mercoledì 8 giugno 2011

Chi Possiede l'Acqua?

Ora, questo articolo non ha nulla a che vedere con il referendum del prossimo 12-13 giugno, quindi non trasformiamo quesa pubblicazione in un "tifo da stadio". Mettetevi l'anima in pace, qualunque sarà la posizione della crocetta, le cose rimarranno come prima. Perchè? C'è lo Stato. E lo Stato odia la concorrenza; inoltre se si avessero avute le intenzioni di porre rimedio ai debiti soverchianti che attanagliano i vari settori idrici, si sarebbe abolita quell'immonda "tecnica" di calcolo delle tariffe (che crea un'ambiente fertile per gli eventi improduttivi, generati proprio da segnali economici distorti segnalanti condizioni errate di investimento). In due parole? Pianificazione centrale. E non preoccupatevi, nessuno privatizza nulla; a parte che di questi "privati" non ce n'è traccia (fare comunella con lo Stato non vale), non mi dite che vi siete fatti bidonare dalla storiella s.p.a. = privato = politici che rimangono a guardare? Su, su, ci sono delle perdite da socializzare!
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di Murray N. Rothbard

[Questo articolo apparve originariamente nella sezione delle lettere al The Freeman, marzo 1956.]


Caro Mr. Read:

Congratulazioni per la pubblicazione dello stimolante ed intrigante articolo "Ownership and Control of Water" su Ideas On Liberty del mese di novembre.

E' molto importante che si rifletta di più su questi punti complessi del nostro sistema societario. Offro questi ulteriori pensieri sui diritti dell'acqua, non come soluzione finale, ma come uno sforzo per aiutare a trovare risposte ad alcune delle domande sollevate nell'articolo dal professore.

Per un certo periodo di tempo ho creduto che un punto cruciale nel nostro sistema societario avesse a che fare con la proprietà della terra, che vuol dire risorse di qualsiasi ordine fisico inizialmente fornite dalla natura. Questo problema di proprietà è il nodo cruciale della nostra disputa con i socialisti.

I socialisti dicono che lo Stato è o dovrebbe essere il possessore di tutta la terra. Se si garantisce questa premessa ai socialisti, ne segue inevitabilmente anche il controllo sulle persone.

La questione chiave quindi è la proprietà. Come dovrebbe essere stabilita la proprietà? Noi sosteniamo, ovviamente, che un individuo adulto dovrebbe essere proprietario di sé, in modo che possieda la sua stessa persona. Egli ha anche diritto a tutta la proprietà che crea ed ha il diritto di dare questa proprietà agli altri, se lo vuole, o di scambiarla per altre proprietà. Da qui il diritto di lascito e di eredità. Ma ciò ancora lascia il quesito sulla proprietà data dalla natura, che non è stata creata da nessuno. Chi dovrebbe possedere la terra?

Senza tentare qui di sviluppare il discorso in lunghezza, mi pare chiaro che né la società né lo Stato abbiano il diritto — una pretesa morale o economica — di possedere la terra. Produzione secondo me vuol dire chiaramente che il lavoro dell'uomo funziona col materiale dato dalla natura e viene trasformato in una condizione che ne permette maggiori usi. Tutta la produzione funziona così. Se un uomo ha diritto al prodotto che crea, ha anche diritto alla terra data dalla natura che per primo trova e mette in produttività. In altre parole, la terra che include l'acqua, le miniere e simili — uno stato primitivo ed inutilizzato é economicamente non posseduto e privo di valore e pertanto dovrebbe essere legalmente non posseduto. Dovrebbe essere posseduto legalmente da quella persona che per primo ne fa uso. Questo è un principio che potremmo chiamare "primo possedimento del primo fruitore".

Mi pare che questo principio sia coerente con la dottrina libertaria e che sia il solo principio di primo possedimento che abbia senso secondo questa dottrina. Ora, il principio del "primo possedimento del primo fruitore" è un metodo per determinare il possesso di una proprietà inutilizzata e non posseduta — nel mercato. Dopo di ciò è chiaro che la proprietà, essendo stata mescolata con il lavoro e altri sforzi del primo fruitore, passa compeltamente ed assolutamente nelle sue mani. Da qui in poi, è la sua proprietà e può farne ciò che desidera. Potrebbe venire fuori dopo pochi anni che sia antieconomico usare quella proprietà, e sarebbe lasciata a riposo. Lasciare a riposo un terreno, tuttavia, dovrebbe essere un privilegio del proprietario, visto che dovrebbe continuare ad avere il diritto incontestato di trattare la proprietà come ritenga più opportuno. Una volta che il primo fruitore ottiene la proprietà, deve essere assolutamente la sua.

Abbiamo ora una struttura libertaria da applicare al difficile problema della proprietà dell'acqua. Quando non c'è scarsità ma abbondanza illimitata per fini che riguardano l'uso umano, non ci dovrebbe essere nessun possesso; di conseguenza non c'è bisogno che nessuno abbia la proprietà sulle rotte marittime nei grandi mari.

La pesca, d'altra parte, pone un problema differente. Gli individui e le imprese dovrebbero in definitiva essere in grado di possedere parti del mare per pescare. L'attuale comunismo nel mare ha condotto, inevitabilmente, al progressivo sterminio degli stabilimenti di pesca, dal momento che è nell'interesse di tutti pescare tanti più pesci rispetto a quelli pescati dai colleghi ed a nessuno interessa preservare la risorsa. Il problema sarebbe risolto se, secondo il principio del primo possesso del primo fruitore, le parti del mare potessero essere possedute da imprese private.

Stabilire la proprietà delle acque correnti, come sottolinea il professore, è più difficile. Qual'è la soluzione? Dobbiamo concentrarci dapprima nel visualizzare un'organizzazione ideale piuttosto che liberarci dalle attuali relazioni di proprietà dell'acqua, anche se ciò dovrebbe essere necessario. Dopo che l'idea è conosciuta, allora si può iniziare a lavorare verso di essa, data l'attuale situazione. Ma è cruciale non confondere le due cose. Il modello per i beni scarsi, quindi, è il primo possesso del primo fruitore.

E' immediatamente chiaro che la rotta verso la giustizia segue la via dell'appropriazione piuttosto che quella ripariale. Perchè ripariale? Che rivendicazione può avere un proprietario terriero per una qualsiasi parte di un fiume, solo perchè la sua terra confina col fiume stesso? Nessuna rivendicazione morale. La sua pretesa ripariale non è basata sul fatto che abbia fatto uso dell'acqua; il suo unico scopo pare che sia impedire a chiunque altro di usare l'acqua, ed il risultato è uno spreco criminale di fiumi e torrenti. Perchè un proprietario ripariale dovrebbe avere una pretesa su un corso d'acqua?

Il metodo dell'appropriazione è pertanto di gran lunga più vicino a quello giusto. Il suo difetto principale è che è stato troppo limitato e siamo tutti grati al professore per la sua chiara spiegazione dei vari metodi di allocazione della proprietà. Il modo per emendare il metodo dell'appropriazione è il seguente:

  1. eliminare tutti i requisiti per l'uso "vantaggioso" — il termine è senza senso e può essere solo concretamente deciso dal libero mercato;
  2. l'acqua deve essere di assoluta proprietà di chi se ne appropria, non dello Stato.

Di conseguenza egli deve essere libero di vendere il suo diritto sull'acqua a qualsiasi altro per qualsiasi scopo, oppure fermarsi dall'usarlo del tutto. Se fallisce sia nell'usare il suo diritto di proprietà sia nel venderlo, se ne deduce che il suo uso non ha valore sul mercato. Ad ogni modo, la decisione deve essere del possessore della proprietà — l'appropriatore.

Come stabilire l'assoluto metodo di appropriazione negli Stati della costa est — con o senza compenso agli attuali propritari ripariali — è qualcosa che deve essere affrontato. Se i proprietari a valle vogliono evitare l'inquinamento, c'è un semplice modo per farlo con il metodo dell'appropriazione: comprare tutto il fiume — come una corporazione, forse — dai primi appropriatori e poi porlo in usi non inquinanti, o lasciarlo del tutto "a riposo".

Dove ci sono fiumi sotterranei, il primo appropriatore può possedere la sua porzione d'acqua e usarla come desidera. Non c'è ragione per lui di possedere l'intero fiume. Quindi sia per i fiumi sotterranei che di superficie, il primo appropriatore e gli ultimi compratori possiedono la prima porzione usata di un corso d'acqua ed il successivo appropriatore possiede la successiva porzione usata a valle.

Inoltre se i cittadini a valle desiderano costruire una diga ed inondare le terre a monte in modo da proteggersi contro le inondazioni, devono, in una società libertaria, fare due cose:

  1. comprare i diritti sull'acqua che intendono controllare, e
  2. comprare le terre da essere allagate. Se vogliono conservare le foreste per evitare siccità, possono comprare le foreste dai loro proprietari.

Spero che queste osservazioni possano essere d'aiuto.


Murray N. Rothbard, Economista
New York City


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


20 commenti:

  1. Ovviamente, il principio del possesso al primo fruitore di un bene naturale non funziona neppure con i mari e con l'acqua, sempre per la stessa ragione, e cioè perché il diritto di appropriarsi del bene per un individuo per mettere a repentaglio il diritto di proprietà della vita per altri individui. Serve una sovrastruttura che garantisca il diritto alla proprietà della vita a tutti, e che quindi garantisca a una comunità uguale accesso alle risorse che permettano il realizzamento della vita come bene individuale. Si può dire che è sbagliato come le sovrastrutture statali hanno agito nel tempo, e dunque fare un discorso storico, anche sul presente, e sulle varie forme di stato; ma il principio di uguale accesso alle risorse, e quindi di garanzia di proprietà della vita, può garantirlo solo un'entità statale. Se la si nega, lo si faccia nei termini dell'anarchia, che ha senso, e non in quelli del libertarismo che si basa sull'ignoranza storica e sull'approccio cronachistico (non diacronico-comparativo) di chi lo pratica.

    Un'ultima cosa sulla premessa di Jhonny. Non bisogna essere superficiali e ridurre ogni cosa a discussioni aeree sullo Stato e sul non-stato. Il referendum serve per rimettere in mano pubblica la "gestione" dell'acqua, perchè solo una struttura pubblica può garantire un servizio di gestione senza ambire a ricavarne plsvalore, e quindi può meglio garantire un accesso più ampio all'acqua (e quindi alla vita) da parte dei singoli cittadini. Se poi i comuni, i consorzi comuni che gestiscono gli acquedotti "imbrogliano", i cittadini possono rivalersi in due modi: o col voto o con class action in tribunale.
    Se il privato prende in gestione l'acqua, avendo diritto al profitto in quanto imprenditore, può variare con le tariffe la possibilità di accesso al servizio da parte dei cittadini. E questo non è ammissibile, non solo dal diritto civile, ma direi nell'ambito del diritto naturale (quel diritto di proprietà della vita).
    Per quanto riguarda le tariffe, il secondo quesito referendario sull'acqua interviene proprio ad brogare una legge che garantiva un profitto sicuro ai privati, e che quindi gli permetteva di alzare le tariffe fino ad ottenere un minimo guadagno sulla gestione. Questo è falsare la concorrenza, ma non è una deformazione dello Stato tout court, dato che questa legge non esiste in nessun paese che prevede acqua a gestione privata. Bensì è una bastardata di questo governo, a firma di tale Ronchi, e vanno criticate, perciò, non i principi (no lo "Stato"), ma le persone e i modi con cui tentano di falsare il mercato e di far pagar cara l'acqua ai cittadini.

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  2. «Serve una sovrastruttura che garantisca il diritto alla proprietà della vita a tutti, e che quindi garantisca a una comunità uguale accesso alle risorse che permettano il realizzamento della vita come bene individuale.»

    Fammi capire, sostieni quindi che serva una "sovrastruttura" (scusa) affinché delle "persone" (ladri) possano, trovandosi per lo più al di sopra della legge e di conseguenza degli altri, "legiferare" (corrompere, rubare e parassitare) in nome di un "bene superiore"(le loro tasche) in modo che i singoli individui si sentano realizzati. A quanto la cessione dei diritti del proprio corpo?


    «Si può dire che è sbagliato come le sovrastrutture statali hanno agito nel tempo, e dunque fare un discorso storico, anche sul presente, e sulle varie forme di stato; ma il principio di uguale accesso alle risorse, e quindi di garanzia di proprietà della vita, può garantirlo solo un'entità statale.»

    Sicuro! Solo un'entità statale... Parliamo allora degli oltre 1800 miliardi di debtio? Parliamo delle infrastrutture colabrodo? Parliamo del diritto alla vita messo a repentaglio dalle eccessive quantità di asresnico ed altre shifezze presenti negli acquedotti? Parliamo anche della sanità pubblica e dei vari scandali che si sono susseguiti nel tempo? Devo andare avanti per farti notare che stai dicendo una cazzata?


    «Se la si nega, lo si faccia nei termini dell'anarchia, che ha senso, e non in quelli del libertarismo che si basa sull'ignoranza storica e sull'approccio cronachistico (non diacronico-comparativo) di chi lo pratica.»

    Il libertarismo è un semplice appellativo, come lo è l'anarchismo. Io rivendico solo il diritto ad essere lasciato in pace e non venir depredato della mia produzione.


    «Il referendum serve per rimettere in mano pubblica la "gestione" dell'acqua, perchè solo una struttura pubblica può garantire un servizio di gestione senza ambire a ricavarne plsvalore, e quindi può meglio garantire un accesso più ampio all'acqua (e quindi alla vita) da parte dei singoli cittadini.»

    Il solito circo in cui si crede di avere il potere applicando una semplice crocetta. Perché grazie alla tua amata sovrastruttura questi imbecilli si sono sovra-indebitati alla grande; adesso che non sanno dove sbattere la merda che gronda dalle strade vogliono "socializzare" le perdite (ovviamente coloro che usciranno di scena dalla gestione precedente avranno in tasca laute riconmpense per la criminale gestione delle risorse "pubbliche"). Poi una volta che le vacche saranno state munte, si riparlerà di nuovo di "privatizzazione necessaria" e saranno mollati di nuovo i diritti "agli amici degli amici" (ergo, le solite facce di merda) che dalle loro poltrone continueranno a pasteggiare sulle spalle dei poveracci che andranno nel sacro vestibolo del voto, in doveroso silenzio, a imbrattare qualche cartellina e poi all'uscita sentirsi soddisfatti ed inculati.


    «Se il privato prende in gestione l'acqua, avendo diritto al profitto in quanto imprenditore, può variare con le tariffe la possibilità di accesso al servizio da parte dei cittadini.»

    Il "privato" non ha nulla a che fare con le tariffe, determinate direttamente dal Ministero dell'Ambiente e calcolate dagli AATO.

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  3. «Per quanto riguarda le tariffe, il secondo quesito referendario sull'acqua interviene proprio ad brogare una legge che garantiva un profitto sicuro ai privati, e che quindi gli permetteva di alzare le tariffe fino ad ottenere un minimo guadagno sulla gestione.»

    Si va ad abrogare infatti il 7% della remunerazione sul capitale investito (ovviamente del mercato ce ne sbattiamo, ma non voglio ammorbarti con, necessarie, tematiche economiche...). In questo modo gli introiti non saranno esplicitati in bolletta (ergo, pagati dal consumatore secondo maggiore trasparenza; una norma, tra l'altro voluta dall'UE) ma pagati attraverso la fiscalità generale. Che significa? Non avrà importanza chi risparmia o spreca l'acqua. Ti porto un esempio molto comprensibile fatto da un altro utente (Ashoka): "Se io azienda gestisco l'acquedotto e faccio pagare l'acqua 10 cent al metro cubo magari incorro in grandi perdite (perchè la gestione mi costa 50 cent al metro cubo). A fine anno tocca ripianare i conti e così soldi pubblici vengono stanziati per coprire le perdite + gli interessi pagati (i costi li anticipo ed il ripianamento arriva dopo) + chissà cos'altro.... Questi 40 cent + interessi vengono pagati con le tasse da tutti, chi utilizza di più o di meno l'acqua non importa.

    Mettendo in bolletta quella remunerazione si dice "facciamo le cose trasparenti" e facciamo pagare il costo del servizio a chi lo usa effettivamente".



    «Questo è falsare la concorrenza, ma non è una deformazione dello Stato tout court, dato che questa legge non esiste in nessun paese che prevede acqua a gestione privata.»

    Questa E' l'essenza dello Stato: creare eventi improduttivi per soli scopi clientelari.


    «Bensì è una bastardata di questo governo, a firma di tale Ronchi, e vanno criticate, perciò, non i principi (no lo "Stato"), ma le persone e i modi con cui tentano di falsare il mercato e di far pagar cara l'acqua ai cittadini.»

    Vorrei ricordarti però che nella legge Ronchi (come anche nell'articolo 822 del Codice Civile) c'è scritto nell'articolo 15: "[...] piena ed esclusiva proprietà pubblica delle risorse idriche, il cui governo spetta esclusivamente alle istituzioni pubbliche."

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  4. Toh eccone un altro che se ne esce con lo Stato-mamma.

    Chi non ambisce ad un plusvalore di solito è qualcuno che non si preoccupa delle perdite perchè non sarà lui a pagarle.

    Mi fido di più quando sento parlare di avidi perchè è la nostra natura; è l'egoismo che ti tiene in vita, ricordalo.

    Geordie

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  5. E' semplice il discorso: se un individuo si appropria di risorse naturali perché ci è arrivato prima (ovvero lo stato di cose da cui si produsse il feudalesimo, tanto per intenderci, o l'aristocrazia romana di età repubblicana) può precludere l'accesso a quelle risorse ad altri individui. Quindi può mettere in crisi il diritto di proprietà della vita di quelle persone.
    E' una contraddizione logica che storicamente ha prodotto il servaggio della gleba e la schiavitù (o forme di patronato). Chi ha accesso prima alle risorse se ne appropria senza misura (è la natura umana) e può condizionare l'accesso per gli altri costringendoli a "comprare" le risorse che garantiscano il loro diritto alla proprietà della vita, o a rendersi schiavi (e quindi a non essere proprietari della vita). Una terza alternativa e che si ribellerebbero e si approprierebbero per disperazione con la violenza delle proprietà altrui.

    Antropologicamente e socialmente, il modello umano che proponete, con il principio di possesso di un bene da parte del suo primo fruitore, è estremamente degradante, retrogrado, insufficiente a contemplare la complessità dei rapporti umani.
    Sul piano politico, invece, quello che difendete è una forma di oligarchia diffusa, la più storicamente superata.

    Tutti i difetti che imputate al concetto di Stato (a partire dal debito) sono tutti storicamente o antropologicamente determinati, e hanno a che fare, se proprio si vuole individuare un'origine, non con l'idea di Stato in sé, ma con quella anteriore di "uomo al potere".
    Ma anche un uomo che detiene una proprietà gestisce un potere, e può duplicare in scala ridotta e in forme diverse (ma ovviamente moltiplicate per il numero di individui proprietari) le simili degenerazioni di uno stato. Non è che tanti egoismi evitano un egoismo statale, ma semmai ne estendono capillarmente gli effetti.
    Si pensi alle multinazionali, alle banche, alle finanziare del credito senza garanzie, alle aziende che fanno cartello per non farsi concorrenza. Tutti istituti privati che gestiscono un potere e che inquinano, uccidono, manipolano, corrompono nella autocratica perequazione di quel potere non meno di uno stato.

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  6. Cioè quando dici: "Parliamo allora degli oltre 1800 miliardi di debtio? Parliamo delle infrastrutture colabrodo? Parliamo del diritto alla vita messo a repentaglio dalle eccessive quantità di asresnico presenti negli acquedotti? Parliamo anche della sanità pubblica e dei vari scandali che si sono susseguiti nel tempo? Devo andare avanti per farti notare che stai dicendo una cazzata?"... ti limiti a rispondere con altre domande, che è un non rispondere. E' come dire: "critichi il fatto che ho il culo sporco quando ho cagato ma anche il tuo culo è sporco dopo che hai cagato", cioè fai come un belpietro qualunque quando gli dicono che lavora per un padrone e lui risponde che anche la sinistra scrive per mondadori. Argomenti inconsistenti e pretestuosi.
    Ma visto che mi rispondi con delle domande, te ne faccio una anch'io: se le risorse dell'occidente (limitiamoci al mondo che conosciamo), comprese quelle finanziarie, non fossero in parte controllate da stati, ma solo da quei singoli individui, per forza di cose pochi rispetto alla popolazione totale, che fossero riusciti ad appropriarsi di quelle risorse prima, lasciando digiuni chi per ragioni di possibilità di nascita e/o capacità fisiche/psicologiche/antropologiche non fossero riusciti ad accedervi, allora davvero pensi che debito, arsenico e altri veleni, infrastrutture, sanità e quantaltro se la passerebero meglio di come sono gestiti in uno stato?

    Dato che la domanda non è un argomento (ma mi sono adeguato al tuo livello), ci tengo a precisare che io penso che lo stato così come si è configurato oggi, nella forma della democrazia rappresentativa, non funzioni. Ma per capire le ragioni di ciò, e tentare di rimediarvi, non bastano categorie economiche, ma serve lavorare sull'uomo ad un livello sociologico e psicologico, come proponevano Marc Bloch e Lucien Febvre.
    Con le categorie economiche si riduce tutto ad una rivalutazione degli egoismi avallati dal profitto... e la dominanza degli egoismi in un discorso sull'uomo è già la negazione della sua necessaria dimensione sociale, la sua sconfitta.

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  7. Johnny, c'è qualcosa che non mi quadra sul concetto di 'primo fruitore'. Siamo perfettamente d'accordo che il cardine è la tutela della proprietà privata ma detto così non mi pare sufficiente.

    La tutela della proprietà privata che si forma all'interno delle regole della libera competizione nel libero mercato ove vige il principio di non aggressione garantito dallo Stato (o da organizzazioni private che svolgono questa funzione). A me pare che questa dovrebbe essere la proprietà privata che deve essere tutelata.

    La definizione di 'primo fruitore' mi sembra che strida un po' con questo concetto perchè, a rigor di logica, implica ad esempio la tutela del latifondo. Andando indietro nel tempo ci sarà magari stato un primo fruitore di terre libere, ma possiamo essere sicuri che non abbia usato metodi violenti? Questa proprietà privata potrebbe non essere legittimata da regole competitive di libero mercato.

    Oggi io posso essere il titolare di una grande estensione di terreno legalmente ereditata dai miei avi. E' mia e ne posso fare ciò che voglio. Voglio uno Stato che mi protegga dalle aggressioni di chi vorrebbe impossessarsene contro la mia volontà. Il fatto però è che i miei avi hanno sterminato migliaia di Pellirosse che ci vivevano pacificamente e ora è mia. Non ne ho la piena disponibilità perchè ho seguito le regole del libero mercato ma perchè qualcuno in passato ha violato il principio di non aggressione senza il quale non è possibile la proprietà privata 'legittima'.

    Addirittura Rothbard col suo anarco-capitalismo estremo sostiene l'abolizione dello Stato Territoriale in quanto pura espressione del 'principio di aggressione'. Gli eserciti di tutti gli Stati possono essere considerati i 'primi fruitori' se vogliamo traslare il concetto.

    Io ci vedo un po' una contraddizione. Cioè, se il 'primo fruitore' di una terra, di una miniera o di una sorgente di acqua potabile legittima la proprietà allora le teorie di Rothbard sono inapplicabili. Che ne pensi?

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  8. @ porcodio, commento 1

    E' semplice il discorso: se un individuo si appropria di risorse naturali perché ci è arrivato prima (ovvero lo stato di cose da cui si produsse il feudalesimo, tanto per intenderci, o l'aristocrazia romana di età repubblicana) può precludere l'accesso a quelle risorse ad altri individui. Quindi può mettere in crisi il diritto di proprietà della vita di quelle persone.

    Questo é vero, ma presumo che non siamo degli automi siamo degli esseri umani. Quindi le possibilità sono due:

    1. Si compra il bene economico in questione;
    2. Il proprietario decide di propria volontà di mettere a frutto la proprietà condividendola con la comunità in cui vive.

    Mentre il punto 1 è molto semplice da capire e ben spiegato nell'articolo, voglio rimanere sul punto 2. Dato che la quintessenziale forma di virtù dell'uomo e fonte della sua sopravvivenza é la cooperazione, il singolo uomo nel mondo é spacciato ed ha bisogno dell'aiuto degli altri e di quel principio essenziale per la costruzione di un'economia sana e forte, quale il principio della divisione del lavoro, per mescolare alla natura il suo lavoro e creare beni fruibili per tutti. Questo che significa, significa che non stiamo parlando dell'uomo che saltella sulla Luna e pianta la bandiera, stiamo parlando di una comunità che comprende (abbiamo un cervello) l'importanza cruciale di un bene economico e consente la fruibilità a tutta la comunità attraverso la divisione del lavoro per compiere quei determinati aggiustamenti per rivendicare il bene e metterlo a frutto nel migliore dei modi.

    Anche perché, quale entità se non la comunità locale ha più interesse a preservare il bene di cui vive? Si chiama decentralizzazione.


    Antropologicamente e socialmente, il modello umano che proponete, con il principio di possesso di un bene da parte del suo primo fruitore, è estremamente degradante, retrogrado, insufficiente a contemplare la complessità dei rapporti umani.
    Sul piano politico, invece, quello che difendete è una forma di oligarchia diffusa, la più storicamente superata.


    L'oligarchia é quella che abbiamo adesso, dove un branco di facce di merda se ne fotte degli sprechi, socializza le perdite e parassita in egual misura risorse e cittadini. Se si potessero stipulare contratti al di sopra della legge, tra due individui ad esempio, il loro potere inizierebbe a scemare.

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  9. Tutti i difetti che imputate al concetto di Stato (a partire dal debito) sono tutti storicamente o antropologicamente determinati, e hanno a che fare, se proprio si vuole individuare un'origine, non con l'idea di Stato in sé, ma con quella anteriore di "uomo al potere".

    Lo Stato difatti é un privato. L'unica differenza é che non ha risparmi: usa la pistola e la punta in faccia alle persone per procurarsi denaro (un sistema che ricorda molto quello mafioso...) ed inoltre usa la carta da cesso stampata dalla banca centrale per investire come a cazzo di cane in eventi improduttivi, ovviamente tale denaro é preso a debito il quale si riversa tutto sulla popolazione (il sistema mafioso e quello statale sono simili: sei obbligato ad usare il loro denaro altrimenti passi un brutto quarto d'ora). Tanto per ricordarlo la banca centrale é uno stratagemma per fare in modo che si debbano regolarmente pagare interessi che non possono essere ripagati senza stampare altri soldi e così via col cane che si morde la coda.


    Ma anche un uomo che detiene una proprietà gestisce un potere, e può duplicare in scala ridotta e in forme diverse (ma ovviamente moltiplicate per il numero di individui proprietari) le simili degenerazioni di uno stato. Non è che tanti egoismi evitano un egoismo statale, ma semmai ne estendono capillarmente gli effetti.

    Soleva dire Oscar Wilde: l'egoista non é colui che pensa a se stesso, bensì colui che impone agli altri di pensarla come lui.


    Si pensi alle multinazionali, alle banche, alle finanziare del credito senza garanzie, alle aziende che fanno cartello per non farsi concorrenza. Tutti istituti privati che gestiscono un potere e che inquinano, uccidono, manipolano, corrompono nella autocratica perequazione di quel potere non meno di uno stato.

    Sono tutte entità che vivono per lo Stato e si foraggiano a vicenda. Sono cosche che stringono patti ed accordi, tu fai un favore a me ed io ne faccio uno a te. Lo Stato é quella più grande di tutte.

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  10. @ porcodio, commento successivo

    ... ti limiti a rispondere con altre domande, che è un non rispondere.

    Erano delle domande reotriche, non necessitano di risposte. Constatavano il fatto che il pubblico non é in grado di gestire i beni affidati ed é creatore di costanti eventi improduttivi.


    [...] se le risorse dell'occidente (limitiamoci al mondo che conosciamo), comprese quelle finanziarie, non fossero in parte controllate da stati, ma solo da quei singoli individui, per forza di cose pochi rispetto alla popolazione totale, che fossero riusciti ad appropriarsi di quelle risorse prima, lasciando digiuni chi per ragioni di possibilità di nascita e/o capacità fisiche/psicologiche/antropologiche non fossero riusciti ad accedervi, allora davvero pensi che debito, arsenico e altri veleni, infrastrutture, sanità e quantaltro se la passerebero meglio di come sono gestiti in uno stato?

    Secondo me, si. Ti spiego. Non ci sarebbe nessuno a parargli il culo, pensa ad esempio ad AIG, Fannie Mae & Freddie Mac, i cosiddetti Too Big to Fail, senza un ente centrale che pari loro il culo sarebbero andati a gambe all'aria e tanti saluti. Gli errori verrebbero pagati con la bancarotta. Come? Prendi quest'esempio: "Tra il 1827 ed il 1862 la responsabilità della regolazione delle banche fu disconnessa dagli Stati, molti dei quali perseguirono strategie di laissez-faire permettendo a banche senza un atto istitutivo di esistere fintanto che aderissero a requisiti di riserva fondamentali, a rapporti capitale/prodotto ed a tassi d'interesse. In tutti gli altri casi gli Stati trattarono le singole banche come qualsiasi altra corporazione privata: non godevano di nessuna garanzia speciale come l'assicurazione sui depositi (sebbene ci fossero alcuni piani volontari). Le banche sicuramente non venivano salvate o veniva loro impedito di collassare. Più importante: alle banche non era permesso di emettere banconote come quelle della Federal Reserve. Il credito bancario doveva essere esteso con le banconote della banca stessa – spesso spregiativamente chiamate "denaro rischioso" a causa della loro natura precaria. Il credito bancario di fondo era una promessa che le banconote della banca avrebbero potuto essere riscattate in monete metalliche – cioè, oro o argento.

    Durante questo periodo ci fu un grande incremento nel numero di banche, come anche un incremento nel tasso di fallimenti bancari. Il denaro delle banche era riconosciuto essere intrinsecamente rischioso, dal momento che non esisteva nessun sostegno del governo a garantire il suo valore se la banca che lo emetteva avesse fallito nelle sue promesse di riscattabilità o fosse andata in bancarotta. Inoltre visto che il denaro delle banche non era corso legale, nessuno era forzato ad usarlo. Cio impose un'ulteriore carico di disciplina sulle banche: il loro denaro era solamente buono fintanto che il mercato credeva nella loro forza finanziaria."

    Cioé stiamo parlando di uno dei sistemi più corrotti di questo mondo, ma senza nessuno dietro che guardi loro le spalle sono costretti a rigare dritto. In più: «Il signore della produzione è il consumatore. Da questo punto di vista la società capitalista è una democrazia in cui ogni centesimo rappresenta una scheda elettorale. E' una democrazia con un imperativo e revocabile mandato dei suoi deputati.» Ludwig von Mises

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  11. @ MauroLIB

    La tutela della proprietà privata che si forma all'interno delle regole della libera competizione nel libero mercato ove vige il principio di non aggressione garantito dallo Stato (o da organizzazioni private che svolgono questa funzione). A me pare che questa dovrebbe essere la proprietà privata che deve essere tutelata.

    Allora, io sono per la completa e totale abolizione dello Stato; visto che ogni volta che viene data fiducia allo Stato si viene inevitabilmente fregati.. Lo Stato con le sue leggi farrugginose vuole castrare ogni iniziativa spontanea, la quale tutelerebbe la proprietà attraverso gestione decisa dagli individui. Contratti volontari.

    Dal punto di vista pratico e reale, se dovessimo malauguratamente tenerci lo Stato esso dovrebbe occuparsi esclusivamente di quei compiti difficili da realizzare con sottoscrizioni private, come ad esempio le ferrovie, le strade, gli ospedali, le linee telefoniche e la difesa tramite un esercito formato fondamentalmente da volontari (non pagati e rispondenti non al Parlamento, ma direttamente al Presidente della Repubblica) con il vincolo di non mettere mai un piede fuori dal territorio nazionale. La forza di polizia dovrebbe essere esigua e locale.

    Le tasse dovrebbero limitarsi solo all'IVA con aliquota unica molto bassa e, soprattutto, all'inizio di ogni mandato di governo deve essere ben chiaro a tutti come verranno spesi i soldi per le poche voci della spesa.

    Questa sarebbe una repubblica "normale" dove i cittadini hanno una piena responsabilità della propria vita e finanziano quelle attività che ritengono opportuno finanziare.

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  12. La definizione di 'primo fruitore' mi sembra che strida un po' con questo concetto perchè, a rigor di logica, implica ad esempio la tutela del latifondo. Andando indietro nel tempo ci sarà magari stato un primo fruitore di terre libere, ma possiamo essere sicuri che non abbia usato metodi violenti? Questa proprietà privata potrebbe non essere legittimata da regole competitive di libero mercato.

    E' un problema molto difficile da risolvere questo qui. Comunque ciò non dovrebbe implicare l'esistenza di una entità violenta che, avendo tu conoscenze molto influenti, possa garantirti una sicurezza a scapito dei diritti di altri sonoramente calpestati. Se rimaniamo col ragionamento della risposta precedente, gli eserciti sarebbero esigui ed in maggioranza ci sarebbero forze di polizia assoldate dai singoli individui o dalle comunità per proteggersi da eventuali aggressioni. Ma soprattutto si avrebbe ala capcità di difendersi da sé, cosa fondamentale che oggi viene osteggiata dallo Stato sbattendo in gattabui chi ci prova soltanto. Per la questione storica della proprietà non saprei, tu sicuramente non saresti da condannare visto che non c'entri nulla con l'accaduto. Casomai dovrebbero essere i tuoi genitori da condannare che hanno usato violenza sulla popolazione.

    La questione della terra è veramente complessa. Ricordo di un saggio che lessi qualche tempo fa scritto da uno storico americano che sosteneva che le varie tribù di pellerossa, con il loro modo di vivere (per lo più caccia), occupavano una quantità di territorio enorme rispetto al numero dei loro membri. Lo storico sosteneva che se quella terra fosse stata adibita all'agricoltura, avrebbe permesso il sostentamento di una popolazione molto più numerosa, e quindi secondo lui i pellerossa non avevano diritto ad occupare tutta quella terra.

    Parere opinabile, ovviamente, ma la questione di base non diviene meno interessante comunque..


    Addirittura Rothbard col suo anarco-capitalismo estremo sostiene l'abolizione dello Stato Territoriale in quanto pura espressione del 'principio di aggressione'. Gli eserciti di tutti gli Stati possono essere considerati i 'primi fruitori' se vogliamo traslare il concetto.

    Il primo fruitore comunque deve mescolare il proprio lavoro con la natura se vuole diventare pieno proprietario. E soprattutto, come dicevo nei commenti precedenti, non é detto che debba essere per forza uno. Comunque non credo che gli eserciti siano molto dediti a questo tipo di attività...

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  13. "Tutti istituti privati che gestiscono un potere e che inquinano, uccidono, manipolano, corrompono"

    Accidenti che mondo oscuro, senza più uno Stato, ormai in mano ad oscuri poteri privati che corrompono... Eh? Manipolano... Come?
    Ma chi corrompono se lo Stato non c'è più?
    Per le altre due sarebbero uguali allo Stato, che è buono di natura, non vedo cosa ci sia di male.
    Forse hai letto troppi fumetti, da piccolo, nei quali c'è sempre il riccone cattivo che fà come vuole, fortuna che poi arriva l'eroe a difesa dello Stato.
    Un consiglio: torna alla realtà, amico, potresti scoprire come fanno i ricchi ad arricchirsi ancora di più proprio in uno stato socialista.
    Ma torniamo alla tua Gotham City, dove il nostro amico ha ormai preso possesso di un pezzo del fiume (non crederai che arrivando in una qualunque punto del fiume gli sia bastato dire "mio" per prenderselo tutto, no?).

    E ovviamente decide di precludere la sua parte agli altri... Che?
    Ah no aspetta, più avanti scrivi che "Chi ha accesso prima alle risorse se ne appropria senza misura (è la natura umana) e può condizionare l'accesso per gli altri costringendoli a "comprare" le risorse che garantiscano il loro diritto alla proprietà della vita". Ma il nostro amico non dovrà forse comprare da altri altre risorse? Quindi è schiavo anche lui? No, perchè lui potrebbe decidere qualunque prezzo; ma anche i proprietari di altre risorse potrebbero. Gli altri proprietari del fiume, poi, potrebbero vendere a prezzi più bassi; visto che si tratta di un bene omogeneo che avrebbe come discriminante poco altro oltre il prezzo nessuno vorrebbe rimanere allo stesso livello degli altri. Ma no, nel tuo mondo fantastico lui riesce nell'intento di creare il famigerato cartello *tuoni in sottofondo*

    Ma senza uno Stato è difficile mantenere un cartello efficiente, si è troppo esposti alle altrui contromisure. E se i loro clienti, che sono allo stesso tempo venditori di altre risorse, decidessero di non vendere loro più nulla? O vendere a prezzi maggiorati? E (soprattutto) se si consumasse meno acqua? Non sarebbe male, visti gli orrendi sprechi causati dalla sensazione di non pagare questo bene.

    Sono divertenti quelli che come te rifuggono il "pericoloso" egoismo dei privati per affidarsi allo Stato, che invece, si sà, è così generoso. Io invece confido proprio sull'egoismo che per quanto tu sia convinto del contrario funziona anche per lo Stato; sei matto a pensare che il settore pubblico sia buono perchè non pensa al profitto. Semplicemente se ne infischia di andare in rosso perchè sarai tu a pagare, l'importante è riuscire ad imbucare il figlio. Come lo definisci questo? Altruismo filiale?
    E fa male leggere di uomini che, vinti dall'ipocrisia, negano la propria natura.
    Sai quanti organismi viventi uccidi ogni giorno?
    Sai quanta acqua e quante altre molecole perfette a ricreare altre forme di vita compongono il tuo corpo, in poche parole, quante risorse precludi al mondo intero?
    Perchè lo fai? Perchè sei egoista.
    Ma se per te questa è la sconfitta dell'uomo, non ti resta che una cosa da fare...

    P.S. ti pregherei di evitare di postare boiate sulla mia amata Storia.

    Geordie

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  14. @MauroLIB
    Vedo che sei ancora lì, con la tua paura dei bambini prepotenti, a chiedere aiuto alla mamma. Come ti dicevo, attento che quella non è la mamma...
    Possibile che tu non sia in grado di tutelare i tuoi interessi?
    Ma dovrai fare uno sforzo di immaginazione per trovare la risposta perchè se inquadri la questione nel sistema in cui ti trovi la risposta è chiaramente no. Deve essere così, altrimenti non avresti bisogno della "mamma".
    Se poi riesci ad inquadrarlo bene e la risposta sarà ancora no, forse non sei proprio capace, quindi è giusto così.
    Il debole perde, è naturale, e non credere che un socialismo possa annullare questa legge.
    Al contrario...

    Geordie

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  15. Geordie, fai il bravo dai.

    Io non ho paura dei bambini cattivi e prepotenti, ho paura di quanti hanno sposato una 'causa' e la difendono con una satira misera e completamente fuori luogo (a la Guzzanti mi verrebbe da dire).

    I miei interessi me li so fare benissimo finchè non arriva la finanza o un poliziotto con la pistola di stato con cui devo fare i conti!

    Sono più 'austriaco' di te e dei tuoi bambini ma questo non mi impedisce di cercare di capire come si possano 'realisticamente' adottare politiche che almeno vadano nella direzione delle teorie di Mises, Rothbard, Hayek & Co.

    Tra un Italia merdosa e statalista e una Svizzera (che ha tasse, stato, dogane, esercito e burocrazia, e che quindi è ben lontana dalla poliarchia teorica dei nostri maestri), mi interessa fare un passetto in quella direzione. Col tutto o niente si rimane sempre col niente, nella vita vera.

    Conosci Ron Paul? Sta nel sistema e vuole modificarlo. Così si fa. Non appollaiandosi su un tronco d'albero a predicare l'anarco-capitalismo e a biasimare con sufficienza chi vorrebbe discuterlo e approfondirlo.

    E se poi la conclusione che trai dalle letture degli 'austriaci' è che il debole deve perire, beh, Vendola gongolerebbe se te lo sentisse dire ... Non rendi un buon servizio alla causa della libertà nel nostro sgangherato paese.

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  16. E se poi la conclusione che trai dalle letture degli 'austriaci' è che il debole deve perire, beh, Vendola gongolerebbe se te lo sentisse dire ... Non rendi un buon servizio alla causa della libertà nel nostro sgangherato paese.

    Oh no io dico soltanto che chi crede che questa Legge naturale sia un effetto collaterale esclusivo della libertà e spera di scamparne chiudendosi nel socialismo è uno sciocco e chi diffonde questa visione è sicuramente in malafede.

    Geordie

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  17. Johnny, scrivi:

    " ...e la difesa tramite un esercito formato fondamentalmente da volontari (non pagati e rispondenti non al Parlamento, ma direttamente al Presidente della Repubblica) con il vincolo di non mettere mai un piede fuori dal territorio nazionale. La forza di polizia dovrebbe essere esigua e locale".

    Così nacquero gli Stati Uniti. Questa fu l'epopea della conquista del West. Un gruppo di carri in cerchio per passare la notte, un capo famiglia a turno per fare la guardia.

    Poi fondavano un paesello e contribuivano volontariamente per pagare uno di loro che li proteggesse con una stella sulla camicia. Si autotassavano per dargli un reddito che gli permettesse di mantenere la famiglia visto che non poteva coltivare la terra perchè impegnato a sorvegliare la comunità.

    Ecco perchè chi non pagava le tasse o faceva il furbo era riprovato dalla comunità. Evadere le tasse era contro il popolo, non contro lo Stato.

    Un'etica affascinante, ormai quasi dimenticata. Ma loro possono sperare (sognare?) di tornarci. E noi? Mai vista una cosa del genere. Siamo ancora all'esattore papalino che spoglia il mugnaio.
    Ecco la differenza.

    Purtroppo però sono loro che stanno venendo verso di noi e non il contrario. Sarà durissima ...

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  18. E se io avessi deciso di difendermi da solo avrei dovuto comunque pagare le tasse? Oppure: avrei voluto qualcuno specializzato ma solo per un determinato, e breve, periodo. Perchè avrei dovuto pagare per l'intero anno?

    Geordie

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  19. http://www.lewrockwell.com/blog/lewrw/archives/89471.html?utm_medium=twitter&utm_source=twitterfeed

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  20. "[...] Un'etica affascinante, ormai quasi dimenticata. Ma loro possono sperare (sognare?) di tornarci. E noi? Mai vista una cosa del genere. Siamo ancora all'esattore papalino che spoglia il mugnaio.
    Ecco la differenza."


    Non lo so Mauro, questa é solo un mio modo di vedere la cosa. Però posso dirti che quando arriverà il giorno della resa dei conti, si dovrà operare una scelta: continuare a foraggiare un sistema basato sulla spesa a deficit oppure apportare tagli opportuni e cancellare quegli investimenti improduttivi (es. spese militari, spesa per la politica, sussidi alle imprese, grandi opere, missioni all'estero, ecc.) che deviano tante risorse da siti più produttivi. Tutto quello che dovremmo fare sarà farci trovare pronti al momento della scelta.


    @ Anonimo

    Grazie della segnalazione. Credo che tale argomento creerà una serie di spaccature di pensiero, dai un'occhiata anche qui.

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