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mercoledì 7 aprile 2021

Il PIL nasconde il danno dei lockdown

L'evidenza è ormai chiara: lockdown e restrizioni hanno causato e continuano a causare solo danni economici e sociali, senza realizzare ciò per cui si presume siano stati imposti. Anzi, c'è di più: queste misure sono di gran lunga più pericolose e dannose rispetto ad un eventuale distanziamento fisico volontario. A riprova, per l'ennesima volta, che la libertà ed il volontarismo sono la risposta corretta ai problemi economici e sociali. Ne consegue, quindi, che né la spesa pubblica né l'espansione monetaria possono curare o alleviare i danni inflitti alla società. Fortunatamente molti stati americani, ad esempio, hanno annunciato che metteranno fine a queste misure scriteriate e gli americani in tali stati saranno presto liberi di lavorare, guadagnarsi da vivere e provvedere a sé stessi e alle loro famiglie. Gran parte della recente crescita dell'occupazione negli USA è avvenuta nei ristoranti e nel settore ricreativo in generale, settori che in precedenza erano stati limitati ma che ora possono tornare a prosperare. Indipendentemente da ciò che si crede sui costi sanitari o sui presunti benefici dei lockdown, impedire alle aziende di vivere è imprescindibilmente dannoso per l'economia nel suo complesso. E un altro fattore imprescindibilmente dannoso è il crowding out delle risorse economiche scarse, che mediante spesa pubblica ed espansione monetaria le devia verso attività che le sprecano. Infatti non solo non possono migliorare le cose finché queste restrizioni rimangono in vigore, ma non le miglioreranno nemmeno quando verranno tolte. Perché? Perché sono inevitabilmente distorcenti dal punto di vista del calcolo economico e tale esito sarà ancora una volta mascherato dalla statistica fuorviante del PIL. Una vera ripresa ci sarà solo quando stati e banche centrali si faranno da parte, lasciando l'organizzazione economica e sociale alla stessa società.

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di Patrick Barron

Non credete alle dichiarazioni dei governi secondo cui l'economia si sta riprendendo dai danni causati dalle chiusure di attività sulla scia della crisi sanitaria. I governi utilizzeranno la loro statistica preferita sulla salute dell'economia per giustificare le loro azioni: il prodotto interno lordo (PIL).

Il PIL dovrebbe rappresentare il totale della spesa per beni e servizi finali nell'economia. È un termine keynesiano che eleva un concetto chiamato "domanda aggregata" a fattore più importante, lasciando da parte produzione e soprattutto il risparmio. Infatti i keynesiani temono soprattutto il risparmio. Voi ed io sappiamo che possiamo diventare più ricchi solo risparmiando parte del nostro reddito e investendolo saggiamente per il futuro, ma i keynesiani hanno inventato un concetto chiamato "paradosso della parsimonia" in base al quale affermano che l'economia entra in una spirale distruttiva a causa delle riduzioni di spesa causate da un aumento dei risparmi. Individualmente i risparmiatori potrebbero stare meglio, dicono, ma collettivamente l'economia ne soffre. Ad esempio, la nuova auto che noi risparmiatori non compriamo nega alle case automobilistiche ed a tutti coloro che lavorano nel settore automobilistico i soldi di cui hanno bisogno per continuare la produzione. Ne consegue licenziamenti e chiusure di stabilimenti. La riduzione della domanda aggregata si diffonde, mandando in bancarotta sempre più aziende di supporto ed i loro dipendenti. Questa è la visione keynesiana semplicistica del risparmio.

Ma cosa succede ai soldi che non spendiamo per tante nuove auto? Finiscono in un baratro? No, certo che no. Vengono investiti in processi di produzione a lungo termine che produrranno ancora più ricchezza rispetto al caso in cui avessimo comprato auto nuove più spesso. Gli Austriaci chiamano questo fenomeno un cambiamento nella "struttura della produzione". Potremmo produrre poche automobili ora, ma in seguito avremo accesso a prodotti e servizi che non sarebbero esistiti senza il nostro investimento precedente. Lo vediamo nei nostri profili finanziari personali: i nostri conti di risparmio aumentano ad un tasso composto, permettendoci di vivere un'esistenza più confortevole più avanti nel tempo. Questa è la verità che tutti conoscevano prima che gli economisti mainstream propagandassero la menzogna secondo cui la frugalità neghi ai nostri concittadini ciò che è loro di diritto: i nostri soldi ed il nostro futuro. Non ha senso.

Ma, potreste chiedere, dove entra in gioco il PIL? Ricordate, la domanda aggregata viene misurata dalla spesa per beni e servizi finali, che poi diventa PIL. Ci sono due problemi critici con questa statistica. Primo, non cattura gran parte della spesa per la produzione a lungo termine e intermedio, ma piuttosto principalmente quella per le vendite al dettaglio (per una rapida spiegazione di come i governi calcolano il PIL, ascoltate Mark Brandly su Mises Wire nel segmento "Calculating GDP Correctly"; Brandly afferma che i beni e servizi intermedi non sono generalmente inclusi nel PIL a meno che non siano aggiunti alle scorte). I titoli di giornale che parlano di vendite al dettaglio in aumento dovrebbero generare fiducia: tutto va bene per l'economia. Davvero? Se voi ed io spendessimo tutti i nostri risparmi e ne prendessimo anche in prestito di più, presto ci troveremmo sotto i ponti; ma i keynesiani direbbero che le nostre difficoltà finanziarie individuali sono state un bene per l'economia. C'è davvero qualcuno che si beve queste cose? Io no di certo!


Il PIL cattura l'inflazione dei prezzi e la chiama crescita economica

Ma il problema più grande con il PIL è il più ovvio: misura gli aumenti dei prezzi, non gli aumenti nella produzione di beni o servizi reali. Ad esempio, nell'ultimo mese circa il prezzo di un gallone di benzina normale nel mio stato di origine, la Pennsylvania, è passato da poco meno di $2,50 a circa $3,00. Si tratta di un aumento del prezzo del 20%. Poiché il consumo di benzina cambia poco nel breve periodo, vendere lo stesso volume di benzina ad un prezzo più alto fa aumentare il PIL, ma il nostro tenore di vita è sceso! La nostra maggiore spesa in dollari per la stessa quantità di benzina doveva provenire da qualche parte, quindi abbiamo dovuto tagliare altrove: qualche altro elemento di consumo o, molto probabilmente, una riduzione dei risparmi. Mentre i governi dicono che l'aumento del PIL significa che stiamo meglio, in realtà stiamo peggio.


Gli aumenti della base monetaria e di M2 sono precursori di un'inflazione dei prezzi futura

La misura migliore dell'inflazione dei prezzi a lungo termine non è necessariamente la misurazione dei prezzi al dettaglio nel breve periodo, ma la misurazione dell'aumento dell'offerta di denaro nel tempo. Se l'offerta di denaro aumenta, alla fine questo aumento si farà strada nella struttura dei prezzi. Non può fare nient'altro. Le due statistiche che misurano meglio l'offerta di denaro sono la "base monetaria" e "M2". La base monetaria è costituita da tutto il contante, ovunque sia detenuto, più le riserve bancarie detenute presso la Federal Reserve Bank che possono essere convertite in contanti su richiesta delle banche. Si chiama base monetaria perché le banche possono creare denaro dal nulla piramidando i prestiti sulle loro riserve con un rapporto di circa dieci a uno. Subito dopo la debacle dei mutui subprime nel 2007/08, la base monetaria era di $910 miliardi. La FED ha aumentato la base monetaria per salvare le banche, in modo che nel gennaio 2020, appena prima dei lockdown, si attestava a $3.443 miliardi. Si tratta di un aumento del 278%. Dopo i lockdown, la FED ha nuovamente aumentato la base monetaria e oggi si attesta a $5.248 miliardi, un ulteriore aumento del 52% rispetto al livello già gonfiato del gennaio 2020. E non abbiamo ancora visto l'effetto del recente stimolo fiscale da $1.900 miliardi! Dal momento che questo denaro sarà finanziato completamente dalla stampa di denaro da parte della FED, un processo chiamato "monetizzazione del debito", l'intero importo andrà direttamente nella base monetaria man mano che gli assegni verranno incassati o depositati sui conti bancari dei destinatari.

M2 è la misura più ampia dell'offerta di denaro a cui la popolazione può accedere su richiesta. Comprende denaro in mano alle persone (ma non in depositi bancari) più il denaro nei conti correnti e nei conti di risparmio. M2 ha mostrato aumenti parabolici simili: si attestava a $7.215 miliardi nel 2008, poi è stata portata a $15.419 miliardi a gennaio dello scorso anno. Ora ammonta a $19.384 miliardi. Si tratta di un aumento del 169% e segue bene l'inflazione dei prezzi di asset come azioni ed immobili. Il terzo programma di stimolo da $1.900 miliardi si aggiungerà inizialmente dollaro per dollaro a M2. Se le banche piramidano più prestiti oltre a questo aumento delle loro riserve, M2 continuerà a crescere oltre i $1.900 miliardi. Questo è esattamente ciò che vogliono i governi, perché gonfierà i numeri del PIL.

La lezione è questa: non lasciatevi ingannare dalle statistiche dei governi, in particolare dal PIL, credendo che l'economia si sta riprendendo bene dai lockdown. Essi hanno causato enormi danni all'economia. La stampa di denaro può far perdere il PIL, ma non farà nulla per compensare la perdita netta che milioni di persone hanno subito.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


giovedì 14 maggio 2020

La libertà degli individui conta ancora checché ne dicano i terrorizzati dal Covid





di Patrick Barron


Dal 2009 al 2012 ho tenuto un corso introduttivo all'economia Austriaca all'Università dell'Iowa. Il primo giorno di lezione dissi ai miei studenti che la Scuola Austriaca avrebbe cambiato il modo in cui avrebbero guardato il mondo, non solo da una prospettiva economica, ma da una prospettiva di vita. Nulla sarebbe sembrato lo stesso. Avrebbero imparato a pensare da soli e non sarebbero caduti preda di tutta la propaganda statale, dei media generalisti e delle opinioni di amici e conoscenti. Naturalmente ciò non rende una persona popolare ad un cocktail party!



Individualismo metodologico & collettivismo

Spiegai che la scienza economica rientra nella scienza generale dell'azione umana. Ogni azione è individuale, soggettiva e propositiva. Ludwig von Mises usò il cosiddetto individualismo metodologico per spiegare le basi di ciò che si può sapere sull'economia in particolare e sull'azione umana in generale. È l'individuo, e non il gruppo, che tenta di raggiungere un livello più alto di soddisfazione, percependolo in qualsiasi momento come necessità. Naturalmente queste "preferenze" sono soggettive, nel senso che sono diverse per le varie persone e sono soggette a continui cambiamenti all'interno dell'individuo stesso. (Prendete in considerazione il desiderio soggettivo di un bicchiere d'acqua dopo aver falciato il prato in una giornata calda. A quel punto un bicchiere d'acqua fresco si colloca molto in alto sulla scala delle preferenze individuali di una persona, ma scende una volta che la sete viene soddisfatta. Altri potrebbero non essere soddisfatti con un bicchiere d'acqua; forse lo saranno con una birra fredda o una limonata.)

Non esiste un'azione umana di "gruppo", come gli americani hanno scelto di vendere azioni la scorsa settimana , ai francesi piace andare in Riviera ad agosto o la Germania ha dichiarato guerra all'America l'11 dicembre 1941. Alcuni americani potrebbero aver venduto azioni la scorsa settimana, e alcuni francesi vanno in Riviera ogni agosto, e alcune persone che controllano il governo tedesco approvarono una risoluzione che dichiarava guerra all'America l'11 dicembre 1941. Gli aggregati non agiscono; solo gli individui agiscono. L'azione collettiva è una fallacia, come ha spiegato Ludwig von Mises. All'inizio può sembrare strano, ma dopo un'ulteriore riflessione diventa evidente e molte dichiarazioni fasulle vengono smascherate per quel che sono veramente. Ad esempio, i media generalisti sono noti per titoli come "Gli americani sono spaventati dal coronavirus". Questa è un'affermazione senza senso, dal momento che non esiste un'entità come gli "americani", solo singoli individui che vivono in America. La paura di prendere il coronavirus attribuita agli americani in generale varia individualmente: da chi resterà chiuso in casa a chi invece uscirà.



Il problema con le restrizioni statali

Poiché ogni azione è individuale, intenzionale e soggettiva, in caso di crisi è impossibile per lo stato intraprendere azioni collettive che non siano coercitive per quasi tutti. Il coronavirus ne è un esempio. Attualmente (16 aprile 2020) quarantuno dei cinquanta stati statunitensi hanno dichiarato una qualche forma di quello che viene chiamato "lockdown". Le imprese "non essenziali" devono rimanere chiuse e vi sono varie restrizioni ai movimenti e all'interazione della popolazione. Lo scopo dichiarato in tutti i casi è "fermare la diffusione" del virus.

Non esiste un modo affinché un burocrate possa sapere quali acquisti e quali imprese siano veramente "essenziali". L'individuo stesso deve decidere quali azioni intraprendere o meno al fine di evitare di contrarre la malattia E soddisfare le sue altre preferenze, come tenere un tetto sopra la testa e nutrire la sua famiglia. Se isolarsi fosse la preferenza di tutte le persone, a chiudere le proprie attività, a non patrocinare attività, a rifiutarsi di presentarsi a lavoro o a socializzare con i propri amici e vicini, lo stato non avrebbe bisogno di attuare nessuna di queste misure. L'unica conclusione da trarre è che le restrizioni imposte dallo stato sono violazioni delle preferenze di molti individui. Poiché è solo l'individuo che agisce intenzionalmente e non i gruppi, le restrizioni statali su queste persone sono illogiche e non possono essere in alcun modo giustificate.



L'uomo è un fine e mai un mezzo per un fine

Sopprimere la diffusione o la letalità del virus è il risultato dell'azione umana individuale e non è un fine in sé che giustifica l'uso dell'uomo come mezzo. Immanuel Kant lo espresse bene nel suo principio di umanità: l'uomo è un fine e non deve mai essere trattato come un mezzo per un fine. Gli individui hanno preferenze diverse e solo l'individuo stesso può determinare ciò che è e non è nel suo interesse. Un individuo che desidera mantenere aperta la propria attività, tratterà solo con altri che desiderano singolarmente patrocinare la sua attività. Il proprietario dell'azienda ed i suoi clienti possono intraprendere qualsiasi azione protettiva che ritengano reciprocamente appropriata. Nessuno è costretto a patrocinare un'impresa che ritiene non stia adottando misure di sicurezza adeguate; e gli imprenditori possono richiedere ai clienti di adottare una sorta di azione protettiva per ottenere i loro beni o servizi. Tutti gli individui esprimono le loro preferenze, poiché solo ciascuno di loro può determinarle. Ciò è pienamente coerente con il principio di umanità di Kant e la scienza economica Austriaca secondo cui la società avanza attraverso la cooperazione sociale e la divisione del lavoro. In altre parole, non può esistere un obiettivo collettivo stabilito dallo stato. Quest'ultimo è composto solo da individui che esprimono le proprie preferenze. Ma ogni individuo esprime la propria preferenza attraverso l'interazione cooperativa con altri individui. Nessuno, nemmeno lo stato, può forzare eticamente le persone ad agire contro le loro preferenze. Questa rappresenta una violazione dell'imperativo categorico di Kant, secondo cui ogni persona dovrebbe agire solo come se la sua azione dovesse essere una legge universale. In altre parole, tutti dovrebbero sempre e comunque obbedire alla cosiddetta Regola d'oro.



[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


giovedì 30 aprile 2015

Perché è importante che il dollaro sia la valuta di riserva mondiale?





di Patrick Barron


Quando definiamo il dollaro "valuta di riserva", lo facciamo in riferimento al suo utilizzo da parte di altri paesi per saldare conti commerciali internazionali. Ad esempio, se il Canada acquista merci dalla Cina, quest'ultima potrebbe preferire un pagamento in dollari USA invece che in dollari canadesi. Il dollaro USA è la valuta più "commerciabile" a livello internazionale, il che significa che la maggior parte dei paesi lo accetta in pagamento, per cui la Cina può usare i suoi dollari per acquistare beni da altri paesi, non solo dagli Stati Uniti. Tale non è il caso per il dollaro canadese, e la Cina dovrebbe detenere dollari canadesi fino a quando non troverebbe qualcosa da comprare dal Canada. Moltiplicate questo scenario per tutti i paesi del mondo che stampano la propria valuta, scoprirete che senza una valuta ampiamente accettata in tutto il mondo il commercio internazionale rallenterebbe e diventerebbe più costoso. L'effetto sarebbe simile a quello di erigere barriere commerciali, come ad esempio il famigerato Smoot-Hawley Tariff del 1930 che acuì la Grande Depressione.

Ci sono molti che tracciano un collegamento tra il crollo del commercio internazionale e la guerra. Il grande economista francese Frédéric Bastiat disse che "quando le merci non attraversano le frontiere, lo fanno i soldati." Nessuna nazione può raggiungere uno standard di vita dignitoso con un'economia completamente autarchica, cioè completamente autosufficiente in tutte le cose. Se non è possibile acquisire i beni di cui si ha bisogno, ci si sente costretti ad invadere i propri vicini per derubarli. Così, una valuta accettata quasi universalmente può essere vitale sia per la pace nel mondo sia per la prosperità mondiale.



Cosa Significa Veramente “Valuta di Riserva”

Tuttavia le fondamenta da cui deriva il concetto "valuta di riserva" non esistono più. In origine il termine "riserva" si riferiva al fatto che la valuta poteva essere riscattata in cambio di una merce, di solito l'oro, ad un rapporto di cambio fisso. La prima valuta di riserva globale fu la sterlina britannica. Poiché la sterlina era "buona come l'oro", molti Paesi trovarono più conveniente detenere sterline piuttosto che l'oro stesso durante l'era del gold standard. Le grandi nazioni commerciali del mondo saldavano i loro scambi in oro, ma accettavano anche sterline, fiduciosi che la Banca d'Inghilterra avrebbe consegnato su richiesta il metallo giallo ad un tasso di cambio fisso. Verso la fine della seconda guerra mondiale, il dollaro USA acquisì questo status attraverso l'accordo di Bretton Woods. Gli Stati Uniti facevano la parte del leone in quanto a possedimenti d'oro, diventando "l'arsenale della democrazia" ancor prima dell'entrata in guerra degli alleati. (Ancora oggi gli Stati Uniti possiedono più oro di qualunque altro Paese, con le loro 8,133.5 tonnellate scaraventano al secondo posto le 3,384.2 tonnellate della Germania.)

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) venne istituito con il preciso scopo di monitorare le azioni della Federal Reserve, garantendo che non avrebbe inflazionato il dollaro e che sarebbe sempre stata pronta a scambiare dollari in oro a $35 l'oncia. I Paesi avevano, quindi, fiducia che i dollari in loro possesso erano tanto "buoni come l'oro", come lo era stata la sterlina inglese tempo prima.



L'Avvento della Valuta di Riserva Fiat

Tuttavia la FED non ha mantenuto il suo impegno preso a Bretton Woods e il Fondo Monetario Internazionale non ha cercato di costringerla a detenere abbastanza oro da onorare il rimborso della valuta in circolazione a $35 l'oncia. Durante gli anni '60 gli Stati Uniti finanziarono la guerra in Vietnam e la guerra alla povertà con denaro stampato. Il volume di dollari in circolazione superò la capacità degli Stati Uniti di rimborsarli a $35 l'oncia. La FED venne chiamata a renderne conto alla fine degli anni '60, dapprima dalla Banca di Francia e poi anche da altre.

Le banche centrali di tutto il mondo, disposte a possedere dollari piuttosto che oro, temevano che gli Stati Uniti non avessero riserve auree sufficienti per onorare il rimborso dei dollari. La margin call della Francia alla FED fece ridurre drasticamente le riserve auree degli Stati Uniti, da oltre 20,000 tonnellate nel 1958 a poco più di 8,000 tonnellate nel 1970. Questi rimborsi avvenivano ad un ritmo talmente frenetico che gli Stati Uniti si ritrovarono di fronte ad un bivio: o lasciare che il dollaro si rivalutasse, o abrogare le proprie responsabilità di rimborsare i dollari in oro. Per loro eterna vergogna, gli Stati Uniti scelsero quest'ultima strada e "uscirono dal gold standard" nel settembre del 1971. (In quell'anno gli Stati Uniti avrebbero dovuto svalutare il dollaro da $35 l'oncia a $400 l'oncia per avere scorte d'oro sufficienti e rimborsare coloro che lo richiedevano.) Tuttavia il dollaro si trovava ancora nelle mani di grandi nazioni, poiché serviva ancora a saldare i conti commerciali internazionali. Non c'era altra valuta che potesse competere col dollaro, nonostante il fatto che fosse "slegato" dall'oro.



Perché il Dollaro Ha Continuato ad Essere una Valuta di Riserva

Esistono due caratteristiche affinché una valuta possa essere considerata utile nel commercio internazionale: viene emessa da una grande nazione commerciale e conserva il suo valore nel tempo. Questi due fattori creano una domanda per una valuta di riserva. Anche se il dollaro veniva inflazionato dalla FED, perdendo così il suo valore nei confronti di altre materie prime nel corso del tempo, non c'era concorrenza. Il marco tedesco riuscì a conservare meglio il suo valore, ma l'economia tedesca e il suo commercio erano una frazione di quella degli Stati Uniti, il che significa che i titolari di marchi avrebbero trovato meno cose da comprare in Germania rispetto ai possessori di dollari negli Stati Uniti. Quindi la domanda per il marco era inferiore alla domanda per il dollaro. Naturalmente anche i fattori psicologici sono entrati nella domanda di dollari, dal momento che gli Stati Uniti erano il protettore militare di tutte le nazioni occidentali contro i paesi comunisti.

Oggi stiamo vedendo l'inizio di un cambiamento. La FED ha inflazionato il dollaro a tutto spiano, riducendone il potere d'acquisto e stimolando le grandi nazioni commerciali del mondo ad utilizzare altre valute migliori. Questo è importante, perché una perdita di domanda per il possesso del dollaro come valuta di riserva significa che migliaia di miliardi di dollari detenuti all'estero potrebbero rifluire negli Stati Uniti, causando o inflazione, o recessione, o entrambe le cose. Ad esempio, la quota globale di dollari detenuti dalle banche centrali è attualmente il 62%, per lo più sotto forma di debito del Tesoro americano. (Le banche centrali detengono debito fruttifero del Tesoro USA piuttosto che i dollari stessi.) Le partecipazioni estere al debito degli Stati Uniti sono attualmente $6,154 miliardi. Confrontate questa cifra con la base monetaria degli Stati Uniti: $3,839 miliardi.

Qualora la domanda estera dovesse diminuire la quota di asset denominati in dollari, il Tesoro USA potrebbe finanziarne la rimborsabilità in soli tre modi. Gli Stati Uniti potrebbero aumentare le tasse per rimborsare il debito detenuto all'estero; potrebbero alzare i tassi d'interesse per rifinanziare il loro debito detenuto all'estero; potrebbero semplicemente stampare denaro. Naturalmente potrebbero utilizzarli tutti e tre a vari livelli. Se gli Stati Uniti si rifiutassero di aumentare le tasse, o di aumentare i tassi d'interesse, e ripiegassero sulla stampa di denaro (lo scenario più probabile, a meno di un ripudio totale della dottrina keynesiana e l'adozione dell'economia Austriaca), la base monetaria aumenterebbe dello stesso ammontare dei rimborsi. Ad esempio, se la domanda di possedere asset denominati in dollari calasse del 50% ($3,077 miliardi) la base monetaria degli Stati Uniti dovrebbe aumentare del 75%, cosa che indubbiamente porterebbe ad un'inflazione dei prezzi molto elevata e a danni economici nazionali. Qui è in gioco il nostro standard di vita.

Quindi è nell'interesse di molti che il dollaro rimanga molto domandato in tutto il mondo come valuta di riserva. E' una cosa necessaria per evitare un'inflazione dei prezzi ed evitare che le imprese americane vengano caricate con un aumento dei costi se fossero costrette a saldare i loro conti d'importazione/esportazione in una valuta diversa dal dollaro.



Le Minacce allo Status Internazionale del Dollaro

Le minacce allo status di valuta di riserva arrivano dalle politiche della FED stessa. A mio parere, non c'è alcuna cospirazione messa in atto da altri Paesi per "attaccare" il dollaro. Tuttavia c'è una presa di coscienza da parte del resto del mondo: gli Stati Uniti stanno indebolendo il dollaro attraverso la ZIRP e il QE. Di conseguenza gli altri Paesi sono consapevoli di dover cercare un mezzo migliore per saldare i conti del commercio mondiale. Nonostante le politiche inflazionistiche della FED, un fattore che ha contribuito a sostenere la domanda del dollaro come valuta di riserva nel breve periodo è che anche le altre valute sono state inflazionate.

Ad esempio, il Giappone ha inflazionato lo yen in misura maggiore rispetto al dollaro nel suo folle tentativo di rilanciare la sua economia stagnante. Ora anche la Banca Centrale Europea avvierà un QE, nonostante le obiezioni della Germania. Le banche centrali di tutto il mondo sembrano sottoscrivere la convinzione erronea che aumentare l'offerta di moneta porterà prosperità senza la minaccia dell'inflazione. Ciò sfida la legge economica e la realtà economica. Non si può avere prosperità o ripresa stampando denaro. Aumentare l'offerta di moneta non potrà mai creare prosperità. Per di più, questa convinzione contiene un secondo errore: la spesa viene considerata il fondamento della prosperità piuttosto che il risparmio. Commettere questo errore significa mettere il carro davanti ai buoi.

Un terzo errore è credere che abbassare il valore di cambio della valuta nei confronti delle altre porterà ad una ripresa trainata dalle esportazioni, o ad un qualche sussulto economico che porterà ad una ripresa sostenibile. Non è così. Senza scavare troppo in profondità nella teoria economica Austriaca, vorrei solo sottolineare che la stampa di denaro sconvolge la struttura della produzione scombinando il "processo di price discovery" del capitalismo. Quando questo accade, il capitale è allocato in progetti che non verranno mai completati con profitto. Emergono bolle e le imprese vengono improvvisamente danneggiate in massa, distruggendo così le risorse scarse.



Possibili Scenari Futuri

Queste convinzioni erronee faranno perdere al dollaro il suo status di valuta di riserva a vantaggio del primo grande Paese commerciale che smetterà di inflazionare la sua valuta. Ci sono prove che la Cina capisca quello che c'è in gioco; ha aumentato le sue riserve d'oro e ha istituito controlli per impedire che l'oro di lasci la nazione. Se la seconda economia più grande del mondo e una delle più grandi nazioni commerciali del mondo legasse la sua moneta all'oro, la domanda di yuan aumenterebbe e la domanda di dollari diminuirebbe.

Oppure la lunga crisi in Europa potrebbe portare la Germania a lasciare la zona Euro e a reintrodurre il marco tedesco. Ho sempre sostenuto che la Germania sia in grado di farlo, cosa che senza dubbio rivelerebbe il marcio che c'è nell'euro, la valuta comune che ha saccheggiato metà dei Paesi del continente per finanziare i loro welfare state insostenibili. Il continente europeo al di fuori del Regno Unito potrebbe diventare una zona legata al marco tedesco, e quest'ultimo potrebbe sostituire il dollaro come valuta di riserva più importante del mondo.

Il problema di fondo, però, risiede nella capacità di stampare denaro fiat, la cui unica copertura è il potere coercitivo dello stato tramite le leggi del corso legale. Le banche centrali non sono altro che contraffattori legalizzati. La pressione di stampare denaro proviene dal mondo politico, il quale desidera sia la guerra sia il welfare state. Entrambe rappresentano attività che consumano capitale; non sono "investimenti" che possono garantire un rendimento.

In un ambiente con denaro sonante, dove l'offerta di moneta non può essere inflazionata, viene a galla la vera natura della guerra e del welfare state. La presenza del denaro sonante applica un limite naturale alla quantità di fondi che una società è disposta a dedicare a ciascuno. Ma in un contesto di denaro fiat, sia la guerra sia il welfare state possono espandersi nel breve periodo in modo incontrollato, perché le conseguenze negative si fanno sentire solo più tardi e il legame tra la spesa e il danno che arreca all'economia è poco conosciuto.

Il miglior antidoto è quello di abolire del tutto le banche centrali e consentire agli enti privati di impegnarsi nella produzione di denaro sotto la normativa della legge commerciale. Il denaro sonante sarebbe coperto al 100% da merci — oro, argento, ecc. Ogni produttore monetario che emetterebbe certificati di denaro o conti scritturali (conti correnti) in eccesso rispetto al loro rapporto di cambio con le merci sottostanti, sarebbe colpevole di frode e punibile secondo il diritto commerciale e penale, così come oggi vengono puniti i falsari. Sarebbe abolito il corso legale che vieta l'uso (in molti casi) di qualsiasi valuta diversa da quella approvata dallo stato, e sarebbe incoraggiata la produzione di valute concorrenti. Il mercato scoprirebbe le monete migliori e scaccerebbe quelle meno negoziabili.

Dobbiamo guardare al concetto di valuta di riserva in modo diverso, perché è importante. Dobbiamo considerare tale status come un privilegio e una responsabilità, e non come un'arma che possiamo usare contro il resto del mondo. Se aboliamo, o addirittura allentiamo, le leggi del corso legale e consentiamo al processo di price discovery di scoprire la moneta sonante migliore, se permettiamo che il nostro dollaro diventi la migliore valuta possibile — una valuta davvero sonante — allora le possibilità di una crescita personale e collettiva saranno notevolmente aumentate.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


giovedì 13 febbraio 2014

Guerra valutaria = Suicidio valutario





di Patrick Barron


Quella che i media chiamano una "guerra valutaria," quando le nazioni si impegnano in svalutazioni monetarie competitive al fine di aumentare le esportazioni, rappresenta davvero un "suicidio valutario." Sono convinte erroneamente che indebolire la propria moneta migliorerà la competitività dei prodotti sui mercati mondiali e porterà ad una ripresa guidata dalle esportazioni. Mentre si interviene per fornire quantità crescenti della propria valuta in cambio di quella degli stranieri, un paese si aspetta che le sue industrie esportatrici beneficieranno di un aumento delle vendite, le quali stimoleranno il resto dell'economia. E' per questo motivo che ci capita spesso di leggere di come un paese cerchi di "stimolare l'export per crescere."

Gli economisti mainstream di tutto il mondo ritengono che questa tattica esporti anche la disoccupazione ai propri partner commerciali, inondandoli di merci a basso costo e distruggendo la produzione interna e l'occupazione. Pertanto chiedono ai loro paesi di impegnarsi in misure reciproche. Di recente Martin Wolfe sul Financial Times di Londra e Paul Krugman sul New York Times, hanno accusato i partner commerciali dei loro rispettivi paesi di impegnarsi in questa politica denominata "frega il prossimo" e raccomandano che l'Inghilterra e gli Stati Uniti entrino in questa cosiddetta "guerra valutaria" per indebolire ulteriormente la sterlina e il dollaro.

Sono colpito dalla somiglianza di questa tesi delle guerra valutaria con quella di accordi commerciali reciproci. Questi ultimi presuppongono che le barriere commerciali nei confronti di merci straniere siano una manna per i produttori nazionali. Pertanto bisogna negoziare una riduzione delle barriere commerciali, altrimenti il paese che si rifiuta di abbassarle ne risulterà avvantaggiato: aumenterà le esportazioni verso quei paesi che riducono le loro barriere commerciali (senza accettare un aumento delle importazioni che potrebbero minacciare le industrie nazionali ed i posti di lavoro). Questa teoria mercantilista non muore mai, proprio perché ci sono sempre industrie e lavoratori che cercano favori speciali dal governo a spese del resto della società. Gli economisti la chiamano "ricerca di rendita."



Un Trasferimento di Ricchezza ed una Sovvenzione agli Stranieri

Come ho spiegato in Davvero la Soluzione è Svalutare?, inflazionare la propria valuta trasferisce semplicemente la ricchezza all'interno del paese da settori non connessi all'esportazione a settori connessi all'esportazione, fornendo sussidi agli acquirenti stranieri.

Si prega di notare una cosa: è impossibile fare in modo che gli stranieri paghino contro la loro volontà per la ripresa economica di un'altra nazione. Al contrario, svalutare la propria moneta è una manna per gli stranieri che acquistano beni meno costosi. Gli stranieri avranno più soldi dei loro partner commerciali, trasformando in un vero affare quei beni che in precedenza erano costosi, almeno fino a quando i prezzi non aumenteranno.

Col tempo la nazione che indebolisce la propria moneta scoprirà di avere "inflazione importata" piuttosto che disoccupazione esportata, da qui si capisce l'espressione "fregare il prossimo" di Wolfe e Krugman.

All'inizio della svalutazione monetaria il settore delle esportazioni sarà in grado di acquistare i fattori di produzione ai prezzi attuali, quindi aspettatevi che i suoi membri favoriscano la svalutazione della moneta. Alla fine la valuta percolerà nell'economia più ampia e causerà un aumento dei prezzi. A questo punto il settore delle esportazioni sarà costretto ad aumentare i prezzi. Aspettatevi che invochi un altro giro di interventi monetari sui mercati delle valute estere per portare la moneta ad un nuovo minimo rispetto a quelle dei suoi partner commerciali.

Naturalmente, se un paese può intervenire per abbassare il valore della sua moneta, altri paesi possono fare lo stesso. Così la Banca Centrale Europea vuole abbassare il valore dell'euro rispetto al dollaro, dal momento che la FED si è impegnata in diversi programmi di quantitative easing. La scorsa estate gli svizzeri hanno ceduto alla svalutazione monetaria, poiché la loro moneta solida era molto richiesta e tale domanda ne aveva spinto in alto il valore (rendendo di conseguenza più costose le esportazioni). Ultimamente il capo della banca centrale australiana ha fatto capire che il settore minerario del paese ha bisogno di un dollaro australiano più economico per aumentare le esportazioni. Benvenuti nella versione moderna della guerra valutaria, ovvero, del suicidio valutario.



La Germania Può Sventare il Suicidio Valutario

C'è un paese che parla contro questa follia -- la Germania. Ma la Germania non ha il controllo della propria moneta. Ha dato via il suo amato marco per l'euro, una condizione presumibilmente richiesta dai francesi per approvare la riunificazione tedesca dopo la caduta del muro di Berlino. Le preoccupazioni della Germania sulle conseguenze dell'inflazione sono più che giustificate. La grande iperinflazione nei primi anni del 1920 ha distrutto la classe media ed è vista come un importante contributo alla nascita del fascismo.

Come paese sovrano, la Germania ha tutto il diritto di lasciare l'Unione Monetaria Europea e ripristinare il marco. Preferirei che facesse un ulteriore passo in avanti e legasse il nuovo marco alle sue riserve auree. Se dovesse accadere una cosa simile, il mondo monetario cambierebbe molto rapidamente... per il meglio. Altri paesi dell'UME probabilmente adotterebbero il marco come moneta legale, piuttosto che ripristinare le proprie valute, aumentando così il fascino del marco come valuta di riserva.

All'aumentare della domanda per il marco, la domanda per il dollaro e l'euro diminuirebbe. La FED e la BCE sarebbero costrette ad abbandonare le loro politiche inflazionistiche per evitare il massiccio rimpatrio di dollari ed euro, cosa che causerebbe aumenti dei prezzi inaccettabili.

In altre parole, un marco sonante potrebbe innescare una cascata di azioni virtuose: questa Occasione d'Oro non dovrebbee essere sprecata. Può essere l'unico mezzo non coercitivo per impedire il collasso totale della principali valute del mondo a causa delle svalutazioni competitive definite guerre valutarie, o per meglio dire, suicidi valutari.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


martedì 11 febbraio 2014

Basilea III fallirà, soprattutto perché non è necessaria





di Patrick Barron


La settimana scorsa ho "frequentato" un webinar online sui nuovi requisiti di liquidità per le banche dettati da Basilea III. Ero lì per avere un'idea generale di quanto sarebbe stato difficile comprendere le nuove normative e la loro conformazione. Inoltre, ho voluto valutare il probabile impatto di Basilea III sui costi e sugli utili operativi delle banche.

Andiamo dritti al punto. Queste normative sono estremamente complicate, a mio avviso quasi incomprensibili. La narrazione delle quarantacinque diapositive conteneva molti caveat e certe disposizioni erano poco chiare e/o ancora irrisolte, in attesa di commenti dal settore prima della pubblicazione finale.

Questo webinar non era incentrato sui requisiti patrimoniali, che furono affrontati da Basilea I nel 1988 e di nuovo da Basilea II nel 2004, ma sui requisiti di liquidità. Considerando che il capitale della banca è visto come la garanzia ultima di pagamento delle sue passività, semmai si dovessero deteriorare i suoi attivi, la liquidità rappresenta la capacità di una banca di soddisfare rapidamente le richieste di rimborso immediato dei depositi. Sì gente, cosa succede se c'è una corsa agli sportelli bancari vecchio stile e tutti vogliono indietro i loro soldi? La banca può onorare i suoi obblighi... non domani, o la prossima settimana, o il mese prossimo... ma oggi? Basilea III tenta di creare un quadro di riferimento affinché le banche possano valutare rapidamente la liquidità degli asset a breve termine in relazione alle passività a breve termine, ed impostare rapporti minimi di liquidità. Se visto in questo contesto, un economista Austriaco capisce subito che Basilea III sta cercando di compensare la debolezza della riserva frazionaria ed il mix tra depositi e prestiti.

La riserva frazionaria permette alle banche di creare denaro dal nulla attraverso i prestiti. Quando una banca ottiene nuove riserve, per esempio da un nuovo deposito, il suo conto di riserva presso la FED viene aumentato per l'intero importo del suddetto deposito. La banca deve mantenere solo una frazione del deposito sotto forma di riserve presso la FED. Supponiamo che il coefficiente di riserva sia il dieci per cento e la banca riceva un nuovo deposito da diecimila dollari. La banca deve mantenere solo un migliaio di dollari in riserve rispetto a questo deposito. Anche se può tranquillamente prestare solo novemila dei diecimila totali, il sistema bancario nel suo complesso può prestarne centomila, il reciproco del coefficiente di riserva moltiplicato la nuova riserva. (1/10% tasso di riserva X $10,000 in nuove riserve = $100,000 aumento complessivo in denaro fiat)

Il coefficiente di riserva "effettivo" di oggi non è il dieci per cento, ma poco più dell'uno per cento! (Le riserve richieste che ammontano a $120 miliardi supportano i $10.819 miliardi di M2, la misura del denaro più ampia.) Prima del 2008 le riserve in eccesso erano minime nel sistema bancario -- molto raramente superavano i due miliardi di dollari -- invece a seguito dei programmi di allentamento quantitativo della FED, il sistema bancario detiene attualmente $2.214 miliardi in riserve in eccesso. Queste rappresentano un potenziale aumento dell'offerta di moneta, poiché non appena le banche cercheranno di massimizzare i loro profitti attraverso un aumento dei prestiti, esse si trasformeranno in riserva obbligatoria. Questo processo può richiedere un po' di tempo, ma non vi è alcun motivo per cui il sistema bancario debba mantenere riserve in eccesso.

Piramidare nuova moneta in cima ad un piccolo rapporto di riserva, provoca uno squilibrio nella struttura temporale della produzione. Un tasso di interesse più basso fa lievitare i prestiti e fa sembrare praticabili quelli che invece sono investimenti improduttivi. La maggior parte sono investimenti di lungo termine per i quali il costo del denaro è un fattore importante. Dal momento che questi investimenti di lungo termine non sono finanziati da un vero e proprio aumento del risparmio, non ci sono risorse reali per il loro completamento. Alla fine saranno liquidati. A quel punto l'intera piramide di nuova moneta crollerà sulle banche sotto forma di perdite sui crediti. Le banche finiscono per ritrovarsi asset "illiquidi" con cui onorare i loro depositi.

Si noti che Basilea III non affronta il problema centrale: il capitale è stato distrutto dalla creazione di moneta fiat, la quale è finita in quelle fasi della struttura di produzione che non diventeranno mai redditizie. Questo capitale, sui libri delle banche sotto forma di prestiti bancari a lungo termine, non può essere utilizzato per soddisfare le onerose norme di liquidità di Basilea III, perché non esiste più. Le regole di Basilea III attaccano il sintomo e non la causa della malattia -- espansione monetaria fiat. Tuttavia, possiamo essere certi che i politici ed i burocrati escogiteranno Basilea IV!

L'unica protezione contro le piramidi di denaro e il loro successivo collasso è una moneta sonante, coperta al cento per cento da riserve. Questo requisito si applicherebbe alle banconote, ai gettoni monetari ed ai depositi bancari. Quello che noi oggi chiamiamo sistema bancario è una fusione di deposit banking e loan/investment banking. Murray N. Rothbard descrisse tale sistema decenni fa ne Il Mistero dell'Attività Bancaria. Il deposit banking consiste nella custodia delle riserve e nella produzione di sistemi di trasferimento di denaro efficienti, pagamenti automatizzati della stanza di compensazione, cartamoneta, gettoni monetari, ecc. Nessuno di questi sistemi è denaro di per sé; sono mezzi fiduciari che rappresentano le riserve detenute presso la banca. I depositi della banca cono coperti al cento per cento da riserve, anche per quel che riguarda conti correnti e banconote. I clienti pagano una tassa per il deposito ed i servizi di trasferimento di denaro. Le riserve reali non possono essere distrutte, quindi il denaro vero non può essere distrutto e non può causare piramidi di denaro soggette al crollo. Con una moneta sonante, la sola regolamentazione di liquidità necessaria è che la banca conservi sempre le riserve al cento per cento per sostenere i suoi mezzi fiduciari. Questo è il lavoro di una società di revisione, non il lavoro di un'azienda di consulenza bancaria.

Per quei clienti che desiderano impiegare i loro fondi in eccesso per guadagnare un ritorno di interesse, il lato prestito/investimento della banca funge da intermediario; cioè, il depositante presta i suoi fondi in eccesso al banchiere il quale li ri-presta ad un tasso di interesse abbastanza alto da pagare il costo dei suoi servizi, l'interesse al depositante ed un accantonamento per possibili rischi sui crediti. Il depositante della banca, che ora si è trasformato in un investitore, non ha alcuna garanzia della restituzione dei suoi fondi (a parte la dimensione del conto capitale del banchiere e la sua reputazione nel concedere buoni prestiti). Il banchiere che vuole prestare denaro necessita di pratica nella gestione di attivi/passivi, assicurandosi che i suoi prestiti maturino secondo lo stesso schema dei suoi depositi. I clienti della banca non possono ritirare il proprio capitale fino la fine del termine concordato, a meno che il banchiere si offra di farlo a fronte di una penale.

Il punto importante è che quando il denaro viene trasferito dal conto di deposito al conto di prestito e successivamente al cliente, non viene creato denaro dal nulla. L'offerta di moneta rimane la stessa; l'unica cosa che è cambiata è la sua proprietà temporanea. Non c'è bisogno di Basilea III. Non c'è bisogno di norme bancarie speciali e nessun bisogno di regolatori. Il settore bancario diventerebbe semplicemente l'ennesimo business soggetto al diritto commerciale. Se i controllori scoprissero che il deposito non viene coperto al cento per cento da riserve, il banchiere sarebbe soggetto a procedimento penale per frode ed alla confisca dei suoi beni personali per onorare i suoi obblighi di deposito. Non ci può essere alcuna garanzia della piena restituzione del denaro, così come nessuno può garantire che un bond o un'azione manterranno il proprio valore.

Il sistema bancario delineato da Rothbard elimina l'inflazione monetaria ed i cicli boom/bust insieme alle spese intrinseche di una grande quantità di norme non necessarie. I tassi di interesse sui prestiti scenderebbero a seguito della scomparsa delle spese operative bancarie e delle perdite sui crediti. Il denaro sonante ridurrebbe l'attuale premio inflazionistico sui prestiti bancari necessario per compensare il loro rimborso in denaro svalutato. I banchieri potrebbero concentrarsi sul loro business cercando buoni clienti piuttosto che soddisfacendo le esigenze delle autorità di regolamentazione.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


martedì 19 novembre 2013

Per quanto ancora il dollaro sarà valuta di riserva mondiale?

Un paio di notizie. Leggiamo da Xinhua: «Mentre i politici americani di entrambi i partiti politici stanno ancora facendo la spola avanti e indietro tra la Casa Bianca e il Campidoglio, senza trovare un accordo praticabile per portare alla normalità il corpo politico che presiedono, forse è un buon momento affinché l’annebbiato mondo inizi a valutare la costruzione di uno de-americanizzato.»
Leggiamo dal Daily Mail: «La famiglia reale saudita non nasconde che le relazioni diplomatiche con Washington non sono mai state così fredde: secondo una fonte vicina alla polizia saudita sembrerebbe che il capo dell’intelligence minacci un radicale cambiamento nelle relazioni con gli Stati Uniti a causa della loro inazione nella guerra civile in Siria e nei confronti dell’Iran. Il principe Bandar bin Sultan ha comunicato al personale diplomatico europeo che gli americani hanno fallito nel rispondere al presidente siriano Bashar al-Assad e nel prendere parte nel conflitto israelo-palestinese. Viene rimproverato il tentativo di distensione con l’Iran ed il mancato sostegno ai sauditi contro il governo del Bahrain durante le rivolte del 2011.»
Leggiamo da Reuters: «I sauditi ribadiscono che stanno valutando tutte le opzioni. L’Arabia Saudita, il principale esportatore di petrolio al mondo, reinveste una parte rilevante dei profitti in titoli finanziari americani: la maggioranza dei 690 miliardi di dollari di riserve valutarie estere della banca centrale saudita sono in dollari, spesso utilizzati per acquistare debito pubblico statunitense. “Stiamo valutando tutte le possibile reazioni, potete giurarci che avranno delle conseguenze” assicura una fonte saudita.»
Come ripetuto più e più volte su queste pagine, lo status di valuta di riserva mondiale non dura per sempre. La Cina si sta preparando a questo evento diversificando la propria strategia (es. istituendo insieme agli altri BRICS una banca che salderà i conti internazionali in oro, accumulando oro attraverso lo Shanghai Gold Exchange, acquistando miniere d'oro extra-nazionali, ecc.). E attraveso lo Shanghai Cooperation Organization, organizzazione non legata al dollaro, sta costruendo un blocco commerciale (insieme alla Russia, ad esempio) che ha come minimo comun denominatore il metallo giallo. Nel frattempo l'occidente guarda da lontano il dipanarsi di questi eventi, fiducioso come non mai nella cartaccia fiat.
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di Patrick Barron


Usiamo il termine "valuta di riserva" quando facciamo riferimento a quei paesi che usano il dollaro per saldare i loro conti commerciali internazionali. Per esempio, se il Canada acquista merce dalla Cina, può pagare in dollari USA piuttosto che con dollari canadesi, e viceversa. Tuttavia non esistono più le basi da cui si è originato questo modo di dire, ed oggi il dollaro è chiamato "valuta di riserva" semplicemente perché i paesi stranieri lo posseggono in grande quantità per facilitare i loro scambi commerciali.

La prima valuta di riserva è stata la sterlina inglese. Poiché era "buona come l'oro," durante l'età del gold standard molti paesi trovavano più conveniente possedere sterline piuttosto che l'oro stesso. Le grandi nazioni commerciali saldavano i loro negoziati in oro, ma potevano farlo anche con le sterline avendo fiducia che la Banca d'Inghilterra le avrebbe rimborsate (su richiesta) con l'oro ad un tasso di cambio fisso. Verso la fine della seconda guerra mondiale, questo status venne conferito al dollaro USA dopo l'accordo di Bretton Woods. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) nacque con il preciso scopo di monitorare la FED, affinché rispettasse gli accordi diBretton Woods, non inflazionasse il dollaro e rimborsasse i dollari in oro a $35 l'oncia. I paesi avevano fiducia che i loro dollari erano "buoni come l'oro," come una volta lo era stata la sterlina.

Tuttavia la FED non mantenne il suo impegno stilato a Bretton Woods ed il Fondo Monetario Internazionale non cercò di costringerla a tenere abbastanza oro da onorare tutta la sua moneta in circolazione. La FED venne chiamata a renderne conto alla fine degli anni '60 prima dalla Francia e poi da altri paesi, fino a quando le sue riserve auree non divennero così basse che si trovò di fronte ad un bivio: rivalutare il dollaro ad un tasso di cambio più elevato o abrogare le sue responsabilità di rimborsare i dollari in oro. Per loro eterna vergogna, gli Stati Uniti scelsero la seconda ed "uscirono dal gold standard" nel settembre del 1971.

Ciononostante il dollaro venne ancora accumulato dalle grandi nazioni commerciali, perché ancora svolgeva l'utile funzione di saldare i conti commerciali internazionali. Non c'era altra valuta che poteva superare il dollaro, nonostante fosse ormai "slegato" dall'oro.

Ci sono due caratteristiche che rendono una valuta utile nel commercio internazionale: viene emessa da una grande nazione commerciale e conserva nel corso del tempo il suo valore nei confronti delle altre materie prime. Questi due fattori creano la domanda per possedere una cosiddetta valuta di riserva. Anche se il dollaro era stato inflazionato dalla FED, perdendo di conseguenza il suo valore nei confronti delle altre materie prime, non c'era una vera concorrenza. Il Marco tedesco ha conservato meglio il suo valore, ma il mercato tedesco era una frazione di quello americano (es. i possessori di marchi avrebbero comprato molte meno cose in Germania rispetto a quante ne avrebbero comprate negli Stati Uniti i possessori di dollari). Quindi, la domanda per il Marco era inferiore rispetto alla domanda per il dollaro. Naturalmente, nella domanda di dollari entrarono in gioco anche fattori psicologici, dal momento che per gran parte del periodo post-bellico gli Stati Uniti sono stati visti come i difensori militari dell'occidente contro i paesi comunisti.

Oggi stiamo assistendo all'inizio di un cambiamento. La FED ha iniziato ad inflazionare il dollaro in maniera massiccia, riducendone il potere d'acquisto in relazione alle altre materie prime, spingendo molte delle grandi nazioni commerciali ad utilizzare altre valute. Per esempio, la DuPont salda molti dei suoi conti internazionali in yuan cinesi ed in euro. Altre aziende internazionali potrebbero inoltre utilizzare altre valute per saldare i loro conti commerciali. A dispetto di tutto ciò, un fattore che ha aiutato il dollaro a conservare la sua domanda come valuta di riserva è stato l'inflazionamento delle altre valute. Ad esempio, il Giappone ha inflazionato lo yen in misura maggiore rispetto al dollaro nel suo folle tentativo di rilanciare la propria economia stagnante. Quindi la malattia della distruzione monetaria non si limita ai soli Stati Uniti.

Il dollaro è molto vulnerabile e potrebbe perdere la sua posizione di valuta di riserva a vantaggio del primo paese importante che smetterà di inflazionare la propria valuta. A quanto pare la Cina comprende che cosa ci sia in gioco; ha aumentato le sue riserve di oro e ha istituito controlli per impedire che lasci la nazione. Se la seconda economia più grande del mondo, ed una delle più grandi nazioni commerciali del mondo, dovesse legare la propria valuta all'oro, la domanda per lo yuan aumenterebbe e la domanda per il dollaro diminuirebbe. In termini pratici questo significa che le grandi nazioni commerciali del mondo ridurrebbero i loro possedimenti di dollari, ed i dollari detenuti all'estero tornerebbero nell'economia degli Stati Uniti, causando un aumento dei prezzi. Di quanto aumenterebbero? E' difficile da dire.

L'imminente nomina di Janet Yellen come Presidente del Consiglio della Federal Reserve, è la prova che la politica degli Stati Uniti è quella di continuare a svalutare il dollaro attraverso il Quantitative Easing. La sua nomina aumenta la probabilità che la domanda di dollari si ridurrà ancora di più, spingendo le nazioni mondiali a scegliere di possedere altre valute come riserva per saldare i loro conti internazionali. Forse solo una tale pressione non coercitiva da parte della Cina può riuscire a far svegliare la FED, facendole notare le conseguenze delle sue azioni e costringendola a terminare la sua politica di Quantitative Easing.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 12 agosto 2011

Temete il Boom, Non il Bust #2




Discorso tenuto al Mount Sterling Wealth Seminar, il 17 marzo 2011.

Seconda ed ultima Parte. Qui il link alla Prima Parte.





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di Patrick Barron


Linee Guida Austriache per l'Investimento

Ricordate che lo scopo dell'espansione monetaria è di rendere possibile per il governo rubare le risorse dai legittimi proprietari e di impossessarsi di una grossa fetta della ricchezza generata (attraverso la silenziosa tassa dell'inflazione). Quindi, è molto difficile investire in sicurezza in un tale ambiente, perché il governo esproprierà le risorse. La vostra sfida è di evitare gli investimenti che paiono essere sensati secondo un'analisi finanziaria normale, ma probabilmente soffriranno di perdite a causa di un ambiente economico distorto in cui si deve operare. Così, ecco alcune linee guida.

  1. Evitare quelle industrie che sono ad alta intensità di capitale, perché in un ambiente inflazionistico il governo tassa i profitti fasulli. La maggior parte del capitale investito è stato speso anni prima a prezzi di sostituzione più bassi, ma l'esattore delle tasse non riconosce i costi di sostituzione, solo i costi storici. Quindi le industrie ad alta intensità di capitale riportano maggiori profitti grazie ad una spesa storica bassa. In effetti, sono tassate sul loro capitale e non possono conservare abbastanza guadagni per sostituire impianti ed attrezzatura logora. La cosiddetta Rust Belt d'America degli anni settanta ed ottanta può essere attribuita all'inflazione che ebbe inizio negli anni sessanta. Ora sta ritornando.

  2. Stare molto attenti nell'investire in industrie in espansione che sono molto spostate temporalmente, ovvero più avanti nel tempo, dalla generazione di profitti. Due esempi sono l'industria mineraria e le aziende vinicole. A meno che non possono essere aperte nuove miniere o aziende vinicole (oopure espanse quelle esistenti) e nuova attrezzatura non può essere impiegata in un breve periodo di tempo, il che è improbabile, il boom finirà. Questo è il classico esempio degli investimenti improduttivi nei beni su ordinazione — spostati nel tempo dai beni di consumo finali — che non possono essere sostenuti a causa di una mancanza di capitale reale derivato da risparmi reali (non capitale cartaceo uscito dalla stampante monetaria).

  3. Evitare industrie che dipendono da un aumento nella crazione di denaro o da una certa coercizione da parte del governo per esistere. Ciò include governi che spendono oltre la loro capacità di pagare i profitti con le tasse. Le tasse possono essere aumentate fino ad un certo punto prima che inizino a distruggere la base dell'esistenza del governo, ovvero, i creatori privati di ricchezza. Quindi, i governi tenteranno di ripagare i loro debiti con denaro svalutato. Ciò ha effetti funesti per l'investitore. I bond del governo diminuiranno di prezzo, mentre i tassi d'interesse aumenteranno, e certi corpi del governo potrebbero andare in default — per esempio, i governi degli Stati della California e dell'Illinois. I governi non sono imprese produttive; dipendono interamente dalla tassazione della ricchezza altrui. Infine esauriranno il denaro delle altre persone. Vi raccomenderei di evitarle.

  4. Evitare investimenti che attirano lo sguardo di governi ed ambientalisti, come le compagnie di ricerca delle risorse naturali. Evitare anche investimenti che i governi potrebbero tassare, regolare o confiscare. I paesi del terzo mondo sono noti per permettere investimenti nel loro territorio solo per confiscarli in seguito, come l'industria del petrolio in Venezuela o l'industria dello zucchero a Cuba.

  5. Non basare gli investimenti su detrazioni fiscali, sussidi e cose simili — per esempio, zucchero, latte, energia eolica, energia solare, ecc. Il programma più terribile dell'America su questa linea è la produzione di etanolo, che è sostenuta da tutti e tre i tipi di intervento del governo. E sovvenzionato; ci sono barriere doganali per l'importazione di prodotti d'etanolo concorrenti, come l'etanolo estratto dallo zucchero di canna; ed il suo uso è regolamentato (la domanda ridotta per la benzina nell'America in recessione ha creato una sovrabbondanza di etanolo. Per legge le raffinerie devono mescolare ogni anno una certa quantità di etanolo con la benzina. Attualmente il massimo di etanolo miscelato è il 10%, con il 90% di benzina. Ma ad una miscela del 10%, le raffinerie americane non useranno la quantità imposta di etanolo. Il Congresso ha di recente fermato una legge che avrebbe richesto alle raffinerie un cambiamento di rapporto al 15% di etanolo ed 85% di benzina). Quindi, l'America sta affrontando un surplus di etanolo. L'America ha sperimentato queste sovrabbondanze in precedenza e di solito terminano con collassi dei prezzi. Per esempio, i sussidi all'industria casearia hanno creato una montagna di formaggio negli anni ottanta. Il governo comprò latte a prezzi sostenuti da sussidi e lo immagazzinò in depositi sottoforma di formaggio. Infine i depositi furono riempiti ed il governo diede via le "forme" di formaggio ai comuni affinché le distribuissero ai poveri. Questo programma rese l'America uno zimbello.

  6. Non contare sulle agenzie di supervisione del governo o sulle agenzie di rating private per proteggersi da quello che in seguito diventerà un "ovvio" investimento improduttivo. Le nuove agenzie armate con nuove regole ed imposte da nuovi burocrati sono tentativi senza frutto di impedire i danni causati dall'espansione monetaria. L'investimento improduttivo è inevitabile ed impossibile da identificare anche da un esercito di regolatori. Anche i regolatori saranno accecati dall'espansione di denaro. Un tasso d'interesse basso appare ai regolatori ed agli imprenditori come se fosse un fatto di mercato, quando invece non lo è; è artificiale. Inoltre, gli ultimi entrati nel mercato fanno soldi se ne escono fuori al più presto. Ciò conduce all'illusione che il mercato sia in equilibrio, quando invece non lo è. E non si deve dimenticare che il governo vuole più espansione del credito, così anche i regolatori professionisti ed onesti andranno sotto pressione per emanare rosei rapporti sui mercati che regolano.



Investire in Oro

Ora parliamo d'oro. So che l'oro non paga dividendi. Non è un asset che crea guadagni. Ciononostante, il prezzo dell'oro non potrà far altro che andare su. Dico ciò su delle basi. Il prezzo dell'oro è in realtà il prezzo in oro del denaro — dollari, euro, sterline. Invece di guardare al prezzo in crescita dell'oro in termini di denaro, dovremmo guardare al valore in caduta dei vari tipi di denaro in termini d'oro.

La determinazione del prezzo oro/denaro è operata mediante la loro relativa domanda e la loro relativa offerta. L'offerta d'oro non può essere aumentata molto rapidamente e può essere aumentata solo con grandi spese, mentre l'offerta di denaro creato dal nulla può essere aumentata in quantità infinite a costi praticamente zero. La domanda d'oro è cresciuta, poiché gli investitori ed i cittadini medi come me cercano un porto sicuro per qualunque ricchezza abbiano accumulato. La domanda per il denaro si è ristretta — la Cina ed altri furbi investitori si sono sbarazzati del dollaro, ad esempio — e la svendita potrebbe diventare una disfatta. Guardate al prezzo della copertura d'oro rispetto alle maggiorii statistiche monetarie del dollaro, per esempio:


(clicca sull'immagine per ingrandire)


Un modo per percepire il rapporto di cambio dollaro-oro — anche conosciuto come il "prezzo dell'oro", ma in realtà è il prezzo del denaro in oro — è di calcolare quanti dollari un'oncia d'oro "coprirebbe", se la FED dovesse ancorare il dollaro ai suoi possedimenti d'oro (a proposito, la FED promise ciò — a $35 l'oncia — dopo gli accordi di Bretton Woods, ma la FED non ha mantenuto la promessa).

Da notare che nel 1980, quando l'oro era commerciato a $613 l'oncia nel mercato aperto, la FED avrebbe potuto avere coperta la sua base monetaria — cioè, le riserve più il denaro posseduto dalla gente — rivalutando i propri possedimenti d'oro a soli $505 l'oncia. Oppure avrebbe potuto ancorare M1 — conti correnti e denaro posseduto dalla gente — rivalutando il proprio oro a $1,476 l'oncia. Tenete a mente che l'oro era commerciato all'incirca il 40% di questo ammontare. Oppure avrebbe potuto ancorare tutto M2 — che rispetto ad M1 aggiunge risparmi a breve termine e certificati di deposito — a $5,671 l'oncia.

I possedimenti d'oro della FED non sono cambiati — possiede ancora 261,5 milioni d'oncie d'oro — ma la base monetaria, M1 e M2 si sono espanse tremendamente (al momento la base monetaria è praticamente più ampia di M1, un'indicazione degli sforzi frenetici della FED di espandere l'offerta di denaro). Ancorare la base monetaria all'oro oggi, significherebbe un prezzo del dollaro quasi di $8,000 l'oncia. Ancorare M1 significherebbe circa $7,000 l'oncia ed ancorare M2 significherebbe quasi $34,000 l'oncia.

Da notare che l'economista della Scuola Austriaca Thorsten Polleit ha raccomandato di ancorare all'oro tutte le passività delle banche, non solo M2, a qualunque prezzo possa uscire fuori. La sua spiegazione è che questo è l'unico modo per proteggere la ricchezza delle persone. Altrimenti la continua espansione di denaro creato dal nulla significherà il collasso totale del dollaro e la distruzione della classe media americana, come avvenne al marco ed alla classe media tedesca nel 1923.

Ludwig von Mises spiegò come una valuta fiat collassa nelle sue tre fasi di distruzione del denaro. Nella prima fase le aspettative deflazionistiche delle persone (per cui i prezzi diminuiranno) porteranno ad una maggiore rischiesta di denaro (a volte chiamata incetta) e la deflazione, o stabilità dei prezzi, si auto-realizzerà — per un pò. Infine gli aumenti dei prezzi condurranno ad una diminuzione della richiesta di denaro: le persone inizieranno a spendere prima che i prezzi aumentino ulteriormente. Ciò causerà un maggiore aumento dei prezzi. Ora si entra nella "zona pericolosa", la fase finale della distruzione del denaro, in cui la gente si aspetterà che i prezzi continueranno a salire per sempre, così la richiesta di denaro collasserà ed avverrà un crack-up boom.

E' molto probabile che gli Stati Uniti abbiano passato la fase uno e siano oggi nella fase due. Sebbene l'economia Austriaca non è una scienza chiaroveggente, state attenti poiché le valute possono collassare molto velocemente — in un lampo! per così dire. Esempi sono la Germania del 1923 e lo Zimbabwe negli anni recenti.

In conclusione, non fatevi fuorviare da tutte le illusioni causate dall'aumento dell'espansione di denaro, non importa quanto possa essere in voga. Le immutabili leggi dell'economia prevarranno. Non possono essere abrogate, non importa quanto un governo possa essere lusinghiero, coercitivo e perfino pauroso. Non fatevi influenzare dalla propaganda del governo per cui i tassi d'interesse a zero e la spesa a deficit hanno curato l'economia, e che è sicuro e persino patriottico "investire nel futuro".

Questo è un tempo per conservare ricchezza e capitale, in modo che la società abbia qualcosa su cui costruire quando l'interventesimo economico finirà il proprio corso e le persone saranno disperate abbastanza da, ancora una volta, dare una possibilità alla libertà.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


giovedì 11 agosto 2011

Temete il Boom, Non il Bust #1

Adesso da ogni dove spuntano articolo che richiedono a gran voce un nuovo boom, per non sentire il dolore del riaggiustamento necessario; rimandare l'inevitabile e perseguire sulla strada del "quasi-boom" Keynesiano. Allora si chiede a gran voce un nuovo QE alla FED (in modo da continuare a gonfiare la bolla obbligazionaria), si chiede "maggiore coraggio" alla BCE (ovvero un QE a tutti gli effetti) ed infine il boom immobiliare della Cina sta iniziando a tramutarsi in bust: "La produzione di acciaio in Cina è calata del 3.1% nei primi 10 giorni di Luglio, a 1.955m tonnellate giornaliere. I prezzi dell'acciaio secondo il documento sono saliti un pò, suggerendo che quello che la Cina affronterà sarà stagflazione, prezzi in crescita ed un'economia in declino." Ma non è il bust che bisogna temere, bensì il boom. [Prima Parte di Due.]
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di Patrick Barron


Tutte le banche centrali dei paesi industrializzati ed i ministeri del Tesoro sono attualmente impegnati in un esercizio impossibile — provare a rigonfiare un boom artificiale attraverso tassi d'interesse a zero e spesa a deficit. La realtà è che l'attuale crisi finanziaria è stata causata dall'espansione monetaria delle banche centrali, quindi non può essere curata con ulteriore espansione di denaro. E' come se un dottore continuasse ad estrarre sangue ad un paziente che si sta già dissanguando.

Il boom indotto dal denaro distrugge il capitale, ma questa distruzione è mascherata da un'illusione monetaria. Questa illusione non può essere smascherata dalla normale finanza grazie alla solerzia; può solo essere smascherata dalla comprensione della teoria economica appropriata, che è chiamata teoria della Scuola d'economia Austriaca, conosciuta anche come "realtà dell'economia".

In modo da evitare investimenti improduttivi, si ha bisogno di capire come un boom indotto da una banca centrale proceda dall'euforia illusoria della nuova era/nuovo paradigma alla disperazione dove tutto è perduto. Si deve capire che il boom è il problema e che il bust è la soluzione. Quindi, "temete il boom e non il bust".

Come altri prima nell'era moderna, questo ciclo recente di boom-bust è stato causato dall'espansione del credito, che ha espanso l'offerta di denaro creato dal nulla grazie alla riserva frazionaria.

In generale, i prezzi aumentano e la ricchezza è redistribuita da coloro che la producono a coloro che la consumano. L'espansione di denaro della banca centrale dà inizio a questo ciclo di boom-bust, in base a cui il capitale è investito in modo errato in processi di produzione a lungo termine per cui c'è insufficiente capitale reale affinché possano essere completati in modo proficuo. In seguito prezzi più alti e tassi d'interesse più alti fanno terminare il boom iniziato artificialmente, ma non prima che il capitale reale, i beni reali vendibili, sia stato investito in imprese che non ne ricaveranno mai un profitto.

L'espansione di denaro distrugge in ultima istanza il capitale e causa una minore produzione nel futuro. Visto che l'intero processo era un'illusione monetaria di generazione di ricchezza, quando nella realtà c'è distruzione di capitale tramite investimenti errati, l'incombenza del bust dovrebbe essere lodata, poiché è l'inizio del processo di ristabilimento della struttura di produzione per riflettere le vere preferenze del consumatore.

Prima il boom finisce, meglio sarà. Il boom distrugge il capitale; il bust reintegra il capitale tramite i risparmi. L'economia ha bisogno di risparmi, che sono le fondamenta della produzione. L'attuale moda, promossa dalle banche centrali mondiali, è esattemente l'opposto. Le banche centrali vogliono che tutti credano che è la spesa che guida l'economia, non i risparmi. Questa è chiamata "Economia dello Spendere Finché non Vai a Gambe all'Aria" ed è intrisecamente sballata ed insostenibile, come dimostrerò più avanti.



Perché i Governi Distruggono il Denaro Sonante

I governi distrugguno il denaro sonante perché questo forza ogni attore economico, incluso il governo stesso, ad avere una disciplina fiscale. Ma il denaro creato dal nulla dalla banca centrale permette al governo di evitare le scelte difficili che sono parte di un'economia governata dalla scarsità e dall'incertezza, ed apre le chiuse (temporaneamente) ai politici per una spesa a deficit illimitata.

Il denaro creato dal nulla permette ai politici di comprare i voti di gruppi con interessi speciali mediante la creazione di denaro, mentre si evita la necessità impopolare di tassare le persone o prendere in prestito onestamente nei mercati di credito, il che spiazza gli investitori privati. Quindi l'espansione di denaro creato dal nulla è nell'interesse del governo ma non in quello delle persone, sebbene questo fatto venga nascosto dalla propaganda — per esempio, incolpando i "banchieri avidi" per la crisi del credito.

Inoltre, tutti riceviamo o ci aspettiamo di ricevere la proprietà espropriata nella stessa forma — i governi comprano il nostro silenzio con le pensioni ed i servizi di assistenza sanitaria gratuiti, per esempio. Col denaro sonante, le persone sono il signore ed il governo è il loro servo. Col denaro creato dal nulla, il governo è il signore e le persone sono i servi. Ecco perché Ludwig von Mises disse che il denaro sonante è tanto importante per la libertà umana quanto la carta dei diritti e le costituzioni.



Gonfiare una Nuova Bolla

Visto che l'espansione monetaria maschera la vera natura dell'economia, è consigliabile contare su una comprensione della teoria economica Austriaca per guidare le nostre decisioni d'investimento. La teoria economica Austriaca ci dice che il nuovo denaro andrà da qualche parte, creando bolle che non possono essere sostenute. Gli esempi sono le bolle tecnologiche alla fine degli anni novanta e la bolla immobiliare del primo decennio del nuovo millennio. I tassi d'interesse a zero di oggi stanno con tutta probabilità inducendo proprio ora una bolla nel mercato obbligazionario e nel mercato delle azioni.

Le bolle appariranno anche nelle merci. I prezzi di grano, granturco, semi di soia, minerali di ferro e petrolio sono aumentati tremendamente nell'ultimo anno simultaneamente ad un aumento della produzione. Questo fenomeno è solo possibile grazie ad un aumento nell'offerta di denaro.

C'è un'alta probabilità di un'altra bolla nei prezzi dei terreni agricoli in America, come è probabile anche in Europa. Prezzi alti delle merci e bassi tassi d'interesse giudano in su il valore capitale dei terreni agricoli. Ma questo è un miraggio. Quando la bolla scoppierà ed i tassi d'interesse aumenteranno, il valore capitale dei terreni agricoli calerà.

Ciò è accaduto diverse volte durante la mia carriera bancaria. L'ultima negli anni ottanta fu violenta — i banchieri nell'Iowa furono uccisi perché furono costretti a rientrare in possesso di fattorie che furono usate come garanzia per gli acquisti di terreni agricoli. Altri banchieri furono allontanati dalla loro professione dopo minacce di morte. Fui testimone di questo fenomeno in prima persona.

Un banchiere del Wisconsin, uno Stato americano prettamente agricolo, mi ha detto di recente che una bolla sulle terre probabilmente già esiste — ma è difficile a dirsi. Esattamente. E' difficile dirlo, perché i metodi standard dell'analisi del rischio fanno apparire più sensati i prestiti agricoli — per ora: i prezzi delle colture sono alti ed i tassi d'interesse bassi. Questa è una tempesta perfetta per una bolla nei prezzi dei terreni agricoli.

Ma che dire dei maggiori requisiti di Basilea III per il capitale bancario? Più capitale non ci proteggerà da prestiti cattivi? E' vero che maggiori requisiti rallenteranno il prestito bancario. Se le banche non possono raccogliere denaro, la loro unica opzione è ridurre gli asset per soddisfare i nuovi rapporti di capitale/asset. Ma tenete a mente due cose:
  1. più capitale non impedirà investimenti improduttivi attraverso il ciclo economico boom-bust;
  2. i governi vogliono che l'offerta di denaro venga espansa e continueranno a farlo accadere.


Un banchiere del Sud Dakota mi ha detto di recente: "Non sappiamo cosa fare con la nostra liquidità in eccesso." Ma i banchieri troveranno qualcosa da fare con la loro liquidità in eccesso. Stipuleranno prestiti nell'ultimo mercato in fermento, che sia quello immobiliare, quello dei terreni agricoli, che siano prestiti diretti a città e comuni (che è la nuova moda negli Stati Uniti) oppure qualcos'altro che ancora non è sui nostri radar.

Alla sua ultima testimonianza davanti la Commissione Bancaria del Senato, il presidente della FED Ben Bernanke è stato interrogato da un senatore democratico sul perché i banchieri non stessero utilizzando le loro riserve in eccesso per sostenere nuovi prestiti. Il presidente della FED ha rassicurato il senatore che ciò sarebbe avvenuto col tempo. Quando non lo sappiamo; ma attenzione all'ultima bolla dei "prestiti da non farsi scappare".

Ricordate, cinque anni fa il settore immobiliare era considerato come un investimento molto sicuro. Si sosteneva che i prezzi delle case non sarebbero mai andati giù, oppure se fosse accaduto ciò, non sarebbe durato a lungo. Ma gli economisti Austriaci ci hanno detto che è sciocco contare sull'esperienza del passato per predire il futuro. Proprio perché il settore immobiliare è sempre stato un investimento sicuro ciò non garantisce che lo sarà anche in futuro.


[Seconda Parte]


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


giovedì 7 luglio 2011

Cosa Guida Più in Alto la Disoccupazione?

"[...] Io penso, invece, che a suscitare una autentica rivoluzione sociale, di cui la maggior parte della gente è inconsapevole, siano stati l'aspirapolvere e, soprattutto, la lavatrice. Questa rivoluzione ha toccato davvero tutti: uomini e - soprattutto - donne. Tutti pertanto dovrebbero sapere di quanta libertà siano debitori all'invenzione di queste macchine, libertà che, in alcuni casi, non esisteva affatto." ~ Karl Popper, La filosofia politica. Il problema della pace perpetua.
Oggi descriviamo uno dei processi microeconomici più importanti che guidano gli investimenti in un mercato non ostacolato: la sostituzione ed il riallocamento della forza lavoro. In più l'articolo da una bella pedata nel deretano al "paradosso Keynesiano" dei risparmi.
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di Patrick Barron


[Un file audio MP3 di questo articolo, narrato da Keith Hocker, è disponibile per il download.]


Ci sono alcuni miti economici che riappaiono continuamente e possono condurre ad agitazioni sociali e ad errori del governo, a meno che non vengano riconosciuti e confutati con uan certa prepotenza. L'effetto Ricardo é uno di questi. Coniato circa 200 anni fa e basato sulle osservazioni di un economista inglese David Ricardo (1772-1823), questo termine descrive il fenomeno in base a cui il lavoro é sostituito dai macchinari ed occasionalmente viceversa. Un esempio dell'agitazione sociale che può fare seguito ad un fraintendimento della normale — e benefica! — azione dell'effetto Ricardo é il movimento Luddista del primo novecento, in cui i lavoratori distrussero i macchinari industriali guidati dalla paura che le macchine stessero causando quello che ora é erroneamente chiamata "disoccupazione tecnologica" nelle fabbriche tessili.



Gli Americani a Raccogliere il Cotone e gli Indiani a Scavare le Fosse

Kevin D. Williamson ha espresso questa paura nel suo articolo sul National Review del 2 maggio, intitolato "A Nation of Sharecroppers". Ha sottolineato che 150 anni fa raccogliere il cotone era un lavoro da schiavi; 50 anni fa era un lavoro per la classe operaia rurale; ed ora é un lavoro per un manipolo di imprenditori molto ricchi che guidano macchinari mostruosi di raccolta di cotone.

Cosa é successo agli schiavi ed alla classe operaia rurale? Sono stati condotti tutti all'indigenza? Ovviamente no. Tuttavia Mr. Williamson si preoccupa che i lavoratori poveri d'America, che secondo lui non potrebbero essere qualificati per il numero crescente di lavori in un'economia con nuove informazioni, saranno condotti all'assistenzialismo accanto all'attuale sottoproletariato dipendente dal welfare. Non fornisce risposte e conclude il suo saggio lamentandosi che:

«un ventunenne di media intelligenza con un'istruzione superiore ed un pò di apprendistato [...] i suoi interessi principali saranno il sedativo dell'assistenzialismo oppure lo stimolo dell'anarchia morale del sottoproletariato, e non ci possiamo permettere più nessuno di entrambi.»


Uno dei miei studenti d'economia ha viaggiato in India durante il break di primavera di quest'anno. Quando è tornata in classe, le chiesi se aveva qualche osservazione da fare sull'economia indiana da un punto di vista Austriaco. Pensò per un momento e poi disse che gli indiani sembravano essere molto inefficienti. Per esempio, invece di usare un escavatore per scavare le buche o costruire le fondamenta, gli imprenditori indiani usavano dozzine di uomini con pale e picconi. La trovai una splendida osservazione e la classe discusse sulle possibili ragioni di questo fenomeno, che poteva andare dalle regolamentazioni del governo all'occupazione in aumento all'ovvia eccedenza di lavoro manuale a basso costo. I miei studenti si preoccupavano che gli imprenditori indiani potessero essere più saggi, comprare escavatori e forzare molti indiani della classe operaia alla disoccupazione.

All'altro capo del dibattito ci sono i sindacati che giustificano gli scioperi per paghe maggiori, sostenendo che simili azioni incoraggiano praticamente gli imprenditori ad investire in accrescimenti produttivi del capitale, il che aumenta la produttività del lavoro ed i saggi salariali. Sostengono di essere più lungimiranti delle compagnie che impiegano i loro membri. Tutti fraintendono quello che Ricardo osservò.



Cause Benigne e Maligne dell'Effetto Ricardo

Ludwig von Mises spiega l'effetto Ricardo iniziando da pagina 767 del suo capolavoro, l'Azione Umana. Mises spiega che i macchinari sostituiscono gli uomini solo quando il mercato conduce il costo del lavoro più in alto. I costi del lavoro sono in crescita perchè l'investimento di capitale sta rendendo l'operaio più produttivo. Per rimanere in affari, l'imprenditore deve investire in beni capitali per stimolare la produttività del lavoro anche nella sua industria. Farà ciò quando il capitale sarà sufficientemente disponibile.

Vediamo ora che l'apparente eccesso di occupazione di indiani non qualificati é un sintomo di mancanza di capitale. L'accumulazione di capitale é il risultato di un incremento nei risparmi. O gli indiani stessi devono risparmiare di più oppure l'India deve permettere investimenti di capitali esteri, che rappresentano i risparmi "non-indiani" investiti nell'economia indiana.

Come spiega Mises, un paese in via di sviluppo ha pieno accesso alla conoscenza tecnologica. E' la mancanza di capitale che impedisce la sua applicazione. Quando il capitale diviene più abbondante, sia per i risparmi interni incrementati o per gli investimenti esteri, la produttività del lavoro sarà migliorata. Poi l'operaio avrà una possibilità tra le molte allettanti, impieghi alternativi con paga più alta. In un sistema di libero mercato, l'effetto Ricardo é benigno ed innovativo. E' proprio un'osservazione interessante.

Tuttavia l'effetto Ricardo diviene maligno quando il costo del lavoro aumenta, non a causa di una migliorata produttività dell'operaio, ma a causa di forze non di mercato. Le regolamentazioni del governo come le leggi sul salario minimo, la polizza contro gli infortuni, le tasse sulla previdenza sociale, benefici alle famiglie, ecc. conducono i costi più in alto. Le agitazioni sindacali hanno lo stesso effetto maligno.

E questi sono solo i costi "visti", come direbbe Bastiat. Ci sono anche costi "non visti", come il costo del difendersi da accuse di "errata terminazione dell'impiego" — un nuovo diritto inventato dal governo per un lavoro specifico. Sparito per sempre, apparentemente, é il concetto di impiego secondo la volontà, in base a cui — in assenza di un contratto d'impiego — i lavori sono "posseduti" dai datori di lavoro (perchè li creano loro), e sono "offerti" e ritirati a loro volontà.

Per l'imprenditore, l'ambiente di lavoro pare lo stesso sia se é determinato da un benigno o maligno effetto Ricardo; per esempio, il costo del lavoro sta aumentando ed egli deve investire (se se lo può permettere) in beni capitali che migliorano la produttività. Visto che negli ultimi anni non c'é stato alcun incremento nell'accumulo di capitale, molti imprenditori non sono stati in grado di investire e dovranno chiudere bottega. Anche se rimangono in attività, i lavoratori che sono rimpiazzati da macchinari più produttivi affornteranno un ambiente del lavoro completamente differente da uno in cui i maggiori costi del lavoro sono guidati da miglioramenti economici nella produttività del lavoro. I lavoratori non saranno attirati altrove da lavori allettanti e con una maggiore paga.



Lavori Sicuri con Paga Più Alta — Nei Filoni della Regolamentazione e del Welfare

Inoltre non é per niente chiaro come elevando la produttività di bassa qualità dei lavoratori — un risultato che Mr. Williamson si augura, ma teme non possa essere raggiunto — si ridurrebbe la disoccupazione per coloro sul gradino più basso della scala salariale. Il governo stesso ha bisogno dei disoccupati in modo da perpetuare il suo impero di regolamentazione del lavoro, che rifornisce con paghe alte e posti di lavoro sicuri. Che farebbero tutti quegi avvocati del lavoro, giudici, investigatori, assicuratori ed archivisti se il paese facesse a brandelli tutte le leggi sul lavoro? E cosa accadrebbe a tutti gli amministratori del welfare ed assistenti sociali se tutti gli uomini fossero forzati ad essere responsabili e ad avere fiducia in se stessi, perchè il governo rifiuterebbe di schiavizzare i suoi cittadini per fornire loro sostentamento?

E' più probabile che il governo farà quello che ha fatto sin dalla Grande Depressione — continuare ad aumentare il lavoro regolamentato ed alzare l'asticella del welfare per fornire a se stesso una regolare quantità di dipendenti dallo stato assistenziale, truffatori e fannulloni per difenderlo nei suoi tribunali illegali. Dopo tutto, la natura umana non é cambiata. C'é un disincentivo a lavorare, il quale può essere incoraggiato dai pagamenti del governo, e quest'ultimo ha una capacità infinita di razionalizzare e propagandare i suoi interventi predatori ed arrivisti.

Quindi, qual'é la risposta a questo maligno effetto Ricardo dei giorni nostri? Come al solito, scacciare il governo dal libero mercato — fare ciò non includerebbe solo eliminare le costose leggi sul lavoro, ma anche eliminare l'intera attività del welfare. L'idea che la nostra nazione abbia milioni di persone che non possono badare a se stesse e devono passare la vita sulle spalle degli altri o morire di fame, é una fallacia. Tutti i lavoratori volenterosi possono trovare impieghi remunerativi, competere e prosperare senza alcun programma o politica del governo. E non devono raccogliere il cotone a mano o scavare buche con picconi e pale.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/