mercoledì 31 marzo 2021

I passaporti vaccinali sono solo l'ennesima forma di clientelismo

 

 

di Barry Brownstein

Per anni ho usato il termine capitalista clientelare per descrivere uomini d'affari che scelgono di guadagnare profitti facendo pressioni per sussidi e regolamenti statali in modo da sopprimere la concorrenza. I miei critici hanno sottolineato che i capitalisti clientelari non sono capitalisti.

Hanno ragione e la distinzione è importante. Il capitalismo clientelare non ha alcuna somiglianza con il capitalismo reale.

Mettere insieme le due parole dà al capitalismo una cattiva reputazione e non c'è da stupirsi se "il 70% dei millennial afferma che voterebbe per un socialista".

Nel suo libro The Meaning Revolution, l'economista Fred Kofman fornisce una chiara definizione di clientelismo:

Il clientelismo è un sistema politico ed economico in cui lo stato è controllato dalle corporazioni e interviene sul mercato usando il suo potere coercitivo per loro conto. Gli uomini d'affari clientelari prosperano non perché servono i loro stakeholder, ma perché sfruttano il potere dello stato aggirando la disciplina del libero mercato.

Gli uomini d'affari clientelari collaborano con i politici. "Mentre il capitalismo incanala l'ambizione personale al servizio degli altri, il clientelismo incanala l'avidità personale nell'abuso". Kofman spiega come:

I politici clientelari schiacciano la concorrenza distribuendo permessi speciali, sovvenzioni statali e agevolazioni fiscali a coloro che preferiscono e impongono tariffe e restrizioni ai loro concorrenti e consumatori. Le società clientelari si assumono rischi eccessivi senza paura, sapendo che se vincono i loro guadagni saranno privatizzati, ma se perdono le loro perdite saranno coperte con salvataggi e pacchetti di aiuti speciali.

I clientelisti non rischiano nulla; le loro perdite sono coperte. Nasim Taleb sottolinea: "Il più grande fragilizzatore della società è la mancanza di rischio". I clientelisti perseguono politiche coercitive che rendono i mercati più fragili, meno capaci di imparare dal "trial & error" e meno capaci di far fronte ad eventi imprevisti. Taleb aggiunge: "L'imprenditore deve essere rispettato, non serve a niente un amministratore delegato di un'azienda che ha tutti i vantaggi e nessun svantaggio".

Il risultato del clientelismo, spiega Kofman, è la distruzione del valore economico: "Le imprese clientelari guadagnano non approfittando del mercato attraverso i loro servizi a valore aggiunto, ma approfittando del mercato politico attraverso incassi che distruggono il valore".

I clientelisti operano con una mentalità "win-lose" in cui vincono a scapito di tutti gli altri; gli imprenditori hanno una mentalità "win-win" in cui tutti guadagnano. Quando i clientelisti vincono, qualcun altro deve perdere; quando un imprenditore guadagna, possono farlo anche gli altri.

I clientelisti cercano di aumentare la loro ricchezza a spese degli altri; gli imprenditori cercano di aumentare la loro ricchezza servendo gli altri.

Android compete con iOS, entrambe le piattaforme hanno portato alla creazione di migliaia di aziende di successo. Senza queste attività sinergiche, il valore di Android e iOS crollerebbe.

Forse la vostra casa ha una pentola istantanea sul bancone della cucina. Nel 2008 il dottor Robert Wang, un immigrato cinese in Canada con un dottorato di ricerca in informatica, seguì una regola di tutti gli imprenditori di successo: dare ai clienti quello che vogliono, non quello che hanno.

I clienti desideravano un nuovo gadget che potesse aiutarli a preparare pasti nutrienti cucinati in casa in molto meno tempo e con una curva di apprendimento minima. Sì, il dottor Wang creò ricchezza per sé stesso, ma lo fece migliorando la vita degli altri, inclusa una piccola economia di autori di libri di cucina. Una vittoria per tutti.

Sono i clientelisti che cercano, tramite la coercizione, di dare al consumatore ciò che ha la loro azienda e non ciò che il consumatore vuole. La benzina a base di etanolo è un buon esempio in merito. Lo stato ne impone l'uso, i consumatori non hanno altra scelta che acquistarla. L'etanolo danneggia sia i consumatori che l'ambiente.  I produttori di etanolo clientelari vincono; tutti gli altri perdono.

I clientelisti nel settore finanziario chiedono un maggiore allentamento monetario e creano bolle negli asset.

Il clientelismo dilaga nel mercato dei vaccini. Lo stato finanzia lo sviluppo, alimenta la domanda e quindi fornisce l'immunità legale che protegge i produttori di vaccini da cause per lesioni.

I gruppi aziendali e di compagnie aeree chiedono agli Stati Uniti di sviluppare passaporti vaccinali. Se le identità mediche frattureranno l'America, sarà colpa dei clientelisti l'aver fatto emergere i nostri istinti peggiori.

Perché scrivo istinti peggiori? Alcuni sostengono che lo stato debba proteggerci dai non vaccinati. Non è un buon istinto? Seguiamo fino in fondo la logica della cosiddetta protezione. Se così stanno el cose, allora agli obesi non dovrebbe essere vietato di volare? Hanno maggiori probabilità di sviluppare un caso grave di Covid-19 ed i vaccini offrono meno protezione agli obesi. Il consumo di zucchero è tra i fattori che sopprimono il sistema immunitario, aumentando le probabilità che i consumatori di zucchero siano portatori di malattie. Lo stato dovrebbe concedere passaporti per il consumo senza zucchero?

Senza lo stato che codifica un sistema di caste mediche, le compagnie aeree e altre aziende che implementano volontariamente i passaporti vaccinali perderebbero più affari di quanti ne guadagnerebbero. Nel numero di gennaio 2021 del The Socionomist, ho scritto:

Farò ipotesi circa lo sviluppo in America di un sistema di caste intorno ai passaporti vaccinali e allo stato di vaccinazione. Nel sistema delle caste indù, il vostro rango sociale dipende dalla vostra purezza percepita. Il contatto tra una casta inferiore e una casta superiore non purifica mai la casta inferiore; può solo contaminare la casta superiore. In un sistema di caste mediche, coloro proclamati "puri" non chiederanno alcun contatto a coloro che fanno scelte mediche diverse? In tal caso aziende come compagnie aeree, supermercati, ristoranti e datori di lavoro dovranno prendere decisioni difficili.

Data l'insaziabile richiesta di sicurezza da parte di un segmento della popolazione, i lockdown si trasformeranno in una richiesta onnipresente di "documenti sui vaccini, per favore"?


I clientelisti non sono per niente adorabili

Adorabile è la parola che Adam Smith usò nel suo libro The Theory of Moral Sentiments per descrivere individui che sono "degni di essere amati" per il loro carattere. Creiamo la nostra civiltà da come viviamo le nostre vite.

Dal momento che i clientelisti impiegano la coercizione, non vivono vite morali. Kofman è schietto: "Gli uomini d'affari clientelari [...] sono rapaci, predatori e immorali". I clientelisti sono immorali e deformano i mercati. Per Kofman "gli uomini d'affari clientelari non sono capitalisti, sono mafiosi". Poi evidenzia le differenze tra capitalisti e clientelisti:

Il capitalismo non funziona in questo modo. In un libero mercato con lo stato di diritto, le imprese non traggono profitto dall'essere insensibili, manipolatrici e avide, sebbene comportarsi in questo modo possa dare loro vantaggi a breve termine. Le aziende traggono davvero profitto nel lungo periodo rimanendo empatiche (comprendendo i loro clienti, dipendenti e altre parti interessate), compassionevoli (servendoli) ed eque (essere giusti nei loro confronti).

Al di fuori dei mercati politici del clientelismo, siamo naturalmente adorabili l'uno per l'altro. Il mercato economico tira fuori il meglio di noi, la nostra bellezza. Abbiamo più successo sia personalmente che professionalmente quando ci rivolgiamo, come dice Steven Pinker, agli "angeli migliori della nostra natura" che ci orientano verso la cooperazione.

In The Wealth of Nations, Smith dice: "Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del panettiere che ci aspettiamo la nostra cena, ma dal loro riguardo per il proprio interesse. Ci rivolgiamo non alla loro umanità ma al loro amore per sé stessi, e non parliamo mai loro delle nostre necessità ma dei loro vantaggi".

Smith non indica l'egoismo come base del capitalismo. Kofman spiega: "Il capitalismo è il crogiolo alchemico in cui l'umanità trasforma i suoi istinti di base in oro".

Il capitalismo funziona anche quando le persone sono inconsce e guidate da desideri egoistici. Anche se un imprenditore non è un eroe morale, il capitalismo lo trasformerà in un servitore della società. I diritti di proprietà e il libero scambio distillano l'interesse personale in servizio per il prossimo, rendendo necessario entrare sul mercato con l'intenzione di aiutare.

Impiegando la coercizione, l'avidità scorre incontrollata. I clientelisti deformano i mercati economici disabilitando il meccanismo di sicurezza che disciplina i mercati. Kofman spiega:

Il meccanismo di sicurezza del capitalismo, quello che disciplina l'ambizione potenzialmente rapace di un'azienda o di un individuo, è la possibilità di entrare o uscire da qualsiasi transazione, garantita dai diritti di proprietà e dal libero scambio. Una volta che la coercizione statale blocca questo interruttore di sicurezza, l'intero sistema deraglia. Se le persone sono costrette (illegalmente, come nel crimine, o legalmente, come nella politica) a partecipare a transazioni che preferirebbero evitare, la "selezione naturale" nell'ecosistema economico si rompe.

Il vero danno si verifica quando "dire di no" non è un'opzione. Come ripariamo i danni inflitti dal clientelismo?

Nel suo libro, The Essential Adam Smith, il professor James Otteson ci chiede di adattare la nostra mentalità: "Dobbiamo trattarci a vicenda con rispetto, e non presumere che uno di noi sia più importante o più degno o più meritevole dell'altro".

Ogni persona, ha sottolineato Smith, "ha un'occasione per aiutare i suoi fratelli". "Il modo migliore" per beneficiare dell'assistenza degli altri, scrive Otteson, "è offrirsi di fare qualcosa per l'altra persona e che quest'ultima apprezza".

Nello spirito di Adam Smith, Otteson sostiene che la società funziona meglio quando "ci incontriamo come pari, come uguali a livello morale, e ci facciamo offerte che ciascuno di noi è libero di rifiutare". Questa "opzione di rifiuto", scrive Otteson, "ci disciplina da qualsiasi idea che altrimenti avremmo potuto avere sul semplice tentativo di derubarci o frodarci l'un l'altro. Poiché ognuno di noi desidera una reciproca simpatia di sentimenti, desideriamo comportarci in modi che gli altri approveranno".

Otteson illustra il codice morale reciprocamente vincente di Smith e come esso sarebbe criptonite per il clientelismo:

Quando cerchiamo la nostra carne dai macellai, la nostra birra dai produttori di birra e il nostro pane dai fornai, facciamo loro offerte e attraverso di esse loro si riconoscono nostri pari; riconoscono di avere interessi e obblighi proprio come noi e che i nostri interessi e obblighi non hanno la meglio sui loro. Il nostro desiderio per la loro carne, birra e pane, che dopotutto hanno creato con il proprio lavoro, tempo e risorse, non ha la meglio sul loro diritto di decidere da soli cosa fare. In queste circostanze, quindi, come otterremo la loro carne, birra o pane? Dovremo trattarli nel modo in cui vogliono essere trattati e dovremo offrire loro qualcosa che potrebbero desiderare; da parte loro fanno, o dovranno fare, lo stesso per noi.

Kofman la mette in questo modo: "Il capitalismo crea un campo di forza che incanala l'ambizione personale verso il sostegno per gli altri, oltre ad organizzare la società affinché la cooperazione attraverso la divisione del lavoro e attraverso l'innovazione ci proietti verso la soddisfazione dei bisogni dei suoi membri".

I risultati vantaggiosi per tutti derivano dalla mentalità capitalista secondo cui gli altri sono nostri pari e rispettarne la libertà di accettare o rifiutare qualsiasi transazione. Una tale mentalità ci orienta verso il servizio e lontano dalla coercizione. La mentalità clientelista razionalizza lo sfruttamento del potere dello stato per trarre profitto dalla coercizione ed è tutt'altro che adorabile.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


martedì 30 marzo 2021

La MMT è una teoria economica fasulla

 

 

di Daniel Lacalle

In quest'era di denaro fasullo si tende a leggere tutti i tipi di opinioni non documentate e fuorvianti sulla politica monetaria. Tuttavia se ce n'è una che fa davvero infuriare è la fantascienza propinata dalla MMT.

Uno dei suoi principi fondamentali si basa su una fallacia: "Un Paese con sovranità monetaria può emettere tutto il debito di cui ha bisogno senza rischio di insolvenza".

Primo, non è vero. Una relazione di David Beers presso la Bank Of Canada ha identificato 27 Paesi sovrani coinvolti in insolvenze tra il 1960 e il 2016 (database qui).

David Beers spiega: "Un punto di vista di lunga data di alcuni investitori è che raramente gli stati dichiarano insolvenza per il debito sovrano in valuta locale. Dopotutto, dicono, possono onorare questi obblighi stampando moneta, che a sua volta può ridurre il peso reale del debito attraverso l'inflazione e in modo drammatico in casi come la Germania nel 1923 e la Jugoslavia nel 1993-1994. Naturalmente è vero che un'inflazione elevata può essere una forma di default de facto per il debito in valuta locale. Tuttavia ci sono anche le inadempienze contrattuali e le ristrutturazioni, e sono più comuni di quanto spesso si supponga".

No, un Paese con sovranità monetaria non può emettere tutto il debito di cui ha bisogno senza il rischio di insolvenza. Deve emetterlo in valuta estera proprio perché pochi si fidano delle sue politiche monetarie. La maggior parte dei cittadini locali sono i primi ad evitare l'esposizione alla valuta interna e ad acquistare dollari USA, oro o criptovalute (ora), temendo l'inevitabile: la maggior parte degli stati cercherà di coprire i propri squilibri fiscali e commerciali svalutando e rendendo più poveri tutti i risparmiatori.

Anche "un Paese con sovranità monetaria può emettere tutta la valuta di cui ha bisogno" è una fallacia.

La sovranità monetaria non è qualcosa che decide lo stato. La fiducia e l'uso della valuta fiat non sono dettati dallo stato né gli danno il potere di fare ciò che vuole con le politiche monetarie. I cittadini di tutto il mondo hanno smesso di accettare la valuta emessa e denominata da uno stato, quando la fiducia nel suo potere d'acquisto è stata distrutta dopo aver aumentato l'offerta di moneta ben al di sopra della sua domanda reale.

Questo è il motivo per cui il sucre in Ecuador o il colon in El Salvador sono crollati, o perché il peso argentino e il bolivar venezuelano o il rial iraniano sono ampiamente rifiutati dai cittadini locali e internazionali. Ci sono numerose valute fiat che sono fallite o sono scomparse. Come scrive Michael Sanibel: "La valuta di una nazione non è esente dalle leggi della domanda e dell'offerta, quindi più viene stampata, meno vale". I crolli ed i fallimenti delle valute fiat sono frequenti, ma, cosa più importante, anche se alcune sopravvivono, la loro domanda interna e internazionale è irrimediabilmente danneggiata.

Dato che il mondo delle valute è relativo, il cittadino medio del mondo preferirà oro, criptovalute, dollari USA o euro e yen, nonostante i loro squilibri, piuttosto che le proprie valute.

Perché? Quando stati e banche centrali di tutto il mondo cercano di attuare la stessa politica monetaria sbagliata di Stati Uniti, Europa o Giappone, ma senza la loro sicurezza degli investimenti, istituzioni e libertà di capitale, finiscono per scavarsi da soli la fossa: indeboliscono la fiducia dei propri cittadini nel potere d'acquisto della valuta locale.

La risposta della MMT: tutto ciò che serve sono istituzioni stabili e affidabili. Ebbene, neanche così funziona. La prima crepa nella fiducia è proprio la manipolazione della valuta per finanziare la spesa pubblica. Il cittadino medio può non comprendere la svalutazione monetaria, ma certamente capisce che il denaro usato non è più una riserva di valore valida o un sistema di pagamento. Perché il valore del denaro non è dettato dallo stato, ma dagli accordi di acquisto/vendita stipulati con tali mezzi di pagamento.

Gli stati vedono sempre i cicli economici come un problema di mancanza di domanda da dover "stimolare". Vedono il debito e le bolle nei prezzi degli asset come piccoli "danni collaterali" che vale la pena assumersi nella ricerca dell'inflazione; e poi le crisi si fanno più frequenti mentre il debito schizza alle stelle e le successive riprese si indeboliscono.

Gli squilibri di Stati Uniti, Eurozona e Giappone sono evidenti anche nella debole crescita della produttività, nell'elevato debito e nella diminuzione dell'efficacia delle politiche fiscali/monetarie.

I Paesi non prendono in prestito in valuta estera perché sono stupidi o ignorano la fantascienza della MMT, ma perché i risparmiatori non vogliono correre il rischio di incappare in svalutazioni monetarie, indipendentemente dal rendimento. I primi che evitano il debito in valuta domestica tendono ad essere i risparmiatori e gli investitori nazionali, proprio perché comprendono la storia della distruzione del potere d'acquisto causata delle politiche monetarie dei loro stati.

Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali, circa il 48% dei $30.000 miliardi mondiali in prestiti transfrontalieri ha un prezzo in dollari USA, rispetto al 40% di dieci anni fa. Ancora una volta, non perché i Paesi siano stupidi e non vogliano transare in valuta locale, ma perché c'è poca domanda reale.

Gli stati, quindi, non possono decidere unilateralmente di emettere "tutto il debito di cui hanno bisogno in valuta locale" proprio a causa della diffusa sfiducia nel sistema bancario centrale o del perverso incentivo degli stati a svalutare.

Mentre le riserve si prosciugano ed i cittadini vedono che il loro stato sta distruggendo il potere d'acquisto della valuta, i risparmiatori locali notano che i ministri parlano di "guerra economica" e "ingerenza straniera", ma sanno cosa succede veramente: gli squilibri monetari stanno aumentando vertiginosamente e scappano.

L'inflazione non si risolve con una maggiore tassazione.

Molti sostenitori della MMT risolvono questa equazione dell'inflazione causata dall'eccesso monetario negando che l'inflazione sia sempre un fenomeno monetario e dicendo che l'inflazione sarebbe risolta con la tassazione. Non è fantastico?

Lo stato beneficia per primo dalla creazione di nuovo denaro, aumenta massicciamente i suoi squilibri e affibbia la colpa agli ultimi destinatari del nuovo denaro creato (es. risparmiatori e settore privato), quindi "risolve" l'inflazione creata tassando nuovamente i cittadini. L'inflazione è tassazione senza legislazione, come disse Milton Friedman.

In primo luogo, c'è un trasferimento di ricchezza dai risparmiatori al settore politico, quindi si aumentano le tasse per "risolvere" l'inflazione che è stata creata artificialmente. Doppia tassazione.

Come ha funzionato in Argentina? Questa è esattamente la linea di politica che i vari governi argentini hanno implementato, solo per vedere poi distrutta la valuta, un aumento clamoroso dell'inflazione e l'economia scaraventata in stagflazione.

Questi due fattori, inflazione e tassazione elevata, incidono negativamente sulla competitività e sulla facilità di attrarre capitali, investire e creare posti di lavoro, relegando una nazione dall'enorme potenziale, come l'Argentina, nelle posizioni finali dell'indice del Forum economico mondiale, quando invece dovrebbe essere in cima.

L'inflazione eccessiva e le tasse elevate sono due fattori quasi identici che nascondono un'eccessiva spesa pubblica, la quale agisce da freno all'attività economica poiché non è un servizio per facilitare l'attività economica, ma fine a sé stessa. Nel 2016 la spesa pubblica ha raggiunto il 47,9% del PIL, un dato chiaramente sproporzionato. Anche se consideriamo la spesa pubblica primaria, cioè escludendo il costo del debito, essa è raddoppiata tra il 2002 e il 2017.

L'idea che il debito di un Paese non sia una passività, ma semplicemente un attivo che sarà assorbito dai risparmiatori, è sbagliata in quanto non considera tre fattori:

  1. Nessun debito è un asset perché lo dice lo stato, ma perché c'è una domanda reale. Lo stato non decide la domanda per un bond o uno strumento di credito, lo decidono i risparmiatori ed i risparmi non sono illimitati, quindi anche la spesa in deficit non è infinita.
  2. Nessuno strumento di debito è un asset attraente se viene imposto ai risparmiatori attraverso la repressione. Anche se lo stato impone la confisca dei risparmi per coprire i suoi squilibri, si intensificherà la fuga di capitali; è letteralmente come far smettere di respirare una persona per conservare l'ossigeno.
  3. Quel debito è semplicemente impossibile da ripagare quando l'investitore e il risparmiatore sanno che lo stato distruggerà il potere d'acquisto della valuta. La reazione è immediata.

L'idea socialista che gli stati che creano denaro artificialmente non provochino inflazione, perché l'offerta di moneta aumenterà di pari passo con l'offerta e la domanda di beni e servizi, è semplicemente fantascienza.

Lo stato non ha una migliore o più accurata comprensione dei bisogni e della domanda di beni e servizi, o della capacità produttiva dell'economia. Infatti ha tutti gli incentivi a spendere e trasferire le sue inefficienze a tutti gli altri.

Come ogni incentivo perverso in base alla cosiddetta fallacia dello "stimolare la domanda interna", lo stato crea semplicemente squilibri monetari per mascherare il deficit fiscale creato dalla spesa e dai prestiti senza ritorno economico reale. Il risultato: massiccia inflazione, stagnazione economica con il crollo della produttività ed impoverimento diffuso.

La realtà è che la forza della valuta e la domanda reale a lungo termine per le obbligazioni sovrane sono i segni della salute di un sistema monetario. Quando tutti cercano di giocare come la FED senza avere la libertà economica e le istituzioni statunitensi, fanno solo la figura degli sciocchi. L'illusione monetaria può ritardare l'inevitabile, una crisi, ma accade più velocemente e più duramente se si ignorano gli squilibri.

Tuttavia, quando falliranno, i sostenitori della MMT vi diranno che non è stata attuata correttamente e che siete VOI, non loro, a non capire cosa sia il denaro.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


lunedì 29 marzo 2021

Il film Lego non parla affatto di libertà

 

 

di Jeffrey Tucker

La prima volta che ho visto The Lego Movie (2014) l'ho interpretato come un inno all'imprenditorialità creativa e ai terribili risultati della pianificazione centrale.

È la storia di un semplice lavoratore che si ritrova in una posizione di leadership nel rovesciare una tirannia. Credeva che la vita fosse fantastica e poi scopre di vivere in una realtà distopica. Tutto era programmato, inclusa la felicità obbligatoria. Capisce quindi che il modo migliore per confondere i pianificatori è costruire qualcosa di completamente nuovo e inaspettato.

Non seguire le istruzioni; sii creativo e audace.

È una lezione che abbiamo ascoltato dagli imprenditori in ambito tecnologico per decenni. Io stesso l'ho promulgata.

Durante tutto il film i personaggi lottano per allontanarsi da un pianificatore che li vuole rinchiusi in un recinto. Mentre ci avviciniamo alla fine del film, scopriamo che questa è una metafora di qualcosa di reale: la persona che ha costruito quel mondo nel suo seminterrato stava incastrando i pezzi del Lego esattamente come li voleva.

Suo figlio aveva altre idee, si intrufolava nel seminterrato e, con grande sconcerto del padre, stava costruendo qualcosa di completamente nuovo: non voleva paletti, ma la libertà di creare qualcosa di nuovo.

Questo era il mio ricordo del film, quindi l'ho guardato di nuovo nella speranza di sentirmi ispirato allo stesso modo nei confronti della libertà e della creatività.

Questa volta, tuttavia, il film m'ha presentato un messaggio diverso e mi dispiace concentrarmi sul finale, che è uno spoiler se non l'avete visto, ma è esattamente in quel momento che scopriamo che il film parla di qualcosa di più profondo e insidioso.

Quello che abbiamo davvero qui è una lotta tra padre e figlio. Entrambi sono ciò che il film chiama "mastri costruttori", persone altamente abili nell'usare i Lego per creare interi mondi.

Una volta conoscevo una persona simile. Ha passato praticamente tutta la sua vita a costruire con i Lego, realizzando orologi, dipinti, scrivanie e statue. Ha venduto le sue opere a prezzi elevati in modo da farne la sua professione. Riceveva commissioni da fiere e persone con un elevato patrimonio netto che desideravano creazioni di vanità per le loro case e uffici. Questo per dire che persone del genere esistono davvero.

La vera lotta nel film, quindi, non riguarda la trama principale dei personaggi e questo punto è incredibilmente ovvio, ma va detto perché cambia l'intero significato: i personaggi Lego non possiedono una volontà propria. Non parlano, non si muovono, non ragionano e non creano. Sono completamente alla mercé del costruttore che usa la sua immaginazione per creare cose e inventare una storia attorno ad esse. Il costruttore scrive la narrazione e controlla la sceneggiatura.

Il padre che voleva dar vita alle sue creazioni potrebbe essere considerato una metafora per una generazione più anziana che ha una certa visione di come dovrebbe funzionare la società. Rimane scioccato quando suo figlio cambia completamente i personaggi e le infrastrutture iniziando a fare qualcosa di nuovo. Si rende conto che deve rinunciare al suo controllo affinché una generazione più giovane e più creativa possa fare cose nuove.

Il significato, quindi, è più insidioso se si considera che stiamo vivendo nell'era della ludicizzazione e del modellismo. Sono stato a diversi seminari tecnici sull'argomento e ho letto molto a riguardo: la presunzione è che le persone possano essere incentivate a comportarsi nel modo desiderato inventando una serie di ricompense, reali o immaginate, affinché la partecipazione sia continua e si passi da un livello all'altro. Funziona bene nei giochi online, ma fallisce in altri contesti. Non si può far eseguire alle persone compiti del tutto insensati prendendole in giro.

Il problema principale è quando si confonde il gioco con la vita reale. Eppure questo è esattamente ciò che abbiamo vissuto in quest'ultimo anno. La modellazione e le prescrizioni politiche che sono state le cause dei lockdown provengono principalmente dalla teoria della ludicizzazione top-down. Sunetra Gupta ha descritto già 20 anni fa l'ascesa della modellizzazione nella professione epidemiologica e l'ha definita per quello che è: "Illusione di controllo".

Per loro stessa natura le metafore matematiche possono essere applicate solo ad una ristretta gamma di problemi: quelli che si prestano a ridursi ad elementi ben precisi e per i quali la relazione tra suddetti elementi può essere esplicitamente dichiarata. Tale esercizio artificiale deve essere in grado di commentare alcuni aspetti del problema che altrimenti non sarebbero stati evidenti.

Ma qualcosa nella confortante rigidità del processo, nella sua notazione seducente e soprattutto nelle sue connotazioni di privilegio intellettuale, ha portato ad una selezione diversificata di discipline sull'altare del ragionamento matematico. Infatti l'appropriazione indebita del linguaggio matematico nelle scienze sociali e biologiche è una delle grandi tragedie del nostro tempo.

Ripensate un attimo alle origini del concetto di "distanziamento sociale": una modellista di scuola media che immaginava come lei, in veste di capomastro, avrebbe tenuto separati i ragazzini in modo che una malattia non potesse diffondersi. Suo padre ha preso la sua idea, l'ha matematizzata e visualizzata, e alla fine l'ha presentata al presidente degli Stati Uniti che l'ha trovata avvincente. Il documento originale è ancora presente sul sito web del CDC. Alcuni dei grafici originali su quel documento rendono gli esseri umani molto simili ai Lego. Basta tenere separate le persone e la malattia è così controllata. Lasciate che i mastri costruttori dirigano lo spettacolo!

Quando guardate la trama del film sotto questa luce, la lotta tra la vecchia generazione e quella più giovane può essere vista come una battaglia tra il vecchio e il nuovo modo di fare. Qual era il vecchio modo di fare? Forse la Costituzione, forse la Carta dei diritti. Un mondo in cui le scuole erano eventi di persona, un mondo di libertà di associazione e di viaggio, era un mondo in cui avevamo la possibilità di scegliere dove vivere, cosa fare, dove fare acquisti e controllavamo i nostri destini.

Cosa lo sta sostituendo? Una nuova generazione di modellisti che pensano di avere un'idea migliore di come dovrebbe funzionare la società. Ci sono limiti di capacità, mascherine, controlli su viaggi e raduni, un istituto medico che gestisce il nostro profilo immunitario e un'élite tecnocratica che è responsabile dell'intero sistema, forse qualcuno come Bill Gates.

Una caratteristica sconcertante degli ultimi 12 mesi è come quelle persone a cui piace il vecchio modo di fare (es. libertà e diritti) siano trattate in modo sdegnoso dai pianificatori e dai pro-lockdown, come se solo loro, l'elite intellettuale, sapessero cosa è meglio mentre noi stiamo semplicemente aggrappandoci ad una visione fallita del passato. Hanno i modelli e il know-how, sono loro i capomastri e noi siamo semplici nostalgici di un mondo che non c'è più.

L'arroganza di questa folla è palpabile e si sono dimostrati assolutamente implacabili nelle loro opinioni anche di fronte a tutte le prove del mondo reale che il loro modello ha fallito, e miseramente anche. Non si smuoveranno perché, secondo il loro modo di pensare, i modelli funzionano sulla carta e questo conta molto più del mondo reale. Se non è andata come speravano, è solo perché non siamo stati abbastanza obbedienti. La prossima volta andrà come dicono loro, con test sempre più precoci e metodi di controllo più severi.

Sì, sembra tutto estremamente inquietante. Potrei sbagliarmi sul fatto che The Lego Movie fa presagire un futuro di una generazione di pianificatori centrali che ne sostituirà un'altra. Forse è solo un divertente cartone animato, dopotutto. Tuttavia l'idea di mastri costruttori che si combattono a vicenda su cosa ricavare dai pezzi è agghiacciante. Se lo guardate di nuovo, ricordate che noi siamo i pezzi ed il film assumerà un senso completamente diverso.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


venerdì 26 marzo 2021

I morti stanno consumando i vivi: dalla nipponizzazione all'argentinizzazione dell'economia

 

 

di Francesco Simoncelli

Qualche giorno fa mi è capitato di leggere la storia di un argentino che, durante una vita di duro lavoro, era riuscito a risparmiare circa 600.000 pesos. Al tasso di cambio del mercato nero di oggi, valgono circa $4.000. Questi soldi erano tenuti sotto il proverbiale materasso e sono diventati praticamente inutili. Una vita di risparmi... puff! Il protagonista della storia non aveva un conto in banca, non aveva carte di credito, solo un mucchio di contanti e nessun pensiero di proteggersi dal furto silenzioso del suo potere d'acquisto. Hitchcock asseriva che non esistesse il delitto perfetto, peccato che non fosse erudito in economia altrimenti avrebbe fatto film con tutt'altra trama.

L'inflazione in Argentina si aggira intorno al 50% all'anno e il Paese ha visto uno dei lockdown più duri nel tentativo di fermare il coronavirus... o almeno questa è la scusa ufficiale, perché in realtà sappiamo tutti che gli stati necessitano di una scusa per giustificare l'intervento continuo e cercare di contrastare il disastro economico che essi stessi hanno causato in primo luogo. Impossibile dire cosa succederà dopo, ma se la storia è una guida, i pesos continueranno a perdere valore rispetto al dollaro USA e poi il dollaro perderà valore rispetto a tutto il resto. Il biglietto verde post-1971, infatti, ha già perso il 96% del suo valore in termini di oro e negli anni a venire quasi sicuramente perderà il resto.


TRE LEZIONI DALL'ARGENTINA

Prima di passare ad analizzare il "dove ci troviamo", è utile capire quali lezioni si possono apprendere dai veterani dell'interventismo economico, dell'impoverimento socio-economico e dell'inflazione dei prezzi. Cosa possiamo imparare dall'Argentina? Può essere utile per prepararci ad un sistema più disfunzionale? Per mezzo secolo i valori degli asset, gli standard di vita e la crescita del PIL non sono dipesi né dalla produzione reale, né dai guadagni reali. Invece il credito è stato espanso al di là dell'output necessario per sostenerlo. Dall'inizio degli anni '80 il debito USA, ad esempio, è cresciuto di oltre $35.000 miliardi in più rispetto al PIL, ma il debito non può aumentare più velocemente della crescita economica per sempre. C'è, quindi, una forte probabilità che quando gli schemi salteranno, le economie occidentali saranno disfunzionali come quella dell'Argentina.

Prima lezione: impossibile fidarsi dei numeri ufficiali. In Argentina il tasso d'inflazione ufficiale è stato fissato per anni al 10% o meno, quando invece tutti sapevano che i prezzi reali stavano salendo come minimo del 20-30% all'anno. Il governo ha cercato di nascondere la verità truccando il suo Big Mac Index, convincendo McDonald's a tenere basso il prezzo dei suoi hamburger. Alla fine la catena dei fast food ha dovuto ritirare il panino dai menù, poiché perdeva soldi, mentre il governo insisteva sulla sua linea di un'inflazione non oltre il 10%. Nel frattempo le pizze salivano del 25% all'anno e la gente ha iniziato ad usare il "Pizza Index" per una misura più vera dell'inflazione dei prezzi.

Gli economisti mainstream ripetono spesso che non abbiamo nulla di cui preoccuparci, perché l'offerta di moneta e l'inflazione al consumo sono sotto controllo. Inutile dire che si sbagliano: si possono sfornare tutti i numeri riguardanti l'inflazione che si vuole a seconda delle ipotesi alla base di tali numeri. E ciò vale anche per il denaro, il cui posto è stato preso dal credito sin dal 1971. Le persone non hanno più "contanti", infatti quando vogliono comprare una casa, un'auto o anche una cena non usano contanti, ma il credito. Ciò che conta per loro non è quanto denaro hanno, ma quanto credito hanno a disposizione ed il loro potere d'acquisto dipende dalla continua offerta di credito. Anche le aspettative d'inflazione non dipendono più dall'offerta di moneta, ma dalla disponibilità di credito e dalla volontà di utilizzarlo.

Seconda lezione: occhio a tutte le forme sintetiche di ricchezza. Durante le varie crisi finanziarie che si sono susseguite in Argentina, le persone hanno cercato di proteggersi accumulando denaro (pesos o dollari), bond o facendo affidamento sulle pensioni. Tutti questi tipi di risparmio ed investimenti si sono rivelati disastrosi. Il peso è stato perennemente svalutato; il governo ogni volta ha chiuso le banche e convertito in pesos i depositi in dollari; le pensioni ed i bond hanno subito lo stesso fato (soprattutto quest'ultimi nei casi in cui le società hanno cessato l'attività e la perdita è stata del 100%). Lezione: gli asset sintetici, o cartacei, possono essere manipolati e svalutati facilmente.

I risultati sono stati devastanti per i risparmiatori della classe media, mentre i ricchi sono stati più furbi perché hanno tenuto gran parte del loro denaro in conti esteri, specialmente in Uruguay e Miami (oltre ad acquistare immobili, aziende e oggetti da collezione invece di asset di carta).

Terza lezione: perdita della fiducia. Quando un'economia diventa disfunzionale, la fiducia a tutti i livelli diminuisce. Questo è particolarmente vero quando i risparmi di una vita, il duro lavoro di una vita, vengono costantemente e progressivamente erosi attraverso svalutazione monetaria, tasse e crowding out dovuto ai deficit pubblici. La fiducia nel vecchio modello, nei suoi soldi, nelle sue promesse, nelle sue teorie e nei suoi modi di fare affari si dissolverà a ritmo crescente. Le persone non saranno in grado di identificare esattamente il colpevole, invece si sentiranno imbrogliate e molte si sentiranno come se dovessero "imbrogliare" a loro volta. Prestiti, impegni di lavoro, pratiche burocratiche di ogni tipo: tutto diventa inaffidabile ai loro occhi. Le persone tendono ad "imbrogliare" in molti modi: i conti bancari offshore diventano comuni, transazioni effettuate tramite conti segreti, acquisti/vendite in contanti e "sottobanco", ecc.

Negli affari, negli investimenti e soprattutto nei confronti dello stato, la fiducia diminuirà rapidamente e la persona media non sarà preparata. Imparerà, suo malgrado e ad un enorme costo, a diversificare in Bitcoin, a diffidare dei numeri ufficiali e ad essere pronta ad ignorare statistiche sospette di ogni tipo.


PIENA NIPPONIZZAZIONE

Questo monito dal presente continua ad essere inascoltato, soprattutto in virtù delle ultime decisioni in materia di politica monetaria da parte della BCE che praticamente ha abbandonato qualsiasi preoccupazione di facciata nei confronti di offerta di denaro e stabilità di prezzi andando adesso a prendere di mira la curva dei rendimenti. Perché, se ancora si avessero dubbi, è rimasta solo la BCE a comprare spazzatura obbligazionaria dei Paesi europei. Lo stesso discorso vale per la FED. Non solo, ma apprendiamo anche che il ritmo del pompaggio monetario è destinato a crescere.

Ciò che colpisce ancora di più è che questo potrebbe non essere sufficiente. Prendiamo il caso particolare della FED: dopo che ha monetizzato praticamente ogni dollaro di emissione netta del Tesoro USA nel 2020, quest'anno l'offerta di bond sovrani supererà significativamente gli acquisti della FED. Detto in altre parole, l'emissione netta del Tesoro USA sarà di circa $2.400 miliardi e la FED dovrebbe monetizzarne meno della metà. Considerando quello che è successo nel 2020 (e da cui non si torna indietro), questo è un burrone che potrebbe portare ad un calo significativo dei prezzi obbligazionari se il mercato non subodorerà un interventismo maggiorato da parte della FED. Infatti non è un caso che i rendimenti obbligazionari delle scadenze più lunghe continuino inesorabilmente a salire.

Insomma la FED deve più che raddoppiare il suo QE mensile programmato nel 2021 solo per raggiungere il livello del 2020 (e come abbiamo visto dalle azioni più recenti della BCE e dal grafico qui sopra, non è certo sola). E qui arriva il colpo di scena, perché quest'anno le iniezioni di liquidità non saranno limitate al QE. Infatti gli acquisti di titoli da parte della banca centrale americana tramite il QE non sono l'unico modo in cui la liquidità può entrare nei mercati: negli Stati Uniti il Tesoro può aumentare la liquidità attingendo al suo saldo di cassa detenuto presso la Federal Reserve (noto come TGA o Conto Generale del Tesoro). Dal punto di vista della liquidità l'emissione del debito da parte del Tesoro USA e la successiva spesa non incide sulla liquidità netta, almeno non in linea generale: quando il Tesoro USA emette debito, le riserve del sistema bancario scendono; quando spende i soldi, le riserve del sistema bancario aumentano.

Tuttavia il 2020 è stato unico, in quanto il Tesoro USA ha emesso molti debiti senza spendere i soldi, accumulando oltre $1.600 miliardi.

Nel 2021 il Conto Generale del Tesoro subirà una maggiore volatilità a causa della scadenza del tetto del debito, ma inizialmente si tradurrà in una iniezione consistente di liquidità. La scadenza del tetto del debito è il 1° agosto 2021. In questa data, il Tesoro degli Stati Uniti non sarà in grado di emettere alcun debito aggiuntivo oltre a quanto necessario per coprire gli obblighi esistenti.

Tuttavia ciò di cui pochi sono a conoscenza, è che esiste una clausola che vieta al TGA di superare i livelli prima della scadenza del tetto del debito. Ciò significa che, in base al tetto del debito del 2019, la liquidità del Tesoro USA dovrà essere di $200 miliardi entro il 1° agosto 2021. Di conseguenza ci saranno pagamenti di bond sovrani a raffica nel 2021 affinché il Tesoro USA possa ridurre il proprio saldo di cassa. Con la liquidità del TGA a circa $1.600 miliardi, significa che il Tesoro degli Stati Uniti sbloccherà $1.400 miliardi di liquidità nei prossimi 8 mesi, più che raddoppiando quella proveniente dalla FED nello stesso periodo di tempo ($120 miliardi x 8 mesi).

Ma con gli interventi del sistema bancario centrale non è importante ciò che "si vede", bensì ciò che "non si vede". Si vedono migliaia di miliardi di dollari in liquidità che hanno effetti positivi sui mercati degli asset, tuttavia ciò che non si vede è ciò che sta accadendo altrove. Oltre al fatto che gli interventi delle banche centrali abbiano reso il 10% più ricco ancora più ricco, bypassando il 90% più povero, l'effetto più insidioso è stata l'ascesa delle società "zombi". Queste società sopravvivono solo grazie alla soppressione dei tassi d'interesse e alla creazione di un clima di investimento speculativo per l'emissione di obbligazioni. Mentre gli "zombi" spuntano fuori in numeri da record, il costo invisibile per l'economia passa inosservato. Queste società prendono in prestito capitale dagli investitori per nutrire un ospite "morente" e privano le nuove imprese del capitale, delle risorse economiche e delle opportunità necessarie per emergere. Inutile dire che mantenere in vita aziende morenti più a lungo di quanto la "distruzione creativa" consentirebbe naturalmente, soffoca la crescita economica.

Negli ultimi 40 anni, in particolar modo, s'è messo il turbo alle politiche monetarie e fiscali keynesiane credendo fideisticamente che il modello funzionasse e la maggior parte della crescita economica aggregata è stata finanziata dalla spesa in deficit, dall'espansione del credito e dalla riduzione dei risparmi. A sua volta, la riduzione degli investimenti produttivi nell'economia ha portato ad un rallentamento della produzione. Il conseguente rallentamento dell'economia ed il calo dei salari ha costretto il consumatore a ricorrere sempre più al credito, il che ha anche ridotto i risparmi. Inutile dire che i consumatori si sono ritrovati a dirottare una parte maggiore del loro reddito per il servizio del debito. Un silenzioso calo della prosperità economica ha serpeggiato negli ultimi 40 anni in particolare, alimentato dalle stesse figure che si sono fatte avanti per porvi rimedio.

Infatti la maggior parte dei programmi di spesa pubblica non è altro che ridistribuzione delle risorse economiche senza alcun criterio di mercato e non è un caso che i modelli economici mainstream ignorano la ridotta produttività che segue uno spostamento delle risorse da player potenzialmente produttivi a player che molto probabilmente le sprecheranno. La sciocca visione keynesiana secondo cui "più soldi nelle tasche delle persone stimolerà la spesa dei consumatori e la crescita economica" non solo s'è dimostrata sbagliata, ma addirittura distruttiva.

E questa è stata una lezione appresa dal Giappone. Dal 1980 ad oggi l'economia giapponese ha mantenuto un tasso di crescita medio di appena lo 0,43%. nel corso del tempo ha fatto spesso ricorso al QE e sin dall'ultima crisi finanziaria ha avviato un massiccio programma di "quantitative easing" che è più di 3 volte più grande di quello degli Stati Uniti. Mentre i mercati azionari hanno ottenuto buoni risultati con gli interventi della BOJ, la prosperità di Main Street è più o meno uguale a quella dell'inizio di questo secolo. Inoltre nonostante il bilancio della BOJ consumi l'80% dei mercati degli ETF, per non parlare di una fetta considerevole del mercato del debito pubblico e societario, il Giappone rimane afflitto da recessioni periodiche e sempre più ravvicinate nel tempo.

Perché è importante il Giappone? Perché oltre ad essere il paziente 0 del QE, è soprattutto un modello della conseguente fragilità della crescita economica. L'ingegneria finanziaria non aiuta un'economia, la danneggia. Se davvero fosse un aiuto, dopo le enormi dosi di liquidità, l'economia giapponese sprizzerebbe forza da tutti i pori. Invece accade l'opposto.


DALLA NIPPONIZZAZIONE ALL'ARGENTINIZZAZIONE

Ma con lo stimolo keynesiano visto come l'unico mezzo affinché gli stati possano finanziare i loro deficit, non c'è scampo. In realtà basterebbe semplicemente ricorrere all'aritmetica per capire che più si stampa, più si svaluta e più bisogna stampare di nuovo. Aggiungete il fattore della distruzione di ricchezza e les jeux sont faits. Gli Stati Uniti stanno già seguendo questa rotta monetaria, anche se pochissimi osservatori se ne rendono conto. Le criptovalute, i mercati azionari, i metalli e le materie prime stanno tutti salendo di prezzo, una condizione che può verificarsi solo come risultato della svalutazione monetaria. È la prova che, coloro che possono farlo, stanno già scaricando dollari per asset finanziari, il che solleva la questione dell'effetto sul potere d'acquisto del dollaro alla prossima dose di inflazione monetaria. Dato il modo in cui è costruito, le misure ufficiali dell'inflazione non rispecchieranno pienamente gli aumenti dei prezzi.

Per certi aspetti, il dollaro si trova nella stessa posizione della corona islandese nel 2007. Due anni prima il deficit commerciale dell'Islanda era salito fino al 20% del PIL e le agenzie di rating iniziarono a cambiare le loro valutazioni in negativo. Quando poi arrivò la Grande Recessione la fiducia economica nell'Islanda svanì completamente e le banche, tentando di preservare i propri bilanci, si affrettarono verso le uscite. Le tre principali banche islandesi avevano una leva spropositata, avendo asset circa dieci volte il PIL islandese. Anche se i loro bilanci erano denominati in corone, erano fortemente dipendenti da finanziamenti n valute estere; la loro scomparsa fece crollare le banche e la valuta islandese. Oggi sebbene i finanziamenti statunitensi siano denominati in dollari, da quando gli USA hanno iniziato a fare affidamento su deficit commerciali coperti da investimenti esteri in entrata, come l'Islanda prima della crisi del 2008, sono diventati dipendenti dagli investimenti esteri.

Oltre a questa fragilità di fondo per il dollaro, le attuali condizioni economiche si stanno aggiungendo ai problemi del settore bancario commerciale. Se le iniezioni di liquidità della FED nel mercato dei pronti contro termine nel settembre 2019 non avessero salvato le banche da un'imminente crisi di liquidità, una crisi bancaria sarebbe stata praticamente una certezza. Ma da allora la situazione è notevolmente peggiorata, costringendo la FED ad espandere drasticamente il proprio bilancio per creare riserve bancarie aggiuntive. Inoltre il deficit di bilancio per il 2020 è stato stimato a $3.300 miliardi, circa il 17% del PIL. Altre grandi valute affrontano problemi simili a causa della rapida escalation dei deficit di bilancio.

E questo trend è equivalente ad un treno in corsa i cui freni sono rotti e ha di fronte un ponte fatiscente. Infatti ricordiamo cosa afferma la relazione di qualche anno fa della Social Security Administration: "Entro il 2033 le tasse raccolte saranno sufficienti per pagare solo il 75% circa dei benefici di welfare programmati". Questa data è stata rivista di recente. Ogni bilancio statale è composto da spesa obbligatoria e spesa discrezionale; inutile dire che la fetta della torta fiscale di quest'ultimo tipo di spesa si riduce sempre di più (es. qui le cifre per gli USA). In sostanza, i pagamenti del welfare sono la spada di Damocle sulle teste degli stati, l'ultimo pilastro su cui si fonda la loro fonte restante di controllo. Il sistema attuale non è solo finanziariamente insostenibile, è anche uno schema Ponzi in cui coloro che pagano, persone in età lavorativa, sostengono coloro che raccolgono i pagamenti in un ciclo senza fine. Sebbene possa essere pubblicizzato come un fondo pensionistico pubblico, coloro che versano oggi non potranno mai utilizzare i soldi che sono stati tenuti a pagare.

Dato questo background già marcescente, dobbiamo aggiungerci che il sistema bancario commerciale tirerà in barca i remi del credito, le società zombi necessitanti finanziamenti si ritroveranno a corto di supporto vitale, la produzione reale e le supply chain sono state devastate dalle politiche governative in risposta alla crisi sanitaria, lo tsunami di liquidità sul sistema finanziario ha creato una situazione di disconnessione con Main Street e ha legato le valute fiat a doppio filo con gli asset finanziari, il proverbiale "helicopter money" su Main Street creerà un aumento significativo dei prezzi al consumo. Come scritto in tempi non sospetti il gioco a cui stiamo giocando è "Inflate or die".


CONCLUSIONE

L'efficacia della politica monetaria ha i suoi limiti: per quanto creare denaro dal nulla possa sembrare inizialmente una cosa buona, in realtà non porta prosperità. L'inflazione dei prezzi sta iniziando a bussare alle nostre porte, sebbene finora sia stato mascherato dall'inflazione dei prezzi degli asset. Nonostante un forte calo del PIL e un tasso di disoccupazione superiore a quello prima dell'inizio della crisi, gli indici azionari non sembrano affatto aver accusato il colo. Questo mostra anche chi trae profitto dalla risposta economica alla crisi: chi possiede un patrimonio, cioè chi è già ricco. Le classi medie e inferiori, nel frattempo, perdono terreno, perché le loro attività vengono chiuse o bloccate. Pertanto i pianificatori monetari centrali continuano ad aumentare la disuguaglianza economica nella "lotta contro il virus".

Nell'ultimo decennio è stata necessaria un'enorme quantità di interventi da parte delle banche centrali per mantenere a galla le economie a livello globale e vi sono prove a iosa che la crescita economica è in stallo. Siamo in piena nipponizzazione:

• un calo del risparmio che impoverisce gli investimenti produttivi;

• una fascia demografica che invecchia e che dipende sempre più dal welfare state;

• un'economia fortemente indebitata;

• un gruppo demografico più giovane sottoccupato;

• rallentamento dei tassi di crescita economica interna;

• produzione industriale debole.

Il fulcro resta la demografia ed i tassi d'interesse. Man mano che l'invecchiamento della popolazione crescerà, diventando un freno netto al "risparmio", la dipendenza dal welfare state continuerà ad espandersi. Non solo, ma dall'ultimo report del CBO apprendiamo tre cose importanti:

  1. Il deficit di bilancio salirà a $2.300 miliardi nell'anno fiscale 2021 e ammonterà a $12.300 miliardi nel prossimo decennio.
  2. Il debito USA raggiungerà un nuovo record crescendo da oltre il 79% del PIL alla fine dell'anno fiscale 2019 a oltre il 102% entro la fine del 2021 e crescerà di altri $13.600 miliardi entro la fine del 2031 fino a raggiungere i $35.000 miliardi.
  3. La vera chicca: quattro dei principali fondi fiduciari sono insolventi. Il CBO proietta l'insolvenza del Fondo fiduciario autostradale nell'anno fiscale 2022, l'insolvenza del Fondo fiduciario assicurativo ospedaliero (Medicare) nell'anno fiscale 2026, l'insolvenza del Fondo fiduciario per la previdenza sociale nell'anno solare 2032 e l'insolvenza del Fondo fiduciario per l'assicurazione contro l'invalidità nel 2035.

Il tutto presumendo che niente vada storto nel frattempo. Un pio desiderio se consideriamo la trappola "Inflate or die" in cui sono finite le varie banche centrali del mondo e la dipendenza massiccia generata da un sistema pensionistico destinato al fallimento. E questa è solo la punta dell'iceberg.

No, non vi è alcuna ragione teorica per pensare che la produzione reale possa essere sostituita con denaro fasullo.

No, non c'è nessun esempio nella storia in cui la stampa di denaro si sia dimostrata efficace nel creare una crescita economica e una prosperità reali.

No, non c'è modo di fermare la stampa di denaro; le famiglie, le imprese ed i governi ora fanno affidamento su di essa.

No, non esiste un modo indolore per tornare a tassi d'interesse e politiche fiscali/monetarie normali.

No, non c'è motivo plausibile per pensare che questa storia non finirà in un disastro economico/sociale, proprio come ogni altro episodio di stampa di denaro nella storia.

Deficit e debiti attuali saranno sulle spalle delle generazioni future, anche perché l'impoverimento è causato da un virus, no? Infatti il mantra economico attuale è "come avremmo fatto senza banche centrali ad intervenire con vagonate di soldi?". In questo modo si bypassa alla grande il fatto che le chiusure e tutte le altre misure non farmaceutiche sono state inutili. La stampa di denaro è servita a salvare/sostenere i soliti noti, mentre le conseguenze se le becca il resto della popolazione. Meglio ancora se indossa la mordacchia, china il capo di fronte alla povertà eruttante e ringrazia per il tozzo di pane che riesce a racimolare.


giovedì 25 marzo 2021

Bitcoin e la sua progressiva adozione di massa

 

 

di Ethan Yang

Al momento della stesura di questo articolo, il valore di Bitcoin si attesta a circa $53.000 dopo essere sceso da $57.000 a circa $43.000 verso la fine di febbraio. Nel 2020 Bitcoin ha visto un aumento vertiginoso da meno di $6.000 a marzo al suo valore attuale.

Mentre Bitcoin si avvicinava ai suoi massimi storici di circa $20.000 nel dicembre del 2020, molti investitori temevano che sarebbe stato semplicemente una ripetizione del 2017 quando salì all'improvviso e poi precipitò quasi altrettanto rapidamente. Tuttavia, a differenza del 2017, la salita di Bitcoin nel 2020 non è stata dovuta al clamore dei consumatori al dettaglio, ma all'interesse degli investitori istituzionali che hanno conferito un enorme grado di stabilità alla traiettoria della valuta virtuale. Anche la tecnologia blockchain e le criptovalute hanno visto un'adozione più ampia sin dal 2017.

L'AIER ha sottolineato questa differenza chiave e importante nel dicembre del 2020, quando Bitcoin si stava avvicinando al suo storico livello di prezzo di $20.000. Abbiamo fatto notare che con l'avvento di investimenti istituzionali su larga scala da parte di società come Square, PayPal, l'approvazione di banche come JPMorgan, combinate con i timori sull'inflazione globale a causa del quantitative easing su larga scala, l'aumento del prezzo di Bitcoin era più che giustificato.


Hype dei media & investimenti in crescita

Un indicatore interessante per dimostrare l'ambiente nettamente diverso tra l'ascesa di Bitcoin nel 2017 rispetto ad oggi è il livello delle ricerche su Google per misurare l'hype generale. Un aumento dei prezzi dovuto ad un'impennata dell'attenzione dei media è molto meno sostenibile di un aumento principalmente alimentato da investitori istituzionali. Di seguito ci sono i grafici delle tendenze di ricerca su Google per Bitcoin e per GameStop, un titolo che ha visto un picco estremo di valore e attenzione da parte dei media prima di crollare proprio come fece Bitcoin nel 2017.

Bitcoin Google Trend Graph
GameStop Google Trend Graph

Come dimostrato dai grafici qui sopra, l'attenzione dei media su Bitcoin ha appena raggiunto la metà di dove era durante il suo improvviso aumento nel 2017, alimentato principalmente dai trader. Bitcoin e la tecnologia blockchain erano un'idea marginale nel 2017 ma, come evidenziato da Nasdaq nel dicembre del 2020:

Le banche tradizionali stanno ora facendo il grande passo e stanno proponendo servizi legati alle criptovalute. Lo spostamento coincide con il prezzo di Bitcoin che ha raggiunto i massimi storici a dicembre.

Le banche potrebbero aver esaminato attentamente le risorse digitali da un po' di tempo, ma sono state nervose nel dire qualcosa in pubblico. Ora sembra che si stiano unendo ad un cambiamento generale nei confronti delle criptovalute nella seconda metà del 2020, il quale ha incluso il gigante dei pagamenti PayPal (PYPL) ed esperti di hedge fund tra cui Paul Tudor Jones e Stanley Druckenmiller.

Con il prezzo di Bitcoin in costante aumento mese dopo mese senza grandi picchi nell'attenzione da parte dei media, c'è motivo di credere che il suo valore possa essere attribuito maggiormente all'adozione istituzionale piuttosto che ad una campagna pubblicitaria al dettaglio.


Aumenta l'adozione mainstream

Prima del 2020 c'era sicuramente interesse da parte degli investitori istituzionali per la tecnologia blockchain e Bitcoin, ma ora quell'interesse si è trasformato in azione. Market Insider ha evidenziato nel febbraio del 2021 che:

Un rapporto di ricerca della Bank of America mostra che i colossi bancari JPMorgan e Citi stanno utilizzando la tecnologia blockchain, mentre altre banche stanno valutando la possibilità di consentire ai clienti di detenere criptovalute nei loro conti.

Un articolo di Coindesk afferma che Goldman Sachs, nel gennaio 2021, ha aggiunto Bitcoin alla sua classifica degli asset globali.

Goldman Sachs, la leggendaria banca di Wall Street, a gennaio ha incluso Bitcoin nella sua classifica settimanale dei rendimenti delle classi di asset, quando la più grande criptovaluta è apparsa silenziosamente in cima al grafico.

Ma da allora la portata di Bitcoin (BTC, +6,6%) rispetto ad azioni, obbligazioni, petrolio, oro, titoli tecnologici e valute si è ampliata.

Dal 4 marzo il rendimento da inizio anno di Bitcoin, a circa il 70%, era circa il doppio di quello del concorrente successivo più vicino, il settore energetico, a circa il 35%, secondo l'ultimo rapporto "US Weekly Kickstart" di Goldman Sachs.

Inoltre Bitcoin.com scrive:

La banca d'investimenti Goldman Sachs sta assistendo ad un'enorme domanda istituzionale di Bitcoin. Un sondaggio sui clienti istituzionali di Goldman mostra che il 61% prevede di aumentare le proprie partecipazioni nella criptovaluta. Nel frattempo il 76% afferma che il prezzo di Bitcoin potrebbe raggiungere i $100.000 quest'anno.

Anche le grandi aziende stanno iniziando a detenere Bitcoin per diversificare i propri asset, proprio come terrebbero l'oro. Un documento SEC di Tesla afferma:

Come parte della nostra linea di politica, ivnestiamo una parte di tale liquidità in determinati asset di riserva alternativi specificati. Successivamente abbiamo investito un totale di $1,50 miliardi in bitcoin nell'ambito di suddetta linea di politica. Inoltre prevediamo di iniziare ad accettare Bitcoin come forma di pagamento per i nostri prodotti nel prossimo futuro.

Possiamo aspettarci che una tale tendenza continui man mano che più aziende e leader aziendali si sentiranno a loro agio nell'investire in Bitcoin.

Di seguito è incluso un grafico che mostra il graduale aumento degli indirizzi Bitcoin attivi sin dal suo picco verso la fine del 2017, il che dimostra che anche l'adozione di massa è in aumento insieme agli investimenti istituzionali.

Secondo un articolo pubblicato da Forbes nel luglio del 2020, circa il 15% degli intervistati ha dichiarato di aver investito in Bitcoin o Ethereum e circa la metà ha iniziato ad investirvi nel 2020. Per il contesto, circa il 55% della popolazione statunitense ha investimenti in titoli azionari. Queste tendenze dimostrano un crescente interesse e comfort nei confronti di Bitcoin sia sul fronte degli investitori istituzionali che su quello degli investitori al dettaglio. Suggerisce anche che in questo momento Bitcoin ha molto spazio per crescere.


Bitcoin come asset

C'è molto dibattito sul fatto che Bitcoin vedrà l'adozione di massa come valuta e ciò spaventa comprensibilmente molti potenziali investitori, oltre a sollevare domande sul suo valore in ascesa. Questo è un fattore importante da tenere a mente poiché il prezzo può oscillare violentemente nel giro di poche ore e non è chiaro quale parte del valore di Bitcoin sia dovuta ad investimenti istituzionali a lungo termine e investimenti al dettaglio. Sebbene sia probabile che il valore a lungo termine di Bitcoin continuerà ad aumentare, le sue oscillazioni di prezzo a breve termine alimentate dagli investimenti al dettaglio creeranno un notevole livello di incertezza.

Tuttavia il sentimento dominante è che Bitcoin sia una sorta di merce preziosa che si apprezza in valore come l'oro e l'argento, il che non richiederebbe che venga adottato come moneta a corso legale per giustificarne il valore.

Anche se questo non vuol dire che Bitcoin non abbia visto un utilizzo crescente come forma di valuta. Jim Barth del Milken Institute ha dichiarato in un'intervista che il crescente uso di Bitcoin da parte dei consumatori, la sua offerta limitata e la suddetta adozione mainstream sono i principali driver dell'aumento del valore di Bitcoin.

CNBC osserva che il CEO di ARK Investment Management, Cathie Wood, ritiene che Bitcoin potrebbe diventare una raccomandazione nei portafogli, con un'allocazione 60-20-20 (60% azioni, 20% obbligazioni, 20% criptovalute).

Mike McGlone, stratega senior in materie prime presso Bloomberg, ha pubblicato il seguente tweet l'8 marzo 2021.

Sebbene McGlone sia stato eccessivamente ottimista su Bitcoin in passato, a suo merito le azioni legate all'oro come SPDR Gold Trust (GLD) sono scese di valore mentre Bitcoin continua a salire. Inoltre, visto che i rendimenti obbligazionari sono saliti verso l'inizio di marzo 2021, gli investitori hanno ritirato i loro soldi dai titoli azionari tecnologici e da altri asset speculativi, facendoli calare pesantemente. Il prezzo di Bitcoin è rimasto inalterato e continua su una traiettoria ascendente al momento della stesura di questo articolo, il che indica che gli investitori lo vedono come una riserva di valore alternativa, non un titolo speculativo.

Forbes lo ha scritto nell'ottobre del 2020:

Il mercato di Bitcoin è maturato da quando l'amministratore delegato di JP Morgan, Jamie Dimon, lo definì una "frode" nel settembre 2017, aiutato dal prezzo (ancora altamente volatile) e dalla giustificazione come copertura contro l'inflazione insieme all'oro.

Ora JP Morgan ha detto che le buone performance del 2020 potrebbero essere destinato a continuare, sottolineando che il prezzo di Bitcoin ha un "considerevole" potenziale di rialzo a lungo termine in quanto compete meglio con l'oro come "valuta alternativa".

Poiché sempre più grandi investitori ed esperti collocano obiettivi di prezzo nella fascia $65.000-$100.000+, insieme alla crescente adozione e alle comprensibili preoccupazioni sull'inflazione, le ragioni per una crescita di Bitcoin sono piuttosto convincenti. Al momento è ancora una tecnologia emergente, ma la crescente adozione non solo fornisce supporto per il continuo aumento del valore di Bitcoin, dimostra anche un interessante punto di svolta negli affari finanziari.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


mercoledì 24 marzo 2021

Ludwig von Mises & il presidente Xi sulla pianificazione centrale

 

 

di Gary North

Il successo visibile dell'economia cinese sin dal 1979 ha portato ad una conclusione imprecisa: la pianificazione centrale è più efficiente della pianificazione individuale in un ordine sociale di proprietà privata.

Il presidente Xi è convinto che la pianificazione centrale sia più efficiente del capitalismo occidentale, ma la pianificazione centrale che presiede non è la pianificazione centrale che prevaleva sotto Mao. È una forma molto diversa di pianificazione centrale: è keynesismo.

La Cina ha le sue cheerleader in Occidente, questo perché anch'esse amano il keynesismo. Una di loro è Pepe Escobar.

Scriveva per questi periodici di sinistra: Salon, Huffington Post e The Nation. Ora scrive principalmente per Asia Times. Ecco alcuni dei suoi articoli per Salon nel 2015.

Il 21° secolo appartiene alla Cina: perché la nuova Via della Seta minaccia di porre fine al dominio economico dell'America

Vai ad Ovest, giovane Han: come la Cina e la nuova Via della Seta minacciano l'imperialismo americano

Il "Nuovo secolo americano" è finito prima di iniziare

Ho analizzato il progetto Belt and Road ed è un enorme baratro di pubbliche relazioni mirato a sprecare risorse e denaro. È mercantilismo keynesiano impazzito. Leggete i miei articoli:

https://www.garynorth.com/public/19473.cfm

https://www.francescosimoncelli.com/2020/11/la-nuova-via-della-seta-cinese-e-solo.html

Ecco l'ultimo esercizio di cheerleading economico da parte di Escobar.

Sulla base di una frenetica attività sui social media, la fiducia dell'opinione pubblica nei confronti della leadership di Pechino rimane solida, considerando anche tutta una serie di fattori. La Cina ha vinto la "guerra sanitaria" contro il Covid-19 a tempo di record; la crescita economica è tornata; la povertà assoluta è stata sradicata; la civiltà-stato è saldamente stabilita come una "società moderatamente prospera" 100 anni dopo la fondazione del Partito Comunista.

Dall'inizio del millennio, il PIL cinese è cresciuto non meno di 11 volte. Negli ultimi 10 anni il PIL è più che raddoppiato, da $6.000 miliardi a $15.000 miliardi. Non meno di 99 milioni di persone rurali, 832 contee e 128.000 villaggi rurali furono gli ultimi ad essere liberati dalla povertà assoluta.

Questa complessa economia ibrida è ora persino impegnata a soppiantare le aziende occidentali. Sanzioni? Non siate stupidi; venite qui e divertitevi a fare affari in un mercato di almeno 700 milioni di consumatori.

Come ho sottolineato lo scorso anno, il processo sistemico in gioco è come un sofisticato mix di marxismo internazionalista e confucianesimo (che privilegia l'armonia e aborrisce il conflitto): la struttura per "comunità con un futuro condiviso per l'umanità". Un Paese, in realtà una civiltà-stato, concentrato sulla sua rinnovata missione storica come superpotenza emergente. Due sessioni e tanti obiettivi, e tutti raggiungibili.

Sostiene che questo programma irreversibile di crescita economica si basa sulla pianificazione centrale.

La revisione della bozza del 14° piano quinquennale cinese procederà fino al 15 marzo. Ma nella congiuntura attuale, non si estenderà solo fino al 2025 (Made in China 2025 rimane in vigore). La pianificazione va a lungo raggio verso gli obiettivi del progetto Vision 2035 (raggiungimento della "modernizzazione socialista di base") e anche oltre fino al 2049, il 100° anniversario della Repubblica popolare cinese.

Il premier Li Keqiang, consegnando il rapporto di lavoro del governo per il 2021, ha sottolineato che l'obiettivo per la crescita del PIL è "superiore al 6%" (l'FMI aveva previsto in precedenza l'8,1%). Ciò include la creazione di almeno 11 milioni di nuovi posti di lavoro urbani.

Potete leggere il suo articolo qui: https://www.lewrockwell.com/2021/03/no_author/the-shape-of-things-to-come-in-china

È assente qualsiasi discussione sulla confutazione definitiva della pianificazione centrale da parte di Ludwig von Mises.


MISES & PIANIFICAZIONE CENTRALE

Nel 1920 apparve il lungo articolo di Mises, Economic Calculation in the Socialist Commonwealth. Due anni dopo lo ampliò ulteriormente trasformandolo in un libro, Socialism: An Economic and Sociological Analysis.

Ecco la sua tesi in poche parole: affinché qualsiasi tipo di allocazione economica avvenga su base razionale, devono esserci dei prezzi e questi devono essere fissati dal sistema competitivo noto come ordine sociale di libero mercato. Acquirenti e venditori elaborano scambi reciprocamente vantaggiosi sulla base di offerte competitive; i venditori competono contro altri venditori ed i consumatori competono contro altri consumatori. Da questo gigantesco sistema di aste emergono i prezzi in denaro. Questi prezzi riflettono la domanda e l'offerta.

Se non ci sono prezzi basati su valutazioni accurate della domanda e dell'offerta, i pianificatori centrali non possono sapere cosa dovrebbe essere prodotto, in quali quantità, in quali qualità e in quali posizioni geografiche. L'intero sistema di produzione e distribuzione è un processo integrato che si basa sulla proprietà privata dei mezzi di produzione, compreso il lavoro. Affinché ci sia pianificazione razionale, deve esserci un mercato in cui produttori e consumatori possano impegnarsi in scambi volontari.

In un puro commonwealth socialista, niente di tutto questo esiste. I pianificatori centrali non hanno accesso ai prezzi poiché sono loro stessi ad impostarli, ma questi prezzi non riflettono le condizioni esistenti di domanda e offerta, comprese soprattutto l'offerta e la domanda di previsioni riguardanti le condizioni future di domanda e offerta. Ciò che manca è l'imprenditorialità. Non esiste un gruppo di investitori e produttori che preveda le condizioni future della domanda e dell'offerta e che quindi allochi le risorse economiche scarse per soddisfare queste condizioni. Non c'è imprenditorialità in un puro commonwealth socialista e non esiste proprietà privata. Gli imprenditori non possono beneficiare delle loro previsioni accurate della domanda e dell'offerta; non esiste un sistema di profitti e perdite.

Ciò significa che i pianificatori socialisti vanno alla cieca. Non possono accedere alla conoscenza necessaria per stanziare milioni e persino miliardi di risorse in termini di ciò che i consumatori sono disposti a pagare. La teoria socialista nega la legittimità di un tale sistema di proprietà privata.

Mises scrisse nel 1920:

Ogni singolo calcolo nei particolari rami di una stessa impresa dipende esclusivamente dal fatto che i prezzi di mercato vengono presi come basi di calcolo per formare i prezzi di tutti i tipi di beni e manodopera impiegata. Dove non c'è libero mercato, non c'è meccanismo di impostazione dei prezzi; senza un meccanismo di determinazione dei prezzi, non vi è alcun calcolo economico.

Un'economia socialista non ha modo di rendere i manager responsabili nei confronti dei consumatori. Questo perché non esiste proprietà privata.

È un fatto assodato che l'amministrazione delle imprese pubbliche manchi di iniziativa. Si ritiene che ciò possa essere risolto da cambiamenti nell'organizzazione. Anche questo è un grave errore. La gestione di un'azienda socialista non può essere interamente affidata ad un singolo individuo, perché deve sempre esserci il sospetto che permetterà che gli errori arrechino gravi danni alla comunità. Ma se le conclusioni importanti dipendono dai voti di commissioni o dal consenso degli uffici governativi competenti, allora vengono imposte limitazioni all'iniziativa dell'individuo. È raro che le commissioni siano propense ad introdurre innovazioni audaci. La mancanza di libera iniziativa negli affari pubblici non si basa su un'assenza di organizzazione, ma è inerente alla natura stessa dell'impresa. Non si può trasferire la libera disposizione dei fattori di produzione ad un dipendente, per quanto alto sia il suo rango, e questo diventa tanto meno possibile quanto più fortemente è materialmente interessato al buon esito delle sue mansioni; poiché l'amministratore senza proprietà può essere ritenuto moralmente responsabile solo per le perdite subite. E così le perdite etiche sono giustapposte alle opportunità di guadagno materiale. Il proprietario di una proprietà, d'altro canto, è lui stesso responsabile, poiché egli stesso deve prima di tutto subire la perdita derivante da un'attività imprudente. È proprio in questo che c'è una differenza caratteristica tra la produzione liberale e quella socialista.


LA RIVOLUZIONE ANTI-COMUNISTA DI DENG

Nel dicembre 1978 il premier Deng Xiaoping annunciò una nuova politica: da quel momento in poi gli agricoltori sarebbero stati autorizzati a vendere i raccolti in eccesso in un mercato libero. Il progetto ebbe inizio nel 1979. Dal momento in cui venne implementato, la Cina iniziò a crescere economicamente. Wikipedia riassume:

Le autorità del Partito Comunista attuarono le riforme del mercato in due fasi. La prima fase, alla fine degli anni '70 e all'inizio degli anni '80, comportò la de-collettivizzazione dell'agricoltura, l'apertura del Paese agli investimenti stranieri e il permesso agli imprenditori di avviare un'attività. Tuttavia un'ampia percentuale di industrie rimase di proprietà statale. La seconda fase della riforma, alla fine degli anni '80 e '90, comportò la privatizzazione e l'appalto di gran parte dell'industria statale. L'abolizione dei controlli sui prezzi nel 1985 fu una riforma importante e presto seguirono politiche e regolamenti protezionistici, sebbene rimasero i monopoli di Stato in settori come quello bancario e petrolifero. Nel 2001 la Cina è entrata a far parte dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Il settore privato è cresciuto notevolmente, rappresentando fino al 70% del prodotto interno lordo della Cina nel 2005. Dal 1978 al 2013 si è verificata una crescita senza precedenti, con l'economia in crescita del 9,5% all'anno.

Questa era l'unica fonte del miracolo economico cinese, che non era un miracolo. È stata semplicemente l'attuazione delle politiche che hanno spostato l'economia cinese nella direzione raccomandata da Mises: verso la proprietà privata e lo scambio volontario.

L'economia cinese è passata dalla pianificazione centralizzata da parte di burocrati governativi alla pianificazione individuale decentralizzata da parte dei proprietari di proprietà private, in particolare il proprio lavoro. L'economia s'è spostata dalla gestione burocratica statale alla gestione dei profitti in un mercato più libero. I sistemi di gestione rivali furono descritti da Mises nel 1944 nel suo libro Bureaucracy.

I piani quinquennali descritti da Escobar sono i resti del vecchio comunismo introdotto da Stalin negli anni '30. Sono limitazioni all'estensione della proprietà privata nella vita economica della Cina.

L'economia nella Cina continentale è keynesiana. È orientata all'esportazione, quindi è mercantilista. Rappresenta un ritorno all'inizio del XVIII secolo, ma rispetto all'economia cinese del XVIII secolo, e in particolare all'economia cinese di Mao, questa è libertà. Escobar lo chiama confucianesimo e direi che è una descrizione legittima. Nella misura in cui i piani quinquennali esistono ancora e sono attuati in vari modi, stiamo parlando più di mercantilismo che socialismo o comunismo. Nessuno viene fucilato in Cina per non aver rispettato una quota imposta dai pianificatori centrali. Potrebbe essere licenziato, ma non va nell'equivalente della prigione di Lubjanka.


CONCLUSIONE

Escobar non crede nell'economia di libero mercato ed è chiaro da quello che scrive. Crede nella pianificazione centralizzata, non in quella sulla falsariga di Stalin, ma crede fortemente nella pianificazione centrale sulla falsariga del premier Xi.

La Cina è una tirannia. È semplicemente meno tirannia di quanto non fosse prima del 1979. La tirannia non è produttiva, può esistere solo perché è incapace di sopprimere tutta l'imprenditorialità, tutta la proprietà privata e tutte le transazioni volontarie.

È rivelatore che il tanto annunciato sistema di controllo del credito sociale, che presumibilmente verrà implementato in Cina, si basa sulle registrazioni informatiche degli acquisti delle persone. È un sistema computerizzato di monitoraggio del comportamento individuale, ma esso è esplicitamente un comportamento di mercato: acquisto e vendita di articoli specifici. Le sanzioni negative che saranno imposte da questo sistema informatizzato interferiranno con i termini degli scambi futuri. Queste sanzioni negative rappresentano una strana forma di pianificazione centrale. Il sistema è un tentativo di utilizzare il libero mercato come mezzo di controllo. Questo non è socialismo, è keynesismo. Funziona per plasmare il mercato, non per distruggerlo.

Mises aveva ragione: la pianificazione centrale è economicamente irrazionale. Può esistere solo perché i pianificatori hanno accesso ai prezzi di mercato.

Concludo con la valutazione di Mises nel 1920 sull'economia alla base della Belt and Road cinese.

Immaginate la costruzione di una nuova ferrovia. Dovrebbe essere costruita e, in caso affermativo, quante strade immaginabili dovrebbero essere costruite a supporto? In un'economia competitiva, a questa domanda si risponderebbe con il calcolo monetario. La nuova strada renderà meno costoso il trasporto di alcune merci e sarà possibile calcolare se questa riduzione di spesa trascende quella necessaria per la costruzione e la manutenzione della linea successiva. Questo può essere calcolato solo in denaro. Non è possibile raggiungere il fine desiderato semplicemente controbilanciando le varie spese fisiche e risparmi fisici. Dove non si possono esprimere le ore di lavoro, ferro, carbone, tutti i tipi di materiale da costruzione, macchine e altre cose necessarie per la costruzione e la manutenzione della ferrovia in un'unità comune, non è possibile fare alcun calcolo. I conti è possibile farli solo se tutte le merci interessate possono essere calcolate in denaro. Certo, il calcolo monetario ha i suoi inconvenienti e gravi difetti, ma certamente non abbiamo niente di meglio al suo posto; e per gli scopi pratici il calcolo monetario, purché esista in un sistema monetario sano, è sempre sufficiente. Se dovessimo farne a meno, qualsiasi sistema di calcolo economico diventerebbe assolutamente impossibile.

I limiti della pianificazione centrale non rendono le nazioni più ricche, rendono le nazioni più povere.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/