mercoledì 29 gennaio 2014

Gary North brancola nel buio quando parla di Bitcoin





di Peter Surda


Introduzione

Ultimamente Gary North ha scritto vari post su Bitcoin:

  1. Bitcoin: Il secondo schema di Ponzi più grande della storia
  2. Tulipani digitali: La mania di Bitcoin
  3. "Io, la matita spezzata": Un'analisi economica di Bitcoin
  4. Bitcoin vs. Dollari e/o metalli preziosi

I post sono già stati contestati, ma ho pensato di aggiungere la mia opinione.

Quello che più mi fa irritare è che North commette due errori in cui un ricercatore non dovrebbe incappare. Non ha rivisto la letteratura Austriaca su Bitcoin e non ha raccolto dati empirici. Invece ha ripetuto fallacie da tempo confutate e ha scritto una sua storia immaginaria su Bitcoin. Questo è il motivo per cui in passato ho detto che le persone associate al Ludwig von Mises Institute sono diventate pigre e stupide. Ci sono stati progressi nel frattempo. Mark Thornton, per esempio, è diventato un fan ed il LvMI ha iniziato effettivamente ad accettare donazioni e pagamenti in Bitcoin per il suo negozio online. Ma poi salta fuori Gary North.

Ho poca familiarità con il lavoro di North. L'ho citato nella mia tesi di laurea, e ho letto il suo capitolo su Theory of Money and Fiduciary Media (ne riparleremo più avanti, quando citerò North sulla base dei miei appunti quando l'ho letto).



Incapacità di classificare Bitcoin

North ha sostenuto ripetutamente che Bitcoin non viene utilizzato negli scambi di mercato. Ciò è empiricamente falso. Io compro merci con Bitcoin tutte le volte che voglio. E mi è stato detto che anche Walter Block (che in precedenza avevo affermato che fosse ignorante su Bitcoin) ha venduto il suo libro per bitcoin. Non so perchè North dica il contrario. Tuttavia, questo gli permette di compiere un trucco metodologico: poiché nega che Bitcoin sia utilizzato negli scambi, può evitare di doverlo classificare nel quadro misesiano della classificazione delle merci (beni di consumo, beni strumentali e mezzi di scambio).

Anziché classificare Bitcoin come un bene, North lo classifica come uno schema di Ponzi.



Schema di Ponzi

North offre la propria definizione di uno schema di Ponzi, e forse è la ragione per cui non ha capito Bitcoin. Presenterò la mia definizione, che a mio parere è più utile dal punto di vista economico.

Uno schema di Ponzi è un sistema gerarchico di crediti. Mettendo una certa somma di denaro nel sistema, il partecipante guadagna un credito su una quantità di soldi maggiore. Affinché all'inizio funzioni la liquidazione dei crediti, il sistema è costruito gerarchicamente in modo che i primi partecipanti possano ottenere denaro dai partecipanti successivi. Il motivo per cui tale sistema crolla è questo: all'aumentare della quantità di debito, aumenta anche il rischio di innescare una liquidazione dei crediti. Una liquidazione completa in un qualsiasi momento è impossibile: il sistema è insolvente. Una volta che si innescano troppe liquidazioni, questo provoca un'ondata di default a cascata. In uno schema di Ponzi, tale evento avviene quando non ci sono abbastanza nuove persone in entrata nel sistema rispetto alla maturazione dei vecchi crediti, ma questo è solo un caso speciale. Tutta una serie di altri tipi di fattori scatenanti possono ipoteticamente causare la cascata di default.

Bitcoin non è un sistema di crediti. Bitcoin è una pseudo-merce, non un credito. Le persone che acquistano Bitcoin non hanno un credito verso nessuno, né qualcuno ha un credito nei loro confronti. Non vi è alcun debito da saldare, e nessun default che renderebbe un bitcoin non rivendicabile. Il meccanismo che fa collassare uno schema di Ponzi è assente con Bitcoin. Qualunque motivo ci possa essere affinché Bitcoin abbia successo o meno, l'analogia con lo schema di Ponzi non è valido.

La necessità di classificare Bitcoin come un credito, in assenza della capacità di classificarlo come merce, segue direttamente il quadro misesiano della classificazione delle merci. La differenza tra una merce ed un credito è stata spiegata diverse volte da Mises, soprattutto per quanto riguarda la determinazione del loro prezzo: il prezzo dei crediti deriva dal prezzo del bene sottostante. A volte ci sono altri fattori che influenzano il prezzo di un credito, ma il prezzo del bene sottostante è una componente necessaria, almeno all'inizio.

Il collegamento tra il prezzo di un bene ed un credito è stato ampliato da Malavika Nair, che ha scritto anche un capitolo su Theory of Money and Fiduciary Media proprio su questo argomento. Ho scambiato alcune email con il professor Nair e questo è quello che ha scritto in relazione alla classificazione di Bitcoin:

"Sono d'accordo che Bitcoin non sia un sostituto del denaro [cioè non è un credito, ndr.], penso che sia più vicino ad una moneta merce, non quella sorta di merce conosciuta dalla maggior parte delle persone. So che Selgin ha messo a punto il termine "moneta sintetica," ma non sono sicuro se questo aiuti a chiarire le cose o le confonda. Semmai si tratta di una quasi-moneta o denaro secondario, che beneficia dalla sua liquidità e dalla facilità con cui può essere venduto in cambio di dollari."

In altre parole, Bitcoin non è un credito, ma una merce. E' prezzato per sé stesso, non basato sul prezzo di un altro bene a cui fa riferimento. E dal momento che è posseduto al fine di acquistare beni, si tratta di un mezzo di scambio.

Ma anche se trascuriamo l'assurdità metodologica e facciamo riferimento alla descrizione empirica di North sugli inizi della Bitcoin:

"Il denaro è stato tolto sin dall'inizio. Qualcuno possedeva una buona percentuale delle cifre originali. Poi, raccontando la sua storia, questo individuo ha creato la domanda per tutte le cifre. Il valore in dollari della sua quota di bitcoin si è apprezzata con le altre cifre."

Anche la descrizione è falsa. Quasi tutti i bitcoin di Satoshi non sono stati spesi. Poiché Bitcoin non ha avuto nemmeno un prezzo per quasi nove mesi, se Satoshi avesse tentato di vendere le sue monete, avrebbe guadagnato... niente. Se avesse cercato di venderli quando si è formato il primo prezzo, avrebbe guadagnato... 932.68 USD. Non c'è errore di battitura, il valore di tutti i Bitcoin esistenti all'epoca era meno di mille dollari. Se avesse aspettato fino all'apertura di Mt. Gox, avrebbe guadagnato... 171,517.5 USD (supponendo che in realtà avesse trattenuto tutti i bitcoin per sé). Queste somme non sono nemmeno profitti, solo entrate, in quanto non vengono considerati i costi. Suona come una vera opportunità, non è vero?

Manca la spiegazione teorica del potere d'acquisto di Bitcoin, e quella empirica è contraddetta dai dati empirici. Ora procederò a spiegare perché North non può fornire una spiegazione teorica valida di Bitcoin.



La mancanza di una teoria della liquidità

North si riferisce al capitolo "The Regression Theorem As Conjectural History." Per fortuna ho preso alcuni appunti quando ho letto il libro. North cita Menger:

"La teoria della moneta presuppone necessariamente una teoria della vendibilità [oggi usiamo il termine liquidità, ndr.] delle merci. Se cogliamo questo aspetto, saremo in grado di capire come la vendibilità quasi illimitata del denaro è solo un caso particolare -- solo una differenza di grado -- di un fenomeno generico nella vita economica -- cioè, la differenza della vendibilità di prodotti in generale."

Qui è precisamente dove e perché North si perde. Non ha una teoria della liquidità. Ha una teoria della "stabilità dei prezzi," invece. Mentre Menger sosteneva che i metalli preziosi avessero una stabilità di prezzo superiore rispetto a quella di altri beni, diceva anche che questo non era un prerequisito affinché gli attori economici li trattassero in questo modo. Infatti, per quanto riguarda l'unità di conto, in Principi di Economia Menger scrisse questo:

"La funzione di servire come misura di prezzo non è necessariamente un attributo di quelle merci che hanno raggiunto lo status di denaro. E se non è una conseguenza necessaria del fatto che una merce è diventata denaro, è ancor meno un prerequisito o una causa." [enfasi aggiunta]

Se l'unità di conto non è un prerequisito affinché una merce diventi denaro, allora non dovrebbe importare quanto sia stabile. La liquidità non è stabilità di prezzo. La liquidità è, nelle parole di Menger:

"Una merce è più o meno vendibile secondo quanto siamo in grado, con maggiore o minore probabilità di successo, di disporne a prezzi corrispondenti alla situazione economica generale."

Le mele hanno un prezzo relativamente stabile. Eppure le mele sono illiquide: non possono essere vendute facilmente al prezzo di mercato. Bitcoin non ha un prezzo stabile, ma è liquido. Non è così liquido come il denaro, e probabilmente non è tanto liquido quanto l'oro, ma è liquido e questo soddisfa il presupposto affinché possa ricoprire il ruolo di mezzo di scambio. North a quanto pare non riesce a comprendere le intuizioni di Menger.



Speculazione con Bitcoin

North sostiene che Bitcoin è utilizzato per la speculazione. Il problema con questo argomento è che non contraddice il fatto che possa essere usato come mezzo di scambio. Le motivazioni degli attori umani in questo senso non si escludono a vicenda. Se le persone possiedono una merce aspettandosi di disporne per comprare qualcos'altro, vuol dire che la usano come mezzo di scambio. Se possiedono una merce aspettandosi che essa aumenterà di prezzo a tempo e luogo debito, stanno speculando. Ma la speculazione è una parte normale della vita. Un rivenditore acquista, ad esempio, i vestiti all'ingrosso con l'aspettativa di venderli ad un prezzo più alto durante le ore di esercizio della sua attività, in attesa di un'occasione. Specula sul prezzo dei vestiti. Ma questo non significa che i vestiti siano uno schema di Ponzi o che abbiano qualcosa di sbagliato. Questo non confuta la validità delle altre ragioni per comprare vestiti.

Le persone in paesi con un alto tasso di inflazione tendono ad aumentare la percentuale di denaro fiat estero nei loro portfoli. Detengono denaro estero perché è liquido (e può essere utilizzato per il suo potere di acquisto) e perché si aspettano che il potere d'acquisto sia superiore rispetto a quello della lor moneta nazionale. Ciò dimostra che le motivazioni non si escludono a vicenda.



Il teorema della regressione

Purtroppo si è scoperto che molti Austriaci non comprendono il teorema della regressione. Ho il sospetto che questo sia così a causa della differenza negli approcci di Mises e Menger. Mises spese la maggior parte del suo Theory of Money and Credit analizzando il meccanismo attraverso il quale si formano i prezzi, ed i fattori che lo influenzano. Sulla base di ciò, presentò un sistema triplice di classificazione dei beni: beni di consumo, beni strumentali e mezzi di scambio. Non è stato Mises ad inventare questa classificazione, la riprese da economisti precedenti, ma purtroppo non ho i miei appunti sotto mano quindi aggiornerò questo post con i riferimenti corretti. I mezzi di scambio, secondo Mises, si differenziano dalle altre merci in quanto sono detenuti per il loro potere d'acquisto. Poi passò a spiegare come emerge il potere d'acquisto (o "valore di scambio," altro termine che usò) dal valore d'uso: attraverso lo scambio di mercato, più precisamente ddlle differenze nella commerciabilità dei beni (oggi usiamo il termine liquidità piuttosto che commerciabilità). Concluse che non vi è altro modo affinché possa emergere il valore di scambio se non attraverso un ex-valore d'uso e di scambio di mercato (catallattica), e le teorie che non spiegano il valore di scambio delle merci, "dottrine monetarie acatallattiche," non possono spiegare il valore di scambio dei mezzi di scambio.

Mentre Mises considerava il valore di scambio ed il valore d'uso come due componenti del prezzo finale, Menger vedeva il concetto di liquidità in maniera ortogonale rispetto al concetto di prezzo. I loro obiettivi erano diversi. L'approccio di Mises è utile per l'analisi del calcolo economico e per la macroeconomia (ciclo economico, offerta di moneta e così via). L'approccio di Menger d'altra parte è utile per comprendere i fondamenti microeconomici dei mezzi di scambio.

Sia Menger che Mises sostenevano che la differenza tra il denaro e il mezzo di scambio è quantitativa piuttosto che qualitativa ("solo una differenza di grado," infatti North stesso cita Menger nel suo "The Regression Theorem As Conjectural History"). Questo è il motivo per cui non possiamo fare discussioni prasseologiche sull'origine del denaro che non si applichino anche all'origine di un mezzo di scambio. E questo è il motivo per cui è evidente che alcuni Austriaci continuano a non capire il teorema della regressione.

L'approccio mengeriano presuppone l'origine dei mezzi di scambio da merci liquide. Le persone riconoscono che alcuni prodotti sono liquidi (è possibile "disporne a prezzi corrispondenti alla situazione economica generale"), e forti di questa conoscenza cominciano a possederli per questo scopo (di disporne a prezzi economici). Questo è il momento in cui emerge la funzione di mezzo di scambio. L'approccio misesiano è simile, ma usa il termine "valore di scambio" per spiegare il premio di liquidità delle merci liquide (una questione più complessa). Questo è il motivo per cui l'approccio misesiano è più utile quando si esaminano i prezzi, ma meno utile quando si esaminano le motivazioni degli attori economici.

Poiché Bitcoin è un mezzo di scambio (le persone lo possiedono per acquistare beni in futuro), deve logicamente aderire al teorema della regressione. Doveva essere un bene liquido prima che venisse usato come mezzo di scambio. E in effetti, l'analisi empirica mostra che questo è vero. Prima che le persone usassero Bitcoin come mezzo di scambio, era possibile scambiarlo per dollari. Ciò ha reso più facile vendere Bitcoin a prezzi economici. Il fatto che gli scambi fossero volutamente fondati, non inficia la sua funzione economica. Menger capì che i servizi specializzati che aiutano con le vendite hanno un effetto benefico sulla liquidità:

"L'istituzione di un mercato organizzato per un articolo, permette ai produttori, o ad altri attori economici, di vendere le loro merci in qualsiasi momento a prezzi economici."

Se andiamo ancora più in ordine cronologico, prima che esistessero scambiatori di Bitcoin, esso già aveva un prezzo ed era scambiato sporadicamente (era una merce). I prezzi iniziali sembra che si siano formati sulla base dei costi di produzione variabili di Bitcoin. E prima ancora che Bitcoin avesse un prezzo, mentre si iniziava ad usare la blockchain, probabilmente non era qualificato come una merce.

Ho documentato il processo nella mia tesi, e in un precedente post nel blog: Professor Walter Block is clueless about Bitcoin. L'origine della funzione di Bitcoin come mezzo di scambio è nel libro di Menger, non in quello di North. Quest'ultimo deve negare il potere d'acquisto di Bitcoin, perché se lo ammettesse non saprebbe spiegarlo, dato che non ha una teoria catallattica dell'origine di Bitcoin.



L'economia di rete

North è anche all'oscuro dell'economia di rete (argomento sollevato da uno dei suoi critici). Va anche oltre:

"Posso assicurarvi che Carl Menger, il fondatore della Scuola Austriaca, non usava un linguaggio simile: "Il denaro stesso ha sostituito quello che non era denaro in quanto merce dell'economia di rete." Nessun economista della Scuola Austriaca ha mai detto una cosa del genere. Gli economisti Austriaci fanno del loro meglio per non comunicare nel gergo dei programmatori."

North si sbaglia ancora una volta. Un economista familiare con la tradizione Austriaca, Mikael Stenukla, ha scritto un articolo su Carl Menger e la teoria del denaro nell'ottica dell'economia di rete. Molti altri Austriaci hanno familiarità con l'economia di rete e capiscono che la liquidità è un suo sottoinsieme. L'articolo mi è stato fatto notare da Peter G. Klein, direttore esecutivo del LvMI, che ha anche fatto ricerche sull'economia di rete.

Una volta comprensa l'economia di rete, vi renderete conto che la questione riguardo i mezzi di scambio equivale alla questione empirica della massa critica della liquidità: la soglia al di sotto della quale un potenziale mezzo di scambio necessita di maggiore utilità affinché il sistema sia autosufficiente. Gli economisti (inclusi gli Austriaci) che non comprendono il concetto di liquidità, affermano che questa soglia può esistere solo ad un livello di domanda molto alto (o secondo altri criteri ausiliari, come la "stabilità dei prezzi" proposta da North). Ma domanda e liquidità sono due cose diverse. Bitcoin mostra semplicemente che la liquidità può emergere ad un livello inferiore di domanda rispetto a quanto si pensasse.

Questo è il motivo per cui non si può concludere che Bitcoin non potrà diventare denaro (lo stesso non-sequitur che già è stato presentato da Patrik Korda). Certo che può, deve solo sbaragliare la concorrenza degli altri mezzi di scambio. E questo non può essere determinato a priori: è una questione empirica. Come ho sostenuto nella mia tesi, i costi di transazione svolgono un ruolo importante nell'influenzare la scelta, e Bitcoin ha costi di transazione più bassi rispetto a tutto quello che esisteva prima. Anche se gli Austriaci in genere non usano il termine "costi di transazione" (anche se una volta ho sentito usarlo da Salerno), Menger usò il termine "sacrifici economici" ed era evidente che riguardasse lo stesso fenomeno. E' evidente anche dagli scritti di Menger che i costi di transazione sono eterogenei, con molti fattori determinanti:

"Lo sviluppo economico tende a ridurre questi sacrifici economici, con la conseguenza che anche tra le terre più lontane diventano possibili e frequenti quantità crescenti di scambi, i quali in precedenza non potevano aver luogo."

Bitcoin è solo uno sviluppo economico così come descritto da Menger. Esso consente una conduzione più efficiente delle operazioni di mercato, rendendo ingiustificato lo scetticismo di North riguardo alla sua potenzialità di diventare denaro.



L'utilità di Bitcoin

La negazione di North sull'utilità di Bitcoin è piena di sciocchezze e difetti di analisi economica. E' stato spesso ripetuto da altri, ma è strano che ricercatori riconosciuti come North ancora non lo capiscano. Per comprendere l'utilità di Bitcoin, vi consiglio di guardare il recente video di Stephan Molyneux. Se non avete il tempo di guardarlo, mi limiterò a fornire alcuni punti che ritengo importanti o interessanti.




Bitcoin può sostituire parzialmente o totalmente i seguenti servizi:

  1. Prova di proprietà (notai obsoleti)
  2. Risoluzione delle controversie (mediatori obsoleti)
  3. Verifiche (commercialisti obsoleti)
  4. Struttura intelligente (polizia obsoleta)
  5. Borsa decentrata (borse centralizzate obsolete)
  6. Pagamenti altamente efficienti (banche, carte di debito, trasferimenti di denaro obsoleti)
  7. Controllo completosul proprio denaro (banche centrali ed autorità di regolamentazione bancaria obsolete)
  8. Pagamenti condizionali (avvocati obsoleti)
  9. Niente inflazione
  10. Nessun ciclo economico

Ed ora, ecco la parte migliore: i punti 1-5 non richiedono che Bitcoin sia un mezzo di scambio (perché non necessitano che Bitcoin abbia un potere d'acquisto) ed i punti 6-8 non richiedono che Bitcoin sia denaro (perché non necessitano che Bitcoin venga usato come unità di conto). Solo i punti 9 e 10 richiedono che Bitcoin sia un'unità di conto. Semmai dovesse accadere, questo sarebbe solo la ciliegina sulla torta. Alcuni, ad esempio Michael Suede, sono giunti alla conclusione che senza la capacità di rubare i soldi, gli stati non potrebbe esistere.

L'affermazione che Bitcoin non abbia alcuna utilità è ridicola. North avrebbe dovuto fare qualche ricerca.



Conclusione

Sembra che abbia ancora un sacco di lavoro da fare. Pensavo che la ricerca portata avanti dagli Austriaci (e dai semi-Austriaci) riguardo a Bitcoin (in particolare da John Paul Koning, Konrad S. Graf, Daniel Krawisz e naturalmente da me) sarebbe stata sufficiente ad illuminare gli altri Austriaci ed avrebbe contribuito a far conoscere cose più interessanti. Purtroppo non è andata così. Ci sono ancora molti Austriaci pigri, ignoranti, o addirittura in malafede, poiché fabbricano storie immaginarie e le presentano come fatti. Questo è triste in particolare per North, essendo uno storico.

Non sono un esperto degli scritti di North. Ho trovato utile e informativo il suo libro Mises on Money (ho citato 35 passaggi nella mia ricerca), mentre un pò scadente "The Regression Theorem as Conjectural History." So che ha qualcosa contro George Selgin, ma non me ne preoccupo. Tuttavia, i suoi tentativi di affrontare Bicoin sono solo fastidiosi. Ho cercato di correggere diversi problemi nei suoi articoli. Spero che questo aiuterà le persone a capire Bitcoin e gli economisti Austriaci a muoversi finalmente al di là di sciocchezze a lungo confutate (ed a produrre qualcosa di nuovo ed utile).


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. Secondo me il Bitcoin è tecnologia, la tecnologia ha come scopo il miglioramento del "prodotto finale".
    Per prodotto finale intendo automobili, telefoni, merci e servizi in generale.
    Finora si era applicata la tecnologia solo al mezzo di scambio, trasporto e sicurezza, cioè alla moneta fiat "Dollaro", "Euro" sono state applicate delle sovrastrutture che ne facilitassero l'utilizzo (bonifici online, carta di credito ecc).
    Il Bitcoin è un miglioramento tecnologico della moneta stessa, le criptomonete sono intricamente sicure e perciò non hanno nessun bisogno di sovrastrutture di sicurezza e controllo, quindi riducono i costi x l'utente. . Per questo le monete tradizionali non potranno competere alla lunga.
    Il punto è che ora come ora non c'è la possibilità di pagare il pizzicagnolo con Bitcoin, anche se frazionabili sono troppo pochi x sostituire il denaro comunemente inteso e la sicurezza nel lungo periodo non credo sia sufficiente.
    Nonostante la crescante liquidità di mercato, la maggior parte delle criptomonete è ancora in mano alla speculazione.

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  2. Querelle un po' noiosa.
    Cmq confermo commento 6 del 28 gennaio.

    P.s. L'oro ripete lo stesso ciclo settimanale da inizio anno.

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  3. buona considerazione, mi piace la visione di tbc come tecnologia. ad uso del consumatore. è una proposta al mercato.

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