martedì 22 maggio 2018

Il sentiero secondario dell'Europa verso un super stato





di Philipp Bagus


Per anni c'è stata una lotta nella zona Euro tra coloro che vogliono trasformarla in un'unione dei trasferimenti e quelli che vogliono un'Europa di Paesi indipendenti e cooperanti. I secondi, tra cui Austria, Finlandia, Paesi Bassi e Germania, vogliono limiti rigorosi ai deficit e freni al debito, come previsto nel Patto di Bilancio Europeo. Alcuni, come il Gruppo Costituzionale Europeo, chiedono persino un meccanismo per una disgregazione ordinata dell'Eurozona. I primi, inclusi gli stati membri lungo il Mediterraneo capeggiati dalla Francia, non palesano apertamente il loro obiettivo di un'unione fiscale, o la creazione di un "super Stato europeo", ma preferiscono parlare di un "approfondimento del progetto europeo". La ragione di questa divisione è semplice: i Paesi dell'Europa centrale e settentrionale sarebbero i contributori di un'unione dei trasferimenti, mentre il club Med sarebbe il destinatario.

Dopo la formazione di un nuovo governo in Germania, il presidente francese Emanuel Macron ha pressato per promuovere il punto di vista del Club Med sull'Europa. Il presidente francese vuole un Ministro europeo dell'economia e delle finanze, un bilancio proprio per la zona Euro, un'armonizzazione delle aliquote fiscali (ossia, un'aliquota minima per le imposte societarie), la trasformazione del MSE in un'istituzione dell'UE e il completamento dell'unione bancaria.

Il dibattito nasconde il fatto che l'Eurozona ha già marciato verso un'unione dei trasferimenti. Di fatto, la zona Euro costituisce già l'unione dei trasferimenti più gigantesca e internazionale del mondo. L'adempimento dei piani di Macron non farebbe altro che consolidare, approfondire e rivelare l'unione dei trasferimenti andando ad intensificare l'azzardo morale.

Riesaminiamo i meccanismi di ridistribuzione e condivisione del rischio già in essere nella zona Euro.

Innanzitutto, esiste il Meccanismo di Stabilità Europeo (MSE). Il MSE è un fondo di salvataggio europeo con una capacità di €500 miliardi, il quale è stato progettato per salvare i governi quando la stabilità della zona Euro nel suo insieme è in pericolo. Poiché i governi fiscalmente irresponsabili possono ottenere una ricompensa per il loro comportamento irresponsabile da parte di governi più responsabili, vi è una ridistribuzione ed un azzardo morale.[1]

In secondo luogo, la BCE ha acquistato titoli di stato attraverso il suo programma di QE per un totale di €1,945 miliardi a marzo 2018. La BCE, quindi, è diventata un hedge fund che scommette sulla sopravvivenza dell'euro. La BCE acquista le obbligazioni sovrane in funzione della percentuale che gli stati membri detengono nel capitale della BCE stessa, ossia, indipendentemente dai rischi delle obbligazioni o dalla solvibilità dei governi emittenti. Senza il programma, i governi meno solvibili avrebbero dovuto pagare interessi più elevati per le loro obbligazioni e avrebbero potuto diventare inadempienti. Quando le obbligazioni non saranno rimborsate in futuro, la BCE subirà perdite o il potere d'acquisto dell'euro scenderà, le perdite potrebbero essere in definitiva condivise da tutti i membri dell'Eurozona.[2]

Inoltre, vi è la ridistribuzione attraverso la monetizzazione indiretta dei deficit pubblici, in cui i governi "più poveri" con deficit più elevati traggono vantaggio da quei Paesi con deficit più bassi. Le banche possono acquistare obbligazioni statali per impegnarle come garanzie presso la BCE al fine di ricevere nuove riserve che consentano loro di aumentare l'offerta di moneta, monetizzare il deficit pubblico ed esternalizzare parte dei costi sul resto dell'Eurozona attraverso una diminuzione del potere d'acquisto dell'euro. Attraverso questo meccanismo, diventa vantaggioso spendere di più ed avere deficit più elevati.

Inoltre la ZIRP della BCE implica una ridistribuzione dai creditori ai debitori. Normalmente le nazioni esportatrici come la Germania sono anche creditori. Il risparmio monetario tedesco ammontava a €5,885 miliardi alla fine del 2017. I rendimenti su questi risparmi sono diminuiti, mentre i debitori ripagano meno i loro debiti. Il minor rendimento sui risparmi per il nord è favorevole ai governi sovra-indebitati del sud.

In terzo luogo, la ridistribuzione attraverso l'espansione del credito non è uniforme nei vari Paesi. Questa ridistribuzione si riflette nel sistema Target 2, il sistema di saldo nella zona Euro. Immaginate un imprenditore greco che acquista un camion prodotto in Germania con i soldi creati dal nulla dalla sua banca greca. Quando l'imprenditore paga l'esportatore tedesco, il suo conto in banca si restringe e il denaro viene trasferito sul conto bancario del tedesco. Per effettuare il pagamento, la banca greca attinge sul suo conto presso la Banca Nazionale Greca o prende in prestito nuove riserve da essa. La banca tedesca aumenta il suo conto presso la Bundesbank, o riduce il suo rifinanziamento presso di essa. A livello di banche centrali, la Bundesbank riceve un credito nei confronti della BCE, mentre la Banca Nazionale Greca riceve un debito. Pertanto l'importazione del camion si riflette nel sistema Target 2.[3] Non è finanziato da risparmi reali, ma solo dalla creazione di denaro.

Il credito che la Bundesbank riceve con la BCE è inutile, perché non può essere riscattato in nulla. Notate che per la Grecia questo conto scoperto è illimitato. I crediti Target 2 della Bundesbank ammontano a oltre €900 miliardi oggi.

Pertanto, anziché emettere obbligazioni in euro garantite da tutti gli stati membri e importare merci, esiste un altro modo per ottenere lo stesso risultato. Le banche greche possono semplicemente creare denaro emettendo debiti Target 2 con la BCE per finanziare l'importazione di merci.

In quarto luogo, l'unione bancaria implica una socializzazione dei rischi delle banche. Poiché le banche esistono oggi in una sorta di simbiosi con gli stati, l'unione bancaria implica indirettamente una socializzazione dei debiti statali. Il Fondo di Risoluzione Unico, istituito nel 2016 e da completare entro il 2024, è finanziato con il contributo delle banche e serve a ricapitalizzare quelle banche in difficoltà. Secondo la Direttiva sulla Risoluzione delle Banche, una banca insolvente deve prima fare il bail-in dei creditori, per un minimo dell'8% delle sue passività totali. Successivamente può attingere al Fondo di Risoluzione Unico (FRU) per un aumento di capitale del 5%, dopo il quale può attingere al MES. La procedura implica una socializzazione dei rischi: quando una banca assume comportamenti a rischio, acquista i titoli del proprio stato e poi quest'ultimo va in default, la banca può utilizzare il FRU e il MES per far pagare agli altri il suo comportamento rischioso. Pertanto uno stato membro dell'Eurozona non ha bisogno di emettere obbligazioni europee per costringere gli altri a pagare le proprie spese. Gli stati emettono i loro titoli obbligazionari e hanno le loro banche che li acquistano, e quando vanno in bancarotta i risparmiatori delle altre banche, o il MES, pagherà il conto (almeno in parte).

In sintesi, non sono necessarie obbligazioni europee o un budget europeo per avere una massiccia ridistribuzione nell'Eurozona. Essa è già un'unione dei trasferimenti in cui i rischi sono socializzati producendo comportamenti irresponsabili. Tuttavia l'unione dei trasferimenti non è ancora istituzionalizzata ed esplicita, ma le élite europee ci stanno lavorando.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Macron e Juncker vogliono "approfondire" il MES convertendolo in un Fondo Monetario Europeo (FME) ai sensi della normativa dell'UE. Ad oggi il MES è soggetto al diritto internazionale, il che significa che un Paese può lasciare il MES senza lasciare l'UE. La proposta di riforma renderebbe impossibile una tale mossa e toglierà anche il potere di veto alla Germania, perché secondo la legge dell'UE una maggioranza qualificata può approvare il salvataggio. Il FME vedrebbe ampliata la sua gamma di obiettivi tra cui la mitigazione degli shock asimmetrici. Il FSE potrebbe essere utilizzato in una recessione per aiutare i Paesi più inflessibili a sostenere i costi di quei Paesi che implementano riforme strutturali.

[2] Inoltre gli acquisti sono stati sponsorizzati tramite l'ELA, dove le banche centrali nazionali concedono prestiti alle banche insolventi per acquistare titoli di stato, e tramite il programma ANFA, il quale consente alle banche centrali nazionali di acquistare le obbligazioni dei propri stati per proprio conto.

[3] Lo stesso vale quando i cittadini greci inviano denaro da una banca greca ad una banca tedesca, o quando la Banca Nazionale Greca acquista obbligazioni greche da investitori privati ​​con conti presso una banca tedesca.

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6 commenti:

  1. Vedo un errore: l'immagine ad inizio del post mostra una f...igliola con in mano alcune banconote, tra cui quella da 100€.

    Per quanto non sia ancora stata ufficialmente spazzata via in nome della lotta all'evasione, sfido chiunque di voi a mostrarmi che essa circoli - in Italia - in quantità almeno pari ad un decimo di quelle da 50€.

    Ma per fortuna a breve non avremo più bisogno di questa carta straccia: riceveremo ognuno un bottino, un mini bot...

    R.G.

    P.S.: avrei preferito di gran lunga un governo di mafiosi e delinquenti piuttosto che uno retto da incompetenti, mi avrebbe fornito più tempo per organizzare la fuga. Buon Venezuela a tutti, ormai la via greca è bella che superata.

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    1. Beh possono sempre diventarlo, mafiosi e delinquenti.... sempre qualora già non lo fossero.

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    2. Forse Antonio Conte, in quanto a curriculum sarebbe stato preferibile. Del resto si tratta pur sempre di un governo agghiacciandee.

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  2. Grazie Francesco per aver pubblicato questo articolo, in quanto avevo qualche dubbio in merito ad alcune questioni, nonostante avessi letto tempo fa l'interessante saggio "la tragedia dell'Euro" del Prof. Bagus, edito da Usemlab.
    Non condivido però questo passaggio:"Senza il programma, i governi meno solvibili avrebbero dovuto pagare interessi più elevati per le loro obbligazioni e avrebbero potuto diventare inadempienti"; senza il programma in question, "l'errore fatale di Mario Draghi" come ebbe a dire Huerta de Soto, forse i governi meno responsabili avrebbero potuto mettere in atto politiche di responsabilità, che non vuol dire esclusivamente più tasse alla Mario Monti. Purtroppo questo programma di allentamento quantitativo è stato posto in essere principalmente per fornire una exit strategy alle banche tedesche investite pesantemente sino al 2012 di debito del club med, una sorta di baratto insomma, per salvare capra e cavoli. Una domanda, visto che l'autore ne accenna in un passaggio: cosa avverrebbe qualora la banca centrale europea, cancellasse 250mld di debito pubblico Italiano, come hanno proposto i due fessacchiotti del momento? crisi valutaria??

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    1. Ciao Dino.

      Per rispondere alla tua domanda faccio un esempio veloce per permettere di capire il meccanismo. Poniamo che l'Italia debba 100x a creditori americani per le importazioni o per debiti accumulati. La massa monetaria circolante è 100y. Il cambio è 1:1 tra x e y. La banca centrale emette 100y e la gira al governo per le sue spese interne in cambio di bot che cancella (tanto il debito non esiste). Ora, semplificando, il cambio passerà a 2y per x. Quindi il debito dello stato raddoppia e nel lungo periodo y tenderà asintoticamente a 0 e il debito a +∞.

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  3. Se eravate stanchi di sentire le "solite" storie su tassi d'interesse in salita, dollaro in discesa e prezzi del petrolio in ascesa, ecco che al carrozzone dei possibili inneschi della prossima recessione si aggiunge l'Italia. Ma attenzione, perché l'impennata del decennale italiano non è dovuta solamente alle idee bislacche del nuovo governo in materia economica, anche da quest'altra notizia: Weidmann Signals Openness to Succeeding Draghi as ECB President.

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