martedì 6 ottobre 2015

L'economia di Warren Buffet — Perché i suoi giorni sono contati (Parte 1)

Gli americani hanno un modo di dire che si adatta benissimo all'ambiente economico odierno permeato da una ZIRP che va ormai avanti da 82 mesi: "Easy come, easy go." Il mercato azionario è semplicemente un coacervo di titoli gonfiati artificialmente da una domanda creata ad hoc dalle banche centrali e dalla loro forward guidance. Continuano a spacciare il mito del disaccoppiamento e di una velocità di fuga dell'economia statunitense che non esistono. In realtà, come dimostreremo in questa serie di cinque articoli, non è mai esistita. Oggi più che mai il mercato azionario e i presunti geni della finanza che vi dimorano rappresentano una botte piena di polvere da sparo. I cosiddetti smart money, a differenza dei pazzi scatenati amanti del margin debt, l'hanno capito e stanno uscendo il prima possibile da questo abisso. Infatti, il flash crash dell'S&P 500 è stato solamente un piccolo monito agli abitanti di Wall Street e a tutti coloro che ancora credono nella favoletta intitolata "buy the dips" dei robo-trader e delle teste di legno nei media finanziari. Al giorno d'oggi è l'ingegneria finanziaria che sta reggendo in piedi il teatro Kabuki di Wall Street, e finché i finanziamenti a buon mercato persisteranno, i piani alti nelle corporazioni useranno i bilanci delle loro aziende per ottenere quanti più guadagni possibili. Guardate questo grafico, ad esempio: i riacquisti d'azioni proprie delle società nell'S&P 500 sono ai massimi. Per non parlare della leva finanziaria con cui finanziare tali posizioni. State pur certi che questa situazione non va avanti senza sottrarre risorse scarse all'ambiente economico circostante. Quindi Main Street non solo sta cercando di epurare i propri bilanci dagli errori passati, ma sta anche sostenendo indirettamente entità decotte che grazie alla ZIRP possono speculare a piacere nei mercati direzionando a loro favore i risparmi reali della società. E' così, quindi, che nascono i presunti geni della finanza. E' meglio definirli giocatori d'azzardo a leva finanziaria.
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di David Stockman


Durante i 27 anni dopo che Alan Greenspan è diventato presidente della FED nell'agosto del 1987, il bilancio della FED è esploso da $200 miliardi a $4,500 miliardi, o di uno strabordante 23X.



Vediamo cos'altro è accaduto in questi 27 anni. Ebbene, secondo Forbes, il patrimonio netto di Warren Buffett era di $2.1 miliardi nel 1987 ed ora  è di $73 miliardi, o un cambiamento del 35X.

Negli stessi anni, il valore delle azioni delle società non finanziarie è passato da $2,600 miliardi a $36,600 miliardi. Anche qui non scherziamo — una salita del 14X.




Quando ci spostiamo per vedere cosa c'è alla base di quest'economia, che si presume abbia dato luogo a tali guadagni, il fattore moltiplicativo non è così generoso. Come indicato in precedenza, il PIL nominale è passato da $5,000 miliardi a $17,700 miliardi durante lo stesso periodo di 27 anni. Ma questo è solo un aumento del 3.5X.

Poi abbiamo la compensazione salariale che è passata da $2,500 miliardi a $7,500 miliardi nel periodo sopracitato. Un aumento del 3.0X.

Poi abbiamo il reddito nominale medio delle famiglie statunitensi. Questa misura è aumentata da $26,000 a $54,000 nel periodo sopracitato. Un aumento del 2.0X.

Scavando più a fondo, troviamo la somma delle ore di lavoro fornite dall'economia non agricola. Questa metrica del lavoro reale composta da persone reali, è salita da 185 miliardi a 235 miliardi nel periodo sopracitato. Un aumento dell'1.27X.




Proseguendo lungo la tana del coniglio dell'era Greenspan, troviamo il salario medio settimanale dei lavoratori a tempo pieno al netto dell'inflazione. Abbiamo un $330 a settimana nel 1987 che attualmente sono diventati $340 (1982 = 100). Un aumento dell'1.03X.




Infine, abbiamo il reddito familiare medio reale. Chiamatelo pure un viaggio di sola andata verso il nulla... da più di quasi tre decenni!




OK, non è del tutto giusto confrontare il 35.0X di Warren Buffet con lo 0.0X del nucleo familiare medio. C'è un po' "d'inflazione" nella ricchezza del sedicente oracolo finanziario, come riflesso nella crescita del deflatore del PIL da 60 a 108 (2009 = 100) nel corso del periodo sopracitato. Quindi, in dollari di oggi, Buffet ha iniziato con $3.8 miliardi nel 1987. Chiamatelo pure un guadagno al netto dell'inflazione del 19X, e non parliamone più.

E si può fare lo stesso aggiustamento col valore di mercato del capitale totale non finanziario. In dollari di oggi, il valore complessivo attuale dei $36,700 miliardi può essere approssimato a $4,500 miliardi nel 1987. Chiamatelo pure un aumento dell'8.0X.

Ecco il punto. Warren Buffet non è un genio per aver accumulato quel 19X, né lo sono stati quegli investitori che hanno raggranellato il loro 8.0X. La verità è che Alan Greenspan e i suoi successori hanno trasformato un'intera generazione di giocatori d'azzardo nei più grandi vincitori della lotteria della storia.

Questo è successo perché la FED ha grottescamente distorto l'economia americana in nome della gestione keynesiana del "ciclo economico". Lo strumento più visibile di questa campagna sbagliata è stato il tasso del mercato monetario (Federal funds), il quale è stato bloccato a zero negli ultimi 78 mesi.




Non solo la FED ha speso 27 anni a marciare verso lo zero, ma nel frattempo vi è anche divenuta dipendente. Negli ultimi 300 mesi ha tagliato, o tenuto basso, il tasso del mercato monetario per l'80% del tempo. Ed ora sono passati 108 mesi dall'ultima volta che l'ha alzato anche di soli 25 punti base!




La verità è che la FED ha causato una falsificazione dei prezzi sistematica, persistente e massiccia, lungo tutta la curva dei rendimenti e in tutti i settori del mercato finanziario. Il prezzo più importante di tutto il capitalismo è il tasso d'interesse del mercato monetario. Esso definisce il costo dei carry trade in tutti i mercati degli asset, e quindi alimenta indirettamente le offerte per tutti i debiti, l'equity e i titoli derivati ​​nel sistema finanziario globale.

Inutile dire che, quando il costo del denaro è impostato a zero — e mantenuto così — in termini nominali ed è portato profondamente in territorio negativo al netto dell'inflazione e delle imposte, diventa l'ambrosia della speculazione.

Di conseguenza, né un tasso tendenziale dell'IPC leggermente inferiore negli ultimi 27 anni, né un miglioramento degli strumenti delle banche centrali sono i responsabili dell'abbassamento oltre l'80% del tasso di riferimento principale nei mercati finanziari mondiali — quello del decennale USA.

I veri colpevoli di tale discesa sono stati la massiccia intrusione delle banche centrali nei mercati finanziari, la manipolazione dei prezzi e la monetizzazione fraudolenta del debito pubblico e di altri titoli. Dal 2006 i bilanci combinati delle banche centrali del mondo si sono ampliati da $6,000 miliardi a $22,000 miliardi, il che significa che l'entità della frode monetaria è monumentale.




Inutile dire che la discesa del tasso più importante nel mercato mondiale a livelli insostenibilmente bassi, ha causato due distorsioni potenti. Nelle economie sviluppate, come gli Stati Uniti, ha generato un'enorme espansione del debito improduttivo la quale, a sua volta, ha finanziato un'espansione fiscale, consumi delle famiglie e ingegneria finanziaria aziendale.

Il risultato è stata una gigantesca finanziarizzazione dell'economia che ha spinto la somma del debito aziendale e l'equity da circa $12,000 miliardi, all'epoca dell'arrivo di Greenspan nell'Eccles Building, ai $93,000 miliardi di oggi. Detto in altro modo, il valore del debito e dell'equity si è moltiplicato da circa il 2.4X del PIL al 5.4X.

È stata questa enorme bolla finanziaria che ha generato i guadagni sopracitati da 8X e da 19X.




In secondo luogo la repressione finanziaria mondiale delle varie banche centrali capitanate dalla FED, ha provocato giganteschi overinvestment globali in asset produttivi fissi, ma soprattutto in Cina e nei mercati emergenti. L'impatto è risultato in un'accelerazione una tantum dell'attività economica globale, la quale ha gonfiato temporaneamente il reddito corrente e il valore degli asset finanziari.

Il boom alimentato dalle banche centrali verrà pagato sotto forma di una contrazione deflattiva prolungata. Poi verranno liquidati migliaia di miliardi di asset anti-economici, i profitti del settore industriale crolleranno e la grande inflazione degli asset finanziari degli ultimi 27 anni incontrerà la sua resa dei conti.

La mattina dopo ci si chiederà perché le banche centrali hanno consentito l'espansione di una tale bolla finanziaria ed economica. La risposta breve reciterà che è stato fatto affinché i pianificatori monetari centrali potessero ottimizzare il ciclo economico e salvare il capitalismo mondiale dalla sua presunta tendenza verso l'instabilità, lo scarso rendimento e il collasso depressivo.

Come vedremo dopodomani nella Parte 2, la tesi alla base di questa gestione keynesiana della domanda da parte delle autorità monetarie era solamente una bufala.

Di conseguenza, i giorni "dell'economia di Warren Buffet" sono contati.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. Stockman si fa capire benissimo anche senza guardare i grafici che presenta.
    Buffet e quelli come lui sono stati bravi a cavalcare l'onda che gli è capitata. Hanno approfittato delle assurdità di Greenspan e successori. E questo chiaro articolo ha il pregio di mettere la parola fine sulle tante spiegazioni fantasiose sul divario 1% vs 99% che si sentono in giro: politiche monetarie espansive gestite dalle banche centrali e conseguente effetto Cantillon.

    Ma devo fare un appunto.
    Io credo che, nel secolo del primato della politica (cioè, del potere dello stato/impero) su ogni altra cosa, le scelte di Greenspan non siano state eminentemente economicistiche ed errate nel lungo periodo (stimolo artificiale keynesiano della domanda), ma siano state soprattutto scelte politiche consapevoli, deliberate e finalizzate all'espansione del potere della politica, cioè dello statalismo/imperialismo. La finanziarizzazione, secondo me, è stato l'effetto perverso dell'espansionismo fiscale, il primum movens vero. La sua era coincide con l'illusione della "fine della storia", con l'illusione di un'unica superpotenza destinata a guidare il mondo. Con l'illusione mondialista che l'NWO sia alle porte e sia nella realtà delle cose.
    NWO che, tra l'altro, ha avuto anche inclinazioni diverse: l'Ulivo mondiale di Clinton (la terza via) è stato ben diverso dai progetti (sionisti?) dei neocon.
    Che ne dite?

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    1. la finanziarizzazione è la conseguenza della modalita con cui è stata fatta la globalizzazione. tutti i disequilibri sul mercato del lavoro ed i riequilibri fittizi (i travasi di ricchezza reale da est ad ovest) conseguenti sono stati compensati con lavori inventati a ws.
      questo ha reso tuttavia l accesso piu selettivo. con tutta la buona volonta, i broker non potranno mai essere quanti gli operai in fabbrica. certo, è vero che ci sta ideologia in tutto cio, lo abbiamo detto altrove. stockman si limita ad esaminare la questione dal solo profilo tecnico economico. e lo fa molto bene.
      non capisco come faccia ad esserci tutta questa discrepanza tra famiglie e salari, in specie a svantaggio delle prime (che si basano su salari, e semmai qualcosa in piu e non in meno). ma nell insieme è un dettaglio.
      devo peraltro dire che lo sviluppo dello stile di francesco nei suoi articoli va a mio avviso ultimamente piu verso stockman che verso north.

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    2. Ciao a tutti.

      Ebbene sì, gdb, soprattutto perché North sta rilasciando meno articoli gratis ultimamente. :-)
      Purtroppo devo sacrificare alcuni commenti in questi giorni e settimane, visto che sto preparando per il prossimo dicembre/gennaio l'uscita dell'ebook L'Economia Cristiana in Una Lezione, traduzione italiana dell'omonimo libro di North stesso. Forse è in parte per questo motivo che si sta concentrando esclusivamente sugli articoli a pagamento. Ma niente sfugge alla mia lettura, seguo sempre le discussioni che si evolvono dagli articoli postati.

      Stockman è un ottimo sostituto di North da punto di vista economico, ma non dal punto di vista filosofico/retorico. Ciononostante Stockman riesce a sottolineare con dovizia di particolari quanto siamo sprofondati in fondo a questa buca scavata dalla sporca dozzina che governa il FOMC e, soprattutto, come ci siamo sprofondati. Manca un solo pezzo alle sue analisi: come uscirne. È importante che ci sia un manuale che s'incentri su questa questione. (Io, modestamente parlando, ci sto provando traducendo l'ultimo sforzo bibliografico di North e scrivendo il mio secondo libro per l'anno prossimo incentrato sulle fallacie economiche più diffuse.) Infatti stiamo semplicemente assistendo allo sgretolamento della pianificazione centrale in stile "Unione Sovietica fine anni '80". Greenspan ha acceso la miccia. Volontariamente? Involontariamente? Nessuno lo sa.

      Sta di fatto che dopo il suicidio del Partito Comunista russo nel 1991, nessun libertario o Austriaco fece uscire un testo economico adeguato che permettesse alla Russia di seguire una strada di libero mercato durante la sua ricostruzione. Invece la storia ci ha portato una serie di personaggi ambigui che hanno finito per fare da apripista al regime di Putin. L'occidente rischia di fare la stessa fine senza un testo che impedisca agli attori di mercato di ricadere nella buca da cui usciranno, in un modo o nell'altro. È scritto nell'insolvenza del sistema pensionistico fondato su una serie di IOU che ormai hanno rendimenti incapaci di poter far fronte alle spese crescenti dei fondi pensione; questo significa o un aumento delle tasse o una diminuzione dei benefici pensionistici. L'unica cosa che innescherà una protesta seria da parte della popolazione saranno i raid nei fondi pensione. Quello sarà il giorno della resa dei conti. Nessuno starà fermo a guardare qualora non ci saranno risorse per pagare ciò che la popolazione ritiene sia ad essa dovuto dopo anni di lavoro e contributi. Ci sarà molta confusione. La popolazione vorrà risposte.

      Nel frattempo concentriamoci sulla prossima recessione che, come ho più volte ripetuto, non sarà innescata direttamente dalle decisioni delle banche centrali (ormai quasi impotenti visto che tutti i loro strumenti si sono dimostrati un fiasco) ma dai fallimenti aziendali: Deutsche Bank Warning: A Wave Of Corporate Defaults May Be Just Around The Corner.

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