venerdì 6 settembre 2013

Il tramonto del sogno americano





di Francesco Simoncelli


[Questo articolo è apparso anche sul magazine online The Fielder.]


«La spesa a deficit ed il debito pubblico rappresentano un fardello crescente ed intollerabile sulla società e sull'economia, poiché trasferiscono risorse dal settore produttivo (settore privato) al settore pubblico (parassita e controproducente). » ~ Murray N. Rothbard

Lo scorso 15 Agosto l'America ha "festeggiato" il 42esimo anniversario dall'uscita dal gold standard. Che cosa significa? Due cose: i pianificatori centrali hanno rimosso le loro azioni dalla possibilità di incappare in sanzioni negative; è stata venduta all'elettorato la favola che gli USA erano riusciti a trovare la pietra filosofale verso la crescita infinita. Niente più cicli economici disastrosi, niente più depressioni, niente più vite miserevoli. Il sogno americano era diventato realtà. Come tutti i sogni che all'inizio sembrano innocui, possono sempre trasformarsi in incubi. Ed è quello che accaduto sin dal 15 Agosto 1971, giorno in cui il sogno americano sarebbe finito definitivamente (perché era già indirizzato su questa strada, 1933) in un incubo scandito dalla parole pungenti di Richard Nixon.

Come sono andate le cose sin da allora? Di male in peggio. La presunzione dei pianificatori centrali credeva di poter controllare a piacimento le forze di mercato, di poterle indirizzare secondo i loro desideri verso la prosperità per loro ed una parte di paradiso per il resto degli altri. Nonostante l'oro fungesse da barriera per le loro sconsiderate azioni, un altro parametro ha sostituito quello dell'oro: i tassi di interesse dei bond del Tesoro USA.



AVVICENDAMENTI

L'obiettivo principale della decisione di Nixon del 1971 era quella di impedire corse agli sportelli del Tesoro USA. Data la scarsità dell'oro, ogni qual volta si aveva l'impressione o il sentore che un governo debitore si fosse impegnato in un azzardo morale senza ritegno, il governo creditore avrebbe potuto chiedere al Tesoro del governo debitore la restituzione del proprio oro. Questo è quello che successe nel 1965 quando De Gaulle disse alla Banca di Francia di avviare le pratiche per la restituzione dei dollari allo zio Sam in cambio di oro.

Diede disposizioni affinché la marina si fosse presentata sulle cose USA per operare lo scambio. Questo fu uno degli inneschi che portarono alla triste decisione del 1971 di Nixon. Lo scopo, infatti, era quello di sostituire le sanzioni negative dell'oro con le promesse stampate su un pezzo di carta. Le promesse sono facili da vendere, l'oro invece possiede un richiamo "intrinseco" che farà titubare fino all'ultimo colui che lo rivuole indietro. Le promesse possono essere rinnovate. Indefinitamente.

Questo è il ragionamento di una nazione che si avvia verso la bancarotta. Questo è stato  un destino evidente sin da quando negli anni '20 gli USA assecondarono le richieste della Banca d'Inghilterra di inflazionare il dollaro per permettere allo stato di sua maestà di non incappare in perdite dovute ad un ritorno alla parità aurea ai tassi pre-bellici. Infatti, grazie all'avvicendamento tra oro e bond del Tesoro USA nei bilanci delle banche centrali mondiali, lo zio Sam è stato in grado di accumulare deficit su deficit, con le banche centrali estere che pagavano parte di questo azzardo morale.

I paesi intenzionati ad acquistare bond del Tesoro USA inflazionavno la propria moneta e con essa acquistavano pattume obbligazionario statunitense forti della promessa che fosse buono come l'oro ed avendo la "sicurezza" di ottenere in cambio un interesse. Fino al 1971 si credeva nella forza degli USA come potenza finanziariamente stabile, e lo credevano anche gli Stati Uniti stessi. I pianificatori centrali credevano di aver sconfitto definitivamente le forze di mercato, quindi si lasciarono andare protetti dal loro bluff.

Ma quando sempre più governi provarono a ritirare il loro oro, divenne chiaro che la NYFED sarebbe presto rimasta senza metallo giallo. Questo significava quella brutta parola con la D. Con la sua dichiarazione Nixon espose la menzogna che sin dalla Seconda Guerra Mondiale aveva illuso il mondo: i dollari sono tanto buoni quanto l'oro. Gli USA, da quel momento in poi, non avrebbero più dovuto preoccuparsi delle possibili sanzioni negative dell'oro che avrebbero tenuto a bada le loro azioni economiche; il Tesoro USA non solo avrebbe continuato ad ottenere pasti gratis dall'estero con la sua vendita di debito, ma la FED avrebbe potuto esportare l'inflazione monetaria all'estero.

La decisione del 1971 cerco' anche di mettere una pezza alla recessione in cui versavano gli USA, permettendo allo zio Sam di seguire le tesi Keynesiane di inflazionamento della moneta per uscire dalla crisi. Questa linea di politica non aiuto' né Nixon né il suo successore Ford che furono i protagonisti di due delle recessioni più aspre post-Seconda Guerra Mondiale. Sotto Miller come presidente della FED, il dollaro era destinato a capitolare dato l'esponenziale aumento della base monetaria. Poi arrivo' Volcker il quale riuscì a stabilizzare la situazione invertendo la tendenza del precedente espansionismo monetario: recessione del 1980. Questa scelta costo' la rielezione a Carter, ma conferì agli Stati Uniti un nuovo grado di credibilità.

Dal 1971 in poi, i tassi di interesse sui decennali statunitensi avrebbero ricoperto il ruolo di ago della bilancia per la salute dell'economia dello zio Sam. Certo, questo avrebbe fornito un maggiore spazio per l'azzardo morale, ma questo non pone gli Stati Uniti al di fuori delle forze di mercato; anzi, differentemente dall'oro rimarca notevolmente l'irresponsabilità di un pool ristretto di individui che cerca di manipolare a proprio favore i fondamentali di mercato.

Potete immaginare questo avvicendamento ripensando alla mitica scena del film "Scemo e Più Scemo" quando il lestofante scopre che la valigetta piena di dollari su cui voleva mettere le mani è stata in realtà sostituita da pezzetti di carta che promettevano la restituzione di ogni singolo centesimo speso da altri.






SPIRALE FOLLE

L'uscita di scena dell'oro dal panorama mondiale mainstream l'ha gettato nel buco della memoria come asset monetario. Le banche centrali, infatti, hanno sperimentato quello che Ludwig von Mises affermo' nel suo libro Planning for Freedom: la politica della via di mezzo conduce inevitabilmente al socialismo. Come una chiazza di petrolio invade inesorabilmente tutta la superficie su cui viene versata, così le politiche delle banche centrali hanno invaso tutti i mercati in cui potevano mettere becco.

Nonostante si fossero liberate dalla "catene" dell'oro, sono emersi un sacco di altri parametri da manipolare per portare in linea con i loro desideri i vari mercati: tassi di interesse, curva dei rendimenti, tassi interbancari, mercati immobiliari, mercati azionari, ecc. Tutte queste voci rappresentano pilastri importanti da mantenere in piedi affinché la pianificazione centrale possa proseguire la sua azione.

L'oro è ancora sufficientemente demonetizzato dopo gli ultimi 42 anni di denaro fiat senza restrizioni che al momento non rappresenta una seria minaccia all'establishment. Forti di questa situazione, l'azzardo morale continua ad imperversare nell'ambiente economico perché data la manipolazione dei mercati sopracitati la presenza di segnali economici in accordo col mercato si fa sempre più esigua. Questo significa probabilità crescenti di incappare in investimenti improduttivi.

Finché esiste un baluardo che si possa ergere a salvatore ultimo della baracca, le cose proseguiranno con un certo piglio decadente... ma proseguiranno. Indefinitamente? No. Come appena detto, nonostante gli USA abbiano dichiarato l'uscita dal gold standard le forze di mercato non sono state annullate, anzi si sono ripresentate più forti di prima imponendo le loro sanzioni negative nei tassi di interesse del debito USA. La minaccia estera di scaricare i propri possedimenti di bond del Tesoro USA è un pericolo concreto per lo zio Sam e la Federal Reserve ormai è diventata l'acquirente numero 1 del debito USA.

E' probabile che la FED continui su questa linea ma non per sempre, a meno che il Congresso non la nazionalizzi e questo significa una sola cosa: iperinflazione. Cosa succederà? La stessa cosa che è successa negli ultimi 42 anni: calceranno il barattolo finché sarà possibile calciarlo. Questa strategia è possibile vederla nel grafico della base monetaria:




Quello che i pianificatori centrali hanno creato non è altro che l'inevitabilità della spirale socialista la quale impone, a coloro i quali si arrogano il diritto di direzionare a loro piacimento il mercato, delle sanzioni negative di lungo termine sotto forma di risposte avverse ed imprevedibili del mercato. In questo modo si sforzano di manipolare ogni segmento del mercato, in cerca di mantenere salda la loro presa sull'economia. Ma ciò che non vedono è che così facendo stimolano ulteriori giri di azzardo morale in settori sempre più ampi dell'economia.

Con il suo programma di stimololo zio Ben ha messo sotto l'egida della FED l'intero settore immobiliare, poi quello bancario, poi quello federale, poi quello azionario. Avendo le spalle "coperte" coloro che fanno scommesse in questi setori, le fanno forti del fatto che ci sarà sempre un protettore di ultima istanza in grado di salvarli in caso di perdite.

Ma quanto è possibile che possa durare questo stato di cose?



SEGNI DI CEDIMENTO

Detroit è il canarino nella miniera. A livello locale è uno di quegli esempi classici in cui gli sperperi hanno caratterizzato l'amministrazione della città; infatti per molti anni le spese hanno superato le entrate, portando il relativo tax rate ad un livello spropositato con tanto di servizi pubblici inadeguati e scadenti. La solita balla recitata dalla propaganda: "se pagassimo tutti avremmo più servizi e migliori." Non è così, le spese aumenterebbero sempre e comunque per fini clientelari e soprattutto non in accordo con i desideri degli attori economici.

Questo è accaduto a Detroit. Questo accadrà anche a Chicago.




Ma finché i bond municipali venivano acquistati, né i politici né i sindacati si chiedevano quanto quella situazione insostenibile sarebbe potuta andare avanti. L'erosione costante della capacità produttiva del settore privato a favore di quello pubblico ha gettato le basi del default a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi. Stockton, Vallejo, San Bernardino, hanno seguito lo stesso fato. Credevano che la ZIRP e la credibilità degli USA avrebbero fornito loro pasti gratis eterni. Non è stato così, e non lo sarà nemmeno per il governo federale.




Aggiungeteci anche le passività non finanziate di Previdenza Sociale e Medicare (circa $222 bilioni secondo il professor Laurence Kotlikoff della Boston University) e capirete come mai nell'ultimo periodo i compratori di debito USA siano diventati alquanto scettici sulle possibilità di farcela da parte dello zio Sam. Nell'ultimo trimestre le vendite di bond decennali USA, azioni USA e debito ipotecario sono accelerate, soprattutto da parte di Cina e Giappone.

Lo zio Ben sta creando $85 miliardi al mese dal nulla per tenere bassi i tassi dei decennali, ma non sta funzionando. Cosa credete che farà per tamponare questa situazione? Rallenterà la creazione di denaro? Sono due anni ormai che le dichiarazioni del FOMC a stento cambiano. Attualmente non c'è volontà di rallentare la contraffazione del denaro fiat e quindi smettere di aiutare quelle entità ben connesse con l'establishment.

Sono state gonfiate una serie di nuove bolle e reflazionate quelle scoppiate in precedenza, di conseguenza il panorama economico ha subito ulteriori distorsioni che hanno deviato risorse preziose verso investimenti improduttivi. Questo si è riflesso nei tassi dei mutui, ad esempio. Sono segnali di cedimento, i quali non hanno affatto allarmato i pianificatori centrali che hanno continuato le loro politiche di azzardo morale. La sfiducia internazionale a cui stiamo assistendo è l'inevitabile conseguenza della scarsa lungimiranza dei pianificatori centrali che devono affrontare l'amara verità: non sono affatto in possesso di un'onniscienza tale da poter direzioanre a piacimento il mercato. Secondo un sondaggio di Bank of America/Merryl Lynch il punto di rottura potrebbe arrivare al traguardo del 3.5%.

E' il destino di tutte le bolle quello di scoppiare, e quella che ruota attorno ai bond del Tesoro USA non fa differenza. Su questa si reggono tutte le altre che a catena soffrirebbero della sua esplosione, soprattutto quella legata alla gigantesca mole di derivati ancora presente nel settore finanziario.

La buona notizia è che lo scoppio di queste attività drena-risorse dovrebbe essere acclamato e non visto con terrore e rifiuto. Significherebbe che l'economia sarebbe sulla buona strada per tornare a fondamentali economici sani guidati principalmente dal mercato. E' un processo necessario affinché si possa tornare all'efficienza, alla produttività ed alla crescita. Certo, questo comporterà dolore economico nel breve termine, ma i benefici di lungo termine valgono lo sforzo.



CONCLUSIONE

Le conseguenze scaturite dall'uscita dal gold standard sono state peggiori di quanto si potesse immaginare. Potete vederle riassunte per sommi capi nel seguente grafico pluriennale sull'inflazione.




Al giorno d'oggi la Federal Reserve crea circa un bilione di dollari in denaro contraffatto per sostenere artificialmente una serie crescente di attività improduttive che non fanno altro che drenare ricchezza ed impoverire il resto della popolazione. Se smetterà, la recessione economica che ne scaturirà sarà senza precedenti nella storia data la quantità di cartamoneta creata finora.

Prima del 1971 i governi esteri potevano mettere pressione allo zio Sam ritirando il proprio oro dai lidi americani. Questo tratteneva gli USA dallo sfruttare completamente i vantaggi rischiosi concessi dal denaro fiat. Dopo la decisione di Nixon, sembrava che i pianificatori centrali avessero sonfitto le forze di mercato. Non è stato così, perché nel frattempo è subentrata la figura dei bond trader a mettere pressione allo zio Sam.

Nel 1972 F. A. Hayek scrisse A Tiger by the Tail, in cui venivano descritti gli effetti nefasti della cecità dei pianificatori centrali nei confronti di quei segnali che preannunciavano il fallimento dei loro esperimenti economici. Sono stati ignorati sistematicamente sin da allora. Verranno ignorati anche adesso, così come sono stati ignorati a Detroit... almeno fino a quando non è andata in bancarotta.


9 commenti:

  1. Ben scritto e molto molto chiaro.
    Io ricordo anche Jacques Rueff ed il suo monito che puntualmente si e' realizzato.

    RispondiElimina
  2. ci mancavi da un pò, bentornato

    RispondiElimina
  3. Le "vacanze," il bel sole, i cocktail... :'D

    Intanto qualcuno sta perdendo credibilità alla velocità della luce (dehehe!): 10-year Treasury yield tops 3% for first time since July 2011.

    RispondiElimina
  4. Cmq io mi diverto di più quando si parla male di quel fesso di Krugman e del suo mentore...
    ;D

    RispondiElimina
  5. http://hoisel.zip.net/images/obama-blog-2.jpg

    RispondiElimina
  6. embrace the change (from "secret invasion" by marvel comics) invasione skrull (tipo visitors)

    http://www.606studios.com/bendisboard/showthread.php?161865-EMBRACE-CHANGE-now!

    http://www.deviantart.com/art/Obama-Skrull-103382783

    RispondiElimina
  7. gia visto questo? ne vale la pena

    http://www.rischiocalcolato.it/2013/09/siria-valuta-sulle-coscienze.html

    RispondiElimina
  8. Sì. Chiarisce bene lo scenario che anche altrove era suggerito (zerohedge).
    Forza Papa Francesco!
    Se tutto dovesse andare nel modo peggiore... È stato davvero un piacere avervi incontrato online ed aver scambiato e condiviso riflessioni con Voi.
    Ma speriamo che la situazione non precipiti ancora...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciò che indigna è non vedere una sola bandiera arcobaleno alle finestre. Non sapere nulla di ciò che stanno facendo per mobilitare le piazze i vari figuri di sinistra dura e pura che fecero i pacifisti a senso unico dopo l11 Settembre.
      Questo doppiopesismo ignobile è tipico della cattiva fede di costoro e del loro antiamericanismo comunista.

      Elimina