mercoledì 30 luglio 2025

Quella di Biden è stata la prima presidenza completamente guidata dallo Stato profondo

 

Non bisogna mai dimenticare fino a che punto lo Stato profondo e le principali personalità dei media generalisti si siano spinti per manipolare gli americani inducendoli a ignorare qualcosa che era ovvio a chiunque avesse occhi per vedere, perché ciò smaschera la vera natura della classe politica: uno stuolo di figuranti che si occupa delle relazioni pubbliche di coloro che prendono davvero le decisioni dietro le quinte. È raro, però, che le bugie siano così evidenti come affermare che Biden fosse vigile e che ogni video che pretendeva di dimostrare il contrario era stato fabbricato da video editor di estrema destra. È anche raro che le bugie dell'establishment si scaglino contro di loro così rapidamente come è successo durante l'ormai famoso dibattito presidenziale del giugno 2024. Una volta diventato ovvio che la bugia non avrebbe retto, l'intera scena politica anti-Trump si è ribaltata all'improvviso. Il Partito democratico sta ancora lottando per limitare i danni. La strategia più promettente è quella di provare a dare la colpa a una manciata di membri dello staff di Biden, sostenendo che hanno nascosto la verità ai media, i quali poi, involontariamente, hanno diffuso la menzogna al resto del mondo. Basta scavare un poco più a fondo per scoprire che quella di Biden era sostanzialmente il terzo mandato di Obama e con esso la cricca di Davos/City di Londra ha cercato di costruire le linee difensive per arginare la fazione dei grandi banchieri commerciali americani il cui piano era rimettere a posto i conti della nazione, staccarla dall'influenza estera e smettere di essere i “salvatori del mondo” (sia economicamente che militarmente), piano che avrebbero consolidato con la vittoria di Trump. Ora i nodi stanno venendo al pettine e ciò che non deve sorprendere per davvero non è la presidenza Biden scandita da burocrati senza volto, bensì il fatto che Obama sia un infiltrato i cui ordini arrivano nientemeno che da Londra. I politici sono solo dei figuranti, come dicevo, la cui agenda è dettata dalle fazioni dietro di essi e per decenni gli inglesi sono stati al comando del cosiddetto (e presunto) “Impero americano”.

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di Jarrett Stepman

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/quella-di-biden-e-stata-la-prima)

La “presidenza” di Joe Biden è stata uno dei più grandi scandali della storia americana. I media generalisti solo ora stanno parlando dell'incapacità mentale di un presidente che a quanto pare ha lasciato l'intera nave dello stato in balia di una burocrazia irresponsabile.

Axios ha diffuso l'audio dell'intervista di Biden del 2023 con il procuratore speciale Robert Hur.

Se avete ascoltato la registrazione e non siete stati in coma negli ultimi quattro anni, allora non c'è nulla di veramente sorprendente. L'ex-presidente è affetto da demenza senile ed è evasivo quando risponde alle domande sulla sua gestione di documenti top secret.

Alcuni miei colleghi hanno esaminato tutti i nastri e hanno scoperto che Biden “ha dimenticato i nomi dell'ex-segretario alla Difesa del presidente Barack Obama e del comico Jay Leno; ha definito l'Africa un Paese e non un continente; e non sapeva di essere in possesso di un quaderno con consigli di guerra per Obama durante il suo colloquio con il procuratore speciale Robert Hur e gli investigatori nell'ottobre 2023”.

Biden non era il tipo di persona di cui ci si poteva fidare per prendere decisioni nazionali su larga scala, o anche decisioni personali su piccola scala.

Ciò non sorprende affatto, a meno che non siate giornalisti di sinistra dei media generalisti impegnati in politica.

Se è così, sono sicuro che le notizie che emergono sulla presidenza di Biden saranno per voi delle rivelazioni sbalorditive e sconvolgenti.

I media generalisti sono scioccati, scioccati nello scoprire che Biden potrebbe non essere stato idoneo a ricoprire la carica.

La pubblicazione di queste registrazioni è stata seguita dalla notizia che a Biden è stato diagnosticato un cancro alla prostata in stadio avanzato.

La diagnosi di cancro è certamente una cosa terribile, ma l'idea che questo debba porre fine alla storia degli ultimi quattro anni è una farsa. Non potrebbe essere più chiaro ora che, a causa di disturbi mentali e fisici, Biden era una persona incapace di intendere e volere fin dal momento in cui ha assunto la carica di presidente.

Nonostante alcuni dei giornalisti chiedano di porre un freno alle discussioni sulla presidenza di Biden a causa della sua salute, la realtà è che la diagnosi di cancro non fa che sollevare interrogativi ancora più inquietanti. Si tratta davvero di una diagnosi nuova? I medici di Biden hanno davvero trascurato in qualche modo i segnali di un cancro curabile?

E questo rende la situazione del tutto senza precedenti.

Sì, il presidente Woodrow Wilson fu a un certo punto inabile durante il suo ultimo mandato, ma questo avvenne verso la fine della sua presidenza. Wilson subì una serie di ictus dopo la sua energica campagna per convincere gli americani ad aderire alla Società delle Nazioni. Sua moglie e persino i media cercarono di insabbiare l'accaduto, ma alla fine il Partito Democratico staccò la spina al suo brevissimo tentativo di candidarsi per un terzo mandato.

Non c'è stato alcun tentativo di ingannare il popolo americano e garantire un altro mandato a un presidente “quasi catatonico”, come ha detto un testimone alla raccolta fondi di George Clooney per Biden tenutasi a giugno dello scorso anno.

La situazione con Biden era ben peggiore, l'insabbiamento molto più esteso e le conseguenze decisamente più disastrose nell'era della comunicazione istantanea e delle armi capaci di distruggere rapidamente l'intera civiltà umana.

Cosa dovremmo pensare di quegli anni in cui si sono verificate molteplici crisi in tutto il mondo, gli americani sono stati privati in massa del lavoro a causa delle vaccinazioni obbligatorie, gli stati sono stati intimoriti nel consentire ai bambini di ricevere ormoni che cambiavano la vita e un candidato alla presidenza alla fine vittorioso è stato quasi incarcerato?

Ho cercato di pensare ad alcuni paragoni storici appropriati.

Il presidente John Tyler era noto ad alcuni dei suoi critici più irascibili come “la vittima di sé stesso”, essendo stato il primo vicepresidente ad assumere la carica di presidente dopo la morte del comandante in capo. L'opinione generale era che nessuno lo avesse effettivamente eletto presidente, e agli albori della repubblica la Costituzione era un po' confusa sulla possibilità che potesse assumere la carica o se si dovessero indire nuove elezioni.

Nonostante il soprannome, Tyler divenne un comandante in capo aggressivo e attivo, cosa che causò non poco disappunto tra molti nel suo partito.

Ma Biden era in un certo senso l'esatto opposto. Nonostante sia stato eletto in un'elezione molto contestata, non si è mai veramente assunto le proprie responsabilità. La letargia di Biden era pari solo alla sua mancanza di trasparenza.

Per descriverlo sarebbe meglio dire “la vittima della sua stessa irrilevanza”.

Mentre i responsabili del 46° presidente, molto probabilmente su richiesta dell'ex-presidente Barack Obama, lo guidavano in una versione estesa del film “Weekend con il morto” nel mondo reale, l'apparato federale operava per conto proprio.

Si trattava di un governo di “esperti”, o meglio, di un governo della classe dirigente che aveva ricreato il vecchio spoils system, rendendolo però totalmente irresponsabile nei confronti del popolo americano.

Le decisioni venivano prese da agenzie governative interconnesse, su richiesta dei loro alleati nel Partito Democratico che servivano.

Questa è stata la prima presidenza completamente guidata da uno Stato profondo.

A Biden è stato conferito dal Partito Democratico il titolo nominale di presidente, che sancisce il limite massimo della sua carriera, ma le funzioni e perfino le decisioni richieste dal suo incarico sono state chiaramente distribuite tra i suoi subordinati e burocrati senza volto.

Il risultato è stato un completo disastro.

Gli americani hanno giustamente perso fiducia nei loro leader e nelle istituzioni d'élite legate a questo apparato corrotto. La politica estera statunitense era, nella migliore delle ipotesi, alla deriva. I nostri nemici in tutto il mondo si sono messi in marcia. La gente temeva lo stato più di quanto quest'ultimo temesse loro.

Il risultato di queste calamità è che ci è stato suonato un campanello d'allarme in un momento di crisi. È in atto una controrivoluzione politica che forse non si sarebbe mai verificata se la sua profondità non fosse stata rivelata, almeno in parte, dall'insabbiamento mediatico riguardo l'evidente infermità di Biden.

 Ma anche se i primi 100 e passa giorni del presidente Donald Trump non potrebbero essere più diversi dai quattro anni del suo predecessore, non possiamo dimenticare quanto siano peggiorate le cose, quanto i media generalisti abbiano insabbiato l'evidente incapacità di un presidente affetto da demenza senile e quanto la burocrazia rappresenti una seria minaccia per la libertà americana.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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