giovedì 21 agosto 2014

Come la FED sta distruggendo il capitalismo





di David Stockman


L'S&P 500 è scattato in alto ieri, quando i verbali della FED non hanno rivelato nuove informazioni nel giorno tanto temuto in cui i tassi di interesse sono cominciati a salire. In altre parole, il mercato azionario è un cucciolo malato — assolutamente dipendente dal regime funesto della ZIRP della FED.

Ed è un regime. Siamo ora al 68° mese di tassi di interesse a zero nei mercati monetari. Non è mai esistito nulla di simile sin dal dopoguerra.




Il motivo per cui si forniscono finanziamenti a costo zero ai carry trader e agli speculatori, è perché l'economia statunitense è stata travolta da un uragano durante la crisi finanziaria del 2008 e, quindi, "l'accomodamento monetario straordinario" è stato necessario per sanare il danno. Ma questa è una razionalizzazione fasulla.

La crisi finanziaria è stata causata dalla FED, e poi è diventata un pretesto per estendere e intensificare un tasso di interesse ancorato che ormai è in vigore da 27 anni — in sostanza, sin da quando la FED di Greenspan è andata nel panico dopo il crollo azionario del Lunedì Nero nell'ottobre 1987.

Infatti, Bernanke non è inciampato inavvertitamente nella ZIRP; è stato il lascito della FED di Greenspan: il ciclo economico può essere tenuto a bada (se non eliminato), la performance macroeconomica può essere migliorata manipolando i prezzi nei mercati monetari e non ci saranno effetti indesiderati.

In verità l'ultimo quarto di secolo, fino al patetico annuncio di ieri in cui i "tassi saranno lasciati bassi per altro tempo", ha prodotto praticamente l'opposto della premessa della FED di Greenspan. Cioè, la performance macroeconomica è peggiorata, mentre gli effetti collaterali — bolle finanziarie in serie ed una massiccia estensione del debito e della leva finanziaria in tutti i settori dell'economia degli Stati Uniti — sono stati monumentali.

Per quanto riguarda gli effetti macroeconomici, non è possibile trovarvi traccia in una qualsiasi discussione nei verbali della FED, perché sono essenzialmente considerati alla stregua di tempeste temporanee. Ma le variazioni minime nel tasso di disoccupazione U-3 o i contrattempi nel tasso mensile della spesa lorda di capitale, non ci dicono quasi nulla sulle prestazioni e la salute dell'economia nazionale. Janet Yellen ha avuto inavvertitamente ragione nel suo commento sul "rumore", ma ha semplicemente trascurato di notare che questa caratterizzazione non vale solo per il CPI del mese scorso, ma anche per la totalità dei "dati in entrata" di cui la FED è ossessionata.

Alla fine della giornata, ci sono due indicatori fondamentali riguardo la dinamica e la salute dei risultati macroeconomici, i quali non vengono mai osservati dai pianificatori centrali monetari presso l'Eccles Building.

Vale a dire, il tasso netto di crescita degli investimenti di capitale — esso stabilisce le basi per la produttività futura, i guadagni reali di ricchezza ed i posti di lavoro sostenibili — misura i miglioramenti nello standard di vita di Main Street. In particolare, i lavori part-time in bar e ristoranti che generano pagamenti annualizzati al di sotto dei $20,000, rappresentano rumore ciclico, non indicazioni di una crescita economica sostenibile.

Dopo uno scatto temporaneo, ma insostenibile, delle spese in conto capitale (Capex) durante la bolla tecnologica Greenspan, negli ultimi 17 anni gli investimenti al netto del consumo di capitale sono stati un disastro. E il dato rilevante è l'investimento netto, non la misura keynesiana della spesa lorda in conto capitale incarnata nell'equazione del PIL e vomitata all'infinito dallo zombie-box.

La verità è che, nel corso degli ultimi 15 anni, i picchi nel settore degli investimenti netti sono stati sempre più rari ed i minimi sempre più frequenti. Infatti, dopo 68 mesi di ZIRP l'investimento netto aziendale è inferiore del 20% rispetto a quello registrato a fine secolo.




Nonostante le notizie di venerdì scorso sullo stato dell'occupazione, il livello dei posti di lavoro a tempo pieno sostenibili è ancora inferiore del 4.4% rispetto al picco del 2007; ed i numeri sbandierati a giugno erano in realtà 4 milioni al di sotto del livello raggiunto all'inizio del 2001.

L'ironia di questa triste condizione dell'occupazione nei vari settori dell'economia statunitense, è stata l'incessante giustificazione per la manipolazione dei tassi di interesse e per la ZIRP.




Quindi è impossibile sostenere che la lunga marcia della FED verso la ZIRP abbia migliorato le prestazioni della macroeconomia. E questo significa che, a sua volta, la FED ha sempre avuto in mente qualcosa di completamente diverso. In effetti, è coinvolta in un grande e futile gioco di manipolazioni e distorsioni in base alla teoria che l'economia americana è un fiore fragile che cade in recessione nel momento in cui la FED allenta la presa sulle manopole del mercato monetario.

Questa è una sciocchezza. La lieve recessione del 2001-2002 ed il breve ma profondo tonfo del 2008-2009, hanno rappresentato la liquidazione di inventari, posti di lavoro e produzione marginale; insomma, di errori accumulati durante la bolla dotcom ed immobiliare. Durante il cosiddetto periodo di "ripresa" di 4-5 anni dopo ognuno di questi cicli, non è stata la manipolazione del tasso di interesse e della sua manifestazione finale nella ZIRP che hanno tolto le castagne dal fuoco.

Infatti, i grafici qui sopra rendono assolutamente chiaro che i tassi di interesse bassi non stimolano la spesa in conto capitale o la creazione di posti di lavoro reali. Il funzionamento ordinario dell'economia capitalistica è quello che ha alimentato la ripresa delle voci sopra citate.

Nonostante la macchina gonfiabolle nell'Eccles Building ed il massiccio dirottamento di risorse patrimoniali nel casinò di Wall Street, risultato inesorabile del denaro gratis nelle mani dei carry trader, le forze naturali della rigenerazione capitalista hanno spinto in avanti l'economia arrancante degli Stati Uniti durante i cosiddetti periodi di ripresa.

In breve, i 27 anni di manipolazione dei tassi di interesse non hanno fatto nulla per mitigare il ciclo economico, invece l'hanno inasprito alimentando gli investimenti improduttivi i quali hanno gonfiato bolle finanziarie che devono inevitabilmente essere liquidate. Quindi i prezzi distorti nei mercati monetari hanno aumentato l'instabilità ciclica e penalizzato la performance dei fondamentali di mercato.

Con tutti i difetti che si ritrova, anche la misura reale del PIL non mente. Durante gli ultimi 14 anni, la crescita reale del PIL è stata in media solo dell'1.8% all'anno o appena la metà del trend degli ultimi 50 anni.

Allo stesso tempo, la manipolazione del tasso di interesse e la ZIRP hanno distrutto il prezzo più importante di tutto il capitalismo — cioè, il costo del denaro a breve termine utilizzato per finanziare la speculazione nei mercati finanziari — attraverso il credito sottoposto a leva e attraverso forme più sofisticate di opzioni e strutturati finanziari.

In ogni caso, è stato distrutto un price discovery onesto per quanto riguarda gli asset finanziari perché la FED ha abilitato e sovvenzionato la speculazione, cosa che ha causato un cap rate artificialmente represso e prezzi degli asset notevolmente gonfiati nel casinò di Wall Street.

Quindi forse è il momento che la FED cambi mentalità. Cioè, che l'Eccles Building rifugga dalla manipolazione del tasso di interesse e dalla ZIRP, e quindi consenta ai mercati finanziari di impegnarsi nuovamente in un price discovery onesto; e consentire al ciclo economico naturale di fare il proprio corso senza l'interferenza dei 12 membri del Politburo monetario, lasciando la riallocazione dei mercati nelle mani dei 317 milioni di consumatori, produttori, investitori, imprenditori e anche speculatori che compongono l'economia.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


5 commenti:

  1. Mr. President, tear down this Fed!

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  2. ed ecco le conseguenze...
    francesco, questa è grossa... ti farà felice

    https://www.amagimetals.com/info/no-dollars-after-2016/

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    1. Interessante, la tempistica coincide col probabile rendimento negativo di ogni dollaro di debito speso per stimolare il PIL.

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  3. 1.non ho trovato definizione di "tasso netto di crescita degli investimenti di capitale"

    2. mi sfugge di sicuro qualcosa, salto che stockman non è il primo che passa. a quanto capisco l autore n sostanza nega che ci sia stata una ripresa, valutando investimenti netti ed occupazione. di qui l inutilità della zirp. dopodiché sostine che la ripresa che c è stata è merito del funzionamento del mercato e non della zirp. mi pare che si discuta sulle idee ma non ci siano inferenze corrette, di cui ci sta invece bisogno. la ripresa c è sta o no? se no, se ne deduce che la zirp no serve a nulla. se si, come si fa a stabilire che è dovuta al mercato e non alla zirp? la lettura suggerisce, invita. indirizza, ma non mi pare, per quel che ho capito, spieghi analiticamente le relazioni causali. se mi manca un pezzo, qualcuno me lo indichi. grazie

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    1. Ciao gdb.

      1) In questo caso credo che si parli di investimenti di capitale netti. La crescita deludente, come si vede dal grafico, di questo tipo di parametro segnala come il mercato dei capitali sia ancora incagliato e sofferente per le interferenze della banca centrale. Sebbene il PIL lanci segnali positivi, essi sono dovuti (tra le altre cose) agli investimenti di capitale lordi (es. bolla immobiliare).

      2) L'economia in cui ci troviamo ad agire, seppur direzionata centralmente, non ha affatto annullato le forze di mercato. Le ha soppresse, represse, ma non le ha eliminate. E' impossibile smorzarle del tutto. Fortunatamente per noi, ancora non viviamo in un'economia di comando, quindi è molto probabile che il bacino dei risparmi reali sia ancora in leggera crescita (in base a quegli investimenti che il mercato reputa degni di essere persguiti nonostante le manipolazioni dei pianificatori centrali). Questo significa che lo spazio per investimenti in accordo con le forze di mercato emergerà comunque, in un modo o nell'altro (cfr. F.A. Hayek).

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