Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
____________________________________________________________________________________
(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/echi-di-tirannia)
Anni dopo l'imposizione dell'obbligo di vaccinazione contro il Covid-19, mi ritrovo in uno stato di riflessione, alle prese con i cambiamenti epocali che si sono verificati in quel periodo. Il mondo che conoscevamo è cambiato radicalmente, quasi da un giorno all'altro. Gli stati hanno emanato provvedimenti drastici e libertà che molti di noi davano per scontate sono improvvisamente diventate privilegi. È stato un periodo pieno di paura, confusione e pressione. Ora, con il senno di poi, il peso di ciò che è accaduto sembra ancora più pesante.
Ho capito che abbiamo vissuto una delle violazioni dei diritti umani più sconcertanti della storia recente. Al centro di questa crisi si trova il passaggio di due Rubiconi: l'erosione del Primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti e la violazione del Codice di Norimberga. Entrambi sono stati creati sulla scia di tragedie storiche: una dopo la Rivoluzione americana, l'altra dopo la Seconda guerra mondiale. Entrambe sono fondamentali, concepite per salvaguardare i diritti umani e proteggere dagli abusi di potere. Trasgredendo questi confini, ci siamo addentrati in un territorio pericoloso che richiede urgenti riflessioni e azioni concrete.
Le prime regole: pilastri della libertà e dell'etica
La garanzia della libertà di parola sancita dal Primo Emendamento è una pietra angolare della democrazia, nata dal crogiolo della rivoluzione contro la tirannia. I nostri Padri fondatori, avendo sperimentato in prima persona l'oppressione di un governo che soffocava il dissenso, sancirono questo diritto a proteggere la libera circolazione delle informazioni, consentendo alle persone di ascoltare tutti i lati di una questione e prendere le proprie decisioni. Durante la pandemia abbiamo oltrepassato questo confine sacro. La censura ha prevalso e le prospettive alternative sui vaccini, comprese le legittime preoccupazioni sulla loro sicurezza e sui loro effetti a lungo termine, sono state soppresse. I media generalisti, i social media e i governi hanno fatto eco a un messaggio univoco: “Sicuro ed efficace”. Le voci dissidenti sono state etichettate come disinformazione e messe a tacere, tradendo il principio stesso che avrebbe dovuto prevenire tali abusi di potere.
Altrettanto importante è il Codice di Norimberga, emanato dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale, il quale avrebbe dovuto costituire uno standard internazionale inderogabile. La sua prima e più importante regola afferma: “Il consenso volontario del soggetto è assolutamente essenziale”. Questo principio è così importante che, dopo i Processi di Norimberga, vennero giustiziate persone per averlo violato. Eppure, durante la pandemia, abbiamo oltrepassato anche questo limite.
Le persone venivano costrette a vaccinarsi sotto la minaccia dell'esclusione dalla vita pubblica. Ci veniva detto che avremmo perso il lavoro o che ci sarebbe stato negato l'accesso a vari aspetti della società se avessimo rifiutato il vaccino. Bambini sani venivano esclusi dagli spazi pubblici perché i loro genitori non volevano somministrare loro un farmaco sperimentale. Le famiglie si trovavano di fronte a scelte impossibili sotto un'immensa pressione sociale ed economica, in palese violazione del Codice di Norimberga che impone che tutti gli interventi medici fossero volontari e liberi da coercizioni.
L’erosione dei diritti e della fiducia
La violazione di questi due principi fondamentali ha creato un ambiente di coercizione e disinformazione. Le persone non sono state solo costrette a sottoporsi a interventi medici; sono state costrette al silenzio. Ogni tentativo di mettere in discussione la narrazione ufficiale o di chiedere maggiori informazioni è stato accolto con censura ed esclusione. Questa erosione dei diritti ha avuto conseguenze di vasta portata.
- Mancanza di consenso informato: senza la piena trasparenza sugli ingredienti del vaccino e sui potenziali rischi a lungo termine, un vero consenso informato era impossibile. Le persone venivano invitate a prendere decisioni che avrebbero cambiato la loro vita senza informazioni cruciali.
- Soppressione del dibattito: la censura dei punti di vista alternativi ha impedito la possibilità di un consenso informato. Senza un dibattito aperto e l'accesso a diverse prospettive, come si può affermare che le persone abbiano fatto una scelta veramente informata?
- Violazione dell'autonomia fisica: gli operatori sanitari in prima linea, un tempo considerati eroi, venivano licenziati quando sceglievano di non rispettare le disposizioni. Molti avevano già un'immunità naturale da precedenti infezioni, eppure le loro decisioni mediche personali non venivano rispettate.
- Politica sanitaria pubblica illogica: è diventato chiaro che i vaccini non bloccavano la trasmissione del Covid-19, che era la giustificazione centrale per i provvedimenti obbligatori. Se i vaccini non fossero riusciti a prevenire la diffusione, la vaccinazione sarebbe diventata una decisione personale in materia di salute, proprio come decidere cosa mangiare o bere. Eppure le persone erano comunque costrette a rispettarla nonostante gravi minacce.
- Impatto personale: gli obblighi hanno cambiato l'intero corso della mia vita e di quella di molti altri. Le relazioni si sono logorate, le situazioni lavorative sono state compromesse e le traiettorie geografiche si sono spostate, mentre le persone cercavano ambienti in linea con i propri valori.
Una crisi dei diritti umani e della fiducia istituzionale
L'assenza di un riconoscimento pubblico di queste violazioni è impressionante. Come abbiamo potuto sopravvivere a un disprezzo così palese per i diritti umani senza alcun riconoscimento o assunzione di responsabilità? Il Primo emendamento è stato sancito per proteggere la libertà di parola e il Codice di Norimberga è stato creato per prevenire questo tipo di abusi; eppure entrambe queste tutele fondamentali sono state violate su larga scala.
Questa combinazione – la perdita della libertà di parola e l'abbandono del consenso informato – ha creato una crisi di fiducia che potrebbe richiedere generazioni per essere sanata. Come possiamo fidarci dei governi, dei media generalisti, o persino delle istituzioni mediche quando nascondono le informazioni e ci costringono ad obbedire senza fornire tutti i fatti?
Le lezioni dimenticate della storia
Ciò che forse è più sorprendente è quanto poche persone sembrassero conoscere appieno le implicazioni del Primo emendamento o fossero addirittura a conoscenza dell'esistenza del Codice di Norimberga. Come siamo arrivati a questo punto? Forse perché gli anziani che hanno vissuto le conseguenze della Seconda guerra mondiale – coloro che hanno compreso le lezioni della storia – sono scomparsi. Gli echi delle tragedie storiche erano fin troppo inquietanti: le stesse tattiche di disinformazione, paura ed ingerenza governativa hanno manipolato il sentimento pubblico, trasformando l'empatia in paura.
Nel corso della storia, quando l'umanità ha affrontato i suoi momenti più bui, siamo emersi con nuova saggezza e nuove garanzie. La Rivoluzione americana ha dato vita alla Costituzione e alla sua Carta dei diritti. Le atrocità della Seconda guerra mondiale hanno portato al Codice di Norimberga e alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Questi documenti rappresentano i migliori sforzi dell'umanità per imparare dai nostri errori e prevenire futuri abusi. Ora, dopo aver violato questi sacri principi, ci troviamo a un altro momento cruciale. È tempo di riflettere sulle nostre azioni, riconoscere i nostri passi falsi e forgiare nuove tutele per il futuro.
I pericoli del silenzio
Senza una presa di coscienza pubblica, ci stiamo muovendo su un terreno pericoloso. Se non c'è il riconoscimento di queste violazioni, se non c'è una riflessione collettiva, allora diamo il via libera a questo fenomeno. La mancanza di responsabilità invia un messaggio chiaro: non esiste limite che non possa essere oltrepassato, nessun principio che non possa essere ignorato e nessun abuso di potere che non sarà tollerato.
Mentre andiamo avanti, è fondamentale ricordare questo capitolo della nostra storia, non per soffermarci sul passato, ma per garantire che non ripeteremo mai più questi errori. Dobbiamo riaffermare il nostro impegno per i diritti umani, il consenso informato e la libertà di parola. Solo riconoscendo quanto accaduto e chiedendo conto ai responsabili possiamo sperare di costruire un futuro in cui tali violazioni siano impensabili.
Una strada da percorrere: proteggere i nostri diritti fondamentali
Mentre emergiamo dall'ombra degli obblighi di vaccinazione contro il Covid-19, ci troviamo in una fase cruciale. Gli eventi degli ultimi anni hanno rivelato la fragilità delle nostre libertà più care e la facilità con cui i principi sanciti dal Primo emendamento e dal Codice di Norimberga possono essere erosi. Tuttavia questo periodo difficile ha anche risvegliato una rinnovata consapevolezza di questi diritti fondamentali. Ora dobbiamo incanalare questa consapevolezza in azione, lavorando instancabilmente per prevenire future violazioni e sanare le profonde ferite inflitte alla nostra società.
Il nostro percorso futuro inizia con il rendere il nostro governo responsabile. Dobbiamo sostenere la creazione di una commissione bipartisan per indagare sulla gestione della pandemia, concentrandosi in particolare sulle potenziali violazioni della libertà di parola e del consenso informato. Questa commissione non dovrebbe fungere da caccia alle streghe, ma da mezzo per comprendere i nostri passi falsi e garantire che non si ripetano mai più. Allo stesso tempo dobbiamo promuovere una legislazione che rafforzi la tutela di informatori e dissidenti, soprattutto in tempi di crisi. La nostra democrazia prospera grazie al libero scambio di idee e dobbiamo garantire che punti di vista diversi possano sempre essere espressi in modo sicuro, anche di fronte a una pressione schiacciante a conformarsi.
È necessario rafforzare le tutele legali e politiche per proteggere i nostri diritti nelle crisi future. Dovremmo sostenere gli sforzi legali che sfidano e chiariscono i limiti del potere governativo durante le emergenze di salute pubblica. Inoltre dobbiamo sostenere una legislazione che richieda esplicitamente che tutte le misure di salute pubblica aderiscano ai principi del Codice di Norimberga, in particolare per quanto riguarda il consenso informato. Integrando i comitati etici a tutti i livelli di governo, possiamo contribuire a garantire che il processo decisionale sia in linea con i diritti umani, anche nelle circostanze più difficili.
L'istruzione svolge un ruolo cruciale nella salvaguardia delle nostre libertà. Dobbiamo promuovere l'inclusione di un'educazione civica completa nei programmi scolastici, con particolare attenzione al Primo emendamento e all'etica medica. Promuovendo una profonda comprensione di questi principi nella prossima generazione, creiamo una popolazione meglio equipaggiata per riconoscere e contrastare le violazioni delle proprie libertà. Campagne di sensibilizzazione pubblica sull'importanza della libertà di parola e del consenso informato per il mantenimento di una società libera dovrebbero essere sostenute e amplificate.
Forse il compito più impegnativo, ma vitale, che ci attende è quello di risanare le relazioni personali messe a dura prova dagli eventi degli ultimi anni. Per colmare le divisioni create durante questo periodo difficile, dobbiamo affrontare le nostre relazioni frammentate con compassione e chiarezza. Avviare discussioni calme e razionali con familiari o amici da cui ci si è allontanati può creare uno spazio per un dialogo aperto. Praticando l'ascolto attivo ed esprimendo empatia, possiamo sforzarci di comprendere le paure e le motivazioni alla base delle decisioni altrui, anche se non siamo d'accordo con loro. Cercare un terreno comune in valori ed esperienze condivise, stabilendo al contempo dei limiti per le interazioni future, può impedire di riaprire vecchie ferite.
Rinnoviamo il nostro impegno ai principi
Mentre lavoriamo per una riconciliazione, dovremmo considerare la via del perdono, riconoscendo che molti hanno agito per paura o confusione. Tuttavia, nel perdonare, non dobbiamo dimenticare. Mantenere una memoria nitida degli eventi accaduti servirà da guida per prevenire future violazioni dei nostri diritti e delle nostre libertà.
Il nostro percorso futuro richiede più di una semplice riflessione; richiede un processo di riconciliazione e un fermo impegno nei confronti dei nostri principi fondamentali. Solo attraverso un'incrollabile dedizione alla libertà di parola, al consenso informato e all'autonomia individuale possiamo sperare di ricostruire la fiducia che si è incrinata. La posta in gioco non potrebbe essere più alta: le nostre azioni oggi, incluso il modo in cui ci riconciliamo con questo difficile capitolo della nostra storia, determineranno se lasceremo in eredità alle generazioni future una società che custodisce la libertà o una che ignora con superficialità le libertà conquistate a fatica.
Mentre andiamo avanti, portiamo con noi questa consapevolezza, rimanendo sempre vigili nella difesa dei nostri diritti e offrendo compassione a chi ci circonda. Il nostro impegno verso questi principi, unito ai nostri sforzi per guarire le nostre comunità, plasmerà la società che lasceremo alle generazioni future: una società che valorizza sia la libertà individuale che il benessere collettivo, promuovendo un equilibrio che rispetti la dignità e i diritti di ogni persona.
La scelta è nostra ed è il momento di agire. Attraverso azioni ponderate, sforzi sinceri per comprenderci e riconnetterci gli uni con gli altri, e un impegno incrollabile per i nostri diritti fondamentali, possiamo uscire da questo periodo difficile con le nostre libertà rafforzate e le nostre comunità rinnovate. Facciamo in modo che questa sia la nostra eredità: una società che ha imparato dai propri passi falsi, ha sanato le proprie divisioni e si è nuovamente impegnata nei principi eterni di libertà e dignità umana. Così facendo, onoriamo la saggezza di coloro che ci hanno preceduto, creando garanzie dopo periodi di grande conflitto, e diamo un potente esempio da seguire alle generazioni future.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una “mancia” in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.
Nessun commento:
Posta un commento