giovedì 11 gennaio 2024

I veri progressisti sosterrebbero Bitcoin, non cercherebbero invece di regolamentarlo

 

 

di Yaël Ossowski

Quando i progressisti affrontano argomenti come l’inflazione, le tasse, o gli illeciti aziendali, affermano di parlare a nome della gente. Che si tratti della classe operaia o delle minoranze, i progressisti mirano a modellare la politica dello stato per proteggere coloro che sono costantemente a rischio di sfruttamento.

Ma quando questi stessi individui, come la senatrice statunitense Elizabeth Warren (D-MA), rivolgono la loro attenzione a tecnologie innovative come Bitcoin preferiscono il rullo compressore alla mano amica.

Molti ideali progressisti potrebbero essere raggiunti con Bitcoin: emancipazione dalle banche, nessun intermediario, commissioni basse, transazioni veloci e un’ancora di salvezza da una vita intrappolata nel debito e nella povertà.

Chiunque può scaricare un wallet col proprio smartphone, generare un indirizzo Bitcoin e ricevere immediatamente piccole porzioni di esso in modo affidabile e crittograficamente sicuro, indipendentemente dalla razza, dal sesso, dall'orientamento, dallo stato economico, o persino dalla posizione sociale.

L’autore Alex Gladstein ha scritto molte storie su Bitcoin che fornisce una vera alternativa, dando potere ai cittadini in Paesi con valute in rapida svalutazione, o in nazioni autoritarie con controlli sui capitali.

Per i quasi 6 milioni di americani che non hanno accesso a un conto bancario (unbanked), l’utilizzo di Bitcoin potrebbe essere una manna dal cielo. Non ci sono requisiti di reddito per utilizzarlo, non è necessario un indirizzo fisico e non è necessario utilizzare un documento d'identità.

Tra i milioni di americani che inviano rimesse all'estero, un numero crescente di essi utilizza transazioni Bitcoin invece dei tradizionali servizi di bonifico bancario, che spesso prevedono commissioni a due cifre.

Cash App, una delle app finanziarie più popolari, ha integrato Bitcoin affinché gli utenti possano inviare e ricevere fondi da amici e familiari, e un numero crescente di commercianti sia online che di persona ora accetta Bitcoin.

Anche se ci saranno inevitabilmente sfide tecniche, soprattutto per gli anziani non innamorati della tecnologia, l’esperienza della crescente adozione nei Paesi in via di sviluppo alimenta la speranza che Bitcoin possa essere un trionfo progressista.

La disintermediazione dalle multinazionali o dalle entità politicamente connesse dovrebbe entusiasmare un campione populista come la senatrice Warren, che si è fatta una reputazione combattendo i salvataggi dei banchieri e criticando i rapporti intimi tra le istituzioni finanziarie e la Federal Reserve.

Sfortunatamente, sulla scia del crollo di FTX, uno dei più grandi exchange al mondo, progressisti come la senatrice Warren vogliono eliminare l'ecosistema di Bitcoin, piuttosto che semplicemente applicare le leggi per liberarlo dai cattivi attori.

Le azioni del CEO di FTX ci hanno portato a questo momento: Sam Bankman-Fried, considerato un tempo un prodigio nel mondo delle criptovalute e il secondo più grande donatore politico dei democratici, è ora ritenuto il perno di una frode da $8 miliardi o di uno schema Ponzi. Le accuse includono contabilità confusa tra i conti dei clienti e quelli dell'azienda, fondi mancanti e token per miliardi di dollari dati al suo hedge fund Alameda Research per sfruttarne il potere economico nei mercati delle criptovalute.

La senatrice Warren ha il diritto d'indignarsi, così come milioni di clienti di FTX con fondi mancanti, o in bancarotta, ma come ella ha affermato in un recente editoriale, questi crimini vengono affrontati dalle forze dell’ordine e dalle agenzie di regolamentazione esistenti, siano esse l’FBI o la SEC. La frode, l'abuso d'informazioni privilegiate e la manipolazione del mercato non sono improvvisamente diverse perché si verificano con i token crittografici.

Il punto in cui il senatore si spinge troppo oltre è cercare di smantellare completamente le alternative crittografiche e l’economia che le sostiene.

Una delle sue obiezioni è l’industria del mining basato sulla Proof-of-work che utilizza elettricità e potenza di calcolo per confermare nuovi blocchi e proteggere la blockchain di Bitcoin. A suo avviso queste aziende sono “inquinatrici” e mettono a dura prova le reti elettriche. In qualsiasi altra epoca progressista, queste aziende sarebbero state considerate come start-up innovative a supporto del sogno americano.

La quota crescente di miner che utilizzano energie rinnovabili e riconvertono l’inquinamento da metano proveniente dai pozzi di gas e petrolio per alimentare le macchine, limitando così le emissioni di gas serra, sarebbe sufficiente per essere il titolo di qualsiasi conferenza mondiale sui cambiamenti climatici. Ma negli stati progressisti come New York, i legislatori preferiscono ignorare questa realtà.

Questa stessa mentalità guida il desiderio della senatrice Warren di aumentare la sorveglianza su ogni singola transazione di Bitcoin e questo risulterebbe un precedente pericoloso.

Donare criptovalute a un ente di beneficenza pro-choice o a un gruppo di attivisti per l'ambiente potrebbe rendere qualcuno un bersaglio facile per politici che si oppongono a queste cause. Le nonne esperte di tecnologia che inviano regali in Bitcoin ai loro nipoti, o i lavoratori che scelgono di ricevere i loro stipendi in Bitcoin, verrebbero trattati come criminali. Elevare il potere dello stato a questo livello, riducendo al contempo le nostre libertà individuali, è tutt’altro che progressista.

Anche se non è affatto così mainstream come speravano i suoi sostenitori, Bitcoin è stato creato a causa dei difetti insiti nel sistema bancario tradizionale. Usare regolamenti e leggi per strangolare il sistema bancario 2.0 non solo non coglie il punto, ma cancella l’opportunità per milioni di americani che desiderano un’alternativa.

I nostri funzionari politici dovrebbero moderare il loro istinto di regolamentare una nuova tecnologia come Bitcoin; il progresso tecnologico dovrebbe essere una parte inestricabile di un’agenda pro-crescita nelle aule politiche e Bitcoin ne è solo un esempio. Le criptovalute potrebbero raggiungere un’adozione più ampia, oppure potrebbero fallire, ma meritano l’opportunità di provarci. Lo stato dovrebbe in ogni circostanza essere neutrale dal punto di vista tecnologico: non dovrebbe cercare di scegliere i vincitori o i perdenti in una qualsiasi industria nascente.

I legislatori progressisti potrebbero non aver bisogno di Bitcoin quotidianamente, ma ci sono milioni di altri che trarrebbero grande beneficio dalla possibilità di poterlo utilizzare.

Usare i crimini di exchange politicamente connessi come FTX per raffreddare l’innovazione in questo settore e regolamentarlo, priverebbe molti americani di una nuova tecnologia che potrebbe cambiare le loro vite in meglio. Questa è la cosa più lontana dal progresso e limiterebbe gravemente la nostra capacità d'imprenditorialità, innovazione e prosperità.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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