lunedì 9 agosto 2010

Il mito del consenso politico


Ora che il pensionamento automatico si avvicina i parassiti si sbracciano per far posto ai loro successori che vogliono mangiare a sbafo. Ovviamente ognuno sta preparando il proprio bestiame con appositi carri per trascinarli in quegli spazi lugubri in cui schiaffare una X, per poi uscire e tornare a belare ancora più forte.


Ma se si votasse sulla legittimità della democrazia stessa o del sistema stesso? Ora vedete come come l'implicita fregatura o per meglio dire...l'estorsione?
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di James Ostrowski


Permettetemi di divagare in una discussione sul significato del consenso politico e dell'astensione da esso. Non sto dicendo che gli americani abbiano mai esplicitamente acconsentito di essere governati dal regime sul Potomac, o che loro sono parte di qualche misterioso Contratto Sociale che implica il loro consenso. Ciò è del tutto un controsenso e propaganda. Io so che non ho mai acconsentito ad essere governato da un regime a cui mi sono fortemente opposto fin dai miei anni adolescenziali. Nemmeno ho mai firmato un Contratto Sociale che permettesse loro di governare su di me. Sarei stato un cretino se l'avessi fatto.

Al meglio della mia conoscenza, nessun americano vivente ha mai firmato un contratto per essere governato dai paurosi politici di Washington. Ci sono persone da tempo morte ormai che firmarono una Costituzione e ci sono le persone del 1779[1] da tempo morte che votarono alla convenzione degli stati per ratificare la Costituzione. Comunque nessun americano vivente ha mai dato il permesso di essere legato ad un consenso per essere governato, apparentemente scaturito da persone da tempo morte che nemmeno conoscevano.

Lo studioso forense libertario Randy Barnett ha brillantemente confutato tutte le possibili teorie di come i cittadini possano essere trovati colpevoli di aver implicitamente acconsentito ad essere governati, quando è perfettamente ovvio che non lo hanno esplicitamente acconsenstito. vedi, Restoring the Lost Constitution (2004). pp. 11 et seq.

Il votare non implica il consenso, visto che noi non andiamo mai a votare sulla legittimità del governo stesso. E che succede se si vota contro il governo come ho fatto in ogni elezione fin da quando sono stato in grado di votare? Come ciò può essere interpretato nel mondo come consenso? Bè, sono stato al gioco. Okay, se smetto di votare io nego il mio consenso, no? E' un'affare! Smetterò di votare, nego il mio consenso e le tasse cesseranno di esistere. Hurray! Si, potresti essere stato al gioco, diranno. Barnett replica: «E' uno strano tipo di "consenso" dove non esiste il modo di negare il proprio consenso» (p. 16). Barnett va avanti nel demolire tutte le razionalizzazioni conosciute sul perchè i cittadini medi abbiano "acconsentito" ad essere governati dai delinquenti di Washington:

  1. Residenza -- questo argomento "presuppone che quelli che pretendono la tua partenza abbiano già l'autorità su di te" (p. 18). E' un argomento circolare.
  2. Acquiescenza alle leggi. "Uno manifesta realmente un consenso nell'obbedire ai comandi di qualcuno più potente, semplicemente perchè non riesce a resistere fisicamente alla minaccia di violenza nel non obbedire?" (p. 21).
  3. Accettazione del regime. Secondo Barnett, questo argomento prova molte cose. Anche i regimi oppressivi hanno dalla loro la passiva accettazione del popolo, nel senso che quet'ultimo non si ribella attivamente.
  4. Accettazione di benefici. Questo è l'argomento più comune proposto dai liberali in questi giorni. Per quanto riguarda i benefici conosciuti del sistema legale dello Stato, Barnett semplicemente nota che non ci può essere nessun consenso dal momento che è impossibile rinunciarvi. Fallisce anche l'argomento dei "benefici" tangibili ricevuti. Questi sono pagati con tasse obbligatorie a cui non si è mai acconsentito. Solo se cose come strade, scuole e vigilanza del fuoco fossero fondate volontariamente, si potrebbe dire che tu abbia dato il tuo consenso al governo per utilizzarle. Ciò non è mai accaduto ovviamente. Vicino il consenso deve esserci anche una via ragionevole per dissentire. Se mi rifiuto di usare le strade, muoio di fame. E' una visione distorta di consenso che porta alla "situazione": unisciti a noi o muori!

Così noi non abbiamo mai dato il nostro consenso all'attuale governo, in primo luogo in un qualsiasi ragionevole modo. Quindi quello che propongo è questo: dobbiamo rendere esplicito ciò che è già implicito. Dobbiamo dire che non accettiamo la legittimità del governo. Quest'ultimo sta sfacciatamente, apertamente ed orgogliosamente violando i nostri diritti naturali. Non è legittimato secondo la chiara esposizione del nostro documento fondante, la Dichiarazione d'Indipendenza. Quindi non avete nessun obbligo morale per sostenerlo. Il ritiro del sostegno morale è fatale per il governo, dal momento che il sostegno pubblico è la base fondante del suo potere. Ecco il perchè le scuole sono fondamentali per il governo e la prosecuzione del suo potere. Ed ecco perchè perfino i regimi totalitari conducono elaborate operazioni di propaganda.

Enfatizzo di nuovo sul fatto che non invoco una disobbedienza civile. Perchè impantanarsi in rischiose e costose manifestazioni contro la legge quando possiamo riprenderci l'America con mezzi pacifici e legali?

Se il governo inizia a violare senza alcun dubbio la sua stessa costituzione, allora diventa il fautore della disobbedienza civile e le persone avranno il diritto morale e legale di resistere, come spiego ulteriormente nel Capitolo 20.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note:

[1] In 14 Stati incluso il Vermont.


Questo è un'estratto di Direct Citizen Action: How We Can Win the Second American Revolution Without Firing a Shot.


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