domenica 8 giugno 2014

4 anni di Freedonia





di Francesco Simoncelli


Oggi è un gran giorno per questo spazio virtuale. Probabilmente non ci avete fatto caso, ma per me che lo gestisco da anni ormai rivedere sul calendario questa data riporta alla mente i primi tempi in cui mi avvicinavo alla teoria austriaca. Ero un neofita all'epoca. Sono passati quattro anni. In questo lasso di tempo ho imparato molte cose, di certo non sono un "professore" della materia ma insieme al blog ho appreso tante cose. Spero soprattutto di aver trasferito parte della mia conoscenza anche a voi, cari lettori.

Non ricordo quali fossero le mie aspettative quattro anni fà, ero fresco di letture austriache e desideroso di condividere quello che avevo assorbito con coloro nella rete che avevano il mio stesso interesse. Pubblicavo post uno dopo l'altro, vedendo grandi lezioni in ogni antro del web, della carta stampata, dei film, ecc. Le dita si muovevano da sole ogni volta che scattava nella mia testa quella scintilla che teneva sempre viva l'ispirazione.

Ma c'era qualcosa che mi spingeva ogni volta a migliorare la qualità del materiale presentato, una forza che mi spingeva ad aumentare i target della mia indagine. Quella forza sconosciuta... beh, sono riuscito a darle un nome: passione. Non sapevo di averla, ma l'ho coltivata con dovizia e attenzione. Mi preoccupavo di andare sempre più a fondo alle notizie e agli articoli di cui mi occupavo, presentando ai lettori punti di vista alternativi e in linea con una visione della società legata al libero mercato. La mia esperienza è cresciuta insieme a questo spazio, attraverso ore su ore di traduzioni e di materiale personale.

Non sono, ovviamente, un accademico. Non sono nemmeno un laureato. Ma i miei articoli sono lì, parlano per me. Sono il mio curriculum. Con gli anni, infatti, il mio spazio ha guadagnato visibilità e con essa le proposte di allargare la mia sfera d'azione. Al pubblico piaceva ciò che presentavo, quindi voleva che ampliassi il bacino di utenti che avrei potuto raggiungere. Infatti, grazie a siti come Rischio Calcolato e Trend Online, gli insegnamenti austriaci che ho potuto divulgare hanno goduto di una bella spinta. Ottenere visibilità su altri siti con una maggiore portata di utenti, è fondamentale affinché i lettori interessati possano accorgersi del tuo lavoro. Sfruttando questa cassa di risonanza si crea un buon legame con quei lettori che, invece di spulciare il web in cerca del materiale che desiderano approfondire, possono trovarlo più facilmente accedendovi da spazi a loro ben noti e di cui si fidano.

Poi ho iniziato a scrivere per altri siti, come Il Portico Dipinto ad esempio, fino ad arrivare a divenire collaboratore di una prestigiosa associazione come il Mises Italia. Infine, la mia carriera ha incrociato la strada del magazine The Fielder, alla quale ho affidato la pubblicazione (futura) del mio primo libro. Ma non ho mai "tradito" le mie origini, tenendo sempre un occhio di riguardo per Freedonia. In retrospettiva, ho ben poco da rimproverarmi. Ho costruito la mia reputazione attravero la glorificazione di scrittori passati che ci hanno lasciato in eredità un grande sapere che ancora pochi riescono ad apprezzare.

Tutti i grandi nomi della scuola austriaca, e in altri settori, hanno costruito le proprie reputazioni amplificando il messaggio dei loro predecessori. E' così che si riesce a comunicare le proprie idee. E' così che si riesce a svilupparle. E' così che si guadagna un posto tra le sedie di coloro che ci hanno preceduto e che ci ispirano. E' così che la scuola austriaca sta guadagnando di nuovo trazione nel panorama mondiale, e nomi come Mises e Rothbard iniziano a circolare tra le bocche degli individui. Nonostante abbiano vissuto nell'anonimato in vita, i loro scritti sono stati tramandati e studiati. Come è possibile? Dieci parole: non si sono sporcati le mani con il mondo accademico. Diversamente dai keynesiani, non hanno ceduto alle lusinghe e ai privilegi dell'establishment statale. Hanno perseverato a portare avanti le loro tesi nell'ombra, forti del loro ragionamento e delle loro intuizioni.

E' questo che li ha spinti a continuare. E' questo che li ha spinti a rimanere nell'anonimato. E' questo che ha fatto guadagnare loro prestigio tra il pubblico in generale. Loro hanno scritto per noi, non per quelle figure autoreferenziali nel mondo accademico.

Sono rimasti sul campo di battaglia fino all'ultimo, combattendo per i principi che avevano difeso per tutta una vita. Nonostante la gilda accademica proseguisse a testa bassa nella sua magnificazione dell'establishment statale, persone come Mises e Rothbard reggevano il colpo. Nonostante venissero attaccati dalla gilda economica, persone come Mises e Rothbard reggevano il colpo. Hanno combattuto strenuamente perché sapevano che quello che stavano trasmettendo ai loro lettori era niente di più e niente di meno la pura realtà. Per anni hanno avvertito del collasso dell'Unione Sovietica e del fallimento del socialismo, ma furono inascoltati. Profeti accademici, come Paul Samuelson, cantavano le lodi dell'URSS in base a teorie basate sul semplice dirigismo in ogni settore della vita umana.

Gente simile non era solo socialista, era comunista. Il socialismo prevede una cricca di tecnocrati con l'autorità di prelevare soldi degli altri e finanziarie progetti cosiddetti pubblici; il comunismo predicava, invece, la conversione totale alla religione rivoluzionaria del partito. Poi arrivò il dicembre del 1991 e il partito comunista della Russia andò a gambe all'aria. Gli alti funzionari trasferirono quel che rimaneva dei fondi del partito su conti in Svizzera e levarono le tende. Per chi conosceva Rothbard e Mises il messaggio era chiaro: "Ve l'avevamo detto e vi avevamo detto anche perché". Oggi l'unico esempio di come possa "funzionare" uno stato socialista (sotto steroidi) è la Corea del Nord. Chi prende sul serio la Corea del Nord? Nessuno.

Le dittature degli anni '30, malgrado venissero etichettate come l'onda del futuro, sono perite sotto il peso gravoso delle loro contraddizioni. Le forze di mercato hanno prevalso allora e continueranno a prevalere oggi. Sono inarrestabili. Sono inesorabili. Rosicchiano lentamente la struttura dirigista che intende imbrigliarle alla sua volontà. Più diventa dirigista la presa, più le forze di mercato sgretolano più velocemente tale struttura. Questo significherà che il prossimo sulla lista è il keynesismo. La sua natura non è di stampo socialista, è mercantilista ed interventista. Ma questo punto venne già affrontato nel 1776 da Adam Smith. Non c'è modo che una società fondata su tali basi possa prosperare.

Perché? Perché si basa su promesse che non possono essere mantenute. Una volta che i dirigenti politici vedranno crollare la fiducia nei loro preti, la gilda accademica keynesiana, non potranno più vendere all'elettorato la menzogna di una salvezza attraverso lo stato. Crescita economica bassa e recessioni inaspettate sono la scintilla che conduce al barilotto di polvere da sparo: passività non finanziate. Ancora una volta, quindi, potremmo sfoderare la frase: "Ve l'avevamo detto e vi avevamo detto anche perché".

Questo spazio ha cercato sempre di offrire materiale di qualità e di libera consultazione. Si è sempre rimesso nelle mani degli utenti che, leggendo e apprezzando quanto letto, decidevano di lascire un contributo per il lavoro svolto. E' gratificante vedere i propri sforzi ricompensati pecuniarmente. Non è solo un fatto di compiacenza quando si riceve qualcosa in cambio del proprio lavoro, ma sprona anche a portare ad un livello superiore i compiti a cui uno si prefigge di adempiere. Questo spazio virtuale rimarrà con voi, cari lettori, per altro tempo e finché sarà possibile portarlo avanti; nel frattempo se gradite quanto leggete e volete dimostrare il vostro apprezzamento in maniera materiale, state certi che non disdegnerò una vostra donazione.




6 commenti:

  1. Prima di tutto: auguri veri e sinceri.
    Secondo: la prossima volta il caffè lo offro io, ché una donazione ora è fuori budget.
    Terzo: grazie!

    E quarto: "non si sono sporcati le mani con il mondo accademico". A volte basta poco.

    Riccardo Giuliani

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  2. So bene ed intimamente che cosa e' la passione. Un fuoco sacro che arde e scalda senza bruciarti.
    E' un tratto essenziale anche di me. Talvolta cosi totalizzante da rendermi insopportabile a chi poco mi conosce. Forse non la conoscono.

    Il tuo blog, l'ho scritto varie volte, e' stato un approdo piu che fortunato per me. Ho conosciuto ed ho imparato a capire cio' che era confuso ma comunque... percepito da tanti anni.
    Ma questa ricerca non finira' qui. Vedremo gli sviluppi.

    Un grazie e' il minimo.
    Sara' materializzato.

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  3. il valore migliore è l incontro con persone per bene (quelle che scrivono e quelle che leggono)

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  4. tanti auguri a teeee, tanti auguuuri a teeeeee, tanti auguri a Friiiidonia...

    mi son sempre più fatto l'idea che le teorie austriache alla fine siano un supporto ideologico all'iperliberismo e alla dittatura degli iperircchi, ma al mitico Johnny Cloaca - che mi fece venire l'idea di aprire un blog anch'io - il minimo che posso donare è un'oncia d'argento :D (domani, mo sto scarico credo quanto a paypal.. giurin giuretta, cross my heart and hope to die)


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  5. "mi son sempre più fatto l'idea che le teorie austriache alla fine siano un supporto ideologico all'iperliberismo e alla dittatura degli iperircchi"

    Er scusa se mi permetto ma credo che la tua idea sia errata.
    Francesco se puoi apri un wallet ltc è l'unica cosa che mi è rimasta liquida, poca robba a dire il vero ma almeno nel mio piccolo......

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  6. Grazie a tutti voi lettori/commentatori di Freedonia. Se questo posto esiste, è anche perché l'avete arricchito con le vostre idee. La scuola austriaca ne trabocca ed iperarricchisce di nozioni e concetti coloro che vogliono sondare le sue meccaniche. Quanto a quella materiale, ognugno è fautore della propria fortuna. Se guadagnata onestamente non vedo perché debba essere condannato.

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