mercoledì 5 settembre 2018

La follia fiscale di Trump e il momento Wile il Coyote di Wall Street





di David Stockman


Non c'è mai stata una coppia più incoerente dal punto di vista fiscale di quella Trump e Steve Mnuchin. Dopo aver letto la recente affermazione di quest'ultimo, secondo cui finanziare $1,000 miliardi di deficit dello zio Sam sarà un gioco da ragazzi, capiamo come abbia fatto a sedersi per 10 anni nel consiglio di amministrazione di Sears senza accorgersi che la società stava andando in bancarotta.

In ogni caso, fissando un deficit di $1,200 miliardi per l'anno fiscale 2019, Steve pare non abbia capito che la FED è in modalità QT e che prosciugherà denaro dalle obbligazioni ad un ritmo annuo di $600 miliardi a partire da ottobre. Dopotutto, nessuno che sappia far di calcolo si aspetterebbe che il mercato obbligazionario possa "facilmente gestire" quelli che saranno $1,800 miliardi di bond del Tesoro USA senza casa.

Ma a quanto pare Steve non è il solo a non capire cosa sta succedendo. Anche se Wall Street pare abbia capito l'antifona, potrebbe ancora credere che la FED sia dalla sua parte e che quando arriverà il momento critico, metterà in pausa il QT per prevenire qualsiasi sgradevole crollo nel casinò.
Cioè, è presumibilmente ancora sicuro acquistare durante i ribassi o puntare sul trade swing tra la 50-DMA e la 200-DMA, perché tanto ci penserà Powell. Quindi non abbiate paura cari scommettitori: a circa 2615 sull'indice S&P 500 (l'attuale 200-DMA), la cavalleria dell'Excles Building accorrerà in soccorso.

Questo sembrerebbe essere il significato del grafico qui sotto. Quello che invece ci dice davvero è che, dopo nove anni di acquisti frenetici, Wall Street ha essenzialmente disarcionato la cavalleria.

Di conseguenza negli ultimi due anni la 200-DMA ha tenuto, ma gli impulsi di acquisto sono stati interamente basati sulla fiducia e non sulla FED. Quindi la politica della "forward guidance" e un tiepido ritmo di rialzi dei tassi hanno surclassato gli scommettitori di Wall Street.

Ma il QT e l'enorme drenaggio di liquidità nei mercati obbligazionari ci dicono cosa ci aspetta in futuro, e Steve, i day trader ed i robo-trader ora stanno semplicemente scegliendo di ignorarlo... fino a quando non potranno più farlo.

Quello che stiamo dicendo è che non esiste nessun "supporto di Powell" a 2615 (200-DMA), o 2460 (400-DMA), o addirittura a 2250 (800-DMA).

Al contrario, a nostro giudizio c'è il 15-20% di un ribasso prima che la FED ceda, ma a quel punto sarà troppo tardi.

Per esempio, quando non ci sarà alcun supporto da parte di Powell come ci si aspettava, il casinò arriverà al suo momento Wile il Coyote. Ed a quel punto non ci sarà nulla per fermare la macchina mortale di ETF/operazioni di parità di rischio/fondi a leva/trend following CTA e altri giochi alimentati dalla Finanza delle Bolle.


Potreste chiamarla una tempesta perfetta. Steve e Donald sono completamente ignari del mostro fiscale che hanno scatenato, mentre gli arroganti banchieri centrali credono davvero di aver conferito all'economia di Main Street forza e slancio sufficienti.

Di conseguenza il QT non è "dipendente dai dati" ed è considerata da Powell e dal suo gruppo una politica implicita. Infatti, non lo menzionano più nei loro commenti post riunione.

Come è chiaro dal grafico qui sotto, la grande contrazione è una realtà ed i $70 miliardi mostrati qui sono solo l'inizio del dumping obbligazionario. In arrivo c'è un altro 40% di contrazione derivante dal deflusso di quello che un tempo era il portafoglio GSE da $1,800 miliardi della FED.


I vertici della FED potrebbero tergiversare sul numero esatto e sui tempi dei rialzi dei tassi d'interesse a seconda della PCE e dell'AHE (paghe orarie medie); ma in fin dei conti tutto ciò è secondario.

Ciò che conta è il QT ed il dumping obbligazionario da $600 miliardi, e quest'ultimo non ha affatto a che fare con l'inflazione o la curva dei rendimenti.

Invece si tratta della preservazione della base di potere della FED e ciò richiede ricaricare la sua faretra di possibilità in modo da essere adeguatamente pronta per la prossima recessione.

Mancano solo 10 mesi per battere il record di espansione economica degli anni '90 (119 mesi), ma per allora anche i pianificatori keynesiani della FED saranno in grado di vedere la proverbiale scritta sul muro. E sanno anche che non osano rischiare di affrontare una recessione senza avere la possibilità di fare qualcosa, almeno per non apparire ridicoli come il famoso Imperatore Nudo.

Forse è per questo che il numero due della FED, John Williams, appare così fiducioso. Quest'ultimo ha passato una vita alla FED di San Francisco e sta per assumere il ruolo di capo della FED di New York. Avendo forse già dimenticato le farneticazioni ottimistiche dell'estate del 2007, Williams ha affermato di recente che non c'è motivo di esitare sulla campagna di normalizzazione della FED.

Gente, se ciò non desta preoccupazioni, non possiamo immaginare cosa potrebbe farlo. Dopotutto, a meno che non pensiate che la produzione industriale sia totalmente superfluida nel mondo odierno, quello che abbiamo è proprio l'esatto opposto di un'economia forte.

La produzione industriale reale è cresciuta di appena l'1.2% dal picco pre-crisi di dieci anni fa, mentre il consumo di beni durevoli è aumentato del 53%. Saremmo più che disposti a scommettere che non è sostenibile, né è una base lontanamente ragionevole affinché la FED dichiari "missione compiuta" per quanto riguarda la prosperità di Main Street.


Tuttavia questo ci porterà alla grande collisione nel mercato obbligazionario: per la prima volta nella storia, le armi finanziarie combinate dello stato (il Tesoro USA e la FED) venderanno il debito pubblico, esistente e nuovo.

E non stiamo esagerando: pensate all'emissione record di $488 miliardi durante il primo trimestre, un campanello d'allarme anche per chi ha le fette di prosciutto sugli occhi.

La vera parte spaventosa, tuttavia, è la tempistica e l'impostazione ciclica. Ora siamo nel mese #110 della cosiddetta espansione economica e le armi finanziarie combinate di Washington scaricheranno $1,800 miliardi, o quasi il 9% del PIL, nei mercati delle obbligazioni.

Al contrario, all'apice del quarto trimestre 2000, lo Zio Sam aveva un surplus del 2.3% del PIL e la FED stava ancora assorbendo il debito esistente ad un ritmo annuo di $40 miliardi. Alle attuali dimensioni economiche, ciò equivarrebbe ad un ritmo di $500 miliardi.

Inutile dire che la differenza tra il drenaggio di $1,800 miliardi di liquidità dal mercato obbligazionario nell'anno fiscale in arrivo rispetto a fornire $500 miliardi di liquidità, è quanto di più esplicito si possa avere.

Tra l'altro, anche dopo due tagli fiscali non finanziati e due guerre durante il mandato di George W. Bush, il drenaggio di fondi dal mercato obbligazionario era di soli $140 miliardi nel 2007 o solo dell'1.0% del PIL.

Questo ci mette in acque inesplorate, dove la pura e semplice matematica promette una carneficina economica e finanziaria.

Scommettiamo che Steve suderà copiosamente e gli scommettitori di Wall Street si pentiranno del giorno in cui hanno scommesso sull'inesistente supporto di Powell.

Per quanto riguarda la "goldilocks economy", il suo nome sarà maledetto nei corridoi dell'Eccles Building mentre i pianificatori monetari centrali fuggiranno dall'edificio.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


5 commenti:

  1. A Jackson Hole si è praticamente deciso di continuare con il processo di normalizzazione. La FED deve continuare a rialzare i tassi velocemente perché il più grande rischio per l'economia degli Stati Uniti non sono i tassi d'interesse (segnale), ma la catena di bolle e l'eccesso di rischio accumulatosi nei mercati finanziari a seguito della ZIRP e del QE degli anni precedenti. L'effetto a cascata che si riversa nell'economia più ampia crea solamente attività falsamente creatrici prosperità, poiché non fanno altro che sequestrare risorse ed impiegarle per progetti che non avranno una domanda reale sui mercati. Operare in perdita non è una preposizione che dura a lungo e negli USA ce ne sono molte grandi aziende che sfoggiano flussi di cassa negativi, ciononostante attraverso l'ingegneria finanziaria sono riuscite a sopravvivere.

    Ma ciò non cambia il tema di fondo: l'erosione del bacino dei risparmi reali e l'impiego di risorse economiche in attività inutili. E questo è particolarmente evidente dai seguenti grafici, ad esempio, i quali prendono in considerazione il tanto decantato calo della disoccupazione come araldo del nirvana della piena occupazione. Sebbene possiamo vedere dal primo grafico che c'è stato un calo effettivo dei disoccupati, questi a quanto pare erano dei fantasmi visto che le ritenute d'acconto sono tornate in territorio negativo. Dove sono finiti tutti questi "occupati"? In parte nei lavori part-time, in parte sono usciti dalla forza lavoro e in parte vivacchiano nello scantinato di mamma e papà. Ciò che abbiamo qui è semplicemente distorsione attraverso la statistica, la quale non funziona addirittura più poiché gli errori economici passati e non puliti si stanno accumulando e stanno progressivamente portando l'economia USA a scontrarsi con la dura realtà: c'è bisogno di una recessione che ripulisca l'ambiente economico da questi errori per tornare ad avere una crescita economica fisiologica.

    Quello che può fare la FED è cercare di ricaricare il proprio arsenale di strumenti per "contrastare" la recessione. Come? Attraverso un nuovo taglio dei tassi? Più della stessa cosa che finora non ha funzionato? Venezuela, Turchia e Argentina non sono altro che l'innesco. Tra l'altro quanto appena descritto per gli Stati Uniti è ampiamente applicabile all'Europa. Ed i Paesi europei hanno quasi abbandonato ogni accenno di riforme strutturali, e Paesi come l'Italia e la Spagna hanno annunciato forti aumenti dei deficit proprio mentre i tassi stanno per salire e l'Eurozona ha di fronte €1,000 miliardi in scadenze obbligazionarie. La BCE, così come tutte le banche centrali, può mascherare i problemi strutturali per un po ', ma non per sempre.

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    1. Lo status quo dietro la UE può sopravvivere solo se la BCE diventa il fiatprestatore di ultima istanza. Non hanno alternative realistiche. Parliamo di politiche in regime fiatmoney.
      La crisi delle bolle, quella del debito e le prossime elezioni europee avvieranno la trasformazione della BCE. Che sarà il male minore.

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    2. Ciao Dna.

      Il male minore a livello globale aggiungerei, visto che le ultime notizie ci presentano un quadro decisamente fuori di testa soprattutto in Cina ( come abbiamo già visto). Le ultime notizie ci dicono che la capacità in eccesso di auto in Cina supera quella americana, mentre il mercato dei CLO statunitensi è raddoppiato rispetto alla crisi del 2008, ed i mercati emergenti dopo la sbornia di dollari sulla scia dei vari QE intrapresi dalle banche centrali iniziano a soffrire a causa del QT della FED (e presto per quello anche della BCE).

      Infine abbiamo JP Morgan che ci avverte che "non abbiamo ancora visto niente" a livello di crisi e recessione, considerando un pic-nic la Grande Recessione del 2008. Però quando su queste pagine si avvertiva di una correzione inevitabile a causa dell'allocazione errata delle risorse economiche scarse, dettagliando i meccanismi alla base dei cicli economici, gli scettici mainstream erano lesti ad affibbiare il titolo di "Cassandra" al sottoscritto. Puntavano e puntano agli indici azionari fuori scala (come se tutti fossero bravi a comprare durante i bottom... nota a margine: un bull market è in atto quando i picchi precedenti vengono infranti).

      Adesso posso anche non dirlo più, ci pensano i media mainstream a farlo per me ma con netto ritardo e senza uno straccio di teoria economica a supporto.

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  2. Tireranno a campare. Quanto vale realmente tutto questo debito in circolazione.......??

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    1. Salve Dino.

      Secondo McKinsey siamo arrivati a circa $300,000 miliardi a livello globale. Ma ovviamente questo a livello nominale. Infatti anche questa bolla dovrà iniziare a sgonfiarsi, come possiamo già osservare dalla nuova "via della seta" cinese che inizia a sfilacciarsi.

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