giovedì 20 gennaio 2022

Chi sarà ritenuto responsabile per l'attuale devastazione?

 

 

di Jeffrey Tucker

Se la risposta politica alla pandemia avesse assunto la forma di un semplice consiglio, non saremmo nel mezzo di questo disastro sociale, economico, culturale, politico. Ciò che ha causato il naufragio è stata l'applicazione della forza politica in un modo che non ha precedenti nella storia umana.

La risposta si è basata sulla costrizione imposta da tutti i livelli dello stato. Le politiche a loro volta hanno dato energia ad un movimento populista, la Guardia Rossa Covid, che è diventata un'arma civile, andando a sorvegliare i corridoi delle drogherie per rimproverare chi non aveva la mascherine. I droni sciamavano nei cieli in cerca di feste da sventare e chiudere. Una sete di sangue contro chi non si conformava si è scatenata a tutti i livelli della società.

I lockdown hanno concesso ad alcune persone un significato ed uno scopo, come fa la guerra. L'obbligo di bastonare gli altri è disceso dallo stato al popolo. La follia ha preso il sopravvento sulla razionalità e non è stata più una questione di "due settimane per appiattire la curva". La mania di sopprimere il virus ponendo fine al contatto da persona a persona si è estesa a due anni.

Questo è successo negli Stati Uniti ed in tutto il mondo. Tale follia non ha ottenuto nulla di positivo, perché il virus non ha prestato attenzione agli editti e agli esecutori. La fine del funzionamento sociale ed economico, tuttavia, ha distrutto vite in innumerevoli modi e continua a farlo.

È proprio perché c'è tanta incertezza sulla vita (e sulla scienza) che le società civili operano sulla presunzione della libertà di scelta. Questa è una linea di politica basata sull'umiltà: nessuno possiede competenze sufficienti per presumere il diritto di limitare le azioni pacifiche di altre persone.

Ma con i lockdown e l'obbligo di vaccinazione, non abbiamo visto umiltà ma un'arroganza sconfinata. Le persone che ci hanno fatto tutto questo erano così dannatamente sicure di sé che hanno fatto ricorso alla tattica dello stato di polizia per realizzare i loro obiettivi, nessuno dei quali è stato raggiunto nonostante la promessa che era per il "nostro bene".

È l'obbligo la fonte di tutti i problemi. Qualcuno ha scritto gli editti per volere di qualcun altro e poi altri ancora li hanno imposti. Quelle persone dovrebbero essere coloro con i risultati in mano, risarcire le vittime e altrimenti accettare le conseguenze per ciò che hanno fatto.

Chi sono? Dove sono? Perché non si sono fatte avanti?

Se si vuole costringere le persone a comportarsi in un certo modo – chiudere le loro attività, cacciarle dalle loro case, non farle aggregare, cancellare le vacanze, separarle fisicamente ovunque – bisogna essere dannatamente certi che sia la cosa giusta fare. Se le persone che hanno fatto tutto questo erano così sicure di sé, perché non vogliono assumersene la responsabilità?

La domanda è pressante: di chi è precisamente la colpa? Non solo in generale, ma più precisamente: chi era disposto a farsi avanti fin dall'inizio per dire “Se questo non funziona, accetto la piena responsabilità?” Oppure: "Ho fatto questo e lo sostengo". Oppure: "L'ho fatto e mi dispiace molto".

Per quanto ne so, nessuno ha detto niente del genere.

Invece quello che abbiamo è un grande guazzabuglio di burocrazie disordinate, commissioni, rapporti e ordini non firmati. Ci sono alcuni sistemi in atto che sembrano strutturati in modo tale da rendere impossibile scoprire chi sia esattamente responsabile della loro progettazione e realizzazione.

Ad esempio, un mio amico è stato molestato dalla sua scuola per non essersi vaccinato. Voleva parlare con la persona che aveva imposto la regola, ma nella sua indagine tutti giocavano a scaricare il barile: quella persona aveva costituito una commissione che aveva concordato le migliori pratiche lasciate da altre linee guida approvate da un'altra commissione, che erano state implementate da un'istituzione simile su un'altra questione e adottata da un'altra divisione e trasmesse ad un'altra commissione per l'attuazione come raccomandazione e quindi emessa interamente da un'altra divisione.

Durante l'intera indagine non è riuscito a trovare una sola persona che fosse disposta a farsi avanti e dire: l'ho fatto io ed è stata una mia decisione. Tutti avevano un alibi. È diventata una grande burocrazia senza responsabilità. È un marasma in cui ogni cattivo attore ha pre-costruito un nascondiglio.

È la stessa cosa che è accaduto con molte persone che sono rimaste disoccupate per essersi rifiutate di divulgare il loro status di salute. I loro capi dicono che sono molto dispiaciuti per quello che sta succedendo e che se fosse dipeso da loro quelle persone disoccupate avrebbero continuato a lavorare. Questi capi, a loro volta, esitano ed incolpano qualche altra commissione; nessuno è disposto a parlare con le vittime e dire: "L'ho fatto io e lo sostengo".

Come milioni di altri, sono stato danneggiato materialmente dalla risposta alla pandemia. La mia storia è priva di drammi e non è lontanamente simile a ciò che gli altri hanno vissuto, ma è saliente perché è personale. Sono stato invitato a partecipare ad un programma in TV, ma poi sono stato messo altrove perché non ho voluto divulgare il mio status di salute. Sono stato mandato in uno studio separato riservato agli impuri dove mi sono seduto da solo.

La persona che mi ha informato ha detto che quella linea di politica era stupida e vi si opponeva, ma quella era la politica aziendale. Forse posso parlare con il suo capo? Oh, anche lui è contro questa roba. Tutti pensano che sia una cosa stupida. Chi è responsabile allora? La responsabilità viene sempre trasferita su e giù nella catena di comando, ma nessuno accetterà la colpa e ne sopporterà le conseguenze.

Anche se i tribunali hanno ripetutamente abrogato gli obblighi di vaccinazione, c'è un consenso universale sul fatto che i vaccini, pur offrendo scarsi benefici a livello individuale, non stanno contribuendo a fermare le infezioni o la loro diffusione. Vale a dire: l'unica persona che potrebbe soffrire per non essere vaccinata è il non vaccinato stesso. Ciononostante le persone stanno perdendo il lavoro, perdendo la vita pubblica, stanno venendo segregate e bloccate e stanno pagando comunque un prezzo pesante per non conformarsi.

Eppure ci sono ancora persone che continuano a giocare al gioco dello scaricabarile: non incolpano né il governo, né le autorità sanitarie pubbliche, né nessuno in particolare, bensì un'intera classe di persone: chi non si vaccina.

"Sono furioso nei confronti dei non vaccinati", scrive Charles Blow sul New York Times, un giornale che ha dato il via alla propaganda pro-lockdown già il 27 febbraio 2020. "Non mi vergogno di rivelarlo. Non sto più cercando di capirli o istruirli. I non vaccinati stanno scegliendo di essere parte del problema".

In che modo sarebbero il ​​problema? Anche perché poi scrive: "È possibile controllare il virus e mitigarne la diffusione, se si vaccinano più persone".

Questo è chiaramente una menzogna, come abbiamo visto dalle esperienze di molti Paesi in tutto il mondo. Cercate Singapore, o Gibilterra, o Israele, o qualsiasi Paese ad alto tasso di vaccinazioni e guardate le tendenze dei loro casi. Sono tutti uguali o peggiori dei Paesi con somministrazioni inferiori. Sappiamo da almeno 33 studi che i vaccini non possono e non fermano l'infezione o la trasmissione, motivo per cui Pfizer e persone come Anthony Fauci chiedono ora la terza e la quarta dose. Dosi senza fine, sempre con la promessa che la prossima raggiungerà l'obiettivo.

Blow sta propagando falsità. Come mai? Perché là fuori c'è voglia di etichettare qualcuno o qualcosa a cui addossare la colpa. I non vaccinati sono i capri espiatori per distrarre dal vero problema: scoprire e sanzionare coloro che hanno intrapreso questo esperimento senza precedenti.

Il problema ora è scoprire chi sono. Il governatore di New York ha fatto cose terribili ma ora si è dimesso. Suo fratello alla CNN ha propagato l'ideologia del lockdown ma è stato licenziato. Il sindaco di New York ha perpetrato il male, ma tra poche settimane se ne andrà in sordina. Alcuni governatori che hanno bloccato le loro popolazioni hanno rifiutato di candidarsi di nuovo e faranno del loro meglio per scomparire.

La dottoressa Deborah Birx, che sappiamo per certo era la persona che ha convinto Trump ad approvare i lockdown, si è dimessa silenziosamente e ha fatto del suo meglio per evitare i riflettori. Il giornalista del New York Times che ha scatenato l'isteria mentre chiedeva un lockdown brutale è stato licenziato. Lo stesso vale per centinaia di funzionari della sanità pubblica che si sono dimessi o sono stati licenziati.

Chi è rimasto da incolpare? Il candidato più probabile qui è lo stesso Fauci, ma posso già dirvi la sua scusa: non ha mai firmato un solo ordine. Le sue impronte digitali non sono su nessuna legislazione.

Non ha mai emanato alcun editto, non ha mai fatto arrestare nessuno, non ha mai bloccato l'ingresso a nessuna chiesa né ha chiuso personalmente con un lucchetto alcuna scuola o attività commerciale. È semplicemente uno scienziato che fa raccomandazioni presumibilmente per la salute delle persone.

Ha anche un alibi.

Molto di tutto questo mi ricorda la prima guerra mondiale, la "Grande Guerra". Cercate le cause, sono tutte vaghe: nazionalismo, un assassinio, trattati, confusione diplomatica, i serbi. Nel frattempo nessuna di queste ragioni può effettivamente spiegare 20 milioni di morti, 21 milioni di feriti ed economie e vite in rovina in tutto il mondo, per non parlare della Grande Depressione e dell'ascesa di Hitler che arrivò a seguito di un tale e spaventoso disastro.

Nonostante le indagini, gli innumerevoli libri, le udienze pubbliche e la furia pubblica che durò un decennio o più dopo la Grande Guerra, non c'è mai stato nessuno che si sia assunto la responsabilità. Abbiamo visto una ripetizione dello stesso copione dopo la guerra in Iraq. C'è qualche traccia di qualcuno che abbia detto "Ho preso io la decisione e mi sbagliavo"?

Così potrebbe accadere per i lockdown e gli obblighi del 2020 e del 2021. La carneficina è indicibile e durerà una generazione o due, o anche più. Intanto i responsabili si stanno lentamente allontanando dalla vita pubblica, trovando nuovi posti di lavoro ed igienizzandosi le mani da ogni responsabilità. Stanno cancellando i curricula e, quando gli viene chiesto, incolpano chiunque altro tranne loro stessi.

Questo è il momento in cui ci troviamo: una classe dirigente terrorizzata di essere scoperta, chiamata in causa e ritenuta responsabile, e quindi incentivata a generare una serie infinita di scuse, capri espiatori e distrazioni ("Dovete iniettarvi un'altra dose!") .

Questa è la conclusione meno soddisfacente di questa terribile storia, purtroppo è così: è molto probabile che le persone che ci hanno fatto tutto questo non saranno mai ritenute responsabili, né in nessun tribunale né in nessuna udienza parlamentare. Non saranno mai costrette a risarcire le loro vittime e non ammetteranno mai nemmeno di aver sbagliato. E qui sta quella che potrebbe essere la caratteristica più eclatante della cattiva politica pubblica: non ci sarà giustizia o qualcosa che assomigli anche vagamente alla giustizia.

Questo è ciò che la storia suggerirebbe, in ogni caso. Se questa volta le cose andranno diversamente e gli autori affronteranno davvero le conseguenze delle loro azioni, ciò non sistemerebbe le cose, ma almeno creerebbe un favoloso precedente per il futuro.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


8 commenti:

  1. E' edificante la lettura di due libri diversi ma che descrivono il medesimo processo:
    - Arcipelago Gulag
    - They thought they were free

    In particolare interessante in quest'ultimo un passaggio che è la corretta modalità di approcciarsi a questo dramma dell'umano:

    "One day, when we had become very friendly, I said to him, "Tell me now how was the world lost?" "That,' he said, "is easy to tell, much easier than you may suppose. The world was lost one day in 1935, here in Germany. It was I who lost it "
    https://www.habitablezone.com/2018/07/17/more-from-they-thought-they-were-free/

    riassunto dal motto "Principiis obsta, finem respice"

    Poi vedremo se Anthony farà la fine di Julius hallervoden, Leonardo Conti o Karl Brandt. Il primo l'ha fatta franca e ha avuto una successiva brillante carriera, il secondo s'è impiccato, il terzo è stato impiccato.

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    1. Salve Flambeau.
      Alla lista dei suoi consigli letterari aggiungerei anche To Build a Castle di Vladimir Bukovski. Un ottimo manuale per imparare come contrattaccare quando un qualsiasi autoritarismo sembra insormontabile e presumibilmente invincibile.

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    2. Lo leggerò, grazie. Di Vladimir Bukovski suggerisco anche "il vento va e poi ritorna" non so quale sia il titolo in lingua originale ma è davvero impagabile.

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  2. Oggi abbiamo la rete, la quale ha anche il merito di registrare il comportamento di molti personaggi pubblici. Se non siamo disposti a dimenticare, costoro saranno sicuramente puniti da una damnatio memoriae.

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  3. Le guardie rosse della mia zona sono alla ricerca di possibili trasgressori in attività adeguatamente sterilizzate e controllate. Tanto le guardie rosse hanno il lavoro fisso e lo stipendio pagato dallo Stato.

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  4. La voluta e ricercata diluizione delle responsabilità personali, generata dalla "democrazia", è sotto gli occhi di tutti. Da almeno due decenni è quasi impossibile individuare e, soprattutto, vedere condannato con una parvenza di serietà un burocrate o un "rappresentante/operatore pubblico" in senso lato.

    E' sempre colpa di qualcun altro o, meglio, "così dice la legge", ennesima figlia di un'ipertrofia normativa che genera solo ed esclusivamente confusione, disparità e profonda ingiustizia.

    Si legga il Prof. Huerta De Soto, su leggi e decreti, o il libro "Oltre la democrazia", per fare un pò di luce sul mondo attuale, ahimè fatto di pochi (cattivi) attori e troppi spettatori.

    Grazie per questo articolo, a rileggersi presto.

    Antonio Pani

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    1. Salve Antonio.
      L'attuale deriva socialista descritta in tre punti

      Libero mercato: sistema "win-win" (scambi reciprocamente vantaggiosi)

      Democrazia: sistema "win-lose" (il concetto di elezioni permea la società, è socialmente accettato che per un vincitore ci DEBBA essere un perdente)

      Stato: sistema "lose-lose" (progressiva devastazione del tessuto sociale che culmina con l'autofagocitazione inconsapevole dei tiranni)

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    2. Grazie per l'utile sintesi; è' incredibile come il "popolino" si accontenti del nulla che gli offre lo stato.

      Sorprendente, altresì, vedere come milioni di "veraci e convinti egoisti", impegnati a coltivare il proprio (misero) orticello e figli di una società atomizzata ad hoc, si muovano uniti e seguano il "pifferaio governativo di turno", che li conduce alla scogliera per fare un bel tuffo.

      Grazie per il riscontro, a rileggersi presto.

      Antonio Pani

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