martedì 22 febbraio 2011

L'Ansia da Palcoscenico di Bernanke



di Johnny Cloaca


Un altro punto da evidenziare, e questa volta voglio farlo io di persona, è il fatto che poche persone stanno puntando il dito verso colui che ha innescato questa spirale di rivoluzione nei paesi più esposti all'inflazione nei prezzi. Eh si, sto parlando proprio dell'amico che sorvola i cieli col suo elicottero e ci benedice con la sua carta magica. Chi era quindi che "non" stava stampando denaro? Eh, Bernanke?

Non abbiamo bisogno di beni, abbiamo la carta! Si, giusto. Ma quando i beni sono finiti, che ci facciamo con la carta in eccedenza? Gli ultimi a cui arriva questa carta che ci fanno se non hanno nulla da comprare? Come cresce un'economia senza beni? O ancora siamo ancorati alla speranza che una volta sommersi di carta possiamo nuotarci dentro?

Domande esistenziali troppo complicate, me ne rendo conto. Ma sono complicate se si vuole pensare che lo siano, perchè finora, oltre a numeri snocciolati un pò di qua ed un pò di là si sta piantando un forcone nel culo dei risparmiatori per gettarli nel baratro della spesa sconsiderata (...tornerà di moda il mito "americano"?) che farà crescere le cifre del PIL (perchè infatti la ricchezza la si misura da quanto si spende...una corda di canapa, per favore!) ma affosserà i singoli cittadini. E il mito dei risparimatori? Che ci frega, intanto il sabato sera andiamo a cenare fuori.

Breve parentesi italiana. Per la serie, "tu vo' fa l'ammmericano"

Ma il problema rimane sempre lì, perchè non è possibile che "solo" questo inverno abbia fatto freddo in Russia, o che in Australia baracche e canguri "solo" questa stagione sono stati sbalzati per aria da qualche tempesta. Leggiamo:
«La causa però non è dovuta ad un deficit della produzione o ad eventi climatici: la siccità che ha colpito le colture di grano in Russia ed in Kazakistan o le inondazioni in Canada e nell’Europa del Nord, in Australia (quella umanamente devastante del Pakistan ha avuto un impatto minore in termini di incidenza sulla produzione agricola mondiale). Lo stesso se ne deve dire delle gelate in Argentina che hanno colpito il mais, la soia, il grano o la perdita del raccolto delle patate sempre in Russia e di altri casi. Le sommosse popolari non si possono imputare alla carestia e di certo non nelle forme in cui l’umanità l’ha conosciuta per migliaia di anni. La produzione di cereali è diminuita lo scorso anno circa del 2 % e questa diminuzione proprio non spiega gli incrementi di prezzo registratisi. In primo luogo è evidente la sproporzione tra gli incrementi di prezzo ed il decremento della produzione mondiale. In secondo luogo è facile verificare come si è potuto facilmente ovviare al calo produttivo contingente facendo ricorso alle scorte, cioè utilizzando le eccedenze rispetto ai consumi accumulatesi negli stoccaggi grazie ai raccolti record ottenuti nei precedenti anni. Dei dati Fao è anche interessante notare la forte progressione dei prezzi negli ultimi sei-sette anni: in certi casi rispetto al 2002-2004 l’incremento dei prezzi è stato quasi del 400 %, nonostante gli incrementi della produzione. L’inflazione dei prezzi all’origine non ha dunque cause tecniche o climatiche, ma finanziarie. Nasce cioè dall’enorme liquidità immessa sul mercato dalle banche centrali, ed in particolare dalla Federal Reserve americana, come da anni ormai AsiaNews è andata documentando.»[1]


Infatti se si nota che la maggior parte delle entrate dei paesi in cui sono scappiate le rivolte sono destinate a merci alimentari, si comprende in un lampo che questa marea di carta ha penalizzato in primo luogo queste persone. Ma non solo le merci alimentari stanno aumentando il loro prezzo.

Ma forse a qualcuno è passato di mente che il dollaro è una valuta internazionale, una valuta di scambio internazionale, e stampandola allegramente, va da sé, che si possono condividere con altri disgraziati gli effetti inflattivi di questa sconsideratata strategia.

Bernanke probabilmente pensava che stampando denaro i tassi di mutui ed i rendimenti dei bond sarebbero calati. Ops! Forse no:
«Un salto nei tassi dei mutui al loro più alto livello in 10 mesi ha illuminato la fragilità del mercato immobiliare che renderà difficile la sua protezione per Washington. Dati di mercoledì hanno mostrato che i tassi dei mutui fissi a 30 anni hanno raggiunto il 5,31% nella settimana finita il 4 febbraio, da un 4,81% della settima precedente. E' stato il più alto tasso sin dal fine settimana del 9 aprile 2010, ha detto il Mortgage Bankers Association.»[2]






Sono aumentati con i vari record dei settori. Secondo lui sono i primi raggi di sole dopo una tempesta. Forse. O non sarà forse che i prestatori se la stanno facendo sotto, preoccupati per l'inflazione, e stanno aumentando i tassi proprio per segnalare la perdita di fiducia nel dollaro? Infatti i prezzi stanno aumentando per tutto.

Solo il settore immobiliare ed il dollaro stanno calando. Ma le intenzioni erano "buone":
«I prezzi più alti delle azioni sproneranno la ricchezza nei consumatori ed aiuteranno ad aumentare la fiducia, il che spronerà anche la spesa. L'incremento della spesa condurrà a maggiori guadagni.»[3]


Questo succede quando si legge troppo assiduamente Krugman. Infatti ricordiamo qui il commento più cretino mai visto nella storia dell'uomo:
«Non c'è niente qui che scuoterà il mio punto di vista secondo cui la deflazione, e non l'inflazione, è la minaccia.»[4]


Forti di questa giustificazione del cazzo, il FOMC ha deciso di comprare 600$ miliardi in bond, ovvero, 600$ miliardi sono stati depositati nel sistema bancario dalla FED e 600$ miliardi di bond del Tesoro sono stati prelevati. Inoltre la FED ha reinvestito più di 400$ miliardi di titoli di mutui in maturazione che già aveva per comprare ulteriori bond. Il tutto per finanziare il deficit del Tesoro, circa un trilione di dollari infine.[5] Non solo, ma il programma andrà avanti nei prossimi mesi ad oltranza. Il risultato finora? I guadagni sono calati ed il lavoro è difficile da trovare. Ma Bernanke ha giustificato questo scempio per "promuovere il livello di occupazione" (stessa stronzata per il QE1). Sta di fatto che nel marzo 2009 la disoccupazione era al 8,1%. Ora è al 9,6%.

Il piano era infatti abbassare i tassi di mutui e bond, e ciò avrebbe spronato l'economia. Anzi, avrebbe spronato i consumi: ovvero, spendere di più di quello che si guadagna ficcandosi nel buco nero dei debiti. Perchè è bello sguazzare nei debiti, no? Leggiamo un pò di pareri sul QE2:
«Non è un enorme incentivo per fare qualcosa di diverso con la tua impresa perchè i tassi sono già bassi a pochi punti base”, ha detto Schwarzman in un'intervista a Margaret Brennan della Bloomberg Television all'UBS Wealth Management Roundtable di New York. "Il denaro ha già un valore abbastanza basso."»[6]

«Con commenti come al solito energici, Mr. Gross ha detto che la FED ha esaurito le opzioni ma ha avvertito che ulteirori QE nel lungo termine significherebbero "mettere le mani nelle tasche dei creditori attraverso l'inflazione e tassi d'interesse negativi".
"[L'assegno] scritto in trilioni non è un amico dei possesori di bond; è di fatto inflazionistico, e, se bisogna dire la verità, è qualcosa che ricorda molto lo schema di Ponzi", ha scritto secondo il suo punto di vista, dicendo che i creditori si sono sempre aspettati di essere pagati dalla crescita futura.»[7]


«"Stampare denaro per comprare i propri bond, non penso che possa andare avanti per molto", dice Cliff Asness»[8]


«"La Federal Reserve rischierebbe la sua credibilità con un secondo giro di acquisti di asset poichè tale misura potrebbe avere uno scarso impatto sulla crescita economica", ha detto Colm O’Shea, hedge fund manager a Londra che non ha avuto un anno in perdita sin dal 2004.»[9]


«"Penso che ci sia un rischio d'inflazione: la politica monetaria della Fed è molto espansiva - aggiunge - e il quantitative easing ha reso i tassi ancora più bassi per un tempo più lungo e questo crea preoccupazione. Abbiamo già visto alcuni segnali di rialzo dei prezzi, per esempio nelle commodities. Penso allora che le banche centrali dovrebbero fare una correzione, al più presto, prima che i rischi aumentino. Attualmente i tassi a zero sono vicini al livello che io stesso suggerirei, ma se dovesse prendere slancio la ripresa bisognerebbe alzarli e non penso che questo strozzerebbe la crescita. Anzi. È quindi l'ora di uscire dalle politiche anticrisi". Taylor chiede allora di "smontare, in modo ordinato, senza allarmare i mercati, il quantitative easing", che sta ottenendo risultati contrari al voluto: i rendimenti a lunga scadenza stanno salendo, invece di calare. "Non sta aiutando l'economia Usa", dice.»[10]


La pressione al ribasso sul settore immobiliare, sul dollaro e sui salari continuerà e le future generazione avranno il loro bel carico di debiti. Ora la prossima volta che vi parleranno di elezioni subito o elezioni domani, pensate solo che questi pagliacci non faranno nulla per il lungo termine e guarderanno solo alla prossima tornata elettorale. Da entrambe le parti (destra e sinistra) non ci sarà alcuna voglia di rifondare l'economia per costruire un ripagamento dei debiti (e non solo dei fantomatici interessi). Il solito e classico approccio del "stiamo facendo del nostro meglio, ma dobbiamo combattere con le lacune dell'amministrazione precedente".

Vediamo inoltre una possibile via d'uscita da questo caos:
«Taylor ritiene che questi sconfinamenti della Fed e della Bce in settori non convenzionali inquinino la divisione classica di ciò che spetta alla politica monetaria e di ciò che spetta alla politica fiscale. "La Fed oggi ha un mandato multiplo:

1. tenere bassi i tassi a lungo termine,
2. stabiltà dei prezzi;
3. ottenere il tasso migliore di occupazione.

Occorre puntare sulla stabilità dei prezzi come priorità", dice Taylor. Altrimenti si finisce come Alan Greenspan, che parte bene ma finisce male il mandato.
Le Banche centrali devono "guardare all'inflazione che è il rischio maggiore, che a causa della globalizzazione si riflette immediatamente nel resto del mondo", causando disequilibri mondiali. Se la politica monetaria deve tornare all'antico anche la politica fiscale deve ridurre il debito: "Gli Usa devono pensare a mettere i conti in ordine: molti oggi (il segretario al Tesoro, Tim Geithner, in primis) credono che un consolidamento fiscale troppo rapido potrebbe frenare la ripresa in atto", spiega. "In realtà il rischio viene dal fatto che negli ultimi tre anni le spese federali sono incrementate del 21 e poi del 25% rispetto agli anni precedenti», commenta Taylor.
Per questo i tassi devono cessare di essere troppo bassi ("la liquidità è la causa delle bolle immobiliari"), e i pacchetti di stimolo devono coinvolgere di più il business, perché "i posti di lavoro vengono creati dagli investimenti privati".»[11]


Ma non credo che qualcuno si dannerà per il settore privato (Obama in primis), và contro la politica della redistribuzione a cazzo di cane. In più l'oro ha ripreso ad andare al galoppo, quindi:
«I suoi commenti derivano dallo scenario posto dall'enorme stimolo (quantitative easing) della Federal Reserve, secondo cui molti pareri esso infine condurrà all'inflazione e ad una caduta del valore dollaro.
"La tendenza al ribasso del dollaro è terribilmente potente" ha detto Mr. Griffiths. "E' vitale capire che non avverrà alcuna ripresa significativa a lungo termine del dollaro. Continuare a possedere una valuta che sarà stampata facendola praticamente finire nell'oblio – questa è la politica ufficiale – è folle". Ha aggiunto: "Il denaro cartaceo sarà stampato fino a farlo finire nell'oblio, quindi è meglio che possediate oro e che possediate altri investimenti ancora connessi alle merci."»[12]


Negli USA, infatti, si stanno prendendo "provvedimenti" a questo riguardo: Preparatevi a fornire tutti i dati personali per ogni acquisto d'oro al di sopra i 100$.


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Note

[1] Fonte: Rivolte per il caro prezzi, il frutto della politica della FED.


[2] Fonte: US mortgage rates at 10-month high, proposals loom.


[3] Ben Bernanke presidente della Federal Reserve, Washington Post, 4 novembre 2010.


[4] Fonte: Are Rising Commodity Prices An Inflationary Signal?


[5] Questo pacchetto è conosciuto come QE2: il secondo giro di quantitative easing. Il primo giro fu nel marzo 2009. La FED annunciò che avrebbe comrpato 750$ miliardi di bond garantiti da un insieme di prestiti, 100$ miliardi di titoli di Fannie Mae e Freddie Mac e 300$ miliardi di titoli a lungo termine del Tesoro.


[6] Fonte: Schwarzman Says Fed Easing Won't Make Much Difference.

[7]
Pimco likens US to 'Ponzi' scheme, The Telegraph, 27 ottobre 2010.

[8] Intervista con Bloomberg News al Buttonwood Gathering, una conferenza organizzata dalla rivista The Economist a New York.[link]

[9] Fonte: Hedge-Fund Manager O'Shea Says Fed Risks Credibility With Asset Purchases.

[10]
John Taylor spiega i rischi della politica monetaria espansiva della Fed, Il Sole24ore, 8 febbraio 2011.

[11]
Ricette anti-crisi di John Taylor, Il Sole24ore, 7 febbraio 2011.

[12]
You're insane if you don't own gold, investors told, The Telegraph, 11 gennaio 2011.

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1 commento:

  1. ottimo articolo!!
    Bello leggere qualcosa di reale al posto delle idiozie che continuano a dire sui giornali e in tv, tipo la libia insorge perchè gheddafi è uno molto cattivo.
    Più passano le settimane e più sono convinto nell'arrivo di un'iperinflazione incontrollata anche qui da noi... credo che dobbiamo prepararci a tempi molto difficili

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