lunedì 5 agosto 2019

Powell, il pusillanime, vuole scendere nel sottoscala dei tassi d'interesse





di David Stockman


Powell il pusillanime è tornato a Capitol Hill parlando di un nuovo taglio dei tassi, nonostante secondo i suoi standard l'economia " sta bene", il tasso di disoccupazione è "vicino al livello più basso degli ultimi 50 anni" e "le opportunità di lavoro sono abbondanti".

Considerando tutte quelle cose positive sul fronte dell'economia e anche che la FED ha tenuto il tasso del mercato monetario al di sotto del tasso d'inflazione per 10 anni consecutivi (tra l'aprile 2008 e l'ottobre 2019), si potrebbe pensare che forse l'economia statunitense potrebbe mollare le rotelle e pedalare senza stimoli monetari per almeno alcuni trimestri.

Ma no, il capo pianificatore monetario centrale della nazione ha parlato di alcuni "rischi" e "correnti trasversali" che meritano vigilanza e che hanno rafforzato la possibilità una "politica monetaria un po' più accomodante". L'ultima frase, ovviamente, vuol dire un taglio dei tassi.

Come delineato nella trascrizione delle sue parole, questi rischi sono un'inflazione al di sotto dell'obiettivo dichiarato, l'incertezza della Guerra Commerciale, un rallentamento dell'economia globale e un indebolimento della fiducia delle imprese e dei tassi d'investimento.

Ma ecco il punto: la FED non può fare assolutamente niente su nessuno di questi fattori, e anche un taglio di 25 o anche 75 punti base del tasso di riferimento nei prossimi trimestri, non cambierà affatto le cose.

Ovviamente l'ago della bilancia nella mente della FED è la posizione dell'indice S&P 500. Tuttavia le conclusioni spurie di cui sopra sono un promemoria di quanto il nostro politburo monetario sia diventato veramente pericoloso.

I capi della FED stanno letteralmente navigando a vista, mentre si dimenano per continuare a gonfiare l'Everything Bubble. Ad esempio, prendete in considerazione la scusa della lowflation. Come indica il seguente passaggio, l'arco temporale della misura dell'inflazione della FED o è sceso a pochi mesi, o Powell stava solo blaterando per mantenere vive le speranze di un taglio dei tassi in attesa di dati in entrata aggiuntivi.
Tuttavia l'inflazione è scesa al di sotto dell'obiettivo simmetrico del 2% del Federal Open Market Committee (FOMC) [...]. Dopo aver raggiunto il nostro obiettivo del 2% per gran parte dell'anno scorso, l'inflazione complessiva dei prezzi al consumo, misurata dal cambiamento annuale nell'indice dei prezzi per le spese al consumo (PCE), è diminuita all'inizio di quest'anno e si è attestata all'1,5% a maggio. Anche la variazione di 12 mesi dell'inflazione core PCE, che esclude i prezzi di cibo ed energia e tende ad essere un indicatore migliore dell'inflazione futura, è scesa quest'anno ed era all'1,6% a maggio.

Bene, se si vuole vedere il deflatore PCE core a brevissimo termine, eccolo qui. Negli ultimi 20 mesi il tasso annuo è stato pari o superiore al 2,00% in 13 occasioni e nel mezzo poi è andato da tutte le parti. Inoltre negli ultimi due mesi ha fatto registrare rispettivamente un tasso annuo del 3,00% e del 2,30%. Ciò suggerisce, semmai, che lo slancio dell'inflazione a breve termine stia andando più in alto, non più in basso.

Quindi, qualunque cosa abbia causato il rallentamento della PCE core durante il primo trimestre di quest'anno, è apparentemente scomparsa. La tendenza a breve termine è ora tornata al di sopra della media del 2,01% registrata tra settembre-dicembre dello scorso anno.

A dire il vero, l'idea che la FED debba adeguare la sua politica in risposta a brevissimi segmenti temporali nella metrica dell'inflazione, persino al Santo Graal della PCE core, è ridicola anche come questione concettuale.

In senso empirico, come fanno a sapere se alzare la leva o abbassarla in base alle 20 letture mensili di seguito? Non c'è assolutamente nulla in questo grafico che dica che fosse tempo di rialzare i tassi nel 2017-2018, mentre urge tagliarli ora.


Né un intervallo di tempo leggermente più lungo, come Powell ha citato sopra, fa alcuna differenza. Affermare che una mancanza di inflazione nella misura a12 mesi sia preoccupante significa ignorare ciò che è accaduto tre volte sin dal 2011. In particolare, le anomalie di breve periodo eliminano rapidamente il tasso di variazione anno/anno e ciò che sembra essere una tendenza in discesa si inverte in una tendenza crescente.

Infatti il grafico in alto mostra letture insolitamente basse per giugno e agosto 2018, il che significa che il tasso anno/anno sta per salire durante le prossime tre letture mensili. Per quel momento potremmo ritrovarci con un taglio dei tassi e il rischio di lowflation potrebbe essere svanito dalla metrica che Powell ha citato.

Quando guardate ai grafici sin dall'ottobre 2016, vi potreste domandare in che cosa consista la lowflation. All'epoca il deflatore PCE meno cibo ed energia si attestava a 106,37 ed a maggio 2019 era salito a 111,60. Questo è un salto del 4,5%, ovvero, 1,80% ad un tasso annuale.

Non è abbastanza? Bene, a meno che non siate chiaroveggenti e già sappiate che le letture saranno significativamente più basse durante i prossimi 12 mesi. Ma i capi della FED sicuramente non lo sono.


C'è un punto molto più importante rispetto a quanto sia efficace la FED. Infatti anche se il secondo numero decimale dopo la virgola nell'obiettivo d'inflazione al 2,00% facesse una qualche differenza in termini di crescita e prosperità, sarebbe assolutamente impossibile per la FED raggiungerlo.

Pertanto, dal momento che la FED ha adottato un targeting formale per l'inflazione nel gennaio 2012, la PCE meno cibo ed energia è salito ad un tasso annuo dell'1,55%. Tuttavia, quando si disaggrega l'indice, diviene chiaro che ci sono tre componenti distinte e che tutte e tre sono ben oltre la portata della politica della FED.

Nel grafico qui sotto la linea marrone rappresenta la componente dei servizi domestici (alloggio, istruzione, medicina, trasporti, finanza, servizi personali, ecc.) nella PCE. È cresciuta ad un ritmo annuo del +2-3% negli ultimi sette anni, mentre la componente dei beni durevoli (linea verde scuro) è costantemente diminuita in modo uniforme ad un ritmo annuo negativo dell'1-2%.

Di conseguenza la componente dei beni non durevoli è stata il tie-break, per così dire. Cioè, la PCE ha oscillato principalmente tra l'1,5% e il 2,0% annuo, a seconda delle fluttuazioni a breve termine degli articoli (alimenti, energia e altri prezzi delle materie prime) che dominano i beni non durevoli.

Ecco perché la FED non può gestire il tasso d'inflazione. Simbolicamente parlando, la tendenza negativa dei beni durevoli è dovuta alla Cina: la manodopera a basso costo che viene mobilitata dalle risaie e dai villaggi dell'Asia in fabbriche moderne costruite con capitale preso in prestito.

La FED non può fare assolutamente nulla a riguardo, tranne forse riconoscere che in realtà esporta la repressione finanziaria nel resto del mondo. Cioè, per mantenere competitive le proprie esportazioni, i governi e le banche centrali mercantilisti neutralizzano deliberatamente l'alluvione di dollari della FED stampando ancora più le proprie valute.

Ciò ha reso il capitale economico e abbondante nel resto del mondo, mantenendo bassi i prezzi dei beni scambiati a livello globale, persino deflazionistici. La maggior parte delle persone comuni direbbe che questo è un aspetto positivo per i consumatori americani, ma non i capi della FED che vedono il mondo attraverso i loro occhiali keynesiani.

I sette anni di costante discesa dell'inflazione per quanto riguarda i beni durevoli, rappresentati dalla linea verde scuro qui sotto, sono la ragione principale della debolezza della PCE aggregata. Quindi o la FED cancella un vantaggio per i consumatori americani, o gonfia la PCE aggregata con un'inflazione ancora maggiore nei servizi e nei beni non durevoli.

Vale a dire, apparentemente l'inflazione dei servizi al 2,5% annuo non è una punizione sufficiente per la maggior parte delle famiglie americane che stanno già vacillando per un'impennata dei costi dell'istruzione, sanitari e residenziali. A quanto pare la FED vorrebbe vedere l'inflazione dei servizi tra il 3-4% al fine di assicurare che il loro obiettivo "simmetrico" complessivo del 2,00% sia consegnato al secondo decimale dopo la virgola.

In realtà il divario ampio e persistente tra la linea marrone (servizi) e la linea verde scuro (beni durevoli) nel grafico qui sotto, ci fa capire la presa in giro del folle obiettivo d'inflazione del nostro attuale politburo monetario.

Da un lato si suppone che la deflazione sia pessima perché induce i consumatori a smettere di comprare oggi in attesa di prezzi ancora più bassi domani, ma tale supposizione è semplicemente ridicolo. Sulla base della linea verde scuro qui sotto, la spesa per beni durevoli sarebbe dovuta crollare molto tempo fa, cosa che non è successa.

Infatti sin dal novembre 2014 i prezzi dell'abbigliamento sono calati del 3,5%, quelli delle calzature del 4,0%, i prodotti informatici sono scesi dell'11%, i personal computer del 23% ed i giocattoli del 33%. Ma se poi guardate Amazon, o Walmart, o Target, scoprirete che non c'è stato alcuno sciopero da parte degli acquirenti: la spesa per questi articoli è ai massimi storici.

Allo stesso tempo, l'unico modo in cui la FED potrebbe stimolare l'inflazione dei prezzi oltre gli scomodi livelli già misurati, è quello di indurre le famiglie a prendere in prestito anche più dei $15.600 miliardi sotto cui sono già sommerse.

Poi quando si parla di immobili, i tassi dei mutui non sono più nemmeno negli indici dell'inflazione (tolti all'inizio degli anni '80). Ciò che c'è nell'indice, invece, è un costrutto teorico chiamato affitto equivalente dei proprietari, stima inventata dai sondaggi del BLS (cioè, a quanto affideresti il ​​tuo castello se non dovessi vivere lì?) che non ha alcuna connessione con i tassi d'interesse.

Inoltre dubitiamo seriamente che tassi d'interesse più bassi porterebbero i consumatori ad acquistare ancora più assistenza sanitaria che non possono permettersi e di cui non hanno bisogno. Né vi è alcuna relazione tra i tassi d'interesse e le tasse scolastiche, l'assistenza diurna, o le altre voci nella rubrica dei servizi dedicati all'istruzione.

Sì, sappiamo che l'inflazione è sempre un fenomeno monetario, come disse anche Milton Friedman, ma è proprio questo il punto: è globale ed i percorsi di trasmissione sono troppo opachi, intricati e tortuosi per essere ingannati da uno strumento rozzo come la politica monetaria della FED.

E questo è vero per la linea viola (non durevoli) nel grafico qui sotto. Quest'ultima è guidata nel medio termine dai cicli di stoccaggio e di smantellamento delle materie prime globali, dalle forniture dell'OPEC, dalla siccità e dagli impulsi di credito provenienti dallo Schema Rosso di Ponzi, come abbiamo più volte dimostrato.

In breve, non vi è alcuna prova che l'inflazione dei prezzi al 2,00% sia migliore dell'1,55% annuo della PCE core registrato sin da quando è stato adottato l'obiettivo d'inflazione mirato nel gennaio 2012. E comunque nell'economia globale di oggi il FOMC si ritrova praticamente senza strumenti per colmare il divario.


Viene quindi normale scartare la lowflation come scusa per un taglio dei tassi, senza contare che le altre ragioni citate da Powell sono ancora più paradossali.

Cioè, Powell sta essenzialmente suggerendo che la FED si sia auto-dichiarata la brigata globale degli stimoli monetari. Viaggiando dietro il circo mobile di politici e policymaker, ha assunto la missione di ripulire i loro escrementi (sia grandi che piccoli) in modo che le loro follie non possano interferire con il tasso di crescita del PIL statunitense.

Questa è una pazzia e rappresenta l'apoteosi dell'arroganza istituzionale del politburo monetario non eletto domiciliato presso l'Eccles Building. Ogni scusa di Powell il pusillanime per un allentamento monetario è semplicemente una storia di copertura per il fatto che sono ostaggio della bolla di Wall Street che stanno disperatamente tentando di far rimanere a galla.

Ciò equivale però ad aggiungere cherosene sul fuoco, assicurandosi che l'esplosione definitiva sarà ancora più devastante. Un'ulteriore prova della follia promossa dalle banche centrali è incarnata dall'emissione odierna di 14 tipi di obbligazioni spazzatura nell'Eurozona a tassi inferiori allo zero!
  • Ardagh Packaging Finance plc / Ardagh Holdings USA Inc.
  • Altice Luxembourg SA
  • Altice France SA
  • Axalta Coating Systems LLC
  • Constellium NV
  • Arena Luxembourg Finance Sarl
  • EC Finance Plc
  • Nexi Capital SpA
  • Nokia Corp.
  • LSF10 Wolverine Investments SCA
  • Smurfit Kappa Acquisitions ULC
  • OI European Group BV
  • Becton Dickinson Euro Finance Sarl
  • WMG Acquisition Corp.

E la pazzia si sta diffondendo rapidamente


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


1 commento:

  1. Quando una banca centrale decide di voler far crescere un'economia, manipola il tasso d'interesse abbassandolo: stampa denaro per acquistare titoli del Tesoro dalle banche commerciali e concede a queste ultime credito da prestare (non supportato da risparmi reali dei depositanti). Pertanto un abbassamento artificiale dei tassi d'interesse incoraggia gli imprenditori ad accendere prestiti, andando a finanziare progetti commerciali che altrimenti non sarebbero stati ritenuti redditizi prima dell'abbassamento artificiale dei tassi d'interesse. Se la banca centrale decide che ci sono molte attività commerciali e molta spesa dei consumatori, inizierà a contrarre l'offerta di moneta rialzando i tassi e vendendo titoli del Tesoro alle banche. Una politica monetaria contrattiva genererà di conseguenza aumenti delle spese per gli imprenditori. Tale aumento dei costi renderà molte di queste iniziative imprenditoriali non redditizie e il loro destino sarà licenziare personale e, in ultima istanza, andare in bancarotta.

    Nel corso del tempo le banche centrali sono passate dall'essere "prestatori d'ultima istanza" in caso d'emergenza a veri e propri manipolatori seriale delle economie supervisionate attraverso i loro "mandati". Ma questo non ha fatto altro che sottolineare una verità ovvia: sono prigioniere ormai della loro stessa politica. Hanno manipolato a tal punto l'ambiente economico da disintegrare ogni parvenza di determinazione onesta dei prezzi.

    Il mio blog è stato sempre in prima linea nel documentare questo semplice fatto, ma a quanto pare elusivo per la maggior parte delle persone. Ora anche i media generalisti stanno capendo la pericolosità di questa linea di politica, ma non hanno una teoria coerente ed esaustiva per spiegare i meccanismi che ci hanno portato alla situazione attuale. Sanno che c'è qualcosa che non va, ma ignorano le cause dando estreme attenzioni agli effetti. Peccato per loro che arrivino sempre tardi e lascino le persone impreparate. Sono i blog indipendenti come il mio che permettono invece di attuare una strategia difensiva per tempo, entrando in profondità nelle dinamiche degli aspetti economici e fornendo al pubblico un punto di vista alternativa più autorevole della stampa generalista. Nessuna presunzione, solo fatti. Con buona pace di chi ha ritenuto il sottoscritto una Cassandra... infatti adesso dovrebbe fare lo stesso con le seguenti testate:

    The Fed is courting disaster by leaving interest rates too low

    There Have Been Two Times in History Stocks Have Been This Expensive: 1929 and 2000

    Why We Should Fear Easy Money

    The Confusing Federal Reserve

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