro stabile, che la farà detonare entro qualche mese;
  2. invertire il corso ed espandere l'offerta di denaro, il che manderà le lancette dell'orologio avanti ma aggiungerà ulteriore materiale esplosivo;
  3. dimettersi.


Bernanke non l'ha vista arrivare. L'ho sottolineato ai miei lettori:

Bernanke ha rifiutato perfino di menzionare la politica monetaria odierna della banca centrale -- denaro stabile -- come minaccia di un boom economico e creatrice di problemi per i pagamenti interbancari. Rifiuta di prestare attenzione al ticchettio della bomba ad orologeria di Greenspan, che ora si trova nelle mani di Bernanke. Questa bomba ad orologeria è la minaccia principale alla divisione del lavoro internazionale, non ai sindacati.


Bernanke ha speso la sua carriera accademica ad applicare le lezioni che aveva imparato da Milton Friedman. Pertanto, è stato preso alle spalle dalla recessione che è iniziata nel Novembre 2007 e che si è aggravata in una crisi di capitale nel Settembre 2008. Gli analisti della Scuola Austriaca l'hanno vista arrivare. Lui no. Ha letto il libro sbagliato nel 1963.

Sotto di lui, la Federal Reserve è andata su tutte le furie nel 2008 e di nuovo nel 2011. Date un'occhiata alla base monetaria.




La sola cosa che ha impedito all'economia degli Stati Uniti di divenire iperinflazionistica è il terrore dei banchieri, che hanno incrementato le riserve in eccesso alla FED per compensare gli effetti dei prezzi della politica della FED.




I banchieri hanno compensato le politiche della FED. Hanno rifiutato di prestare tutto il denaro che legalmente potevano prestare. La riserva frazionaria non ha moltiplicato. Ciò ha salvato il paese da una catastrofe inflazionistica.



L'INTERPRETAZIONE DI KRUGMAN

Se Bernanke è Don Chisciotte, allora Krugman è Sancho Panza. Se Bernanke è Bud Abbott, allora Krugman è Lou Costello. Fanno una bella squadra.

Nella sua colonna del New York Times del 5 Agosto, Krugman offre questa valutazione sul perché la ripresa era un fiasco e probabilmente diventerà una recessione. Abbiamo bisogno di più ampi deficit Federali affinché i consumatori spendano. Abbiamo bisogno di riportare al lavoro tutte quelle persone disoccupate. Lo stimolo di Obama di $819 miliardi nel 2009 non era semplicemente abbastanza. Il deficit di $1.6 biliardi di quest'anno non è semplicemente abbastanza.

Per risollevare questo disastro, un sacco di persone dovranno ammettere, almeno a loro stessi, che probabilmente sono stati in errore ed hanno bisogno di cambiare le loro priorità, subito.

Ovviamente, alcuni giocatori non cambieranno. I Repubblicani non la smetteranno di urlare per il deficit perché non erano sinceri in primo luogo: la loro lotta al deficit era una mazza con cui colpire i loro oppositori politici, nient'altro -- come è diventato ovvio ogni qual volta veniva suggerito un qualsiasi aumento delle tasse per i ricchi. E non molleranno questa mazza.

Ma la politica disastrosa dei due anni passati non è stato solo il risultato dell'ostruzionismo del G.O.P., che non sarebbe stato così efficace se la politica dell'elite -- incluse come minimo alcune figure anziane nell'amministrazione Obama -- non avesse concordato che la riduzione del deficit, non la creazione del lavoro, sarebbe dovuta essere la nostra priorità principale.


Ma ciò non è tutto. E' colpa della FED. Non è stata sufficientemente attiva.

Nemmeno dovremmo lasciare in pace Ben Bernanke ed i suoi colleghi: la FED non ha affatto fatto tutto quello che poteva, in parte perché era più preoccupata per un'ipotetica inflazione che per la disoccupazione reale, in parte perché si è lasciata intimidire da tizi come Ron Paul.


L'Uomo Nero ed i suoi troll l'hanno fatto: Ron Paul ed i suoi tizi.

Se solo fosse vero. Se solo avessimo i voti. Se solo potessimo terminare la FED.



CONCLUSIONE

Stiamo vedendo la fine del Keynesianismo. Si aggrappa disperatamente alla vita, ma è diventato una farsa. La tragedia dei professori Keynes e Samuelson è diventata la farsa dei professori Bernanke e Krugman.

Karl Marx c'aveva visto giusto.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


sabato 27 agosto 2011

Attento Zio Ben, Lì C'è Una "Buca"





di Johnny Cloaca


Da quello che ieri è emerso a Jackson Hole abbiamo intuito ancora una volta che della situazione economica in atto, non si sta capendo nulla. Ovvero, sanno quello che dovrebbero fare, ma semplicemente non lo fanno. Perché? Perché sono Keynesiani. Dello stesso stampo è fatto Roubini che ancora una volta sta lottando con le unghie e con i denti per sparare delle cazzate epocali e venire applaudito dai suoi compari come nuovo campione e prescelto da Keynes. Tempi duri per Krugman. Infatti dalla sua pagina Twitter possiamo leggere questa frase:

La nuova stagione del QE sta per partire mentre le economie avanzate affonderanno in una double-dip: BoJ, BoE, SNB, FED, BCE...


Per la gioia di Roubini la FED sta già stampando denaro a tavoletta, ma se dovessero unirsi alla festa anche le altre banche centrali, allora la strada che imboccherà il mondo sarà quella verso un'inflazione di massa; una tempesta perfetta che circonderà l'intero globo. Fino ad ora la minaccia è stata contenuta, ed i singoli paesi hanno pagato le politiche monetarie sconsiderate dei proprio establishment. Nel lungo termine ciò non potrebbe far altro che dirigere le persone verso un bene-rifugio principale: l'oro.

Il prezzo dell'oro è destinato a salire in virtù del fatto che la guerra delle valute sta entrando nella fase calda.




Tutte le maggiori valute sono state in rapido declino nell'ultimo decennio, quando misurate in relazione all'asset monetario più vecchio del mondo: l'oro. Come mostra il grafico, il declino dello Yen, del Dollaro, dell'Euro e del Franco Svizzero è attualmente tra il 60% ed il 80% sin dal Gennaio 2001, e molto probabilmente andranno ancora più giù.

La storia ci ha mostrato che le valute fiat hanno sempre condiviso lo stesso fato e sono divenute infine carta straccia. Nonostante ciò, le persone ancora credono alle balle del governo secondo cui "questa volta sarà diverso". No, non lo sarà. Perché? Perché non lo è mai stato. Allora, si arriverà ad un punto in cui le persone, temendo il calo del potere d'acquisto dalla notte al giorno, si ammazzeranno per scambiare la carta da cesso per un asset reale (in perfetto stile Argentina, Zimbabwe e Weimar). E forse vedere l'oro salire fino a $25,000 l'oncia non sarebbe fantascienza.

In questo panorama, Bernanke ieri ha fatto la sua promessa da quattro soldi secondo cui monitorerà la situazione ed adempierà al duplice mandato della FED. Con i risultati ottenuti fin da ora? Sono ormai 5 anni che monitora e sta cadendo tutto a pezzi. Vediamo un rapido sputtanamento del suo discorso di ieri a Jackson Hole, con questa pubblicazione di Robert Wenzel.

Zombie: NOOOO!

Krugman: "ORRORE!"


[...] la ripresa negli Stati Uniti si è rivelata deludente finora.

Sul serio. Quando si ha una politica monetaria da montagne russe, cosa ti puoi aspettare?


La crisi finanziaria che ha stretto i mercati finanziari nel 2008 e 2009 era più dura di qualsiasi altra sin dalla Grande Depressione.

Dovrebbe essere notato che ciò è accaduto sotto il monitoraggio della Federal Reserve. Coloro che dichiarano che l'economia è stata più stabile sin da quando c'è la FED, hanno molto da spiegare.


[...] è chiaro che la ripresa dalla crisi è stata meno robusta di quello che speravamo. Dalle ultime revisioni globali ai conti nazionali fino alle stime più recenti di crescita nella prima metà dell'anno, abbiamo appreso che la recessione era perfino più profonda e la ripresa perfino più debole di quello che pensavamo; infatti, la produzione aggregata degli Stati Uniti non è ancora ritornata al livello che ha raggiunto prima della crisi.

Qui Bernanke sta fondamentalmente ammettendo che non comprende cosa diavolo stia accadendo.


Fattori temporanei, inclusi gli effetti dell'aumento dei prezzi delle merci per i budget delle imprese e dei consumatori [...] erano causa dell'andamento settimanale dell'economia nella prima metà del 2011; di conseguenza, la crescita nella seconda metà pare migliorare mentre la loro influenza recede.

Sta scherzando, vero? Davvero Bernanke crede che l'inflazione nei prezzi era un fattore temporaneo e l'influenza dell'inflazione nei prezzi recederà?


La Federal Reserve continua a monitorare da vicino gli sviluppi nei mercati finanziari e nelle istituzioni finanziarie ed è in costante contatto con i dirigenti in Europa ed altrove.

Traduzione: Bernanke è molto preoccupato per l'Europa, e sta spingendo l'Europa affinché inizi a stampare denaro.


Con i prezzi delle merci ed i prezzi di altri oggetti d'importazione in lenta moderazione e con le aspettative di inflazione a lungo termine che rimangono stabili, ci aspettiamo che l'inflazione si stabilizzi, nei prossimi trimestri, a livelli pari o al di sotto il tasso del 2%, il che è considerato dalla maggior parte dei membri della Commissione come coerente con il nostro duplice mandato.

O davvero non sa niente dell'inflazione nei prezzi oppure sta mentendo spudoratamente.


In aggiunta al perfezionamento della nostra guida, la Federal Reserve ha una serie di strumenti che potrebbero essere usati per fornire stimolo monetario addizionale. Abbiamo discusso i costi ed imeriti relativi a tali strumenti nel nostro incontro di Agosto. Continueremo a considerare questi ed altre emissioni pertinenti, inclusi gli sviluppi finanziari ed il corso economico, nel nostro incontro di Settembre, che è stato programmato per due giorni (il 20 e d il 21) invece che uno, in modo da permettere una discussione approfondita.

L'incontro di Settembre esteso a due giorni? Sta iniziando ad agitarsi.


Il nostro sistema d'istruzione elementare, nonostante la forza considerevole, racchiude scarsamente una sostanziale parte della popolazione.

Sta sparlando del sistema scolastico pubblico! Vai Bennie! --- Sebbene questo potrebbe essere un assist al discorso del 5 Settembre di Obama dove egli molto probabilmente invocherà una maggiore spesa per le scuole pubbliche.


La nostra economia sta oggi soffrendo per una disoccupazione a lungo termine con cifre straordinariamente alte, con quasi metà dei disoccupati che sono rimasti fuori dal mondo del lavoro per più di sei mesi.

Bè, dannato Bennie, stai pagando le persone per rimanere disoccupate dino a 99 settimane. Cosa ti aspetti che accada, che i nuermi dei disoccupati diminuiscano?

Morale della favola: Ben Bernanke potrebbe, o non potrebbe, essere inconsapevole dell'esplosione dell'offerta di denaro (ora a più del 9%). Ma sicuramente vuole distogliere l'attenzione dall'offerta di denaro, dal momento che non ha nemmeno menzionato questo argomento nel suo discorso. Afferrato? L'unica cosa che la FED controlla è l'offerta di denaro e Bernanke non menziona la sua crescita in accelerazione nel suo discorso. Bernanke è scaltro. Guardate i numeri non le sue labbra.

Ecco cosa sta realmente accadendo. Bernanke sta stampando denaro alla grande. Ciò condurrà ad un'enorme inflazione nei prezzi. Qui sotto c'è il grafico della FED di St. Louis che mostra la percentuale della crescita annuale nell'offerta di denaro (M2) sin dall'inizio dell'anno.




I dirigenti fiscali possono promuovere un andamento economico più forte tramite politiche tributarie e programmi di spesa. [...] La Federal Reserve farà tutto il possibile per ripristinare alti tassi di crescita ed occupazione in un contesto di stabilità di prezzi.

L'unica cosa diversa dal discorso di un anno fà è la linguetta in alto al documento. L'anno scorso era 2010, ieri era 2011. Potete fare un confronto con le corbellerie del 27 Agosto dell'anno scorso:


http://francescosimoncelli.blogspot.it/2010/09/una-traduzione-non-ufficiale-del.html

http://francescosimoncelli.blogspot.it/2010/09/una-traduzione-non-ufficiale-del_06.html


Agosto è andato, aspettiamo Settembre ora.


Gli Austriaci Avevano Ragione, Ancora una Volta

Ieri a Jackson Hole Bernanke ha ripetuto per l'ennesima volta che la FED monitorerà la situazione (disoccupazione ed inflazione nei prezzi) ed ha lanciato la solita rassicurazione di rito: "La Federal Reserve farà tutto il possibile per ripristinare alti tassi di crescita ed occupazione in un contesto di stabilità di prezzi." Domanda: Cosa ha fatto la Federal Reserve sin dal 2009 per questi due aspetti? Inoltre, la via scelta per la crescita pare proprio essere "la solita": "I dirigenti fiscali possono promuovere un andamento economico più forte tramite politiche tributarie e programmi di spesa." Keynesianismo puro. E dove ha portato il Keynesianismo? Alla tragica situazione odierna, e sorpattutto, gli Austriaci avevano ragione.
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di Jeffrey A. Tucker


Dopo tre a più anni di dibattimenti, un consenso è stato finalmente raggiunto sul fatto che siamo tornati in recessione. Non c'è crescita. La magra crescita statistica degli ultimi anni — nessuno si è azzardato a chiamarla piena ripresa — è stata probabilmente illusoria.

C'è crescita reale e ci sono le statistiche del governo. Le statistiche hanno fuorviato ogni credulone, ma ora la verità è ovvia a tutti. Non solo quella: affrontiamo un impossibile calamità del debito, l'industria bancaria è zombificata, i mercati del lavoro sono statici, il sistema è inondato da risorse erroneamente prezzate, il settore immobiliare è ancora nei casini e non può andare altro che giù, giù, giù.

Il QE1 ed il QE2, più gli incredibili sforzi di stimolo regolatorio, più gli oceani di falso denaro creato da Ben Bernanke, più i tassi d'interesse a livello del mare non hanno fatto nient'altro che danni. Le opportunità economiche stanno per essere precluse per un'intera generazione. La libera impresa — e pertanto tutta la prosperità — sta lottando per la sua stessa vita.

Tutto ciò è causa della cosa che Bush, Obama, i Repubblicani, i Democratici ed ogni grande media esistente ritenevano fosse la cosa giusta da fare: correggere i trend di mercato, stabilizzare e poi stimolare la macroeconomia. Una parola: fallimento.

Sorpresi? Non dovreste esserlo. Gli Austriaci hanno avuto ragione per tutto il tempo. Non c'è stato alcun trucco magico. Gli Austriaci sapevano che tutti questi sforzi erano pericolosi e distruttivi. Dopo tutto, questa insensatezza Keynesiana ha avuto molte occasioni per testare la sua tesi ma ha fallito ogni singola volta. E ci sono ragioni specifiche: la spesa del governo drena riserve di capitale, le nazionalizzazioni sostengono le inefficienze e la creazione di denaro distorce la realtà ed impedisce la ripresa.

Non ci vuole una chiromante per scorgere che queste stupidaggini non funzioneranno per ottenere i loro scopi dichiarati. Tutto ciò che fanno è sostenere lo stato ed i suoi amici a nostre spese. Voglio dire, vorrei essere comprensivo con coloro che sono stati ingannati — e concedere la buona fede per coloro che favoriscono le politiche stupide — ma è veramente difficile.

Forse era possibile essere imbrogliati nel 1932, ma, in realtà, la maggior parte degli osservatori attenti dovrebbe essere diventata più saggia dal 1936. Ma passare da uno stimolo ad un altro ed ottenere solo fallimenti, non capendoci nulla? Incredibile. Come Bob Higgs ha dimostrato, non uscimmo dalla Grande Depressione finché il governo non smise di stimolare l'economia.

Ora abbiamo ancora un'altra opportunità per dirlo. Ascoltate ed imaprate: gli Austriaci sono stati gli unici che pare abbiano anticipato non solo il bust ma anche il fallimento dello stimolo. Posso solo darvi un piccolo assaggio dai primi cinque mesi della crisi del 2008.

C'è "Lo Sdebitamento E' un Male per L'Economia?" di Frank Shostak del 20 Agosto 2008:

E' [...] futile spingere le banche a prestare di più se i risparmi reali non sono lì. Allo stesso modo non ha molto senso suggerire che la FED possa in qualche modo sostituire risparmi reali inesistenti [...] stampando più denaro (è anche un esercizio di futilità aumentare la spesa del governo per aggiustare il problema; dopo tutto se un governo spende di più vuol dire che qualcun'altro avrà meno risorse a disposizione). Tutto ciò che farà l'aggiunta di più denaro all'economia è indebolire i generatori di ricchezza e pertanto ridurre la futura offerta di risparmi reali ed indebolire la futura crescita reale dell'economia.


C'è "Henry Hazlitt sul Salvataggio" di Scott Kjar del 15 Ottobre2008:

L'argomento secondo cui il governo sta in qualche modo pompando nuovo capitale nel mercato è assurdo. Il governo sta in realtà prendendo in prestito il denaro dai mercati di capitale che a sua volta viene iniettato nei mercati di capitale. Non c'è alcuna fonte addizionale di finanziamento; c'è solo una deviazione di fondi da sbocchi più produttivi a sbocchi meno produttivi, con il governo che agisce come un intermediario.

Così quando Henry Paulson dice che è necessario pompare denaro nei mercati di credito per impedire loro di congelarsi, non gli interessa capire che il denaro che pompa nei mercati di credito sta venendo direttamente dagli stessi mercati del credito. Non sta facendo nient'altro che risistemare le sedie a sdraio sul Titanic.


Kevin Duffy aveva ragione nel suo "Saccheggiare il Responsabile" del 8 ottobre 2008:

Il governo non ha risorse proprie, nessun elfo che fa gli straordinari per produrre qualcosa di valore, solo promotori che abbracciano l'economia di Babbo Natale. Può solo trasferire ricchezza da un gruppo ad un altro (schivando una tassa sulla transazione nominale nel processo). Gli attuali [...] $800 miliardi del pacchetto di salvataggio (scusate, soccorso) non sono nient'altro che un saccheggio di soggetti responsabili e produttivi da parte degli sconsiderati e dei dissoluti. Chiamatelo Darwinismo inverso: sopravvivenza del meno adatto. [...]

[T]rasferire nel lungo termine più sangue dall'ospite produttivo al parassita non rimette in salute assolutamente nulla. Affinché l'economia ed il paese ritornino in salute, abbiamo bisogno di capitale, credibilità ed autorità per muoverci dallo spreco alla produttività. L'elite al potere, come prevedibile, sta tentando di ottenere l'esatto opposto.


Considerate "Il Gioco della Colpa per il Salvataggio" di Christopher Westley del 7 Ottobre 2008:

Come uno studioso della Depressione so che il Congresso e l'esecutivo possono fare molti danni prima che raggiungiamo il lungo termine, e difatti, possono ritardare il suo arrivo indefinitamente. I conservatori che sostenevano questa legislazione attaccheranno il Presidente Obama due o tre anni da qui, nel caso in cui l'economia si trasformi in una ripetizione di quella degli anni settanta, grazie in larga parte al tentativo del governo di prevenire le forze di mercato nelle ultime due settimane? Probabilmente. I nostri attuali problemi sono scaturiti dall'infusione di credito nel passato. Pensare che l'infusione di oggi non avrà lo stesso effetto nel futuro è come sfidare cose fastidiose come le leggi naturali ed economiche.


Commenti commoventi da "Il Pacchetto di Soccorso Ritarderà la Ripresa" di Frank Shostak del 29 Settembre 2008:

E' vero che il sistema finanziario deve essere liberato; deve essere liberato dalle istituzioni che detengono cattivo debito che stanno attualmente drenando capitale mentre aspettano per un salvataggio ed aggiungono poco in ritorno. Sono loro che stanno impedendo alle attività generatrici di ricchezza nel settore finanziario e ad altre parti dell'economia di espandere la ricchezza reale. [...]

Il pacchetto del governo non salverà l'economia, ma salverà le attività che l'economia non può permettersi ed i consumatori non vogliono. Sosterrà lo spreco e promuoverà l'inefficienza, drenando risorse dalla crescita e dall'efficienza.


Da "La Storia E' Chiara" di Doug French pubblicato il 13 Novembre 2008:

Non ci si chiede come mai il piano del Segretario del Tesoro Henry Paulson si è trasformato nel governo federale che prende pacchetti azionari di banche, compagnie di mutui e come minimo una compagnia d'assicurazione? [...] Ma la storia è chiara: più denaro fiat non risolverà la crisi; un ritorno ad una moneta sonante lo farà.


"I Consumatori Non Causano le Recessioni" di Robert Murphy squarcia la teoria di Krugman l'undici Novembre 2008:

Quando la recessione è il risultato di un boom artificiale indotto dalla banca centrale (come il recente boom nel settore immobiliare), la flessione è un periodo di riaggiustamento, quando le risorse allocate malamente sono incanalate verso linee appropriate e coerenti con le preferenze dei consumatori e le realtà tecnologiche. Quando il governo interviene e prova ad impedire questo riaggiustamento, mantiene semplicemente in un impiego insostenibile le risorse scarse.


Ed ancora Murphy con "I Mercati Hanno Bisogno di Tempo, Non di Più Veleno" del 6 Novembre 2008:

L'attuale crisi è spaventosa, ma solo perché nessuno sa quali nuovi e folli programmi il governo introdurrà ogni giorno. Le risorse sono state investite impropriamente durante il boom immobiliare e l'economia ha bisogno di tempo per curarsi. Non c'è alcun segno in giro di ciò.


Thorsten Polleit è stato implacabile in tutta questa crisi, come ad esempio in "La Fiducia Sta Abbandonando il Sistema Monetario Fiat" pubblicato il 10 Ottobre 2008:

Abbassando artificialmente il tasso d'interesse mediante l'espansione del credito, le banche centrali inducono cicli inflazionistici di boom & bust, che conducono a livelli insostenibili di debito. In tutti i paesi i livelli generali del debito in percentuale del PIL sono aumentati vigorosamente nei decenni recenti.

Qualora i mercati finanziari si avvieranno a terminare il processo disastroso mediante, per esempio, un declino nell'attività economica, i governi e le loro banche centrali faranno qualsiasi cosa in loro potere per far continuare a funzionare il sistema monetario fiat: abbassando i tassi d'interesse attraverso l'espansione del credito e l'aumento dell'offerta di denaro.

Nell'attuale situazione, tuttavia, la capacità delle banche di continuare ad espandere il credito e l'offerta di denaro è enormemente diminuita: perdite contabili e — a causa della fiducia nel sistema in calo — presumibilmente anche perdite nei pagamenti, eroderanno ulteriormente il capitale azionario nel tempo a venire.


"Non Salvateli" di Llewellyn H. Rockwell del 10 Settembre 2008:

Il governo dovrebbe uscire completamente dal corso d'azione e lasciare che il mercato rivaluti i valori delle risorse. Ciò vuol dire bancarotte, sì. Ciò vuol dire chiusure delle banche, sì. Ma ciò fa parte del sistema capitalista. Ciò fa parte di un'economia di libero mercato. Quello di cui spiacersi non è il processo di riaggiustamento, ma quel processo che è stato reso necessario dai precedenti interventi. [...]

Dobbiamo lasciare che il mercato di occupi dell'intero processo, accada quel che accada. Vi garantisco che questa soluzione è molto migliore che creare altri biliardi per salvare le imprese che falliscono.


"La Crisi Dovrebbe Far Vacillare la Nostra Fiducia nel Mercato?" di Art Carden del 29 Dicembre 2008:

L'acclamato ministro Adrian Rogers una volta ha detto che non si può moltiplicare la ricchezza dividendola. Provare a diffondere la ricchezza attraverso lo schema tasse e redistribuzione non porterà prosperità. Porterà miseria (anche se forse più equamente). La soluzione è di perseguire riforme più orientate verso il mercato che rimuovano le ostruzioni sugli imprenditori. Come suggerisce la teoria e l'evidenza, riforme orientate verso il mercato non sono iniziative basate sulla fiducia. Sono la nostra sola speranza per il lungo termine.


Ci sono centinaia, anche migliaia, di articoli simili e dichiarazioni dal 2008 fino ad oggi. Appaiono di frequente ed il messaggio è lo stesso: questa roba non funzionerà. Le loro speranze sono un'illusione. Non ci sarà alcuno stimolo. Lasciate che il mercato liquidi. Il governo dovrebbe smettere di saccheggiare l'economia privata. La FED dovrebbe smettere di creare denaro. Niente più salvataggi. Lasciate che i tassi d'interesse aumentino. Lasciate che le banche insolventi falliscano. Soprattutto: smettete di combattere il mercato! Solo a quel punto potremmo avere una ripresa solida.

E così eccoci qua, più poveri di quanto eravamo, senza speranza per l'economia del mondo reale (per il mondo digitale sembra andare tutto alla grande).

Perché qualcuno dovrebbe continuare a prendere sul serio Krugman & Co.? Infatti, perché qualcuno dovrebbe prendere sul serio coloro che hanno avvertito che a meno che non avessimo provato il piano Keynesiano, il mondo sarebbe finito ed avremmo mancato un'opportunità per una ripresa gloriosa? Non è solo il New York Times; è anche il Wall Street Journal e tutta la stampa finanziaria che continuano ad essere ammaliati da queste assurdità della teoria Keynesiana.

Imprimiamolo un pò meglio nella mente: gli Austriaci avevano anche ragione quando dissero che il boom prima del 2008 era insostenibile. Si veda "The Bailout Reader". Non c'è alcuna gioia ad essere qui. Sarebbe stato veramente penoso che qualsiasi osservatore informato degli eventi non sarebbe stato nel giusto, forte dell'esperienza e del buon senso per cui il governo non può realizzare la prosperità nonostante quanti balli kabuki facciano i funzionari del Tesoro.

Nella squadra vincente ci sono coloro che comprendono l'economia sonante. Nella squadra perdente ci sono coloro che continuano a pensare che il veleno possa curare il paziente. Allora lo diciamo ancora una volta: la stagnazione e la depressione continueranno finché al sistema non sarà permesso di correggersi da solo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 26 agosto 2011

Consenso dei Governati?

Nei sistemi politici di oggi, e soprattutto in quelli democratici, ogni politico vive in stretta conformità con questa frase di Lev Tolstoj: "Siedo sulla chiena di un uomo, soffocandolo, e facendo in modo che mi porti dovunque, e tuttavia rassicuro me e gli altri che mi dispiace molto per lui e desidero alleviare la sua sorte con ogni mezzo possibile, tranne scendere dalla sua schiena." -- Scritti sulla Disobbedienza Civile e la Non Violenza, 1886.

PS: Aggiornamento sulla situazione in Libia.
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di Robert Higgs


[The Beacon, 1 Giugno 2010]


Cosa dà il diritto ad alcune persone di governarne altre? Come minimo al tempo di John Locke, la rispotsa più comune ed apparentemente obbligata sarebbe stata "il consenso dei governati". Quando i rivoluzionari nord-americani avevano intenzione di giustificare la loro secessione dall'Impero Britannico, dichiararono tra le altre cose: "I governi sono istituiti dagli Uomini, derivando il loro giusto Potere dal Consenso dei Governati." Suona bene, specialmente se uno non ci pensa intensamente o a lungo, ma più a lungo ci pensa, più problematica diventa la frase.

Iniziano a saltare alla mente una caterva di domande. Ogni persona deve porre il proprio consenso? Se no, quanti devono e quali opzioni hanno coloro che non acconsentono? Che forma deve prendere il consenso — verbale, scritta, esplicita, implicita? Se implicita, come deve essere registrata? Data la composizione della società in costante cambiamento, dovuto a nascite, morti ed immigrazione internazionale, quanto spesso i governanti devono confermare che posseggono il consenso dei governati? E così via. La leggitimità politica presenta una moltitudine di difficoltà quando ci muoviamo dal reame dell'astrazione teorica a quello della realizzazione pratica.

Pongo questa domanda perché, riguardo il cosiddetto contratto sociale, ho spesso avuto occasione di protestare che nemmeno io l'ho visto questo contratto, per non parlare della mia approvazione. Un contratto valido richiede un'offerta volontaria, accettazione e considerazione. Non ho mai ricevuto un'offerta dai miei governanti, quindi sicuramente non ne ho mai accettata una; e piuttosto che la considerazione, ho ricevuto nient'altro che disprezzo dai governanti, che, nonostante la mancanza di un accordo, mi hanno indubbiamente minacciato con seri danni nel caso in cui fallissi nell'osservare i loro decreti.

Quanta monumentale sfacciataggine esibiscono queste persone! Cosa da loro il diritto di derubarmi e darmi ordini? Sicuramente non il mio desiderio di essere una pecora affinché loro possano tosarmi o macellarmi come ritengano più opportuno per il raggiungimento dei loro stessi fini.

Per di più, quando approfondiamo l'idea del "consenso dei governati" fin nei minimi dettagli, l'intero concetto diviene velocemente e totalmente assurdo. Considerate come funzionerebbe. Colui che vorrebbe essere un governante si avvicina a voi e vi offre un contratto affinché voi lo approviate. Ecco, egli dice, l'accordo:

Io, la prima parte in causa ("il governante"), prometto di:

  1. Determinare quanto del tuo denaro mi consegnerai, come anche in che modo, quando e dove il trasferimento sarà operato. Non avrai modo effettivo di discutere sulla questione, a parte supplicare per la mia pietà, ma se tu dovessi fallire nell'obbedirmi, i miei agenti ti puniranno con multe, imprigionamento e (nel caso della tua persistente resistenza) la morte.

  2. Fare migliaia e migliaia di regole a cui tu devi obbedire senza questionare, altrimenti subirai la punizione dei miei agenti. Non avrai voce in capitolo nel determinare il contenuto di queste regole, le quali saranno così numerose e complesse ed in molti casi oltre la tua comprensione che nessun essere umano potrebbe capire a parte una manciata di essi, per non parlare del loro carattere specifico; tuttavia se tu dovessi fallire nell'osservare ognuna di queste, mi sentirò libero di punirti nell'estensione di una legge fatta da me e dai miei colleghi.

  3. Fornire per il tuo uso, su termini determinati da me e dai miei agenti, i cosiddetti beni e servizi pubblici. Sebbene tu possa praticamente porre valore su alcuni di questi beni e servizi, la maggior parte avranno poco o valore nullo ai tuoi occhi ed alcuni li troverai completamente odiosi; in nessun caso come individuo avrai voce in capitolo su beni e servizi che fornisco, malgrado qualsiasi panzana degli economisti sul fatto che tu "voglia" tutta questa roba e le dia un valore qualunque sia l'ammontare di denaro che io scelgo di spendere per la sua fornitura.

  4. Nel caso di un conflitto tra di noi, i giudici grati a me per la loro nomina e per i loro stipendi decideranno di risolvere il conflitto. Puoi aspettarti di perdere in queste risoluzioni, semmai vengano ascoltate.

In cambio dei suddetti "benefici" di governo, tu, la seconda parte in causa ("il cittadino"), prometti di:

  1. Stare zitto, non sollevare polveroni, obbedire a tutti gli ordini emessi dal governante e dai suoi agenti, inchinarti a loro come se fossero persone importanti ed onerevoli e quando loro dicono "salta" tu devi chiedere solamente "quanto in alto?"


Che affare! Riuscite ad immaginare una qualsiasi persona sana di mente che possa acconsetire a ciò?

Tuttavia la suddetta descrizione del vero contratto sociale in cui gli individui si dice siano entrati è troppo astratta per catturare la cruda realtà dell'essere governati. Nell'enumerare i dettagli, nessuno ha superato Pierre-Joseph Proudhon che ha scritto:

Essere GOVERNATO significa essere guardato a vista, ispezionato, spiato, diretto, legiferato, regolamentato, recintato, indottrinato, catechizzato, controllato, stimato, valutato, censurato, comandato, da parte di esseri che non hanno né il titolo, né la scienza, né la virtù. Essere GOVERNATO vuol dire essere, ad ogni azione, ad ogni transazione, ad ogni movimento, annotato, registrato, censito, tariffato, timbrato, squadrato, postillato, ammonito, quotato, collettato, patentato, licenziato, autorizzato, impedito, riformato, raddrizzato, corretto. Vuol dire essere tassato, addestrato, taglieggiato, sfruttato, monopolizzato, concusso, spremuto, mistificato, derubato, e, alla minima resistenza, alla prima parola di lamento, represso, emendato, vilipeso, vessato, braccato, tartassato, accoppato, disarmato, ammanettato, imprigionato, fucilato, mitragliato, giudicato, condannato, deportato, sacrificato, venduto, tradito, e per giunta schernito, dileggiato, ingiuriato, disonorato, tutto con il pretesto della pubblica utilità e in nome dell'interesse generale. (da Idée générale de la Révolution au XIXe siècle (1851), Paris, Rivière, 1923; trad. it. L'idea generale di rivoluzione nel XIX secolo, Firenze, Centro Editoriale Toscano, 2001.)


Oggigiorno, ovviamente, dovremmo completare l'ammirevole esposto di Proudhon notando che il nostro essere governati implica l'essere elettronicamente monitorati, tracciati da satelliti, perquisiti a piacimento e invasi nelle nostre proprietà da squadre di polizia SWAT, spesso sotto il pretesto dell'annullamento del nostro diritto naturale a decidere quali sostanze ingerire, iniettarci o inalare in quello che di solito viene chiamato "nostro stesso corpo".

Così, per ritornare alla domanda sulla legittimità politica determinata dal consenso dei governati, pare che dopo una sobria riflessione l'intera idea sia fantasiosa come gli unicorni. Nessuno sano di mente, eccetto forse gli incurabili masochisti, acconsentirebbe volontariamente ad essere trattato come i governi trattano in effetti i loro cittadini.

Ciononostante molti pochi di noi in questo paese sono attivamente impegnati in rivolte armate contro i nostri governanti. Ed è precisamente questa assenza di assoluta rivolta violenta che, strano a dirsi, alcuni commentatori prendono come prova del nostro consenso per i modi oltraggiosi con cui il governo ci tratta. Accettazione forzata, tacito consenso, tuttavia, non sono la stessa cosa del consenso, specialmente quando le persone acconsenzienti, come me, sono in lenta ebollizione, in rassegnazione sdegnata.

Per la cronaca, posso dire in assoluta franchezza che io non approvo il modo in cui vengo trattato da bugiardi, ladri ed assassini che modellano secondo i loro capricci il governo degli Stati Uniti d'America o da coloro che costituiscono la piramide di tirannia dei governi statali, locali ed ibridi che appestano enormemente questo paese. Il mio sincero desiderio è che tutti questi individui facessero, almeno per una volta nelle loro spregevoli vite, una cosa onorevole. A tale riguardo, suggerisco che diano seria considerazione al seppuku. Che impieghino una spada aguzza o smussata, non me ne importa, fintanto che portano l'atto a compimento.

Ogni qual volta scrivo le suddette righe, ricevo sempre messaggi da persone sottosviluppate che, immaginando che io "odi l'America", mi dicono di andarmene da questo paese e ritornare da dovunque io provenga. Reazioni simili non solo evincono maleducazione, ma un fraintendimento della mia lamentela.

Affermo con convinzione che io non odio l'America. Non sono nato in qualche dispotismo estero, ma in uno interno conosciuto come Oklahoma, che mi rendo conto sia il cuore che l'anima di questo paese fintanto che si parla di cultura e raffinatezza. Per di più, per quello che vale, alcuni dei miei antenati sono vissuti in Nord America secoli prima che un manipolo di uomini bianchi logori e morti di fame raggiungessero la riva di questo continente, piantassero la loro bandiera e rivendicassero a nome di qualche schifoso monarca europeo tutta la terra che potevano e non potevano vedere. Che facce toste!

Non devo rendere conto a nessuno del mio affetto per la Statua della Libertà, le Montagne Rocciose e le onde color ambra del grano, senza parlare delle rane di Calaveras County. Così quando sono invitato ad andarmente dal paese, mi sento come se vivessi in una città presa dalla James Gang dove mi viene detto che se non voglio essere derubato e maltrattato da energumeni, dovrei andarmene. Secondo me, sarebbe meglio se fossero i criminali ad andarsene.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


giovedì 25 agosto 2011

Roubini, Marx e Keynes

Dato che Mises conosce Batman, potremmo vedere se ci da una mano a prendere a pedate nel culo quel saltimbanco del "Dr. Doom". Forse i Fantastici 4 staranno in vacanza, il che potrebbe spiegare perché ultimamente può spararle a ruota libera. Dopo l'analisi proposta nell'articolo "Il Minestrone Keynesiano-Marxista", ritorniamo sulle profezie del Dr. Doom per approfondire il discorso "il capitalismo nella testa di Roubini è fallito" e tracciare una linea che raccoglie lungo il suo corso il pensiero Marxista, Keynesiano e quello di Roubini.
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di Gary North


Nouriel Roubini, conosciuto come "Dr. Doom" – avendo sostituito Henry Kaufman in questa capacità – ora dice che Karl Marx aveva ragione, secondo un recente articolo.

Roubini insegna alla New York University's Stern School of Business. Kaufman conseguì un dottorato alla Stern School of Business. Sono entrambi membri molto rigorosi.

Difficilmente potrei redarguire Kaufman per la sua severità. Terminò la sua carriera alla Lehman Brothers come presidente della Finance and Risk Committee. E' l'autore di The Road to Financial Reformation: Warnings, Consequences, Reforms (2009), conosciuto anche come Fai Come Dico oppure Finisci come Siamo Finiti Noi.

Il Dr. Roubini viene dalla Persia, termine utilizzato dall'Establishment per dire Iran: "speriamo di ritornarci un giorno, forse presto".

Apprendiamo da Wikipedia che "durante l'amministrazione del Presidente Clinton, era un economista del Council of Economic Advisers, spostato in seguito al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti come consigliere di Timothy Geithner, che ora è segretario del Tesoro." Chiunque abbia lavorato con Geithner deve conoscere le capacità di quell'uomo. Difficilmente potrei redarguire Roubini per essersi preoccupato dell'imminente catastrofe. Ho la stessa preoccupazione.

Dall'altro lato, le ragioni della mia preoccupazione sono diverse da quelle di Roubini. Secondo un articolo recente, Roubini pensa che Marx ci avesse visto giusto.

Karl Marx aveva ragione. Ad un certo punto, il capitalismo può auto-distruggersi. Non si può continuare a trasferire reddito dal lavoro al capitale senza causare eccesso di capacità produttiva e calo della domanda aggregata. Questo è ciò che è accaduto. Pensavamo che i mercati funzionassero. No, non stanno funzionando. Il singolo può essere razionale. L’azienda, per sopravvivere e crescere può abbattere sempre più il costo del lavoro, ma i costi del lavoro sono il reddito e quindi il consumo di qualcun altro. È un processo auto-distruttivo.



IL DR. MARX SULLA CRISI DEL CAPITALISMO

Questo era anche quello che pensava il Dr. Marx. Lo chiamò processo di sfruttamento del lavoro. Sosteneva che i datori di lavoro – i capitalisti – estraessero il valore dai lavoratori perché li pagavano meno di quanto valessero. I capitalisti pagavano ai lavoratori salari necessari solo a sopravvivere, e poi intascavano la differenza.

[Nota: la frase "intascavano la differenza" è il cuore degli infiniti dibattiti tra tutte le scuole di opione economica. Perché? Perché nessuno tiene il denaro nelle proprie tasche a lungo. Ci si fa qualcosa con esso. Quindi, per comprendere l'economia, seguite il denaro: nelle tasche e fuori dalle tasche.]


Pertanto, Marx concluse: il modo per diventare ricchi è di stabilire un'attività in India e Cina, dove ci sono enormi bacini di manodopera da essere sfruttata. Oops, scusate, questo non è quello che Marx pensava. Disse che il modo per diventare ricchi fosse quallo di imitare il suo compare, Frederick Engels, che gestiva un'industria a Manchester. Bè, in realtà non ammise che il suo compare era uno sfruttatore capitalista, ma sapeva come avesse fatto abbastanza denaro mediante un sussidio di disoccupazione per 30 anni. Così, Marx sosteneva: il modo per diventare ricchi è quello di stabilire un'attività in un'economia in crescita – un'economia capitalista – dove ci sono meno lavoratori che in Asia, e che vivono meglio di come vivevano gli Asiatici nel 1850. Sfruttare i lavoratori più ricchi – questo è il biglietto per la ricchezza!

Ma come hanno fatto quei salariati inglesi a diventare più ricchi degli Asiatici? Marx non offrì mai una spiegazione coerente.

I difensori del libero mercato, allora come ora, hanno sostenuto che i lavoratori sono diventati più ricchi, 1820-1850, perché c'erano più investimenti di capitale per lavoratore. I capitalisti concorrevano l'uno contro l'altro per comprare i servizi dei lavoratori. I salari reali stavano aumentando nel 1850 – più alti di qualsiasi altro periodo della storia umana.

Marx sapeva che i salari reali stavano aumentando. Disse solo che i salari relativi stavano diminuendo. I lavoratori del proletariato stavano diventando più ricchi ad un ritmo più lento rispetto ai capitalisti.

Pensava che gli aumenti negli investimenti di capitale sono quello che causa la relativa miseria crescente del proletariato – sebbene non la miseria a livello dell'Asia. La miseria a livello dell'Inghilterra. La miseria del "comprare una pinta al pub". La miseria del "pesce e patatine". Gli aumenti negli investimenti di capitale avrebbero condannato il capitalismo. I capitalisti sarebbero andati in bancarotta nella loro ricerca del profitto, nonostante la loro estrazione del valore aggiunto da milionni di lavoratori sfruttati. Ne era sicuro. Ripetè questo avvertimento per tre decenni. Engels lo ripetè dopo che Marx morì. Tutti i Marxisti l'hanno ripetuto, fino al 31 Dicembre 1991, quando l'Unione Sovietica si è suicidata.

I salari in Occidente continuarono a salire dopo il 1820. I lavoratori divennero ricchi. Alla morte di Marx nel 1883, era chiaro a tutti in Occidente che il tipico lavoratore Occidentale viveva una vita che l'uomo della classe media del 1800 non si sarebbe sognato. Questo processo non si è mai fermato.

Se volete un riassunto della teoria dello sfruttamento di Marx, ne ho scritto uno nel 1968. Era il mio libro, "Marx's Religion of Revolution." Potete leggerlo qui, iniziando da pagina 120.

Cosa c'era di sbagliato nella teoria di Marx? Primo, c'era troppo valore aggiunto da sfruttare. I datori di lavoro continuavano a rilanciare il prezzo (i salari) di un qualsiasi lavoratore sfruttato nella loro ricerca del profitto. (Avidi bastardi!) Secondo, la manodopera non era il solo asset produttivo che forniva valore economico, contrariamente alla teoria del valore del lavoro. In questo senso, la teoria del valore del lavoro era sbagliata e Marx era l'ultimo famoso economista che la difendeva. Come disse Marta alla vista del cadavere di suo fratello Lazzaro: "Puzza." Diversamente da Lazzaro, non c'è stata alcuna resurrezione per la teoria del valore del lavoro. Ci hanno provato i Keynesiani. Come ci hanno provato!



MR. KEYNES SULLA CRISI DEL CAPITALISMO

John Maynard Keynes conseguì la sua laurea triennale in matematica nel 1905. Decise di non andare in una scuola di specializzazione post-laurea. Se ne andò per divenire un funzionario pubblico con un monotono lavoro nella burocrazia di Londra a supervisionare l'India – dove vivevano tutti quei poveri Asiatici.

Il suo vecchio professore d'economia a Cambridge, Alfred Marshall, si sentì dispiaciuto per il ragazzo. Stava per andare in pensione, così andò dal suo collega, A.C. Pigou, e lo persuase ad ingaggiare il giovane Johnny affinché insegnasse economia. A quell'epoca, il dottorato era facoltativo. Se si aveva qualcuno che oliava la propria carriera, anche una laurea triennale nel campo era facoltativa. Per rendere l'olio ancora più oleoso, Marshall suggerì che Pigou pagasse un salario al giovane ragazzo. Concordò. Poi entrambi andarono dal padre di Keynes, anch'egli un economista di Cambridge, e gli chiesero di tirare fuori una quantità simile. John, Sr. concordò. Così, offrirono al giovane Johnny un lavoro nel 1908. Accettò.

Il mondo non sarebbe stato più lo stesso. Un economista autodidatta finanziato dai genitori avrebbe infine ri-modellato il pensiero di generazioni di economisti.

Nouriel Roubini è uno di loro.

Nella sua General Theory (1936) Keynes fece risorgere una variante della teoria dello sfruttamento di Marx. Sosteneva che i capitalisti non erano disposti ad investire abbastanza denaro per fornire lavori ai lavoratori. Questi lavoratori erano disoccupati. Marx aveva una frase per loro: l'esercito dei disoccuapti. Diversamente da Marx, Keynes non voleva una rivoluzione sanguinosa. Quindi, propose quello che un sacco di altri oscuri non-economisti proposero ai giorni di Marx: spesa del governo. Ciò avrebbe riportato i lavoratori disoccupati a libro paga, sia nel settore privato che in quello governativo.

Le parole "progetti di immediata attuazione" vennero dopo, ma il concetto era lì nel 1936. Keynes scrisse la seguenti perle: 100% strass.

La costruzione di piramidi, i terremoti, perfino le guerre potrebbero servire ad incrementare la ricchezza, se l'istruzione dei nostri statalisti secondo i principi dell'economia classica ostacola qualcosa di migliore. (p. 129)

Se il Tesoro dovesse riempire vecchie bottiglie con banconote, seppellirle ad una profondità adeguata in miniere in disuso che sarebbero poi riempite con immondizia cittadina, e lascerebbe che le imprese private secondo principi di laissez-faire scavassero per raccogliere le banconote...non ci sarebbe più disoccupazione e con l'aiuto delle ripercussioni, le entrate reali della comunità, ed anche la sua ricchezza di capitale, diventerebbero probabilmente un grande affare più grande di quello che potrebbe sembrare. Sarebbe più assennato costruire case e cose simili; ma se ci fossero difficoltà politiche e pratiche, la soluzione sopracitata sarebbe sempre meglio di niente. (p. 129)

"Scavare buche in terra", pagandole mediante i risparmi, aumenterà, non solo l'occupazione, ma il dividendo nazionale di beni utili e servizi. (p. 220)


Marx considerava come sfruttati i lavoratori impiegati a libro paga delle imprese. Keynes considerava come sfruttati i lavoratori disoccupati che potevano essere ingaggiati se l'imprenditore non esitasse così tanto nell'investire.

"Aspetta un attimo", potreste pensare. "Se il capitalismo sfrutta i lavoratori impiegati, ma sfrutta anche i lavoratori disoccupati, allora i capitalisti sono colpevoli di sfruttamento, non importa cosa fanno."

Andate al primo banco.

Questa linea di ragionamento corre parallela alla teoria capitalista Keynesiana dei prezzi.

1. I prezzi sono gli stessi: settaggio dei prezzi, collusione, oligopolio. Perseguire!
2. Una compagnia fissa prezzi più bassi: competizione accanita, concorrenti che abbassano i prezzi fino alla bancarotta. Perseguire!
3. Una compagnia alza i prezzi: monopolio di prezzi, speculazione sui prezzi, sfruttamento del consumatore. Perseguire!

Il Keynesiano conclude che il capitalismo ha bisogno di regolazione da parte del governo. Ha bisogno anche che il governo contragga ampi deficit. I governi devono prendere in prestito denaro dai capitalisti in modo da finanziare progetti di immediata attuazione che li farebbero altrimenti perdere denaro. I governi devono prendere in prestito il denaro e finanziare i progetti, perché i capitalisti non presterebbero a compagnie private che lancerebbero gli stessi progetti.

Ecco il ragionamento Keynesiano. A volte, i capitalisti rifiutano di prestare denaro, di conseguenza vengono tagliati i numeri dei lavori, di conseguenza viene tagliata la spesa al consumo.

[Nota: ritorniamo alla questione del denaro intascato. I capitalisti lasciano il loro denaro nella banca. Cosa ci fa la banca col denaro? I Keynesiani non si pongono questa domanda. Gli economisti Austriaci sì, il che spiega perché non sono ingaggiati dai governi o dalla Stern Business School.]


Se il capitalista decide di astenersi dal risparmiare ed invece spende questo denaro, ciò incrementa la domanda al consumo, ma non abbastanza, per una qualche ragione. (Non ci viene mai detto il perché.) Così, il capitalismo cade in una crisi permanente.

"Aspetta un minuto", potreste pensare. "Se i capitalisti causano una crisi economica quando risparmiano, l'accumulo di denaro cartaceo sotto il materasso (che non fanno le persone ricche), ma causano anche una crisi quando rifiutano di risparmiare questo denaro e lo spendono, allora devono essere incolpati per la crisi, non importa quello che fanno."

Andate al primo banco.

Se diventate bravi in tutto ciò, potreste guadagnare una laurea alla Stern Business School. Vi costerà $37,000 l'anno al netto delle tasse, più i libri di testo, più vitto ed alloggio a New York, ma se ci provate ce la potreste fare. Continuate a far crescere l'economia! Fermate lo sfruttamento dei lavoratori!



IL DR. ROUBINI SULLA CRISI DEL CAPITALISMO

Adesso arriviamo al Dr. Doom 2, o allo Stern Man 2, dipende da come lo guardate. Secondo il giornalista, che ha scritto frettolosamente:

Marx, tra le altre teorie, sosteneva che il capitalismo aveva una contraddizione interna che avrebbe condotto ciclicamente a delle crisi, e che, come minimo, avrebbe posto pressione sul sitema economico.

Le compagnie, ha detto Roubini, sono motivate a minimizzare i costi, a risparmiare e ad accumulare denaro, ma ciò farà avere meno denaro nelle mani degli impieagti, il che vuol dire che avranno meno denaro da spendere e meno deanro fluirà indietro alle compagnie.

Ora, nell'attuale crisi finanziaria, i consumatori, in aggiunta ad avere meno denaro da spendere a causa di quello detto sopra, sono anche motivati a minimizzare i costi, a risparmiare e ad accumulare denaro, ingigantendo l'effetto del minor denaro che fluisce indietro alle compagnie.


Avete capito?
  1. Il capitalismo ha una contraddizione interna.
  2. Le imprese che risparmiano danneggiano l'economia, perché i lavoratori non possono spendere questo denaro.
  3. I consumatori minimizzano i costi, di conseguenza spendono meno su cose prodotte dalle imprese. Risultato: una crisi.

"Aspetta un minuto", potreste pensare "Se tutti stanno risparmiando tutto questo denaro, dove lo stanno risparmiando? Voglio dire, se lo mettono nelle banche o nei fondi del mercato monetario, i banchieri lo prestano e qualcuno lo spende."

Cari amici, state pattinando sul ghiaccio sottile.

"Aspetta un minuto", potreste pensare "Se il denaro nelle banche va alla Federal Reserve come riserve in eccesso, allora i banchieri sono il problema."

Cari amici, è meglio che non andiate fino in fondo.

"Aspetta un minuto", potreste pensare "Se il sistema si sta dirigendo verso una crisi, il Congresso non dovrebbe investigare la connessione tra la politica della Federal Reserve, i bilanci delle banche e lo sdebitamento? Non è la politica della Federal Reserve la radice del problema?"

Figlioli, state iniziando ad assomigliare a Ron Paul. E voi sapete cosa accade alle persone che assomigliano a Ron Paul. Non vengono assunte alla Stern School of Business.

Roubini ha aggiunto che in assenza di un crescita organica e forte del PIL – che può aumentare i salari e la spesa al consumo – quello di cui c'è bisogno è un grande stimolo fiscale, in accordo con un altro economista di alto profilo, il vincitore del prmio Nobel Paul Krugman, secondo cui, nel caso degli Stati Uniti, i $786 miliardi di stimolo fiscale approvati dal Congresso nel 2009 erano troppo pochi per creare la domanda aggregata necessaria per far avanzare l'economia degli Stati Uniti verso la ripresa economica ed un'espansione auto-sostenuta.

In assenza di uno stimolo fiscale addizionale, o di una crescita del PIL, la sola soluzione è una ristrutturazione universale del debito delle banche, delle case (essenzialmente famiglie) e governi, ha detto Roubini. Tuttavia, non è avvenuta nessuna ristrutturazione universale, ha detto Roubini.

Senza quello stimolo fiscale aggiuntivo, questa mancanza di ritrutturazione ha condotto a "case zombie, banche zombie e governi zombie", ha detto.


Quindi, se non vogliamo avere esperienza del giorno dei morti viventi, sarà meglio smettere di chiacchierare sulla riduzione del deficit. I deficit non contano – se sono abbastanza grandi. Ci rendono ricchi.

"Aspetta un minuto", potreste pensare "Se questi deficit sono finanziati dai capitalisti, allora il denaro sganciato al Tesoro o dovrebbe essere investito nel settore privato oppure speso al consumo. Quindi, come può la spesa del governo salvare il sistema da un collasso?"

Sembrate proprio confusi.

Inoltre, l'opinione che esce da qui sostiene che mentre nessuno si dovrebbe aspettare un "collasso imminente" del capitalismo, o perfino un collasso della versione Americana, il capitalismo corporativo – il capitalismo ed i liberi mercati sono troppo svegli e capaci ad adattarsi – dire che il nostro attuale ordine economico non stia sperimentando una crisi non sarebbe accurato.


Il messaggio sottostante è chiaro. C'è ancora speranza. Pertanto, non è troppo tardi per iscriversi alla Stern School of Business se avete $37,000 l'anno più i libri di testo, vitto ed alloggio.


CONCLUSIONE

Il mio suggerimento: seguite il denaro – il denaro fiat. Osservate attentamente la politica della Federal Reserve.

Fate un audit della FED.

Poi chiudetela.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/