martedì 17 giugno 2014

Facebook abbatterà lo stato?

L'articolo di oggi di North è possibile traslarlo anche per quanto riguarda i nostro governo. Dopo che Renzi è entrato a far parte dei cosiddetti "dirigenti politici di spicco," è finito nel mirino della satira e degli sbeffeggiamenti. Perché? Perché il suo percorso non è diverso da coloro che l'hanno preceduto: un mucchio di retorica e tante menzogne. Basta dare un'occhiata alle cifre del DEF stilato dall'amministrazione Renzi per rendersene conto. Andate a pagina 21, ad esempio, e scoprirete come le chiacchiere dei dirigenti politici siano solo fumo per nascondere i veri intenti. Nei prossimi anni avremo a che fare con una spesa sempre crescente e un livello di tassazione in aumento. Basti pensare, ad esempio, che dal primo di luglio, in virtù della tassazione delle "rendite finanziarie," i depositi bancari ed i certificati di deposito verranno caricati di un 36% di prelievo fiscale sugli interessi. Parliamo di interessi intorno al 2%, perché è fuori dal mondo che di questi tempi le banche italiane possano offrire qualcosa di superiore. Ma gli annunci sono stati tanti, tutti indirizzati a creare sensazionalismi senza alcuna base concreta ad uno sguardo più attento. Lo stesso vale per il cosiddetto "Job Act," il quale non fa altro che perpetrare il grande distacco tra imprenditori e lavoratori i quali non possono stilare accordi volontari tra di loro. I contratti aziendali sono un'utopia, solo lo stato sa meglio cosa è bene per tutti noi. Il contratto nazionale resta un obbligo, andando a strizzare l'occhiolino (ancora una volta) ai sindacati fonte inesauribile di rigidità nel mercato del lavoro. Con un panorama così distorto e decadente, come sorprendersi se poi gli investimenti esteri se la danno a gambe levate?
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di Gary North


Sto per farvi una domanda retorica: Quando è stata l'ultima volta che avete visto una vignetta politica positiva su Obama?

Non è solo un problema di Obama. Quante vignette positive avete visto su George W. Bush dopo il 2003?

Del resto, quante vignette positive avete visto su Bill Clinton? Quanti vignettisti politici hanno difeso Clinton durante lo scandalo Lewinsky?

Questo è un trend: quando si parla di media pubblici, le critiche al presidente sono molto più probabili che un suo supporto, articolo dopo articolo, vignetta dopo vignetta. Le pagine dei giornali tradizionali possono difendere un presidente, ma se si leggono gli articoli quello che viene trasmesso non è altro che negatività.

I politici devono affrontare questa realtà nei media nazionali: "Se sanguina, affonda il colpo." Le cattive notizie di solito ottengono la priorità su quelle buone. L'unica eccezione sistematica è stato il sito web HappyNews.com. Un mio amico l'ha creato anni fa, ma non ha mai trovato un modo per farci soldi. L'ultimo post è del 15 ottobre 2013. Le notizie buone sono finite.

Basta chiedere ad Obama.



KROKODIL

Nel 1922 c'era una rivista umoristica in Unione Sovietica con questo nome: Krokodil. La sua critica era limitata a quei gradini più bassi del governo, ma solo da un punto di vista umoristico. Lenin comprese che c'era un lato oscuro nell'umorismo russo, e sapeva che era una minaccia per il suo regime. Anche Stalin lo capiva altrettanto bene. I governanti capirono che questo tipo di umorismo nero doveva avere delle briglie. Cercarono di controllarlo. Vi posero dei limiti. Ma non tentarono di sopprimerlo del tutto. Sapevano a cosa sarebbero andati incontro. Anche nei gulag c'era umorismo. Esempio:

    Da quanto tempo sei dentro?

    Venti anni.

    Che cosa hai fatto?

    Niente.

    Sciocchezze. La condanna per niente è soli dieci anni.

In Unione Sovietica la letteratura metropolitana continuò a circolare, e al progredire della tecnologia di riproduzione digitale crebbe anche la sua portata di pubblico. (La legge fondamentale dell'economia è questa: "Quando il prezzo scende, aumenta la domanda.") Questa cosa veniva chiamata samizdat. Contribuì ad indebolire l'Unione Sovietica. Ci sono voluti decenni, ma alla fine la legittimità di quel governo scomparve.

Oggi, in particolare su Facebook e in generale su Internet, ci sono mezzi per ridicolizzare lo stato, e quest'ultimo non può farci niente. Il costo di questa operazione è sostanzialmente zero. Il costo marginale di creare una vignetta negativa è di gran lunga compensato dai rendimenti marginali di attaccare lo stato. Non finirà tanto subito, anzi non finirà affatto.



FIDUCIA IN DECLINO

L'azienda di sondaggi Rasmussen ha rilasciato alcune cifre sorprendenti.

Il trentasette per cento (37%) dei probabili elettori degli Stati Uniti ora teme il governo federale, secondo un nuovo sondaggio della Rasmussen Reports. Il quarantasette per cento (47%) no, ma un altro 17% non ne è sicuro.

Forse perché il 54% degli intervistati ritiene (in parte) che il governo federale rappresenti una minaccia alla libertà individuale piuttosto che un suo protettore. Solo il 22% considera il governo federale come un protettore dei diritti individuali, e questo dato è in calo rispetto al 30% dello scorso novembre. Leggermente di più (24%) sono gli indecisi.

Nel dicembre 2012 gli elettori erano equamente divisi su questa questione: il 45% aveva detto che il governo federale era un protettore dei diritti individuali, mentre il 46% lo descriveva come una minaccia a tali diritti.

Raramente vengo colpito dai sondaggi, perché so come i sondaggisti possono strutturare le domande in modo da influenzarne l'esito. Ma quando la stessa azienda pone la stessa domanda, ed i risultati sono significativamente diversi, faccio attenzione. Qualcosa di fondamentale potrebbe cambiare.

La variazione delle percentuali è notevole. Stiamo assistendo ad un fondamentale ripensamento sul governo federale da parte del popolo americano. La domanda è questa: perché?

Potremmo dare la colpa ad Obama, ma l'opinione pubblica su Obama è stata abbastanza costante. Non è un presidente popolare, ma non è nemmeno un presidente odiato. I sondaggi indicano che il 45-50% del popolo americano pensa che stia facendo un buon lavoro. Questi risultati vanno su e giù. Non c'è stato alcun cambiamento di rilievo sin dalla metà del 2009.

Se Obama non è il motivo principale di questo calo di fiducia nel governo americano, allora che cosa lo è? C'è ostilità nei confronti dell'ObamaCare. Forse questo può spiegare il cambiamento. Ma il programma non ha ancora dimostrato di essere un disastro totale. L'applicazione delle sue regole continua ad essere rinviata. Non ha intaccato la tipica famiglia americana. Nessuno sembra sapere esattamente cosa stia per accadere per quanto riguarda la disponibilità delle polizze, il prezzo delle polizze e il numero di persone che saranno coperte quando nel 2016 arriveranno le elezioni presidenziali.

Se questo calo di fiducia, soprattutto nei confronti del Congresso, è parte di un disegno a lungo termine, allora entro un decennio la fiducia nel governo federale diventerà quasi inesistente. Il tasso di declino della fiducia è notevole. Tutto ciò che declina del 3% l'anno è in grossi guai. Ma tutto ciò che diminuisce di cinque punti percentuali in un anno non solo è in grossi guai; è sull'orlo del collasso. "Solo il 19% della popolazione ora crede che il governo federale possa fare la cosa giusta in determinate situazioni, un calo rispetto al 24% del giugno dello scorso anno."

Mi sembra significativo che non ci sia già una crisi all'orizzonte. Le cose stanno andando discretamente, eppure c'è un calo incredibile di fiducia nel governo federale.

Visto che non sappiamo cosa abbia causato questo declino, non sappiamo cosa potrebbe invertirlo. Quando l'80% degli elettori penserà che il governo federale non potrà più essere degno di fiducia, saremo di fronte ad un cambiamento epocale nell'opinione pubblica. A questo punto la fiducia nel governo federale sarà irrecuperabile. Quando solo un quinto della popolazione si fida del governo, la legittimità svanisce. Eppure è tale legittimità che persuade la gente a cooperare volontariamente con le norme ed i regolamenti dello stato. Se però la popolazione è convinta che il governo federale non sia degno di fiducia, allora diminuirà la sua volontà di continuare ad obbedire alle regole del governo federale. E' la cooperazione volontaria, non la minaccia della forza, che rappresenta il fondamento di ogni governo civile. Se qualsiasi settore dello stato ricorresse alla forza fisica e alla minaccia di sanzioni per obbligare l'obbedienza, esso non sopravviverebbe molto a lungo. E' l'obbedienza volontaria della popolazione, basata sulla tradizione e su un senso di legittimità morale dello stato, che giorno dopo giorno la convince a fare quello che dice lo stato.



RESISTENZA PASSIVA

La resistenza passiva abbatterà qualsiasi istituzione. Questa fu l'intuizione di Saul Alinsky una generazione fa, e quella di Mohandas Gandhi negli anni '20 e '30. Quando le persone ritirano il loro sostegno ad un'istituzione, poiché credono che non sia più affidabile, i suoi giorni di vita sono contati.

Le persone cooperano per un sacco di ragioni. Non vogliono guai. Non vogliono subire un procedimento penale da qualche agenzia federale. Non conoscono i limiti della legge. Vogliono solo badare ai loro affari quotidiani, e sono disposte a rimanere negli schemi di comportamento abituali proprio per evitare guai. Ma i dirigenti del governo federale non dovrebbero aspettarsi una simile cooperazione quando il gioco inizia a farsi duro. Quando eventi esterni perturbano la vita di un gran numero di persone, le loro abitudini cambieranno. Se coglieranno un vantaggio nell'infrangere le regole, inizieranno ad infrangerle. Non saranno trattenuti dalla loro coscienza, proprio perché non crederanno più che il governo federale stia operando su una base morale.

Questo brusco calo della fiducia non è stato innescato da un evento particolare. In altre parole, il governo federale non può invertire questo declino cambiando la sua posizione su una particolare legge o imposizione. Niente di particolare, a questo pare sia dovuto il declino della fiducia nello stato. Quest'ultimo deve quindi sperare che suddetto declino sarà invertito da un'altra infusione di "niente di particolare." Se non può essere invertito, allora diminuirà la capacità dello stato di usare la coercizione per ottenere risposte specifiche. Troppe persone non collaboreranno.

Non siamo spettatori di un cambiamento importante nella politica del Congresso. Non siamo spettatori di una resistenza organizzata contro una qualsiasi branca dello stato. Ma la fiducia sta rapidamente scomparendo. Le critiche pubbliche allo stato non sembrano essere la fonte di questo declino, perché non esiste un unico problema che l'abbia scatenato. Non sappiamo identificare il nesso causa-effetto.

Questa è una buona notizia per i critici del governo federale, ed è una cattiva notizia per il Congresso.

I risultati del sondaggio indicano che le persone sono in modalità sfiducia, ma sono anche in modalità obbedienza. Questa discrepanza non può continuare all'infinito. O l'obbedienza scemerà, oppure verrà ripristinato un certo grado di fiducia.

All'erosione dell'obbedienza farà seguito l'ulteriore erosione della fiducia. Questo renderà le cose ancora più dure per i burocrati. Non otterranno più il sussidio implicito presente nella conformazione volontaria.



FACEBOOK

Se dovessi individuare la causa di questo declino nella fiducia, punterei il dito sull'effetto di Facebook. I social media sono intrinsecamente deleterei per l'autorità.

La capacità delle persone di ottenere un grande seguito chiedendo supporto per una qualsiasi grande organizzazione, in particolare lo stato, è limitata. I critici, mediante il loro criticismo costante e le loro continue valutazioni negative, sono molto più inclini a guadagnare un seguito. Le vignette politiche raramente sono positive. Penso che questo sia probabilmente vero per i social media in generale. Mentre una particolare organizzazione caritatevole può avere i suoi sostenitori, e pochi critici, questo non è vero per gli stati. In generale gli americani sono pronti a sottolineare le incongruenze dei burocrati, e sono pronti a criticare le azioni specifiche delle agenzie governative. E' molto più facile che si diffondano le critiche allo stato su Internet che le sue lodi. Gli scettici hanno un vantaggio. I critici hanno un vantaggio. I disegnatori hanno un vantaggio.

Penso che tutto questo non possa essere invertito. Non credo che torneremo ad una cosa del genere: "Ora è il momento che tutti gli uomini buoni vengano in aiuto del partito."

Quando ci sono le elezioni politiche, i due principali partiti politici fanno del loro meglio per portare i fedeli alle urne. Fanno anche del loro meglio per attrarre gli indipendenti, e questo appello indebolisce quasi sempre il loro tentativo di portare i fedeli hard-core alle urne. Le elezioni presidenziali hanno luogo solo una volta ogni quattro anni. L'amore per i partiti raggiunge un crescendo nelle settimane prima delle elezioni presidenziali, ma poi si spegne nei due anni successivi. Nel frattempo, Facebook va avanti.

Post dopo post, vignetta dopo vignetta, il governo federale viene ridicolizzato. Questo perché, nelle parole di Agostino, il ridicolo è la risposta adeguata alle cose che sono ridicole. Il ridicolo è la prospettiva di base dei social media quando prendono di mira il governo federale.

Questa situazione ebbe una battuta d'arresto nel 2001, ma all'epoca non esisteva Facebook. Pochi sono i siti come Facebook, o addirittura nessuno, che espongono questo principio: "Lasciate le truppe in Afghanistan a tempo indeterminato."



CONCLUSIONE

Gli statalisti stanno per perdere la guerra ideologica. Hanno già perso la guerra dei social media. E' semplicemente una questione di tempo.

La nostra liberazione si avvicina.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


8 commenti:

  1. Non avveleniamoci, che ci fa male. Ci fa male davvero.
    Piuttosto, ho trovato esilarante il progetto governativo di calcolare il bollo auto non più solo in base a cilindrata e potenza del motore, ma anche in base alle emissioni...
    Inevitabile pensare all'aumento percentuale maggiore per il povero (spesso pure anziano) proprietario di vecchia utilitaria euro zero rispetto al proprietario di supercar euro6...
    E' la redistribuzione, bellezza!

    http://www.youtube.com/watch?v=ye5BuYf8q4o

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    1. Ciao dna.

      Ieri ho guardato per caso un servizio del tg sulle file di coloro che loro malgrado dovevano pagare una sfilza di tasse. Ebbene la maggior parte di quelle persone ha iniziato a rivendicare il loro diritto di proprietà sui beni che hanno costruito col duro lavoro e con tanti sacrifici. Sono convinto che tutti siano disposti ad apprendere come ri-guadagnare la propria libertà, soprattutto ad apprendere come guadagnare la propria emancipazione dalle pastoie statali. E' un fenomeno da tener d'occhio, perché come ho scritto all'inizio di questo articolo la tassazione non diminuirà nei prossimi anni.

      Chissà, forse un prossimo referendum chiederà di cambiare l'articolo 1 della nostra costituzione esigendo che la cosiddetta repubblica sia fondata sui diritti di proprietà piuttosto che "sul lavoro" (ricorda vagamente un motto di un campo di concentramento)...

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  2. Diciamo che la circolazione libera delle idee e delle notizie contribuisce a smantellare le fondamenta di qualunque status quo. C'è sempre e sempre c'è stato, mutatis mutandis, in ogni settore, dal più piccolo al più grande, un confronto tra la propaganda dello status quo e la pressione di verità alternative.
    Gli strumenti a disposizione oggigiorno sono formidabili, ma sono utilizzati da entrambe le parti.
    Il tempo, in genere, nonostante le opzioni anche violente a disposizione dello status quo, tende sempre a favorire il passaggio di consegne. E' la vita stessa. E' la natura delle cose. Nulla dura in eterno ed immutabile.
    La realtà non è status quo, anzi, questa è proprio la menzogna e l'illusione principale, la realtà è un continuo divenire, una trasformazione perenne (Eraclito) e le similitudini che spesso si colgono tra eventi trascorsi ed attuali non fanno altro che ricordarci questo continuo inesorabile divenire.
    E la quantità e qualità dei parametri che entrano in gioco nel cambiamento, nonostante le previsioni delle interpretazioni e delle regolamentazioni coercitive, è talmente grande ed imprevedibile da render illusoria e presuntuosa qualsiasi rigida programmazione.

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  3. Su RC di FK leggo da giorni una cosa che mi lascia basito se penso che la trovo in un sito nel quale si conscono i numeri.
    Non e' vero che renzi ha l'approvazione del 41% dei conterranei!!!
    Ha solo il placet del ca 40% del ca 60% che ha deciso di votare.
    In parole semplici, un conterraneo su 4 lo ha votato per continuare a parassitare gli altri 3.
    Questo, FK lo dimentica. Renzi finge di non saperlo. Ma non vorrei che i tre conterranei parassitati pensassero di essere minoranza.
    Sono maggioranza silenziosa!!! Altroche'!!!

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    1. Ciao Anonimo.

      Di questo passo c'è la speranza che una volta superata la questione "non voto", gli individui si rendano conto di come la democrazia rappresentativa sia la vera malattia da debellare. A quanto pare la carrellata di pagliacci scelti dal regime per governare, non è stata abbastanza...

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  4. Se date un'occhiata a questi due documenti presi dal sito della Banca d'Italia,

    1) http://www.bancaditalia.it/statistiche/stat_mon_cred_fin/banc_fin/pimsmc/2014/sb30_14/suppl_30_14.pdf

    2) http://www.bancaditalia.it/statistiche/stat_mon_cred_fin/stat_int_risk/stabol/2014/I_2014/bolstat_01_14.pdf

    noterete, rispettivamente a pagine 25 e pagina 82, come lo stato patrimoniale delle banche italiane sia al limite dello sconquasso. Tra sofferenze, crediti incagliati e crediti deteriorati vari, i bilanci sono un vero disastro. E c'è chi ancora va cianciando di elargire credito a seguito della presunta "rivoluzione" di Draghi...

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  5. I Tedeschi hanno fatto una cazzata enorme a farsi abbindolare dai Francesi e dal loro euro.
    Era fiatmoney anche il marco, ma i Tedeschi, memori di Weimar, lo fecero lavorare come fosse soundmoney. Non ebbero bisogno di inflazionarlo per prosperare, ma si misero a lavorare duramente, da Tedeschi calvinisti. Lo inflazionarono solo per integrare velocemente la ex ddr.
    Ma il fiatmoney e' il denaro flessibile della politica statalista e tutti gli altri stati europei l'hanno sempre abusato a piu' non posso. Soprattutto i paesi cattolici, i paesi del compromesso e dell'intermediazione moralistica piu che morale.
    A questo punto in trappola ci stanno loro, i Tedeschi. L'euro non era nato per essere un nuovo marco, ma per espandere il potere centrale burocratico, lo statalismo francese, su tutto il continente.
    Non si puo' pretendere o imporre che un fiatmoney possa comportarsi come un soundmoney se la maggioranza degli utilizzatori e' abituata ad abusare della propria sovranita' monetaria.
    Non si diventa Tedeschi, si nasce Tedeschi.
    Questo euro fiatmoney deve crollare al piu presto. E' stato un errore. Puo' diventare la tragedia di Bagus.

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    1. Una lettura esaustivamente coerente con i retroscena che si sono sviluppati in questi anni. Può diventare? Io dico che diventerà.

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