giovedì 4 aprile 2013

La Più Grande Bolla nella Storia Umana?

«Durante il fine settimana, la banca centrale cinese ha riferito che a Gennaio imprese ed individui hanno vendutio RMB684 miliardi ($109 miliardi) di valuta estera e hanno comprato una quantità equivalente di moneta cinese, un record per un solo mese. Siete pregati di indicare in questo grafico la bomba ad orologeria cinese scandita da un ticchettio inflazionistico "hot-money." (piccolo hint: è evidenziata)
Perché "bomba ad orologeria"? Per trovare la risposta, andiamo alla definizione più semplice di inflazione, che è la seguente: "quando troppo denaro insegue troppo pochi beni e servizi."
A Gennaio il denaro in circolazione tramite i condotti FX è salito ad una cifra record, senza un aumento comparabile di beni e servizi. A parità di condizioni, questo è un
effetto definito "hot money" e si manifesta in un aumento dell'inflazione cinese (di solito con un ritardo di tre mesi ogni volta che lo zio Ben manipola la base monetaria degli Stati Uniti).
Gennaio rappresenta il terzo mese sin da quando Bernanke ha annunciato il QEternità. Ciò spiega perché nelle ultime settimane la Cina stia facendo tutto quanto in suo potere per ridurre l'eccesso di liquidità nella sua economia, e spiega anche perché la sua economia stia rallentando drasticamente ancora una volta (mentre l'inflazione è dilagante).
La Cina ne ha avuto abbastanza della reflazione globale (certamente quella giapponese), come dimostrato per l'ennesima volta dai ripetuti avvertimenti della settimana scorsa da parte dell'intera élite politica cinese contro le guerre valutarie.
Per quanto tempo ancora il "mondo sviluppato" sarà in grado di spingere l'inflazione cinese prima che cadrà tutto a pezzi, come nel 2011?»


~ Spot China's "Hot Money" Time-Bomb, Zero Hedge, 11 Marzo 2013.
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di Bill Bonner


Dow in salita di 125 punti ieri, verso un nuovo record storico.

Perché? Cosa c'è dietro? L'economia non è così calda. Perché il mercato azionario è rovente?

La Cina è di nuovo finita in prima pagina. Un nuovo report di "60 Minutes" della CBS documenta la portata delle città fantasma in Cina – miglia e miglia di autostrade, torri di uffici, appartamenti e centri commerciali vuoti. Gli analisti stanno parlando della più grande bolla immobiliare della storia!

La Cina è in bolla? Non lo sappiamo.

Ha importanza? Beh... sì... forse. Se la Cina si scioglie o esplode la domanda di petrolio e altre risorse scenderà. I cinesi hanno pompato ingenti somme di denaro in progetti di sviluppo. Quel denaro ha contribuito a mantenere le persone sul posto di lavoro... e ha anche tenuto le navi piene di roba, permettendo loro di andare avanti e indietro negli oceani del mondo.

Problemi in Cina significano problemi ovunque – in particolare in Australia (che si è venduta ai cinesi) e in Europa (che vende i suoi preziosi prodotti a vagonate). Girate per Pechino e vedrete auto tedesche, scarpe italiane, orologi svizzeri e profumi francesi.

Ma perché preoccuparsi? Anche i cinesi sono in grado di stampare denaro! Quando la Cina fa qualcosa, tende a farlo a dismisura. Ecco perché ci sono così tanti edifici vuoti e il motivo per cui potrebbe aver creato la più grande bolla immobiliare della storia.

La Cina esagera anche quando si tratta di misure di stimolo delle banche centrali. Potremmo sostenere che nessuna banca centrale ha osato fare quello che la Banca Popolare della Cina ha fatto quando si è trattato di pompare denaro nell'economia.

L'offerta di moneta M2 in Cina è circa il doppio del PIL. Nelle economie sviluppate il rapporto tra M2 e il PIL è di solito inferiore a uno. Nei paesi emergenti, M2 è normalmente da 1 a 1.5 volte il PIL.

È per questo che è una cattiva notizia per la Cina... è anche una cattiva notizia per l'economia degli Stati Uniti... mentre potrebbe essere una buona notizia per le azioni. I federali cinesi pomperanno più soldi. Le azioni saliranno!

Il New York Times riporta:

Il Dow Jones Industrial Average, che misura la performance di 30 compagnie di alto valore, ha chiuso con un guadagno di oltre 125 punti Martedì, superando il suo record precedente di 14,164.53, realizzato quasi cinque anni e mezzo fa, così come il suo massimo intraday di 14,198.10 nello stesso periodo.

Certo, sono successe altre cose sin dall'Ottobre 2007. Il mercato immobiliare è crollato, il sistema finanziario è entrato in crisi, l'Unione Europea ha iniziato a sfilacciarsi ed i politici hanno trascinato gli Stati Uniti attraverso vari imbrogli fiscali.

Ma le azioni sono riuscite ad andare oltre tutto questo.

Da un minimo nel Marzo 2009, l'indice Dow Jones ha più che raddoppiato, sbalordendo anche gli osservatori più esperti del mercato azionario. Ha chiuso a 14,253.77 Martedì.

"La cosa incredibile di questo mercato al rialzo è che la gente ancora non crede che sia vero," ha detto Richard Bernstein, amministratore delegato della Richard Bernstein Advisors, una società di gestione del denaro. "Pensiamo che questo potrebbe essere il più grande mercato al rialzo delle nostre carriere."



L'Errore Aristotelico

Già – potete considerarci tra coloro che non credono che sia vero. Pensiamo che questo sia quello che accade quando tutte le banche centrali del mondo perdono rendimenti sulle obbligazioni e trascinano gli investitori verso le azioni.

Se la Cina entrasse in una seria correzione, come reagiranno i suoi leader? Stampando allegramente molto più denaro?

Non sappiamo abbastanza circa la situazione cinese per formulare un'ipotesi, quindi dovremo immaginare cosa possa accadere. Sia che vivono a Pechino o a Washington, gli economisti tendono ad avere le stesse idee stupide.

Sono eredi dell'errore aristotelico: la convinzione che senza di loro tutto il mondo cadrebbe a pezzi. Credono di dover fissare il prezzo di un componente essenziale dell'economia: il credito. E se l'economia non si accoda alle loro scommesse, basta dargli più denaro.

Tutte le principali banche centrali sono d'accordo su questo punto. Tutte credono di poter vedere, con gli occhi del presente, l'immagine del mondo di domani e inoltre credono di poter scattare un'istantanea per renderlo migliore.

Migliorano il futuro rendendo il credito più economico o più caro, a seconda dell'occasione.

Ma come è possibile, ci si potrebbe chiedere, che questi homo sapiens possano fare qualcosa di così straordinario?

Come fanno a sapere con precisione quanti soldi creare e a che prezzo? Che tipo di pane mangiano? Che tipo di liquore bevono? Sicuramente, non mangiano e bevono le stesse cose che mangiamo e beviamo noi; probabilmente pasteggiano al tavolo degli dei per essere in grado di fare cose del genere.

Secondo il loro pensiero ingenuo e semplicistico, i pianificatori ritengono che un'economia lenta richieda del lavoro straordinario presso la banca centrale. Ciò che verrà preso dal settore privato, affermano, gli sarà dato indietro – e anche di più!

Quindi, le azioni salgono. Questa è la nostra migliore spiegazione.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


11 commenti:

  1. Benvenuti a Coriandolandia.

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  2. Si deve individuare un settore che ha fondamenta ingannevoli e scommetterci contro.
    In altre parole: convertire la fiatmoney in soundmoney. O in qualsiasi altro asset che non sia soggetto a svalutazione e che abbia una utilità marginale inalterabile, costante nel tempo.
    Un valore certamente soggettivo, ma universale perché condiviso spontaneamente ovunque e sempre.
    Conversione consapevole vs illusione collettiva.

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  3. Non amo seguire la via su e giù ricalcata dai piedi della folla. Odio l’amante che a tutti si dona; a fontana di piazza non bevo; mi ripugna tutto ciò che è comune.

    *Callimaco Epigrammi, A.P. XII 43*

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  4. http://www.zerohedge.com/news/2013-04-04/guest-post-were-living-through-rare-economic-transformation

    Alcune riflessioni che voglio condividere approfittando dello spazio.

    L'economia della conoscenza ed in particolare della conoscenza specialistica o settoriale ricorda un po' le corporazioni comunali delle arti e mestieri. Perciò, non è una vera novità.
    Tra l'altro, una economia/società fatta di organizzazioni più o meno piccole o grandi (anche sovrastato-nazionali) di "conoscitori", di esperti settoriali, di specialisti ed ultraspecialisti, potrebbe facilmente esser carente di una visione sintetica, unificatrice, potrebbe perdere la visione dell'insieme, quel "tutto si tiene", che è sempre la chiave di lettura e comprensione migliore per individuare la propria retta via in mezzo alla confusione.
    Nel mio particolare lavoro il grado di ultraspecializzazione conduce inevitabilmente a sapere tutto di niente, cioè ad approfondire la conoscenza più profonda di dettagli che alla fine conducono alla sottovalutazione di una visione d'insieme. E pure in questo è, a mio parere, la crisi della medicina contemporanea.

    Ed allora non bisogna confondere la conoscenza tecnica o tecnologica, che è per sua natura settoriale, dalla conoscenza in senso lato che è altra cosa.

    L'ipotesi di Drucker era forse il presentimento dell'avvento della società dei tecnici. Qualcosa già preconizzato da E.Severino.

    Per questo, nella confusione (crisi) odierna, che è tale perchè non comprende la chiave di lettura, non trova il bandolo della matassa (e da complottisti sappiamo pure che alcuni tramano per mantenere illusioni e nebbia perchè conviene loro) non meraviglia che, per esempio in Italia, il mondo politico fallito si sia rivolto prima ad esperti ed ora a saggi (sbagliati ed inutili perchè non estranei allo stesso sistema).

    La progressiva relativizzazione della conoscenza, cioè delle conoscenze, che diventano tecnicismi e producono tecnocrati e tecnocrazie, in assenza di una visione, di una conoscenza più vasta (non punto all'assolutismo od alla proposizione di una verità unica ed indiscutibile, ma confesso che umanamente ne sento il bisogno), mi pare il bandolo della matassa del disagio e della crisi odierna che è ANCHE economica, ma non primariamente.

    Sapere tutto di niente, alla fine, è nichilismo culturale. E' settorialmente utile, pratico e necessario, ma non può leggere la realtà.
    La fiatmoney è un valore relativo (del nostro tempo) che viene dal nulla e ritorna nel nulla.

    Noi stessi, se perdiamo o mai acquisiamo la consapevolezza del valore che ciascuno di noi ha di per sè come singolo individuo/persona, siamo destinati a non valere un cazzo (ad essere svalutati) come massa, come gregge, come categorie collettive dell'intelletto sulle quali può impunemente operare qualsiasi temporaneo pianificatore centrale.

    Tutto si tiene.
    Questa crisi economica, che si continua ad avvitare su se stessa, è l'aspetto materiale più evidente di una crisi assai più profonda.
    Oggi si vive da miopi, con lo sguardo che non supera il proprio naso. Non c'è molta gente che alza gli occhi al cielo e lo vede. Molti guardano, pochissimi vedono.

    Non è un caso che uno dei più capaci lettori della crisi, North, sia uno storico ed un esegeta di religione e di una teoria economica generale antica ed emarginata.

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  5. Ciao Andrea.

    Il tuo commento è molto pertinente alla situazione sotto i nostri occhi. Aldous Huxley infatti potrebbe prenderlo a modello come commento introduttivo a "Brave New World." E' vero, siamo circondati da informazioni. Ovunque andiamo siamo aggiornati da una vagonata di informazioni, ma la domanda è: quanto è utile?

    Ho azzardato la visione di uno speciale su MPS qualche settimana fa. Ebbene il presentatore di quello speciale non fece altro che inanellare una serie di dettagli riguardanti la gestione dell'attività bancaria, movimenti bancari ed altri illeciti. Non c'era una logica dietro la narrativa, solo un elenco. Impossibile fare un riassunto, il quaddro generale era qualcosa di avulso a quella descrizione. Un po' la stessa tecnica che spesso usa Stiglitz: riempire la testa dell'interlocutore di dettagli nascondendo così le vere cause.

    Cosa provoca questo atteggiamento? Distacco. L'economia è vista come una delle scienze più noiose sulla terra. Perché? Perché lo è. L'economia mainstream è riuscita a raggiungere questo obiettivo facendo in modo che le masse si distaccassero dalla materia che più interessava loro e di cui erano strettamentep rotagonisti, in questo modo la gilda accademica ha acquisito un ruolo superiore a tutti gli altri entrando in possesso di quella caratteristica da sempre attaccata da Hayek: la presunzione di conoscenza. La popolazione ha dato una mano affinché ciò accadesse.

    Ma non ci si è fermati all'economia, è stato veicolato il pensiero che ogni detentore di un pezzo di carta certificato dallo stesso fosse il gestore ultimo della verità di quel settore in cui si era specializzato. Suppongo sia un escamotage furbo per tagliare fuori dalle scelte di mercato la maggior parte degl individui e concentrare gli sforzi su una ritretta cerchia di persone che potevano essere gestite dai pianificatori centrali attraverso la loro influenza come referenti ultimi dell'amministrazione pubblica. Una stratificazione di potere a vari livelli che avrebbe dovuto indirizzare nel modo più compatto possibile il pensiero individuale fino a renderlo "collettivo."

    E' questo a cui stiamo assistendo oggi, ovvero, la simmetrizzazione dell'informazione. O come direbbero i neoclassici, l'ogettivizzazione dell'informazione. Per questo motivo gli economisti Austriaci criticano Stiglitz e gli altri teorici neoclassici per non essere stati capaci di integrare la propria teoria dell’'informazione con quella funzione imprenditoriale che, per gli Austriaci, è sempre la sua fonte generatrice e primaria. Inoltre, per gli Austriaci, Stiglitz non comprende fino in fondo che l’'informazione è sempre essenzialmente soggettiva e che i mercati che egli considera “imperfetti”, più che generare “inefficienze” (nel senso neoclassico), creano le condizioni perché sorgano opportunità potenziali di guadagno imprenditoriale, che tendono ad essere scoperte e sfruttate dagli imprenditori in quel processo di coordinamento imprenditoriale che essi imprimono continuamente al mercato.

    Perché non è più vera questa cosa? Perché è minimo 50 anni che l'economia Occidentale è ferma (a parte il settore elettronico). La sedimentazione dei privilegi statali si è espansa a tutta la società che ora puntella i piedi e pretende di essere salvata dai propri errori. Mal e conseguenze non volute, derivanti dall'imperfezione pianificatrice dell'esere umano, è sempre dietro l'angolo: così come le informazioni non sono più corrette per la società, non lo sono nemmeno per i pianificatori centrali. Stiamo viaggiando alla cieca e senza uan guida.

    Capite benissimo che la probabilità di incidenti, in questa situazione, è molto alta...

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  6. andrea, ora ho letto, callimaco... che perla hai recuperato!

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  7. comunque, e premesso che concordo sull assenza di visione del tecnicismo, la crisi valla a raccontare a singapore, cina, russia etc, e vediamo se dicono lo stesso

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  8. Ciao gdbarc.

    Russia (anche se ci aveva provato in passato)e Cina hanno solo da poco aperto le loro porte al libero mercato (o almeno in parte). Ed è per questo che fino ad ora stanno risentendo poco degli effetti della crisi mondiale.

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  9. Ciao gdbarc
    Penso e scrivo da occidentale, ovvio. Cerco di capire che succede qui ed il perché. Critico le valutazioni parziali che pretendono di dirsi verità. Non cerco assoluti, ma una Sintesi. Vorrei volare alto per vedere meglio l'insieme e scoprire la via d'uscita. Al momento sto imparando ad usare gli occhiali degli economisti austriaci e dei libertarians.

    Russi e Cinesi nostri contemporanei non so cosa possano insegnarci. Oramai fanno parte del grande gioco delle tre carte anche loro. Non li vedo come fari nella notte. Sono grandi potenze asiatiche dispotiche. Se esiste un capitalismo selvaggio e' proprio quello dei paesi comunisti. Esasperazione del clientelarismo, dell'interventismo, della corruzione e del crimine.
    Se crolliamo noi occidentali vengono giù pure loro, ma per le popolazioni non ci saranno grandi cambiamenti. Non sono liberi ora e neppure lo saranno a breve.

    Singapore... Non so se ci vorrei vivere.

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  10. Callimaco l'ho recuperato nei meandri dei ricordi liceali. Quell'epigramma a dire il vero non l'ho mai dimenticato.
    Era un po' snob? Era un individualista?
    Certo che qui non stona affatto. Anzi!

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