lunedì 6 giugno 2011

Nixonomia al New York Times

Gli "incartapesce" hanno le ore contate. La macchina mainstream sempre al lavoro per riempire di coglionate l'opinione pubblica segna un nuovo record storico di calma serafica di fronte uno sprofondo sempre più imminente. Cosa vuol dire? La BCE sta semplicemente agendo come la FED, Trichet è il nostro Bernanke; si stanno riversando tonnellate e tonnellate di cartaccia nel corpo ormai putrescente di un cadavere. Peccato ragazzi, avete tirato troppo la corda stavolta ed ora si pagano le conseguenze. Ma mentre aspettiamo l'ufficialità del coroner, ci dilettiamo a vedere come la cartaccia venga moltiplicata ogni giorno (mi aspetto da un momento all'altro infatti, oltre ai bond UE ed ai "neuro"bond, i bond per ogni singola città, provincia, quartiere e casa). L'oro continua a far seganre record su record, anche per dichiarazioni come questa. E meno male che all'inizio fosse chiaro che ciò non dovesse "mai" accadere, ma la pianificazione centrale ha la "bacchetta magica"... almeno così crede.
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di Gary North


Il 15 agosto 1971, una domenica, il presidente Nixon sospese unilateralmente le ultime tracce del gold standard. "Chiuse la finestra dell'oro" con la sua autorità. Da quael periodo in poi, nessun governo o banca centrale è stata capace di scambiare i dollari per oro del Tesoro ad un prezzo fisso. Nixon ruppe gli accordi di Bretton Woods del 1944. Ruppe la promessa alla nazione. Imbrogliò. Era il suo modo di agire. Sin da quel momento, la politica monetaria americana è stata Nixonomica.

Otto mesi prima, annunciò la sua conversione al Keynesianismo. Questo passaggio si trova nello straordinario documentario della PBS, "Commanding Heights".

«Qualunque furono gli effetti della guerra nel Vietnam sul consenso nazionale negli anni sessanta, la fiducia crebbe nella capacità del governo di gestire l'economia e di riuscire a risolvere i grandi problemi sociali attraverso programmi come la Guerra alla Povertà. Nixon condivideva queste credenze, almeno in parte. "Ora sono Keynesiano", dichiarò nel giugno 1971 – lasciando i suoi aiutanti ad abbozzare risposte alle lettere infuriate che affluirono alla Casa Bianca dai sostenitori conservatori. Introdusse un budget Keynesiano per "l'occupazione totale", che fornì una spesa a deficit per ridurre la disoccupazione.»


Se pensate che stia provando a gettare catrame e piume sui critici del gold standard e sui difensori dell'economia Keynesiana unendo le loro idee nella figura pragmatica e bugiarda di un politico, allora siete più intelligenti di quanto vostro cognato pensi.



IL NEW YORK TIMES

Non dovrebbe essere una sorpresa che il principale organo delle posizioni ufficiali dell'Establishment americano, il New York Times, sia ostile al tradizionale gold standard o ad una qualsiasi versione del gold standard sponsorizzata dal governo.

Il New York Times soleva essere chiamato "il gold standard del giornalismo". Ma è sempre stato uno standard fiat. E come il dollaro creato dal nulla degli Stati Uniti, il suo valore continua ad affondare.

Il gold standard pone limiti alla capacità della banca centrale di creare denaro dal nulla, ovvero di contraffarlo. Ecco perchè i suoi critici lo odiano.

Oggi al centro di quasi ogni economia nazionale c'è una banca centrale che, con l'autorità del governo, ha garantito il potere di intervenire nel settore finanziario a nome di grandi banche multinazionali. Nella città delle banche multinazionali sovra-indebitate, il New York Times non vuole che ci siano limiti alla capacità della Federal Reserve di salvare le banche multinazionali sovra-indebitate.

Il Times è ben preoccupato del fatto che Ron Paul è molto famoso per la sua posizione, che è anche il titolo del suo libro, terminare la FED. Questa posizione era considerata eccentrica, anche nei circoli politici conservatori, prima che Paul concorresse alla nomina di presidente nel partito Repubblicano alla fine del 2007. La sua fu una candidatura a tempo. L'economia andò in recessione nel dicembre del 2007.

La sua posizione contro la FED si diffuse rapidamente alla fine del 2008, dopo che la FED ed il governo degli Stati Uniti salvarono le più grandi banche. Il genio anti-FED era uscito dalla lampada. Mai prima nella storia dell'America post-1913 ci fu questa enorme opposizione pubblica alla FED.

Il Times non può farci niente se non pubblicare un articolo occasionale che annuncia: "Voi sapete con chi stiamo". Ovvio che lo sappiamo. Sappiamo anche che il Times è fiscalmente assediato poichè sta andando in bancarotta.

Sappiamo che la sua influenza sta scemando, insieme a quella di tutta la stampa. Sappiamo che non ci saranno abbastanza sottoscriventi paganti per compensare le entrate in calo dalla pubblicità, che il Times di questi tempi non può controllare alla faccia dei suoi lettori in calo.

Così, in ricordo del vecchio Times, offro la mia critica sul suo recente pezzo, "Be Careful Wishing for the FED's End". Questo avvertimento credo che abbia molto senso in relazione anche a quest'altro: "State Attenti a Desiderare la Fine del Times". L'autore è Roger Lowenstein, l'opinionista finanziario interno alla compagnia.



UNA CRISI DI FIDUCIA NELLA FED

Lowenstein comincia con uno dei più confortanti paragrafi della mia vita intellettuale.

«Ben S. Bernanke, il presidente della Federal Reserve, deve affrontare uan crisi di fiducia. Viene criticato dalla destra per la svalutazione della valuta e dalla sinistra per aver fallito nello stimolare l'economia più di quanto avessse fatto. L'ha presa così male che la scorsa settimana Mr. Bernanke, che preferisce discutere delle politiche monetarie con professori come lui, si è sottomesso al trattamento indegno di una conferenza stampa informativa. Tra i non invitati c'era Ron Paul, che sta accarezzando l'idea di concorrere alle presidenziali, e che, se fosse eletto nel 2013, celebrerebbe il centenario della FED nient'altro che con la sua... abolizione.»

Riflettete su questo paragrafo. Mai prima d'ora nella storia della FED un suo presidente ha affrontato questo tipo d'opposizione.


«E ciò mi fa venir da pensare: Che succederebbe se non ci fosse la FED? Non ridete; è già successo prima d'ora. Gli Stati Uniti avevano una banca centrale primitiva, concepita da Alexander Hamilton, ma il presidente James Madison lasciò che il suo attot istitutivo decadesse nel 1811.»

Madison non fece nulla del genere. Secondo i termini della sua incorporazione, decadde automaticamente, e nessun presidente aveva alcuna autorità per impedire che decadesse.

Lowenstein non dice che, durante la lunga battaglia per la re-introduzione dell'atto costitutivo della Banca, Albert Gallatin, il segretario del Tesoro, favorì tale atto dal 1809 al 1811. In nessuna occasione venne licenziato da Madison oppure fosse chiaro che egli non parlasse a nome di Madison su tale argomento. Madison ebbe due anni per fare ciò; Gallatin esercitò ripetute pressioni sul Congresso per ripresentare l'atto costitutivo. Nel 1811 il voto per re-introdurre l'atto costitutivo fallì per un voto alla Camera. Al Senato il voto finì in pareggio; il vice presidente Clinton votò contro. Pertanto Madison non lasciò che l'atto costitutivo della Prima Banca decadesse. Lo fece il Congresso, per poco. Se Madison si fosse opposto pubblicamente alla re-introduzione dell'atto costitutivo, i voti non sarebbero stati così vicini. Ma rimase in silenzio. Laciò che Gallatin parlasse per lui. Nel 1816 Madison favorì la creazione della Seconda Banca degli Stati Uniti. Firmò la legge.

Avendo fuorviato i suoi lettori riguardo la Prima Banca degli Stati Uniti, Lowenstein va avanti ad ingannarli circa la seconda Banca, ovvero, la Banca di Madison.


«Una seconda banca dello stesso tipo divenne il bersaglio del presidente Andrew Jackson, che la vedeva come "un'idra" ed una "maledizione" per la nazione. Jackson cercò di abolire la banca e, nel 1836, ci riuscì. Senza badare che l'anno successivo gli Stati Uniti affondarono in un serio panico finanziario. La maledizione fu scongiurata, e non si sarebbe ripresentata per quasi un secolo.»

Senza badare? Ecco quello che vuole che i suoi lettori non sappiano. Il presidente della Banca, Nicholas Biddle, avviò un'istanza per re-introdurre l'atto istitutivo nel 1831, cinque anni prima. L'elezione del 1832 fu combattuta principalmente sulla re-introduzione dell'atto istitutivo della Banca. Jackson pose il veto sulla legge della re-introduzione dell'atto istitutivo. Il Congresso fallì nell'annullare il veto. Il partito di Jackson ottenne una travolgente vitoria a novembre. Il governo cessò di depositare fondi nella Seconda Banca. La banca di Biddle iniziò a richiedere prestiti, per conformarsi alla pressione di Jackson. Questa azione fallì. Il panico del 1837 fu il risultato di un'espansione tramite riserva frazionaria a livello statale, 1833-1836, sulla quale il governo degli Stati Uniti non aveva controllo costituzionale.

Se il governo degli Stati Uniti avesse semplicemente rifiutato di depositare gli introiti delle tasse nelle banche, trattenendoli e trattandoli come "riserve in eccesso", tanto per usare la nomenclatura dell'odierna Federal Reserve, non ci sarebbe stato nessun boom o bust, 1833-1837. Questa idea era ben conosciuta. Era chiamata il sistema del Tesoro indipendente.

Ci fu un afflusso d'argento, 1833-1837, a causa delle politiche inflazionistiche del governo di Sant'Anna. Fu il risultato della legge di Gresham: un tasso di cambio fisso per l'argento. Questo afflusso non ebbe nulla a che fare con Jackson o la Seconda Banca. La base monetaria crebbe. I riquisiti di riserva non furono aumentati dalle banche statali, inclusa la Banca degli Stati Uniti, ancora gestita da Biddle. Il problema era la riserva frazionaria delle banche commerciali, come sempre: la licensa autorizzata dallo Stato di contraffare il denaro.



SE NON CI FOSSE LA FEDERAL RESERVE

L'Establishment non può più immaginare il denaro senza una banca centrale come non potrebbe concepire i programmi televisivi standard senza la Commissione comunicazioni federali del 1970 o i biglietti aerei senza l'Ente per l'aviazione civile del 1977.

«Stabilita nel 1913, la FED doveva essere un banchiere per le banche della nazione, che controllava l'offerta di denaro e, quindi, il valore della valuta. Senza la FED qualcun'altro dovrebbe gestire questi (ed altri) obiettivi della banca centrale.»

Sotto la gestione della FED c'è stata inflazione monetaria nella Prima Guerra Mondiale, poi la recessione del 1920-1921 e poi l'inflazione monetaria ed il bust del 1926-1930, seguito dalla Grande Depressione. Stabilità? Neanche per sogno.


«"Il denaro" osserva lo storico della FED Allan H. Meltzer, "non si prende cura di se stesso". Ma chi altro potrebbe regolare il valore del denaro? E regolare il suo valore in relazione a cosa?»

Perchè il denaro non può "prendersi cura da sé"? Perchè i governi vogliono controllarlo. Le leggi sui contratti servono per altri mercati. Perchè non per il denaro? Perchè il denaro dovrebbe essere sotto il controllo di un sistema di 12 banche private che sono sotto una commissione del governo?


«Alla sua fondazione, gli Stati Uniti definirono il dollaro con un esplicito peso in oro o argento.»

No, non lo fecero. Il dollaro è sempre stato regolato da un silver standard. Poi fu stabilito dal governo un controllo sui prezzi con l'oro, che condusse alla legge di Gresham. A volte sarebbe stato l'oro ad essere in scarsa offerta, a volte l'argento. Ecco cosa i controlli sui prezzi producono: eccessi e scarsità.


«Durante la prima metà del diciannovesimo secolo, le banche statali emettevano banconote, preferibilmente sostenute dal metallo, che circolavano all'incirca come fanno oggigiorno i dollari. Ma dal momento che queste banche erano private e differivano ampiamente nei loro standard, le loro banconote avevano diversi valori. In effetti, il paese aveva diversi tipi di "denaro".»

I tassi di cambio fissavano il valore di queste banconote, proprio come il libero mercato fa nei mercati valutari di oggi. Con la computerizzazione dei giorni nostri, questo non è un problema. Il governo può stabilire quale valuta richiedere per i pagamenti delle tasse. L'oro sarebbe una buona scelta. Il governo non ha bisogno di fissare i rapporti tra le valute. Non ha bisogno di monopolizzare il denaro. Ma i politici si.


«Gli Stati Uniti si mossero per normalizzare la situazione durante la Guerra Civile. Venne ristretta l'emissione di banconote a favore di quelle delle banche federali, alle quali venne richiesto di possedere i bond del Tesoro (come anche l'oro) nelle riserve.»

Il governo fece ciò per guadagnare più controllo sull'offerta di denaro. Sospese il pagamento in oro nel 1861 – una violazione del contratto. Poi creò i "greenback" – denaro cartaceo sostenuto da nulla – in un'ondata di inflazione nei prezzi. Il Sud fece lo stesso, solo però in modo peggiore. Era un furto: prima la sospensione dei pagamenti in metalli, poi l'inflazione.


«Se la FED dovesse essere seppellita, questo breve stralcio di storia fornisce alcuni indizi sulle alternative. Una soluzione sarebbe che le banche private emettessero denaro – che porti forse le somiglianze di Jamie Dimon ed il sigillo della sua banca, JPMorgan Chase. In alternativa, potrebbe farlo il Tesoro.»

Qualsiasi tipo di agenzia privata potrebbe emettere denaro. Il mercato deciderebbe quale usare. Il denaro legato all'oro o all'argento godrebbe di un grande vantaggio. Le banche fanno ciò ora, ma senza essere legate all'oro. Le loro cifre sono il denaro.

Semmai il governo emettesse denaro, allora l'iperinflazione sarebbe un fatto certo. Sarebbe un'economia come quella dei greenback, che in tempi moderni è sempre politica ed inflazionistica. Sull'economia greenback, clicca qui.



IL GOLD STANDARD

Fintanto che i contratti non sono violati, il denaro privato potrebbe funzionare molto meglio rispetto a quello della Federal Reserve legalizzato e contraffatto. Qualsiasi impresa potrebbe emettere dei Pagherò per monete d'oro o d'argento o di platino di un peso e taglio specifico. Basta che sia sicuro che abbia riserve di metalli.

«Ma cosa rappresenterà il denaro? L'oro è la prima risposta ovvia. James Grant, lo scrittore della newsletter, autore e gold bug per eccellenza, afferma che il denaro aureo è superiore al denaro "fiat" della FED. Con fiat intende che ha solo valore perchè la FED dice così (il parlamentare Paul, meno diplomaticamente, si riferisce alle banconote della Federal Reserve come "contraffatte" ed alla FED come ad un decisore dei prezzi).»

Grant ha ragione. Paul ha ragione. Il denaro fiat è denaro contraffatto. Lasciate che le banche emettano ricevute di riserva sostenute al 100% dall'oro. Le leggi sui contratti prenderanno il sopravvento. Ci sarà un mercato per le monete d'oro.


«Supponiamo che in un qualsiasi sistema monetario, alcune autorità debbano fissare sia il prezzo del denaro sia l'offerta. McDonald può fissare il prezzo di un hamburger e lasciare che il mercato consumi la quantità che desidera – oppure può insistere a vendere una quantità specifica, nel quale caso la domanda del consumatore determinerà il prezzo.»

Non lascerò che si supponga niente del genere. Non c'è logica. Oro, argento e platino sono limitati dai costi di estrazione, ma non c'è nessuna offerta di denaro fissata. Non c'è mai stata nella storia dell'uomo. La frase è concettualmente e storicamente ridicola. Nessuna autorità ha bisogno di fissare l'offerta o il prezzo di niente.


«La FED ha una possibilità simile col denaro. La FED di Bernanke, che sta provando a stimolare l'economia, regola il prezzo del denaro – il tasso d'interesse – attualmente allo 0,0%. Paul Volcker, che assunse il comando della FED nel 1979, quando l'inflazione era dilagante, scelse la tattica opposta. Mr. Volcker fornì una specifica (e, mi permetto di dire, misera) quantità di liquidità, lasciando che i tassi d'interesse andassero dove era direzionato il mercato – infine al 20%. C'è un elemento di scelta arbitraria in entrambi i casi.»

L'elemento di scelta arbitraria è il cuore del problema: infine sarà usato impropriamente. Le cheerleader della banca centrale vogliono farci credere che i saggi e stipendiati burocrati dovrebbero controllare la base monetaria. C'è un problema qui: questi burocrati devono lasciar decidere quanto valga il denaro ai banchieri, agli speculatori ed ai governi. Non possono determinare ciò con la loro stessa autorità.


«Il gold standard, in effetti, rimpiazza la FED con la saggezza collettiva (o fortuna) dell'industria mineraria. Piuttosto che affidare l'offerta di denaro ad un guru o ad un professore, il denaro è limitato dalla quantità di lingotti.»

C'è arrivato! Il sistema dei diritti della proprietà privata limita l'offerta di denaro, cosicché né i politici né le commissioni della banca centrale possono controllare il nostro denaro. Possiamo fidarci dei costi d'estrazione con maggiore fiducia rispetto a politici con pistole e distintivi ed una stampante.


«La legge, all'inizio del ventesimo secolo, affermava che i dollari dovevano essere sostenuti per il 40% da oro. Questo fissava il dollaro in relazione al metallo ma non in relazione a cose, come scarpe o lacci, che i dollari poetvano acquistare. Ciò perchè la quantità di lingotti che le banche avevano nelle riserve, in relazione alla grandezza dell'economia, fluttuava. Come uno storico notò, era come se "il metro di misurazione del valore nel 1879 valeva 36 pollici...46 pollici nel 1896, 13 pollici e mezzo nel 1920".»

Chiunque fosse questo storico sconosciuto, era economicamente ignorante. Il denaro non è una misura. E' un'istituzione sociale basata su un contratto. Il governo vuole prenderne il controllo, cosicché possa creare denaro dal nulla e pertanto imporre una tassa attraverso l'inflazione piuttosto che tassare gli elettori direttamente.


«Il gold standard – che John Maynard Keynes riteneva una "reliquia barbarica" – condusse a deflazioni rovinose.»

Non c'è mai stata nessuna deflazione rovinosa basata su un'offerta d'oro. L'offerta d'oro aumenta costantemente, sebbene lentamente. Ci furono molte deflazioni basate sulla riserva frazionaria – permesse dal denaro fiat – quando le sovra-indebitate (super contraffatte) banche vennero assediate da assalti agli sportelli.


«Quando le riserve d'oro si contrassero, lo fece anche l'offerta di denaro. David Moss, un professore di Harvard, afferma che gli Stati Uniti sperimentarono più panico bancario negli anni senza una banca centrale rispetto a qualsiasi altra nazione indutrializzata, quando le persone temevano per la qualità della carta; nello specifico, nel 1837, 1839, 1857, 1873 e 1907.»

Gli Stati permisero la contraffazione alle banche commerciali. La Costituzione non autorizza il governo degli Stati Uniti ad intervenire per fermare questa pratica. Ecco così il federalismo. Ecco cos'era il Decimo Emendemanto, prima che fosse abbattuto dalla Corte Suprema.



LA CREATURA DI JEKYLL ISLAND

L'Establishment ammette occasionalmente che l'incontro del novembre 1910 a Jekyll Island era una riunione. Ma non era una cospirazione. Non del tutto. La differenza è questa... Ci deve essere una differenza... Tuttavia, era per il bene comune.

«La FED fu concepita per alleviare tali crisi; cioè, per essere "prestatore di ultima istanza". Questa funzione fu soddisfatta, ad hoc, dal finanziere J. P. Morgan nel panico del 1907. Ma Morgan era vecchio, destinato a morire l'anno in cui la FED fu creata; c'era bisogno di una certa istituzione. L'ostilità verso le banche centrali, una tradizione americana, era tale che nel 1910, legislatori e banchieri si riunirono a Jekyll Island, Ga. – sotto lo stratagemma di andare a caccia d'anatre – per abbozzare un progetto.»

La FED fu concepita per salvare la grandi banche di New York. Fu giustificato come uno strumento per scacciare le crisi. E, si, fu una cospirazione consumata a Jekyll Island da un gruppo di banchieri e da Nelson Aldrich, suocero di John D. Rockefeller, Jr.


«Parte dello scopo della nuova banca centrale era una offerta di denaro più flessibile – per esempio, prestare ai contadini in inverno. Un altro era prestare nonostante un panico – sebbene solo ad istituzioni solventi e su garanzie sensate. Il gigante delle assicurazioni l'American International Group – il beneficiario di un salvataggio controverso nel 2008 – non avrebbe avuto i requisiti.»

AIG sicuramente aveva i requisiti nel 2008. Ecco cos'è la "flessibilità": salvare gli addetti ai lavori.

Gli agricoltori in inverno. Giusto! Come se la FED si preoccupava dei miseri contadini, allora ed ora. La FED salvò le fattorie negli anni venti? No. Salvò le banche impegnate con le fattorie, nel 1930-1933? No. Ad ogni modo, i prezzi del grano si aggiustano in inverno. A questo servono i prezzi della vendita. Ecco perchè i tassi d'interesse cambiano. Le condizioni cambiano. Non si ha bisogno di contraffare per appianare la domanda e l'offerta in base alle stagioni.


«Nei suoi primi giorni di vita la FED mantenne il gold standard – imponendo tramite questo una ristrettezza monetaria anche nel 1931, nel mezzo della Grande Depressione. Oggi gli economisti considerano questo un errore.»

Questa è l'eredità intellettuale fuorviante di Milton Friedman. La FED non restrinse il denaro, nel 1930-1931. Si veda il grafico fornito da un vice-presidente della Federal Reserve Bank di St. Louis. La base moentaria era piatta.

Il denaro si restrinse perchè 9,000 banche fallirono. Ciò cessò nel 1934, quando fu creato il FDIC. La FED non aveva alcuna autorità o capacità per salvare 9,000 banche.


«Le circostanze sono rilevanti per coloro che immaginano un futuro senza la FED. L'Inghilterra ha abbandonato il gold standard; le persone richiesero di commerciare dollari per oro, preoccupate che gli Stati Uniti avrebbero compiuto lo stesso passo. Il professor Meltzer ne deduce che il gold standard non funziona per un solo paese; la cartamoneta cattiva corrompe quella buona.»

Questa è una visione della legge di Gresham di una persona male informata: secondo cui il libero mercato premia la cattiva moneta. Quando ci sono tassi di cambio fissi imposti dal governo – controllo sui prezzi del denaro – il denaro artificialmente sopravvalutato scaccia il denaro artificialmente sottovalutato. In altre parole, i controlli sui prezzi creano eccessi e scarsità. Ogni economista sa questo. Ogni economista che promuove la legge di Gresham senza spiegare questo fattore del controllo sui prezzi sta provando a vendere fumo. Lowenstein è uno a cui è stato venduto del fumo.



UN'ALTERNATIVA ALL'ORO

Qui è dove Lowenstein lascia che la sua immaginazione vaghi libera.

«Un'alternativa all'oro, ed alla FED, fu suggerita dall'eroe di Mr. Bernanke, Milton Friedman: lasciare che un computer governi l'offerta di denaro. John Taylor, in precedenza funzionario del Tesoro, ha ricavato una formula, la Regola di Taylor, con cui la politica della FED spesso si trova d'accordo. Adottando la formula in modo meccanico si ridurrebbe un poco il deficit, dal momento che la FED potrebbe licenziare ognuno dei suoi 200 economisti. Il problema con una formula (anche con il suo vantaggio) è la sua mancanza di flessibilità. Alan S. Blinder, in precedenza vice-presidente della FED, nota che una stretta adesione alla Regola di Taylor durante la recente crisi avrebbe generato un tasso d'interesse negativo del 5% (cioè, l'economia era così debole, e le persone così riluttanti a stipulare prestiti, che il computer avrebbe pagato le persone il 5% l'anno affinchè avessero stipulato prestiti). Essendo ciò inattuabile, Mr. Bernanke si è mosso pre improvvisare un rimedio alternativo ai tassi d'interesse negativi.»

Questi sono dei palloni gonfiati. Non c'è alcuna regola di Taylor alla FED. Questa è la mia opinione e quella di Ron Paul. Non ci sono regole. Sapete: "flessibilità", come la chiama Lowenstein. C'è solo improvvisazione, come:
  1. raddoppiare la base monetaria,
  2. scambiare i buoni ordinari del Tesoro al valore di facciata per asset tossici posseduti dalle grandi banche di New York e
  3. prestare miliardi a grandi banche estere.


«Se il computer fosse spento e la FED chiusa, il professor Meltzer suggerisce che il dollaro avrebbe potuto essere sostenuto dagli euro, dalle sterline e dagli yen (e, infine, dai renmibi). Questo nuovo denaro avrebbe richiesto che ognuno dei poteri finanziari fosse vincolato ad un tasso-obiettivo di inflazione – diciamo, il 2% l'anno. Le persone che non si fossero fidate del fatto che il dollaro avesse mantenuto il suo valore avrebbero potuto scambiarlo con gli euro. Ora ci sarebbe un'idea che delizierebbe il Tea Party – il denaro americano sostenuto dalla Francia.»

Il professor Meltzer può dire quello che vuole. Nessuno deve credergli. Di sicuro non io.

Il dollaro non è sostenuto da nulla e non lo è stato sin dal 15 agosto 1971, quando Nixon senza autorizzazione sospese i pagamenti in oro alle banche centrali estere. Nixon fu un tiranno meschino, ma il Congresso e le aziende se ne rallegrarono. Impose controlli sui prezzi e sui salari. Più rallegramenti. Ben Bernanke presiede la Nixonomia, come lo hanno fatto tutti i presidente del Consiglio Direttivo della FED. Ma nessuno dell'Establishment vuole chiamare il sistema per quello che in realtà è: Nixonomia.


«Questo sistema non è profondamente differente da quello di oggi. Abbiamo, infatti, il denaro creato dal nulla, convertibile in valute estere e regolato, non sempre con successo, con l'intento di sostenere (oppure non deprezzandolo troppo rapidamente) il potere d'acquisto del dollaro. E se il denaro è un'unità di valore, è difficile concepire un parametro migliore del potere d'acquisto.»

Capisco. Un parametro. Questo "parametro" è affondato per circa il 95% sin dal 1914, l'anno che comparve la FED. Potete verificare ciò con il calcolatore dell'inflazione del Bureau of Labor Statistics.


«Ma la FED, grazie ad una legge del Congresso del 1978, e forse alla cultura sospettosa americana avversa alla banca centrale, ha un duplice compito – proteggere il valore del dollaro e promuovere la crescita a lungo termine e l'occupazione. In ciò differisce (almeno per grado) dalle altre banche centrali e da quella europea. In molti modi, questa missione – il potere diffuso della FED ed il ruolo nell'economia – giace alla base del malanimo che gli americani provano per la FED.»

Questa non è una duplice missione. E' una duplice dichiarazione di relazioni pubbliche. Il Congresso non ha specificato nessun numero. La FED si inventa le cose strada facendo... davvero.


«I puristi del sistema bancario vorrebbero, se non abolire l'istituzione, ritornare al funzionamento precedente a Jekyll Island. Sono, in un certo senso, l'equivalente finanziario dei costituzionalisti. Ha preso piede la nostalgia, ma anche il pragmatismo. Mr. Bernanke ed i suoi colleghi potrebbero essere in difetto, ma la democrazia si fida del potere di eleggere, nominare e, se necessario, rimuovere. E' giusto lamentarsi dei loro presunti eccessi – per esempio, il bilancio gonfio della FED nel nome dello stimolo, o "quantitative easing". Un'altra cosa è immaginare che regolare il denaro potrebbe essere semplice come lo era nel 1913, oppure che una formula, o una reliquia barbarica, possa compiere questo lavoro.»



CONCLUSIONE

Secondo il suo punto di vista, i difensori del gold standard sono delle buffe reliquie del passato, proprio come l'oro. Scrive: "Sono, in un certo senso, l'equivalente finanziario dei costituzionalisti. Ha preso piede la nostalgia, ma anche il pragmatismo". Così seguire la Costituzione è nostalgia. Questa è l'idea di un mondo senza la creatura di Jekyll Island.

Quello che Lowenstein vuole è il pragmatismo. Sapete: flessibilità.

Questo è quello che ogni banchiere centrale vuole. Anche ogni dittatore.

Sicuramente Richard Nixon lo voleva.

E' quello che Ron Paul non vuole. Nemmeno io.

Terminate la FED.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


1 commento:

  1. In questi giorni sono state spese moltissime parole riguardo alla cinquantesima ricorrenza dell'ordine 11615 di Nixon, o meglio conosciuto come recisione definitiva dagli ultimi residui del gold standard, quindi oltre a dare un breve contesto farò parlare quattro grafici chiave per capire come è andata da allora fino ad oggi. Ma soprattutto il prezzo che s'è dovuto pagare e chi l'ha pagato... e lo sta ancora pagando.

    All'epoca lo zio Sam aveva un deficit da $25 miliardi (roba da ridere adesso, ma allora era qualcosa di straordinario in tempo di pace) e stava soffrendo di un deflusso importante di oro dai caveau della NYFED. Più stampava, più gli stranieri ritiravano il loro oro al prezzo di $35 l'oncia... un affare per come salivano invece i prezzi spot. L'uscita definitiva dal gold standard avrebbe messo un freno al deflusso d'oro (ovviamente) e portato rinnovata prosperità attraverso una gestione più capillare dell'economia attraverso il denaro scoperto (ovviamente no, visto anche che nel 1973 arrivò un'altra recessione).

    Nixon aveva annunciato il gennaio precedente di essere keynesiano e lo stesso valeva per Burns allora capo della FED. La teoria keynesiana, oltre a considerare l'oro una reliquia barbarica, insegnava che esiste un compromesso tra inflazione dei prezzi e disoccupazione: durante una recessione uno stato doveva spendere più denaro e la banca centrale doveva espandere l'offerta di moneta. Ciò avrebbe fatto salire i prezzi, ma presumibilmente ridotto la disoccupazione. Peccato che la realtà fosse in "disaccordo": la FED continuava ad espandere l'offerta di denaro, i prezzi continuavano a salire, ma la disoccupazione non scompariva. Le due recessioni degli anni '70 hanno sottolineato che la credenza keynesiana nel compromesso tra inflazione dei prezzi e disoccupazione era concettualmente errata.

    Ciò significava che la banca centrale poteva espandere l'offerta di moneta senza restrizioni, tutto quello che doveva fare era comprare il debito del governo degli Stati Uniti e di quello ce n'è sempre in abbondanza. Il risultato è stata una vasta espansione del debito federale e un mastodontico aumento dell'offerta di moneta, specialmente dal 2009 in poi. Nixon, da buon keynesiano, aveva in mente solo il breve termine; adesso facciamo i conti con il lungo termine e le conseguenze nefaste di quella decisione. Ricordate: il caos socio-politico di oggi non è altro che l'eredità di quell'ennesima scelta economica scellerata, un sistema monetario quello attuale che ha raggiunto la sua data di scadenza.

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