venerdì 5 maggio 2017

Smascherare i trucchi da salotto dei pianificatori monetari centrali





di Francesco Simoncelli


È praticamente sulla bocca della maggior parte dei commentatori economici: la FED sta rialzando i tassi d'interesse di riferimento. Non solo, ma si suppone che continuerà su questa strada anche durante le prossime riunioni del FOMC. Secondo i parametri statistici che la Yellen pare tenere più in considerazione, l'economia degli Stati Uniti sta raggiungendo lentamente e costantemente il nirvana keynesiano della piena occupazione e dell'inflazione al 2%. A quanto pare, bastano queste due "informazioni" affinché si possa giudicare raggiunta la proverbiale ripresa economica. Nonostante il mondo reale offra una serie pressoché infinita di "spie luminose" attraverso le quali giudicare i fenomeni economici, ad un manipolo di persone presumibilmente con una conoscenza superiore, bastano due di essi per decretare sanata un'economia prossima allo sfascio.

Inutile dire che le cose non stanno così. Soprattutto quando vengono costruite proiezioni economiche future includendo periodi di presunto boom lunghi 206 mesi, il doppio rispetto alle medie storiche. Queste sono pure fantasie, giudizi economici basati sostanzialmente su modelli economici che escludono la realtà dalle loro considerazioni e lasciano spazio ad una visione distorta delle cose. Poiché se il modello è errato, allora si "forza" la realtà affinché si adatti a suddetto modello.

Questa non è una visione ponderata dei fondamentali economici, questa è magia contabile attraverso la quale propugnare politiche clienteliste e artificiali, atte soltanto a tenere in piedi un sistema incancrenito che si sforza di durare un giorno in più. Peggio ancora, gli stessi fondamentali economici sono un veleno per suddetti modelli statistici, quindi si torce la realtà sperando che in qualche modo i vecchi metodi possano raggiungere gli obiettivi che i pianificatori monetari centrali s'erano prefissati: controllo dell'economia più ampia. Ma ciò, sebbene sia sempre stata un'utopia, ora sta diventando evidente a tutti. Basta solo il seguente grafico per capirlo.




Il grafico qui sopra mette a confronto, nell'ultimo anno, i movimenti della base monetaria e del tasso dei fondi federali. Si suppone, infatti, che la Federal Reserve abbia il pieno controllo di entrambi. Non è un caso che i media mainstream continuino a ripetere incessantemente che sia stata una decisione della Yellen il rialzo dei tassi. Come se potesse comandarli a bacchetta!

Questo è stato uno dei più grandi miti sin da quando è stato istituito il settore bancario centrale: la possibilità che un manipolo di persone possa controllare l'andamento dell'attività economica. La verità è che possono influenzarla, ma non controllarla. Il tasso d'interessa non può essere ragguagliato in un semplice numero, perché esso rappresenta le preferenze temporali di una gigantesca massa di individui che in ogni momenti cambiano le loro preferenze. Come può una fonte così grande di dinamicità essere ridotta ad una istantanea? Non può. I numeri che vedete sui grafici sono approssimazioni statistiche che cercano d'inquadrare in qualche modo il sentiero verso cui si sposta l'economia nel suo complesso, ma nel momento in cui vengono sfornati sono già obsoleti.

Il problema è che piuttosto che essere considerati un riferimento generico, vengono utilizzati per costruirci sopra linee di politica presumibilmente salutari. Inutile che è un pio desiderio sperare che questa condotta possa portare ad eventuali piani economici centrali in grado di accordarsi con le forze genuine di mercato. Ciò che si ottiene, invece, è un lento scollamento tra la realtà economica e la realtà disegnata dai modelli dei pianificatori monetari centrali. Ciò può andare avanti finché il divario viene sorretto da una eventuale crescita del bacino della ricchezza reale. Quando, però, quest'ultimo inizia a stagnare o peggio a declinare, allora assisteremo ad una "riconnessione" con la realtà economica, e i modelli statistici falliscono nel disegnare quella "realtà" desiderata dai pianificatori monetari centrali. Ed è questo quello che sta accadendo ora e che vediamo raffigurato nel grafico qui sopra.

Stiamo assistendo ad una chiara perdita di controllo da parte della FED delle sue strategie. Una politica monetaria restrittiva prevede una discesa della base monetaria invece essa viaggia intorno ai $4,000 miliardi; e nonostante ciò, i tassi d'interesse salgono. Non solo, ma il fatto che i banchieri centrali stiano perdendo palesemente il controllo, lo notiamo se guardiamo anche il seguente grafico.




In esso sono messi a confronto il bilancio della FED, ormai fermo a circa $4,400 miliardi e con poche oscillazioni al ribasso, e la quantità di reverse repo presso la FED stessa, ovvero, quello strumento che permette alla FED di cedere temporaneamente parte dei titoli nel proprio bilancio sul mercato aperto e di drenare quindi liquidità. Sin da quando sono iniziati i presunti rialzi dei tassi, questi grafici hanno esclamato a gran voce: "Non sappiamo quello che stiamo facendo e abbiamo una paura terribile nel normalizzare la politica monetaria."

Ma arrivati a questo punto è lecito chiedersi: se la FED controlla solamente la base monetaria e in questo modo cerca d'influenzare l'ambiente economico più ampio, cosa sta facendo aumentare i tassi d'interesse?



LA TEORIA AUSTRIACA DEL CAPITALE

Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima introdurre la peculiarità della Scuola Austriaca, quella che la rende diversa dalle altre scuole di pensiero economico e superiore dal punto di vista dell'esaustività della sua teoria. Ovvero, la teoria Austriaca del capitale. Rispetto alle altre scuole d'economia, le quali considerano il capitale un'entità omogenea e gli input necessari alla sua formazione simili tra di loro, la scuola Austriaca inizia la sua analisi dell'ambiente macroeconomico dalla complessità dei processi di produttivi e la relativa formazione di nuovo capitale. In questo contesto sono fondamentali le preferenze individuali degli attori di mercato, le quali modellano significativamente il prodotto finale del processo produttivo. È il risparmio o l'astensione dal consumo e il consumo che rappresentano gli snodi attraverso i quali le forze di mercato viaggiano.

Gli attori di mercato economizzano l'ambiente economico circostante e, pagando un costo di opportunità, dividono i beni di consumo dai beni strumentali. Le pietre, ad esempio, possono ricoprire un duplice ruolo: possono essere utilizzate, o consumate, per creare un fuoco da campo; oppure possono essere utilizzate per creare utensili coi quali realizzare prodotti più complessi. Questo per dire che all'aumentare della complessità con cui si realizzano i prodotti, aumenta anche la loro sofisticazione e la capacità di soddisfare desideri sempre più variegati. L'aggiunta di ordini di produzione superiori a quelli esistenti, permettono la soddisfazione di vecchi desideri e, con lo stesso ammontare di tempo, la soddisfazione di nuovi desideri.

Ad esempio, un fornaio potrebbe rifornire di pane la comunità ogni giorno. Continuando a servire il bacino di attori di mercato, potrebbe risparmiare abbastanza risorse da migliorare gli utensili con cui lavora e quindi sfornare, oltre al pane, anche la pizza utilizzando lo stesso ammontare di tempo. Salendo su questa scala migliorerebbe l'offerta di pane e vi aggiungerebbe quella di pizza, ampliando il suo bacino di clienti e quindi, in futuro, aprirsi la strada verso ulteriori miglioramenti del suo forno, maggiori introiti e uno standard di vita superiori per lui e il resto dei clienti.

Nel corso del tempo i metodi di produzione più sofisticati hanno rimpiazzato progressivamente quelli ad uso intensivo di forza lavoro. In questo modo sono state liberate unità di lavoratori che, grazie alle loro idee, hanno creato attività imprenditoriali in grado di soddisfare l'infinita mole di desideri presente nel variegato mondo delle infinite possibilità insito nella mente degli attori di mercato.

Attenzione, però, non è la complessità della produzione in quanto tale a permettere processi produttivi proficui, bensì la presenza di risparmi o un'astensione dal consumo presente a favore di uno futuro. Tale cambiamento nella preferenza temporale degli attori di mercato segnala all'economia più ampia come la presenza di risorse risparmiate può permettere l'aggiunta di processi produttivi di ordine superiore e migliore il tessuto produttivo nel suo complesso. Immaginate un cacciatore che per tutto il giorno rincorre le sue prede in lungo e in largo i boschi. Le sue giornate trascorrono in questo modo a cacciare le prede e mangiarle. Non ha tempo per altro. Ma quando riuscirà ad accumulare abbastanza carne con cui sostenere la propria vita senza dover andare a caccia, potrà costruire un'accetta con cui tagliare alberi e costruire un recinto in cui condurre le prede che prima doveva rincorrere. In questo modo la sua produzione si diversifica e può quindi concentrare le nuove risorse per aumentare successivamente la propria produzione.

Questo processo è graduale e senza il sostegno di risparmio precedente è insostenibile accendere a stadi successi di produzione. Non si possono saltare i vari stadi. Ad esempio, rimanendo con l'esempio precedente del recinto, trovarne uno già costruito e utilizzarlo si rivelerà insostenibile nel lungo termine, perché tale situazione deficita degli strumenti adibiti all'abbattimento degli alberi e alla costruzione del recinto. In parole povere, è impossibile curare la manutenzione del capitale esistente e quindi ci sarà un lento declino degli standard di vita che sembravano improvvisamente migliorati grazie alla precedente scoperta.

Il miglioramento temporaneo sbiadisce lentamente mentre il bacino della ricchezza reale ci contrae, facendo tornare la società ad uno stadio produttivo più in sintonia con le sue capacità. In sintesi, quindi, le preferenze temporali individuali degli attori economici impostano il tasso d'interesse all'interno dell'ambiente economico, il quale a sua volta funge da coordinatore delle attività produttive sostenibili. Il bacino della ricchezza reale risponde direttamente a questi cambiamenti, il quale altro non rappresenta che il flusso di risparmi reali all'interno dell'ambiente economico, ovvero, la salute delle attività economiche che creano ricchezza.



CIÒ CHE STA FACENDO AUMENTARE REALMENTE I TASSI

Più tali attività contribuiscono ad aumentare suddetto bacino, più potranno attingere da risorse reali con cui espandere la loro produzione. I problemi sorgono quando il segnale del tasso di mercato viene intorbidito da interventi centrali da parte delle banche centrali che presuppongono di poterlo controllare attraverso le iniezioni di denaro "dal nulla". Ciò non fa altro che deviare risorse economiche scarse da attività che creano ricchezza ad attività che la sprecano. Finché il bacino della ricchezza reale è in espansione, allora questo processo è attutito; quando invece diventa stagnante, o peggio declina, allora iniziano a palesarsi le amare conseguenze. Una di esse è la perdita di controllo da parte delle banche centrali.

Queste ultime, infatti, attraverso il pompaggio monetario e l'influenzamento del tasso d'interesse, innescano un boom economico insostenibile, facendo credere agli attori di mercato che esistono quantità nuove di risparmi che possono essere utilizzate per intraprendere progetti d'investimento che in precedenza erano impossibili da intraprendere data la loro dispendiosità e la loro necessità di ordini di produzione superiori per essere pienamente sostenibili. L'espansione monetaria e l'influenzamento del tasso d'interesse crea una rete fittizia di ordini di produzione che fa sembrare sostenibili investimenti ad alto consumo di capitale. In realtà, si rendono ridondanti alcuni stadi di produzione i quali si ritrovano a sfornare beni di consumo per cui non esiste una domanda reale.

Finché andrà avanti il pompaggio monetario e quindi l'influenzamento del tasso d'interesse, queste attività ridondanti sforneranno nuovi beni di consumo incuranti dei segnali di mercato; questo perché il loro accesso a fondi mutuabili a basso prezzo sopperirà tale mancanza. Una volta che il pompaggio monetario e, di conseguenza, l'influenzamento del tasso d'interesse s'arresteranno, allora suddette attività entreranno in difficoltà perché non potranno più deviare a loro favore risorse economiche scarse grazie al pasto gratis fornito dal denaro fiat creato ex novo.

Una recessione è l'unico modo per tornare ad un ambiente di mercato determinato dalle scelte individuali dei singoli attori economici, ripulendolo da tutti quegli errori indotti dalle politiche interventiste delle banche centrali. Questa è una storia che ciclicamente si ripete, ma dopo ogni ciclo economico è stata permessa solo una pulizia parziale dell'ambiente economico, permettendo quindi la sedimentazione progressiva di vari errori economici. Ciò ha trasformato la ciclicità delle vulnerabilità sistemiche in strutturali, rendendo le crisi sempre più dolorose e gli interventi centrali per attenuarle sempre più invasivi. Il quantitative easing, infatti, e l'uso spasmodico del bilancio delle varie banche centrali del mondo come motel per gli scarafaggi nel mondo obbligazionario sovrano, incarnano la proverbiale prova regina.

Ciò significa, però, gonfiare bolle esponenzialmente più dannose e danneggiare severamente il bacino dei risparmi reali. A questo giro le cose sono davvero critiche, perché la madre di tutte le bolle di questo secolo è quella dei titoli di stato. Quando le banche centrali tenteranno di svuotare concretamente le stanze del loro motel da suddetti scarafaggi, la NIRP sarà un ricordo del passato perché tutti sapranno che senza il supporto delle banche centrali, la cartaccia obbligazionaria sovrana non ha alcun valore. Ecco perché Draghi non può rallentare il ritmo d'acquisizione di titoli di stato attraverso il suo QE. Ecco perché le ultime aste del TLTRO hanno fatto registrare partecipazioni doppie. Ecco perché la Yellen non si azzarda minimamente a toccare il bilancio della FED.

Sin da quando la BCE e la FED sono diventate i market maker nel settore delle obbligazioni sovrane, una determinazione onesta dei prezzi è sparita dai radar, lasciando spazio ad un coacervo di numeri lontani anni luce dalla realtà. Ma i bond vigilantes stanno ritornando in massa, riponendo la loro casacca di front runner. E stanno iniziando il loro lavoro di pulizia in quei settori dell'ambiente di mercato che non hanno la rete di protezione delle banche centrali. Così come i cambiamenti avvengono al margine, anche le bolle scoppiano in questo modo. E parlando di bolle, non possiamo non citare la nuova bolla subprime.

Ovvero, la bolla dei prestiti per automobili, poiché il settore automobilisti ha spinto sempre più persone nel mondo dei prestiti subprime invitando mutuatari con basso rating di credito a sottoscrivere finanziamenti che non potevano permettersi per acquistare beni di consumo di cui non avevano realmente bisogno. È stata fondamentalmente la prospettiva di accedere a prestiti a basso costo per ottenere auto lussuose che ha indotto questa gente ad affondare ancora di più nei debiti. Inoltre, a seguito della gigantesca espansione monetaria intrapresa dalla banca centrale, stiamo parlando di un calo davvero vertiginoso.




Nell'ultimo mese le proiezioni delle vendite dei principali costruttori d'auto è calata in modo significativo, gli inventari sono cresciuti a dismisura, Morgan Stanley sta proiettando un calo di circa il 50% dei prezzi delle auto usate, più di un milione di americani è indietro col ripagamento dei finanziamenti e scivola costantemente nella terra del default, i mutui subprime per automobili sono nettamente saliti sin dall'ultima crisi e, ciò che è peggio, questi prestiti sono stati utilizzati dalle banche commerciali per creare un mercato dei derivati (alla base di questi nuovi strumenti finanziari c'è il flusso di ripagamenti dei prestiti per automobili, il quale sta via via scemando man mano che la banca centrale tira il freno a mano).

Quindi il deleveraging iniziato lo scorso 2008 è stato arrestato con le unghie e coi denti dalla banca centrale attraverso nuove iniezioni di liquidità. Questo denaro è finito negli istituti di credito che, potendo condurre operazioni di dubbia natura grazie ad un azzeramento artificiale del rischio, hanno riversato nell'ambiente economico più ampio due pericoli tossici: la possibilità di indebitarsi di più nonostante un ambiente pressoché saturo, e la creazione di nuovi prodotti finanziari tossici. Nei prossimi mesi questo stress all'interno del settore automobilistico s'intensificherà, portando ad una catena di default da parte di quei mutuatari che non possono più permettersi un bene che non possono mantenere e che hanno acquistato in base a fondamentali di mercato distorti.






Ma questo non solo ha intaccato la capacità d'indebitamento delle famiglie americane, sta erodendo progressivamente il loro bacino di risparmi reali. Senza di questi non ci sarà iniezione di liquidità che tenga. Se mettiamo dentro la nostra analisi anche che il 27% dei prestiti concessi a studenti è in default, la reflazione del settore immobiliare e la mega bolla nel settore azionario, avremo il quadro completo: le iniezioni di liquidità da parte della banca centrale hanno ostacolato le forze di mercato di indirizzare la produzione verso stadi più sostenibili, rendendo ridondanti alcuni settori industriali e creando l'illusione che attraverso i finanziamenti a buon mercato si potessero raggiungere ordini di produzione superiori. Nel frattempo è stato eroso il bacino della ricchezza reale deviando risorse economiche scarse da attività che creano ricchezza ad attività che la consumano.

Ciò nel lungo periodo è insostenibile. Ecco, quindi, cosa sta facendo aumentare davvero i tassi d'interesse.



IL SENTIERO DIMENTICATO VERSO LA PROSPERITÀ

La prosperità di una nazione e della relativa popolazione deriva, in sintesi, dalla disponibilità di beni e servizi ad una quantità maggiore di individui. Il libero mercato, coadiuvato dal principio di legalità, incentivano gli attori di mercato ad essere produttivi attraverso il lavoro al fine di acquisire i mezzi necessari per soddisfare i loro desideri. È stato questo circolo virtuoso che ha permesso alla prosperità di invadere i vari settori produttivi delle industrie e diminuire la scarsità. I benefici non finiscono nelle mani dei cosiddetti "ammanicati" o dei ricchi, bensì vanno a vantaggio della maggior parte degli individui nella società.

La chiave per comprendere questi concetti è la libertà, il modo migliore per attrarre quanti più investitori possibile. Se una nazione ha al suo interno una società libera, il suo sistema legale permette a tutti coloro che hanno una buona idea di implementarla all'interno della nazione, e poi raccogliere qualunque siano i guadagni. Non importa dove viva la persona con quella particolare idea, anche se vivesse all'estero non c'è alcun problema. Il cuore della questione è questo: gli individui all'interno dei confini di una società libera partecipano in una produttività generata dalla visione imprenditoriale degli investitori. È così che le nazioni diventano ricche. Attraggano il capitale più importante: la visione imprenditoriale.

L'imprenditorialità, la capacità di predire il futuro quanto più accuratamente possibile e pianificarlo quanto più precisamente possibile, è qualcosa di unico e solo poche persone riescono a diventare ricche grazie ad essa. È incredibilmente preziosa.

È questo tipo di capitale che, ad esempio, sin dal 1978 è iniziato ad affluire in Cina. Non sono i dollari o gli euro che viaggiano attraverso i paesi, bensì le idee. Ed esse attecchiscono laddove la libertà le innaffia con più continuità. Ciò che la Cina ha importato fin da quando Deng ha liberalizzato l'economia cinese, è stato capitale imprenditoriale e non dollari o euro. Chiunque voglia investire in Cina deve trasformare il proprio denaro in yuan e al giorno d'oggi gli imprenditori sono attratti dalle opportunità fornite dalla Cina. Ciò fa salire di valore lo yuan. Chiunque voglia comprare un immobile o impiegare un dipendente in Cina, deve pagare in yuan (a meno che il venditore non voglia aprire un conto bancario nel paese dell'acquirente). Nessuna valuta viene trasferita da un confine all'altro, cambia solo la proprietà.

Se un investitore estero nota un asset sottovalutato da parte del suo titolare cinese, e ha un'idea su come farlo fruttare, nonché la libertà di acquistarlo, metterlo a miglior uso e trarne profitto, tutti gli individui cinesi ne trarranno beneficio. Ciò che viene importato è giudizio imprenditoriale, ovvero, l'opportunità di trarre profitto da quelle occasioni che gli investitori autoctoni non riescono a vedere. Non è una questione di denaro, quindi, ma di proprietà che cambia di mano. Tutti ne beneficiano. Questa è la miglior forma di capitale che si possa sperare di importare.



CONCLUSIONE

La Federal Reserve è all'angolo: il bilancio non è stato affatto ristretto, l'offerta di moneta non è stata affatto ristretta, la maggior parte delle riserve in eccesso sono ancora tutte parcheggiate presso la stessa banca centrale americana. Le sue azioni sin dalla Grande Recessione non hanno portato stabilità economica all'interno dell'economia americana, bensì l'illusione della stabilità attraverso diverse misure palliative. Sono state gonfiate altre bolle le quali hanno risucchiato capitale umano e strumentale. Ciò ha assottigliato il bacino di ricchezza reale dal quale possono attingere quelle attività che mantengono vivo un flusso di risparmi reali. Mancando questi le risorse economiche che vengono inglobate da quelle attività che le sprecano non costruiranno una strada verso una prosperità futura, ma l'illusione di breve termine che le cose vanno bene solo per vedere successivamente crollare l'intero castello di carte su cui avevano fondato le loro previsioni.

Solo il libero mercato, unito al principio di legalità, può risolvere questo impasse. Solo la fine di tutti gli interventi manipolatori da parte dei pianificatori monetari centrali può permettere al libero mercato, ovvero, alle scelte individuali dei vari attori di mercato, di contare in modo cristallino e determinante. Sebbene esse possano essere influenzate, come abbiamo visto, non possono essere controllate. E maggiori saranno state le manipolazioni, maggiore sarà il dolore economico da sopportare affinché una sana pulizia del mercato possa far tornare visibile il sentiero verso la prosperità.


2 commenti:

  1. Tutto quanto riportato e spiegato è oggi considerato fake news dal fiatmoney system o grande inganno pianificato o finanziarizzazione della realtà o capitalismo clientelare terminale o promozione della deresponsabilizzazione individuale e collettiva per lo sfruttamento e la schiavizzazione col debito o lato oscuro della Forza o...
    Ma è la verità più vicina alla realtà e, in fondo, ci parla della natura subdola, arrogante, criminale e disonesta di chi anela e detiene il proprio Potere per conservarlo ed ampliarlo senza limite e della dabbenaggine delle greggi ignare.

    Anche la Storia può essere raccontata e manipolata per lo stesso scopo. Ma, ogni tanto, si apre qualche crepa nell'inganno e la narrazione comincia a cambiare ed aiuta a spiegare meglio il passato ed anche la contemporaneità.
    http://www.zerohedge.com/news/2017-05-04/deep-history-us-britains-never-ending-cold-war-russia

    RispondiElimina
  2. Dal trionfo millantato al tonfo inevitabile del primato della politica (l'arte della coercizione dei pochi sui molti).

    RispondiElimina