mercoledì 30 aprile 2025

Smascherato il piano di censura della USAID: il Global Engagement Center ha collaborato con il governo britannico e i mass media

La retorica anti-dazi è di matrice inglese, fondamentalmente perché a questi ultimi piace controllare i Paesi attraverso l'arbitraggio tramite la valuta. Sono stati i primi nella storia a capire come fare. Sebbene gli olandesi abbiano creato il prototipo di sistema bancario centrale, gli inglesi l'hanno perfezionato e ci hanno costruito sopra un impero coloniale navale. Oggi la City di Londra copre circa il 30% dell'intermediazione del Forex. Su questo punto c'è una certo panico dato che... cosa succede quando viene digitalizzato il Forex? Che sia tramite Ripple o altro, nel momento in cui si possono scambiare valute con commissioni dello 0.05%, cos'altro rimane alla City di Londra? Il mercato delle assicurazioni ormai è andato. Tutte queste cose sono legate a un solo e singolo fatto: continuare a esercitare controllo sulle finanze americane da Londra. Ci saranno ancora turbolenze sui mercati, perché l'unica arma che rimane alla classe dirigente europea/inglese è rappresentata dalle cosiddette bombe nucleari finanziarie (es. “basis trade”). Quindi non lo ripeterò mai abbastanza, se c'è uno slogan che davvero deve prendere piede, più di quello “End the FED”, è “End the BoE”.

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da America First Legal

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/smascherato-il-piano-di-censura-della)

America First Legal (AFL) ha pubblicato nuovi documenti ottenuti attraverso il contenzioso in corso contro il Global Engagement Center (GEC) del Dipartimento di Stato americano, i quali smascherano una vasta operazione di censura sostenuta dal governo federale per mettere a tacere gli americani con il pretesto della “disinformazione” e “malinformazione”. I documenti rivelano un'inquietante alleanza tra il Global Engagement Center, l'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), il Ministero degli Esteri, del Commonwealth e dello Sviluppo britannico (FCDO) e le organizzazioni di censura nei media, tutte impegnate a collaborare per manipolare il dibattito pubblico, controllare le narrazioni e sopprimere la libertà di parola.

Il Global Engagement Center, costretto a chiudere nel dicembre 2024, era stato progettato per “combattere la disinformazione all'estero”. Tuttavia, attraverso le richieste di Freedom of Information Act (FOIA), America First Legal ha scoperto che il Global Engagement Center era impegnato in propaganda sponsorizzata dallo stato, avvalendosi ripetutamente di persone provenienti da organizzazioni mediatiche private. Inoltre la causa intentata da America First Legal contro il Global Engagement Center ha rivelato che la USAID aveva creato un “Manuale sulla disinformazione” il quale elogiava esplicitamente le strategie di censura implementate dal settore privato e raccomandava ulteriori tattiche di censura.

I nuovi documenti pubblicati da America First Legal mostrano:

• Il Global Engagement Center e la USAID hanno coordinato gli sforzi per censurare la “disinformazione sul COVID-19” e contrastare la “propaganda sul COVID-19”.

• Il Global Engagement Center ha collaborato con i funzionari del Ministero degli Esteri, del Commonwealth e dello Sviluppo britannico nelle attività di disinformazione.

• Il Global Engagement Center ha collaborato con i mass media, tra cui Poynter e NewsGuard, che hanno fornito campioni del loro strumento di intelligenza artificiale chiamato Misinformation Fingerprints, progettato per identificare e classificare i siti web in base alla loro “disinformazione” percepita.

I. Il Global Engagement Center e la USAID si sono coordinati per contrastare la “propaganda e la disinformazione sul COVID-19”

In un'email alla USAID, il “Liaison Planner to USAID” del Global Engagement Center affermava che quest'ultimo avrebbe dovuto “sostenere il dialogo e la connettività in questi tempi senza precedenti” per aiutare a contrastare la “disinformazione” che circondava il COVID-19, nonostante la missione autodefinita della USAID fosse “quella di estendere l'assistenza ai Paesi che si stanno riprendendo da un disastro, che cercano di uscire dalla povertà e che si impegnano in riforme democratiche”.

I documenti dimostrano che il Global Engagement Center ha comunicato con diverse divisioni della USAID, tra cui “TF 2020-COVID 19”, “Sviluppo digitale”, “Asia Bureau ES Taskers”, “Asia Outreach”, “Conflict Prevention and Stabilization (CPS) Policy” e “CPS Africa”.

Inoltre Global Engagement Center e USAID hanno collaborato su progetti di “contropropaganda” e “prodotti di disinformazione e relativi al COVID-19”, i quali spaziavano da una dimostrazione del “KHARON” (programma di analisi del rischio) al monitoraggio delle narrazioni di “disinformazione” sulle elezioni presidenziali del 2020 in Moldavia.

II. Coordinamento con i censori di Internet: NewsGuard e Poynter

Due giorni dopo le elezioni presidenziali statunitensi del 2020, il direttore generale di NewsGuard Technologies, Matt Skibinski, ha avviato una catena di email per promuovere i servizi di NewsGuard. Tra queste figuravano:

• L'allora direttrice di Park Advisors, Christina Nemr, un'ex-studentessa del Dipartimento di Stato dell'amministrazione Obama. Secondo il suo profilo LinkedIn, Park Advisors “ha progettato e guidato iniziative pubblico-private multimilionarie per affrontare le minacce alla sicurezza nell'ambiente informatico, colmando il divario tra le tecnologie emergenti e le esigenze operative del mondo reale. Ha costruito e gestito una piattaforma globale che ha valutato e collegato strumenti con sfide mission-critical, supportandone l'adozione da parte dei governi”.

• La Commissione per le piccole imprese della Camera ha scoperto che Park Advisors ha ricevuto un accordo di cooperazione da parte del Global Engagement Center per un valore di oltre $6 milioni. Park Advisors ha poi distribuito subappalti a diverse aziende, tra cui NewsGuard, l'Atlantic Council e il Global Disinformation Index, un progetto finanziato da George Soros che ha generato elenchi di siti web conservatori ed esortato le aziende pubblicitarie a boicottarli. Insieme, questi gruppi, non soggetti a restrizioni internazionali come lo era il Global Engagement Center, hanno testato prodotti di disinformazione, i quali hanno poi portato alla creazione del “Disinfo Cloud”, una piattaforma non classificata e utilizzata dal governo federale degli Stati Uniti, dall'Unione Europea, dal governo del Regno Unito, dal governo australiano e dal governo estone “per contrastare la propaganda avversaria e la disinformazione”.

• Dipendenti governativi del Dipartimento di Stato, della National Security Agency (NSA) e pezzi del Dipartimento della Difesa, tra cui il National Security Innovation Network (NSIN), lo US Cyber ​​Command e lo US Army European Command.

Skibinski mostrava esempi del nuovo programma pilota Global Engagement Center/US Cybercommand Testbed (Misinformation Fingerprints). Questo programma utilizzava l'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico per monitorare la “disinformazione”. La relazione della Commissione per le Piccole Imprese della Camera dei Rappresentanti spiega che “non esisteva alcuna protezione per garantire che le risorse federali non venissero utilizzate per sviluppare e promuovere tecnologie che avrebbero avuto un impatto a livello nazionale”.

Sebbene NewsGuard affermi di essere un giusto arbitro della veridicità, una ricerca della Foundation For Freedom Online rivela come gestisca il braccio esecutivo dell'industria della censura, classificando i siti web in base alla quantità di “disinformazione” che ciascuno di essi pubblica.

Inoltre il 4 febbraio 2021 Vonda Wolcott, Senior Program Manager presso l'Institute for War and Peace Reporting, ha messo in contatto l'esperto di Monitoraggio e Valutazione del Global Engagement Center con Baybars Orsek di Poynter. America First Legal ha dimostrato come Poynter finanziasse un'operazione globale sotto falsa bandiera di “fact-checker” internazionali che si dichiaravano indipendenti ma che in realtà erano una fitta rete finanziata da Poynter e dal Global Engagement Center.

Questa email dimostra quanto Global Engagement Center e Poynter abbiano collaborato strettamente con l'esperto offerto dal primo per “illustrare [a Poynter] il nuovo manuale Monitoraggio e Valutazione del Global Engagement Center”.

III. Funzionari del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti hanno condiviso informazioni con un governo straniero

Un'email dell'8 gennaio 2021 mostra la distribuzione di presunte “informazioni false” provenienti da email del Dipartimento di Stato americano a funzionari ufficiali del governo britannico presso il Ministero degli Esteri, del Commonwealth e dello Sviluppo britannico. America First Legal aveva precedentemente denunciato un coordinamento tra altre organizzazioni pro-censura e i governi degli Stati Uniti e del Regno Unito per censurare le opinioni dei cittadini americani.

Questi documenti dimostrano ulteriormente gli sforzi del Global Engagement Center, ora defunto, per sopprimere la cosiddetta “disinformazione”, spesso attraverso la collaborazione con agenzie governative, governi stranieri, ONG e mass media per mettere a tacere le voci dissidenti.

America First Legal continuerà a lottare per denunciare la censura e difenderà sempre il Primo Emendamento.

Dichiarazione di Andrew Block, consulente legale senior di America First Legal:

La partnership tra USAID e il Global Engagement Center è una cattiva notizia per il popolo americano. Se si aggiunge il fatto che si stavano coordinando con i responsabili della censura online, NewsGuard e Poynter, si può iniziare a capire quanto questa alleanza innaturale fosse pericolosa per la libertà di parola e di espressione. Per fortuna il Global Engagement Center è stato chiuso e la USAID sta venendo smantellata, ma i legislatori dovrebbero prendere atto di questo esempio quando prendono in considerazione misure legislative volte a garantire che il governo federale serva i principi e gli interessi americani.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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