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da Zerohedge
(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/in-che-modo-loro-puo-arrivare-a-10000)
Lo scorso aprile il mercato dell'oro ha continuato la sua impennata senza precedenti di consegne fisiche dalle borse a termine, segnalando un cambiamento significativo nelle dinamiche finanziarie globali. Il COMEX ha registrato la consegna di 64.514 contratti sull'oro, equivalenti a circa 6,45 milioni di once o $21,3 miliardi in valore, segnando il secondo volume di consegne più alto mai registrato.
Il CME Comex è un mercato chiave per la negoziazione a termine su oro, argento e altre materie prime, dove i contratti possono anche essere convertiti in metallo fisico tramite consegna.
In genere i contratti aperti diminuiscono drasticamente prima dell'inizio della consegna, ma questa volta le posizioni sono aumentate inaspettatamente e sono state in gran parte liquidate in contanti anziché consegnate, alimentando speculazioni su potenziali carenze latenti e forti incentivi per la liquidazione in contanti. Ciononostante la domanda di consegna immediata è rimasta forte, con oltre 10.000 nuovi contratti aperti, la seconda cifra più alta mai registrata.
Contemporaneamente le scorte di oro sono diminuite dall'inizio di aprile, probabilmente a causa di questi accordi insoliti e dei successivi prelievi fisici. Nonostante le previsioni secondo cui le modifiche ai dazi ridurrebbero l'arbitraggio e rallenteranno i flussi di oro da Londra agli Stati Uniti, la domanda di futures e consegne fisiche rimane robusta con l'avvicinarsi di maggio.
Questo straordinario movimento ha suscitato speculazioni sulle cause sottostanti. Le tensioni geopolitiche, come i conflitti in corso tra Russia e Ucraina, Iran e Israele, e le complesse dinamiche tra India e Pakistan, hanno indubbiamente contribuito a un aumento della domanda di beni rifugio come l'oro. Inoltre l'intensificarsi delle controversie commerciali tra le principali economie ha ulteriormente alimentato l'incertezza, rendendo l'oro un'opzione interessante per preservare la ricchezza.
Tuttavia, al di là di questi fattori immediati, si cela una trasformazione più profonda nel sistema finanziario globale. Dal 2008 circa Paesi come Russia e Cina hanno attivamente ridotto la loro dipendenza dal dollaro statunitense. Questa tendenza è stata accelerata da recenti sviluppi, tra cui la decisione dell'Arabia Saudita di regolare le transazioni petrolifere in valute diverse dal dollaro. Tali iniziative indicano un passaggio collettivo verso un quadro monetario più diversificato.
In una recente intervista Luke Gromen sostiene che l'attuale sistema incentrato sul dollaro è insostenibile a causa dei crescenti deficit e livelli di debito negli Stati Uniti e suggerisce che la transizione all'oro come asset di riserva neutrale potrebbe facilitare una struttura economica globale più equilibrata. Questo approccio consentirebbe di quotare le materie prime in più valute, riducendo la dipendenza dalle politiche economiche di ogni singola nazione.
Gromen osserva inoltre che il conflitto in Ucraina ha messo in luce i limiti delle strategie militari convenzionali, sottolineando la necessità di strumenti economici per affermare la propria influenza. Adottando l'oro come risorsa di riserva, le nazioni possono affrontare le sfide geopolitiche senza ricorrere allo scontro militare diretto, sempre più insostenibile in un mondo con capacità nucleari ed economie profondamente interconnesse.
Le implicazioni di un simile cambiamento sono profonde. La rivalutazione dell'oro a livelli di $7.500 e persino $10.000 l'oncia potrebbe consentire al Dipartimento del Tesoro statunitense di rafforzare significativamente la propria posizione finanziaria, qualora si verificasse un cambiamento. Adeguando il prezzo ufficiale delle sue riserve auree, il Dipartimento del Tesoro potrebbe generare un valore compreso tra i $2.000 e i $3.000 miliardi, fornendo una consistente iniezione nel Conto Generale del Tesoro senza aumentare il debito.
In questo contesto le massicce consegne di oro osservate ad aprile potrebbero non essere una coincidenza, osserva Gromen. Potrebbero rappresentare mosse strategiche da parte di attori statali, inclusi gli stessi Stati Uniti, per prepararsi a una ridefinizione del panorama monetario.
La portata di queste transazioni suggerisce un coinvolgimento ai massimi livelli, poiché movimenti così significativi normalmente attirerebbero l'attenzione degli enti regolatori se non fossero effettuati da entità dotate di autorità sovrana.
Sta iniziando a sembrare chiaro che, mentre l'economia globale si trova sull'orlo di un potenziale reset monetario, il ruolo dell'oro viene rivalutato. Non posso fare a meno di pensare che dovrei continuare a monitorare attentamente questi sviluppi, poiché potrebbero annunciare una nuova era nell'architettura della finanza globale.
Potrebbe esserci qualcosa di grosso in cantiere...
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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