mercoledì 4 settembre 2013

Il Crollo dell'Egitto: "L'Evento Finora Più Importante del 21° Secolo"





di Byron King


"Quello che sta accadendo oggi in Medio Oriente," ha detto questa settimana il Ministro degli Esteri britannico William Hague riferendosi all'Egitto "è finora l'evento più importante del 21° secolo, anche rispetto alla crisi finanziaria che abbiamo vissuto ed al suo impatto sugli affari mondiali. Penso che ci vorranno anni, forse decenni, per tirarsene fuori."

Fermate la giostra! Secondo il ministro degli esteri britannico, i tumulti in Egitto sono più importanti del crollo del mercato del 2008. Eppure i politici americani non l'hanno detto, vero? Che cosa sa il ministro degli esteri britannico?

Sta accadendo qualcosa di grosso. Ma se si consultano solo i media mainstream degli Stati Uniti, non capirete tutta la storia . Per i media mainstream è più importante discutere del nuovo cane del Presidente Obama.

Tra un attimo dirò di più sull'Egitto e sulle osservazioni del Segretario Hague. In primo luogo, occupiamoci di affari più vicini a noi.




Opportunità per Energia e Risorse

Nonostante tutte le lamentele sulla "fine del super-ciclo delle risorse" apparse sul Financial Times, siamo lontani dal prosciugamento dei bacini energetici e dalla conclusione del boom nelle risorse naturali di questi ultimi anni. Ci sono ancora soldi da fare col giusto tipo di idee .

Sì, parti del settore delle risorse sono caduti in disgrazia nel corso dell'anno passato. In primo luogo, un decennio di trend rialzista nei metalli preziosi si è appiattito e poi l'anno scorso si è invertito. Ora potremmo essere già nei primi stadi di una nuova rinascita per l'oro e l'argento. Le cose buone non rimangono a terra per molto.

Come sappiamo bene, i minatori hanno sofferto per il pullback dei prezzi dei metalli. Anche alcuni protagonisti nel settore dell'energia stanno affrontando un periodo di declino. "Scavatori e perforatori" (come li chiamano gli australiani) sono malandati rispetto alle vette raggiunte dal Dow Jones e dalle obbligazioni delle sue grandi banche.

Poi di nuovo, la ruota tornerà a girare. Nel frattempo, i prezzi bassi di grandi asset nel settore delle risorse risulteranno dei buoni affari a lungo termine.

Per un altro confronto, guardate la breve sezione in Energy & Scarcity Investor che dedico alle risorse. Gran parte del settore "junior" è stato attaccato durante il recente mercato al ribasso. C'è una fuga in corso all'interno nella Toronto Venture Exchange. Centinaia di piccole imprese
— troppo piccole per il loro bene — vengono smantellate e finiscono nel "paradiso delle imprese." Suppongo che la loro dipartita sia accompagnata da un suono triste dei violini.

Per come la vedo io, gli attuali prezzi bassi dei metalli e dell'energia non sono predittivi del futuro. Viviamo in un mondo in cui il desiderio umano è alla crescente ricerca di "roba vera." Inoltre, viviamo in un mondo di turbolenze geopolitiche, come rivela uno sguardo ai titoli dei giornali dedicati all'Egitto. E questo ci riporta al commento del ministro degli esteri britannico Hague. I tumulti alterano le alleanze politiche, per non parlare dei mercati . Ciò può essere un male e può essere un bene, se fate le cose giuste che sono nel vostro interesse di lungo termine.




Il Nilo Rosso d'Egitto

Quindi, perché il MInistro Hague è preoccupato? Ci sono sconvolgimenti politici e spargimenti di sangue in Egitto, ma nel grande schema delle cose, la storia dell'Egitto è più significativa di quello, ad esempio, che è accaduto nei recenti conflitti in altre parti del Medio Oriente, in paesi come Siria, Libia, Yemen, Mali ed altri?

Rimaniamo sul tema degli investimenti nelle risorse, che è il nostro obiettivo. I lettori ricorderanno che ho tirato fuori l'esposizione dell'Egitto circa due anni fa — suggerendo anche di assumere una posizione di vendita nei confronti della Apache Oil, che rimane una grande società oltre ai suoi affari petroliferi in Egitto .

La previsione sulla Apache si è rivelata giusta. La scorsa settimana diversi broker hanno raccomandato lo stesso consiglio sulla Apache, citando la sua esposizione in Egitto. Perché non bisognerebbe investire in Egitto? Perché la nazione più popolosa del mondo arabo — la nazione che controlla il canale di Suez — è essenzialmente in guerra civile. Investite lì a vostro rischio e pericolo (anche se ci sono opportunità ad alto rischio per i coraggiosi).

La guerra civile in Egitto non è come la Guerra Civile americana di 150 anni fa. Non è regionale. Non è come se metà del paese si è separata ed il Nord sta per invadere il Sud. Ma a suo modo, l'Egitto è una nazione in guerra con se stessa. Ci sono profonde divisioni filosofiche radicate nella significato dell'Islam.

Inoltre, l'Egitto evidenzia lo scontro tra Oriente e Occidente. Le alleanze sono in procinto di modificarsi — parte di un grande gioco strategico.

In generale, i tumulti in Egitto NON sono un bene per il Medio Oriente ed in particolare non sono un bene per la stabilità di un terzo della produzione mondiale di petrolio. Questa situazione è parte integrante di quello scenario chiamato "Guerre del Petrolio" di cui abbiamo parlato per diversi anni.



Benvenuti nel 21° Secolo

Infatti, i tumulti in Egitto sono in gran parte i responsabili dell'aumento dei prezzi del petrolio a $10 al barile nel corso degli ultimi due mesi. Questa è solo una parte delle preoccupazioni del Ministro Hague.

Al di sopra della politica del petrolio, l'Egitto è ormai un caso emblematico di come stiano crollando le "grandi" relazioni di potere delle ultime tre generazioni. Quello che sta succedendo in Egitto è un riassetto post-guerra fredda della scacchiera mondiale. E' qui che il Ministro Hague voleva andare a parare con il suo commento.

La cosa più preoccupante per le persone negli Stati Uniti e in "Occidente" è che gli Stati Uniti stanno perdendo la faccia e la loro influenza in Medio Oriente alla velocità della luce. Il fallimento della politica americana in Medio Oriente diviene chiara con l'Egitto. E' un naufragio. I poteri politici a Washington hanno fatto un casino totale.

In Egitto, in questo momento, è giusto dire che più o meno tutti diffidano del governo degli Stati Uniti e certamente odiano l'attuale politica degli Stati Uniti in Egitto. Gli Stati Uniti hanno sostenuto l'ex-uomo forte Hosni Mubarak fino a quando improvvisamente è diventato scomodo ed è stato deposto.

Poi gli Stati Uniti hanno sostenuto la linea dura dei Fratelli Musulmani che hanno distrutto l'economia e hanno avviato il processo che ridurrà la società civile a brandelli. Ora gli Stati Uniti non riescono a decidersi sul da farsi con l'esercito egiziano, il quale ha preso il potere — nonostante il fatto che siamo stati noi ad armare e ad addestrare i colonnelli ed i generali per 35 anni.

Confusi? Beh, lo sono anche gli egiziani e le nazioni ed i leader in tutto il Medio Oriente. La credibilità degli Stati Uniti in Egitto e nel mondo arabo/musulmano sta andando in frantumi. Stanno rifuggendo dalla nostra influenza, in fretta!



Le Prossime Alleanze

Nel frattempo, stiamo assistendo alla nascita di una nuova alleanza tra Arabia Saudita, Russia e Cina. Stanno collaborando per aiutare l'Egitto. L'aiuto spazia per vari gradi, da quello minuscolo a quello più grande.

Ad esempio, solo il mese scorso l'Arabia Saudita ha aperto il suo libretto degli assegni per la somma di $11 miliardi, inoltre ha inviato navi cisterna piene di carburante. L'aiuto dell'Arabia schiaccia gli importi insignificanti di dollari deprezzati che gli Stati Uniti stanno mandando in Egitto — gran parte di questo "aiuto" è equipaggiamento militare, ovvero, solo soldi per grandi appaltatori della difesa come Lockheed.

Nel frattempo, Russia e Cina inviano navi cariche di aiuti alimentari. Questi aiuti vengono distribuiti alle persone in Egitto che veramente stanno soffrendo la fame a causa dell'economia in bancarotta lasciata dalla cattiva amministrazione dei Fratelli Musulmani.

La cosa importante da capire è che l'alleanza Arabia-Russia-Cina è stata progettata per rompere il rapporto tra Egitto e Stati Uniti. La nuova alleanza riflette il calo dell'influenza degli Stati Uniti in Medio Oriente. Dopo aver diretto per molti decenni gli eventi in Medio Oriente — e la spesa incalcolabile del tesoro nazionale — gli Stati Uniti sono sul punto di perdere alla grande.

Le nuove alleanze in Egitto riflettono gli sforzi sauditi-russo-cinesi per mantenere sotto controllo l'Islam radicale. I sauditi hanno paura del fervore religioso della Fratellanza. La Russia vuole controllare la diffusione dell'Islam radicale nelle sue regioni meridionali — viene in mente la Cecenia — mentre la Cina ha problemi con l'Islam radicale nelle sue regioni occidentali.

E gli Stati Uniti? Non c'è coerenza proveniente da Washington, né la volontà di perseguire obiettivi politici a lungo termine. Non c'è alcuna volontà di perseguire interessi nazionali a lungo termine. La credibilità degli Stati Uniti sta evaporando.

Qual è il punto sugli investimenti? Aspettatevi problemi con il petrolio del Medio Oriente. Aspettatevi che l'islamismo radicale colpisca bersagli di opportunità. Aspettatevi che l'energia e gli asset "reali" conservino il loro valore ed offrano guadagni nel tempo.

Potrei andare avanti. Ma questo è tutto per ora. Ci sarà da discutere di più in futuro.

I miei migliori auguri...


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


4 commenti:

  1. La diffusione del fondamentalismo islamico ha le sue ragioni. Non solo nazi-fascismo nichilista come sostengono i neocon, ma anche frustrazione storica per un ruolo planetario solo passivo da troppo tempo. Parlerei di revanscismo con copertura religiosa.
    Il sistema fiatmoney ha i suoi tiranni, i suoi dittatori, i suoi regimi alleati per sfruttare l'area. La crisi del sistema comporta tremendi colpi di coda. I principi Sauditi interessati solo al loro status quo cercano nuovi alleati e li trovano in altri potentissimi sfruttatori planetari.
    La vedo dura per i popoli arabi. Chiunque vinca loro perdono. E stavolta pure noi.

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  2. altro che nichilismo, li è contro il relativismo e la modernita per una tradizione assolutistica. coi neocon potrebbero andare d accordo sulla teoria creazionista (salvo essere d accordo su "quale")

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  3. Di nichilismo islamista hanno parlato Berman, Henry-Levy ed altri neocon e liberal interventisti anche europei, se non ricordo male gli articoli del Foglio (neocon) di una decina di anni fa.
    Certo, tutta propaganda infiocchettata da approfondimenti culturali. E molta confusione creata ad arte per uno come me di allora che cercava di capire. Ammazza che cojone!
    Però, mi congratulo per non essermi fermato lì. Ed essere giunto fin qui.

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