mercoledì 7 agosto 2019

Quando il mercato azionario risponderà al calo della liquidità nel 2016?





di Frank Shostak


Dopo aver chiuso a 735 a febbraio 2009, l'indice S&P500 ha seguito un inarrestabile trend di chiusura alla fine di giugno di quest'anno a 2941,76, un aumento del 300% sin da febbraio 2009.

La salita del mercato azionario statunitense sembra sfidare il visibile calo dello slancio di vari dati economici. Ad esempio, c'è stato un peggioramento del tasso di crescita annuale della produzione industriale ed un rallentamento della crescita annuale del reddito personale (vedi grafico).


Inoltre i vari indicatori riguardanti la produzione, come quello della Federal Reserve di Dallas ed il Chicago PMI, mostrano prestazioni sottotono (vedi grafici). Si noti che il Chicago PMI è sceso a 49,7 a giugno rispetto al 54,2 a maggio e al 63,8 di giugno dello scorso anno.


Sembrerebbe che il mercato azionario abbia una vita propria e faccia cose che apparentemente sono in contraddizione con i cosiddetti fondamenti economici. Ma un fattore importante che può spiegare l'apparente contraddizione tra i cosiddetti fondamentali e il mercato azionario è la variazione della liquidità della moneta.



Il significato della liquidità della moneta

In un'economia di libero mercato, un servizio importante che il denaro fornisce è quello di mezzo di scambio. I produttori scambiano le loro merci con il denaro e poi scambiano quest'ultimo con altri beni. Con l'aumentare della produzione di beni e servizi, ciò si traduce in una maggiore domanda per i servizi del mezzo di scambio. Viceversa, se l'attività economica rallenta, anche la domanda dei servizi del mezzo di scambio rallenta.

Anche la domanda per i servizi del mezzo di scambio è influenzata dalle variazioni dei prezzi. Un aumento dei prezzi di beni e servizi porta ad un aumento della domanda per il mezzo di scambio. Le persone richiedono più denaro per facilitare gli scambi di beni e servizi più costosi. Un calo dei prezzi di beni e servizi si traduce in un calo della domanda per il mezzo di scambio.

Ora immaginiamo che avvenga un aumento dell'offerta di moneta per un dato stato dell'attività economica. Poiché non c'è stato alcun cambiamento fisiologico nella domanda dei servizi del mezzo di scambio, ciò significa che le persone si ritrovano un surplus di denaro, o un aumento della liquidità della moneta.

Di norma nessun individuo desidera detenere più denaro del necessario. Un individuo può liberarsi del denaro in eccesso scambiandolo per le merci. Gli individui come gruppo non possono sbarazzarsi dell'eccedenza di denaro nello stesso modo, possono solo trasferirlo da un individuo ad un altro. Il meccanismo che rimuove l'eccesso di denaro è l'aumento dei prezzi delle merci.

Una volta che le persone iniziano ad impiegare il denaro in eccesso nell'acquisizione di beni, ciò ne fa salire i prezzi. Di conseguenza sale la domanda per i servizi del mezzo di scambio. (Ricordate che prezzi più alti portano ad un aumento della domanda di moneta). Tutto ciò a sua volta serve ad eliminare il surplus monetario.

Una volta che il denaro entra in un particolare mercato, significa che ci saranno più soldi rispetto ai prodotti in quel mercato. In alternativa possiamo dire che il prezzo di un bene in questo mercato è ora salito. (Ricordate che il prezzo è il numero di dollari per unità di quel qualcosa). Si noti che ciò che ha innescato l'aumento dei prezzi delle merci nei vari mercati è l'aumento del surplus monetario, o la liquidità della moneta in risposta all'aumento della sua offerta.

Mentre gli aumenti dell'offerta di moneta comportano un surplus monetario, una diminuzione dell'offerta di moneta per un dato livello di attività economica porta ad un deficit monetario. Gli individui richiedono ancora la stessa quantità di servizi dal mezzo di scambio. Per farvi fronte, inizieranno a vendere merci spingendone in basso i prezzi. A prezzi inferiori, la domanda per i servizi del mezzo di scambio diminuisce e questo a sua volta serve ad eliminare il deficit monetario.

Da quanto detto finora possiamo dedurre che un cambiamento nella liquidità può anche avvenire in risposta a cambiamenti nell'attività economica ed a cambiamenti nei prezzi.

Ad esempio, può emergere un aumento della liquidità per un dato stock di denaro e un calo dell'attività economica. Un calo dell'attività economica significa che vengono prodotti meno beni. Ciò significa che meno beni saranno scambiati, il che implica un calo della domanda per i servizi del mezzo di scambio.

Un surplus di denaro produce esattamente lo stesso risultato in relazione ai prezzi di beni e servizi, in quanto l'aumento dell'offerta di moneta fa sì che i prezzi salgano. Un aumento dei prezzi, a sua volta, serve ad eliminare l'eccedenza di denaro.

Viceversa, un aumento dell'attività economica mentre lo stock di moneta rimane invariato produce un deficit monetario. Ciò a sua volta mette in moto la vendita di beni abbassandone i prezzi. Il calo dei prezzi a sua volta serve ad eliminare il deficit monetario.

Possiamo stabilire che la liquidità della moneta può essere definita come: variazioni percentuali annuali nell'AMS meno le variazioni percentuali annue nell'IPC e meno le variazioni percentuali annue nella produzione industriale.

Sembra che ci sia un lasso di tempo tra le variazioni di liquidità e le variazioni dei prezzi degli asset, come i prezzi delle azioni. La ragione del ritardo è dovuta al fatto che quando viene iniettato del denaro, non raggiunge tutti gli individui e quindi tutti i mercati nello stesso momento. C'è chi lo riceve per primo, chi lo riceve dopo e chi non lo riceve affatto.

L'effetto di un precedente aumento della liquidità sul mercato azionario può continuare ad eclissare l'effetto dell'attuale declino della liquidità per un certo periodo. Da qui il lasso di tempo tra il picco della liquidità e il picco nel mercato azionario.

Allo stesso modo, l'effetto della liquidità precedentemente in calo può continuare ad oscurare per qualche periodo di tempo l'effetto dell'attuale liquidità in salita. Di conseguenza ci sarà un lasso di tempo tra il minimo nella liquidità e il minimo nel mercato azionario.



Come i cambiamenti nella liquidità hanno storicamente guidato il mercato azionario

Ad esempio, il tasso di crescita annuale della liquidità raggiunse il picco nel novembre 1927 a 10,2%; dopo un intervallo di 22 mesi, l'indice S&P500 ha risposto con un picco nell'agosto del 1929 a 31,71.

Nel 1987 il lasso di tempo tra il picco della liquidità e il picco del mercato azionario è stato molto più breve. Il tasso di crescita annuale della liquidità raggiunse il picco nel gennaio 1987 a 15,1%; l'indice S&P500 rispose otto mesi dopo con 329,9.


Secondo i dati storici, il tasso di crescita annuo della liquidità toccò il fondo a -16.6% nel maggio 1929. Tuttavia ci è voluto molto tempo prima che l'indice S&P500 rispondesse e ci vollero tre anni prima che iniziasse a riprendersi. L'indice dei prezzi delle azioni toccò il fondo nel giugno del 1932 a 4,43.

Il lasso di tempo tra il minimo nella liquidità e il minimo del mercato azionario è stato più breve nella storia recente. Il tasso di crescita annuale della liquidità aveva toccato il minimo al 5,7% nel settembre 2000. Ci sono voluti venticinque mesi prima che l'indice S&P500 raggiungesse il minimo a 815,28 nel settembre 2002.


Il ritmo di crescita annuale della nostra misura monetaria AMS era 4,5% nel maggio 1975. Il ritmo di crescita annuale dell'indice dei prezzi al consumo era 9,5%, mentre il ritmo di crescita annuale della produzione industriale -12,4%. Di conseguenza la nostra misura della liquidità era al 7,4%. In risposta a questo, l'indice S&P500 ha raggiunto il picco a 107,5 nel dicembre 1976.

Inoltre si noti che la nostra misura della liquidità ha toccato un minimo di -10,4% nel maggio 1976. L'indice S&P500 ha toccato il fondo a 87,04 nel febbraio 1978, un calo del 19% dal suo picco.


L'indice S&P500 ha chiuso a 1.549,30 nell'ottobre 2007, prima che si verificasse un forte declino portandolo a 735,1 nel febbraio 2009 (un calo del 52,3%). Il ritmo di crescita annuale della liquidità aveva raggiunto il picco a 7,1% nel giugno 2003 (vedi grafico).

Il minimo nell'indice azionario a 735,1 è stato raggiunto nel febbraio 2009. Un minimo della liquidità a -6% è arrivato a novembre 2007.


Qual è lo stato attuale della liquidità negli Stati Uniti e dove si dirigerà l'indice S&P500?

Al momento possiamo osservare che la nostra misura della liquidità ha raggiunto il picco a 16,1% nell'ottobre 2016, il che ci troviamo ora a 32 mesi dal picco. Nel calo più recente del mercato azionario, cioè nell'ottobre 2007, il lasso di tempo dal precedente picco della liquidità è stato di 52 mesi. Ciò ci suggerisce che al momento attuale l'indice S&P500 si trovi in ​​una zona molto rischiosa e con il passare del tempo diventerà una minaccia sempre più concreta.



[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


2 commenti:

  1. La curva delle scadenze obbligazionarie tedesca è ormai tutta sotto lo zero. L'ultimo bond a scendere nel sottoscala dei rendimenti è stato il trentennale tedesco. Ciononostante la Germania è stata investita da tre sviluppi avversi. In primo luogo la guerra commerciale di Trump contro la via della seta e indirettamente le minacce di una guerra simile contro la Germania stessa, danneggiando la macchina dell'export tedesca. Poi c'è la crisi nelle principali banche tedesche, dove svetta per difficoltà proprio Deutsche Bank. Ma tutte le banche tedesche, così come quelle in tutta l'UE, hanno di fronte una combinazione letale di compressione dei margini di profitto (tassi negativi) e la migrazione dei clienti verso l'online banking (personale e filiali obsoleti). Il crollo della produzione tedesca rappresenta un'ulteriore minaccia ai loro libri contabili.

    In ultimo c'è il passaggio del ciclo del credito dalla sua fase espansiva a quella di contrazione. Comprendere questo passaggio significa riconoscere che l'espansione del credito come mezzo per stimolare un'economia dipende da un inganno: far credere agli attori economici che le prospettive economiche siano migliorate. Quando le prove dimostrano il contrario, lo stimolo monetario esaurisce il suo "potere magico" e il credito inizia a contrarsi. Nonostante la BCE mantenga tassi d'interesse negativi, nonostante la capacità di società con rating elevato di raccogliere finanziamenti a tassi pari a zero o addirittura negativi, e nonostante l'offerta della BCE di pagare le società per accendere prestiti, gli attori economici sono ora consapevoli che è tutto un inganno.

    Questo è il motivo per cui la Germania è nelle prime fasi di una flessione e non c'è nulla che la politica monetaria possa fare al riguardo. Non solo, ma questo significa anche guai per i PIIGS+F che per anni hanno basato la loro abitudine allo sperpero sulla produttività tedesca senza mai sentirsi in dovere di correggerla.

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  2. Come sempre scrivi e traduci ottimi articoli, ti leggo da anni, grazie!

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