sabato 3 luglio 2010

Il guinzaglio celebrale matematico






di Francesco Simoncelli


Riflettevo. Capita spesso di vedere per la strada cani al guinzaglio, fedeli, ligi agli ordini, festanti quando il padrone decide che è ora di una passeggiata. Sono felici di ubbidire al loro padrone...si dirà, è la loro indole forse. Sono fatti così, ci sono anche altri animali legati ai propri padroni che svolgono un lavoro. Certo, ma solo per il cane vale la regola del "migliore amico dell'uomo".

Così simili, così affini. La zoologia li dividerebbe, la società li accumuna. All'inizio come tutti gli animali che vivono secondo il proprio raziocinio sono diffidenti, hanno paura, se imbrigliati tentano la fuga e lo stesso guinzaglio li riporta sulla retta via. Niente di male si dirà, è sotto tutti gli occhi l'atteggiamento canino, che dopo un pò dichiare fiducia indiscussa al proprio padrone. Ci sono addirittura scuole dove si insegna ai cani ad ubbidire e comportarsi secondo gli ordini impartiti.

Salta, scodinzola, fai il morto...se completati a dovere queste richieste gli si pone un croccantino, altrimenti se per caso provasse ad agire secondo i propri impulsi, nonostante la sucola d'addestramento, allora il posto più certo per lui sarà dietro un giardino di casa attaccato ad una corda di 50cm...ma con vitto ed alloggio garantito. Siamo pur sempre umani, no?

Il miglior amico dell'uomo, così simile e così complice. Bastano pochi passi per farlo diventare come noi. Si perchè, nonostante l'uomo creda di vivere in un mondo libero dove tutto ruota intorno a lui egli non fa altro che scuotere ed allungare il cordino del guinzaglio...il quale è finito e quando il padrone lo ordina, premendo un semplice pulsante, il cordino torna indietro. Mi si dirà, "ma quale guinzaglio, io non lo vedo proprio questo guinzaglio!" Esattamente, non lo vediamo perchè non abbiamo bisogno di vederlo. Come sempre siamo gli esseri più evoluti e quindi è nostra speciale prerogativa godere di alti vantaggi, come un guinzaglio invisibile...tutto ciò anche per gli orgogliosi più accaniti.

Infatti una semplice proporzione può spiegare benissimo questo concetto: ubbidienza:persona = meno visibilità:indottrinamento. A volte la mia mente matematica crea qualcosa di buono. Una semplice relazione che è in grado di schiavizzare, letteralmente, la materia grigia delle persone. Se la dittatura è servita a far vedere il guinzaglio, ora la democrazia ha trovato il proprio Eldorado nell'affievolimento visivo dello stesso. Nonostante la corda si allunghi è sempre finita ed il padrone può ritirarla quando vuole. Il guinzaglio pone le sue radici già da quando si entra a far parte del club statale al nostro primo vagito, pone le basi di crescita nella scuola e matura quando le scimmie ammaestrate pongono la loro X su un foglio di carta.

Semplice, logico, indolore. E' una lotta persa in partenza perchè, sapientemente, il plasmamento della persona avviene in giovane età dove l'ubbidienza e l'indottrinamento vengono somministrate in dosi massicce, poi si fanno meno visibili man mano che il soggetto assimila il messaggio ed inizia a scodinzolare verso i suoi padroni. Propaganda, mass media, consumismo etc. tutti fattori o per meglio dire pennarelli, dati ai soggetti per colorare il proprio guinzaglio fino a farlo sembrare in sintonia con l'ambiente circostante...e poi, voilà! Non c'è più.
Liberi finalmente.


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