martedì 2 settembre 2025

La nuova economia di guerra europea: dal collasso verde al keynesismo militare

E come ogni economia di guerra che si rispetti, la censura è un'arma che viene impiegata per imporre conformismo e serrare i ranghi. Ormai è difficile che non venga notato ovunque, soprattutto perché i costi di questa campagna continuano a lievitare e senza una fonte di denaro facile con cui finanziarla l'UE crollerà sotto il peso delle sue contraddizioni. Il Digital Markets Act (DMA) è diventato il fulcro della disputa transatlantica. Donald Trump insiste per avere voce in capitolo nell'interpretazione delle norme che, come il DSA, colpiscono principalmente le piattaforme di comunicazione statunitensi dominanti (es. X e Meta). In sostanza, Bruxelles mira a far rispettare le sue linee di politica di censura proprio su quelle piattaforme che stanno diventando sempre più importanti per il dibattito pubblico. Mascherato nella formula “incitamento all'odio”, lo spazio della comunicazione digitale deve essere sottoposto al controllo della censura pubblica. Bruxelles ha notato che le contro-narrazioni che prendono di mira l'eco-autoritarismo si stanno formando principalmente su queste piattaforme e mettono sempre più a nudo il funzionamento e gli obiettivi dell'apparato di potere dell'UE. Per garantire la propria politica di censura, Ursula von der Leyen e il suo apparato burocratico a Bruxelles accettano di buon grado che, alla fine, siano le aziende e i consumatori europei a pagare il prezzo della mania di controllo dell'UE attraverso dazi più elevati. Gli Stati Uniti manterranno l'attuale regime tariffario fino a quando non verrà raggiunto un accordo sulla gestione della politica di censura europea. La posizione intransigente di Washington fa sperare che Bruxelles subirà un duro colpo nel suo tentativo di instaurare una dittatura digitale.

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da Zerohedge

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/la-nuova-economia-di-guerra-europea)

Mentre la pseudo-economia verde trascina l'economia in generale nel baratro, due terzi dei tedeschi si dichiarano soddisfatti delle energie rinnovabili o addirittura ne auspicano una più rapida espansione. Nel frattempo la costruzione di un'economia di guerra europea segna la fase successiva dell'attuale impoverimento dell'Europa.

La strategia economica più popolare e allo stesso tempo più distruttiva rimane l'interpretazione moderna del keynesismo. Con la sua visione semplicistica dell'attività economica, l'economista britannico John Maynard Keynes ha consegnato ai politici del dopoguerra una cassetta degli attrezzi che in seguito hanno distorto in una “soluzione” universale per ogni crisi economica. La versione condensata recita come segue: quasi ogni recessione deriva da un deficit di domanda da parte dei consumatori. Il compito dello stato, quindi, è quello di creare credito artificiale per colmare questo divario di domanda.


Ricetta per l'espansione burocratica

Tassi d'interesse più bassi, stampa di credito e, come dice la favoletta, l'economia decolla. In realtà ciò che rimane è una montagna di debito pubblico, una burocrazia in crescita, mercati finanziari distorti e una produttività in calo. Questi sono fatti economici, facilmente verificabili anche dai non economisti. La prosperità nasce da uno stock di capitale in crescita che soddisfa la domanda dei consumatori in modo efficiente e preciso con più beni e servizi.

La politica keynesiana si è rivelata disastrosa per l'Europa, perché offre ai politici una scusa permanente per espandere la propria influenza, costruire burocrazia e manipolare i mercati. Istituzioni politiche come la Commissione Europea, la maggior parte dei partiti europei e i governi degli stati membri operano quasi esclusivamente in questo modo.


Il Green Deal

È con questo spirito che è nato il Green Deal: una pseudo-economia mascherata da “trasformazione verde” e spacciata per un contributo alla salvezza del pianeta. In realtà si tratta di un congegno mostruoso, una risposta grottesca alla dipendenza energetica dell'Europa che ogni anno divora porzioni sempre più grandi dell'economia solo per mantenere in funzione la sua smisurata macchina dei sussidi.

Solo nel 2024 la Germania ha versato in questa macchina tra i €90 e i €100 miliardi. Il governo federale tedesco ha erogato €58 miliardi, mentre la Banca europea per gli investimenti ha aggiunto €8,6 miliardi in nuovi prestiti, il programma InvestEU €9,1 miliardi e i Fondi per l'innovazione e l'ambiente dell'UE circa €20 miliardi. Senza questo flusso costante di finanziamenti, l'economia zombie crollerebbe. A dimostrazione di ciò, il governo tedesco ha incanalato altri €100 miliardi di debito – mascherati da “fondo speciale” – nella macchina dei sussidi verdi, sempre più affamata.

Le pseudo-economie sopravvivono solo grazie a nuove iniezioni di capitale, andando continuamente contro la domanda del mercato. Le tensioni interne aumentano fino a rendere inevitabile il collasso. Il Green Deal ha intrappolato l'Europa proprio in questa spirale mortale.


Le ricadute

La Germania è ora al terzo anno di recessione e registra un numero record di fallimenti aziendali. Allo stesso tempo il governo ha creato mezzo milione di posti di lavoro nel settore pubblico in soli sei anni, mentre 1,2 milioni di posti di lavoro nel settore privato sono scomparsi. Combinato con l'immigrazione incontrollata, il risultato è una pressione estrema sul sistema di welfare tedesco.

La politica si è ritirata in una posizione puramente difensiva: lo Stato sociale funge da bacino di raccolta per centinaia di migliaia di persone che perdono i propri mezzi di sussistenza, mentre il settore privato crolla sotto il peso dei costi energetici e dei sussidi.

La diagnosi è chiara: il Green Deal è un vicolo cieco. Ogni euro speso esclude i mercati dei capitali privati, alloca male le risorse e incatena i lavoratori nei settori improduttivi. Il contrasto con l'Argentina è sorprendente: lì il presidente Milei ha tagliato la quota di PIL dello stato di sei punti percentuali e ha innescato un boom economico con una crescita del 7,7%.


La trasformazione richiede dolore

L'unica via d'uscita per l'Europa è accettare una dolorosa fase di trasformazione, ridimensionare lo stato e abbandonare le sue fantasie ecologiste. Una politica energetica razionale significa energia nucleare e reintegrazione delle forniture energetiche russe.

Eppure l'opinione pubblica racconta una storia diversa: il 64% dei tedeschi è soddisfatto delle energie rinnovabili, o ne vorrebbe di più. Anni di propaganda statale hanno cancellato il legame tra sussidi verdi e collasso economico. La narrazione del cambiamento climatico, moralizzata e trasformata in un'arma, si è radicata nella coscienza pubblica.

Le energie rinnovabili possono avere il loro posto, ma solo in mercati liberi, senza coercizioni o imposizioni. L'economia verde zombi non è mai riuscita a rilanciare la crescita dell'Europa. È tempo di affrontare la realtà e abbattere questa struttura prima che si possa costruire qualcosa di nuovo.


Il prossimo tentativo

Ma l'Europa non mostra segni di cambiamento di rotta. La burocrazia è diventata troppo grande per smantellarsi da sola. Da Berlino a Bruxelles, i leader trattano l'esodo industriale come una serie di sfortunati incidenti piuttosto che come il risultato diretto delle loro linee di politica. L'accogliente tavola rotonda “Made for Germany” tra Friedrich Merz e gli amministratori delegati del DAX ha confermato il sospetto di collusione tra aziende e statalismo.

Dopo aver fallito con il Green Deal, i politici europei stanno ora sperimentando una nuova pseudo-economia: un complesso militare-industriale alimentato dal debito. Secondo uno studio di Ernst & Young, le aziende tedesche del DAX hanno tagliato 30.000 posti di lavoro nella prima metà del 2025, ad eccezione delle aziende appaltatrici della difesa Rheinmetall e MTU Aero Engines, che hanno aumentato l'organico rispettivamente del 17% e del 7%.

Il piano dell'UE: entro il 2035, metà di tutti i beni di difesa europei – dall'artiglieria alla difesa informatica alle munizioni di precisione – saranno prodotti all'interno dell'Unione, creando fino a 660.000 posti di lavoro. Tutto ciò sarà finanziato non solo dall'aumento dei bilanci nazionali per la difesa, ma anche da programmi UE come ReARM Europe e SAFE, che genereranno centinaia di miliardi di nuovo debito.


Occhi ben chiusi

Bruxelles prevede di mobilitare ulteriori €800 miliardi in spese per la difesa entro il 2030. Eppure nessun settore è più lontano dalla domanda reale dei consumatori dell'industria bellica. Questa è la pseudo-economia keynesiana nella sua forma più estrema: guadagnare tempo con il debito, affamando al contempo i mercati dei capitali privati.

L'ascesa della lobby della difesa come nuova beniamina di Bruxelles alimenterà la corruzione, acuirà il divario tra le strutture parassitarie dell'UE e le forze produttive in contrazione, e consoliderà il clientelismo corporativo come sistema operativo dell'UE. Lo scandalo degli SMS con Pfizer della von der Leyen rimane il simbolo più calzante di questa macchina orrenda di Bruxelles.

In definitiva, l'economia europea non ha né le risorse né la tecnologia per realizzare il sogno di un'UE militarizzata. È una tragica replica del Green Deal: alimentata dalla propaganda, alimentata dal debito e destinata al collasso.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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lunedì 1 settembre 2025

I dati “in via di sparizione” della Cina non possono nasconderne il rallentamento economico

L'articolo di oggi è importante per la sua analisi schietta e completa della situazione cinese, ma non dobbiamo scordarci cosa accade sotto la superficie per contestualizzare meglio i fatti che si dipanano sotto i nostri occhi. Le chiacchiere continue durante i passati anni secondo cui la Cina sarebbe stata destinata a superare gli USA erano tutte spacciate dalla stampa generalista guidata dagli interessi inglesi. Infatti la Cina sarebbe dovuta essere la “vittima” successiva della cricca di Davos dopo che gli USA sarebbero stati svuotati della loro ricchezza. Questa gente è paragonabile alle “locuste”: invadono un territorio con capitale a basso costo, lo fanno sviluppare in modo anormale senza seguire la costruzione di un mercato dei capitali capace di sostenerne l'allocazione corretta degli input (si veda il Capitolo 6 del mio libro “L'economia è un gioco da ragazzi”), avviano una razzia delle risorse naturali del Paese target, infine esportano altrove i capitali controllati e fanno sprofondare il Paese nella miseria. Poi si passa all'obiettivo successivo. Con il mercato degli eurodollari incontrollato era una “passeggiata nel parco” portare avanti questo schema; dal 2022, però, le cose sono cambiate. Xi, così come le persone che lo hanno messo lì, erano consapevoli di questo fenomeno... è per questo, infatti, che l'hanno eletto Presidente, allo stesso modo in cui Putin è stato messo lì per salvaguardare la Russia da questo esatto fato. L'uso della “golden power” da parte di quest'ultima per nazionalizzare le aziende occidentali rimaste sul suolo russo dopo il 2022 e l'approvazione di una legge simile al FARA statunitense per tenere sotto controllo la proliferazione incontrollata della ONG, veicolo per eccellenza di infiltrazione estera ostile in un Paese e innesco di rivoluzioni colorate, è stato in un certo senso ricalcato dalla Cina quando ha deciso di tenere chiusi i suoi mercati dei capitali. In sintesi, ha preso i soldi piovuti dall'estero e non li ha fatti più uscire. Non solo, ma da quando la FED ha iniziato il suo ciclo di rialzo dei tassi e sta prociugando il mondo dalla piaga del mercato degli eurodollari a briglie sciolte, la Cina ha iniziato a far collassare consapevolmente tutte quelle aziende che avevano legami con l'estero e che erano veicolo di instabilità economica/finanziaria intenzionale (ovvero strumenti di ricatto). Evergrande è una di queste. Cina, Russia e USA hanno quindi dato vita a un processo di pulizia dalle loro stanze dei bottoni di tutte quelle figure che erano agenti ostili, ridimensionando e, ove possibile, smantellando quella piovra che nel tempo i colonialisti europei hanno costruito per influenzare il mondo e farlo andare laddove ritenevano più opportuno per i loro interessi. Ora, però, il centro del mondo si sposterà sul Pacifico e sull'Artico, dove USA, Russia e Cina detteranno le regole per il mondo di domani. L'UE, nel frattempo, si trasformerà sempre di più nell'URSS, usando i risparmiatori europei come carne da cannone per operare una (futile) resistenza contro l'inevitabile declino del suo progetto socialista.

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di Ethan Yang

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/i-dati-in-via-di-sparizione-della)

Le informazioni sulla salute economica della Cina sono sempre più difficili da reperire. Sebbene Pechino sia sempre poco trasparente su qualsiasi cosa possa potenzialmente indicare instabilità o debolezza, questo comportamento sta raggiungendo un punto in cui i suoi tentativi di occultamento stanno trasmettendo un messaggio inequivocabile: l'economia cinese è in difficoltà.

Il 4 maggio il Wall Street Journal ha riferito che il Partito Comunista Cinese (PCC) sta “facendo sparire” enormi quantità di dati economici in seguito alle notizie di un crollo delle vendite di terreni, di una crescita stagnante del PIL, di una disoccupazione in aumento e persino di un calo della produzione di salsa di soia. 

“Pechino ha smesso di pubblicare centinaia di statistiche”, ha riportato il quotidiano, “la scomparsa dei dati ha reso più difficile per le persone sapere cosa sta succedendo in Cina in un momento cruciale, con la guerra commerciale tra Washington e Pechino che dovrebbe colpire duramente la Cina e indebolire la crescita globale”.

Il motivo per cui ciò sta accadendo è ovvio: il PCC, e in particolare Xi Jinping, sono preoccupati per le conseguenze che i dati economici negativi potrebbero avere sulla loro credibilità e sulla loro presa sul potere.

Non dovremmo affrettarci a concludere che siamo nel 1989, sul punto di assistere alla caduta del Muro di Berlino; né dovremmo concludere che si tratti semplicemente di una transizione strutturale prima che la Cina diventi una superpotenza tecnologica.

La realtà è probabilmente da qualche parte nel mezzo.

La Cina, come gli Stati Uniti, sta affrontando una miriade di difficoltà politico-economiche che non necessariamente faranno deragliare il Paese, ma preannunciano risultati mediocri in futuro. La differenza principale è che gli Stati Uniti dispongono di un sistema per rimuovere pacificamente i responsabili quando le loro idee falliscono.


La storia della crescita della Cina

La Repubblica Popolare Cinese, dopo una serie di riforme di mercato nel 1978 e l'adesione all'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) nel 2001, ha vissuto un miracolo economico, passando dall'essere uno dei Paesi più poveri del mondo alla seconda economia più grande. Le spiegazioni sono molteplici e ampiamente citate, tra queste l'enfasi sulla produzione manifatturiera e su una manodopera a basso costo ma sempre più produttiva, un solido livello di istruzione, una governance stabile e una generale apertura alle imprese, soprattutto nei confronti di un regime comunista. La Cina, inoltre, adotta una linea di politica industriale su larga scala, un grado relativamente basso di libertà economica e un sistema politico che reagisce violentemente a qualsiasi cosa possa minacciare il potere del PCC. Quest'ultimo punto è particolarmente rilevante dopo il 2012, quando Xi Jinping, l'attuale presidente, è salito al potere e ha deciso che il Paese aveva ceduto troppo al presunto caos del settore privato, provocando una drastica riduzione delle libertà politiche ed economiche.

Con il rallentamento della crescita economica, dovuto sia a ragioni naturali che politiche, il governo cinese ha iniziato a diffondere sempre meno informazioni. La Cina, che un tempo vantava tassi di crescita annui a due cifre, ora cresce a un tasso di circa il 3-4%, secondo alcuni esperti. Sebbene questo dato possa essere considerato significativo per un Paese sviluppato come gli Stati Uniti, il PIL pro capite della Cina è di gran lunga inferiore e rimane un margine di crescita sostanziale.


Impedimenti alla crescita 

Parte del motivo di questo rallentamento della crescita è naturale. Con il progredire di un'economia, devono verificarsi determinati cambiamenti strutturali prima che essa raggiunga la fase successiva. Questo fenomeno è noto come “trappola del reddito medio”, uno in cui i Paesi rurali sperimentano una rapida crescita economica man mano che si modernizzano e progrediscono verso un'economia basata meno sull'agricoltura e più sulla produzione e sugli investimenti. Tuttavia la crescita inizia a rallentare perché la fase successiva, oltre la produzione manifatturiera, che non richiede una formazione specializzata, richiede invece determinati livelli di istruzione e infrastrutture. È facile costruire fabbriche e riempirle di lavoratori; creare invece le condizioni per startup tecnologiche, finanza aziendale e un'economia guidata dai consumi richiede più che semplice manodopera e una ragionevole stabilità. La Cina sta affrontando questo problema in questo momento, mentre si confronta con enormi disparità di sviluppo tra le sue ricche città costiere e l'entroterra rurale.

Un altro motivo per cui la Cina sta attraversando un rallentamento economico deriva dalle linee di politica del suo governo centrale. La crescita del PIL sta rallentando per una serie di ragioni, ma alcuni settori dell'economia sono particolarmente ostacolati dall'intervento governativo. Ad esempio, a seguito di un improvviso e aggressivo attacco normativo alle proprie aziende nell'ambito di una campagna nota come “Prosperità Comune” nel 2021, il mercato azionario cinese ha subito un impatto sostanziale e continua a essere in difficoltà.

La Campagna per la Prosperità Comune è stata aggravata dalla continua repressione della società cinese durante l'epidemia di COVID-19 e dall'uso della Strategia Zero COVID. L'indice composito di Shanghai, che monitora tutti i titoli della Borsa di Shanghai, è rimasto relativamente stabile, mentre Alibaba, l'equivalente cinese di Amazon, è trattato a meno della metà del suo massimo di ottobre 2020. La Cina, che aveva iniziato a costruirsi la reputazione di futuro del business, è ora vista dagli investitori come ostile e imprevedibile. Anche la sua dipendenza dal commercio estero per alimentare la sua base manifatturiera è sempre più vista come un difetto, mentre gli Stati Uniti e altri Paesi riequilibrano le loro relazioni con essa per ragioni sia economiche che geopolitiche.

La realtà è che le linee di politica industriali cinesi stanno iniziando a ritorcersi contro di essa. Un importante motore di crescita è sempre stato il settore immobiliare e ora è sull'orlo del collasso a causa degli anni di denaro facile e di pianificazione governativa che hanno lasciato il segno, in particolare con il default del gigante finanziario Evergrande. Le linee di politica industriali volte a sostenere settori specifici (dai semiconduttori ai veicoli elettrici) allocano in modo errato il capitale, causano inefficienze e sconvolgimenti di massa. Nel 2023, ad esempio, i titoli dei giornali erano pieni di resoconti di cimiteri di auto elettriche, poiché le persone hanno ritenuto più conveniente abbandonare completamente le proprie auto piuttosto che cercare di venderle. Il principale fattore scatenante di questo problema sono stati i sussidi sconsiderati che hanno sostenuto le aziende in fallimento e hanno incoraggiato i consumatori ad acquistare auto indipendentemente dal fatto che le loro città disponessero delle infrastrutture adeguate per supportarle.


Cosa significa tutto questo per il futuro?

Il rallentamento della crescita economica della Cina dovrebbe certamente essere visto come un'accusa alle linee di politica di Xi, e più in generale alla linea di politica industriale, e all'incapacità del modello autoritario di Pechino di affrontare adeguatamente le difficoltà strutturali della crescita economica. Ciò non significa necessariamente che la Cina crollerà domani, o che non sarà un contendente geopolitico per gli Stati Uniti. Il settore high-tech cinese continua a crescere, alimentando la crescita di settori strategici come i droni, le terre rare e l'intelligenza artificiale. Sebbene resti da vedere se le linee di politica industriali di Pechino catapulteranno il Paese nella modernità, c'è ancora spazio per la crescita, a un ritmo molto più moderato di quanto desiderato ovviamente. Si può affermare con certezza che troppe cose devono andare per il verso giusto affinché la Cina possa vedere la rapida crescita economica che i fautori della linea di politica industriale ritengono dovrebbe arrivare.

La Cina sperimenterà una crescita economica molto più lenta del previsto, ma il futuro probabilmente non porterà al collasso, bensì alla mediocrità. La domanda da porsi, quindi, è: come affronterà questo dilemma un'entità sempre più paranoica e autoritaria come il PCC?

Il governo cinese adotterà misure radicali per promuovere la libera impresa e ripristinare le relazioni con l'Occidente? Altamente improbabile. Come affronterà Xi Jinping le proposte, benintenzionate, di moderare alcune delle sue linee di politica? Accoglierà silenziosamente le critiche, o ricorrerà a purghe politiche? Ha già fatto entrambe le cose in passato.

Il risultato è probabilmente una via di mezzo. Si tratta di un comportamento sempre più imprevedibile da parte del governo cinese, che cerca da un lato di placare il malcontento popolare e dall'altro di reprimerlo. Il risultato finale è una debole crescita economica nel prossimo futuro e un mandato di Xi Jinping sempre più ansioso e incerto.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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venerdì 29 agosto 2025

Il progetto tecnocratico

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Joshua Stylman

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-progetto-tecnocratico)

“L'umanità tenterà di superare i propri limiti e di giungere a una più piena realizzazione”, dichiarò Julian Huxley nel 1957, coniando il termine “transumanesimo”. Nel 2022 Yuval Noah Harari ne avrebbe annunciato l'oscuro compimento: “Gli esseri umani sono ora animali hackerabili. L'intera idea del libero arbitrio [...] è finita. Oggi disponiamo della tecnologia per hackerare gli esseri umani su larga scala. Tutto viene digitalizzato, tutto viene monitorato. In questo periodo di crisi, bisogna seguire la scienza. Si dice spesso che non si dovrebbe mai permettere che una buona crisi vada sprecata, perché una crisi è un'opportunità per attuare anche delle ‘buone’ riforme che in tempi normali le persone non accetterebbero mai. Ma in una crisi non si ha alcuna possibilità, quindi è meglio fare ciò che noi, le persone che capiscono, vi diciamo di fare”.

Come Truman Burbank nel film The Truman Show, viviamo in un mondo in cui la realtà stessa è sempre più manipolata. E come Truman, la maggior parte delle persone rimane ignara della portata di questa manipolazione finché non ne vengono mostrati gli schemi. Ma a differenza della cupola fisica di Truman, con le sue telecamere e i suoi set artificiali, il nostro ambiente opera attraverso sofisticati sistemi tecnologici e vincoli digitali invisibili. I meccanismi di questa ingegneria della realtà – dalla manipolazione dei media alla programmazione sociale – sono stati esplorati in dettaglio in una precedente analisi. Ora ci concentreremo sulla forza trainante di questo mondo artificiale: la tecnocrazia, il sistema di controllo che rende possibile tale ingegneria della realtà su scala globale.

L'architettura tecnocratica non è stata semplicemente tramandata attraverso le istituzioni, ma è fluita attraverso le linee di sangue. Al centro di questa rete dinastica si trova Thomas Henry Huxley, noto come “il Bulldog di Darwin”, che contribuì a stabilire il materialismo scientifico come nuova religione mentre faceva parte dell'influente Tavola Rotonda di Rodi. Suo figlio Leonard portò avanti questa fiaccola, mentre i nipoti Aldous e Julian divennero architetti chiave dell'ordine mondiale moderno. Non si trattava di connessioni casuali, ma piuttosto dell'attenta coltivazione di reti di potere multigenerazionali.

I legami si approfondiscono attraverso il matrimonio e l'associazione. Charles Galton Darwin, nipote di Charles Darwin, scrisse The Next Million Years nel 1952, delineando il controllo della popolazione attraverso mezzi tecnologici. Suo figlio si sarebbe poi sposato con un membro della linea Huxley, creando un potente nesso di influenza che abbracciava scienza, cultura e governance.

Questo progetto intergenerazionale si è evoluto con la capacità tecnologica. Laddove Rockefeller una volta dichiarò “abbiamo bisogno di una nazione di lavoratori, non di pensatori” mentre costruiva la sua industria dell'informazione, oggi i tecnocrati si trovano ad affrontare un'equazione diversa. Con l'intelligenza artificiale che elimina la necessità del lavoro umano, l'attenzione si sposta dalla creazione di lavoratori obbedienti alla gestione della riduzione della popolazione, non attraverso la forza aperta, ma attraverso una sofisticata ingegneria sociale.

L'amministratore delegato di BlackRock, Larry Fink, ha di recente reso esplicito questo cambiamento, spiegando come l'intelligenza artificiale e l'automazione rimodelleranno le dinamiche demografiche: “Nei Paesi sviluppati con una popolazione in calo [...] questi Paesi svilupperanno rapidamente la robotica e la tecnologia dell'intelligenza artificiale [...] i problemi sociali che si avranno nel sostituire gli esseri umani alle macchine saranno molto più facili in quei Paesi con una popolazione in calo”. La sua schietta valutazione rivela come la capacità tecnologica guidi i programmi delle élite: man mano che il lavoro umano diventa meno necessario, la riduzione della popolazione diventa più auspicabile.

I messaggi sul cambiamento climatico, il calo delle nascite e la normalizzazione dell'eutanasia non sono sviluppi casuali, ma estensioni logiche di questo programma in evoluzione.


Dal cervello mondiale alla mente alveare digitale

Nel 1937 uno scrittore di fantascienza britannico immaginò un futuro in cui tutta la conoscenza umana sarebbe stata accessibile a tutti. Oggi lo chiamiamo Internet. H. G. Wells vide molto più della semplice tecnologia. “Il mondo ha un Cervello Mondiale a cui, in ultima analisi, tutta la conoscenza deve essere indirizzata”, scrisse, “e ha un sistema nervoso di comunicazioni stradali, ferroviarie e aeree che sta già iniziando a unire l'umanità in un tutt'uno”. La sua visione andava oltre la mera condivisione di informazioni. Attraverso The Open Conspiracy invocava “un movimento di tutto ciò che è intelligente nel mondo”, sostenendo esplicitamente la governance tecnocratica di un'élite scientifica che avrebbe gradualmente assunto il controllo della società. “La Cospirazione Aperta deve essere un movimento mondiale e non un movimento inglese o occidentale. Deve essere un movimento di tutto ciò che è intelligente nel mondo”. Wells delineò il suo schema per una classe di individui istruiti e razionali che avrebbero guidato questa trasformazione globale. Persino nella sua opera di narrativa, Shape of Things to Come, si legge di un progetto, in particolare nella descrizione di come una pandemia potrebbe facilitare la governance globale.

Questo piano ha trovato la sua espressione istituzionale attraverso Julian Huxley all'UNESCO. “La filosofia generale dell'UNESCO dovrebbe essere quella di un umanesimo scientifico di portata mondiale e di matrice evolutiva”, dichiarò in qualità di primo Direttore Generale. Attraverso opere come Religion Without Revelation (1927), Huxley non si limitò a suggerire la sostituzione della fede tradizionale, ma delineò una nuova ortodossia religiosa con la Scienza come divinità e gli esperti come sacerdozio. Questa devozione quasi religiosa all'autorità scientifica sarebbe diventata il quadro di riferimento per l'odierna accettazione incondizionata delle affermazioni degli esperti su tutto, dagli obblighi di vaccinazione alle linee di politica sul clima. La maggior parte dei civili non possiede le conoscenze specialistiche per valutare queste questioni tecniche complesse, eppure ci si aspetta che le accolgano con fervore religioso: “fidarsi della scienza” diventa l'equivalente moderno di “fidarsi della fede”. Questa cieca deferenza nei confronti dell'autorità scientifica, esattamente come immaginava Huxley, ha trasformato la scienza da metodo di indagine a sistema di credenze.

La famiglia Huxley fornì l'architettura intellettuale per questa trasformazione. “L'umanesimo scientifico mondiale” di Julian Huxley presso l'UNESCO stabilì il quadro istituzionale, mentre suo fratello Aldous ne rivelò la metodologia psicologica. Nella sua intervista del 1958 con Mike Wallace, Aldous Huxley spiegò come il rapido cambiamento tecnologico potesse sopraffare le popolazioni, facendole “perdere la capacità di analisi critica”. La sua descrizione del “controllo attraverso la sopraffazione” descrive perfettamente il nostro attuale stato di costante sconvolgimento tecnologico, in cui le persone sono troppo disorientate dai rapidi cambiamenti per resistere efficacemente ai nuovi sistemi di controllo.

Ancora più importante, Huxley sottolineò l'importanza di un'implementazione “graduale”, suggerendo che, calibrando attentamente i cambiamenti tecnologici e sociali, la resistenza potesse essere gestita e i nuovi sistemi di controllo normalizzati nel tempo. Questa strategia graduale, che rispecchia l'approccio della Fabian Society, è riscontrabile in ogni aspetto, dalla lenta erosione dei diritti alla privacy all'implementazione incrementale dei sistemi di sorveglianza digitale. Il suo monito sul condizionamento psicologico attraverso i media prefigurava gli attuali algoritmi dei social media e la modifica del comportamento digitale.

Between Two Ages di Zbigniew Brzezinski ampliò questo quadro, descrivendo un'imminente “era tecnetronica” caratterizzata dalla sorveglianza dei cittadini, dal controllo attraverso la tecnologia, dalla manipolazione del comportamento e dalle reti di informazione globali. Fu straordinariamente esplicito riguardo a questo progetto: “L'era tecnetronica comporta la graduale comparsa di una società più controllata. Una tale società sarebbe dominata da un'élite, libera dai valori tradizionali [...]. Presto sarà possibile esercitare una sorveglianza pressoché continua su ogni cittadino e mantenere archivi completi e aggiornati contenenti anche le informazioni più personali. Questi archivi saranno soggetti a un recupero immediato da parte delle autorità”. Oggi molti potrebbero ricordare sua figlia Mika Brzezinski come co-conduttrice di “Morning Joe” su MSNBC: mentre suo padre plasmava la teoria geopolitica, lei avrebbe continuato a influenzare l'opinione pubblica attraverso i media, dimostrando come l'influenza dell'establishment si adatti attraverso le generazioni.

Il concetto di “Cervello Mondiale” di Wells – una rete di informazioni globale interconnessa – è diventato realtà grazie all'ascesa dell'intelligenza artificiale e di Internet. Questa centralizzazione della conoscenza e dei dati rispecchia l'ambizione tecnocratica di una società globale basata sull'intelligenza artificiale, come esemplificato da iniziative come l'AI World Society (AIWS).

Le previsioni di George Orwell sono diventate la nostra realtà quotidiana: i teleschermi che tracciano i nostri movimenti sono diventati dispositivi intelligenti con telecamere e microfoni sempre accesi; la neolingua, che limita il linguaggio accettabile, è emersa come moderazione dei contenuti e correttezza politica; il buco della memoria che cancella i fatti scomodi opera attraverso la censura digitale e il “fact-checking”; il crimine di pensiero che punisce le opinioni sbagliate si manifesta come sistemi di credito sociale e punteggi di reputazione digitale; la guerra perpetua che mantiene il controllo continua attraverso conflitti infiniti e la “guerra al terrorismo”.

Si consideri come le principali pubblicazioni prevedano sistematicamente le imminenti trasformazioni tecnologiche: la promozione da parte dei media generalisti della mentalità del “mai offline” ha preceduto l'adozione diffusa di dispositivi di sorveglianza indossabili che ora convergono biologia umana e tecnologia digitale – quello che oggi viene chiamato “Internet dei corpi”.

Queste non sono previsioni casuali: rappresentano sforzi coordinati per abituare la popolazione a tecnologie sempre più invasive che confondono i confini tra il mondo fisico e quello digitale. Questo schema di anticipazione dei sistemi di controllo attraverso i media generalisti ha un duplice scopo: normalizza la sorveglianza e al contempo presenta la resistenza come futile o retrograda. Quando questi sistemi saranno pienamente implementati, la popolazione sarà già stata condizionata ad accettarli come un progresso inevitabile.

Se Orwell ci ha mostrato il bastone, Huxley ci ha rivelato la carota. Mentre Orwell metteva in guardia dal controllo attraverso il dolore, Huxley predisse il controllo attraverso il piacere. La sua distopia fatta di caste genetiche, diffusione di droghe che alterano l'umore e un intrattenimento senza fine corre parallela al nostro mondo di tecnologia CRISPR, farmaci psichiatrici e dipendenza digitale.

Sebbene le basi teoriche siano state gettate da visionari come Wells e Huxley, l'implementazione delle loro idee ha richiesto quadri istituzionali. La trasformazione da concetti astratti a sistemi di controllo mondiali sarebbe emersa attraverso reti di influenza attentamente elaborate.


Dalle Tavole Rotonde alla governance mondiale

Quando Cecil Rhodes morì nel 1902, lasciò molto più di una semplice fortuna in diamanti. Il suo testamento delineava la strada per un nuovo tipo di impero, costruito non attraverso la conquista militare, ma attraverso l'attenta formazione di futuri leader che avrebbero pensato e agito come tali. Carroll Quigley, nella sua influente opera Tragedy and Hope, fornì spunti di riflessione privilegiati sulle strutture di potere da lui osservate, scrivendo di come “i poteri del capitalismo finanziario avessero un altro obiettivo di vasta portata, nientemeno che creare un sistema mondiale di controllo finanziario in mani private, in grado di dominare il sistema politico di ogni Paese e l'economia mondiale nel suo complesso. Questo sistema sarebbe stato controllato in modo feudale dalle banche centrali mondiali, che agivano di concerto, attraverso accordi segreti stipulati in frequenti incontri e conferenze private”.

Ciò si sarebbe manifestato attraverso una rete basata sui contatti umani e sull'influenza istituzionale. Rhodes immaginava la creazione di una rete d'élite che avrebbe esteso l'influenza britannica a livello globale, promuovendo al contempo la “cooperazione” anglo-americana. La sua dottrina non riguardava solo il potere politico, ma anche la definizione dei meccanismi attraverso i quali i leader del futuro avrebbero pensato e operato.

I meccanismi del controllo globale hanno subito una profonda trasformazione dai tempi di Rhodes. Il modello 1.0 del globalismo operava attraverso gli stati nazionali, il colonialismo e le strutture esplicite dell'Impero britannico. L'attuale Globalismo 2.0 opera attraverso istituzioni aziendali e finanziarie, indirizzando il potere verso una governance globale centralizzata senza la necessità di un impero formale. Organizzazioni come il Gruppo Bilderberg, il Council on Foreign Relations, la Commissione Trilaterale e il Tavistock Institute hanno trascorso dai 50 ai 100 anni a guidare programmi e linee di politica globali, centralizzando gradualmente potere, influenza e risorse tra un'élite sempre più concentrata. Il Gruppo Bilderberg, in particolare, ha facilitato discussioni private tra influenti leader politici e imprenditoriali, plasmando a porte chiuse i processi decisionali di alto livello.

Le borse di studio Rhodes sono state più di un semplice programma educativo: hanno creato un canale per identificare e coltivare i futuri leader che avrebbero portato avanti questo programma tecnocratico. Il Movimento della Tavola Rotonda, emerso dal progetto di Rhodes, avrebbe creato gruppi influenti in Paesi chiave, creando reti informali che avrebbero plasmato la politica globale per generazioni.

Da queste Tavole Rotonde sono emerse istituzioni chiave per la governance globale: il Royal Institute of International Affairs (Chatham House) di Londra e il Council on Foreign Relations negli Stati Uniti. Queste organizzazioni non si sarebbero limitate a discutere di politica, ma avrebbero creato il quadro intellettuale attraverso il quale la politica poteva essere concepita. I loro membri avrebbero poi fondato la Società delle Nazioni, le Nazioni Unite e il sistema di Bretton Woods.

La visione di Alice Bailey, articolata attraverso la Lucis Trust (fondata nel 1922 come Lucifer Publishing Company prima di essere rinominata nel 1925), prefigurava e contribuiva a plasmare aspetti delle istituzioni globali odierne. Pur non avendo fondato direttamente le Nazioni Unite, l'influenza della Lucis Trust è visibile nei fondamenti spirituali e filosofici dell'organizzazione, tra cui la Sala di Meditazione presso la sede centrale delle Nazioni Unite. Nel libro The Externalization of the Hierarchy, scritto nell'arco di diversi decenni e pubblicato nel 1957, la Bailey delineò una visione di trasformazione globale che si avvicina a molte iniziative attuali delle Nazioni Unite. I suoi scritti descrivevano i cambiamenti che ora vediamo manifestarsi: sistemi di istruzione che promuovono la cittadinanza globale, programmi ambientali che ristrutturano la società, istituzioni spirituali che si fondono con credenze universali e sistemi economici sempre più integrati. In particolare indicò il 2025 come data obiettivo per questa “esteriorizzazione della gerarchia”, una tempistica in linea con molte iniziative globali attuali, tra cui l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.

Oggi questo piano d'azione si manifesta attraverso il World Economic Forum, dove Klaus Schwab, sotto la guida di Henry Kissinger, mette in pratica queste storiche guide tecnocratiche. Come affermò Kissinger nel 1992: “Un Nuovo Ordine Mondiale emergerà. L'unica domanda è se nascerà da intuizioni intellettuali e morali, e intenzionalmente, o se sarà imposto all'umanità da una serie di catastrofi”. Il WEF di Klaus Schwab plasma attivamente questo ordine “penetrando nei governi” attraverso il suo programma Young Global Leaders. Come si vantava lo stesso Schwab: “Ciò di cui siamo molto orgogliosi è che riusciamo a penetrare nei governi di diversi Paesi”, un'affermazione dimostrata dal fatto che diversi membri del governo di Paesi come Canada, Francia, Germania e Nuova Zelanda, così come politici statunitensi come Gavin Newsom, Pete Buttigieg e Huma Abedin, hanno partecipato alle iniziative di leadership del WEF.


Programmare il futuro: vendere la gabbia

Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud, sviluppò il quadro psicologico che sarebbe diventato il marketing moderno e la manipolazione dei social media. Questa connessione familiare non fu una coincidenza: le intuizioni psicologiche di Freud sulla natura umana sarebbero state trasformate da suo nipote in strumenti di manipolazione di massa. Questo modello di influenza continua ancora oggi: il co-fondatore di Netflix, Marc Bernays Randolph, è pronipote di Edward Bernays, a dimostrazione di come queste linee di sangue continuino a plasmare il nostro consumo culturale. Le tecniche di “ingegneria del consenso” e di gestione dell'opinione pubblica, sperimentate da Edward Bernays, operano ora attraverso piattaforme digitali su una scala senza precedenti, preparando il terreno per il fenomeno della programmazione predittiva.

La programmazione predittiva opera presentando i sistemi di controllo futuri come intrattenimento, normalizzandoli prima della loro implementazione. Quando la realtà rispecchia la finzione, il pubblico è stato precondizionato ad accettarla. Non si tratta di una mera coincidenza: queste narrazioni preparano sistematicamente le popolazioni a trasformazioni pianificate.

Come spiega il teorico Alan Watt: “La programmazione predittiva agisce creando un condizionamento psicologico nelle nostre menti attraverso un processo di tipo pavloviano. Esponendo ripetutamente le persone a eventi futuri, o sistemi di controllo attraverso i media di intrattenimento, le risposte diventano familiari e quegli eventi vengono quindi accettati come eventi naturali quando si manifestano nella realtà”.

Hollywood funge da veicolo principale per la normalizzazione delle idee tecnocratiche. Film e programmi TV presentano costantemente scenari futuri che poi diventano realtà:

• Minority Report (2002) prevedeva pubblicità personalizzata e interfacce controllate dai gesti → Ora abbiamo annunci mirati e controlli touchless;

 Iron Man (2008) ha normalizzato le interfacce cervello-computer per l'uso quotidiano → Ora vediamo Neuralink e altre iniziative di impianti neurali ottenere l'accettazione del pubblico;

• Black Mirror (2011-) episodi sui punteggi di credito sociale → La Cina ha implementato sistemi simili;

• Contagion (2011) ha previsto in modo inquietante le risposte alla pandemia → Molte delle sue scene si sono svolte nella vita reale;

• The Social Network (2010) ha descritto la rivoluzione tecnologica come inevitabile e i leader come brillanti outsider → Portando a una diffusa venerazione dei tecnocrati;

• Person of Interest (2011) ha descritto la sorveglianza di massa tramite l'intelligenza artificiale → Ora abbiamo un riconoscimento facciale diffuso e una polizia predittiva;

• Her (2013) ha descritto un'intima relazione tra un essere umano e un assistente AI, presagendo l'erosione dei legami umani tradizionali;

• Elysium (2013) ha descritto la divisione tecnologica di classe → Ora assistiamo a un crescente dibattito sul potenziamento transumano limitato alle élite;

• Transcendence (2014) ha esplorato la fusione della coscienza umana con l'IA → Ora assistiamo a un rapido progresso di Neuralink e altre iniziative di interfaccia cervello-computer;

• Ready Player One (2018) ha normalizzato l'immersione digitale completa e l'economia virtuale → Ora assistiamo a iniziative di metaverso e mercati di asset digitali.

Anche l'intrattenimento per bambini gioca un ruolo. Film come WALL•E predicono il collasso ambientale, mentre film per bambini come Big Hero 6 della Disney/Pixar mostrano la tecnologia che “salva” l'umanità. Il messaggio rimane coerente: la tecnologia risolverà i nostri problemi, ma a scapito delle relazioni umane tradizionali e delle libertà. Questo condizionamento sistematico attraverso i media richiederebbe un quadro istituzionale altrettanto sistematico per essere implementato su larga scala.

Mentre Bernays e i suoi successori svilupparono il quadro psicologico per l'influenza di massa, l'implementazione di queste idee su larga scala richiese una solida architettura istituzionale. La traduzione di queste tecniche di manipolazione dalla teoria alla pratica sarebbe emersa attraverso reti di influenza attentamente costruite, ciascuna basata sul lavoro delle altre. Queste reti non si sarebbero limitate a condividere idee, ma avrebbero attivamente plasmato i meccanismi attraverso i quali le generazioni future avrebbero compreso e interagito con il mondo.


La rete istituzionale

La mappa tecnocratica richiedeva istituzioni specifiche per la sua attuazione. La Fabian Society, il cui stemma raffigura un lupo travestito da agnello e un logo a forma di tartaruga a rappresentare il loro motto “quando colpisco, colpisco duro” e “cambiamento lento e costante”, stabilì meccanismi per una graduale trasformazione sociale. Questo approccio gradualista sarebbe diventato un modello per l'attuazione del cambiamento istituzionale senza innescare resistenze.

La traduzione della teoria tecnocratica in linee di politica globali richiedeva la forza delle istituzioni. Organizzazioni come le Fondazioni Rockefeller e Ford non si limitarono a sostenere queste iniziative, ma ristrutturarono sistematicamente la società attraverso finanziamenti strategici e l'attuazione delle relative linee di politica. L'influenza della Fondazione Rockefeller sulla medicina rispecchiava la riorganizzazione dell'istruzione da parte di quella Ford, creando meccanismi interconnessi di controllo sulla salute e sulla conoscenza. Queste fondazioni erano più che semplici organizzazioni filantropiche: fungevano da incubatori per la governance tecnocratica, coltivando attentamente reti di influenza attraverso sovvenzioni, borse di studio e supporto istituzionale. Il loro lavoro dimostrò come una beneficenza di facciata potesse mascherare una profonda ingegneria sociale, un modello che continua con i filantropi di oggi nel mondo della tecnologia.

Bill Gates esemplifica questa evoluzione: la sua fondazione esercita un'influenza senza precedenti sulle linee di politica sanitarie globali, investendo contemporaneamente in sistemi di identificazione digitale, alimenti sintetici e tecnologie di sorveglianza. L'acquisizione di vaste proprietà agricole, che lo ha reso il più grande proprietario terriero privato d'America, corre parallela al suo controllo sui sistemi globali di conservazione e distribuzione dei semi. Come Rockefeller prima di lui, Gates utilizza le donazioni filantropiche per plasmare molteplici ambiti, dalla sanità pubblica al mondo dell'istruzione, dall'agricoltura all'identità digitale. La sua visione transumanista si estende alla brevettazione di interfacce uomo-computer, posizionandosi per influenzare non solo i nostri sistemi alimentari e sanitari, ma potenzialmente la biologia umana stessa attraverso l'integrazione tecnologica. Attraverso investimenti strategici nei media e pubbliche relazioni attentamente gestite, queste attività sono tipicamente presentate come iniziative benefiche piuttosto che come esercizi di controllo. Il suo lavoro dimostra come i filantropi moderni abbiano perfezionato i metodi dei loro predecessori nell'utilizzare le donazioni benefiche per progettare la trasformazione sociale.

La trasformazione della medicina offre un esempio lampante di come si siano evoluti i sistemi di controllo. Jonas Salk, celebrato come filantropo per il suo lavoro sui vaccini, rivelò motivazioni più oscure in libri come The Survival of the Wisest e World Population and Human Values: A New Reality, che sostenevano esplicitamente l'eugenetica e i programmi di spopolamento. Questo schema di apparente filantropia che maschera il controllo demografico si è ripetuto per tutto il secolo scorso, costringendoci a riconsiderare molti dei nostri presunti eroi del progresso.

La strumentalizzazione della divisione sociale è emersa attraverso un attento studio accademico. Il lavoro di Margaret Mead e Gregory Bateson in Papua Nuova Guinea, in particolare il loro concetto di schismogenesi (la creazione di fratture sociali), ha fornito il quadro teorico per l'ingegneria sociale moderna. Pur essendo presentati come una ricerca antropologica neutrale, i loro studi hanno di fatto creato un manuale per la manipolazione sociale attraverso lo sfruttamento dei conflitti interni. Steps to an Ecology of Mind di Bateson ha rivelato come i modelli di comunicazione e i circuiti di feedback possano plasmare il comportamento sia individuale che collettivo. Il concetto di schismogenesi descriveva come le separazioni iniziali potessero amplificarsi in cicli di opposizione auto-rinforzanti, un processo che oggi vediamo deliberatamente implementato attraverso gli algoritmi dei social media e i programmi di informazione mainstream.

Hate Inc. di Matt Taibbi offre una potente analisi contemporanea di come questi principi operino nella nostra era digitale. Ciò che Bateson osservò nelle culture tribali, Taibbi documenta nell'ecosistema mediatico odierno: lo sfruttamento sistematico della divisione attraverso la distribuzione algoritmica di contenuti e metriche di coinvolgimento, creando una forma industrializzata di schismogenesi che alimenta il controllo sociale attraverso conflitti artificiali, anche quando l'establishment “monopartitico” converge su questioni chiave come la politica estera.

Il Royal Institute of International Affairs e il Council on Foreign Relations hanno plasmato i quadri politici internazionali, mentre il Tavistock Institute ha sviluppato e perfezionato tecniche di operazioni psicologiche. La Scuola di Francoforte ha rimodellato la critica culturale e la Commissione Trilaterale ha guidato l'integrazione economica. Ognuna di queste organizzazioni svolge molteplici ruoli: incubare idee tecnocratiche, formare i futuri leader, creare reti di influencer chiave, sviluppare quadri politici e progettare il cambiamento sociale.

The Impact of Science on Society di Bertrand Russell fornì il modello per il controllo dell'istruzione moderno. “La materia che avrà maggiore importanza politica è la psicologia di massa”, scrisse. “La sua importanza è stata enormemente accresciuta dallo sviluppo dei metodi di propaganda moderni. Tra questi il più influente è quello che viene chiamato ‘istruzione’”. Le sue schiette esplorazioni del controllo demografico e della governance scientifica trovano espressione nei dibattiti contemporanei sul governo degli esperti e sul “seguire la scienza”. Queste idee si manifestano ora in sistemi educativi digitali standardizzati e piattaforme di apprendimento basate sull'intelligenza artificiale.

Limits to Growth del Club di Roma merita un'attenzione particolare per aver stabilito il quadro intellettuale alla base delle attuali iniziative di controllo ambientale e demografico. La loro dichiarazione secondo cui “il nemico comune dell'umanità è l'essere umano” ha rivelato il loro vero programma. Come affermarono esplicitamente in The First Global Revolution (1991): “Nella ricerca di un nuovo nemico che ci unisse, abbiamo concepito l'idea che l'inquinamento, la minaccia del riscaldamento globale, la scarsità d'acqua, la carestia e simili sarebbero stati adatti [...]. Tutti questi pericoli sono causati dall'intervento umano ed è solo attraverso un cambiamento di atteggiamenti e comportamenti che possono essere superati. Il vero nemico, quindi, è l'umanità stessa”. Le loro previsioni sulla scarsità di risorse non riguardavano solo le preoccupazioni ambientali, ma fornivano le basi per le attuali iniziative di comunicazione sul cambiamento climatico e di controllo demografico, abilitando il controllo sia attraverso l'allocazione delle risorse che attraverso l'ingegneria demografica.

Queste strutture istituzionali non sono rimaste statiche, ma si sono evolute con la capacità tecnologica. Ciò che è iniziato come un sistema fisico di controllo avrebbe trovato la sua massima espressione nell'infrastruttura digitale, raggiungendo un livello di sorveglianza e modifica comportamentale che i tecnocrati del passato potevano solo immaginare.


Implementazione moderna: la convergenza dei sistemi di controllo

L'architettura di sorveglianza moderna pervade ogni aspetto della vita quotidiana. Dispositivi intelligenti monitorano i ritmi del sonno e i parametri vitali di milioni di persone, mentre assistenti AI guidano le nostre routine quotidiane con il pretesto della comodità. Proprio come il mondo di Truman era controllato da telecamere nascoste e interazioni organizzate, il nostro ambiente digitale monitora e modella il nostro comportamento attraverso dispositivi che accettiamo volentieri. Notizie e informazioni fluiscono attraverso filtri algoritmici attentamente selezionati che plasmano la nostra visione del mondo, mentre la sorveglianza e l'automazione sul posto di lavoro definiscono sempre più i nostri ambienti professionali. Il nostro intrattenimento arriva attraverso sistemi di raccomandazione, le nostre interazioni sociali sono mediate da piattaforme digitali e i nostri acquisti sono monitorati e influenzati da pubblicità mirate. Laddove il mondo di Truman era controllato da un singolo produttore e da un team di produzione, la nostra realtà ingegnerizzata opera attraverso quadri integrati di tecnologie di controllo. L'infrastruttura della tecnocrazia – dalla sorveglianza digitale agli algoritmi di modificazione comportamentale – fornisce i mezzi pratici per implementare questo controllo su larga scala, ben oltre qualsiasi cosa raffigurata nel mondo artificiale di Truman.

Come l'ambiente attentamente controllato di Truman, il nostro mondo digitale crea un'illusione di scelta mentre ogni interazione è monitorata e plasmata. Ma a differenza delle telecamere fisiche di Truman, il nostro sistema di sorveglianza è invisibile, integrato nei dispositivi e nelle piattaforme che adottiamo volontariamente. Persino le nostre decisioni in materia di salute sono sempre più guidate da algoritmi “esperti”, l'istruzione dei nostri figli viene standardizzata attraverso piattaforme digitali e i nostri viaggi sono costantemente monitorati tramite biglietti digitali e GPS. Ancora più insidioso, il denaro stesso si sta trasformando in valuta digitale tracciabile, completando il circuito di sorveglianza. Proprio come ogni acquisto e movimento di Truman era attentamente tracciato nel suo mondo artificiale, le nostre transazioni finanziarie e i nostri movimenti fisici sono sempre più monitorati e controllati attraverso sistemi digitali, ma con una precisione e una portata ben maggiori di qualsiasi cosa possibile nella realtà artificiale di Truman.

I programmi storici si sono manifestati con notevole precisione nei nostri sistemi attuali. Il Cervello Mondiale di Wells è diventato il nostro Internet, mentre il soma di Huxley assume la forma di SSRI diffusi. I sogni di governance globale della Bailey emergono attraverso le Nazioni Unite e il WEF, mentre l'era tecnetronica di Brzezinski si afferma come capitalismo della sorveglianza. Il modello educativo di Russell si manifesta nelle piattaforme di apprendimento digitale, le tecniche di manipolazione di Bernays alimentano i social media e le preoccupazioni ambientali del Club di Roma guidano le linee di politica sui cambiamenti climatici. Ogni modello storico trova la sua implementazione moderna, creando reti di controllo convergenti.

La fase successiva dei sistemi di controllo sta già emergendo. Le valute digitali delle banche centrali (CBDC) stanno creando quello che equivale a un gulag digitale, dove ogni transazione richiede approvazione e può essere monitorata o impedita. I punteggi ambientali, sociali e di governance (ESG) estendono questo controllo al comportamento aziendale, mentre la governance basata sull'intelligenza artificiale automatizza sempre più i processi decisionali. Questo nuovo paradigma codifica efficacemente la “cancel culture”, oltre alle iniziative di diversità, equità e inclusione, nel sistema monetario, creando un sistema completo di controllo finanziario.

Iniziative come Internet dei Corpi e lo sviluppo di città intelligenti supervisionate da enti governativi come la rete C40 dimostrano ulteriormente come la visione tecnocratica venga implementata oggi. Questi sforzi per fondere la biologia umana con la tecnologia digitale e per centralizzare le infrastrutture urbane sotto il controllo tecnocratico rappresentano la logica estensione del modello storico delineato in questo saggio.


Comprendere per resistere

Il futuro tecnocratico non è in arrivo: è già qui. Ogni giorno viviamo le previsioni che questi pensatori fecero decenni fa, ma comprendere la loro visione ci dà potere.

Proprio come Truman Burbank salpa infine verso i confini del suo mondo artificiale, riconoscendo l'illusione che lo aveva limitato, anche noi dobbiamo trovare il coraggio di spingerci oltre i confini della nostra realtà imposta digitalmente. Ma a differenza della cupola fisica di Truman, i nostri vincoli sono sempre più biologici e psicologici, intrecciati nel tessuto stesso della vita moderna attraverso sistemi di controllo tecnocratici. La domanda non è se viviamo in un sistema simile a quello di Truman: è dimostrato che è così. La domanda è se riconosceremo la nostra cupola digitale prima che diventi biologica e se avremo il coraggio di navigare verso i suoi confini come fece Truman.

Azioni individuali

• Implementare solide pratiche di privacy: crittografia, minimizzazione dei dati, comunicazioni sicure;

• Sviluppare competenze critiche di alfabetizzazione mediatica;

• Mantenere alternative analogiche ai sistemi digitali;

• Praticare periodi sabbatici tecnologici.

 

Costruzione di famiglie e comunità

• Creare reti di supporto locali indipendenti dalle piattaforme digitali;

• Insegnare ai bambini il pensiero critico e il riconoscimento di schemi;

• Creare alternative economiche basate sulla comunità;

• Costruire relazioni faccia a faccia e incontri regolari.


Approcci sistemici

• Supportare e sviluppare tecnologie decentralizzate;

• Creare sistemi paralleli per l'istruzione e la condivisione delle informazioni;

• Costruire strutture economiche alternative;

• Sviluppare l'indipendenza alimentare ed energetica locale.

La nostra resistenza quotidiana deve avvenire attraverso un impegno consapevole: utilizzare la tecnologia senza essere utilizzati da essa, consumare intrattenimento comprendendone la programmazione e partecipare alle piattaforme digitali mantenendo la privacy. Dobbiamo imparare ad accettare la comodità senza rinunciare all'autonomia, seguire gli esperti mantenendo il pensiero critico e abbracciare il progresso preservando i valori umani. Ogni scelta diventa un atto di resistenza consapevole.

Anche questa analisi segue il modello che descrive. Ogni sistema di controllo è emerso attraverso uno schema coerente: prima una tabella di marcia articolata da pensatori chiave, poi un quadro sviluppato attraverso le istituzioni, infine un'implementazione che appare inevitabile una volta completata. Proprio come Wells immaginò il Cervello Mondiale prima di Internet e Rhodes progettò i sistemi di borse di studio prima della governance globale, il progetto diventa visibile solo dopo averne compreso i componenti.


La scelta futura

Come con il graduale risveglio di Truman a fronte dell'artificialità del suo mondo, la nostra consapevolezza di questi sistemi di controllo si sviluppa attraverso il riconoscimento di schemi. E proprio come Truman deve superare le sue paure programmate per navigare verso i confini del mondo a lui noto, anche noi dobbiamo superare i nostri comodi vincoli tecnologici per preservare la nostra umanità.

La convergenza di questi sistemi di controllo – dal fisico allo psicologico, dal locale al globale, dal meccanico al digitale – rappresenta il culmine di un progetto di ingegneria sociale durato un secolo. Ciò che ebbe inizio con i monopoli hardware di Edison e il Cervello Mondiale di Wells si è evoluto in un sistema onnicomprensivo di controllo tecnologico, creando un Truman Show digitale su scala globale.

Tuttavia la conoscenza di questi sistemi rappresenta il primo passo verso la resistenza. Comprendendone lo sviluppo e riconoscendone l'implementazione, possiamo compiere scelte consapevoli sul nostro coinvolgimento con essi. Sebbene non possiamo sfuggire completamente dalla griglia tecnocratica, possiamo preservare la nostra umanità al suo interno attraverso azioni consapevoli e connessioni locali.

Il futuro rimane non scritto. Attraverso la comprensione e l'azione consapevole, possiamo contribuire a plasmare un mondo che preservi l'agire umano all'interno della rete tecnologica che definisce sempre più la nostra realtà.

Questa scala metaforica, che si eleva sempre più verso un'ascesa apparentemente divina, riflette la visione tecnocratica della trascendenza dell'umanità attraverso mezzi tecnologici. Malgrado ciò la vera liberazione non risiede nello scalare questa gerarchia costruita, ma nello scoprire la libertà che esiste oltre i suoi confini: la libertà di plasmare il nostro destino piuttosto che lasciarlo dettare da una mano invisibile. La scelta che ci attende è chiara: rimarremo Truman accettando i limiti del nostro mondo costruito? O faremo quel passo finale, salpando verso un futuro incerto ma in definitiva autodeterminato?


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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giovedì 28 agosto 2025

Il futuro delle cartolarizzazioni in un mondo popolato da crittovalute

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Omid Malekan

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-futuro-delle-cartolarizzazioni)

Le società nell'elenco Bitcoin Treasury come Strategy sono di gran moda in questo momento. Non passa giorno senza che venga annunciato l'ennesimo veicolo pubblico il cui scopo principale è quello di offrire esposizione alle crittovalute all'interno di un involucro azionario. Sebbene questa soluzione abbia i suoi vantaggi, alcune di queste società non hanno una proposta di valore unica e sono indistinguibili l'una dall'altra. Le loro azioni potrebbero non generare un premio durante un mercato ribassista.

Un approccio migliore è quello di offrire un'azienda che si occupi di ecosistema, che offra un'esposizione completa alle diverse sfaccettature di una specifica blockchain, combinando attività operative con investimenti mirati e fluidi. Mentre le società nell'elenco Bitcoin Treasury sono in definitiva poco più che una beta, un'azienda che si occupa di ecosistema può fornire l'alfa.


Quadro di riferimento

Col senno di poi, i mercati azionari e le crittovalute sono sempre stati destinati l'uno per l'altra. Il mercato azionario è ampio, liquido e ampiamente accessibile; le crittovalute non sono niente di tutto questo, ma una nuova ed entusiasmante classe di asset con un maggiore potenziale di rialzo. Da qui l'interesse di inserire una strategia long sulle crittovalute all'interno di un portafoglio di società quotate, in particolare nei mercati senza ETF sulle crittovalute.

Strategy (ex-MicroStrategy) ha eseguito il piano con successo. Attualmente detiene quasi il 3% di tutti i bitcoin e viene trattato oltre 1,5 volte il valore dei suoi bitcoin. Essendo la prima, e di gran lunga la più grande, società Bitcoin Treasury, ha goduto di un significativo vantaggio da pioniere. Le sue azioni sono altamente liquide, accessibili a investitori istituzionali e retail su innumerevoli piattaforme e ora fanno parte del prestigioso NASDAQ 100. Questa liquidità, insieme al premio sul suo NAV (valore del patrimonio netto), le consente di continuare a emettere più azioni per acquistare più bitcoin. Strategy è stata anche pioniera nell'uso di obbligazioni convertibili per estendere la sua portata (e l'esposizione a Bitcoin) nel mercato del debito.

Rispetto al possesso diretto di bitcoin, i vantaggi di investire in una società Bitcoin Treasury includono:

• Semplificazione della gestione della custodia delle crittovalute, del trattamento fiscale e della rendicontazione;

• Ottenere esposizione alle crittovalute tramite infrastrutture del mercato azionario (custodi, prime broker, ecc.);

• Accessibilità da parte di un'ampia gamma di conti e tipologie di investitori (piani pensionistici, RIA, ecc.);

• Miglior trattamento fiscale delle azioni rispetto alle crittovalute in alcuni Paesi;

• Accesso a un mercato di opzioni più liquido rispetto a quello spot BTC;

• Arbitraggio del mandato di investimento tramite emissione di obbligazioni senior convertibili;

• Monetizzazione di stack di capitale flessibili per la leva finanziaria.

Molti di questi vantaggi sono offerti anche dagli ETF spot su Bitcoin, con l'ulteriore vantaggio di commissioni più basse e strutture di pass-through più pulite. Altri saranno eliminati dalla maggiore maturazione dei mercati spot su Bitcoin, o da nuove leggi che elimineranno le scappatoie normative.

Il fattore più probabile che determina il premio di Strategy rispetto al NAV è la percezione che mercati obbligazionari favorevoli consentiranno di continuare ad acquisire più bitcoin senza diluizione. Tuttavia non vi è alcuna garanzia che la domanda di debito continuerà e può sempre invertirsi a causa della saturazione del mercato, o di un mercato ribassista. L'impossibilità di un rifinanziamento potrebbe portare i detentori di debito esistenti a essere rimborsati tramite azioni di nuova emissione, forzando la diluizione nel momento peggiore possibile.

Ciò non significa che gli sconti sul NAV siano imminenti, o che le aziende non dovrebbero ricorrere alla leva finanziaria, ma piuttosto che le sole operazioni di tesoreria non determineranno necessariamente premi sul NAV, pertanto le crittovalute dovrebbero cercare ulteriori proposte di valore.


Un approccio più sostenibile

Un modo per fare distinzioni è concentrarsi su altcoin che non hanno ETF. Un titolo di questo tipo sarebbe particolarmente interessante se l'asset sottostante non ha ancora un mercato spot liquido. Se si tratta di una coin che può essere investita in staking, la società potrebbe seguire tale strategia per ottenere un rendimento con un rischio di controparte minimo.

Tuttavia il semplice acquisto e detenzione di una coin del genere potrebbe non essere sufficiente per fare la differenza, dato che sempre più ETF stanno emergendo online, compresi quelli che offrono lo staking. I vantaggi di accesso diminuiscono con l'aumento dell'accesso complessivo.

Una strategia più duratura è quella di trasformarsi in un ecosistema: una scommessa onnicomprensiva su un'intera blockchain e su tutte le opportunità di rendimento che presenta, ora e in futuro.

Le aziende basate su ecosistemi possono essere impiegate per qualsiasi crittovaluta, incluso Bitcoin. Possono offrire un'esposizione più completa e diversificata a una piattaforma e gestire la complessità operativa dell'impiego di capitale su una nuova catena. La più ampia superficie di attività consente inoltre ai manager di distinguersi dai concorrenti che si concentrano sullo stesso ecosistema.

Altri vantaggi dell'essere un'azienda ecosistemica includono:

• Gestire attività operative dedicate a una singola catena, come l'esecuzione di validatori, l'offerta di staking delegato e il lancio di un L2;

• Andare oltre il semplice staking per rendere più liquidi quest'ultimo e il restaking;

• Partecipare a opportunità di DeFi e yield farming;

• Utilizzare la leva finanziaria per aumentare i rendimenti su DeFi/yield farming;

• Ottenere un trattamento preferenziale dai team di sviluppo del protocollo;

• Investimenti di rischio in nuove dApp sviluppate in quell'ecosistema;

• Fornire uno sportello unico per accedere a tutte le opportunità che ruotano attorno a una moneta nativa;

• Offrire agli investitori la possibilità di spostare senza problemi il capitale investito da un ecosistema all'altro, senza ritardi o complessità e al minimo costo.

Le aziende ecosistemiche sono progettate per massimizzare i vantaggi delle strutture finanziarie permissionless, in cui il capitale può fluire senza soluzione di continuità da un'opportunità di rendimento all'altra. Le opportunità offerte dalle piattaforme di smart contract come Ethereum e Solana sono innumerevoli, e altre ne emergeranno negli anni a venire.

I mercati azionari potrebbero trovare questa caratteristica delle crittovalute particolarmente interessante, data l'assenza di un equivalente TradFi. Tuttavia sfruttare questa fluidità – e gestirne i rischi – richiede competenza e attenzione costante, soprattutto per le blockchain più recenti. Chi applica la strategia in modo efficace può attenuare gli inevitabili cicli di mercato.

I rendimenti derivanti dall'indebitamento finanziario delle società di tesoreria pura sono decrescenti e non vi è alcuna garanzia di riuscire a raccogliere debito e capitale proprio, soprattutto in mercati difficili. Inoltre è improbabile che persistano ostacoli fiscali e di accesso.

Tuttavia le aziende che sviluppano ecosistemi presentano caratteristiche che offrono qualcosa di più prezioso (e sostenibile) della semplice esposizione al prezzo o della leva finanziaria. Offrono convessità ecosistemica. Se ben gestito, questo è un servizio per cui il mercato sarebbe giustificato a pagare un sovrapprezzo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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mercoledì 27 agosto 2025

“Tirannia sotto mentite spoglie”: la democrazia sopravviverà in Europa?

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Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Guy Milliére

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/tirannia-sotto-mentite-spoglie-la)

14 febbraio 2025. Il vicepresidente degli Stati Uniti, J. D. Vance, tiene un discorso in Germania alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.

Il pubblico si aspetta che parli di politica estera, geopolitica e minacce che gravano sul mondo.

Afferma invece che la minaccia più preoccupante oggi è “la minaccia interna, il ritiro dell'Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali”.

Aggiunge che i Paesi e le istituzioni europee stanno minando la democrazia e la libertà di parola, e ne fornisce degli esempi.

“Un ex-commissario europeo”, afferma Vance, “è apparso di recente in televisione e si è detto entusiasta del fatto che il governo rumeno avesse appena annullato un'intera elezione”.

Infatti Thierry Breton, ex-commissario europeo per il mercato interno, ha ammesso in un'intervista per un'emittente televisiva francese che la Corte costituzionale rumena si è piegata alle pressioni dell'UE e ha annullato le elezioni presidenziali del Paese perché il candidato di destra, Călin Georgescu, aveva buone probabilità di vincere. “Lo abbiamo fatto in Romania”, ha detto Breton, “e ovviamente dovremo farlo, se necessario, anche in Germania”.

Il 26 febbraio, quando Georgescu si è presentato per registrarsi come candidato per la ripetizione delle elezioni presidenziali, organizzata pochi mesi dopo le elezioni annullate, è stato arrestato dalla polizia e accusato di “tentativo di sovvertire l'ordine costituzionale”. Ad oggi le autorità rumene non hanno fornito  alcuna prova a sostegno di tale accusa.

“La stessa cosa potrebbe accadere anche in Germania”, ha affermato Vance nel suo discorso di Monaco.

Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), che ha partecipato alle elezioni parlamentari tedesche del 23 febbraio, è arrivato secondo con il 20,8% dei voti. L'Unione Cristiano-Democratica (CDU), di centro-destra, che ha ottenuto la maggioranza dei voti (28,5%), ha invece scelto di boicottare AfD e di formare un governo con il Partito Socialdemocratico (SPD), di centro-sinistra, che aveva formato il precedente governo e che i tedeschi avevano appena respinto, ottenendo solo il 16,4% dei voti.

Il nuovo cancelliere tedesco, il leader della CDU Friedrich Merz, aveva dichiarato durante la campagna elettorale: “Non collaboreremo con il partito che si definisce Alternativa per la Germania, né prima [delle elezioni], né dopo, mai”.

Merz ha mantenuto la parola data. Subito dopo le elezioni l'intelligence interna tedesca ha definito AfD “organizzazione estremista” e “minaccia per la democrazia”. La motivazione addotta è stata che AfD è “anti-immigrazione e anti-musulmana”. Potrebbe addirittura essere messa al bando dal governo.

Vance ha continuato:

Guardo a Bruxelles, dove i commissari dell'UE avvertono i cittadini che intendono chiudere i social media in periodi di disordini civili, nel momento in cui individuano ciò che ritengono essere un “contenuto d'odio”.

Infatti, nel 2022, l'Unione Europea ha adottato il Digital Services Act (DSA) che dovrebbe “proteggere i diritti degli utenti dei social media” e “fornire un ambiente online più sicuro” “limitando la diffusione di  contenuti illegali e dannosi”. Non è stato definito cosa costituisca “contenuto illegale e dannoso” e potrebbe essere qualsiasi cosa la Commissione Europea definisca come tale, insieme al diritto di imporre multe e chiudere i siti web.

Sebbene le affermazioni di Vance fossero inconfutabili, i funzionari presenti hanno immediatamente espresso il loro sgomento.

L'ex-cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha affermato che le osservazioni di Vance “non erano appropriate”,  aggiungendo:

Mai più fascismo, mai più razzismo, mai più guerra d'aggressione [...]. Le democrazie odierne in Germania e in Europa si fondano sulla consapevolezza storica che le democrazie possono essere distrutte da antidemocratici radicali [...] abbiamo creato istituzioni che garantiscono che le nostre democrazie possano difendersi dai loro nemici e regole che non restringono o limitano la nostra libertà, ma la proteggono.

Il Ministro degli esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha dichiarato che “la libertà di parola è garantita in Europa”.

Il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha osservato:

Nel Regno Unito abbiamo avuto libertà di parola per moltissimo tempo e durerà per moltissimo tempo [...] per quanto riguarda la libertà di parola nel Regno Unito ne sono davvero orgoglioso.

Christoph Heusgen, presidente della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, al termine della stessa  ha affermato che le osservazioni di Vance avevano raffigurato l'Europa come “un incubo a occhi aperti [...]. Dobbiamo temere che la nostra base comune di valori non sia più comune”. Poi è scoppiato a piangere.

È possibile che la “base comune di valori” che un tempo legava Europa e Stati Uniti non sia più comune. Se ciò è vero, è per le ragioni elencate da Vance: i leader e i governi europei si sono allontanati da ciò che un tempo legava Europa e Stati Uniti, come la libertà di parola e le elezioni libere ed eque, i cui risultati vengono effettivamente sanciti ad hoc.

L'argomentazione di Scholz sul fascismo, il razzismo e la minaccia alla democrazia è infondata, se non addirittura un'inversione dei fatti. Georgescu non ha rilasciato dichiarazioni fasciste o razziste e non ha mai minacciato la democrazia. Al contrario, ha affermato la sua volontà di difendere la sovranità nazionale e la civiltà occidentale, e si è dichiarato vicino alle posizioni dell'amministrazione Trump che non sono né fasciste né razziste.

Nel 2018 il politico dell'AfD, Alexander Gauland, affermò che “Hitler e i nazisti sono solo un granello di polvere in più di 1.000 anni di storia tedesca”.

Nel 2017 Björn Höcke, leader dell'AfD nel Land tedesco della Turingia, definì il Memoriale dell'Olocausto di Berlino un “memoriale della vergogna”.

Ma le parole di Gauland e Höcke non rappresentano la linea del partito AfD. Gauland chiarì le sue osservazioni solo pochi giorni dopo, affermando:

Molti hanno visto l'espressione come una banalizzazione inappropriata [...] niente potrebbe essere più lontano dalla realtà e mi rammarico si sia creata una simile impressione [...]. Mi rammarico dell'impressione che ne è derivata. Non è mai stata mia intenzione banalizzare o deridere le vittime di quel sistema criminale.

La motivazione fornita dall'intelligence interna tedesca per definire l'AfD come “organizzazione estremista” non è né fascismo né razzismo. Infatti nessun leader dell'AfD sostiene posizioni fasciste o razziste e, ciò che in realtà potrebbe risultare discutibile per molti europei, è che l'AfD è “il partito più filo-israeliano e filo-semita” in Germania.

“Questa non è democrazia”, ha affermato il Segretario di Stato Marco Rubio a proposito della decisione dell'agenzia di intelligence interna tedesca, “è tirannia mascherata”.

Ironia della sorte negli Stati Uniti il Comitato Nazionale Democratico (DNC) ha annullato l'elezione di David Hogg e Malcolm Kenyatta come vicepresidenti del DNC, apparentemente per “motivi procedurali”. Dopo la sua elezione Hogg ha dichiarato di voler raccogliere fondi per sostenere gli sfidanti alle primarie dei democratici in carica. A giugno il DNC prenderà  in considerazione una ripetizione delle elezioni, presumibilmente nella speranza di ottenere un risultato predeterminato. Nel frattempo molti democratici criticano senza sosta il Partito Repubblicano per “aver distrutto la democrazia”.

Contrariamente a quanto affermato dal ministro degli Esteri francese, la libertà di parola è in declino in Europa, in particolare in Francia. L'ex-giornalista e candidato alla presidenza, Éric Zemmour, è stato  condannato innumerevoli volte e multato pesantemente per aver criticato l'Islam e l'immigrazione musulmana. La sua condanna più recente è stata emessa il 26 marzo 2025. Dopo l'omicidio di un giovane francese da parte di una banda di musulmani, Zemmour ha parlato della presenza in Francia di criminali che sono “feccia arabo-musulmana”. È stato riconosciuto colpevole di aver pronunciato un “insulto razzista”.

Nel 2014 lo scrittore Renaud Camus è stato condannato per incitamento all'odio per aver affermato che la Francia era stata “invasa” da immigrati musulmani.

Il canale televisivo francese C8 è stato chiuso dall'Autorità di regolamentazione dell'audiovisivo e della comunicazione digitale (Arcom) per “mancanza di diversità e pluralismo”. CNews, un altro canale televisivo francese, è stato multato pesantemente dall'Arcom per lo stesso “reato” e continua a rischiare la chiusura. Qualsiasi canale televisivo simile all'americana Fox News non sarebbe autorizzato a esistere in Francia.

La libertà di parola nel Regno Unito, contrariamente a quanto affermato da Starmer, è seriamente in pericolo. Negli ultimi mesi cittadini britannici sono stati condannati al carcere per aver pubblicato  messaggi critici nei confronti dell'Islam sui social media e persino per aver pregato vicino a una clinica per l'aborto.

Questa deriva antidemocratica ha preso piede in diversi Paesi europei. Politici e partiti che non condividono la visione del mondo dei funzionari al potere vengono sempre più esclusi da ogni possibilità di candidarsi a una carica ufficiale.

In Germania, come detto, Merz ha scelto di escludere l'AfD.

In Francia Marine Le Pen, che secondo i sondaggi è in testa alle elezioni presidenziali del 2027, è stata  condannata a cinque anni di ineleggibilità e quattro anni di carcere per presunta appropriazione indebita di fondi pubblici. La sentenza avrebbe dovuto entrare in vigore immediatamente, senza una sospensione temporanea della condanna in attesa dell'appello. Dopo che la decisione ha suscitato scandalo, la Corte d'Appello di Parigi ha dichiarato che avrebbe esaminato il caso e avrebbe emesso una sentenza definitiva nell'estate del 2026.

La Le Pen non si è appropriata indebitamente di fondi pubblici. Il giudice ha definito reato il fatto che gli assistenti dei deputati europei di Rassemblement National che lavoravano a Strasburgo lavorassero anche a Parigi per il partito. Il Movimento Democratico, un partito centrista guidato dal Primo Ministro francese François Bayrou, ha fatto esattamente la stessa cosa con gli assistenti dei suoi deputati europei, ma Bayrou è stato assolto.

Nei Paesi Bassi, quando il Partito per la Libertà (PVV) ha vinto con la maggioranza dei voti alle elezioni parlamentari del novembre 2023 e il suo leader, Geert Wilders, ha tentato di formare un governo, tutti gli altri partiti politici hanno unito le forze per impedirglielo, finché non è stato costretto a ritirarsi.

In Austria, nel settembre 2024, il Partito della Libertà d'Austria (FPÖ) ha vinto con la maggioranza dei voti alle elezioni parlamentari e al suo leader, Herbert Kickl, è stato impedito di formare un governo.

In Italia, invece, quando Fratelli d'Italia (FdI) – un partito con politiche simili a quelle di Rassemblement National, del PVV olandese e dell'FPÖ austriaco – ha vinto alle elezioni parlamentari italiane del 2022, la sua leader, Giorgia Meloni, è riuscita a formare un governo ed è ora Primo ministro. Il motivo? FdI faceva parte di un'alleanza con altri partiti di centro-destra. Ora la Meloni è l'unico politico etichettato in modo sprezzante dai media generalisti europei come “estrema destra” e in grado di godere del risultato della sua elezione.

La maggior parte dei leader europei oggi si riferisce ai partiti e ai politici che desidera escludere come “estrema destra”. Il termine è usato per riferirsi a partiti razzisti, xenofobi e autoritari. Nessuno di quelli sopra menzionati mostra la minima tendenza al razzismo, alla xenofobia e all'autoritarismo, nemmeno la metà di quanto facciano i loro avversari. I partiti estromessi, secondo lo storico e scrittore Daniel Pipes, non sono “nazionalisti”, ma patriottici, “difensivi, non aggressivi”. Pipes li descrive come “civilizzazionisti”:

Hanno a cuore la cultura tradizionale dell'Europa e dell'Occidente, e vogliono difenderla dagli attacchi degli immigrati aiutati dalla sinistra [...]. I partiti civilizzatori sono populisti, anti-immigrazione e anti-islamizzazione. Populista significa nutrire rancori contro il sistema e nutrire sospetti nei confronti di un'élite che ignora o denigra tali preoccupazioni.

Gli attacchi alla libertà di parola prendono di mira dichiarazioni che avvertono che un'immigrazione di massa e non controllata potrebbe portare a una “grande sostituzione” demografica degli europei nativi, i cui valori sono giudaico-cristiani, con migranti provenienti dal Medio Oriente, i cui valori sono fondamentalmente islamici. La generale apprensione circa la possibilità che i valori islamici finiscano per sopraffare quelli europei è un'opinione condannata dalla maggior parte dei politici, dei media e della magistratura in Europa, nonostante il tasso di natalità musulmano sia di gran lunga superiore a quello europeo. Questa apprensione deriva anche dal fatto che la maggior parte dei musulmani che vive in Europa non si integra né sembra desiderarlo, e che la percentuale di musulmani tra i criminali in Europa oggi è di gran lunga superiore alla loro quota nella popolazione generale.

Molti leader europei oggi sembrano ciechi di fronte alle conseguenze dell'immigrazione in continua crescita e della crescente presenza musulmana in Europa. Minimizzano la continua migrazione di massa dei musulmani, l'entusiastico tasso di natalità e rimangono ostinatamente sordi di fronte alle preoccupazioni espresse a gran voce dai loro cittadini non musulmani.

Questi leader sembrano rifiutarsi di vedere che è in atto un profondo cambiamento demografico, sebbene sia ampiamente visibile. Sembrano anche rifiutarsi di vedere che questo cambiamento demografico sta rapidamente erodendo le culture tradizionali europee.

L'immigrazione incontrollata dal mondo musulmano continua anno dopo anno in tutta l'Europa occidentale, mentre il tasso di natalità in Germania è di 1,35 per donna. Il dato per l'Austria è di 1,58; per  l'Italia è di 1,31; per la Spagna è di 1,41. Il dato per la Francia è di 1,85. Tutti questi valori sono significativamente lontani dal livello di sostituzione, che è di 2,1 per donna.

In tutti i Paesi dell'Europa occidentale il tasso di natalità dei musulmani è significativamente più alto rispetto a quello della popolazione generale.

Anche se molti europei non sono a conoscenza dei dati statistici, possono vedere con i loro occhi che è in atto un cambiamento demografico, insieme alla distruzione dei loro valori e delle loro tradizioni. Votare per i partiti “civilizzazionisti”, ha detto Zemmour, è la “reazione di persone che non vogliono morire”.

La domanda chiave per il futuro dell'Europa è: i partiti “civilizzazionisti” rimarranno esclusi da qualsiasi accesso al potere, o riusciranno a superare gli ostacoli che si frappongono sul loro cammino?

In Romania George Simion, candidato alla presidenza le cui idee sono vicine a quelle di Georgescu, ha ottenuto oltre il 40% dei voti al primo turno delle elezioni presidenziali e aveva ottime possibilità di essere eletto il 18 maggio. Inaspettatamente ha perso. Il vincitore, che godeva del pieno sostegno dell'Unione Europea, è passato dal 21% al primo turno al 53,6% al secondo turno, una performance straordinaria che probabilmente merita di essere analizzata.

In Germania AfD è ormai diventato il partito più popolare del Paese. L'agenzia di intelligence tedesca ha misteriosamente deciso di ritirare l'etichetta di estremista attribuita ad AfD. In Francia i sondaggi mostrano che se Marine Le Pen non potrà candidarsi, Jordan Bardella, il presidente di Rassemblement National, ha buone probabilità di essere eletto nel 2027 nonostante abbia solo 29 anni. Nel Regno Unito il partito Reform UK di Nigel Farage ha di recente ottenuto ampi consensi alle elezioni locali inglesi. Se le elezioni generali britanniche si tenessero presto, probabilmente vincerebbe.

La domanda al centro di queste questioni è: è possibile fermare la deriva antidemocratica che ha attanagliato diversi grandi Paesi europei?

“Le élite europee”, ha scritto il giornalista americano Michael Barone, “sembrano essersi convinte di dover distruggere la democrazia per salvarla”.

Sarà possibile salvare la democrazia in Europa?

In un recente articolo Heather Mac Donald, membro del Manhattan Institute, ha scritto:

In tutto l'Occidente i cittadini si stanno ribellando al ricambio demografico. È in corso una battaglia tra la loro volontà e quella delle élite. Se i leader tedeschi continuano a dire a un quarto della popolazione tedesca – individui perbene e rispettosi della legge – che sono, nella migliore delle ipotesi, sostenitori di Hitler e, nella peggiore, adoratori di Hitler, perché vogliono preservare l'identità culturale tedesca, se questi leader continuano a reprimere voci e voti, o ci sarà un enorme sconvolgimento nei palazzi del potere e il popolo verrà liberato, oppure i meccanismi di repressione diventeranno più radicali.

Gli americani dovrebbero sperare nella prima soluzione.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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